Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. Pag. 2.......................................................................................................................................L'idea 3..............................................................................................................................Chi Siamo? 4.......................................................................................Rwanda, Storia e Geografia in breve 5...............................................................................Perchè dedicarsi alle attività missionarie? 6....................................................................................................................I giovani e la pace 7.....................................................................................................La mia prima volta in africa 8...................................................................................................................Lettera di un socio 9.....................................................................................................................Emergenza acqua 10................................................................................................................................I risultati 11.........................................................................................................................Progetti 2004 12.........................................................................................................................Come aiutarci L’idea Non è facile ricordare quando e com’è nata l’idea, ritrovare nella memoria il momento, l’istante esatto in cui da un semplice pensiero, si accende nella mente la scintilla e il progetto comincia a prendere forma. Negli ultimi anni è cresciuto in noi il desiderio di compiere azioni sociali e umanitarie. Dopo avere promosso e organizzato, con un piccolo gruppo di amici, alcune opere sociali, abbiamo deciso di avventurarci in un programma più ambizioso e impegnativo. A darci l’ispirazione sono stati dei ragazzi. Ascoltando i loro racconti e le tante storie che hanno vissuto nei loro viaggi alla scoperta del Continente nero si è svegliato in noi lo spirito d’avventura ed il desiderio di visitare luoghi e civiltà completamente diverse dalla nostra. Il racconto di bambini denutriti, della miseria che assedia l’esistenza del popolo rwandese, il coraggio e l’instancabile lavoro dei missionari impegnati quotidianamente nella lotta per la sopravvivenza e nella diffusione della parola di Dio, ci hanno profondamente coinvolto. Abbiamo deciso, quindi, di concretizzare il pensiero che ci ha portati fin là con la mente per dare il nostro contributo, per migliorare l’esistenza di quella gente “provata” da una recente guerra intestina e da una situazione sociale disastrosa, con la speranza che anche con il nostro aiuto, riescano a trovare la via della pace. Ci è stata posta diverse volte la domanda: <<…perché in Rwanda? Con tutto quello che c’è da fare a casa nostra?...>>. A questa domanda potremo così rispondere: …<< forse è il destino che ci ha portato così lontano…>>. Crediamo che quello che conta non sia il “dove”o il “perché”, ma il coraggio di rispondere “presente” ad una chiamata che senti dentro, il coraggio di mettersi in gioco e in discussione per spendere qualcosa di noi in quello per cui crediamo, in quei valori che sono la spina dorsale della morale di un cristiano….aprire il nostro cuore al prossimo, bisognoso di tutto, in particolar modo d’amore. In Italia, per quanta sofferenza, solitudine, indigenza, emarginazione e violenza ci siano, viviamo in uno Stato di Diritto: ci sono strutture pubbliche che, bene o male, funzionano; esistono una miriade di associazioni di uomini e donne di buona volontà che operano nel sociale, testimoniando amore e solidarietà verso il prossimo. In pratica abbiamo la possibilità di provvedere, nei modi più diversi, alle esigenze dei bisognosi, nonostante le numerose difficoltà; tutto ciò nei paesi del sud del Mondo non esiste. Regnano la fame, la malattia, l’ignoranza, il sopruso, l’assenza di strutture e soprattutto lo Stato di Diritto. Testimoniare in questi posti l’amore, la gioia, la pace nella convivenza e la solidarietà significa aiutare a far nascere una coscienza di sé, ed alimentare la speranza (KWIZERA in lingua Rwandese vuol dire SPERANZA) che il domani potrà essere migliore. Agenzia Castelnuovo Garfaganana Da buoni Cristiani l’insegnamento di Dio è la nostra fede, e ci guida nel cammino per la solidarietà: O Signore, Fa di me uno strumento della tua pace. Dov’è odio, fa che io porti l’amore. Dov’è offesa, ch’io porti il perdono. Dov’è discordia, ch’io porti l’unione. Dov’è dubbio,ch’io porti la fede. Dov’è errore, ch’io porti la verità. Dov’è disperazione, ch’io porti la speranza. Dov’è tristezza, ch’io porti la gioia. Dove sono le tenebre, ch’io porti la luce. O Maestro, fa ch’io non cerchi tanto di essere consolato, quanto di consolare; di essere compreso, quanto di comprendere; di essere amato, quanto di amare. Perché è dando che si riceve; perdonando che si è perdonati; morendo, che si risuscita a vita eterna. Questa semplice preghiera fu scritta da San Francesco per aiutare tutti gli uomini a portare un po’ d’ amore e rendere il mondo più vivibile, più umano, più bello. Se anche voi avete compreso il profondo messaggio contenuto in queste poche righe e siete disposti ad aiutarci, siamo certi che insieme, a piccoli passi, cambieremo il Mondo. “Se non hai denti forti, aspetta che le nocciole diventino mature” (Proverbio Rwandese) Sedi: Bagni di Lucca Fornaci di Barga Piazza al Serchio Si richiede di rispettare la misura in ogni azione. 