GENITORI
e
RAGAZZI
a confronto
SAN PIETRO IN CARIANO
DICEMBRE 2004 - MAGGIO 2005
CO
O
S. PI E T R
MUNE D
I
IN C
A RI A N O
Azienda
ULSS 22
REGIONE
DEL VENETO
Regione Veneto
COMUNE DI
SAN PIETRO IN CARIANO
ISTITUTO
COMPRENSIVO
STATALE
“C. ASCHIERI”
“La parola è soltanto
il suono dello strumento
che siamo noi”
(Tonino Guerra)
“Aiutiamoci per crescere insieme ai nostri figli”
progetto triennale di formazione genitori di adolescenti e preadolescenti - D.L. 309/90
INTRODUZIONE
Quando l’anno scorso la nostra equipe, formata da operatori dell’Azienda Ulss 22
(Psicologo del Servizio dell’Età Evolutiva, Assistente Sociale del Servizio Sociale
di Base ed Educatore Professionale del Servizio Educativo Territoriale), rappresentanti
della scuola (Dirigenti ed Insegnanti dell’Istituto Comprensivo “Aschieri”) e dei
genitori (Rappresentanti di Classe e di Istituto) ha iniziato a riunirsi si è compresa
la grande opportunità che si presentava di lavorare sia con i ragazzi, sia soprattutto
con i genitori.
Già, proprio i genitori che in quest’epoca di rapidi mutamenti sembrano la categoria
più disorientata, frastornata dalla modificazione dei ruoli genitoriali, dal cambiamento
dei figli che entrano nell’adolescenza, dal mutamento della società, dal mondo lel
lavoro, dei mezzi di comuncazione, degli obiettivi educativi da perseguire.
Gli argomenti da trattare ci sembravano così numerosi che gli sforzi principali
erano quelli di trovare, di scegliere i più adeguati e “sentiti”.
Siamo così partiti con il questionario incrociato tra genitori e figli, che ha
rappresentato nel dettaglio la situazione territoriale e le diverse visioni della realtà
in famiglia da parte dei vari componenti. Ci siamo dati da fare per organizzare un
primo incontro assembleare di restituzione dei risultati emersi e delle rilevazioni
più eclatanti. In base a quanto emerso, abbiamo, infine, proposto alcuni incontri
che hanno trattato questi temi:
• “La relazione tra genitori e figli, tra bisogno di libertà, regole e conflitti”
(coordinati dalla Dott.ssa Deborah Libardi, psicologa-psicoterapeuta)
• “La realtà virtuale e le nuove forme di comunicazione” (coordinati dalla
psicologo Giorgio Bertini e dall’educatore Paolo Dalla Vecchia)
Temi completamente diversi tra loro ma che hanno riscosso un notevole interesse
anche per il dinamismo con cui sono stati trattati.
Nelle pagine che seguono viene presentata una raccolta di materiali e la sintesi
degli incontri effettuati in questo primo anno di percorso formativo.
Il progetto continua e per il secondo anno di attività l’equipe propone di realizzare:
• Alcuni incontri monotematici rivolti a tutti con la partecipazione di
qualche “testimonial” di eccezione
• Un percorso di formazione di gruppo per genitori che prosegua nel
tempo e che offra ai partecipanti, nello spirito del confronto reciproco,
la possibilità di approfondire le tematiche relazionali con i figli ritenute
più significative.
Ci sembra sempre più importante cercare di dedicare del tempo per riflettere e
confrontarsi sull’operato con i figli, su come porsi di fronte a situazioni sempre
nuove o problemi che si ripresentano, sulle differenze delle singole posizioni
educative di ciascun genitore.
In una società orientata verso il “fare tutto” e “in fretta” forse è opportuno rallentare,
cogliere le occasioni per guardarsi dentro e migliorare le nostre relazioni soprattutto
con le persone che ci stanno più a cuore!
Tra breve sarà distribuito il nuovo calendario degli incontri e gli argomenti che
verranno trattati nel prossimo autunno, Vi aspettiamo numerosi!
