PRIMO
SOCCORSO
Indice
Premessa , la catena del Soccorso…..………………………………………... ……………………3
Chiamata dei mezzi di soccorso,cosa fare e cosa non fare nei primi minuti………………………..4
Presidi sanitari di pronto soccorso…………………………………………………………………..6
Lipotimia o Svenimento…….……………………………………………………………………….8
Respirazione artificiale………………………………………………………………………………9
Massaggio cardiaco………………………………………………………………………………....15
Crisi epilettica………………………………………………………………………………………19
Trauma cranico…………………………………………………………………..…………………20
Folgorazioni da corrente elettrica…………………………………………………………………..21
Assideramento o ipotermia….……………………………………………………………………...22
Congelamento………………………………………………………………………………………23
Asfissia, epistassi, otorragia………………………………………………………………………...24
Emorragie…………………………………………………………………………………………...25
Ferita ……………………………………………………………………………………………….26
Punti di Compressione ……………………………………………………………………………..27
Ustione. ……………..……………………………………………………………………………...28
Punture di insetti, morsi di vipera…………………………………………………………………..33
Avvelenamenti……………………………………………………………………………………...34
Posizione laterale di sicurezza……………………………………………………………………...37
Corpi estranei e lesioni oculari……………………………………………………………………...38
Lesioni alle ossa e alle articolazioni………………………………………………………………..39
Fratture, immobilizzazioni di un arto fratturato……………………………………………………40
Tavola riassuntiva degli interventi e delle principali posizioni…………………………………….43
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Premessa
Gli infortuni continuano a verificarsi con una certa frequenza nei luoghi di lavoro, nonostante la
recente disposizione sulla sicurezza e salute dei lavoratori negli ambienti di lavoro con il decreto
legislativo 81/2008 .
Diventa molto importante non solo prevenire gli infortuni, ma saper affrontare un evento
traumatico, soprattutto nei primi momenti.
Lo scopo del PRIMO SOCCORSO è quello di evitare il peggioramento delle condizioni
dell’infortunato con semplici manovre, facilmente eseguibili da occasionali soccorritori in
situazioni di emergenza; ricordando sempre le cose che non si devono assolutamente fare per non
compromettere oltre che la vita dell’infortunato, anche la buona riuscita delle operazioni successive
di pronto soccorso vero e proprio nelle sedi appropriate e col personale competente.
Tali manovre si applicano senza l’ausilio di attrezzature particolari e consentono, se effettuate
correttamente, di preservare la vita o migliorare le condizioni generali dell’infortunato.
IL PRIMO SOCCORSO E’ EFFICACE
SE SI RICONOSCONO
TEMPESTIVAMENTE
LE CAUSE
DELLE LESIONI
LA LESIONE
CHE PONE
IN IMMEDIATO
PERICOLO
LA VITA
DELL’
INFORTUNATO
IL LUOGO
DELLA LESIONE
E DINAMICA
DELL’EVENTO
LA CATENA DEL SOCCORSO
Ogni azione di soccorso nella sua totalità può essere vista come una catena formata da cinque anelli.
Ogni anello corrisponde ad una ben precisa fase di intervento.
1 ANELLO
2 ANELLO
SICUREZZA
PRIME
MISURE
3 ANELLO
4 ANELLO
5 ANELLO
BLS
CHIAMATA
118
(supporto di
base delle
Funzioni vitali)
TRASPORTO
OSPEDALE
RICOVERO
Non vi può essere soccorso efficace se ogni anello (o fase) non è stato eseguito correttamente ed
interamente.
3
Chiamata dei Mezzi di Soccorso - 118
Informazioni da fornire:
-
-
DECLINARE LE PROPRIE GENERALITA’.
SEGNALARE PRECISAMENTE IL LUOGO DELL’INFORTUNIO (NOME DELLA
STRUTTURA, INDIRIZZO, N° CIVICO, PIANO DELL’UFFICIO, DENOMINAZIONE
DELLA STANZA, LABORATORIO, PERCORSO INTERNO ALLA STRUTTURA).
SPECIFICARE IL NUMERO DEGLI INFORTUNATI ED IL LORO STATO.
SE IL LUOGO E’ DIFFICILE DA RAGGIUNGERE FARE IN MODO CHE QUALCUNO
ACCOLGA L’AMBULANZA.
RISPONDERE ALLE DOMANDE E NON RIAGGANCIARE SINO A CHE SONO STATE
IMPARTITE DISPOSIZIONI.
Cosa fare nei primi minuti
1. CHIAMATA DI AIUTO E SICUREZZA DELLA SCENA
Punto della situazione attuale:

LA SICUREZZA SIA DEL SOCCORRITORE CHE DELLA VITTIMA È PRIORITARIA DURANTE IL
SOCCORSO. ASSICURARSI CHE SIA LA VITTIMA SIA GLI ASTANTI SIANO SICURI.

PROCEDERE ALLA VALUTAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA (È RIMASTA UGUALE NELLE
MODALITÀ OPERATIVE):

POSTICIPARE LA CHIAMATA EFFETTIVA AL SISTEMA DI SOCCORSO DOPO AVER VERIFICATO
I DUE PARAMETRI.

SI POSIZIONA LA VITTIMA SUPINA E SI APRONO LE VIE AEREE, SI VALUTA SE C'È IL RESPIRO,
SE NON RESPIRA SI FA CHIAMARE IL SISTEMA DI EMERGENZA TERRITORIALE DA
EVENTUALI ALTRI TESTIMONI O CI SI ALLONTANA PERSONALMENTE PER
FARLO,COMUNICANDO AL 118 L'ASSENZA DELLA COSCIENZA E DEL RESPIRO.
o SE LA VITTIMA RISPONDE LA SI LASCIA DOVE LA SI TROVA, SE NON VI È PERICOLO, E
SI CERCA DI CAPIRE COSA È SUCCESSO, SI CHIEDE AIUTO SE SERVE.
o SE NON È COSCIENTE SI GRIDA PER ATTIRARE L'ATTENZIONE DI QUALCUNO CHE
POSSA PROVVEDERE ALLA CHIAMATA DEL SISTEMA DI EMERGENZA (AIUTO
GENERICO),

PER I SANITARI È PRESCRITTA LA VALUTAZIONE ANCHE DEI SEGNI DI CIRCOLO E, SE
ADDESTRATI ED ESPERTI, DEL POLSO CAROTIDEO.

TROVARE QUALCUNO CHE EFFETTUI LA CHIAMATA PER IL SOCCORRITORE GIÀ INTENTO A
METTERE IN ATTO LA SEQUENZA BLS.

TEMPESTIVITÀ E CONTINUITÀ NELLA ESECUZIONE DELLA RCP UNA VOLTA INIZIATA.
4
2 MANTENERE LA CALMA E AGIRE CON FREDDEZZA

ALLONTANARE LA GENTE DALL’INFORTUNATO;

CONTROLLARE LO STATO DI COSCIENZA DELL’INFORTUNATO, PONENDOGLI
DOMANDE IN TONO CALMO E RASSICURANTE;

IMPEDIRGLI DI VEDERE LE FERITE RIPORTATE;

SE NON RISPONDE ED È INERTE, CONTROLLARE SE RESPIRA, RILEVANDO
L’IMMOBILITÀ DEL TORACE E IL COLORE CIANOTICO (BLUASTRO) DELLA
PELLE;

SE NON RESPIRA CONTROLLARE SE IL CUORE BATTE, PONENDO I
POLPASTRELLI SUL COLLO, LATERALMENTE ALLA TRACHEA, DI FIANCO AL
POMO D’ADAMO;

