VERSO LA CITTa’
METROPOLITANA
Firenze 27 febbraio 2010 - legambiente
La Piana FI-PO-PT nella dimensione europea
Guido Sacconi
09/03/10
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dello schema
Come sta l’UE e a quali nuove strategie
sta pensando (Europa 2020)
09/03/10
La crisi ha colpito duro
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PIL -4% nel 2009, il peggior risultato dagli anni ‘30
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Produzione industriale -20%, ritorno al livello degli anni ’90
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Disoccupazione:

– 23 milioni di disoccupati

– 7 milioni di disoccupati in più in 20 mesi

– tasso di disoccupazione previsto al 10,3% nel 2010 (ritorno al livello
degli anni ‘90)

– disoccupazione giovanile superiore al 21%
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L’Europa deve reagire per evitare il declino
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Il potenziale di crescita è stato dimezzato dalla crisi

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se non interveniamo, il decennio si concluderà con una crescita economica molto bassa
L’invecchiamento della popolazione accelera

la popolazione in età lavorativa diminuirà di circa 2 milioni di persone entro il 2020

il numero di ultrasessantenni aumenta a una velocità doppia rispetto a prima del 2007
La produttività rallenta

due terzi del nostro divario di reddito con gli USA sono dovuti alla bassa produttività
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Cambiare il paradigma dello sviluppo: tre linee d’azione
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Una crescita basata sulla conoscenza e sull’innovazione

Innovazione
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Istruzione
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Società digitale
Una società inclusiva con alti tassi di occupazione

Occupazione

Competenze

Lotta alla povertà
Crescita verde: un’economia competitiva e sostenibile

Lotta al cambiamento climatico

Energia pulita ed efficiente

Competitività
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Una crescita basata sulla conoscenza e
sull’innovazione
09/03/10
Una società inclusiva con alti tassi di
occupazione
09/03/10
Crescita verde: un’economia competitiva
e sostenibile
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Regioni e città: quattro sfide principali
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Vulnerabilità alla globalizzazione
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Vulnerabilità demografica
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Vulnerabilità ai cambiamenti climatici
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Vulnerabilità energetica
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Note: Index based on estimated productivity, employment rate, high education rate and low education rate in 2020.
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Source: Eurostat
Note: Index based on the estimated share of people aged 65 and over in total population, share of working age in total
population and population decline in 2020
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Source: Eurostat
Note: Index based on change in population affected by river floods, population in costal areas below 5m, potential drought
hazard, vulnerability of agriculture, fisheries and tourism, taking into account temperature and precipitation changes.
Source: Eurostat, JRC, DG REGIO
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Note: Index based on regional energy consumption by households (incl. private transport), estimated energy consumption by
freight transport, industry, services and agriculture, national carbon intensity, national energy import dependency.
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Source: DG TREN, DG REGIO.
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Riassumendo
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Le regioni con un minor numero di sfide simultanee sono
relativamente vicine al centro geografico dell’UE ma sono
anche a sud di Spagna, UK, Irlanda, Danimarca Svezia,
Finlandia e Lituania
La maggior parte delle regioni intensamente colpite (3 o più
sfide) si trova nell’Europa meridionale e sulle coste dell’Europa
occidentale e centrale
La Toscana (e in genere le regioni italiane) si trovano in questa
fascia
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Ri-orientamento e coordinamento delle politiche
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L’interazione delle varie sfide considerate è ovviamente assai complessa e differenziata
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Le proiezioni fotografano tendenze in atto e non tengono conto delle capacità di risposta e di adattamento
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Già nel ciclo programmatorio che è in corso (2007-2013) alcuni SM ed alcune regioni hanno mirato in
questa direzione i loro piani di sviluppo affidando alle aree metropolitane il ruolo di volano
Ora si apre il dibattito sulle politiche (e sulla governance) multilivello che vanno adottate per il periodo
2014-2020
* “Lisbona2” * Governance economica * Politiche di coesione
* Bilancio * Programma Quadro R&S
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Due considerazioni politiche

E’ consigliabile stare tempestivamente dentro questo dibattito (e non ci siamo!)

Bisogna starci ponendosi una domanda-chiave: qual è – ambiziosamente ma realisticamente – il nostro
posto nel mondo?
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Una buona tematizzazione
“Tre proposte per rilanciare l’industria toscana” – Riccardo Varaldo – La Repubblica
31.01.2010
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Denuncia dei “limiti di una industrializzazione concentrata lungo la valle dell' Arno, con l' esclusione di gran
parte della cosiddetta Toscana interna, che ha portato ad una regione fortemente dualistica. Da un lato
con una sua parte nord-orientale intensamente urbanizzata, connotata da una presenza diffusa dell'
industria e dipendente dalle sue vicende. Da un altro con una parte restante che si sviluppa
prevalentemente a sud nelle provincie di Siena, Arezzo e Grosseto, che mantiene un basso livello di
urbanizzazione complessivo ed una prevalenza dell' agricoltura, dove il territorio rimane una risorsa
strategica ma con scarse ricadute economiche ed occupazionali. Il superamento di questo dualismo è uno
dei primi obiettivi di una strategia di riequilibrio territoriale in cui c' è da giocare la carta della green
economy, con la Toscana interna che può ricoprire un ruolo chiave per un nuovo modello di sviluppo
sostenibile”.
“Questa linea di pensiero e di azione sconta una logica di discontinuità dove i canoni della crescita
endogena - basata sulla conoscenza, sulla creatività e sul capitale umano qualificato - devono coniugarsi
con l' obiettivo di attivare un processo di accumulazione che orienti le scelte strategiche verso nuove
attività con forti radicamenti nel contesto artistico - culturale, scientifico-tecnologico, ambientale paesaggistico e imprenditoriale proprio della Toscana e capaci di attrarre talenti e capitali dall'
esterno”.
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Un buon quadro analitico
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IRPET
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Rapporto sul territorio 2010
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Rete di città?
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Mi domando
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se – anche per ragioni di scala - la scelta strategica da adottare non sia quella della
Toscana come rete di città

se sia questo il modello più in grado di tenere insieme competitività, coesione sociale e
sostenibilità ambientale

se non si debba dare priorità alle politiche locali e regionali integrate e coerenti con
questo obbiettivo

se non sia in questo ambito che va ridisegnata la missione dell’area fiorentina e della città
metropolitana da strutturare finalmente su basi razionali,

se prendere di petto la sua saturazione, adottando l’opzione “espansione zero” e
disegnando un modello di mobilità efficiente e sostenibile, non possa essere il primo
motore da accendere per far decollare il nuovo sviluppo regionale
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Solo domande. Le risposte agli altri relatori
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Grazie per la pazienza
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Intervento di Guido Sacconi