Arrivederci a nome di tutta l’Equipe
Paolo Dalla Vecchia, educatore
“Aiutiamoci per crescere insieme ai nostri figli”
progetto triennale di formazione genitori di adolescenti e preadolescenti - D.L. 309/90
GENITORI e RAGAZZI
a confronto
I risultati dei questionari, compilati dai genitori e dai ragazzi
della scuola media di S. Pietro in Cariano, sono pronti per essere presentati
Invitiamo GENITORI e RAGAZZI ad un incontro che avrà luogo
Lunedì 31 Gennaio 2005
alle ore 20.30
presso l’Aula Magna dell’ITC “L. Calabrese”
a S. Pietro in Cariano in via Mara, 6 (di fronte alla scuola media)
Saranno presenti:
• Lisa Nuvoloni, sociologa, che illustrerà i dati emersi dai questionari
• Giorgio Bertini, psicologo dell’età evolutiva ULSS 22, e Paolo Dalla Vecchia, educatore
Comune di S. Pietro in Cariano, che guideranno la riflessione ed il dibattito.
Nel corso della serata sarà presentato il percorso formativo
rivolto a genitori e ragazzi, che avrà luogo nei prossimi mesi.
5
Ad Aprile nuovo ciclo di incontri all’Istituto “Aschieri”
Qui genitori e figli
parleranno insieme
“Aiutiamoci a crescere insieme
ai nostri figli” è il titolo di un
progetto finanziato con la Legge 309/90 rivolto ai genitori
dei ragazzi della scuola media
e della quinta elementare del
territorio carianese e che si sta
svolgendo presso l’Istituto
Comprensivo “Aschieri” di San
Pietro in Cariano, con la collaborazione di vari esperti, conduttori di gruppo e relatori.
Dopo un interessantissimo
questionario incrociato compilato da oltre 300 ragazzi della
scuola media e quasi 600 genitori nel quale, tra gli altri argomenti, ognuno parlava del modo in cui vedeva l’altro e
venivano affrontati temi come
la fiducia reciproca (che generalmente decresce con il passare
del tempo perché si avvicina
il periodo della crisi adolescenziale), il motivo dei litigi (al
primo posto tv, playstation e
rendimento scolastico per i
maschi; aiuto a casa e riordino
della propria stanza per le femmine), le reazioni e i comportamenti adottati in caso di litigio (al primo posto: “predica”
da parte dei genitori, tentativi
di ribattere verbalmente da
parte dei figli), le attività sono
proseguite con due incontri di
gruppo sul tema “Genitori e
ragazzi - una relazione possibile
tra bisogno di libertà, regole e
conflitti”. Da parte degli oltre
70 genitori che hanno partecipato alle attività di gruppo e
assembleari è emerso il forte
bisogno di confrontarsi reciprocamente sulle strategie educative che crescono e spesso
Il nuovo ciclo di incontri a cui tutti i genitori dei ragazzi
della scuola media e quinta elementare sono invitati si
terrà mertedì 12 e martedì 19 aprile alle ore 20.30 presso
l’Aula Magna dell’Istituto Comprensivo “Aschieri” con
un tema di grande attualità: “Il ragazzo reale e il ragazzo
virtuale, ossia il rapporto dei nostri figli con il mondo
dei telefonini, videogiochi, internet e tv”.
Le serate saranno condotte dal sottoscritto e dal dottor
Giorgio Bertini, psicologo del Servizio dell’Età Evolutiva
del nostro territorio. Come educatore e come genitore
ritengo che sia un appuntamento da non perdere e invito
tutti i genitori delle fasce d’età interessate a parteciparvi.
6
pongono problemi sempre
nuovi in un momento storico
in cui le famiglie sono sempre
più frammentate, il tempo a
disposizione per fermarsi e riflettere è sempre meno e domina il principio edonistico
del piacere e del rifiuto della
sofferenza e dell’accettazione
dei limiti soprattutto da parte
dei ragazzi, ma anche talvolta
da parte dei grandi, poiché
proposto a piene mani da vari
modelli di riferimento (massmedia, pubblicità, etc...). I genitori si sono confrontati con
coraggio e sincerità su questi
temi, non nascondendo che,
spesso all’interno delle nostre
famiglie non regna l’unità sugli
stili educativi da proporre ai
nostri figli e che questa va ricercata con fatica, dialogo e
alleanze nel tempo tra la coppia
genitoriale.