CHIAMARE I SOCCORSI MEDICI

ASSISTERE E CONFORTARE L’INFORTUNATO NELL’ATTESA DEI SOCCORSI,
PRATICANDO GLI INTERVENTI DEL CASO SOLAMENTE SE SI E’ IN GRADO DI
FARLO
Cosa non fare
-
NON CREARE ALLARME E PANICO;
NOPN SOMMINISTRARE ALL’INFORTUNATO CIBI E BEVANDE;
NON PRATICARE INTERVENTI SENZA AVERNE LA PREPARAZIONE;
NON SPOSTARE L’INFORTUNATO SENZA NECESSITÀ;
5
Presidi Sanitari di Pronto Soccorso
L’art. 2 del D.M. 388/03 prevede che nelle aziende o unita' produttive di gruppo A e di gruppo
B, il datore di lavoro deve garantire la presenza di una CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO,
tenuta presso ciascun luogo di lavoro, adeguatamente custodita in un luogo facilmente accessibile
ed individuabile con segnaletica appropriata, contenente la dotazione minima sottoindicata, da
integrare sulla base dei rischi presenti nei luoghi di lavoro e su indicazione del medico competente,
ove previsto, e del sistema di emergenza sanitaria del Servizio Sanitario Nazionale, e della quale sia
costantemente assicurata, la completezza ed il corretto stato d'uso dei presidi ivi contenuti.
Lo stesso articolo prevede che nelle aziende o unita' produttive di gruppo C, il datore di lavoro deve
garantire la presenza di un PACCHETTO DI MEDICAZIONE, tenuto presso ciascun luogo di
lavoro, adeguatamente custodito e facilmente individuabile, contenente la dotazione minima
sottoindicata, da integrare sulla base dei rischi presenti nei luoghi di lavoro, della quale sia
costantemente assicurata, in collaborazione con il medico competente, ove previsto, la completezza
ed il corretto stato d'uso dei presidi ivi contenuti;
CONTENUTO MINIMO DELLA CASSETTA DI PRONTO SOCCORSO:
GUANTI STERILI MONOUSO (5 PAIA).
VISIERA PARASCHIZZI
FLACONE DI SOLUZIONE CUTANEA DI IODOPOVIDONE AL 10% DI IODIO DA 1 LITRO (1).
FLACONI DI SOLUZIONE FISIOLOGICA ( SODIO CLORURO - 0, 9%) DA 500 ML (3).
COMPRESSE DI GARZA STERILE 10 X 10 IN BUSTE SINGOLE (10).
COMPRESSE DI GARZA STERILE 18 X 40 IN BUSTE SINGOLE (2).
TELI STERILI MONOUSO (2).
PINZETTE DA MEDICAZIONE STERILE MONOUSO (2).
CONFEZIONE DI RETE ELASTICA DI MISURA MEDIA (1).
CONFEZIONE DI COTONE IDROFILO (1).
CONFEZIONI DI CEROTTI DI VARIE MISURE PRONTI ALL'USO (2).
ROTOLI DI CEROTTO ALTO CM. 2,5 (2).
UN PAIO DI FORBICI.
LACCI EMOSTATICI (3).
GHIACCIO PRONTO USO (DUE CONFEZIONI).
SACCHETTI MONOUSO PER LA RACCOLTA DI RIFIUTI SANITARI (2).
TERMOMETRO.
APPARECCHIO PER LA MISURAZIONE DELLA PRESSIONE ARTERIOSA.
CONTENUTO MINIMO DEL PACCHETTO DI MEDICAZIONE:
GUANTI STERILI MONOUSO (2 PAIA).
FLACONE DI SOLUZIONE CUTANEA DI IODOPOVIDONE AL 10% DI IODIO DA 125 ML (1).
FLACONE DI SOLUZIONE FISIOLOGICA (SODIO CLORURO 0,9%) DA 250 ML (1).
COMPRESSE DI GARZA STERILE 18 X 40 IN BUSTE SINGOLE (1).
COMPRESSE DI GARZA STERILE 10 X 10 IN BUSTE SINGOLE (3).
PINZETTE DA MEDICAZIONE STERILE MONOUSO (1).
CONFEZIONE DI COTONE IDROFILO (1).
CONFEZIONE DI CEROTTI DI VARIE MISURE PRONTI ALL'USO (1).
ROTOLO DI CEROTTO ALTO CM 2,5 (1).
ROTOLO DI BENDA ORLATA ALTA CM 10 (1).
UN PAIO DI FORBICI (1).
UN LACCIO EMOSTATICO (1).
CONFEZIONE DI GHIACCIO PRONTO USO (1).
SACCHETTI MONOUSO PER LA RACCOLTA DI RIFIUTI SANITARI (1).
ISTRUZIONI SUL MODO DI USARE I PRESIDI SUDDETTI E DI PRESTARE I PRIMI SOCCORSI IN
ATTESA DEL SERVIZIO DI EMERGENZA.
6
ISTRUZIONI PER L’USO DEI PRESIDI SANITARI DELLA CASSETTA DI PRONTOSOCCORSO:
IMPORTANTE: LAVARSI BENE LE MANI CON ACQUA E SAPONE PRIMA DI TOCCARE
QUALUNQUE FERITA O IL MATERIALE DI MEDICAZIONE;
IN CASO DI MANCANZA DI ACQUA, PULIRSI CON UN BATUFFOLO DI COTONE IDROFILO
IMBEVUTO DI DISINFETTANTE.
1) GUANTI STERILI MONOUSO
L’utilizzo dei guanti consente di evitare il contatto con il sangue dell’infortunato.
Prima di indossare i guanti lavarsi accuratamente le mani.
2) VISIERA PARASCHIZZI
E’ utilizzata dal soccorritore a protezione del volto da eventuali schizzi di liquidi biologici.
3) FLACONE DI SOLUZIONE CUTANEA DI IODOPOVIDONE AL 10% DI IODIO DA 1
LITRO
E’ utilizzato per disinfettare ferite, abrasioni, punture di insetto, escoriazioni.
4) COMPRESSE DI GARZA STERILE
Sono utilizzate per la pulizia e disinfezione delle abrasioni, ferite e qualsiasi tipo di lesione.
Manipolare le garze con le pinze sterili.
5) TELI STERILI MONOUSO
Sono utilizzati per ricoprire la ferita in modo da evitare infezioni.
6) PINZETTE DA MEDICAZIONE STERILI MONOUSO
Utilizzate ogni qualvolta si deve operare con materiale sterile e nella disinfezione delle ferite.
7) CONFEZIONE DI RETE ELASTICA DI MISURA MEDIA
Utilizzata per fissare e mantenere la medicazione.
8) CONFEZIONE DI COTONE IDROFILO
Utilizzato per assorbire il sangue delle ferite, va posto sopra le garze.
Non porre direttamente sulle ferite.
9) LACCI EMOSTATICI
Utilizzati SOLAMENTE qualora non sia sufficiente la compressione manuale per controllare l’emorragia.
10) GHIACCIO PRONTO USO
Utilizzato per diminuire il sanguinamento e attenuare il dolore da edema (gonfiore).
Applicato direttamente sul trauma se non vi è alcuna ferita, altrimenti sulla medicazione.
11) TERMOMETRO
Lavare e disinfettare dopo ogni utilizzo.
7
Lipotimia o Svenimento
(presincope):
E’ UNA PERDITA DELLA COSCIENZA MODESTA E TANSITORIA CHE SI RISOLVE IN
POCHI MINUTI NON APPENA IL SOGGETTO VIENE SDRAIATO.
N.B. NON SI CONFONDA CON L’ARRESTO CARDIACO IN CUI NON SI PERCEPISCONO
POLSO E RESPIRO (ASSENTI)
•
CAUSE:
ANEMIA, DIGIUNO, IPOTENSIONE, PROLUNGATA STAZIONE ERETTA, CALORE
ECCESSIVO, FATICA DOLORE, EMOZIONI.
SINTOMI:
INCOSCIENZA
PALLORE
POLSO E RESPIRO PRESENTI MA DEBOLI E LENTI.
PRECEDUTA DA:
MALESSERE CON RONZII O FISCHI AURICOLARI, NAUSEA E VOMITO
APPANNAMENTO DELLA VISTA, SUDORAZIONE E SENSO DI FREDDO,DEBOLEZZA,
SENSAZIONE ANGOSCIATA DI IMMINENTE PERDITA DEI SENSI.
PRIMO SOCCORSO:
COSA FARE
 POSIZIONE ANTISHOCK.
 SLACCIARE CIÒ CHE STRINGE.
 AREARE L’AMBIENTE.
 ALLONTANARE LA FOLLA.
COSA NON FARE
 MAI DARE SCHIAFFI.
 MAI SPRUZZARE ACQUA GELATA SUL VISO.
 MAI DARE ALCOLICI ( DETERMINANO LA DILATAZIONE DEI VASI PERIFERICI,
FAVORENDO L’IPOTENSIONE).
 MAI DARE DA BERE SINO A CHE IL SOGGETTO NON HA RIPRESO COSCIENZA
E PUÒ DEGLUTIRE.
 NON ABBANDONARLO MA OSSERVARLO IN POSIZIONE SDRAIATA POICHÉ
L’EVENTO PUÒ RIPETERSI.
SE E’ SVENUTO E NON RESPIRA: RIANIMARE CON LA RESPIRAZIONE
ARTIFICIALE
SE E’ SVENUTO, NON RESPIRA E IL CUORE NON BATTE RIANIMARE CON
MASSAGGIO CARDIACO
8
Respirazione artificiale
1.
CONTROLLO DELLE FUNZIONI VITALI E DELLA PERVIETÀ DELLE VIE
AEREE
2. L'APERTURA DELLE VIE AEREE :
 SISTEMARE LA VITTIMA IN POSIZIONE SUPINA, SENZA ALCUN OGGETTO SOTTO IL
CAPO; SLACCIARE TUTTO CIO CHE STRINGE
 IPERESTENDERE IL CAPO;
POSIZIONARE IL PALMO DI UNA MANO A PIATTO SULLA FRONTE DELLA VITTIMA, e
SULLA PUNTA DEL MENTO (ROTAZIONE ANTEROPOSTERIORE) E PROCEDERE ALLA
IPERESTENSIONE DEL CAPO E AL SOLLEVAMENTO DEL MENTO. CON LE DUE DITA
DELL'ALTRA MANO.
 PER I SOCCORRITORI LAICI:
 non è previsto alcun controllo visivo delle vie aeree.
 non si esplora il cavo orale con le dita. Lo si fa solo se si sospetta una ostruzione delle vie
aeree.
 perciò un rapido controllo mentre si esegue l'iperestensione del capo.
 aprire le vie aeree sempre con lo stesso metodo(la manovra di iperestensione del capo e
sollevamento del mento dando la priorità assoluta al tentativo di rianimazione
cardiopolmonare.)




PER I SANITARI nella sezione ALS è espressamente previsto:
l'apertura delle vie aeree e indicato l’uso della sublussazione della mandibola.
il controllo del cavo orale l
utilizzo di pinze o aspiratore per la pulizia del cavo orale. E per eliminare i corpi estranei
nelle vie respiratorie in presenza di un'ostruzione
Perché: L'apertura delle vie aeree attraverso la sub-lussazione della mandibola non è suggerita per i
soccorritori laici perché è difficoltosa da imparare ed eseguire e può causare movimenti spinali.
L'incidenza di soffocamento insospettato come causa di incoscienza o dell'arresto cardiaco è bassa,
quindi, durante la RCP controllare ordinariamente la bocca per vedere se ci sono corpi estranei non
è necessario.
9
3. LA LIBERAZIONE DELLE VIE AEREE DA CORPI ESTRANEI PUÒ AVVENIRE:
 PER I SANITARI UTILIZZO DI PINZE O ASPIRATORE PER ELIMINARE I CORPI
ESTRANEI NELLE VIE RESPIRATORIE IN PRESENZA DI UN'OSTRUZIONE E PER LA
PULIZIA DEL CAVO ORAL.
 MANOVRE DI DISOSTRUZIONE DELLE VIEE AEREE MEDIANTE COLPI SUL DORSO
E COMPRESSIONI ADDOMINALI(; IN ADULTI I NON COSCIENTI E COSCIENTI )
.
NELL'OSTRUZIONE DA CORPI ESTRANEI È UTILE
LA MANOVRA DI HEIMLICH
(COMPRESSIONI ADDOMINALI) E CONSISTE NEL:
 PORSI DIETRO LA VITTIMA METTENDO UNA MANO CHIUSA A PUGNO SULLA
PARTE SUPERIORE DELL'ADDOME DEL PAZIENTE, TRA L'OMBELICO ED IL
PROCESSO XIFOIDEO, E CON L'ALTRA AFFERRANDO IL PUGNO E TIRANDO
VERSO DI SÉ.
10
4. CONTROLLO DELLA RESPIRAZIONE CON LA MANOVRA DEL G:A:S
Guarda, Ascolta e Senti ( PER NON PIÙ DI 10 SECONDI)
Nel primi minuti dopo l'arresto cardiaco, può persistere una bradipnea estrema o un saltuario
gasping. Questi fenomeni non vanno confusi con una respirazione normale.
 DOPO L'APERTURA DELLE VIE AEREE SI VALUTA IL RESPIRO:
 GUARDA, ASCOLTA E SENTI PER NON PIÙ DI 10 SECONDI.

SE NON SI È CERTI CHE LA VITTIMA RESPIRI NORMALMENTE, COMPORTARSI COME SE NON
LO FACESSE.

SE RESPIRA SI PONE LA VITTIMA IN POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA.

SE NON RESPIRA FAR ALLERTARE I SERVIZI DI EMERGENZA O, SE SI È DA SOLI,
ALLONTANARSI DALLA VITTIMA PER AVVISARE IL SERVIZIO DI EMERGENZA, AL RITORNO
INIZIARE LE COMPRESSIONI TORACICHE.

(È SUGGERITO CHE NEGLI ADULTI LA RCP COMINCI CON LE COMPRESSIONI TORACICHE
PIUTTOSTO CHE CON LA VENTILAZIONE.)
Perché: Durante i primi minuti dopo l'arresto cardiaco, la cui causa non sia l’asfissia, il contenuto di
ossigeno nel sangue rimane alto e la distribuzione dello stesso al miocardio e al cervello è limitata
più dalla ridotta gittata cardiaca che da una mancanza di ossigeno nei polmoni. La ventilazione è
inizialmente, quindi, meno importante delle compressioni toraciche. Inoltre, è riconosciuto che
l'acquisizione ed il mantenimento delle abilità pratiche sono favoriti dalla semplificazione della
sequenza di azioni di BLS. E’ inoltre riconosciuto che i soccorritori sono frequentemente poco
disposti ad effettuare la ventilazione bocca-bocca per una varietà di motivi, compreso il timore di
infezione e l’avversione per la procedura.
11
5 VENTILAZIONE
PRESIDI PER LA VENTILAZIONE


Non vi è più il suggerimento ad eseguire il bocca a bocca se il soccorritore non se la sente.
In questo caso deve procedere solo al massaggio cardiaco
. (È SUGGERITO CHE NEGLI ADULTI LA RCP COMINCI CON LE COMPRESSIONI TORACICHE
PIUTTOSTO CHE CON LA VENTILAZIONE.)

Non viene più fortemente consigliato l'uso ai laici della pocket mask.

Il sistema più appropriato per i sanitari rimane il pallone autoespansibile-maschera con
l'aggiunta di O2.

La raccomandazione corrente per i soccorritori è di insufflare aria in circa 1 secondo, con
volume sufficiente per fare espandere il torace, ma evitando ventilazioni troppo veloci o
energiche. Questa si applica a tutte le forme di ventilazione durante la RCP, compreso il
bocca-bocca e il pallone-maschera (BVM) con o senza ossigeno supplementare.

La ventilazione bocca-naso è una efficace alternativa al bocca-bocca. Può essere considerata
se la bocca della vittima è seriamente danneggiata o non può essere aperta, se il soccorritore
soccorre una vittima nell'acqua, o quando la tenuta del bocca-bocca è difficile da realizzare.