2 Chi s iamo…..? ….. Un gruppo di persone che hanno deciso di non rimanere indifferenti alle problematiche dei paesi sottosviluppati ad economia emergente. La nostra Associazione, Kwizera, porta aiuti quasi esclusivamente in Rwanda, minuscolo paese situato nell’Africa sud Sahariana immediatamente sotto l’equatore. Il motto che anima e guida il gruppo è… “a piccoli passi cambieremo il mondo”… per questo abbiamo deciso di spendere un po’ delle nostre energie e del nostro tempo per realizzare questo grande proposito. “è facile togliere la spina conficcata nella carne altrui” Far sorridere uno, dieci, cento bambini e dare speranza a un popolo non è solo un grande traguardo…è il sogno della nostra vita! Accresci anche Tu la schiera degli amici dei poveri, cont@ttaci. (Proverbio Rwandese) Composizione del Comitato Direttivo: Presidente: Simonini Franco Vice Presidente: Bravi Stefano Segretario: Bertolucci Angelo Consiglieri: Asti Catia Bertolucci Antonella Lombardi Andrea Mazzanti Rinaldo Salotti Enrico Simonini Maria Rina Consulente Spirituale esterno: Don. Fiorenzo Toti Consulente Missionario esterno: Don. Giancarlo Bucchianeri. “Chi ha una grossa pancia, ha pochi amici” (Proverbio Rwandese) Associazione KWIZERA ONLUS Gruppo Missionario di Gallicano Via Cavour.37 - 55027 Gallicano LU - Tel. 328.1888534 - e.mail: [email protected] - www.kwizera.it 3 Rwanda, S toria e G eografia i n b reve. In questo breve spazio cercheremo di esporvi le date storiche più importanti e gli avvenimenti più significativi che hanno segnato la storia del Rwanda. Inoltre presenteremo il profilo geografico del paese, per far capire un pochino meglio, per chi si accinge a leggere questo opuscolo, con chi e dove ci apprestiamo a condividere quest’indimenticabile esperienza. Geograficamente situato nell’Africa centrale, immediatamente sotto l’equatore nella zona dei grandi laghi e delle mille colline, il Rwanda è un piccolo Stato con una superficie di 26.338 Kmq, “pari a quella del Piemonte”. È caratterizzato da altopiani erbosi e colline che occupano gran parte del paese, con una catena di vulcani situata a nord ovest. La sorgente del Nilo si trova nel corso superiore del fiume kagera (Akagera), a sud ovest di Kigali, capitale del paese popolata da 238.000 abitanti. Il clima è equatoriale e la temperatura media “17-23 gradi centigradi” è differente a seconda dell’altitudine, perché il paese è situato su un altopiano che varia dai 770 ai 2760 metri. I periodi piovosi sono: febbraio, maggio, settembre e novembre. La popolazione che vive in Rwanda è di circa 8.000.000 di abitanti, con una densità di 327 abitanti per Kmq e una popolazione urbana del 5%. Questi sono suddivisi in tre gruppi etnici: Hutu 85%, Tutsi 14% e Twa (pigmei) 1% “concentrati nelle zone montuose”. Le lingue ufficiali sono il Francese, il Kinya Rwanda, l’Inglese e il Swaili. La religione è per il 60% cristiana, il 35% animista, 5% musulmana. L’agricoltura di piantagione costituisce, insieme all’estrazione di minerali come stagno, oro e tungsteno, la base economica del Rwanda. La superficie dedita all’attività primaria è il 29% del territorio. L’Agricoltura è nel complesso arretrata e la produzione non è adeguata al fabbisogno interno e sono spesso indispensabili aiuti per rifornire di beni il mercato interno. L’agricoltura di sussistenza , largamente prevalente, è praticata in prossimità dei villaggi su piccoli appezzamenti di 1-2 ettari ed è volta soprattutto alla coltivazione di patate, manioca e banane. A causa dell’erosione dei suoli e dei metodi tradizionali, i rendimenti sono in diminuizione. Rivestono primaria importanza per l’alimentazione i cereali (sorgo, miglio, mais); il riso è diffuso nelle aree umide. Le colture di piantagione, largamente prevalenti all’esportazione, sono costituite da caffè, tè, cotone, piretro, tabacco. Il Rwanda presenta condizioni favorevoli all’allevamento: una buona e diffusa umidità, vasti spazi a prateria e a savana. Si deve ai Ba Tutsi l’introduzione dei bovini dalle lunghe corna a forma di lira e la concezione dell’allevamento quale segno di ricchezza e prestigio sociale. L’industria è molto limitata e ristretta alla lavorazione delle materie prime di origine agricola ( complessi molitori, aziende tessili, burrifici, saponifici). Le vie di comunicazione sono insufficienti ed ostacolano lo sviluppo di questo paese, privo di sbocchi al mare e che risente della frequente chiusura delle frontiere dei paesi limitrofi. Non esistono ferrovie ed è in corso un vasto programma per il miglioramento della rete stradale. Il sistema sanitario è ancora molto arretrato, con un posto letto ogni 649 abitanti ed un medico ogni 24.697, una mortalità infantile dell’11,8% e una vita media di 38 anni per gli uomini e 40 per le donne. Il livello di istruzione è basso, con un tasso di alfabetismo pari al 50% raggiunto, negli ultimi anni, grazie anche all’opera dei numerosi missionari finanziati soprattutto dalle adozioni a distanza. Sintesi storica: 1890-1918: Il Rwanda fa parte dell’Africa orientale tedesca. 1919-1962: Il paese è sotto la dominazione belga, ottiene l’indipendenza il 1° luglio 1962. 1973: Un colpo di stato militare porta al potere Juvenal Habyarimana, il suo governo nacque sotto l’insegna della pace, la concordia e l’unità nazionale per lo sviluppo. Il generale Habyarimana presidente della repubblica ha portato avanti tale programma fino alla sua uccisione che è avvenuta il 6 aprile 1994. Dobbiamo onestamente ricordare che prima dell’uccisione del presidente il suo regime, logorato da quasi venti anni di potere, era stato in ogni modo minato dal nepotismo, clientelismo e corruzione. GALLICANO CASTELNUOVO FORNACI 1990: Una formazione militare denominata “Fronte patriottico rwandese” (Fpr) attacca il Rwanda dall’Uganda: si tratta essenzialmente di figli dei pogrom del potere hutu di Kigali. 1990-1993: Per oltre due anni il Fpr si scontra con le forze armate Rwandesi, aiutate da militari francesi. 1993: Tra le parti in conflitto sono firmati un cessate il fuoco e un accordo di pace ad Aursha, in Tanzania. Si ritirano i francesi dopo l’approvazione dell’Onu sull’invio di caschi blu della missione “Minuar”. 1994: Il 6 aprile viene ucciso in un attentato aereo il presidente Juvenal Habyarimana. Subito dopo inizia il genocidio tutsi e l’avanzata del Fpr dall’Uganda. In giugno la Francia invia militari nel quadro dell’operazione “turquoise” con il compito di creare una zona militarmente sicura nel sudovest del paese. Esodo di oltre due milioni di hutu verso lo Zaire e la Tanzania. In luglio, il Fpr conquista Kigali e forma un governo di coalizione. 