Serata del 12 Marzo 2016, Stelle e costellazioni di fine inverno
Volgendo lo sguardo verso Nord, o meglio verso la Polare, sotto alla quale troviamo il Nord terrestre, vediamo come
l’Orsa maggiore si stia alzando a destra, indicando col prolungamento del timone del Carro, e seguendone la
curvatura, la luminosa stella Arturo (Alfa Bootis), la 4° assoluta per splendore apparente nel cielo e la prima
nell’emisfero boreale, trovandosi Sirio nell'emisfero australe sotto l'equatore celeste ad una declinazione
(=latitudine celeste) di -16 gradi.
Sotto alle stelle di Bootes, che ricordano anche un aquilone, a Est di Arturo e più bassa sull’orizzonte, vediamo una
seconda stella brillante compresa in un bel semicerchio di stelle. Questa è Alphecca o Gemma, la Alfa della Corona
boreale (una costellazione il cui aspetto conferma il suo nome). Al di sotto di questa col passare del tempo vedremo
sorgere Ercole con il famoso ammasso globulare M13, la sua supergigante rossa e doppia Alfa (Ras Algethi), e altri
ammassi globulari. E’ l’annuncio delle costellazioni estive.
Voltandosi ora verso destra, cioè faccia a Est, sta salendo una delle tipiche costellazioni primaverili, cioè il Leone,
impreziosito dalla presenza di Giove.
Anche questa grande costellazione raffigura piuttosto bene l’animale descritto dal nome. Infatti non è difficile
pensare a Regolo come Cor Leonis (Cuore del Leone), o anche al petto del re degli animali mentre il sovrastante
“falcetto” ne rappresenta la testa con la criniera. Alla sinistra di Regolo si riconoscono tre stelle, che indicano i fianchi
e la coda dell'animale. Al di sotto del “ventre” del Leone si trovano due coppie di galassie(M65 e 66 ed M95 e 96).
La Via Lattea è al suo massimo invernale nel Cane maggiore, nella sottostante Poppa, e nell’Unicorno.
Il Cane maggiore è alla sua massima altezza sull'orizzonte e sotto di esso si scorge la parte più boreale della grande
Nave Argo, oggi divisa in più parti.
Ne vediamo appunto la Poppa (Puppis), dove abbondano le nubi stellari e gli ammassi aperti. Notevole è la sua stella
maggiore (Zeta) la quale fa capolino sopra l’orizzonte Sudest. Si tratta di una supergigante azzurra di tipo O,
caldissima, che emettendo soprattutto nell’ultravioletto raggiunge una luminosità 1 milione di volte maggiore di
quella solare, mentre nello spettro visibile è “solamente” qualche decina di migliaia di volte quella del Sole.
Il bellissimo Orione, con le sue stelle così evidenti, rappresenta una regione della Galassia piuttosto vicina a noi, e
molte sue stelle, data la prossimità della Grande Nebulosa M42, sono delle luminose supergiganti; M42 è la zona di
formazione stellare a noi più prossima.
Attorno al cacciatore, che ha passato il meridiano e si avvia al tramonto, si riconoscono le costellazioni tipiche
dell’inverno (Auriga, Unicorno e Gemelli), mentre a Ovest sta scomparendo il Toro, con i famosi ammassi aperti delle
Pleiadi (M45) e delle Iadi. E sullo sfondo di queste ultime si proietta Aldebaran (l’occhio del Toro), circa a metà
distanza fra noi e le Iadi.
Le Iadi sono importantissime per l’astrofisica, perché hanno permesso di stabilire la “scala cosmica delle distanze”
per tutti gli ammassi sia aperti che globulari.
A sinistra (=est) della coda del Leone, la stella Denebola (beta leonis), e sopra alla nascente Vergine con la luminosa
Spica, troviamo la Chioma di Berenice con un ammasso stellare e un ammasso di galassie.
Ugualmente come per le galassie nel Leone, queste cominciano a vedersi data la loro distanza dalla fascia polverosa
della Via Lattea.
Per concludere in bellezza, con un cielo molto buio, una strumentazione adeguata e dopo aver fatto un puntamento
“ideale”, potremmo scorgere, sempre nella Vergine, due quasar (quasi due dinosauri cosmici), di magnitudine 13 e
16.(3C273 e 3C279). Buona caccia!
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