Non c’è alcuna evidenza pubblicata sulla sicurezza, sull'efficacia o sulla fattibilità della
ventilazione bocca-tracheostomia, ma può essere usata per una vittima, con un tubo
tracheostomico o uno stoma tracheale, che richiede la respirazione artificiale.

Usare la ventilazione bocca-maschera richiede abilità e pratica considerevoli.

Il soccorritore singolo deve essere in grado di aprire le vie aeree mediante sublussazione
della mandibola mentre simultaneamente tiene la maschera aderente al viso della vittima. È
una tecnica che è adatta soltanto per i soccorritori laici che lavorano in aree fortemente
specialistiche, per esempio dove c’è il rischio di avvelenamento o di esposizione a cianuro o
ad altri agenti tossici.

Ci sono altre circostanze specifiche in cui i soccorritori non sanitari ricevono un
addestramento esteso nel primo soccorso, che può prevedere l'addestramento e il
riaddestramento alla ventilazione bocca maschera. In tal caso dovrebbe essere seguito lo
stesso rigoroso addestramento dei professionisti sanitari.
DURATA DELLE VENTILAZIONI E VOLUMI

Si eseguono due ventilazioni della durata di circa 1”. Il volume consigliato è di 500-600 ml

Durante la RCP lo scopo della ventilazione è garantire un’ossigenazione sufficiente. Il
volume corrente ottimale, il ritmo respiratorio ed la concentrazione di ossigeno inspirato più
efficaci, tuttavia, non sono del tutto noti.

La raccomandazione corrente per i soccorritori è, quindi, di insufflare aria in circa 1
secondo, con volume sufficiente a far espandere il torace, ma evitando ventilazioni troppo
12
veloci o energiche. Questa raccomandazione si applica a tutte le forme di ventilazione
durante la RCP
13
RICORDARE

EFFETTUARE 2 INSUFFLAZIONI SE SI ALTERNA LA RESPIRAZIONE AL MASSAGGIO
CARDIACO

CHIUDERE LE NARICI DELL’INFORTUNATO INSPIRARE PROFONDAMENTE E APPLICARE LA
PROPRIA BOCCA SULLA BOCCA O NASO DELL’INFORTUNATO (INTERPONENDO UNA GARZA
O FAZZOLETTO) ED ESPIRARE

SI EFFETTUA LA RESPIRAZIONE ARTIFICIALE FINO ALLA RIPRESA SPONTANEA DELLA
RESPIRAZIONE O FINO ALL’ARRIVO DEL PERSONALE SANITARIO.
14
Massaggio Cardiaco
QUESTO TIPO DI INTERVENTO DEVE ATTUARSI IN CASO DI,
ASSENZA DEI BATTITI DEL CUORE. ARRESTO DEL RESPIRO, INCOSCIENZA
DOVREBBE ESSERE EFFETTUATO DA MEDICI O INFERMIERI ABILITATI O, IN CASI DI
ESTREMA URGENZA, DA PERSONE ADDESTRATE ALLE TECNICHE DI
RIANIMAZIONE.
IMPORTANTE: NON EFFETTUARE LE MANOVRE RIANIMATORIE, SENZA ADEGUATA
PREPARAZIONE TEORICO-PRATICA
NEL MASSAGGIO CARDIACO ESTERNO IL SOCCORRITORE DOVRÀ:
ASSUMERE LA CORRETTA POSIZIONE:

INGINOCCHIARSI VICINO ALLA VITTIMA DISTESA SUPINA SU DI UN PIANO
RIGIDO (GINOCCHIA CHE TOCCANO ILTORACE DELLA VITTIMA);

PORTARSI CON LE SPALLE SOPRA LO STERNO DEL PAZIENTE;
 TENERE LE BRACCIA RIGIDE SENZA MAI PIEGARE I GOMITI.
15
RICERCA DEL PUNTO DI COMPRESSIONE E POSIZIONAMENTO DELLE MANI.
(DUE DITA SOPRA LA PUNTA DELLO STERNO);
1. PORRE LA PARTE PROSSIMALE DEL PALMO AL CENTRO DEL TORACE
FACENDO ATTENZIONE AD APPOGGIARLA SULLO STERNO E NON
SULLE COSTE.
2. SOVRAPPORRE L'ALTRA MANO ALLA PRIMA.
3. INTRECCIARE LE DITA DELLE DUE MANI SOVRAPPOSTE. NON
APPOGGIARSI SOPRA L'ADDOME SUPERIORE O L'ESTREMITÀ
INFERIORE DELLO STERNO.
4. LA FREQUENZA DELLE COMPRESSIONI È DI 100 AL MINUTO, POCO
MENO DI 2 COMPRESSIONI AL SECONDO.
5. OGNI VOLTA CHE SI RIPRENDONO LE COMPRESSIONI, IL
SOCCORRITORE DOVREBBE PORRE LE MANI, SENZA INDUGI, AL
CENTRO DEL TORACE.
6. .PORRE ATTENZIONE A RAGGIUNGERE LA PROFONDITÀ MASSIMA DI
COMPRESSIONE DI 4-5 CM (NELL’ADULTO)
7. CONSENTIRE AL TORACE DI RIESPANDERSI COMPLETAMENTE DOPO
OGNI COMPRESSIONE
8. ASSICURARE APPROSSIMATIVAMENTE LO STESSO TEMPO PER
COMPRESSIONE E RILASCIAMENTO
9. RIDURRE AL MINIMO LE INTERRUZIONI NELLE COMPRESSIONI
TORACICHE
10. NON CONSIDERARE IL POLSO CAROTIDEO O FEMORALE PALPABILE
COME INDICATORE DI FLUSSO ARTERIOSO EFFICACE.
16
Le prove di evidenza sono insufficienti per sostenere una specifica posizione della mano nelle
compressioni toraciche durante RCP negli adulti.. E’ stato dimostrato che per i sanitari la stessa
posizione della mano può essere trovata più rapidamente se i soccorritori sono addestrati a “porre la
parte prossimale del palmo di una mano al centro del torace con l'altra mano sovrapposta ”,
l'insegnamento include una dimostrazione di disposizione delle mani al centro della metà inferiore
dello sterno. Le linee guida considerano ragionevole estendere questa pratica alla popolazione laica.
LA FREQUENZA DI COMPRESSIONE SI RIFERISCE ALLA VELOCITÀ A CUI LE COMPRESSIONI
VENGONO ESEGUITE, E NON AL NUMERO TOTALE EROGATO IN OGNI MINUTO. IL NUMERO EROGATO
È DETERMINATO DALLA FREQUENZA, MA ANCHE DAL NUMERO DI INTERRUZIONI PER APRIRE LE
VIE RESPIRATORIE, VENTILARE E PERMETTERE L'ANALISI DEL DAE.
IN CASO DI RCP IN SPAZI ANGUSTI LE LG CONSIGLIANO DI PRENDERE IN CONSIDERAZIONE LA
POSSIBILITÀ, PER IL SOCCORRITORE SINGOLO DI ESEGUIRE LE COMPRESSIONI STANDO ALLA TESTA
DELLA VITTIMA, MENTRE PER ÉQUIPES DI DUE SOCCORRITORI CHI EFFETTUA LE COMPRESSIONI
POTREBBE PORSI A CAVALCIONI DELLA VITTIMA
TECNICA DEL IL SOCCORRITORE
1.
IL MASSAGGIO CARDIACO PUÒ ESSERE COMPIUTO DA UNO O DUE SOCCORRITORI.
2.
ATTUALMENTE IN ASSENZA DI POLSO CAROTIDEO
IL RAPPORTO COMPRESSIONI/VENTILAZIONI È DI 30:2
LA PERSONA CHE APPLICA LE COMPRESSIONI TORACICHE DOVREBBE CAMBIARE OGNI 2
MINUTI.
3.
( un modello matematico suggerisce che un rapporto di 30:2 fornirebbe il compromesso migliore fra
il flusso ematico e l'ossigeno somministrato. Ciò dovrebbe fare diminuire il numero di interruzioni
nella compressione, ridurre la probabilità di iperventilazione, semplificare l’insegnamento e
migliorare il mantenimento delle abilità.
4.
COMPRIMERE RITMICAMENTE IL TORACE DELLA VITTIMA (ABBASSANDOLO DI ALMENO 4-5
CM NELL’ADULTO) APPOGGIANDOSI SOPRA E TRASMETTENDO IL PESO DEL PROPRIO CORPO
TRAMITE LE BRACCIA RIGIDE. LA SPINTA SFRUTTA IL PESO DEL TRONCO, IL FULCRO È
L’ANCA DEL SOCCORRITORE.
5.
LA DURATA DELLA COMPRESSIONE DEVE ESSERE IMMEDIATA ED UGUALMENTE IL
RILASCIO.
6.
LA FREQUENZA DEVE ESSERE DI 100/120- COMPRESSIONI AL MINUTO.
7.
IL MASSAGGIO CARDIACO VA SEMPRE ASSOCIATO ALLA RESPIRAZIONE ARTIFICIALE , DOVE
UN OPERATORE TOGLIE LE MANI DAL PETTO, L’ALTRO EFFETTUA L’INSUFFLAZIONE.
8.
8 IL RAPPORTO 30 COMPRESSIONI TORACICHE : 2 VENTILAZIONI SOSTITUISCE IL PRECEDENTE 15:2 PER
LA DIMOSTRATA NECESSITÀ DI AUMENTARE IL SUPPORTO CIRCOLATORIO, SOPRATTUTTO
CORONARICO E CEREBRALE MEDIANTE MASSAGGIO CARDIACO ESTERNO, E RIDURRE LA FREQUENTE
IPERVENTILAZIONE OSSERVATA IN CORSO DI RCP. A SOSTEGNO DI CIÒ, DATI SPERIMENTALI INDICANO
CHE UNA FREQUENTE E PROLUNGATA INTERRUZIONE DELLE COMPRESSIONI TORACICHE È
DELETERIA PER LA SOPRAVVIVENZA.
9.
SOPPRESSIONE CONTROLLI POLSO E RESPIRO DURANTE LA SEQUENZA
10 NEL LAICO NON SI ESEGUE IL CONTROLLO DEL POLSO E NEANCHE QUELLO DEI SEGNI DI CIRCOLO, MA
SOLO QUELLO DELL’ATTIVITÀ RESPIRATORIA, LA CUI ASSENZA DÀ AVVIO ALLA RCP.
17
11 LA SEQUENZA VIENE INTERROTTA SOLO DALL'UTILIZZO DI UN DAE OPPURE DALLA RIPRESA
DI
UNA
RESPIRAZIONE
EFFICACE,
DALL'ARRIVO
DEL
SOCCORSO
AVANZATO,
DALL’ESAURIMENTO FISICO DEL SOCCORRITORE O DALL'ARRIVO DI UN MEDICO. LA SEQUENZA
RISULTA DUNQUE ININTERROTTA, SENZA ULTERIORI INTERRUZIONI PER LE VALUTAZIONI

I SOCCORRITORI NON SANITARI, QUINDI, SE IL PAZIENTE NON RESPIRA
NORMALMENTE, DEBBONO INIZIARE LA RCP FINO A CHE NON ARRIVINO GLI AIUTI O IL
PAZIENTE RIPRENDA UN RESPIRO NORMALE
.Per i soccorritori non sanitari controllare il polso carotideo è un metodo inadeguato per la
conferma della presenza o assenza di circolo. Tuttavia, non vi è prova che il controllo della
presenza di movimenti, respirazione o tosse (“segni di circolo”) sia diagnosticamente superiore.
valutazioni restano pressoché invariate: si verifica
il respiro (per non più di 10 secondi) poi si controllano i segni di circolo e il polso caroditeo solo
per quei soccorritori che abbiano esperienza clinica (per non più di 10 secondi).
per i soccorritori sanitari controllare se ci sono segni di circolo mentre può essere
difficoltoso determinare che non c'è polso carotideo.

