EPATITE
se la conosci, la previeni!
HEALTHY FOUNDATION
HEALTHY FOUNDATION
cosa sono?
Epatiti,
L’epatite, o meglio “le epatiti” sono tra le malattie infettive più
comuni e gravi del mondo. Si tratta di patologie virali, acute e
croniche, che colpiscono soprattutto il fegato. Ma i loro effetti e
la loro diffusione sono spesso ignorati. Infatti, la maggior parte
delle persone che ha contratto l’infezione ne è all’oscuro: è possibile, quindi, che la malattia progredisca e che il virus venga
trasmesso, anche in maniera inconsapevole, da una persona
all’altra.
La prevenzione è l’arma più efficace per ridurre il numero
di nuovi casi e risparmiare importanti risorse. Ogni persona è
chiamata a fare la sua parte: solo con il rispetto di semplici regole igieniche e la conduzione di uno stile di vita corretto fin
da giovani, che si concretizza nella cura della propria persona,
esercizio fisico costante, sana alimentazione, lotta al tabagismo
e all’abuso di alcol e droghe, è possibile contrastare la diffusione
dei virus.
Le forme più diffuse di epatite sono tre e vengono indicate con
le lettere A, B e C; anche se esistono delle forme transitorie
come la D e la E, diffusa principalmente nei Paesi tropicali.
Questo opuscolo, realizzato con Healthy Foundation, l’associazione che promuove stili di vita corretti su tutto il territorio
nazionale (www.healthyfoundation.org), nasce con l’obiettivo di
conoscere un po’ più da vicino questi virus e promuovere quei
comportamenti quotidiani che ci aiutano a preservare la nostra
salute: solo giocando d’anticipo è, infatti, possibile arrestare la
diffusione del virus e vincere la lotta all’epatite!
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l’Epatite C
Identikit del virus più diffuso in Italia
Cos’è l’epatite C?
Nel nostro Paese, più di un milione e
mezzo di persone convive con il virus
dell’epatite C (HCV). Quest’infezione
è spesso asintomatica e in molti casi
può diventare cronica.
Se trascurata può, inoltre, evolversi
in patologie gravi come la cirrosi
(un’infiammazione del fegato che altera la
struttura dell’organo, al punto da compromettere
le sue capacità funzionali) e favorire anche il tumore al fegato.
Come riconoscerla?
Il periodo di incubazione può durare dalle 2 settimane ai 6 mesi. La malattia
si manifesta con sintomi vaghi e per questi motivi non è sempre riconoscibile.
Tra i disturbi più frequenti:
• nausea
• affaticamento
• perdita di appetito
• cefalea
• ittero (colorazione gialle di sclere – la parte bianca dell’occhio – e
della pelle)
• a volte febbre e dolori addominali e muscolari
La diagnosi di epatite C è possibile, soprattutto, grazie a esami specifici come
quello del sangue: molto spesso si scopre di avere il virus in occasione di una
donazione del sangue o prima di un intervento chirurgico.
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l’Epatite C
Come avviene il contagio?
Il virus HCV, responsabile dell’infezione, si trasmette principalmente tramite il
contatto con il sangue di una persona infetta, a causa di uso di droghe per via endovenosa, scambio o uso di siringhe e aghi infettati, trasfusioni di sangue infetto,
utilizzo di strumentazioni mediche o estetiche non sterili.
Meno frequente, ma non impossibile, il contagio attraverso rapporti sessuali
non protetti. In quest’ultimo caso, il rischio è maggiore se:
• la malattia epatica è in fase acuta
• si hanno più partner sessuali
• le difese del sistema immunitario sono deboli
• si soffre di lesioni genitali
• è già presente anche l’infezione da HIV
• il rapporto avviene durante il ciclo mestruale
L’infezione può trasmettersi anche per via verticale, da madre a figlio, ma con
una percentuale molto bassa (5%). Raramente l’epatite C può essere contratta
utilizzando spazzolini da denti o lime da unghie contaminate. Ancora oggi, la
condivisione di aghi o siringhe e l’uso di strumenti chirurgici ed estetici non
sterili rappresentano i maggiori fattori di rischio. Grazie all’introduzione dello
screening obbligatorio del sangue, invece, le infezioni da epatite C associate
alle trasfusioni sono praticamente ridotte a zero.
