Corso di aggiornamento Per DOCENTI A cura del prof. DAVIDE LECCESE Dirigente scolastico 1 LA DIDATTICA MODULARE INDICAZIONI METODOLOGICHE PER I DOCENTI CHE ABBIANO IL CORAGGIO E LA CAPACITA’ DI “CAMBIARE” ---> Se si vogliono attivare corretti processi di apprendimento, bisogna attivare corretti processi di insegnamento 2 Premessa, neanche tanto superflua La scuola è un sistema organizzativo complesso con un apparato produttivo perdente ---> SCARSA PRODUTTIVITA’ E INACCETTABILE DISPENDIOSITA’ 3 COSA OCCORRE FARE •Riconsiderare il funzionamento complessivo dell’attività scolastica (risorse-finalitàrisultati) •Rivedere, con criteri innovativi e più efficienti, il sistema di erogazione dei servizi (modalità-tempi-strumenti) 4 Mettere “strettamente in contatto il singolo docente con i risultati della psicologia cognitiva, che si preoccupa di acquisire il punto di vista del CAMBIA soggettoINNANZITUTTO che apprende, del COSA suo livello di sviluppo, dei suoi ritmi cognitivi e delle variabilità della personalità, insomma del suo comportamento e delle modalità della •L’ottica dell’insegnamento / apprencomunicazione, legate ad un canale di dimento particolare (visivo, verbale, trasmissione auditivo, cinestatico….” (W. Tommasino) •Non come “distrazione metodo-logica”, o “esercizio congetturale”, ma come nuova capacità relazionale tra docente e discente 5 La modularità • Può essere costituita da una sequenza di unità didattiche; • Può essere un percorso utilizzabile in curricoli diversi; • Consente di raggiungere obiettivi collegialmente identificati di conoscenze, abilità, comportamenti. 6 Unità didattica e modularità Il “di più” della modularità è dato dall’innesco di creatività e di personalizzazione degli apprendimenti e delle esperienze e dall’innesco di precisi processi di modellizzazione progressivamente esperta negli studenti 7 Ciò è possibile se... • Le discipline curricolari si siano trasformate in strutture e regole d’interpretazione del “reale”, cioè in moduli interpretativi flessibili e trasferibili in diversi e sempre nuovi contesti ---> lettura plurima e a più livelli della realtà 8 MODELLO INTENZIONALE DI Ciò è possibile se... SOCIALITA’ si supera la dogmaticità disciplinare si esplicita la parzialità delle proposte si dichiara la disponibilità al confronto con altre interpretazioni per una necessaria comparazione valutativa. Dalla gerarchia dei ruoli alla funzionalità delle competenze 9 Si tratta: • Di modellare una didattica nel senso di una nuova alleanza tra scienze esatte e umane, nel senso di un pluralismo disciplinare pregerarchico; 10 Si tratta: trovare forme organizzative e funzionali convincenti e condivise trovare una organizzazione scolastica generale disponibile a servire e a servirsi del “nuovo” ---> flessibilità ---> competenze combinabili….. Attribuzione (non solo strumentale) di ruoli….. 11 Entriamo nello specifico • Dobbiamo superare il modello lineare e cumulativo che presiede alla organizzazione dei saperi disciplinari ---> il mondo del lavoro e della ricerca operano sempre di più sviluppando modelli ed esperienze tese alla produzione di “nodi” e di “relazioni”, piuttosto che di sequenze unidirezionali 13 Entriamo nello specifico • Occorre assicurare continuità e interazione di percorso tra le situazioni formali di istruzione e quelle meno formali ---> La scuola dell’Autonomia ---> La scuola della Responsabilità e della Solidarietà Ma non è possibile se... • Non si parte dalla “maturità” dello studente nell’ambito dei processi cognitivi: padronanza dello specifico disciplinare capacità di rielaborazione - tecniche di impiego in contesti d’uso differenziati acquisizione e fruizione dei linguaggi settoriali Ma non è possibile se... • Non si parte dal carattere dichiaratamente formativo e preprofessionalizzante di tale modello di scuola, per l’acquisizione di competenze spendibili nel settore delle future scelte professionali (di cui anche l’università è un livello) Ma non è possibile se... • Non si parte dall’idea pedagogica che la maturità culturale deve indurre ad integrare le diverse conoscenze acquisite nella scuola in un percorso di sintesi, che sappia orientare e sostenere le scelte di vita e di lavoro La modularità diventa…. • Un percorso “esperto” che consente allo studente di acquisire una rete economica ed efficace di apprendimento, elevando le finalità formative dal mero livello di padronanza dei contenuti alla più completa e generativa capacità di modellizzazione, centrata sulla ---> • RESPONSABILITA’ UNITARIA DEL PRODOTTO • COLLEGIALITA’ DELLE SCELTE • CONDIVISIONE DEL PROGETTO • PARTECIPAZIONE AI RISULTATI • SODDISFAZIONE COMUNE DEGLI ESITI DI TUTTI Il modulo fa riferimento a • Richiamo padroneggiato ai sistemi del profilo formativo integrato dell’indirizzo culturale o professionale di riferimento • Esplicitazione dei principi degli ambiti e delle metodiche di comunicazione disciplinare: modelli esperti di comunicazione, modelli mentali di apprendimento, modelli di lavoro didattico Il modulo fa riferimento a • Dimensionamento curricolare e didattico dei contenuti di insegnamento: - calibratura dei tempi e dei modi di sviluppo contenutistico - incernieramento di ogni contenuto alla valenza formativa - esplicitazione ricorsiva dei principi e delle procedure Il