NEL SOCCORRITORE SANITARIO le
- I soccorritori sanitari con esperienza nella valutazione clinica dovrebbero valutare il polso
carotideo mentre simultaneamente cercano i segni di circolo (mancanza di movimento, di
respirazione normale, o di tosse) per non più di 10 secondi. Se il paziente sembra non avere
segni di vita, o se si hanno dubbi in proposito, iniziare immediatamente la RCP. Ritardare la
RCP avrà effetti negativi sulla sopravvivenza del soggetto e quindi deve essere evitato. Se c'è
polso o segni di circolo, è necessaria una valutazione medica urgente (secondo i protocolli
locali, questo può assumere la forma di una squadra di rianimazione). Mentre il soccorritore
sanitario attende questa squadra, deve somministrare ossigeno, continuare il controllo del
paziente e (gli infermieri) inserire un cannula endovenosa. Se non c'è respirazione, ma c'è un
polso (arresto respiratorio), ventilare il paziente (10 ventilazioni al minuto – 1 ventilazione ogni
6 secondi) e controllare il circolo ogni 10 ventilazioni (1 minuto).
I sanitari, così come i soccorritori laici, hanno difficoltà a determinare la presenza o l'assenza di
una adeguata respirazione normale in una vittima non cosciente. Questo può avvenire perché le
vie respiratorie non sono aperte o perché la vittima ha un respiro agonico. Quando agli astanti è
richiesto telefonicamente dagli operatori di centrale operativa se il respiro è presente, spesso
scambiano respiri agonici per una respirazione normale. Queste valutazioni errate possono
portare gli astanti a non eseguire una RCP su vittime di arresto cardiaco. I respiri agonici si
manifestano in più del 40% degli arresti cardiaci. Gli astanti descrivono il respiro agonico come
un respiro debole, pesante, faticoso o rumoroso. Alla popolazione laica dovrebbe, quindi,
essere insegnato di iniziare la RCP se la vittima è incosciente e non respira normalmente.
Durante l'addestramento dovrebbe essere dato risalto al fatto che i respiri agonici che si
presentano comunemente nei primi minuti dopo un arresto cardiaco non debbono essere confusi
con la respirazione normale e sono da ritenersi un'indicazione per una immediata RCP.
18
Crisi Epilettica
L’EPILESSIA E’ UNA AFFEZIONE CEREBRALE CARATTERIZZATA DA ACCESSI
CONVULSIVI. IRRIGIDIMENTO MUSCOLARE CON PERDITA DI COSCIENZA
LA CRISI È’ DOVUTA ALL’ATTIVITÀ DI UN GRUPPO DI NEURONI RESPONSABILI
DELLA PRODUZIONE AUTONOMA E ABNORME DI IMPULSI ANOMALI.
PUÒ ESISTERE:
1 EPILESSIA ESSENZIALE SENZA CAUSA APPARENTE.
2 EPILESSIA DA CAUSE TRAUMATICHE E PATOLOGICHE.
ESISTONO MOLTE FORME DI EPILESSIA:
 PICCOLO MALE ( BAMBINI)
MOMENTO DI “ASSENZA” CON SGUARDO FISSO; PERDITA DELLA NOZIONE
DELL’AMBIENTE ESTERNO.
 GRANDE MALE (ADULTI)
FORMA GENERALIZZATA A TRE FASI IN SUCCESSIONE TEMPORALE:
1. FASE TONICA (DURATA CIRCA 30”)
GRIDO INIZIALE, IMPROVVISA PERDITA DI COSCIENZA E CADUTA A TERRA,
RIGIDITÀ, APNEA ANCHE PROLUNGATA.
2. FASE CLONICA (DURATA DA -2- 5 MINUTI)
CONTRAZIONI VIOLENTE E RITMICHE (CONVULSIONI)
OCCHI ROVESCIATI, BAVA ALLA BOCCA,MORSO DELLA LINGUA, CIANOSI, PERDITA
DI FECI E URINE.
3. FASE POST-CRITICA (DURATA DA POCHI MIN SINO A 30-60MIN)
PERIODO D’INCOSCIENZA POST-CRITICO, SONNO PROFONDO,
STATO CONFUSIONALE, CEFALEA, AMNESIA AL RISVEGLIO.
COSA FARE:
LO SCOPO E’ DI IMPEDIRE CHE IL PAZIENTE SUBISCA TRAUMI DURANTE LA CRISI:
•
ALLERTARE IL 118;
•
DIFFERENZIARE L’EPILESSIA DA UNA POSSIBILE ISTERIA;
•
PROTEGGERE IL PAZIENTE DA EVENTUALI TRAUMI CRANICI DURANTE LA
CRISI E CADUTA A TERRA
•
NON CERCARE DI IMMOBILIZZARE CON LA FORZA;
•
POSIZIONARE UN OGGETTO MORBIDO O CHE NON POSSA ESSERE
RISUCCHIATO O ASPIRATO TRA I DENTI PER EVITARE MORSICATURE
• (NO GARZE NO FAZZOLETTI NO OGGETTI METALLICI)
•
TENERE IL PAZIENTE SUPINO; O POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA, SE C’È
VOMITO
•
ALLENTARE GLI ABITI O CINTURE, CRAVATTE ETC;
•
VALUTARE I PARAMETRI VITALI;
19
Trauma Cranico
E’ UN COLPO ,UN URTO E I DANNI CHE NE DERIVANO AL CERVELLO POSSONO ESSERE DI TIPO
DIVERSO PRIMO SOCCORSO: INVIARE SEMPRE IN OSPEDALE CHIUNQUE ABBIA RICEVUTO UN COLPO
ALLA TESTA
LESIONI INTERNE
EMATOMA
CONTUSIONE
COMMOZIONE
DANNI AL BULBO
LESIONI ESTERNE
CONTUSIONI
TUMEFAZIONI (BERNOCCOLO)
FERITA
FRATTURA DELLA VOLTA CRANICA
FRATTURA DELLA BASE CRANICA
NORME DI COMPORTAMENTO


1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
PER VALUTARE SE L’INFORTUNATO E COSCIENTE O INCOSCIENTE, PORGLI DELLE DOMANDE
CIRCA LE SUE GENERALITÀ, LE MODALITÀ DELL’INCIDENTE, ETC.
VALUTARE EVENTUALI SINTOMI E SEGNI DI SOFFERENZA GENERALE
VOMITO SENZA NAUSEA E A GETTO
CEFALEA INTENSA
AMNESIA E VERTIGINI, DISORIENTAMENTO
CONFUSIONE MENTALE,SONNOLENZZA E TORPORE
ASIMMETRIA DELLE PUPILLE
RINORRAGIA E OTORRAGIA
DEVIAZIONE DEGLI OCCHI
PARALISI
PRIMO SOCCORSO
INFORTUNATO COSCIENTE
 POSIZIONE SEMISEDUTA CON TESTA BEN FERMA
INFORTUNATO INCOSCIENTE
 POSIZIONE SEMISEDUTA
 POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA (SOLO SE SI PUÒ ESCLUDERE UN DANNO ALLA
COLONNA VERTEBRALE)
 ATTENZIONE:
 DA ESCLUDERE LA POSIZIONE ANTISHOCK ( (L’AFFLUSSO DI SANGUE AL CERVELLO
AGGRAVEREBBE EVENTUALE L’EMATOMA)
 SE LA SITUAZIONE APPARE GRAVE E SE SI TEME DI PROVOCARE DANNI SPOSTANDO LA
VITTIMA, SI PUÒ EVITARE LA POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA MANTENENDO
L’INFORTUNATO DISTESO. IN TAL CASO, IL SOCCORRITORE NON DEVE ABBANDONARE
L’INFORTUNATO, DEVE STARGLI VICINO CONTROLLANDONE IL RESPIRO E RUOTARLO UN PO
DI LATO IN CASO DI VOMITO IMPROVVISO
COSA FARE?
•
POSIZIONE SUPINA
•
MANTENERE LIBERE LE VIE AEREE
•
ACCERTARE RESPIRO E BATTITO CARDIACO
•
ATTENZIONE AL RISCHIO DI VOMITO
•
SORVEGLIARE IL PAZIENTE IN ATTESA DEL 118
•
NON DARE MAI DA BERE
•
NON PROVOCARE IL VOMITO
•
NON BLOCCARE LA FUORIUSCITA DI SANGUE DAGLI ORIFIZI
•
NON RIMUOVERE GLI OGGETTI CONFICCATI
20
Folgorazioni da corrente elettrica
SINDROME PROVOCATA DAL PASSAGGIO DI CORRENTE ELETTRICA NEL CORPO
UMANO PROVOCATO DAL CONTATTO CON ELEMENTI SOTTO TENSIONE.
GLI EFFETTI DELLA CORRENTE SONO VARI.UNA SEMPLICE SCOSSA LASCIA IL
SOGGETTO COSCIENTE.
MA LA CORRENTE PUÒ PORTARE IL SOGGETTO IN STATO DI INCOSCIENZA.
SI PUÒ AVERE
1. ARRESTO DEL RESPIRO ( PER INIBIZIONE DEI CENTRI RESPIRATORI E
PARALISI DEI MUSCOLI RESPIRATORI).
2. ARRESTO CARDIACO IMMEDIATO.
SEGNI E SINTOMI:
USTIONE, CRISI EPILETTICA, SPASMI MUSCOLARI, FRATTURE, LUSSAZIONI,
ARRESTO RESPIRATORIO, ARRESTO CARDIACO.
COME INTERVENIRE:
 AGIRE SEMPRE IN SICUREZZA
 SE L’INFORTUNATO E’ ANCORA A CONTATTO CON LE PARTI IN TENSIONE,
INTERROMPERE LA CORRENTE,
 SE NON E’ POSSIBILE, ALLONTANARE L’INFORTUNATO, UTILIZZARE SOLO
MEZZI ISOLANTI ( UN BASTONE DI LEGNO.)
 IN CASO DI FOLGORAZIONE DA CORRENTE AD ALTA TENSIONE NON
AVVICINARSI MAI AL FOLGORATO SE LA CORRENTE NON È STATA
STACCATA RETROCEDERE E DARE L’ALLARME.
 INCOSCIENTE CHE RESPIRA: POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA
 INCOSCIENTE CHE NON RESPIRA, CIRCOLAZIONE PRESENTE: RESPIRAZIONE
ARTIFICIALE
 INCOSCIENTE CHE NON RESPIRA, CIRCOLAZIONE ASSENTE:
MASSAGGIO CARDIACO E RESPIRAZIONE ARTIFICIALE.
COSA EVITARE DI FARE:
-
NON TOCCARE L’INFORTUNATO
RICORDARSI CHE L’ACQUA E METALLI SONO CONDUTTORI DI CORRENTE
NON AVVICINARSI A QUALSIASI CONDUTTORE IN CONTATTO CON LUI
NON VERSARE ACQUA SULLE USTIONI
21
Assideramento o ipotermia
E’ IL RISULTATO DI UNA ECCESSIVA ESPOSIZIONE ALLE BASSE TEMPERATURE DI TUTTO
L’ORGANISMO, CON UN ABBASSAMENTO DELLA TEMPERATURA CORPOREA.
È FAVORITA DA: VENTO, VESTITI BAGNATI, ALCOOL, IMMERSIONE IN ACQUA FREDDA,
IMMOBILITÀ,TRAUMI.
-
LA VASOCOSTRIZIONE CEREBRALE DETERMINA
 SEGNI PREMONITORI:
STANCHEZZA FISICA E MENTALE
IRRITABILITÀ E IRRAGIONEVOLEZZA,
TREMITO, TORPORE, TACHICARDIA
DIFFICOLTÀ DI VISTA E DI PAROLA E MOVIMENTO
 IL QUADRO SI AGGRAVA CON:
SONNOLENZA FINO A COMA
POLSO DEBOLE
RESPIRO LENTO FINO ALL’ARRESTO
I SINTOMI INIZIALI
• PALLORE E STANCHEZZA
• BRIVIDI INTENSI
• CEFALEA
• DIFFICOLTÀ DI MOVIMENTO, VISTA E PAROLA
• TORPORE
• TACHICARDIA
SUCCESSIVAMENTE
SONNOLENZA FINO AL COMA
• CONFUSIONE MENTALE, IRRITABILITÀ
• RALLENTAMENTO DEL RESPIRO FINO ALL’ARRESTO
• POLSO DEBOLE E RALLENTATO
PRIMO SOCCORSO
1. NON LASCIAMOLO ADDORMENTARE.
2. RISCALDARE L’INDIVIDUO GRADUALMENTE E SOMMINISTRARE ECCITANTI
COME :CAFFÈ O TÈ CIOCCOLATO
3. NON FACCIAMOGLI FARE SFORZI, ESERCIZI O MASSAGGI, POICHÉ IL SANGUE
DELLE ESTREMITÀ ESSENDO PIÙ FREDDO NON DEVE ARRIVARE DI COLPO
AGLI ORGANI CENTRALI.
4. PORTARE
L’INFORTUNATO
IN
AMBIENTE
ASCIUTTO
MA
NON
ECCESSIVAMENTE RISCALDATO , COPRIRLO E METTERLO IN POSIZIONE
ANTISHOCK.
5. TOGLIERE GLI INDUMENTI BAGNATI.
6. NON SOMMINISTRARE ALCOLICI.
RICORDARE: UN IPOTERMICO GRAVE INCOSCIENTE O QUASI, NON DEVE ESSERE
RISCALDATO, POICHÉ DI SOLITO COSI FACENDO VA IN ARRESTO CARDIACO, DEVE
ESSERE COPERTO E OSPEDALIZZATO IN POSIZIONE ANTISHOCK.
22
Congelamento
E’ UNA LESIONE LOCALE DA FREDDO, SONO COLPITE LE ESTREMITÀ: MANI, PIEDI,
NASO, ORECCHIE. LA CUTE È PALLIDA, FREDDA CON DIMINUZIONE DI SENSIBILITÀ
E FORMICOLI.
1° GRADO:.
LA RIDOTTA CIRCOLAZIONE PROVOCA DOLORE ED EDEMA
LOCALE. LA CUTE È CIANOTICA SI INTERVIENE MASSAGGIANDO DOLCEMENTE LA
PARTE PER FAVORIRE LA CIRCOLAZIONE, E ALLENTANDO TUTTO CIÒ CHE PUÒ
RIDURRE IL PASSAGGIO DEL SANGUE .
2° GRADO:
SI HA UN ARRESTO DELLA CIRCOLAZIONE LOCALE CON
IMMOBILITÀ, INSENSIBILITÀ, E LA COMPARSA DI BOLLE COPRIRE CON GRANDE
QUANTITÀ DI COTONE O PANNI ASCIUTTI.
3° GRADO:. MORTE DEI TESSUTI CON SUCCESSIVO SFALDAMENTO
RICOPRIRE CON UN BENDAGGIO ASCIUTTO PER PREVENIRE INFEZIONI
Primo soccorso