1996: Rientrano almeno 500.000 profughi hutu dallo Zaire e dalla Tanzania, dopo l’inizio della guerra in Zaire, un’altra tragedia umana si affaccia sul palcoscenico internazionale. 1998: Il 24 aprile vengono eseguite le prime fucilazioni dei condannati a morte per il genocidio del 1994, altre 94 persone debbono essere fucilate,mentre 125.000 sono ancora in attesa di giudizio. Oggi: La situazione interna è molto instabile, con frequenti insurrezioni e continui rischi di guerra civile. Le zone di confine con lo Zaire e il Burundi sono interdette, la guerra nello Zaire continua. La provincia di Kivu è molto ricca di minerali, ma scarsamente popolata, con una superficie quattro volte superiore a quella del Rwanda, è un boccone appetitoso per i paesi confinanti. I ribelli non si chiamano più Fpr, ma Coalizione per la liberazione del Congo, un’armata composta da Ugandesi, Rwandesi e Burundesi che mirano ad espandere il loro dominio per conquistare i preziosi giacimenti minerari situati a est dello Zaire. Tutto questo nella totale indifferenza dell’opinione pubblica mondiale. Il totale silenzio dei mezzi di informazione dei paesi occidentali nasconde forse nella “La lancia della lingua vince le lance di una truppa di guerrieri” (Proverbio Rwandese) Tel. e Fax 0583.74147 Gallicano Via Roma Tel. e Fax 0583.62419 Castelnuovo Via Garibaldi, 30 Tel. e Fax 0583.709911 Fornaci di Barga P.zza Don Minzoni La parola ha una potenza tale che può uccidere più di un arma. 4 tragedia Rwandese il progetto di spopolare l’Africa centrale, al fine di organizzare lo sfruttamento delle sue ricchezze minerarie. La Chiesa Cattolica, tramite i missionari, lavora faticosamente per ricostruire la pace sociale e ripristinare un rapporto di convivenza tra le varie etnie, anche se è ancora fresca la ferita provocata dal genocidio del 1994. Da questa sintetica analisi storica e sociale, si capisce quanti e quanto grandi siano i problemi del Rwanda. La rottura dell’equilibrio nei rapporti sociali, i sospetti, le differenze, le calunnie, le accuse ai membri delle etnie, la ricerca della supremazia di un gruppo etnico sull’altro e la riduzione al nulla o alla soppressione fisica o sociale di chi non appartiene a quel gruppo o casta rappresenta il problema prioritario. "L’altro" diventa emarginato ed escluso dai beni e dai vantaggi della società, diventa il cattivo ed il nemico da eliminare e abbattere per il bene comune. Questa è la legge della giungla; il vincitore avrà tutti i diritti e al vinto sarà tolto anche il diritto d’esistere. La mancanza di democrazia e di tolleranza rende un paese incivile, e l’inciviltà rende povera una nazione… Noi dell’ASSOCIAZIONE KWIZERA Gruppo Missionario di Gallicano ONLUS, non riusciamo a rimanere indifferenti a queste problematiche e cerchiamo di fare la nostra parte. Tutto questo nel completo rispetto delle tradizioni e delle culture locali, mantenendo un totale distacco dai problemi etnici, evitando ogni interferenza. Il nostro sostegno viene indirizzato a tutti i bisognosi senza esclusione alcuna, ma solo con l’aiuto di molti possiamo proseguire la nostra opera. Entra anche tu nella schiera degli amici dei poveri e insieme, a piccoli passi, cambieremo il Mondo. Perché d edicarsi a lle a ttività m issionarie ? Quando gli apostoli hanno acquisito la piena consapevolezza che Gesù che avevano seguito era Dio, essi si sono subito incamminati per le strade del mondo ad annunciare con la voce e con la vita che l’umanità era stata visitata da Dio per la propria salvezza. È questa la logica che guida il missionario di qualsiasi epoca: portare la buona notizia della venuta del Figlio di Dio nel mondo e nello stesso tempo diventare il suo braccio tramite il quale Egli opera a favore della vita. In questi tempi in cui sembra allentato l’impegno missionario nelle chiese dell’Occidente a causa del calo delle vocazioni sacerdotali e religiose, i cristiani laici delle stesse chiese devono cogliere in questo l’invito a mettersi sui passi dei missionari ancora sparsi nel mondo per prolungare quest’attività che mai si deve fermare. A tanti cristiani occidentali che non trovano niente altro da inventare in Europa sia dal punto di vista materiale che spirituale, c’è da dire che questa chiesa locale va costruita tramite le attività rivolte alle missioni. Quando uno parte da qua verso le missioni, si pensa spesso; ciò che importa è che porti l’aiuto materiale alle giovane chiese ancora meno opulente e niente di più. Invece, bisogna superare questa visione volontaristica e convincerci che l'aiuto deve poggiare sui fondamenti dello spirito missionario. I missionari che vanno in Asia, in Africa o in America Latina e che in questi posti si dedicano al miglioramento della vita, si scoprono felici di essersi resi utili nel senso della carità cristiana. Scoprono nuove dimensioni del mondo e della Chiesa Ingrandiscono lo spirito di chi non si era mai mosso da casa sua e che giudicava la realtà con il metro della sua cultura. Il mondo che ci sembrava tutto fatto, ci appare ancora da rifare proprio perché ci scopriamo figli non delle chiese dove siamo nati, ma semplicemente figli della Chiesa di Cristo. Spesso il senso della vita viene trovato anche così, nel farsi custode della vita, una cosa che non ci appare sempre possibile quando rimaniamo rinchiusi nel nostro piccolo mondo. Essendo con i poveri, questo senso viene ancora rinforzato dai valori che vengono facilmente custoditi in ambito di povertà: mantenere la gioia di vivere, mantenere il sorriso al viso anche quando tutto porta alla disperazione, il senso marcato di Dio nella vita umana, la solidarietà, la famiglia e il matrimonio. Oltre alla testimonianza cristiana nell’aiuto ai poveri, il missionario si trova spesso a difendere con la sua presenza i diritti umani dei cittadini con cui vive, nei confronti delle dittature che vigono spesso in quei posti; la sua presenza diventa un occhio scomodo. Quindi chiunque abbia questa aspirazione pensi che il suo ruolo non si esaurisce nel fare, nell’atteggiamento più complessivo di amore cristiano che ti fa trovare nella gente dei fratelli e delle sorelle con cui stare e percorrere un cammino di vita come ci indica Dio. “La gallina suda, ma nessuno lo vede” (Proverbio Rwandese) Si raccomanda la discrezione anche nelle