Come educatore e genitore
credo che questi incontri siano
fonte di grandi riflessioni sul
nostro futuro e su quello dei
nostri figli, ma anche di forte
arricchimento perché dietro
ad ogni testimonianza ed intervento dei genitori, al di là
della grande preparazione degli
esperti che partecipano alle
attività, c’è una storia vera ed
irripetibile e un forte spessore
umano.
Paolo Dalla Vecchia
Educatore Professionale
RICERCA:
i GENITORI visti dai ragazzi
i ragazzi visti dai GENITORI
Gli scopi della ricerca erano molteplici:
1) fornire un primo momento di riflessione per i genitori sul proprio ruolo e su alcuni
aspetti fondamentali della relazione con i figli;
2) promuovere la proposta di un percorso formativo rivolto ai genitori rilevando i loro
bisogni e le loro aspettative;
3) raccogliere dati nella nostra realtà sulle percezioni reciproche che i ragazzi hanno dei
genitori e che i genitori hanno dei ragazzi relativamente al cambiamento e alle
motivazioni del cambiamento in questo periodo della vita;
4) mettere a confronto alcuni aspetti della interazione reciproca nella vita quotidiana:
fiducia, dialogo, comunicazione, conflitti, soluzione dei conflitti…
I questionari dei genitori e dei ragazzi
Sono stati distribuiti i questionari, tramite la scuola, a tutti i genitori dei ragazzi frequentanti
la scuola media di S. Pietro In Cariano. I questionari raccolti sono stati 319.
Analogo questionario è stato somministrato a tutti i ragazzi della scuola media.
Molto bassa è la percentuale dei padri che hanno compilato da soli il questionario (5,8%),
discretamente alta quella delle madri (29,7%).
Elevata, e da considerare positivamente, è la percentuale dei questionari compilati da
entrambi i genitori (59,1%).
entrambi
59,1%
madre
29,7%
n.r.
5,4%
padre
5,8%
chi ha compilato il questionario
7
Il cambiamento
Item 1 del questionario dei genitori:
“È cambiato qualcosa tra voi e vostro figlio/a rispetto a quando eri piccolo/a?”
Item 1 del questionario dei ragazzi:
“È cambiato qualcosa tra te e i tuoi genitori rispetto a quando eri piccolo/a?”
Vi è una percezione sostanzialmente positiva del cambiamento sia da parte dei genitori
che da parte dei ragazzi (Graf.1).
I genitori hanno una percezione più positiva del cambiamento e tendono anche in percentuale
più elevata a non vedere alcun cambiamento significativo nel rapporto con i figli.
Nei ragazzi la percezione positiva dei cambiamenti nelle relazioni familiari è più presente
nei maschi che nelle femmine le quali, maturando prima, vivono con maggiore ambivalenza
questa modificazione di relazione con i genitori.
Più significativa è la percezione del cambiamento per classi di età: infatti a 14 anni
diminuisce la risposta totalmente positiva (”sì in meglio” in prima media è del 44,4% in
terza media è del 40,2%) e aumenta conseguentemente la risposta “sì, parte in meglio parte in peggio”(in prima il 38%, in terza il 46,3%) e questo avviene in modo più
significativo nelle femmine che nei maschi.
È cambiato qualcosa...
50
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
RAGAZZI
GENITORI
in meglio
parte
in meglio
in peggio
in peggio
no
non so
giudicare
37,9
40,3
45,8
44,4
2,5
1,2
5,6
12,5
8,2
1,6
8
Graf.1
I motivi del cambiamento
Item 2 del questionario dei genitori e item 6 del questionario dei ragazzi:
“Qual è stato il motivo di questo cambiamento?”
I motivi del cambiamento per i genitori e per i ragazzi sono prevalentemente positivi.
(Graf. 2)
I ragazzi non si “sentono più trattati da bambini”; i genitori “parlano di più” con i figli;
i ragazzi “riescono a capire di più le idee” dei genitori.
I motivi di cambiamento negativo: “non vado d’accordo con le loro idee”, “non mi
capiscono più”, sono più presenti nelle femmine che nei maschi.