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Bellezza senza rischi per la salute
Tatuaggi
Il potenziale di reazioni allergiche derivante dai tatuaggi è così grande che
chiunque dovrebbe pensarci a lungo prima di sottoporsi a questo trattamento.
Tra i rischi più comuni ci sono proprio l’epatite C e l’epatite di tipo B.
Se decidete di fare un tatuaggio assicuratevi che la persona che lo realizza
abbia tutte le autorizzazioni e certificazioni previste, accertatevi sempre delle condizioni igieniche e pretendete l’uso di strumenti sterili, usa e getta.
Attenzione inoltre alle colorazioni: il pigmento giallo, per esempio, reagisce al
sole e può provocare bolle abbastanza gravi da lasciare cicatrici profonde nella
pelle, diventando così veicolo di infezioni!
Piercing
Anche la moda del piercing nasconde una serie di rischi, spesso ignorati. È bene rivolgersi sempre a un serio specialista dotato di apparecchiature igienizzate ed evitare di effettuarlo nelle parti
del corpo particolarmente delicate. È noto, infatti che alcuni
“body piercers” non utilizzano strumenti adeguatamente sterilizzati o monouso, come previsto dalla legge. L’inosservanza
delle regole rischia di portare alla trasmissione del virus
dell’epatite C, dell’epatite B, ma anche dell’HIV, del papilloma virus e del tetano.
Inoltre alcune parti del corpo come genitali, capezzoli
o lingua sono estremamente delicate e molto innervate, per questo possono infiammarsi facilmente, e
avere conseguenze gravi, come sanguinamenti protratti e perdita di sensibilità.
Se avete intenzione di farvi un piercing o un tatuaggio fate molta attenzione: non mettete a rischio la
vostra salute, per un piccolo vezzo estetico!
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Prevenire
è meglio che curare
L’epatite si vince giocando d’anticipo, seguendo delle semplici regole dettate
da una parola magica: prevenzione. Cosa significa? Vuol dire seguire uno
stile di vita corretto, fin da giovani. Un concetto sicuramente alla portata di
tutti. Si inizia con delle semplici norme igienico-sanitarie specifiche, si passa
poi alla riduzione del consumo di alcol e si finisce con la pratica costante di
esercizio fisico e con una buona alimentazione. Senza dimenticare di eliminare
il fumo di sigaretta, dannoso sempre e comunque!
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Ecco dunque riassunti dieci semplici comportamenti per evitare i virus
dell’epatite e conservare la propria salute a lungo:
1
utilizzare sempre il preservativo, soprattutto se si
hanno più partner sessuali
2
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evitare lo scambio di aghi o siringhe usati
4
non scambiare oggetti personali quali spazzolino da denti, forbicine,
rasoi, tagliaunghie
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in caso di tatuaggi, fori alle orecchie o piercing, pratiche estetiche che
prevedano l’uso di aghi, accertatevi delle condizioni igieniche dei
locali e pretendete strumenti usa e getta
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curare scrupolosamente l’igiene personale: lavarsi bene le mani
con acqua e sapone dopo aver usato il bagno, prima di mangiare e di
cucinare
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rivolgersi sempre a ospedali e centri autorizzati per le trasfusioni. Se
avete dubbi, rivolgetevi al vostro medico
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non fumare e non abusare degli alcolici: sono
comportamenti dannosi, che possono provocare malattie
e infezioni molto gravi, compromettendo la salute
anche per molti anni
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fare attività fisica regolarmente: lo sport mantiene giovani e attivi,
migliora l’umore, e stimola il nostro sistema immunitario, vero e
proprio scudo contro virus e batteri
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non drogarsi: tutte le sostanze stupefacenti sono molto pericolose e
possono avere conseguenze irreversibili sulla salute!
infine occhio all’alimentazione: seguire una dieta sana ed equilibrata,
ricca di frutta e verdura. Attenzione ad alcuni cibi: il pesce e i frutti di
mare, ad esempio, sono da consumare cotti. Se mangiati crudi, infatti,
possono essere veicolo di infezioni, come l’epatite A e l’epatite E.