circostanze difficili. Associazione KWIZERA ONLUS Gruppo Missionario di Gallicano Via Cavour.37 - 55027 Gallicano LU - Tel. 328.1888534 - e.mail: [email protected] - www.kwizera.it 5 I g iovani e l a p ace Dedicato a Daniele….. La pace e la solidarietà sono anche dei sentimenti GIOVANI…… …. Come te, Daniele, ma anche come tanti ragazzi e ragazze della nostra età, condivido pensieri di pace e sentimenti di solidarietà! Molte volte il senso comune ritiene noi giovani irresponsabili, tumultuosi e senza valori…..vi giuro che non è sempre cosi! Siamo quella parte della società che soffre di più le ingiustizie di questo mondo; siamo travolti ogni giorno da notizie di guerra, fratricidi, viviamo a contatto con situazioni di disagio e conflitti etnici e tutto questo non ci fa crescere bene! Siamo figli di un’epoca in cui la condizione dominante è l’instabilità, non solo lavorativa ma soprattutto affettiva. Abbiamo un’immagine del mondo veramente “incasinata”…dove andremo a finire, che futuro avremo?! Le uniche figure-guida che la società di oggigiorno ci dà sono la televisione e i divi dello spettacolo che ci chiedono di essere fiduciosi, di credere nei fatti o “misfatti”, - MI VERREBBE DA DIRE- di chi sa e fa per noi…ma la verità è che nessuno sa! Siamo arrivati al punto di dover lottare, gridare, far guerra per far venire alla luce un disagio latente generalizzato. Pensateci bene: i giovani è da tempo che fanno qualcosa per la pace….sempre più ragazzi rifiutano il servizio militare per l’obiezione di coscienza e oggi per il servizio civile volontario, in Italia e all’estero, con il quale hanno la possibilità di svolgere un’attività di volontariato in progetti sociali di vario genere (bambini, giovani, anziani). Io lo so perché sono giovane poi sono una di loro…chiediamo pace e lottiamo per la pace, è vero, alle volte, in maniera forse un pò troppo violenta, ma sembra l’unico modo per farsi ascoltare in questo mondo dove l’obiettivo primario è diventata la globalizzazione e la forza di pochi grandi!!!!! La solitudine è un male sempre più dilagante tra i ragazzi. Sentirsi soli significa “muoversi senza protezioni in una realtà che restituisce uno sguardo poco benevolo, dove manca qualcosa, o meglio, qualcuno su cui contare…manca l’immagine rassicurante delle figure-guida”. Leggete questi pensieri con me: “Non è cambiato niente, ancora guerra e sempre guerra…odio!forse non cambierà mai niente?…in una parola mi sento sconfitta, ma so che non ci dobbiamo fermare, che si può ancora e di più parlare di pace. L’amore è contagioso e bisogna liberarne sempre in quantità smisurata in modo da investire più gente possibile. Del resto non ci rimane che continuare ad amare, ma in questi momenti si è semplicemente tristi e scoraggiati; nonostante tutto i miei ideali di fratellanza e i miei propositi, oggi, non sono cambiati, li sento ancora forti scalpitare dentro di me!” Prima di mettermi a scrivere queste poche riflessioni, ho cercato di documentarmi, di leggere in giro pensieri di quanti come me credono nella solidarietà tra le persone e si attivano, in un modo o nell’altro, a fare del bene per il prossimo. Se andate su Internet e navigate un po’, concedetemelo…il mondo è anche questo oggi, troverete una miriade di pagine colme di indirizzi di associazioni di volontariato, di gruppi giovanili cattolici e laici che viaggiano per il mondo dei più poveri per regalare sorrisi e speranza, conferenze sulla globalizzazione, la guerra, la miseria, la PACE…Questo cosa significa secondo voi?…E’ proprio nei momenti di maggior incertezza che i valori più semplici e naturali di questo mondo affiorano più forti che mai e diventano i veri cavalli di battaglia di coloro che si sentono i più abbandonati…GIOVANI e “Chi vuole il carbone, sopporti il fumo” (Proverbio Rwandese) Chi mira ad un obbiettivo, accetti i sacrifici. “non c’è solo un giorno, anche domani il sole brillerà” CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO MATERIALI INERTI LAVORI MOVIMENTO TERRA 55050 Mologno - Barga LU Loc. Ponte di Gallicano ANZIANI. Regalare un sorriso, una carezza, un pezzo di pane, a chi non ne ha non è solamente una soddisfazione, E’ VITA. Che GIOIA quando mia nonna sorride e dice “Con te non mi sento sola”, che SPERANZA quando 100 bambini possano andare a scuola perché, nonostante chilometri e chilometri di distanza ci separino, un decimo dei miei risparmi sono sufficienti per farli studiare. Che TRISTEZZA gli occhi piangenti di un figlio perché la mamma è morta per una stupida influenza. Che PACE senza la guerra! (Proverbio Rwandese) Tel. 0583.710207 Fax 0583.723107 Bisogna avere pazienza, non cercare di risolvere tutti i problemi nello stesso giorno. 6 La m ia p rima v olta i n A frica. “Una la fa e cento ne pensa”, ma grazie a mio marito Angelo ho potuto fare una bellissima esperienza in terra d’Africa e precisamente in Rwanda. Per quanto ho potuto vedere è una terra bellissima e ricca di fascino. Ricordo il passaggio dal giorno alla notte, mentre stavamo atterrando all’aeroporto di Kigali. Al calar del sole, quando il cielo si fa scuro, un’immensità di stelle luminose si apre allo sguardo… sarà l’altitudine o il fascino dell’ambiente che ti circonda, ma lo spettacolo è stupendo e una piacevole sensazione di tranquillità ti pervade il cuore. Ho visto grandi farfalle dai colori sgargianti che qua da noi non ci sono e altri animali mai visti prima, come l’insetto stecco, che vagava solitario nel giardino della missione delle Suore dove eravamo ospiti. Ho osservato le grandi gru coronate ed i maestosi falchi che volteggiavano nel cielo. Fiori e piante esotiche dal fascino misterioso e avvincente; stelle di natale grandi come alberi e boccioli vestiti di mille colori. La cosa che più mi ha colpito non è stato solo il paesaggio, ma le persone, la gente che vive là! Se chiudo gli occhi vedo ancora le mani tese dei bambini e degli adulti in cerca di qualsiasi cosa tu gli potessi dare; ma ricordo soprattutto una grande dignità nella loro povertà… Ho notato che hanno molto rispetto per i muzungu (bianchi) che li aiutano; è gente semplice e sorridono spesso, anche se dalla vita non hanno molto di che sorridere. Ti salutano ogni volta che