Dal confronto delle motivazioni più significative dei cambiamenti emerge:
- i genitori pensano di “non trattare più da bambini” i figli in percentuale maggiore
(41%) rispetto a come i figli pensano di essere trattati (33,3%);
- i figli “riescono a capire di più le idee” dei genitori (22.2%) rispetto a quello che
“riescono” i genitori (11,6%);
- i genitori pensano di “parlare di più” con i loro figli (30,6%) rispetto a quello che ne
pensano i ragazzi (24,7%);
- I ragazzi pensano di essere meno capiti e di andare meno d’accordo con le idee dei
genitori rispetto a quello che ne pensano i genitori.
Vi è quindi una sostanziale percezione positiva del cambiamento e delle motivazioni di
esso che tende a crescere con l’età, ed esprime per il preadolescente un sostanziale
sganciamento dal modello infantile e una reale crescita di personalità.
I motivi del cambiamento
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
RAGAZZI
GENITORI
non mi
trattano più
da bambino
parlano di
più con me
riesco a
capire di più
le loro idee
non vado
d’accordo
con le loro
idee
non mi
capiscono
più
non hanno
più tempo
per me
altro
33,3
41
24,7
30,6
22,2
11,6
10
4,1
5,7
1,7
1,8
3,1
2,2
8
9
Graf.2
La fiducia
Item 4 del questionario dei ragazzi:
“Hai fiducia nei tuoi genitori?”
Item 6 del questionario dei ragazzi:
“Pensi che i tuoi genitori abbiano fiducia in te?”
I ragazzi nutrono una grande fiducia nei loro genitori: più i maschi (“molta”: 67,4%) che
le femmine (“molta”: 62,1%). Questa variabile positiva tende a decrescere gradualmente
con l’età. (Graf.3).
La percezione dei ragazzi è che i genitori abbiano fiducia in loro e sono ancora le ragazze
a sottolineare più positivamente questo aspetto rispetto ai maschi.
I genitori sembrano accordare maggiore fiducia alle ragazze rispetto a quello che esse
nutrono nei confronti dei loro genitori. Per i maschi sembra essere vero l’incontrario.
Tale percezione di fiducia molto positiva decresce nel corso dell’età: infatti è “molta”, al
61,2%, in prima media e diventa al 32 % in terza media, mentre cresce coerentemente
la risposta “abbastanza”.
Solo il 5% dei ragazzi di terza media ritiene che i genitori abbiano “poca o per niente"
fiducia in loro.
Vi è comunque una correlazione elevata tra la fiducia che i ragazzi hanno nei genitori e
quella che i ragazzi pensano venga loro accordata.
Pensi che abbiano fiducia in te?
61,2
PRIMA
47,4
SECONDA
35,1
32
TERZA
0%
20%
3,9 1,9
33
12,3
53
40%
60%
10
10
80%
5,2
5
100%
molta
abbastanza
così così
poca, per niente
Graf.3
Il dialogo
Item 5 questionario dei genitori:
“Vostro figlio/a parla dei suoi problemi con voi? Con il padre? Con la madre?”
Item 5 questionario dei ragazzi:
“Parli dei tuoi problemi con i genitori? Con il padre? Con la madre?”
In riferimento al dialogo i genitori sembrano essere più soddisfatti dei figli.
Con il padre si parla poco dei propri problemi: il 36,3% dei ragazzi ci parla “qualche
volta”, il 25,5% delle femmine “raramente”; la difficoltà di comunicazione con la figura
paterna è comunque elevata: il 10,2% dei ragazzi non parla “mai” con il padre dei suoi
problemi; sembra esservi totale incomunicabilità.
Con la madre si parla di più: il 39,8% dei ragazzi ci parla “spesso”. (Graf. 4-5)
Tale confidenza con i genitori si riduce nel corso dell’età ed è il segno di una accresciuta
intimità e di un bisogno di maggiore autonomia del preadolescente: in terza media il 40%
dei ragazzi parla “raramente” o “mai” dei propri problemi con il padre e il 18,7% con la
madre.
In sintesi: la confidenza con la figura paterna è difficile, in particolare per le ragazze.
Con la madre vi è maggiore comunicazione, sia per i maschi che per le femmine, e solo
una piccola parte non parla “mai” con lei dei propri problemi.
