Corso di POPOLAZIONE TERRITORIO E SOCIETA’ 1 AA 2013-2014 LEZIONE 7 La ricerca italiana in tema di popolazione e territorio Dicotomia URBANO – RURALE Criteri classificatori: Numerici (2000;5000) ma estremamente es. un dato ammontare di individui variabile Funzionali es. una certa proporzione di popolazione dedita alle attività agricole Amministrativi es. una data ampiezza dell’area …anche in combinazione…. Sfumature del concetto di urbano Varie scale Urbanesimo e urbanizzazione Per grado di urbanizzazione intendiamo la proporzione di popolazione residente nel territorio a connotazione urbana L’urbanesimo esprime la capacità di un territorio di attrarre flussi di individui che dalle aree rurali si dirigono verso quelle urbane URBANESIMO Può verificarsi senza provocare urbanizzazione (I flussi non riescono a compensare il SN negativo) URBANIZZAZIONE Può verificarsi anche in assenza di urbanesimo (aumento del saldo naturale) another decade for half of the population of the less developed regions to live in urban areas (figure I). L’urbanizzazione nel mondo Figure I. Urban and rural populations by development group, 1950-2050 http://esa.un.org/unup/ Già nel 1950 sviluppati di by popolazione urbana pari ain quella rurale mentre ciò si 2. nei Thepaesi world urban populationlaisproporzione expected to increase 72 per cent by 2050, fromera 3.6 billion 2011 to solo 6.3 billion in 2050. ByI mid-century the world urban population will likely be the same size as the verificherà nel 2020 per paesi meno sviluppati world’s total population was in 2002. Virtually all of the expected growth in the world population will be concentrated in the urban areas of the less developed regions, whose population is projected to increase Tutta la crescita mondiale verificherà aree urbane from 2.7 attesa billion indella 2011 popolazione to 5.1 billion in 2050. Over thesisame period, thenelle rural population of the dei less paesi meno developed regions is expected to decline fro m 3.1 billion to 2.9 billion. In the more developed regions, thesoprattutto nei sviluppati mentre nei paesi sviluppati la crescita urbana sarà modesta; le aree rurali, urban population is projected to increase modestly, from 1 billion in 2011 to 1.1 billion in 2050 (table 1). paesi meno sviluppati (92% della pop. rurale), sono previste in netto declino a partrire dal 2020 3. The world rural population is expected to reach a maximum of 3.4 billion in 2021 and to decline slowly thereafter, to reach 3.05 billion aumenterà in 2050. These dall’attuale global trends are52% drivenalmostly the2050. dynamics Il livello dell’urbanizzazione globale 67% by nel Neiof paesi rural population growth in the less developed regions, which house today almost 92 per cent of the world passerà dal 78% all’86% mentre nei population paesi meno dal 47%has al been 64%. rural population. Whereas the rural of the sviluppati more developed regions declining steadily during the second half of the twentieth century and will continue to do so for the foreseeable future, the rural population of the less developed regions more than doubled since 1950 and will likely continue to sviluppati La popolazione urbana non è distribuita in maniera uniforme. Oltre la metà della popolazione urbana vive oggi cittàcities conwith meno 500.000 7. Inin2011, fewerdithan 500,000abitanti. inhabitants accounted for about half of the world urban population, amounting to 1.85 billion (figure II). Cities with ranging between 1 di crescita Tuttavia sono le città con almeno 1 milione di abitanti chepopulations sperimenteranno in 500,000 futuroand tassi million were home to a further 365 million people, equivalent to 10.1 per cent of the world urban maggiori. population. Taken together, cities with fewer than 1 million inhabitants account for 61 per cent of the L’urbanizzazione si concentrerà nelle grandi città e soprattutto nelle grandissime città, con oltre 10 urban population. milioni di abitanti. Figure II. Total population in millions by city size class, 1970, 1990, 2011 and 2025 NOTE: The overall population in the smallest cities is estimated as the difference of the total urban population and the sum of the populations in cities estimated to have at least 500,000 inhabitants at each point in time. 8. While three in every five people living in urban areas reside in cities smaller than 1 million TABLE 3. POPULATION OF URBAN AGGLOMERATIONS WITH 10 MILLION INHABITANTS OR MORE, 1950, 1975, 2011 AND 2025 (MILLIONS ) Megacities 1970 Rank 2025 1970 Urban agglomeration Population Rank Urban agglomeration Population 1 Tokyo, Japan 23.3 1 Tokyo, Japan 32.5 2 New York-Newark, USA 16.2 2 New York-Newark, USA 16.1 3 Ciudad de México (Mexico City), Mexico 15.3 4 2,84% São Paulo, Brazil 14.8 5 Mumbai (Bombay), India 12.4 2011 6 7 6 1990 2,68% Osaka-Kobe, Japan 3,71% 27 anni) Kolkata(t.r. (Calcutta), India 11.0 10.9 8 Los Angeles-Long Beach-Santa Ana, USA 10.9 9 Seoul, Republic of Korea 10.5 10 Buenos Aires, Argentina 10.5 2,71% United Nations Department of Economic and Social Affairs/Population Division World Urbanization Prospects: The 2011 Revision Gli ambiti urbani primari risultano concentrati principalmente in tre zone: l’estremo oriente e l’India, l’Europa Occidentale e Centrale, L’America del Nord, tra la costa atlantica e i grandi laghi. Gli incrementi riflettono I differenziali di fertilità Storia della città La città nasce 10.000 anni fa, nell’area mediorientale. Piazza: necessità di scambi commerciali. Alcuni elementi distintivi della città: 1. una parte della popolazione non svolge funzioni di produzione di cibo o materie prime 2. l’unità base sociale famigliare (il clan) viene affiancata da altre unità sociali, basate su interessi comuni 3. sistema politico amministrativo autonomo 4. fortificazioni 5. mercato Fasi Rivoluzione agricola, surplus produttivo, specializzazione produttiva, necessità di scambi Dominio del territorio: la città-stato (tasse, servizio militare, censimento) il 5% della pop. controlla il restante 95% TEORIA DELLA POSIZIONE CENTRALE (Christaller) ROMA Rapporti tra territori rimangono immutati fino al medioevo Roma raggiunge il milione di abitanti; dopo la caduta dell’Impero Romano la città di Roma raggiunge 100.000 unità Con il feudalesimo la campagna ridiventa centrale. Le città mantengono il ruolo di servizio (per gli scambi commerciali) e di riferimento culturale (la presenza delle università). Solo in oriente, Pechino e Costantinopoli, le città continuano ad avere un ruolo dominante. In Europa, solo le città italiane, spagnole e portoghesi hanno una certa dimensione Alla fine del 17° secolo il centro del potere coloniale si sposta in Olanda e in Inghilterra. La seconda rivoluzione agricola ha luogo. Il surplus agricolo generato nelle colonie indebolisce l’economia agricola interna. Masse di contadini si spostano verso le città Rivoluzione industriale: profonda trasformazione del mercato del lavoro. I contadini diventano operai Londra raggiunge 750.000 unità nel 1750; il tasso d’incremento della popolazione era pari al 10% annuo. Si crea la discrepanza tra paesi sviluppati e paesi meno sviluppati. Nei primi il processo di urbanizzazione si diffonde su tutto il territorio, nei secondi si concentra nelle città mentre il resto del territorio rimane rurale. Il rapporto 18:1 tra campagna e città risulta oggi ribaltato. La crescita della popolazione urbana delle aree meno sviluppate provocherà in futuro una forte redistribuzione della popolazione sul territorio MIGRAZIONI Fenomeno delle città primate Rank Size Rule Le popolazioni dei centri urbani che appartengono a un certo insieme sono legate dalla seguente legge che le mette in relazione al loro rango, cioè la loro posizione nell’ordinamento secondo la dimensione decrescente Pr = P1 × r -q q è un parametro che dipende dal grado di gerarchizzazione del sistema La legge si dimostra vera per I sistemi in cui non vi sono forti differenziali economici tra aree geografiche e quando l’insieme considerato è sufficientemente grande. La legge è la risultante di opposte tendenze alla concentrazione e alla dispersione delle attività umane sul territorio: le prime mirano a limitare I costi di trasporto e a massimizzare le economie di scala, le seconde dipendono dai costi più bassi nelle periferie e dalla disponibilità di materie prime decentrate (ad esempio la terra) RASSEGNA STUDI SU POPOLAZIONE E TERRITORIO con riferimento all’Italia Il più immediato legame tra popolazione e territorio riguarda I fenomeni di mobilità. Dal secondo dopoguerra a oggi l’Italia ha vissuto importanti fenomeni di spostamento di popolazione sul territorio, come mai prima. A una prima fase in cui URBANESIMO E URBANIZZAZIONE andavano di pari passo, è succeduta una fase in cui pur in presenza di urbanesimo, il livello di urbanizzazione, inteso come la proporzione di popolazione residente nei poli urbani, si era arrestato. Il dibattito scientifico ha cercato di misurare, interpretare e spiegare questo cambiamento. Sono state proposte molte tecniche e indicatori per valutare I fenomeni in corso: in comune il problema dell’unità areale Classificazione del territorio in urbano/rurale APPROCCIO ATOMISTICO 1) LIVI E GINI, 1931: comune urbano se % popolazione di attivi in attività exra-agricole > 50% 1) SOMOGY E BARBERI (‘60): 6 classi RURALE TIPO-RURALE SEMI-RURALE SEMI-URBANO TIPO-URBANO URBANO 5 variabili (1) la % di popolazione attiva nei settori extra-agricoli sul totale pop. attiva; (2) la % di popolazione attiva nel terziario sul totale della popolazione; (3) la % di popolazione con “licenza media inferiore” sul totale pop. 14+; (4) la % di abitazioni dotate di servizi (acqua potabile, servizi igienici interni o esterni) sul totale delle abitazioni presenti sul territorio, (5) la percentuale di popolazione che dimora nel centro abitato del comune –quello in cui è situata la sede comunale- sul totale della popolazione. Per ogni comune: V1 V2 V3 V4 V5 Per il totale Italia: V1I V2I V3I V4I V5I per ogni comune: 5 R= åR i i=1 5 100*V1/V1I 100*V2/V2I 100*V3/V3I 100*V4/V4I 100*V5/V5I R1 R2 R3 R4 R5 3) VITALI (1983): 4 CLASSI RURALE SEMI-RURALE SEMI-URBANO URBANO 6 variabili (1) la % di popolazione attiva nei settori extra-agricoli sul totale pop. attiva; (2) la % di popolazione attiva nel terziario sul totale della popolazione; (3) la % di popolazione con “diploma scuola media superiore”; (4) la % di abitazioni dotate di servizi all’interno dell’abitazione; (5) la percentuale di popolazione che dimora nel centro abitato del comune sul totale della popolazione, solo per comuni con più di 20.000 (6) Densità demografica Criterio di classificazione basato sull’analisi discriminante, SVINCOLATO dal valore medio. Analisi delle traiettorie lungo i censimenti 1951-1971 Saldi migratori dei comuni italiani secondo il tipo di traiettoria (dati in migliaia) 4) ISTAT (1986): 13 variabili Cluster analysis