li incontri, anche se non li conosci di persona; i bambini mentre cammini ti prendono la mano, ti guardano e ti chiedono. Da me spesso prendevano i “bon bon”: così chiamano le caramelle! Ma sempre e soprattutto ricevevano un sorriso, una carezza per accrescere in loro la speranza che il domani sarà migliore di oggi. Durante la mia permanenza sulla collina di Cyeza ho avuto modo di visitare il mercato del villaggio. La prima cosa che mi ha colpito è stata la fantasia di colori di quel piccolo “formicaio umano”. Intorno a me molta gente: c’era chi vendeva, seduto sul prato, le poche cose che aveva, e chi comprava quel poco, perché vi giuro che proprio con quel poco riescono a vivere in Rwanda! Il mercato non è solo un luogo per l’acquisto di merci, ma anche un momento per socializzare, incontrarsi e scambiarsi pensieri ed esperienze di vita. È gente povera, bisognosa di tutto, ma nella loro povertà materiale hanno un grande dono, la fede! Questo mi ha fatto riflettere ed ho pensato << Io che cristiana sono?>>…devo dire che mi sono sentita davvero molto povera, si, ma di spiritualità. Nel mio soggiorno in Rwanda ho avuto il piacere di conoscere le comunità delle Suore Oblate dello Spirito Santo, in particolare quella di Cyeza di cui sono stata ospite. Sono persone gentili, generose, disponibili, assidue ed instancabili nel compimento della loro missione e ci hanno accolto con grande affetto e gratitudine. Il mio viaggio si è concluso con una gradita festa organizzata dalle Suore e dalle ragazze dell’atelier: canti, balli, doni e anche qualche lacrima per ringraziarci della nostra presenza e del messaggio di pace e solidarietà che ogni anno portiamo! Ci siamo dati un (murabeho) arrivederci all’anno prossimo. Nei miei pochi giorni di permanenza in Africa, quella gente così semplice e gioiosa ha lasciato nella mia vita un segno indelebile. Mani di donna annerite da un lungo contatto con la terra… deformate dal continuo strappare con le sue mani, la fertilità al terreno arido della collina; Mani che raccolgono il tuo volto in preghiera questa domenica, che sei vestita di festa… ma non hai più mani di donna!.. Penso alle nostre mani… mani bianche di uomini d’affari, mani ingioiellate…le mani di sogno delle nostre dive… le mani forti dei nostri lavoratori, le mani della donna casalinga… ma sono mani d’uomo!. Il tuo capolavoro è stato deformato in questa tua creatura… da chi? perché? Aiutami Signore a ridare a queste mani la dignità della loro forma umana, o almeno, fai, che le mani dei piccoli, non deformate ancora… non debbano subire questo sfregio!… Suor Maria Cecilia Quest’anno non sono potuta andare, ma l’Africa è rimasta nel mio cuore e nutro la speranza che nella missione Rwanda 2004 possa dire:<< Ci sono anch’io! >>. “Se nulla esce dalla tua casa, nulla vi entrerà” (Proverbio Rwandese) Via Pesciatina, 880 - 882 GRAGNANO - CAPANNORI (LU) Via del Brennero - S.S. 12 S.PIETRO A VICO (LU) Via Pistoiese, 91 - 51011 BUGGIANO (PT) Donando si riceve. Associazione KWIZERA ONLUS Gruppo Missionario di Gallicano Via Cavour.37 - 55027 Gallicano LU - Tel. 328.1888534 - e.mail: [email protected] - www.kwizera.it 7 Lettera d i u n s ocio Ho visto la povertà L’ ho vista , negli occhi dilatati di un bimbo di tre anni… l’ ho vista nella famiglia che abbiamo accompagnato al sanatorio: mamma, sorella, figlia e la piccola di nove mesi, già contagiata!… L’ ho vista nello sguardo smarrito di chi cercava lavoro e osava appena balbettare… l’ ho vista nello sguardo fisso, sinistro, di chi occultava la sua disperazione… e se conoscessi di più vedrei ancora di più! Indicaci, o Signore, la via per aprire alle tue creature, una vita più degna. Suor Maria Cecilia Sono uno dei 671 membri dell' Assocazione Kwizera del gruppo missionario di Gallicano, costituitasi circa due anni fa e che sta diventando sempre più una palpitante realtà. Il parroco don Fiorenzo Toti, responsabile della pastorale missionaria, affianca un consiglio direttivo entusiasta, che dedica tutto il suo tempo libero ai poveri del niente. Entriamo in punta di piedi nel cuore di questo centro missionario, per osservare, con discrezione, la sua attività e la sua funzionalità. La sede posta nella centralissima via Cavour, è un piccolo gioiello, acquistato e ristrutturato a spese proprie, da alcuni pionieri del magnifico sodalizio. E' arredato con gusto sobrio e munito di tutte le attrezzature moderne, per facilitare una corretta e trasparente amministrazione e comunicazione. Sui tavoli notiamo numerosi oggetti sacri in legno, disponibili per il pubblico, scolpiti con rara maestria dai giovani Rwandesi, mentre alle pareti fanno bella mostra di sé numerose foto che documentano la triste realtà di quelle popolazioni. L'attività di questo centro missionario è frenetica e concreta, tutte le iniziative sono studiate e vagliate nei minimi particolari. Il ricavato di esse, viene portato direttamente dai responsabili, anche due volte l'anno, in terra africana e precisamente in Rwanda, per vivere di persona lo spirito missionario. Non solo, ma anche per portare la solidarietà e l'amore nei cuori disperati di quelle famiglie, provate da una lunga guerra tribale, che ha seminato nel Paese lutti e sangue, riducendo quelle popolazioni nella più squallida miseria e abbandono. Ma beninteso, il preciso scopo del gruppo missionario, non vuole essere di "assistenzialismo" o di "beneficenza", ma di aiuto concreto per dare a loro stessi la possibilità di costruire un mondo congeniale alla loro cultura e di conquistare la propria dignità e la propria autonomia. Tutto questo accompagnato dallo spirito di condivisione, attraverso la Chiesa missionaria. Da rilevare, come ci riferiscono Angelo, Franco, Rina e Daniele, freschi reduci dal continente africano, che sono gli indigeni stessi, attaccatissimi a questa terra, a voler crescere sia manualmente che culturalmente, cosa che senza mezzi idonei per dissodare quelle terre fertili, per costruire scuole e ospedali, non potrebbero mai ottenere. Far rifiorire questo ambiente, operare per il loro sviluppo e dare a quelle popolazioni il diritto di vivere con fierezza, promovendo istituzioni educative e formative al servizio dei giovani, è divenuta