L’atteggiamento di fiducia e di confidenza nei genitori tende a decrescere con l’avanzare
dell’età ed evidenzia che lo sganciamento da una figura genitoriale protettiva avviene
progressivamente e di pari passo con la percezione, il controllo e l’incanalamento delle
nuove energie verso altre mete pulsionali e verso nuove figure di investimento positivo.
L’atteggiamento dei genitori rimane sostanzialmente positivo: accordare fiducia ed essere
disponibili al dialogo possono essere letti come il tentativo di favorire questo sganciamento
dei ragazzi rimanendo però in “cabina di regia”. Il rischio di un’ambivalenza di fondo che
rispecchia l’ambivalenza dei ragazzi è molto elevata ed è probabilmente anche una difesa
per sopportare le ansie e le incertezze insite in ogni separazione e in ogni cambiamento.
11
Parli dei tuoi problemi con tua madre?
27,2
PRIMA
41,7
19,3
SECONDA
31,6
9,8
TERZA
23,3
23,7
47,1
0%
20%
sempre
19,3
24,5
40%
spesso
raramente
6,1
16,7
60%
qualche volta
4,9 2,9
80%
2
100%
mai
Parli dei tuoi problemi con tuo padre?
16,7
PRIMA
7,1
SECONDA
2
TERZA
0%
23,5
17
35,3
33,9
18
25,9
40
20%
sempre
60%
qualche volta
raramente
7,8
16,1
34
40%
spesso
16,7
80%
6
100%
mai
Graf.4-5
12
La conflittualità
Item 7 questionario dei genitori:
“Vi capita di litigare con vostro figlio/a?”
Item 7 questionario dei ragazzi:
“Ti capita di litigare con i tuoi genitori?”
A questa età non sembra esservi un grande disaccordo con i genitori ed i livelli di conflittualità
sono bassi.
I ragazzi hanno una percezione della conflittualità più bassa rispetto a quella che ne hanno
i loro genitori, infatti il 46% dei ragazzi dice di litigare “qualche volta” ed il 23,6%
“raramente” con i genitori.
I conflitti aumentano con il progredire dell’età (Graf. 6): in prima media sono ridotti
(31,6% “raramente/mai”), in terza media diventano più frequenti (36,7% “sempre-spesso”);
nelle femmine questo disagio relazionale si esprime maggiormente rispetto ai coetanei
maschi quale segnale di una maturazione puberale che sopraggiunge prima dei coetanei
dell’altro sesso.
I preadolescenti faticano ad esprimere i segni di disagio che provano nei confronti dei loro
genitori, non li accettano e non li manifestano finché possono, rimanendo o regredendo
su posizioni infantili. L’irrompere della pubertà, che è raggiunta dalla quasi totalità dei
ragazzi di terza media, indebolisce progressivamente questo sforzo di “compromesso
pacifista”, in quanto il ragazzo non si sente più di esprimere il disagio con i genitori secondo
uno schema infantile. Tale disagio relazionale prelude al processo di separazione dai genitori
e al crollo delle identificazioni infantili.
Sembra quasi che il preadolescente sottoponga i suoi genitori e la sua famiglia ad un
“rimpasto” di atteggiamenti e sentimenti, spingendo sempre un po’ in avanti i limiti di
tolleranza: ottiene dapprima piccoli riconoscimenti e autonomie parziali per arrivare poi,
solo quando si sente sufficientemente forte, a mettere in discussione con aperta opposizione
e conflittualità il suo status di bambino dipendente dai genitori.
È un percorso progressivo, fatto di sofferte accettazioni e piccole concessioni reciproche,
da una posizione di dipendenza scontata, tipica del bambino, verso una nuova
indipendenza all’inizio ancora improntata di modalità infantili, per concludersi più
tardi, in adolescenza, quando il ragazzo saprà sostituire le vecchie relazioni infantili con
nuove relazioni, qualitativamente differenti dalle precedenti e più adeguate al suo
sentire.
La conflittualità con i genitori esprime questo tortuoso e ambivalente processo di separazione
e individuazione.
13
Ti capita di litigare con i tuoi genitori?
31,6
PRIMA
48,5
25,4
SECONDA
43,9
14,9
TERZA
0%
19,9
30,7
48,5
20%
raramente, mai
36,7
40%
60%
qualche volta
80%
100%
sempre-spesso
Graf.6
14
I motivi di disaccordo
Item 8 questionario dei genitori:
“Nella vita quotidiana quali sono i principali motivi di disaccordo con vostro figlio/a?”