Stesso discorso per i frutti di bosco congelati: da preferire sempre la
frutta fresca di stagione, lavando accuratamente la buccia
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Nuove prospettive di cura
Il fegato è uno degli organi più grandi e importanti del corpo umano: svolge
una vasta serie di processi vitali per mantenere sano e pulito l’organismo, e
lavora come una batteria che trasforma i nutrienti per produrre energia,
regolando i livelli di sostanze chimiche e ormoni e contrastando le
infezioni. Nelle persone affette da epatite, le cellule del fegato si
danneggiano e ne compromettono le funzioni.
Il virus dell’epatite C è capace di mutare rapidamente, in modo
tale da sfuggire alla sorveglianza esercitata dal nostro sistema immunitario. Questa proprietà del virus fa sì che il nostro sistema
immunitario sia solitamente incapace di eliminarlo, così che la guarigione spontanea è molto rara. Lo scopo della terapia per l’HCV è, pertanto, quello di migliorare la qualità di vita del malato ed evitare
conseguenze più gravi o fatali a danno del fegato, come
la cirrosi e altre malattie epatiche. Ciò può avvenire
tramite una riduzione prolungata della carica virale
e un indebolimento della capacità di replicazione
del virus. La ricerca ha mostrato che, riducendo in
modo significativo la carica virale, diminuisce il rischio di cirrosi e di tumore del fegato.
Di recente, sono stati anche messi a punto nuovi farmaci
in grado di raggiungere quest’obiettivo e condurre a guarigione o ridurre gli effetti della malattia nella maggior
parte dei pazienti, sia in fase acuta che in fase cronica,
prima che il fegato sia talmente danneggiato da dover
essere sostituito attraverso un trapianto.
La maggior parte di questi trattamenti, però,
richiede tempi di cura piuttosto lunghi (le terapie possono durare mesi) e alcuni medicinali
hanno prezzi molto importanti.
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L’abcd… e dell’epatite:
una grande famiglia
Non esiste solo l’epatite C: i virus che possono causare importanti danni al fegato sono
diversi. Vediamo dunque in dettaglio, gli altri componenti della famiglia “Epatite”.
Epatite A
L’epatite A (HAV) si trasmette attraverso cibi e bevande contaminate o tramite contatto con persone infette.
È presente in tutto il mondo, soprattutto, nei Paesi più poveri, e ha
un decorso asintomatico (o disturbi lievi nel 70% dei casi). In Italia,
invece, la malattia è endemica, cioè più frequente in alcuni territori
della nostra Penisola: in particolar modo, nelle regioni meridionali, dove si consumano più spesso pesce e frutti di mare crudi. Ma
possono verificarsi epidemie su tutto il territorio, a causa di frutta
e verdura o acqua contaminati. Un esempio sono i frutti di bosco
surgelati: nel 2013 sono stati la causa di un focolaio che ha colpito
l’intera Europa!
A differenza dell’epatite C, la A non diventa cronica e si trasmette
per via fecale o orale. Il virus è presente nel sangue delle persone infette solo per pochi giorni, mentre nelle feci lo si trova 7-10 giorni prima
dell’inizio dei sintomi e fino a una settimana dopo. I sintomi si manifestano
dopo 15-45 giorni dal contagio e sono principalmente: stanchezza, perdita di
appetito, nausea e vomito, febbre, dolori addominali, ittero. In seguito possono comparire altri effetti come prurito, urine di colore scuro e feci chiare.
Se viaggiate verso Paesi con scarse condizioni igienico-sanitarie, una volta arrivati, prestate attenzione a ciò che mangiate: consumate solo cibi
ben cotti (inclusi verdure e pesce), bevete esclusivamente acqua in bottiglia e non consumate ghiaccio. Inoltre, per chi si reca in zone a rischio,
è disponibile un vaccino che determina una protezione già dopo 14-21
giorni dalla prima dose. Un richiamo è effettuato dopo 6-12 mesi e offre
un’efficace “barriera” per oltre 10 anni.
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La malattia spesso si risolve spontaneamente e può durare da 2 a 10 settimane. Dopo la guarigione, l’immunità al virus è garantita per tutta la vita. Le forme fulminanti sono rare e di solito si manifestano in persone di età avanzata.
