Sogni e racconti di sogni Ida Pontillo Catania, 11 Maggio 2006 Origine e natura del sogno Genesi del sogno Esogena Endogena Genesi esogena Omero – Due son le porte dei sogni inconsistenti: una ha battenti di corno, l’altra d’avorio,… (Odissea XIX 560 sgg.) – Il Sogno divino a me venne nel sonno traverso la notte ambrosia, grandemente a Nestore glorioso simile d’aspetto e figura; gli somigliava moltissimo. Mi stette sopra la testa e mi diceva parole». (Iliade II 80 sgg.) Virgilio − Son due le porte del Sonno, di cui una si dice di corno, da cui è data una facile uscita alle vere ombre, la seconda è brillante, fatta di splendente avorio, ma gli spiriti mandano al cielo falsi sogni. (Eneide VI 893 sgg.) Teorie Filosofiche Democrito – gli eidola, sottili pellicole che si staccano dagli oggetti, entrano nei pori e, risalendo verso l’esterno, provocano i sogni. Epicuro – sottilissimi atomi si staccano dai corpi sotto forma di simulacra e s’imprimono nella nostra anima dando origine ad ogni forma di conoscenza, anche ai sogni. (Lucrezio, De rerum natura IV) Platone – in particolari condizioni, nel sonno, la verità può apparire nel modo più alto, poiché l’anima si libera dal peso del corpo e può entrare in contatto con il divino. (Repubblica 571d-572b) Genesi endogena: Aristotele i sogni sono una produzione soggettiva del dormiente, in quanto segni di uno stato corporeo da utilizzare ai soli fini diagnostici (De regime, Corpus Hippocraticum) funzione conoscitiva ai sogni, capaci di evidenziare i piccoli segni di processi patologici in atto che potrebbero diventare sempre più gravi. La genesi è dunque interna, spia di un equilibrio del corpo che è venuto a mancare. Negando la provenienza divina dei sogni cade anche il loro potenziale divinatorio: sognano sia gli uomini che gli animali e sarebbe veramente strano che la divinità mandasse sogni predittivi a casaccio e non ai migliori o ai più saggi! Cicerone De divinatione – condanna della predizione degli eventi futuri attraverso i sogni. Somnium Scipionis – convergenza delle teorie oniriche di Aristotele e di Platone. Il racconto del sogno Recupero del passato Effetti sulla narrazione Anticipazioni relative al futuro Petronio LICHAS: «Videbatur mihi secundum quietem Priapus dicere: ‘Encolpion quod quaeris, scito a me in navem tuam esse perductum’». Exhorruit Tryphaena et: «Putes, inquit, una nos dormisse; nam et mihi simulacrum Neptuni, quod Bais tetrastylo notaveram, videbatur dicere: 'In nave Lichae Gitona invenies'». «Hinc scies, inquit Eumolpus, Epicurum esse hominem divinum, qui eiusmodi ludibria facetissima ratione condemnat». Ceterum Lichas ut Tryphaenae somnium expiavit: «Quis, inquit, prohibet navigium scrutari, ne videamur divinae mentis opera damnare?» (Satyricon 104) Apuleio Fuge mei percussoris cruentam dexteram. Noli parricidio nuptias auspicari. Vulnera illa, quorum sanguinem tuae lacrimae perluerunt, non sunt tota dentium vulnera: lancea mali Thrasylli me tibi fecit alienum" et addidit cetera omnemque scaenam sceleris inluminavit. (Metamorfosi VIII, 8) Quae nullo quidem domus infortunium nuntiante cuncta cognorat, sed ei per quietem obtulit sese flebilis patris sui facies adhuc nodo revincta cervice, eique totum novercae scelus aperuit. (Metamorfosi IX, 31) Apuleio Perlucidum simulacrum excusso pelago ante me constitisse visum est. (Metamorfosi XI, 3) Per hos eosdem, ut Plato in Symposio autumat, cuncta denuntiata et magorum varia miracula omnesque praesagiorum species reguntur. Eorum quippe de numero praediti curant singuli, proinde ut est cuique tributa provincia, vel somniis conformandis vel extis fissiculandis vel praepetibus gubernandis vel ostinibus erudiendis vel vatibus inspirandis vel fulminibus iaculandis vel nubibus coruscandis ceterisque adeo, per quae futura dinoscimus. (De deo Socratis 6, 133-134)