la sfida e la scommessa di questo gruppo missionario. I primi frutti si cominciano a vedere, i risultati tangibili ottenuti e le iniziative programmate per il futuro si potranno osservare in altra parte di questo giornalino. Consolante, ci dicono ancora i quattro "inviati", è la fattiva presenza di preti e suore (Zitine), della Chiesa lucchese, che da anni operano laggiù, annunciatori di messaggi evangelici e operatori di pace e di speranza, conforme alla buona "novella". Con loro la nostra associazione collabora attivamente ed è ricambiata da tante delicate attenzioni. Vogliamo concludere queste semplici riflessioni lanciando un accorato appello a tutte le persone di buona volontà: "aiutiamo questo gruppo a crescere nella sua nobile missione, anche con un piccolo gesto, il quale risulterà certamente di grande valore dinanzi al Signore." “Non c’è mai notte dove ci si ama” (Proverbio Rwandese) Dove c’è amore, c’è sempre gioia. 8 Emergenza a cqua L'acqua sulla Terra è il 40 per cento in meno di trent'anni fa. Il pianeta è rimasto al secco e, guarda caso, ce ne siamo accorti troppo tardi. Sotto la spinta della crescita demografica e per effetto dell'inquinamento, gli scienziati avvertono che nel 2020, quando ad abitare la Terra saremo circa 8 miliardi, tre miliardi di persone resteranno senza. Ma gli Stati più forti stanno già sfruttando la situazione per trasformare questa risorsa in bene commerciabile. Da "IL MANIFESTO DELL’ACQUA" : - l'acqua è una fonte di vita insostituibile e, al pari dell'aria, deve essere considerata un bene comune appartenente a tutti gli abitanti del pianeta, a tutti gli organismi viventi. A nessuno, quindi, né individualmente né come gruppo, è concesso il diritto di appropriarsene a titolo di proprietà privata . - l'accesso all'acqua – da cui dipendono la salute individuale e collettiva, le attività agricole e industriali, i servizi - è un diritto umano e sociale, individuale e collettivo, imprescrittibile ed inalienabile. La principale condizione a cui un tale diritto deve essere sottoposto è il dovere di farne uso nel rispetto della protezione e della qualità del bene ed in solidarietà con gli altri abitanti della Terra e le generazioni future - il finanziamento dei costi necessari per garantire a tutti l'accesso all'acqua nelle quantità e qualità sufficienti per vivere deve essere assicurato dalla collettività. La promozione e la protezione del diritto sono una responsabilità pubblica. Al di là della quantità e qualità sufficienti per vivere, la copertura dei costi tocca all'utente secondo criteri progressivi. Ogni abuso deve essere considerato illegale - la gestione dell'acqua e di tutti i servizi ad essa connessi, alla luce di quanto precede, è da considerarsi di competenza dei cittadini. Essa comporta, perciò, una pratica, la più estesa ed efficace possibile, della democrazia a partire dalle comunità locali. Le soluzioni prospettate finora per far fronte al problema hanno cercato di aumentare l'offerta, piuttosto che di contenere la domanda, rivelandosi però inefficaci: le grandi dighe sono al centro di dibattiti per gli alti costi umani e ambientali e per la razionalità ecologica, mentre la desalinizzazione dei mari, oltre ad avere costi economici proibitivi, presenta forti controindicazioni dal punto di vista ambientale ed energetico. Questi e altri stratagemmi mostrano tutti i loro limiti rispetto al complesso ecosistema del ciclo dell'acqua. Di fronte al fallimento della tecnica, aumentano le previsioni catastrofiche sulla battaglia planetaria che si scatenerà per l'accesso all'"oro blu" del XXI secolo. "Il whisky è per bere, l'acqua per combattersi", sosteneva Mark Twain, e le tesi di osservatori internazionali, personalità politiche ed esperti di strategia sembrano confermare quella riflessione. Di fronte ai dati allarmanti sullo stato delle risorse idriche del pianeta, la maggior parte degli esperti ha dichiarato che "le guerre del ventunesimo secolo scoppieranno a causa delle dispute sull'accesso all'acqua". Per gli autori della proposta della Costituzione Europea l’acqua non esiste. L’’acqua non è considerata come bene inalienabile e come diritto per tutti, ma come prodotto da vendere e comprare e, comunque, da non tutelare. Lo stesso fallimento del vertice di Cancun conferma che l’acqua, bene comune dell’umanità, è diventato simbolo di conflitto, elemento centrale delle politiche di mercificazione e privatizzazione dei governi e dei tentativi di difesa IMPRESA EDILE A2 snc di Alberto e Andrea Lucchesi Via Cornale - Fraz. Cardoso (LU) 55027 GALLICANO (LU) da parte delle organizzazioni della società civile. Quello delle "guerre per l'acqua" è un tema che si presta a catturare l'attenzione e le preoccupazioni dell'opinione pubblica, vista la centralità - e addirittura la sacralità - che questa risorsa riveste in molte società e culture. Eppure il discorso, presentato esclusivamente nei termini della crescente mancanza - e conseguente rischio di conflitti armati - può risultare semplicistico: si tende a presentare la situazione come immodificabile, quasi apocalittica, senza interrogarsi sulle cause reali che hanno portato il pianeta sull'orlo del collasso idrico e che impediscono a un terzo dell'umanità di avere l'accesso diretto alle acque potabili. E' chiaro che, in questo contesto, la proposta di considerare l'acqua come bene economico raro, assegnandole un prezzo di mercato che ne rifletta la scarsità, non favorisce la pace e la cooperazione, come sostengono i suoi fautori, ma porta dritti alla sua petrolizzazione. La soluzione ai problemi legati alla insufficienza idrica in molti casi non si trova nell'acqua, o in costose e discutibili soluzioni tecniche, ma passa per la volontà politica dei dirigenti, che vuol dire avviare una seria cooperazione a livello regionale e internazionale. “L’amore è come un uovo, chi rompe il suo è perduto” (Proverbio Rwandese) Occorre saper proteggere l’amore che si prova per qualcuno. Associazione KWIZERA ONLUS Gruppo Missionario di Gallicano Via Cavour.37 - 55027 Gallicano LU - Tel. 328.1888534 - e.mail: [email protected] - www.kwizera.it 9 I r isultati Ecco i risultati della nostra opera missionaria… fino ad oggi abbiamo