PORTARE LA VITTIMA IN LUOGO RIPARATO
SLACCIARE GLI INDUMENTI COSTRITTIVI
SOSTITUZIONE DI INDUMENTI BAGNATI CON ASCIUTTI
RISCALDARE CON IL CALORE DEL PROPRIO CORPO
SOMMINISTRARE BEVANDE TIEPIDE E ZUCCHERATE
EVITARE:
•
•
•
•
•
NON PORRE L’INFORTUNATO IN AMBIENTI TROPPO CALDI.
NON RISCALDARE LE PARTI CONGELATE CON BORSE DI ACQUA CALDA O
FRIZIONARLE CON LA NEVE.
NON SOMMINISTRARE ALCOLICI.
NO CALORE DIRETTO
NO MOVIMENTI
23
Asfissia
L’ASFISSIA CONSEGUE ALL’INTERRUZIONE DELLA RESPIRAZIONE
Primo soccorso:
1) PORTARE L’ÌINFORTUNATO ALL’ARIA APERTA, POICHÉ’ SE NON È TROPPO
INTOSSICATO L’ARIA ATMOSFERICA È SUFFICIENTE A FARGLI RIPRENDERE UNA
RESPIRAZIONE NORMALE
2) ALLENTARE ABITI E CINTURE
3) FAR RIMANERE IL PAZIENTE SDRAIATO
4) CONTROLLARE I PARAMETRI VITALI E SE NECESSARIO PRATICARE LA
RESPIRAZIONE ARTIFICIALE
5) SE NON SI RIPRENDE INIZIARE LA RIANIMAZIONE CARDIO POLMONARE.
NON SOMMINISTRARE NULLA PER BOCCA
Epistassi
FUORIUSCITA DI SANGUE DAL NASO
COSA FARE:
-
INFORTUNATO SEDUTO COL CAPO IN AVANTI
COMPRIMERE LE NARICI FRA LE DITA PER CINQUE MINUTI APPLICARE
GHIACCIO SULLA FRONTE
COSA NON FARE:
-
POSIZIONARE IL CAPO ALL’INDIETRO
IN CASO DI TRAUMA CRANICO NON EVITARE EPISTASSI
Otorragia
FUORIUSCITA DI SANGUE DALL’ ORECCHIO
COSA FARE
•
PORRE L’INFORTUNATO IN POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA, SE NON VI
SONO CONTROINDICAZIONI
•
NON UTILIZZARE COTTON FIOCK
•
ALLERTARE IL 118
24
Emorragie
FUORIUSCITA DI SANGUE DA VENE O DA ARTERIE.
COSA FARE:
1. CHIAMARE TEMPESTIVAMENTE I SOCCORSI, 118
2. INDOSSARE I GUANTI MONOUSO
3. FAR SDRAIARE L’INFORTUNATO SULLA SCHIENA; PER LE EMORRAGIE DELLE
PARTI ALTE DEL CORPO: POSIZIONE SEMISEDUTA, PER LE EMORRAGIE
DELLE PARTI BASSE DEL CORPO: POSIZIONE ORIZZONTALE CON GAMBE
SOLLEVATE
4. CERCARE L’ORIGINE DELL’EMORRAGIA ED ESERCITARE UNA PRESSIONE
SULLA FERITA CON GARZE STERILI
5. NON RIMUOVERE I CORPI CONFICCATI
6. COPRIRE PER EVITARE PERDITE DI CALORE
SE L’EMORRAGIA È ARTERIOSA (FUORIUSCITA A GETTO DI SANGUE ROSSO VIVO,
SECONDO LA FREQUENZA CARDIACA PORRE L’INFORTUNATO IN POSIZIONE
ANTISHOCK E APPLICARE UN LACCIO EMOSTATICO (ANCHE UN PEZZO DI STOFFA
PUÒ FARE DA LACCIO E CONSENTE IL PASSAGGIO DI UN PO’ DI SANGUE E UNA
PARZIALE OSSIGENAZIONE).
NELLA PARTE ALTA DELLA COSCIA O DEL BRACCIO.
RICORDARE:
- SCRIVERE SU UN BIGLIETTO O SUL COLLETTO DELLA CAMICIA O COMUNQUE IN
MODO VISIBILE LA FRASE “ PORTATORE DI LACCIO E L’ORA ESATTA IN CUI
ESSO È STATO APPOSTO
- IL LACCIO DEVE ESSERE TOLTO SOLO DA UN MEDICO O AL PRONTO SOCCORSO
- IL LACCIO PUÒ ESSERE LASCIATO IN LOCO SOLO PER 20 MINUTI
- IL LACCIO DEVE ESSERE ALLENTATO OGNI 20 MINUTI PER NON PIÙ DI 2 MINUTI
CONSECUTIVI
SE DALLA FERITA FUORIESCE SANGUE DI COLORE SCURO E CON FLUSSO
COSTANTE E REGOLARE SI TRATTA DI EMORRAGIA VENOSA:
- COMPRIMERE LA FERITA E SE NECESSARIO PORRE PIÙ STRATI DI GARZA
STERILE SULLA FERITA E FASCIARE.
- TENERE L’ARTO IN POSIZIONE ALZATA, FINO ALL’ARRIVO DEI SOCCORSI
- UTILIZZARE GLI EVENTUALI PUNTI DI COMPRESSIONE
25
Ferita
LESIONI DELLA PELLE
COSA FARE:
1) SCOPRIRE LA PARTE FERITA E LAVARE CON ACQUA E SAPONE
2) COPRIRE CON GARZA STERILE
SE LA FERITE SANGUINA ABBONDANTEMENTE:
3) FASCIARE LA FERITA
4) SOLLEVARE L’ARTO
5) APPLICARE GHIACCIO
6) APPLICARE LACCIO EMOSTATICO
Ferita grave
7) SDRAIARE A TERRA L’INFORTUNATO (POSIZIONE ANTI-SHOCK)
8) COMPRIMERE CON FORZA PER ARRESTARE L’EMORRAGIA
9) APPLICARE FASCIA EMOSTATICA A MONTE DELLA FERITA, TRA LA FERITA E IL
CUORE.
IMPORTANTE:SE
IL FERITO NON E’ VACCINATO CONTRO IL TETANO
PROVVEDERE PER LA PROFILASSI ANTITETANICA
LESIONI PENETRANTI
SE A CARICO DEL TORACE,
DELL’ADDOME O DELLA
RADICE DEGLI ARTI,
COSTITUISCONO
EMERGENZE
ASSOLUTE
E INDIFFERIBILI
26
27
Ustione
PER QUANTO RIGUARDA LA PROFONDITÀ, LE USTIONI SONO DISTINTE IN 3 GRADI:
· 1 USTIONI DI PRIMO GRADO (ERITEMA, STRATO SUPERFICIALE)
· 2 USTIONI DI SECONDO GRADO (BOLLE O VESCICOLE “FLITTENE” STRATI
PROFONDI)
· 3 USTIONI DI TERZO GRADO (NECROSI O MORTE DELLA PELLE A TUTTO
SPESSORE, CUTE CARBONIZZATA E MACERATA
 SE L'USTIONE SI ESTENDE A PIÙ DI UN TERZO DELLA SUPERFICIE CUTANEA
TOTALE C'È PERICOLO DI BLOCCO RENALE (LA PELLE NON RESPIRA, I RENI
DEVONO LAVORARE ENORMEMENTE PER ELIMINARE I PRODOTTI DI
DISFACIMENTO DELLE CELLULE DISTRUTTE E LE ALTRE SOSTANZE
TOSSICHE.)
 L'USTIONE CHE OCCUPA UNA SUPERFICIE SUPERIORE AL
10 % NEGLI ADULTI E AL 5 % NEI BAMBINI, COMPORTA SQUILIBRI DI
CARATTERE GENERALE.
 LE USTIONI DI SECONDO E DI TERZO GRADO SONO DELLE FERITE: ESISTE PER
QUESTE IL PERICOLO DI INFEZIONE.
 NELLE USTIONI ESISTE PERICOLO DI DISIDRATAZIONE SHOCK
-
28
PER VALUTARE L'ESTENSIONE DELLE USTIONI SI RICORDA LA REGOLA DEL 9:
IL TRONCO COSTITUISCE IL 36 % DELLA SUPERFICIE TOTALE DEL CORPO.
TESTA E COLLO: 9 %;
PETTO E VENTRE: 18 %;
DORSO E GLUTEI : 18 %;
RTI INFERIORI IL :18 % CIASCUNO;
ARTI SUPERIORI: IL 9 % CIASCUNO.
LA GRAVITÀ DELLE USTIONI
 LA GRAVITÀ DI UNA USTIONE DIPENDE DALLA PROFONDITÀ E DALLA
ESTENSIONE DELLA ZONA USTIONATA;
 LA GRAVITÀ DELLE CONDIZIONI GENERALI DEL PAZIENTE DIPENDE DALLA
ESTENSIONE DELLA USTIONE, INDIPENDENTEMENTE DALLA PROFONDITÀ.
PIÙ È ESTESA L’ARIA USTIONATA, PIÙ LA VITA DEL SOGGETTO È IN
PERICOLO.
 USTIONI CHE COLPISCONO PIÙ DEL 30% DELLA SUPERFICIE TOT. DEL CORPO
ADULTO E 20% DEL BAMBINO SONO MOLTO GRAVI.
 SE NELL’ADULTO SUPERA IL 60% L’USTIONE È MORTALE.
 FATTORI AGGRAVANTI:
 ETÀ A RISCHIO SONO < 5ANNI - > 60 ANNI
 MALATTIE DEL SOGGETTO QUALI (DIABETE, PATOLOGIE
.RESPIRATORIE E CARDIACHE ETC.)
 TIPO DI INDUMENTI QUALI (FIBRE SINTETICHE);
 SEDE DELLE USTIONI (COLLO, VOLTO, ARTICOLAZIONI, ORIFIZI
NATURALI);
 TIPO DI AGENTE USTIONANTE;
 DURATA DEL CONTATTO;
LESIONI DA SOSTANZE CHIMICHE
POSSONO ESSERE CAUSATE DA UNA SOSTANZA O UN PREPARATO ALLO STATO
SOLIDO, LIQUIDO O GASSOSO, CHE INTERAGENDO CON L’ORGANISMO, CAUSANO
DANNI ALLA SALUTE.
VIE DI PENETRAZIONE
LE PRINCIPALI VIE DI PENETRAZIONE DEGLI AGENTI CHIMICI NELL’ORGANISMO
1 INALAZIONE
2 INGESTIONE
3 CONTATTO CON CUTE E MUCOSE
ENTITÀ DELLA LESIONE È LEGATA A :
•
•
•
CARATTERISTICHE DELL’AGENTE CHIMICO
QUANTITÀ DI SOSTANZA ASSORBITA
DURATA DELL’ESPOSIZIONE
29
RISCHI POSSIBILI
INCENDI
IRRITAZIONE O LESIONI DEL DERMA O MUCOSE
INTOSSICAZIONI ACUTE E CRONICHE.
LE USTIONI CHIMICHE DA ALCALI O DA ACIDI FORTI
IL PRIMO SOCCORRITORE DEVE AGIRE SUBITO INTERVENENDO CONTRO LA
CONCENTRAZIONE DELLA SOSTANZA E CONTRO IL TEMPO DI CONTATTO DEL
