Come nasce l’Inno
Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Inno di Mameli, fu scritto a Genova
nel 1847 dall’allora ventenne studente e patriota Goffredo Mameli.
Comitato Cittadino
di S.Pietro in Campiano
Con il patrocinio del
Comune di Ravenna
Assessorato al Decentramento
Circoscrizione di San Pietro in Vincoli
Musicato poco dopo a Torino da un altro genovese, Michele Novaro, il Canto degli
Italiani divenne il più amato canto dell’unificazione, non solo durante la stagione
risorgimentale, ma anche nei decenni successivi.
Il 12 ottobre 1946 l’Inno di Mameli divenne Inno nazionale della Repubblica italiana.
Storie dell’Unità d’Italia
Il Poeta
Goffredo Mameli dei Mannelli nasce a Genova il 5 settembre 1827.
Studente e poeta di sentimenti liberali e repubblicani, aderisce al mazzinianesimo
nel 1847, l’anno in cui partecipa attivamente alle grandi manifestazioni genovesi
per le riforme e compone Il Canto degli Italiani.
Nel marzo del 1848, a capo di 300 volontari, raggiunge Milano insorta per poi
combattere gli Austriaci sul Mincio col grado di Capitano dei Bersaglieri.
Successivamente torna a Genova, collabora con Garibaldi e, in novembre,
Episodi e personaggi del Risorgimento
Personalità ed eventi di storia locale
Presentati da Vanda Budini e Cecilia Milantoni
del Museo Didattico del Territorio – San Pietro in Campiano
raggiunge Roma dove il 9 febbraio 1849 viene proclamata la Repubblica.
Sempre in prima linea nella difesa della città dall’assedio dei Francesi, il 3 giugno è
ferito alla gamba sinistra e subisce l’amputazione dell’arto.
Muore d’infezione il 6 luglio alle sette e mezza del mattino; le sue spoglie riposano
nel Mausoleo Ossario del Gianicolo a Roma.
Il Musicista
Michele Novaro nasce il 23 ottobre 1818 a Genova, dove studia composizione e
Musiche Risorgimentali
Presentate dal Maestro Stefano Zuffi e Fabiano Sportelli
per celebrare il 150°anniversario dell’Unità d’Italia
canto.
Convinto liberale, opera attivamente per la causa dell’indipendenza, musicando
decine di canti patriottici e organizzando spettacoli per la raccolta di fondi destinati
alle imprese garibaldine.
Dopo l’Unità d’Italia torna a Genova e fonda una Scuola Corale Popolare a cui
dedica tutte le sue forze.
Muore in povertà il 21 ottobre 1885; per iniziativa dei suoi ex allievi gli viene eretto
un monumento funebre nel cimitero di Staglieno, dove oggi riposa vicino alla tomba
di Mazzini.
Fonte: www.quirinale.it - Presidenza della Repubblica
Domenica 13 marzo 2011 ore 17:30
Presso l’aula magna della Scuola Media
di San Pietro in Campiano
Il Tricolore
Il Tricolore italiano quale bandiera nazionale nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio
1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato
Giuseppe Compagnoni, decreta:
“che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre
Colori, Verde, Bianco e Rosso, e che questi tre Colori si usino
anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti”.
Inno di Mameli
Dall’Alpi a Sicilia
Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta
Dovunque è Legnano,
Dell’elmo di Scipio
Ogn’uom di Ferruccio
S’è cinta la testa.
Ha il core, ha la mano,
Dov’è la vittoria?
I bimbi d’Italia
Le porga la chioma,
Si chiaman Balilla,
Chè schiava di Roma
Il suon d’ogni squilla
Ma perché proprio questi tre colori? Nell’Italia del 1796, attraversata dalle vittoriose
Iddio la creò.
I Vespri suonò.
armate napoleoniche, le numerose repubbliche di ispirazione giacobina che
Stringiamoci a coorte
Stringiamoci a coorte
avevano soppiantato gli antichi Stati assoluti adottarono quasi tutte, con varianti di
Siam pronti alla morte
Siam pronti alla morte
colore, bandiere caratterizzate da tre fasce di uguali dimensioni, chiaramente
L’Italia chiamò.
L’Italia chiamò.
Noi siamo da secoli
Son giunchi che piegano
ispirate al modello francese del 1790.
Anche i reparti militari “italiani”, costituiti all’epoca per affiancare l’esercito di
Bonaparte, ebbero stendardi che riproponevano la medesima foggia.
In particolare, i vessilli reggimentali della Legione Lombarda presentavano i colori
Calpesti, derisi,
Le spade vendute:
Perché non siam popolo,
Già l’Aquila d’Austria
Perché siam divisi.
Le penne ha perdute.
bianco, rosso e verde, fortemente radicati nel patrimonio collettivo di quella regione.
Raccolgaci un’unica
Il sangue d’Italia,
Il bianco e il rosso, infatti, comparivano nell’antichissimo stemma comunale di
Bandiera, una speme:
Il sangue Polacco,
Milano (croce rossa su campo bianco), mentre verdi erano, fin dal 1782, le uniformi
Di fonderci insieme
Bevè col cosacco,
Già l’ora suonò.
Ma il cor le bruciò.
Nei tre decenni che seguirono il Congresso di Vienna, il vessillo tricolore continuò
Stringiamoci a coorte
Stringiamoci a coorte
ad essere innalzato, quale emblema di libertà, nei moti del 1831, nelle rivolte
Siam pronti alla morte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
L’Italia chiamò.
della Guardia civica milanese.
mazziniane, nella disperata impresa dei fratelli Bandiera, nelle sollevazioni negli
Stati della Chiesa.
Il 17 marzo 1861 venne proclamato il Regno d’Italia e la sua bandiera continuò
ad essere, per consuetudine, quella della prima guerra d’indipendenza.
Uniamoci, amiamoci,
l’Unione e l’amore
Rivelano ai Popoli
Soltanto nel 1925 si definirono, per legge, i modelli della bandiera nazionale e
Le vie del Signore;
della bandiera di Stato.
Giuriamo far libero
Dopo la nascita della Repubblica, un decreto legislativo presidenziale del 19
giugno 1946 stabilì la foggia provvisoria della nuova bandiera, confermata
Il suolo natio:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
dall’Assemblea Costituente nella seduta del 24 marzo 1947 e inserita
Stringiamoci a coorte
nell’articolo 12 della nostra Carta Costituzionale.
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
Fonte: www.quirinale.it - Presidenza della Repubblica
Fonte: www.quirinale.it - Presidenza della Repubblica
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Storie dell`Unità d`Italia - Comitato Cittadino di San Pietro in Campiano