Item 8 questionario dei ragazzi:
“Nella vita quotidiana quali sono i principali motivi di disaccordo con i tuoi genitori?”
I motivi principali di disaccordo sono molto concreti e riguardano: l’ordine della stanza,
il rendimento scolastico, l’aiuto in casa, l’uso della televisione e del computer (Graf. 7).
Tra i genitori ed i ragazzi vi è una sostanziale coincidenza nell’importanza accordata a
questi motivi.
La discordanza aumenta quando vengono sottolineati alcuni aspetti della relazione come
motivo di conflitto: “se la prendono per niente”, “hanno idee troppo diverse”.
I genitori tendono a sottolineare la poca tolleranza dei figli, l’istintività e l’irruenza insita
nel loro modo di porsi come motivi di disaccordo. I figli invece evidenziano la diversità
di idee come motivo di divergenza e a volte di contrasto.
Rispetto ai motivi di conflitto con i genitori vi è una differenza significativa tra i maschi
e le femmine (Graf. 8).
Per le femmine i motivi principali di disaccordo riguardano : il “tenere in ordine la stanza”
(20,5%) e “l’aiuto in casa” (16,4%); ciò è dovuto principalmente al fatto che questi
compiti vengono ancora culturalmente ritenuti di pertinenza del genere femminile.
Per i maschi invece il motivo principale di disaccordo è il “rendimento scolastico” (13,1%),
questo perché i maschi presentano generalmente, nell’età della scuola media, risultati
scolastici meno soddisfacenti, ma anche perché le aspettative culturali sul “futuro successo”
dei maschi sono maggiori e quindi si pretende di più da loro nello studio e nei risultati
scolastici.
Altro motivo di disaccordo, più per i maschi che per le femmine, è l’uso della televisione
e dei videogiochi.
15
I motivi di disaccordo
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
RAGAZZI
GENITORI
tenere in
ordine la
stanza
il
rendimento
scolastico
l’aiuto in
casa
la
televisione
se la
prendono
per niente
hanno idee
troppo
diverse
42,1
41,4
27
23,3
32,4
23,6
28,3
21,7
16,4
35,6
17,3
2,9
non
non
considerano
le
mie
ascoltano
richieste
14,2
9,1
15,5
29,8
I motivi di conflitto per ragazzi e ragazze
16,4
l'aiuto in casa
9,7
9
la televisione
14,9
9,5
il rendimento
scolastico
13,1
20,5
tenere in ordine la
stanza
13,7
0
5
10
MASCHI
15
20
25
FEMMINE
Graf. 7-8
16
Quali sono le reazioni prevalenti dei genitori nelle
situazioni di conflittualità?
Item 9 del questionario dei genitori e dei ragazzi
La “predica” sembra essere la reazione più frequente nei casi di conflitto con i figli, sia da
parte del padre (42%) che della madre (38%), a volte si ricorre alla “sfuriata” (13% dei
padri, 16% delle madri) e alla “valanga di buoni consigli” (12% dei padri, 14% delle
madri), raramente alla “punizione fisica”(6% dei padri, 4% delle madri) o ad altre forme
di punizione (non uscire di casa, sospendere la mancia) L’intervento punitivo coinvolge
complessivamente più la madre che il padre (Graf. 9).
La “ricerca del dialogo” avviene nel 12% da parte del padre e nel 13% da parte della
madre.
Non sembrano esservi differenze significative nelle reazioni dei genitori nei casi di conflitto
con i figli maschi e femmine anche se è più frequente la “sfuriata” con i maschi. La “ricerca
del dialogo” soprattutto da parte del padre decresce nel corso dell’età e coincide con le
difficoltà di comunicazione evidenziate nella ricerca.
La reazione dei genitori al conflitto
mi sospende la mancia
silenzio
altro
non mi fa uscire di casa
punizione fisica
ricerca di dialogo
valanga di buoni consigli
sfuriata
predica
0
5
10
15
PADRE
20
25
30
35
40
45
MADRE
Graf. 9
17
In conclusione
Vorremmo fare alcune brevi conclusioni che mirano a sintetizzare la serie dei dati presentati.