CAUSTICO COI TESSUTI ORGANICI.
COMPORTATEVI COME SE SI TRATTASSE DI UNA USTIONE DA CALORE. TAGLIARE
GLI INDUMENTI CONTAMINATI
E AUTOPROTEGGERSI. SERVE ALL'UOPO UN
LAVAGGIO CON ACQUA CORRENTE IN ABBONDANZA DELLA REGIONE COLPITA
PER DILUIRE O ASPORTARE LA SOSTANZA CHIMICA, RICORDANDO CHE ALCUNE
SOSTANZE COME L'ACIDO SOLFORICO E LA CALCE VIVA, REAGISCONO CON
L'ACQUA PRODUCENDO GRANDE QUANTITÀ DI CALORE; IN CASI DI QUESTO TIPO IL
LAVAGGIO DEVE ESSERE CONTINUATO PER ALMENO 10 MINUTI. SE UN OCCHIO È
STATO COLPITO DALLA SOSTANZA CHIMICA, LAVATELO CON PRUDENZA CON
ACQUA STERILE O SOLUZIONI SALINE. COPRITE CON UNA MEDICAZIONE STERILE E
CONSULTATE SUBITO UN MEDICO.
30
INTERVENTO IN USTIONI DI 1° GRADO:
INDOSSARE I GUANTI
LAVARE CON ACQUA FREDDA ABBONDANTE
NON STROFINARE LA LESIONE
MEDICARE CON GARZE E POMATE
MAI COTONE
NON APPLICARE TALCO O ALTRO.
SE C’È FEBBRE SOMMINISTRARE UN ANTIPIRETICO.
INTERVENTO IN USTIONI DI 2°GRADO
 USTIONI DI 2°DI PICCOLE DIMENSIONI
(MINORI DI 1 MONETA DA 2 EURO).
 RAFFREDDARE LA LESIONI CON ACQUA FREDDA O GHIACCIO.
 NON BUCARE LA BOLLA, USARE DELLE POMATE SPECIFICHE.
 COPRIRE CON GARZA E TUBULARE DI RETE.
 QUANDO LA BOLLA SI ROMPERÀ, PROCEDERE AD UNA MEDICAZIONE
COME PER FERITA.
INTERVENTO IN USTIONI DI 2°GRADO
 USTIONI DI 2°DI GRANDI DIMENSIONI
 CHIAMARE IL 118 ED OSPEDALIZZARE
 PRIME DI PROVVEDERE AL TRASPORTO:
 NON APPLICARE POMATE, OLIO, GRASSI, NON USARE DISINFETTANTI
 NON SOMMINISTRARE ALCOLICI
 METTERE LA PARTE SOTTO ACQUA CORRENTE O IMMERGERLA IN
ACQUA
 PROTEGGERE CON GARZE E TELO STERILE, MAI COTONE
 DAR DA BERE ALL’USTIONATO ( ACQUA CON SALE)
 MISURE ANTISHOCK E TRASPORTO
INTERVENTO IN USTIONI DI 3° GRADO:
• DARE L’ALLARME CON PRECISIONE, SEGNALANDO L’AGENTE USTIONANTE,
IL GRADO E L’ESTENSIONE DELL’USTIONE, DATI SUL SOGGETTO (BAMBINO,
ANZIANO , MALATO).
• ARRESTARE L’AZIONE DEL CALORE CON ABBONDANTI GETTI D’ACQUA
ANCHE NELLE ZONE ADIACENTI L’USTIONE
• ELIMINARE GLI ABITI CHE COPRONO L’USTIONE, MA NON QUELLI IN
DIRETTO CONTATTO, NON TOCCARE CON LE MANI
• COPRIRE CON PANNI E GARZE STERILI ( AD ES. ASCIUGAMANO)
• NIENTE ALCOLICI (ACQUA SALATA)
• POSIZIONE ANTISHOCK (COMPATIBILMENTE CON LE PARTI USTIONATE)
• IN CASO DI USTIONI DA CORRENTE ELETTRICA : CERCARE SIA L'USTIONE DI
ENTRATA E SIA QUELLA DI USCITA DELLA C.E. E TRATTARLE COME USTIONI
DI TERZO GRADO.
• MISURE ANTISHOCK E TRASPORTO OSPEDALIZZARE
31
USTIONI GRAVI E CONDOTTA DA TENERE DI FRONTE ALL’INCIDENTE
 IMPEDIRE AD UN SOGGETTO DI CORRERE S HA GLI ABITI IN FIAMME, SE È AL
CHIUSO NON DEVE PRECIPITARSI ALL’ESTERNO.
 SOFFOCARE LE FIAMME AVVOLGENDOLO IN UNA COPERTA, TAPPETO O
CAPPOTTO (NON TESSUTI SINTETICI)
 NON TENTARE DI TOGLIERE I VESTITI BRUCIATI POICHÉ INCOLLATI ALLA
PELLE
 RAFFREDDARE LA PARTE CON ACQUA
 NON GETTARE MAI ACQUA SU PRODOTTI IN FIAMME ES, PETROLIO,
BENZINA, ALCOOL
 SE SI USA UN ESTINTORE, IL GETTO DEVE COLPIRE LA BASE DELLE FIAMME
EVITARE DI COLPIRE LE VITTIME.
 SUPERATA QUESTA PRIMA FASE IL SOCCORRITORE SI TROVA DI FRONTE UN
USTIONATO GRAVE.
COSA NON DEVI MAI FARE:
•
•
•
•
•
•
NON FAR ROTOLARE IL PAZIENTE SUL SUOLO, PERCHÉ QUESTO PUÒ
ALLARGARE L’AREA USTIONATA
NON CERCARE DI SFILARE GLI ABITI
OLTRE ALL’ACQUA NON METTERE ALTRE SOSTANZE SULLA CUTE
USTIONATA! SOPRATTUTTO, NON APPLICARE OLIO, POMATE O ALTRI
PREPARATI! COSÌ FACENDO, RISCHI DI CREARE UNO STRATO ISOLANTE CHE
CONSENTA AL CALORE DI CONTINUARE LA SUA AZIONE DISTRUTTIVA IN
PROFONDITÀ
NON APRIRE LE VESCICOLE! VANNO PROTETTE APPLICANDO CON MOLTA
CAUTELA UNA COMPRESSA DI GARZA.
SE, INVECE, LE VESCICHE SI SONO APERTE NON RIMUOVERE IL TETTO,
PERCHÉ QUESTO STRATO ESTERNO DI PELLE FORMA UNA MEDICAZIONE
IDEALE SUL SOTTOSTANTE TESSUTO VIVO, CHE INVECE È ASSAI
SUSCETTIBILE ALL’INFEZIONE
NON SOMMINISTRARE BEVANDE ALCOLICHE
32
Punture di Insetti
(vespe, api, calabroni)
COSA FARE: MOLTI INSETTI INTRODUCONO NELLA PELLE UN PUNGIGLIONE, ALTRI IL LORO SIERO
SE LE LESIONI SONO LIEVI, LAVARE LA FERITA CON ACQUA E SAPONE ED ASPORTARE IL PUNGIGLIONE SE E’ RIMASTO
CONFICCATO NELLA PELLE CON UN OGGETTO TAGLIENTE
POMATA ANTIBIOTICA OAMMONIACA DILUITA.
SE LA PERSONA E’ ALLERGICA AL VELENO INIETTATO ASPETTARE I SOCCORSI
PER I MORSI DELLA TARANTOLE O DEGLI SCORPIONI, APPLICARE UNA SOLUZIONE DI AMMONIACA, IMPACCHI FREDDI E
POMATE SULLA CUTE.
N.B: C’È RISCHIO PER ALCUNI DI SHOCK ANAFILATTICO CON EDEMA DELLA GLOTTIDE ( PORTARE D’URGENZA IN CENTRO DI
RIANIMAZIONE O OTORINOLARINGOIATRICO)1) NUMERO ELEVATO DI PUNTURE2 )IL LUOGO DELLA PUNTURA CON RISCHIO
DI EDEMA ( FACCIA,LINGUAE GOLA)
3) SENSIBILITÀ INDIVIDUALE ACCENTUATA( BAMBINO, SOGGETTO ALLERGICO).
-
Morsi di Vipera
NELLE NOSTRE REGIONI, I SERPENTI VELENOSI SONO SOLTANTO I VIPERIDI. IL MORSO È UN EVENTO RELATIVAMENTE RARO.
IL RISCHIO PUÒ ESSERE EVITATO RICORDANDOSI DI NON CAMMINARE IN SILENZIO E SENZA FAR RUMORE. NON INFILATE LE
MANI TRA I SASSI, SPECIALMENTE QUELLI AL SOLE, E NON SEDETEVI SENZA PRIMA DARE QUALCHE COLPO DI BASTONE.
NON USATE SCARPE BASSE. SORVEGLIATE IL COMPORTAMENTO DEI BAMBINI CHE SONO CON VOI.
COSA FARE IN CASO DI MORSO DI SERPENTE,
1.
CHIAMARE IMMEDIATAMENTE IL MEDICO O IL CENTRO ANTIVELENI
2.
RASSICURATE E FATE SDRAIARE LA VITTIMA: CIÒ RALLENTA LA CIRCOLAZIONE DEL SANGUE E IL DIFFONDERSI
DEL VELENO
3.
SI CAFFÈ.
4.
. MANTENETE LA CALMA LAVARE CON ACQUA FREDDA E PENSATE: È VELENOSO QUESTO MORSO?
5.
SE LO È, COMPARIRANNO RAPIDAMENTE I SINTOMI DELL’AVVELENAMENTO: VIVO DOLORE CON INFIAMMAZIONE
DELLA PARTE COLPITA, EMORRAGIA A CHIAZZE, SETE INTENSA CON SECCHEZZA DELLA BOCCA, SEGUITI POI DA
ITTERO, CRAMPI, AGITAZIONE, DELIRIO.
6.
SE VIENE EFFETTUATO UN BENDAGGIO COMPRESSIVO E LARGO DI TUTTO L’ARTO LESO, CON SUA COMPLETA
IMMOBILIZZAZIONE, POSSONO PASSARE ANCHE 6 ORE PRIMA CHE SI MANIFESTINO I PRIMI DISTURBI. IN CASO
CONTRARIO DI SOLITO PASSA CIRCA UN’ORA. SAPPIATE CHE IN ALMENO IL 30% DEI CASI LA VIPERA MORDE SENZA
INIETTARE IL VELENO.
7.
GENERALMENTE IL MORSO INTERESSA UN ARTO. OCCORRE UN ROTOLO DI BENDA PIUTTOSTO SPESSA E LARGA (510 CM.), MEGLIO SE ELASTICA. SI PARTE A FASCIARE L’ARTO INIZIANDO DALL’ESTREMITÀ E CONTINUANDO FINO
ALLA RADICE DELL’ARTO.
8.
NON È NECESSARIO STRINGERE MOLTO LA BENDA IN QUANTO L’EFFETTO CHE SI VUOLE OTTENERE È QUELLO DI
FERMARE LA CIRCOLAZIONE LINFATICA. SI PUÒ STRINGERE COME SE SI DOVESSE IMMOBILIZZARE UNA CAVIGLIA
DOPO UNA DISTORSIONE.
9.
A QUESTO PUNTO È ALTRETTANTO IMPORTANTE STECCARE L’ARTO PER IMMOBILIZZARLO. SE VI È POSSIBILE