Per guarire in breve tempo è necessario seguire accuratamente le indicazioni
del medico, accompagnate da assoluto riposo, dieta bilanciata e molti liquidi.
Il consumo di alcol è invece da bandire, perché danneggia ulteriormente il
fegato.
Epatite B
L’epatite B (HBV) può diventare cronica e portare a complicanze molto gravi.
Ma, al contrario di altre forme, può essere prevenuta con la vaccinazione.
È uno dei virus più infettivi al mondo, e si trasmette attraverso l’esposizione
a sangue infetto o a fluidi corporei, come sperma e liquidi vaginali. Inoltre,
può essere “passato verticalmente” dalla madre infetta al bambino durante la
gravidanza. Il contagio più frequente avviene, però, come per l’epatite C: con
siringhe, aghi, strumenti e apparecchiature sanitarie non adeguatamente sterilizzate (agopuntura, tatuaggi, cure dentarie, piercing,
manicure) o anche con uso di spazzolini da denti, rasoi, forbici
di persone infette.
Chi ha l’epatite B è contagioso sia nella fase acuta sia in quella cronica della malattia, che spesso può anche “passare” senza
particolari disturbi, soprattutto nei bambini. L’incubazione dura
2-6 mesi dall’infezione, e i sintomi caratteristici possono essere più o
meno gravi: mancanza di appetito, dolore muscolare, febbre e nausea, malessere generale. Un altro segnale importante è il colore delle urine, che si
presentano scure, mentre le feci tendono ad essere chiare.
La diagnosi è possibile grazie agli esami del sangue: è molto frequente scoprire di avere l’epatite B, o di averla avuta in passato, solo dopo test effettuati
per caso, ad esempio, in occasione di una donazione del sangue o di un’operazione chirurgica.
Epatite D
Il virus Delta (HDV) rientra nella categoria dei virus cosiddetti “difettivi” poiché ha bisogno della contemporanea presenza del virus B per potersi riprodurre. La conseguenza di ciò è che l’epatite D può svilupparsi solo
nelle persone colpite già colpite da Epatite B. Si tratta di un’infezione tanto rara, quanto grave. Non esistono cure efficaci contro l’epatite
Delta. Per questo vaccinarsi contro l’Epatite B,
adottare stili di vita corretti e limitare le condizioni di rischio sono le uniche strategie per
giocare d’anticipo sulla malattia.
Epatite E
Il virus (HEV) è diffuso principalmente nel sud-est asiatico, ed è poco frequente nei paesi più industrializzati. Si trasmette per via oro-fecale, ma
soprattutto attraverso l’acqua contaminata e cibi crudi derivati da animali
infetti. Altri fattori di contagio sono: le trasfusioni di sangue contaminato e
la trasmissione verticale da madre a figlio durante la gravidanza.
L’infezione decorre spontaneamente in 4-6 settimane ma, anche se raramente,
può trasformarsi in epatite fulminante (insufficienza epatica acuta) soprattutto
nelle donne in dolce attesa. I casi di epatite cronica sono, invece, più frequenti nelle persone con un sistema immunitario compromesso. Anche in questo
caso, i sintomi più comuni sono: ittero; perdita di appetito; dolori addominali; nausea e vomito; febbre e ingrossamento del fegato. Sono difficili da
distinguere da quelli che si verificano durante la fase acuta di una qualsiasi
altra malattia epatica e solitamente durano un paio di settimane.
Nei casi più gravi può evolversi in altre forme transitorie di epatite, difficili
da trattare: ecco, perché la prevenzione è l’approccio più efficace contro questa malattia!
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www.healthyfoundation.org
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Le epatiti sono tra le malattie infettive più comuni e gravi del mondo. Ma i loro effetti e la
loro diffusione sono ignoti alla maggioranza delle persone. Esistono molti virus – A, B, C, D,
E – che possono determinare epatiti di breve durata, oppure evolversi in patologie molto gravi
e pericolose per la vita. La migliore arma contro queste infezioni, soprattutto tra i giovani, è
la prevenzione.
Cosa vuol dire? Semplice: aver cura di sé e delle persone che ci sono vicine. Solo attraverso
stili di vita corretti e un’attenta cura dell’igiene personale è, infatti, possibile arrestare la
diffusione del virus e vincere la lotta contro l’epatite!
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