Padre Antonio nacque in Pisticci (Matera) l’8 settembre del 1567 e il nome del suo casato pare esser stato Devena. Dopo aver svolto i primi studi nel suo paese natio, presso il Convento di Santa Maria delle Grazie dei Padri Osservanti, si trasferì a Napoli per completare anche quelli superiori. Nella capitale del vicereame spagnolo vestì l’abito di San Francesco il 14 aprile del 1587: aveva poco più di 19 anni. All’età di 24 anni fu ordinato sacerdote nella Chiesa di Santa Croce di Palazzo Reale (complesso quasi distrutto nel 1774). Sappiamo che dedicò buona parte della sua vita allo studio (fu, infatti, grande teologo) e alla predicazione. Le sue erano prediche brevi, ma così efficaci e pungenti che ferivano il cuore di ogni peccatore anche il più ostinato, non erano composte di parole vane ed inutili, ma semplici e animate di vero zelo apostolico. Riprendeva con rigore evangelico qualsiasi vizio, senza alcun riguardo per il loro ceto sociale d’appartenenza, e condannava, inoltre, i peccati umani con una tale efficacia, da riuscire a vincere i cuori più induriti e a portarli ai piedi del confessore. A questa santa predicazione associò digiuni e penitenze che lo portavano a flagellarsi ogni notte con flagelli cosi aspri che li scorticavano la pelle, e a camminare sempre a piedi nudi onde talvolta urtando nelli sassi, e nelle punte delle spine, e de’ sterpi, imprimeva nella terra orme di sangue. Non tralasciò ovviamente la preghiera, anzi rubava la maggior parte delle ore notturne al riposo della carne, per dar più sollazzo allo spirito. Non potendo contenere questa sua vocazione alla predicazione nella sola Provincia Riformata di Napoli, sperò di poter piantare la fede nelle terre degli infedeli e così, verso il 1628, chiese alla Congregazione De Propaganda Fide di poter partire come Missionario. Si recò, quindi, prima ad Aleppo di Siria dove, con l’esemplarità della vita e l’efficacia dei suoi discorsi, riuscì a convertire un gran numero di anime alla verità della fede. Nel 1630 fu inviato in Armenia per dirigere una nuova missione apostolica, coadiuvato da Padre Carlo da Treviglio, predicatore della Riforma di Milano, e Fra’ Simpliciano da Lauro, proveniente dalla Riforma di Napoli. Dopo numerosi patimenti, infermità contratte e fatiche sofferte, trascorsi nove anni al servizio della Custodia, e vedendo che non poteva spargere il suo sangue per Cristo, decise di tornare in Italia e fu trasferito, poco dopo, presso il Convento dei Riformati di Afragola dove vi era un gran numero di secolari che andavano a visitarlo, per ricevere consolazione e santi consigli e raccomandarsi alle sue preghiere. Sentendo vicina sorella morte, decise di isolarsi anche dai suoi confratelli e si dedicò interamente alla preghiera e alla contemplazione delle cose divine e lo fece con una intensità tale che spesso lo si vide entrare in estasi. Ad Afragola in un dolce silenzio, come se dormisse, riposò santamente nel Signore il 1° marzo del 1642: aveva 75 anni. Divulgatasi la notizia della sua morte, accorsero in Chiesa una moltitudine di fedeli non solo di Afragola, ma anche dei paesi limitrofi, i quali, in segno di venerazione, iniziarono a baciargli le mani e i piedi e a tagliargli in pezzi l’abito che indossava. Queste piccole reliquie, applicate agli infermi, ottennero immediate guarigioni. Fu tale il clamore determinato dalla notizia che intervenne anche l’Inquisitore del Sant’Uffizio. Costui, pensando che fossero stati gli stessi frati del Convento a distribuire quelle reliquie e suscitare tanto entusiasmo nel popolo, minacciò di farli arrestare. Ma, quando il popolo devoto ammise il suo atto di pietosa violenza e testimoniò le grazie che il Signore, per i meriti di Padre Antonio, aveva compiuto, l’Inquisitore allora non solo lasciò liberi i frati, ma cominciò a nutrire lui stesso una grande venerazione per il Servo di Dio e a raccomandarsi alla sua protezione credendo che godesse la gloria eterna del Paradiso. Il corpo di Padre Antonio, venerato dalla pietà dei fedeli, venne seppellito nel coro inferiore della Chiesa di Sant’Antonio di Afragola, divenuta poi Santuario e Basilica. Nel 1912, durante i lavori di ripristino e consolidamento del complesso monastico, si provvide ad aprire la tomba e le sue ossa furono riconosciute autentiche; si poté, inoltre, recuperare la lapide sepolcrale, sulla quale c’era scritto Hic jacet P. Antonius a Pisticio (“Qui giace P. Antonio da Pisticci”). Don Domenico Sinisi, sacerdote di Pisticci, nel 1929, in un opuscolo che dedicò al Servo di Dio, scriveva: “Abbiamo ferma fiducia che col passar del tempo e con più assidue e diligenti ricerche altre notizie verranno a luce per farlo meglio conoscere, si che in un tempo non lontano sia posta la causa della Sua glorificazione. Che le preghiere del Servo di Dio ci salvino dalla perdizione eterna e ci preparino la gloria imperitura del Paradiso”. Il Comitato online opera dal novembre 2008, data in cui è stato realizzato il sito: www.antoniopisticci.altervista.org Se avete notizie sul Servo di Dio oppure desiderate ulteriori informazioni sulla sua vita, potete contattarci tramite e-mail su: [email protected] Opuscolo informativo sulla vita del Dio, Re di Misericordia, Ti ringrazio per aver donato alla tua Chiesa il Padre Antonio da Pisticci, che fu un instancabile seminatore del Vangelo di Tuo Figlio e mirabilmente, con l’esempio della sua vita, convertì i cuori più induriti. Servo di Dio Ti prego di guardare, per sua intercessione, alle mie necessità dello spirito e del corpo e ti chiedo di ottenermi … (chiedere la grazia). So di non essere meritevole di presentare questa supplica ai tuoi piedi, ma, per l’amore che il Padre Antonio ti dimostrò e per lo zelo ardente che lo infiammava, allorché contemplando le tue cose divine entrava in estasi, ti chiedo di esaudire la mia richiesta se è conforme ai tuoi voleri, e fare in modo che il tuo servo fedele possa essere glorificato su questa terra ed essere così un mio fulgido esempio nella vita di fede. Padre Antonio da Pisticci Teologo - Predicatore Missionario in Siria e Armenia Preghiera scritta dal fedele G. R. * Pisticci - 8 Settembre 1567 + Afragola - 1 Marzo 1642 News: Via Padre Antonio da Pisticci Nel giugno 2012 l’Amministrazione Comunale di Afragola ha accolto l’istanza presentata dal Comitato “Padre Antonio da Pisticci” e cosi (con la riqualificazione dell’area) al Servo di Dio verrà intitolata una strada nel quartiere Saggese. Memoria storica il 1° Marzo Memoria religiosa il 1° Novembre L’opuscolo è stato realizzato dal Comitato Pro-Beatificazione del Padre Antonio da Pisticci ad uso dei membri e dei devoti.