TENETE SOPRA LA PARTE FERITA UN PÒ GHIACCIO TRITURATO AVVOLTO IN UN PANNO.
EVITARE
1.
MAI DARE ALCOLICI
2.
NON USARE MAI ALCOOL SULLA FERITA
3.
L’USO DEL LACCIO EMOSTATICO O L’INCISIONE E LA SUZIONE DELLA FERITA, CHE HANNO SEMPRE DIMOSTRATO
SCARSISSIMA EFFICACIA E SONO INVECE FONTE DI DANNI A VOLTE SERI.
4.
NON USATE MAI IL SIERO ANTIVIPERA O ANTIOFIDICO POLIVALENTE. E’ PIÙ ALTA LA MORTALITÀ PER SHOCK
ANAFILATTICO DA USO DI SIERO ANTIVIPERA (PIÙ DEL 3%) CHE NON LA MORTALITÀ DA MORSO DI VIPERA (1-2% IN
ITALIA). IL SIERO ANTIVIPERA SI USA SOLO IN OSPEDALE E SOLO IN CASI SELEZIONATI.
5.
CHIEDETE IL SOCCORSO IL PIÙ PRESTO POSSIBILE. SE AVETE UCCISO IL SERPENTE, PORTATELO CON VOI, AFFINCHÉ
POSSA ESSERE IDENTIFICATO.
33
Avvelenamenti
COS’È?
 STATO PATOLOGICO CAUSATO DALL’ASSORBIMENTO DI SOSTANZE TOSSICHE E
DALL’AZIONE CHE QUESTE ESERCITANO SULLE PRINCIPALI ATTIVITÀ FISIOLOGICHE.
SINTOMI
 DIGESTIVI: DOLORI ADDOMINALI VIOLENTI, NAUSEA, VOMITO, DIARREA.
 NERVOSI: VERTIGINE, PROSTRAZIONE, PERDITA DI CONOSCENZA, AGITAZIONE FINO AL
DELIRIO.
 CIRCOLATORI; PREVEDERE LO SHOCK.
COMPLICANZE: EPATICHE E RENALI IRREVERSIBILI.
REGOLE GENERALI DI COMPORTAMENTO
1.
2.
3.
4.
5.
NON PRENDERE INIZIATIVE PER LA SOMMINISTRAZIONE DI ANTIDOTI SPECIFICI.
NON SOMMINISTRARE ALCOLICI.
NON SOMMINISTRARE LATTE POICHÈ IN ALCUNI CASI PUÒ FAVORIRE L’ASSORBIMENTO
DELLA SOSTANZA TOSSICA ES. ANTIPARASSITARI.
NON FAR VOMITARE IL PAZIENTE PRIMA DI AVER BEN VALUTATO CHE TIPO DI SOSTANZA
HA INGERITO.
NON SI FACCIA MAI VOMITARE UN INCOSCIENTE.
RICORDARE
E’ INUTILE PROVOCARE VOMITO
Nell’intossicazione da
E’ UTILE PROVOCARE VOMITO
nell’intossicazione da
-TOSSINA BOTULINICA
-FUNGHI
ALIMENTI INFETTI(dolci gelati)
ANTIPARASSITARI
-FARMACI
ALCOOL
-
NON SI DEVE MAI PROVACARE VOMITO
Negli avvelenamenti da SOSTANZE CAUSTICHE
Acidi e alcali forti (es. acido muriatico, soda caustica)
PRIMO SOCCORSO IN CASO DI AVVELENAMENTO
 NON METTERE IN ATTO TERAPIE EMPIRICHE CHE SPESSO SONO PIU' PERICOLOSE DEL "NON
FARE NULLA". CHIAMA UN CENTRO ANTIVELENI
In caso di Ingestione:
 NON INDURRE IL VOMITO
 INDURRE IL VOMITO, PRIMA DI AVERE INTERPELLATO UN CENTRO ANTIVELENI, IN MOLTI
CASI AGGRAVA LA TOSSICITA’.
 IL VOMITO NON VA PROVOCATO:
 QUANDO LA VITTIMA NON E' PIENAMENTE COSCIENTE (RISCHIO DI INALAZIONE DI
VOMITO);
 QUANDO SONO STATE INGERITE SOSTANZE IRRITANTI O CAUSTICHE (ACIDI,
CANDEGGINA, DISGORGANTI, ETC)
 PRODOTTI SCHIUMOGENI (DETERSIVI, SAPONI ETC.),
 SOLVENTI E DILUENTI
 PESTICIDI
 SE INTERVIENE VOMITO SPONTANEO E LA VITTIMA NON È NON COSCIENTE, METTILO IN
POSIZIONE LATERALE CON LA TESTA PIU' BASSA RISPETTO ALLE SPALLE.
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PRIMO SOCCORSO IN CASO DI AVVELENAMENTO “ingestione”
 NON SOMMINISTRARE LATTE
 IL LATTE E' CONTROINDICATO NEI CASI DI INGESTIONE DI SOSTANZE SOLUBILI NEI
GRASSI, IN QUANTO NE AUMENTA L' ASSORBIMENTO; PER ES. SOLVENTI, DILUENTI,
DERIVATI DEL PETROLIO, ALCUNI PESTICIDI
 NON SOMMINISTRARE ACETO O SUCCO DI LIMONE
 NON SEGUIRE LE MISURE DI PRIMO SOCCORSO RIPORTATE SU ETICHETTE DI PRODOTTI
VARI, PRIMA DI AVERE CHIAMATO IL CENTRO ANTIVELENI , IN QUANTO ESSE POSSONO
ESSERE NON ESATTE O NON AGGIORNATE.
PRIMO SOCCORSO IN CASO DI AVVELENAMENTO
In caso di inalazione:
 AREARE L' AMBIENTE IN CASO DI PRESENZA DI GAS, FUMI, VAPORI TOSSICI;
 SE SOSPETTI FUGA DI GAS INFIAMMABILE, EVITARE L'USO DI INTERRUTTORI ELETTRICI O L'
ACCENSIONE DI FIAMME;
 ALLONTANA LA VITTIMA DALL' AMBIENTE CONTAMINATO;
 SE LA VITTIMA MOSTRA DIFFICOLTA' RESPIRATORIE DA BRONCOSPASMO PER INALAZIONE
DI GAS IRRITANTI VA PORTATA RAPIDAMENTE AL PIU' VICINO PRONTO SOCCORSO.
In caso di contatto cutaneo
 TOGLIERE GLI INDUMENTI CONTAMINATI UTILIZZANDO I GUANTI;
 LAVARE A LUNGO CON ACQUA CORRENTE LE PARTI COLPITE
In caso di contatto oculare
 LAVA GLI OCCHI PER 15-30 MIN TENENDO LE PALPEBRE BEN APERTE, CON GETTO CONTINUO
E DELICATO;
 IN CASO DI ARROSSAMENTO OCULARE PERSISTENTE, DIFFICOLTA' VISIVE E SEMPRE IN
SEGUITO A CONTATTO CON SOSTANZE CAUSTICHE, CONSULTARE UN OCULISTA.
 SCOPRIRE UN INCIDENTE È UN’ESPERIENZA TRAUMATICA PER OGNUNO, MA LO È MOLTO DI
PIÙ QUANDO LA PERSONA COINVOLTA È UN AMICO, UN VICINO O UN PARENTE. SPESSO È
CIÒ CHE ACCADE NEL CASO DI UN INCIDENTE IN FATTORIA. QUELLO CHE FAI NEI SECONDI
CHE SEGUONO LA SCOPERTA POTREBBERO FARE LA DIFFERENZA TRA LA SOPRAVVIVENZA
DELLA VITTIMA E LA MORTE.
 COSA FARE I PRIMI MINUTI DOPO CHE SI È VERIFICATO UN INCIDENTE AGRICOLO PUÒ
RAPPRESENTARE LA DIFFERENZA TRA LA VITA E LA MORTE. PER PREPARE TE STESSO E I
TUOI DIPENDENTI AD UN’EMERGENZA, SEGUI QUESTI PUNTI:
 METTI LE INFORMAZIONI DI EMERGENZA VICINO AD OGNI TELEFONO
CHE COSA FARE
 SE IL SOGGETTO È COSCIENTE CHIEDERGLI CHE COSA HA INGERITO. ALTRIMENTI
CHIEDERLO A CHI GLI STA VICINO. INFORMARSI SULLA QUANTITÀ ASSUNTA E SUL TEMPO
INTERCORSO DALLA INGESTIONE DELLA STESSA.
 SE IL SOGGETTO È INCOSCIENTE E RESPIRA: POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA
 CONTROLLARE LE FUNZIONI VITALI ED EVENTUALMENTE PRATICARE LA RCP
 CHIAMARE IL 118 SPECIFICANDO AVVELENAMENTO;
 RACCOGLIERE GLI AVANZI DEL CIBO SOSPETTO O DELLA SOSTANZA VELENOSA, UN
CAMPIONE DI MATERIALE VOMITATO E UN PÒ DI URINA.
Le intossicazioni da gas e vapori
LE INTOSSICAZIONI SONO PATOLOGIE CONSEGUENTI AD INALAZIONI DI GAS E VAPORI.
I GAS E I VAPORI POSSONO DETERMINARE AZIONI IRRITANTI IMMEDIATE
(ANIDRIDE SOLFOROSA, AMMONIACA, ALOGENI, ISOCIANATI)
O UN'AZIONE DANNOSA PIÙ LENTA
(OZONO, GAS NITROSI, ANIDRIDE CARBONICA, OSSIDO DI CARBONIO).
I gas ed i vapori provocano:
IRRITAZIONI AGLI OCCHI, ALLA LARINGE, ALLA TRACHEA, AI BRONCHI E AI POLMONI;
DIFFICOLTÀ RESPIRATORIA; · CEFALEA; · NAUSEA E VOMITO.
CIANOSI (COLORITO BLUASTRO CUTE, LABBRA E LETTO UNGUEALE PER DIFETTO DI
OSSIGENAZIONE); ALTERAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA;
35
Il primo soccorso
•
•
•
•
CHIAMARE IL 118
L'ALLONTANARE IL SOGGETTO DALLA FONTE TOSSICA.
CONTROLLARE LA PERVIETÀ DELLE VIE AEREE E SOMMINISTRAZIONE DI OSSIGENO DA
PARTE DI PERSONALE QUALIFICATO.
NON SOMMINISTRARE BEVANDE.
L'INGESTIONE DI SOSTANZE TOSSICHE, VOLONTARIA O ACCIDENTALE, PUÒ PROVOCARE UNO
STATO DI AVVELENAMENTO.
TRA LE SOSTANZE TOSSICHE RESPONSABILI DI AVVELENAMENTI VANNO RICORDATI I COMPOSTI
INDUSTRIALI, I MEDICINALI, I PRODOTTI PETROLIFERI E I PESTICIDI.
Sintomi e segni
1 USTIONI SULLA BOCCA;
2 DIFFICOLTÀ RESPIRATORIA E