1. Il preadolescente è ancora ben inserito nel sistema della propria famiglia. Vi si sente
accettato e vi si trova sostanzialmente bene. Il suo modo di pensare e i suoi schemi
di riferimento sono ancora improntati al pensare e al sentire dei genitori. Nei genitori
prevale ancora il senso di appartenenza e di dipendenza dei figli.
2. Il preadolescente con il progredire dell’età si accorge di una progressiva, profonda e
radicale trasformazione interna. I genitori la riconoscono meno. Dapprima il ragazzo
reagisce tentando di non riconoscere queste novità mantenendosi ancorato alle
identificazioni infantili che non mettono in pericolo l’equilibrio familiare.
Successivamente cerca di mantenere una situazione di tolleranza e di scarsa conflittualità
con i genitori onde riconoscere e far crescere dentro di sé questi cambiamenti. Poi tale
posizione di “pacifismo ad oltranza” si allenta per lasciare il posto a richieste di
cambiamento sempre più critiche e specifiche.
3. Il preadolescente è combattuto tra opposte tendenze: o regredire su posizioni
infantili che non lo soddisfano più per mantenere l’affetto dei suoi genitori, o rompere
con essi per accettare quel mondo interiore che lo invade in modo inarrestabile.
I genitori anche loro vivono la stessa ambivalenza calibrandosi e confondendosi con
le ambivalenze dei figli.
4. Emergono differenze tra il preadolescente di sesso maschile e di sesso femminile sia
rispetto alle aspettative di ruolo sia rispetto alle relazioni: le ragazze maturano prima
e innescano prima dei coetanei i processi di separazione ed individuazione con tutte
le conseguenze sul piano del comportamento e delle interazioni.
Le risposte dei ragazzi e dei genitori non lasciano dubbi sul valore dato alle relazioni
familiari: esse lasciano intravedere, al di là delle differenze determinate dall’età e dal sesso,
che i genitori e la famiglia sono ancora a questa età il supporto più importante per la loro
crescita, un riferimento importante, pur con ambivalenze e incomprensioni, che permette
ai ragazzi di intraprendere il lungo viaggio verso l’autonomia.
18
“Aiutiamoci per crescere insieme ai nostri figli”
progetto triennale di formazione genitori di adolescenti e preadolescenti - D.L. 309/90
GENITORI e RAGAZZI
una relazione possibile
tra bisogno di libertà,
regole e conflitti
Invitiamo i GENITORI dei ragazzi della Scuola Media
al Primo Modulo del Progetto
ci incontriamo
Martedì 22 Febbraio 2005
Lunedì 28 Febbraio 2005
alle ore 20.30
presso l’Aula Magna della Scuola Media di S. Pietro in Cariano
Istituto Comprensivo “Aschieri”
Guiderà gli incontri:
Dott.ssa Deborah Libardi, psicologa, psicoterapeuta
Allarghiamo l'invito ai genitori degli alunni
delle classi Quinte della Scuola Primaria
19
G
tà
i t o r i a li
n
e
!
CONFLITTI
REGOLE
it o r i ali
n
e
tà
G
Autonomia dei figli
Prodotto dell’incontro
tra elementi psichici,
biologici e
culturali
Spazio
mentale
per il figlio
20
G
tà
i t o r i a li
n
e
RESPONSABILITÀ
AUTORITÀ
IMPEGNO
FATICA - LAVORO
DUBBI
Registro
accuditivo-educativo
GENI
Registro
biologico procreativo
PRIMA DI ESSERE
GENITORE SONO
STATO FIGLIO
Registro
transgenerazionale
Identità
Percorso
Confini
Personalità
Autostima
Insieme dei processi psichici attraverso cui si sviluppa il senso del sé
in relazione al tempo (percezione della continuità del proprio esistere)
e allo spazio (percezione dei limiti definiti dal proprio corpo).
Autonomia
“Fiducia - Fiducia reciproca - Sicurezza”
21
Conflitti
Contrapposizione
tra due o più
parti con alto
coinvolgimento
emotivo
Conflitti
Conflitti
Divergenze d’opinione
Incomprensione
Rabbia
Sofferenza
Le regole
A
Z
N
E
IDI
B
B
U
necessarie
torie
obbliga
!