fatto… Grazie all’aiuto in denaro dei soci e dei benefattori del gruppo Kwizera è stato possibile acquistare: a) un terreno nei pressi dell’ospedale di Muhura, destinato alla costruzione di uno spaccio e di alloggi per infermieri e personale sanitario. b) un terreno agricolo di circa due ettari con annessa una piantagione di banane, destinato alla produzione di alimenti per la scuola superiore di Cyeza. c) due piccoli terreni adatti alla costruzione di abitazioni da destinare alle famiglie più bisognose, anche questi nella collina di Cyeza. d) il terreno dove ora sorge la fattoria di Cyeza. e) un terreno di circa due ettari, destinato alla coltivazione di alimenti da distribuire alla mensa scolastica di Cyeza. Inoltre è stato possibile: a) contribuire all’acquisto di un mezzo fuoristrada. b) finanziare la costruzione di un alloggio per i responsabili dei nostri progetti. c) realizzare una fattoria di bestiame nella collina di Cyeza. d) avviare un progetto di apicoltura nella diocesi di Byumba. e) iniziare un progetto di bonifica sulla collina di Nyinawimana (42 ettari di superficie) che consiste nella costruzione di terrazzamenti sui fianchi della medesima. f) sostenere le missioni di Cyeza, Muhura, Butare e Mbare, tutte gestite dalle Suore Oblate dello Spirito Santo. Infine dagli inizi del 2003 abbiamo dato il via al progetto per le adozioni a distanza, che sta riscotendo un notevole successo. Vescovo R wandese i n v isita a ll'Associazione Si è svolta giovedì 23 Ottobre la visita di Sua Eccellenza Nzakamwita Servillien Vescovo della diocesi di Byumba (Rwanda). In questa visita, il Vescovo accompagnato del Parroco di Veneri Don Cipriano ha incontrato il Pievano e responsabile della pastorale missionaria di Gallicano Don Fiorenzo Toti, i coordinatori del Gruppo Missionario di Gallicano ed il vicedirettore dell’ufficio Missionario Diocesano, Don Jean Berchmans Turikubwigenge (Don Giovanni), Parroco di Fosciandora. Sua Eccellenza ha invitato la nostra comunità a non essere cristiani solo perché battezzati, ma credere in Gesù Cristo che si è fatto uomo e è morto ed è risorto per noi. Ha invitato al sorriso ed alla gioia, che deve risplendere nei volti di coloro che credono nel Signore, via, Verità e vita. Concludendo, ha ringraziato Don Fiorenzo Toti, l’Associazione Kwizera ONLUS, tutta la Comunità di Gallicano e tutti coloro che ci sostengono, per la brillante attività missionaria che viene svolta in Rwanda, invitandoci a proseguire sulla strada fino ad oggi intrapresa. Nel congedarsi l’Apostolo ha benedetto l’intera comunità ed in particolare gli ammalati e tutti coloro che soffrono. Possa la Sua benedizione giungervi attraverso questo comunicato. “ogni fiume ha la sua fonte” Via Roma, 77 55027 GALLICANO LU Tel. 0583.74346 - Fax 0583.730288 (Proverbio Rwandese) 10 Progetti 2 004 1) Contributo economico per la spedizione di un container: La Madre Generale della Congregazione delle Suore Oblate dello Spirito Santo, Suor Gemma Girolami, ci ha chiesto di finanziare la spedizione di un container alla missione di Cyeza situata nella Provincia di Gitarama. Questo container servirà per portare in Rwanda materiali ed attrezzature che sono difficili da reperire in loco, perché non si trovano in commercio, ed il prezzo sul posto è proibitivo. La nostra Associazione contribuirà, addossandosi una parte dei costi di spedizione. Dammi occhi per guardare oltre le stelle. 2) Acquisto di attrezzature didattiche per la scuola superiore di Cyeza: Questo progetto nasce dalla richiesta di Suor Odette, Superiora della missione di Cyeza. Ci è stato proposto l’acquisto di un televisore di grandi dimensioni e di un DVD, che noi spediremo insieme ad un quantitativo di materiale scolastico all’interno del container. Dammi occhi per guardare oltre le stelle, per raggiungere il tuo volto, Signore…. per scorgervi il tuo sorriso, il tuo amore il tuo perdono, la mia inquietudine… e la tua Verità! 3) Sostegno economico alle Missioni: Si tratta di fornire alle missioni di Cyeza, Mhura, Butare e Mbare un aiuto economico, per provvedere al sostentamento delle missioni ed a quelle che sono le piccole grandi esigenze di tutti i giorni. Le missioni sono tutte gestite dalle Suore Oblate dello Spirito Santo. L’ammontare del contributo varia a seconda delle nostre disponibilità e delle necessità oggettive delle varie missioni. 4) Progetto apicoltura: Sotto richiesta di Sua Eccellenza il Vescovo di Byumba, porteremo avanti un progetto di apicoltura. Una volta completato, otterremo la produzione di una grande quantità di miele che integrerà la povera dieta alimentare Rwandese e ci aiuterà ad alleviare in parte il grave problema della denutrizione infantile. Dammi occhi per guardare oltre le stelle, oltre il tempo per vedere l’eterno, oltre la materia per vedere lo spirito, oltre il creato, per vedere il creatore. Dammi occhi per guardare oltre le stelle, oltre le galassie più lontane, capaci di scorgere oltre le apparenze le cose che gli occhi del corpo non vedono… di scoprire la tua presenza e leggere il senso della vita nella tua parola. Dammi occhi per guardare oltre le stelle, e vedere insieme con te, con il tuo stesso sguardo le realtà liete e tristi di questa nostra esistenza… solo allora incontrerò la pace, perché scoprirò che Dio è AMORE! Suor Maria Cecilia 5) Bonifica della collina di Nyinawimana (Madre di Dio): La bonifica consiste nella realizzazione di una serie di terrazzamenti sulla collina. Questi ripiani avranno una lieve pendenza verso monte; grazie a questo procedimento tutta l’acqua piovana verrà convogliata dentro la collina che la tratterrà per restituirla molto lentamente. Questo metodo già sperimentato in altre località, rende il terreno molto fertile e produttivo in grado di dare ottimi risultati per l’agricoltura. La collina situata nella diocesi di Byumba, ha una superficie di 42 ettari. Saranno necessari diversi anni per portare a compimento questa grande opera, non sarà una cosa facile, ma siamo certi che ne varrà la pena. 6) Progetto di allevamento pollame: Invieremo in Rwanda una incubatrice industriale, la quale servirà per rifornire di pulcini le Missioni che noi stiamo aiutando, ma anche la popolazione locale. 