3 ALTERAZIONE DEL POLSO
4 SUDORAZIONE
5 VOMITO E DIARRREA
6 CONVULSIONI IMPROVVISE
7 ALTERAZIONE DELLA COSCIENZA FINO ALLO SHOCK
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Posizione laterale di sicurezza
IL SOCCORRITORE È IN GINOCCHIO A FIANCO DELL’INFORTUNATO;
ALLUNGA IL BRACCIO DELL’INFORTUNATO CHE STA DALLA SUA PARTE AD ANGOLO RETTO
RISPETTO AL CORPO, FLESSO AL GOMITO, PALMO DELLA MANO IN SU.
SUL LATO OPPOSTO RIPIEGA L’ALTRO BRACCIO SUL TORACE,
PORTANDONE LA MANO SULLA SPALLA CHE STA DALLA SUA PARTE
(PALMO VERSO IL BASSO);
FLETTE IL GINOCCHIO OPPOSTO ( PIEDE MANTENUTO A CONTATTO CON IL
SUOLO);
PONENDO UNA MANO SULLA SPALLA E UNA SUL BACINO O SULLA GAMBA
RUOTA IL SOGGETTO VERSO DI SE SU UN FIANCO;
NELLA ROTAZIONE LA TESTA È ANDATA AD APPOGGIARSI SUL DORSO
DELLA MANO;
IL SOCCORRITORE IPERESTENDE SUBITO IL CAPO E SPINGE IN ALTO IL
MENTO CON DUE DITA, RISISTEMANDO DEFINITIVAMENTE LA MANO CHE
SOSTIENE IL CAPO,
SI PUÒ AGGANCIARE IL PIEDE DELL’ARTO FLESSO AL POLPACCIO
DELL’ARTO SOTTOSTANTE(IL GINOCCHIO DEVE APPOGGIARE AL SUOLO)
OPPURE SI LASCIA LIBERO IL PIEDE MA SI MANTIENE LA FLESSIONE
DELL’ARTO.
QUESTA POSIZIONE EVITA RISCHI DI SOFFOCAMENTO DA VOMITO,
SANGUE, LINGUA, SALIVA, ETC.
PERMETTE DI MANTENERE LA PERVIETÀ DELLE VIE AEREE IN QUANTO:
L’INFORTUNATO È POSTO SU UN FIANCO ED EVENTUALE MATERIALE
PRESENTE IN BOCCA PUÒ FUORIUSCIRE;
IL CAPO È MANTENUTO IN IPERESTENSIONE, LA LINGUA SI RETRAE E
PERMETTE IL PASSAGGIO DELL’ARIA;
VIENE MANTENUTA LA STABILITÀ DEL CORPO CHE IN QUESTA POSIZIONE
NON ROTOLA.
SI PUÒ UTILIZZARE TALE POSIZIONE IN ATTESA DI SOCCORSI O NEL CASO IL SOCCORRITORE DEBBA
ALLONTANARSI ANCHE PER BREVE TEMPO
(PER ALLERTARE IL SOCCORSO SANITARIO):
SI PUÒ PRATICARE ANCHE A PERSONE COSCIENTI IN CASI SPECIALI, AD ES: MOLTI INFORTUNATI DA
SOCCORRERE, E SE L’ATTESA DEL SOCCORSO SI PROLUNGA:
SE L’ATTESA SI PROLUNGA OLTRE I 30 MIN. È MEGLIO RUOTARE IL SOGGETTO SULL’ALTRO LATO.
N:B E’ UNA POSIZIONE INDICATA PER MALORI E PER TRAUMATISMI MODESTI
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Corpi Estranei e Lesioni Oculari
AGENTI CHIMICI
 IRRIGARE L’OCCHIO CON ACQUA CORRENTE PER 15- 30 MINUTI.
 CHIAMARE IMMEDIATAMENTE IL 118
 CHIAMARE IL CENTRO ANTIVELENO DI RIFERIMENTO PER ISTRUZIONI
LEGATE ALLA PARTICOLARE SOSTANZA PREPARARE IN ANTICIPO LE
INFORMAZIONI DA RIFERIRE, AGENTE CHIMICO E QUANTITÀ.
 COPRIRE ENTRAMBI GLI OCCHI CON GARZE STERILI . TENERE COPERTI FINO
ALL’ARRIVO DEI SOCCORSI QUALIFICATI.
CORPI ESTRANEI PENETRANTI
 RIVOLGERSI AL118.
 COPRIRE ENTRAMBI GLI OCCHI (L’OCCHIO NON COLPITO DEVE ESSERE
COPERTO PER EVITARE MOVIMENTI CONSENSUALI DELL’OCCHIO LESO). SE
IL CORPO ESTRANEO È PICCOLO UTILIZZARE GARZE STERILI PER ENTRAMBI
GLI OCCHI; SE IL CORPO ESTRANEO È PIÙ GRANDE COPRIRE CON GARZA
L’OCCHIO SANO E L’OCCHIO COLPITO CON UNA COPPETTA OCULARE PER
EVITARE PRESSIONI ESTERNE SULL’OCCHIO LESO.
 TRANQUILLIZZARE E POSIZIONE DI RIPOSO
FERITE CON O SENZA CORPI ESTRANEI:
SE IL CORPO ESTRANEO E’ PICCOLO BENDARE CON UNA GARZA
SE IL CORPO ESTRANEO E’ GRANDE MEDICAZIONE CON UN CONO DI CARTA O
BICCHIERE SULL’OCCHIO
CORPI ESTRANEI NEL NASO:
COSA FARE:
CHIUDENDO LA NARICE LIBERA, FAR ESPELLERE ARIA E QUINDI IL CORPO
ESTRANEO;
SE NON SI HANNO RISULTATI ACCOMPAGNARE L’INFORTUNATO AL PRONTO
SOCCORSO
EVITARE DI:
CERCARE DI ESTRARRE L’OGGETTO
CORPI ESTRANEI NELL’ORECCHIO:
COSA FARE:
FARE INCLINARE LA TESTA DALL’INTERESSATO
SE IL CORPO ESTRANEO NON ESCE ACCOMPAGNARE L’INFORTUNATO AL PRONTO
SOCCORSO.
EVITARE
CERCARE DI ESTRARRE L’OGGETTO
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Lesioni alle ossa e alle articolazioni
QUESTE LESIONI, RARAMENTE METTONO IN PERICOLO DI VITA L’INFORTUNATO, IL
SOCCORRITORE DEVE IMPEDIRE L’AGGRAVAMENTO DELLE CONDIZIONI PER
EVITARE CONSEGUENZE GRAVI E DOLOROSE
DISTORSIONE:
FUORIUSCITA DI UN CAPO ARTICOLARE DALLA SUA SEDE NATURALE, CON SUCCESSIVO ED
IMMEDIATO RIENTRO IN SEDE
Segni e sintomi:
PRODUCE DOLORE, GONFIORE , CALORE, LIMITAZIONE NEI MOVIMENTI .
Primo Soccorso
IMPACCHI FREDDI
IMMOBILIZZAZIONE
INVIO AL PRONTO SOCCORSO
CONTUSIONE:
LESIONE CAUSATA DA UN URTO VIOLENTO CONTRO LE STRUTTURE MUSCOLARI E CUTANEE, A
SEGUITO DI CADUTE, COLPI ECC.
Segni e sintomi:
PROVOCA DOLORE, GONFIORE, DIFFICOLTÀ NEI MOVIMENTI, EMATOMI (RACCOLTA DI SANGUE
SOTTO LA PELLE)
Primo soccorso:
-
IMPACCHI DI GHIACCIO O ACQUA FREDDA
-
FASCIARE LA PARTE INTERESSATA
LUSSAZIONE:
SPOSTAMENTO DEFINITIVO DI UN CAPO OSSEO DALLA SUA SEDE NATURALE NELL’ARTICOLAZIONE
NON SEGUITO DAL RIENTRO IN SEDE.
Segni e sintomi:
DEFORMAZIONE DELL’ARTO, DOLORE E LIMITAZIONE NEI MOVIMENTI
Primo soccorso:
-
NON RIDURRE LA LUSSAZIONE, IMMOBILIZZAZIONE DELL’ARTO
-
INVIARE AL PRONTO SOCCORSO
EVITARE DI:
- RIDURRE LA LUSSAZIONE CIOE’ DI RIPRISTINARE IL NORMALE ALLINEAMENTO DELLE PARTI
OSSEE
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Fratture
interruzione di continuità di un osso.
SI POSSONO AVERE PER TRAUMI DIRETTI O INDIRETTI.
IN BASE ALLO STATO DEI TESSUTI CIRCOSTANTI AVREMO:
• FRATTURE CHIUSE
• FRATTURE ESPOSTE
IN BASE ALLA POSIZIONE DEI MONCONI AVREMO:
• FRATTURE SENZA SPOSTAMENTO O COMPOSTA
• FRATTURA CON SPOSTAMENTO O SCOMPOSTA
SI SUDDIVIDONO IN:
• FRATTURE INCOMPLETE
• FRATTURE COMPOSTE
• FRATTURE SCOMPOSTE
• FRATTURE SEGHETTATE
• FRATTURE COMMINUTE
• FRATTURE A LEGNO VERDE
• FRATTURE INCUNEATE
SI MANIFESTANO CON:
•
IPERESTESIA DEFORMAZIONE DELL’ARTO
•
GONFIORE PER VERSAMENTO DI SANGUE
•
IMPOTENZA FUNZIONALE
•
PERDITA DEL POLSO DISTALE
•
PERDITA DI SENSIBILITÀ
•
INTORPIDIMENTO E FORMICOLIO SCROSCIO DI FRAMMENTI OSSEI
•
SPASMI MUSCOLARI IN PRESENZA DI OSSA ESPOSTE
COMPLICANZE
COMPLICANZE GENERALI
 STATO DI SHOCK
 EMBOLIA ADIPOSA
 TROMBOEMBOLIA
 BRONCOPOLMONITI
 TUMEFAZIONI
COMPLICAZIONI LOCALI
 ESPOSIZIONE DELLA FRATTURA
 LUSSAZIONE ASSOCIATA
 LESIONI VISCERALI
 LESIONI VASCOLARI
 LESIONI NERVOSE
 INFEZIONE DEL FOCOLAIO DI FRATTURA
 NECROSI ASETTICA
 ARTROSI E RIGIDITÀ POSTRAUMATICA
IN QUESTI CASI SI INTERVERRÀ SEGUENDO QUESTO SCHEMA:
•
VERIFICARE LO STATO DI COSCIENZA
•
LIBERARE LE VIE AEREE
•
CONTROLLARE IL POLSO DISTALE
•
TAMPONARE EVENTUALI EMORRAGIE
•
PREVENIRE LO STATO DI SHOCK
•
MUOVERE L’INFORTUNATO IL MENO POSSIBILE
•
SUPPORTO PSICOLOGICO
•
IMMOBILIZZAZIONE DELLA FRATTURA
•
CARICAMENTO E OSPEDALIZZAZIONE IN POSIZIONE ANTISHOCK
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opuscolo corso primo soccorso