modulo fa riferimento a • Alla tecnica della NAVIGAZIONE, secondo il criterio dell’expertise ---> consentire allo studente di sapere sempre “dove si trova” rispetto alla mappa generale dei sistemi di padronanza che gli vengono richiesti per ultimare il curricolo e perseguire gli standards di indirizzo La costruzione metodologica e culturale del MODULO: • Comprendere e precisare i nessi tra ambiti disciplinari diversi, in modo che in ciascun modulo risultino esplicitate analogie e differenze tra le discipline e i relativi linguaggi di merito •Avere ben chiara la “storia” della disciplina (il tempo) e la rete dei saperi, dei lavori e dei poteri con cui la disciplina stessa dialoga di necessità (lo spazio) • Sapere che i “modelli esperti”, di cui fanno uso la disciplina e le discipline non sono mai autoctoni più spesso di quanto si creda risultano generati in altri campi disciplinari e per altri scopi •Fare riferimento al potere e al compito esplicativo delle conoscenze: una scienza è tanto più vera quanto più spiega l’enigma per cui la si è interrogata • Nessuna disciplina può svilupparsi senza impegnarsi •Nessuna disciplina può insegnarsi astraendo dai metodi di lavoro che le hanno consentito di criticarsi, di accrescersi e di strutturare le proprie conoscenze •Nessuna disciplina può insegnarsi se non spiegando i nessi e le relazioni che collegano, differenziano le sue strutture conoscitive da quelle delle altre discipline. Accettare l’impostazione di Bruner: dall’apprendimento come semplice ricezione e memorizzazione di stimoli all’attività cognitiva come elaborazione di informazioni, di pensiero, come uso di strategie, della concettualizzazione scientifica, come verifica di ipotesi ---> ANDARE OLTRE L’INFORMAZIONE DATA ---> IMPARARE AD IMPARARE ---> CONTROLLARE IL PROPRIO APPRENDIMENTO La SEQUENZIALITA’ genera un effetto-ridondanza, preludio di quello di “contrasto” --> la MODULARITA’ lavora sulla organicità/congruità delle conoscenze integrate. La complessità viene interpretata nella “rete” dei problemi e delle soluzioni. La MODULARITA’ elimina la distinzione tra momenti creativi e non creativi dell’apprendimento, se per creatività intendiamo ogni livello di partecipazione responsabile alle situazioni didattiche (“ci metto del mio”) Modello formativo del modulo Informazione: presentazione strutturata di un argomento o contenuto in modo da indurre schemi di ragionamento e/o di analogia Laboratorio: ricerca - induzione di schemi di transfer dall’area disciplinare specifica alle altre aree correlate 30 Modello formativo del modulo Verifica: riorganizzazione degli schemi di ragionamento in relazione a quanto ha appreso. Riapertura del ciclo secondo il criterio dell’INTERMODULARITA’ Valutazione della produttività e del potenziale di insegnamento e di apprendimento (valutazione di sistema) 31 Un nuovo modo di insegnare Interpretare tempestivamente le nuove domande poste dai mutamenti ed assumere un ruolo nel rispetto della propria identità Dare risposte appropriate, sia in ordine ai valori da affermare che alle trasformazioni da attivare Concretizzare il ruolo della formazione nello scenario sociale post-industriale 32 Ciò comporta sempre meno il ricorso ai “frammenti” delle conoscenze e, di converso, agli “scenari estesi ed anonimi” e sempre più il ricorso ai contesti forti e flessibili di conoscenze, abilità, metodologie, assunzione di competenze nell’ambito dei: SEGNI SENSI - SIGNIFICATI 33 Un apprendimento è sempre una TRASFORMAZIONE; che sia intenzionale e orientata. Una trasformazione di cui non ci si limiti a prendere atto, ma di cui si conoscano le radici, i principi e i limiti e perciò stesso può essere ripetuta e allargata 34 Dalla alternanza tradizionale (che poi era una contrapposizione) di soggetto/oggetto, io/altro, uomo/ambiente, oggi si punta ad uno schema ternario (reso più agevole con le tecniche del MODULO), che include i processi della comunicazione, del riconoscimento sociale e dell’immaginario (ego/altri/ego/ambiente) 35 Richiamiamo il ruolo della MAPPA COGNITIVA: cartina mentale di una zona più o meno familiare dell’esperienza - una sorta di metafora formata da elementi di informazione della più diversa natura. Essa collega due processi mentali: il processo di organizzazione delle conoscenze e il prodotto di tali conoscenze (oltre che la loro rappresentazione simbolica) 36 Ricordiamo la distinzione tra: - conoscenza tacita - conoscenza esplicita Le mappe cognitive - contestualizzate al sistema del Modulo - consentono il passaggio dalla CT alla CE . Conoscere non è solo conoscere di per sé, ma soprattutto conoscere come, chi, quando, dove, perché, per chi. La esplicitazione significa il conferimento di senso all’apprendimento 37 RISULTATI ATTESI DALLA DIDATTICA MODULARE Migliorare le capacità comunicative Incrementare il lavoro collaborativo Costruire ipotesi organiche di continuità dei saperi nell’ambito delle continuità formative Potenziare i processi collaborativi Creare tempi estesi e funzionali, nell’ottica dell’efficienza per l’efficacia. 38 Informazioni finali • Per chi volesse contattare l’Autore: • DIRIGENTE SCOLASTICO, Preside DAVIDE LECCESE – Liceo Ginnasio “V. Lanza” – 71100 FOGGIA • Tel. 0881/778104 • [email protected] Educazione&Scuola© - Tutti i diritti riservati 39