7) Progetto adozioni a distanza: Continua il progetto di adozione a distanza che fino ad oggi ha riscosso un grande interesse. Che cosa è: un servizio alla vita, nel nome della Speranza. Un gesto solidale e concreto, alla portata di tutti: singoli, famiglie, gruppi….. Consiste nel sostegno economico mirato a garantire ad uno o più bambini i beni primari: alimenti, medicinali, vestiario, istruzione ed educazione. L’espressione “adozione a distanza” ha in sé alcune intuizioni importanti: gli aiuti vanno ai bambini; essi sono, presso tutti i popoli, la parte più debole ed indifesa, ancor più laddove regnano la guerra, la fame e molte altre difficoltà. La parola “adozione” contiene in sé l’idea di continuità: non basta dare un aiuto una tantum, ma trattandosi di bambini, bisogna essere loro vicini per un periodo relativamente lungo, come una madre si cura dei suoi figli e li aiuta fino a quando non sono grandi ed autonomi. A distanza: i piccoli vengono aiutati dove sono nati, senza sradicarli dal loro mondo, dalla loro cultura, dalla loro terra e dall’ambiente familiare. L’adozione a distanza offre a tutti, giovani ed adulti, ma soprattutto alle famiglie ed alle comunità, la possibilità di “accendere” nella vita di questi bambini una luce di speranza e di gioia, contribuendo, con questo gesto di solidarietà concreta, ad offrire ad un bambino Rwandese un’infanzia più serena. Informiamo chi fosse interessato, che il contributo per l’adozione è di 115,00 Euro annui. Sono questi i progetti che ci sono stati presentati come prioritari dai nostri referenti locali, sono questi i programmi che con il vostro contributo cercheremo di realizzare. Associazione KWIZERA ONLUS Gruppo Missionario di Gallicano Via Cavour.37 - 55027 Gallicano LU - Tel. 328.1888534 - e.mail: [email protected] - www.kwizera.it 11 Come A iutarci. Se scorrendo le pagine di questo giornalino, si fosse risvegliato in te il desiderio di fare qualcosa per sostenere il popolo del Rwanda, ecco come puoi aiutarci. Sostenere i missionari cattolici sparsi in tutto il paese non è difficile e si può fare a molti livelli. Coloro che dispongono di un po’ di tempo, spirito d’avventura e un pizzico di coraggio possono ad esempio trascorrere le proprie ferie in una missione in Rwanda…… c’è bisogno di tutti: medici, infermieri, muratori, ingegneri, falegnami, periti agrari, idraulici, ecc; ma soprattutto di uomini e donne di buona volontà che diano una mano e la propria esperienza lavorativa a chi vive nella sofferenza e riesce a sopravvivere con niente; molte cose potrai imparare anche te!!!!!! Per motivi familiari, o per lavoro non puoi partire per l’Africa con noi?!…...puoi allora adottare un sistema che è in crescente espansione ormai da alcuni anni, quello delle adozioni a distanza, con le quali è possibile provvedere al nutrimento, alle cure mediche ed all’istruzione di tantissimi bambini Rwandesi. Se anche questo non ti è possibile, puoi dare un piccolo contributo in denaro, che, messo nelle giuste mani potrà dare la possibilità al popolo del Rwanda di trovare la strada dell’autosufficienza e la maturità per intraprendere con le proprie forze il duro cammino della civilizzazione e dell’indipendenza economica e culturale. Molto spesso quando facciamo una donazione soprattutto in denaro, siamo un po’ scettici e diciamo: “io i soldi li darei, ma non arrivano mai a destinazione” oppure “… dai 100 Euro, ma sei fortunato se né Arrivano 10!” e perfino “…anche lì è tutto un mangia mangia”. E’ spiacevole pensare che non ci sia nessuno capace di donare e di donarsi senza alcuna contropartita…. siamo abituati a dare un prezzo a tutto, ma finiamo poi per non capire il valore di niente. Non vogliamo credere che non ci siano uomini e donne pronti a dedicare le proprie energie, il loro tempo e spesso anche una parte delle loro risorse economiche, per una causa che a tutti gli effetti è diventata la loro ragione di vita: la solidarietà. Chi pensa questo non conosce la realtà delle cose, non conosce tutti quei missionari cattolici e laici, veri e propri angeli della speranza, cavalieri della pace e messaggeri d’amore!!! Loro, come centinaia di altre persone sparse in tutto il mondo, sono l’impulso, il nuovo stimolo e, come un pizzico di lievito riesce a far crescere la massa, loro riescono a far “germogliare” nel nostro cuore il seme della speranza e la consapevolezza che il sentimento del bene è ancora vivo e forte! Sempre più spesso ci chiediamo cosa possono fare gli altri per noi ma, non credete amici che sia giunto anche il momento di chiederci: << Cosa possiamo fare noi per aiutare gli altri?>>. Facendo questo ci accorgeremo che è molto più bello dare che ricevere perché, un sorriso regalato in fondo in fondo ci fa sentire migliori…..! Se non avete il tempo, il coraggio né i soldi da regalare potete ancora fare qualcosa per noi: potete pregare per tutti quei volenterosi missionari, preti, suore e laici che sparpagliati negli angoli più sperduti del pianeta, non si danno per vinti nel compimento della loro missione, ASSOCIAZIONE KWIZERA ONLUS Gruppo Missionario di Gallicano Via Cavour.37 - 55027 Gallicano LU Tel. 328.1888534 - e.mail: [email protected] P.IVA 018669470466 - c.f. 90006470463 Hanno collaborato: Asti Catia Da Prato Serena Don Giovanni (vicedirettore uff. missionario Diocesano) Simonini Giulio Suor M. Cecilia tenendo viva la fiamma della speranza. Prestateci un sogno, lasciateci ancora sperare, perché questa fiamma sia eterna, perché sia una fiamma d’amore! Bisogna fissarti a lungo, crocifisso Rwandese, per leggere nella tensione estrema di tutte le tue membra, la realtà del tuo e del nostro dolore…. Sembri un corpo svuotato, nella tensione estrema della crocifissione….. della tua umiliazione e del tuo silenzio Crocifisso Rwandese, pensavo che fosse una povertà d’arte che ti scolpiva così,…. ma ora so che l’esperienza del dolore umano ha scolpito nelle tue membra umane la realtà del loro dolore… Sei tutto una tensione di dolore e di mistero, le tue membra di uomo hanno perduto ogni forma e ogni bellezza…. Crocifisso Rwandese, bisogna fissarti a lungo per entrare nel mistero del tuo dolore…. ma ora leggo nel tuo, il loro dolore!. Suor Maria Cecilia