22
ASCOLTO
confini
FIDUCIA
Stili educativi
AUTORITARIO:
È un modello educativo restrittivo, in cui
gli adulti pongono molte regole ai loro figli,
si aspettano stretta obbedienza e fanno
affidamento sul potere, piuttosto che sulla
ragione, per ottenere obbedienza. Raramente o mai spiegano al bambino perché è
necessario rispettare queste regole.
I genitori autoritari non sono sensibili ai
punti di vista contrastanti con i loro.
PERMISSIVO:
Modello di educazione in cui gli adulti
fanno poche richieste ai loro figli e raramente
tentano di controllare il loro comportamento. Essi permettono ai bambini di esprimere
liberamente i loro stati d’animo e i loro
impulsi.
AUTOREVOLE:
Stile educativo flessibile con cui gli adulti
permettono ai bambini una considerevole
libertà ma hanno anche cura di fornire loro
delle spiegazioni per le restrizioni che pongono. I genitori autorevoli spesso cercano
l’opinione dei figli nelle decisioni familiari.
Essi si aspettano che il bambino rispetti le
regole imposte e usano anche il potere (se
necessario) o la ragione per assicurarsi che
egli faccia ciò che desiderano.
23
MODELLI FAMIGLIARI:
la famiglia sana
Confini marcati
ma non troppo
sia all’interno che all’esterno.
Tra interno ed esterno c’è omeostasi:
tutti sentono di appartenersi
vicendevolmente e ricevono sicurezza
e protezione da questo,
ma possono andare e
venire con libertà, essere autonomi,
costruire la propria identità
come differenziata da quella
degli altri membri
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“Aiutiamoci per crescere insieme ai nostri figli”
progetto triennale di formazione genitori di adolescenti e preadolescenti - D.L. 309/90
GENITORI e RAGAZZI
[email protected]
La realtà virtuale e le nuove
forme di comunicazione
Invitiamo i GENITORI dei ragazzi della Scuola Media
al Secondo Modulo del Progetto
ci incontriamo
Martedì 19 Aprile 2005
Lunedì 26 Aprile 2005
alle ore 20.15
presso l’Aula Magna della Scuola Media di S. Pietro in Cariano
Istituto Comprensivo “Aschieri”
Guideranno gli incontri:
Giorgio Bertini, psicologo dell’età evolutiva
Paolo Dalla Vecchia, educatore professionale
Allarghiamo l'invito ai genitori degli alunni
delle classi Quinte della Scuola Primaria
25
Ipnotizzati dagli schermi
Nel 2001 almeno 10 milioni di italiani ha navigato per una volta nel web, oggi
i navigatori sono oltre 17 milioni. Sono 4 milioni gli italiani che navigano tutti i
giorni in internet, mentre 2 milioni vi entrano 2-3 volte la settimana. La media
di tempo trascorso al computer oscilla tra le 6-7 ore.
Il 71% dei giovani tra i 18 e i 24 anni usa l’e-mail, mentre il 17% ha superato i
50 anni.
I ragazzi fanno più di 20 chiamate al giorno con i telefonini,
soprattutto nelle ore serali, metà delle quali supera i 3
minuti. Vi sono poi gli SMS, gli MMS e gli squillini.
E poi la televisione e i videogiochi (un ragazzo su due
possiede una consolle)
Parole - Chiave
violenza
azione
piacere
finzione/realtà
onnipotenza
dipend
enza
emulaz
isolamento/solitudine
26
ione
A proposito di
videogiochi...
I videogiochi possono essere uno strumento di apprendimento e sviluppo
delle capacità cognitive dei ragazzi,
favorire il coordinamento occhio-mano,
migliorare le capacità visuo-spaziali …
Ci sono videogiochi utili e interessanti
e non bisogna mai “demonizzare”
Videogiochi
fuori controllo?
da un’ intervista a S. Carovita “Il bambino e i videogiochi”
“Non bisogna colpevolizzare i genitori, ma è certo che il rapporto tra ragazzi
e videogames è meno filtrato rispetto a quanto avvenga rispetto ad altri media”.
“Da una ricerca condotta su 106 bambini di terza e quinta elementare emerge
come esista una relazione tra condotte prepotenti messe in atto a scuola e
uso di videogiochi violenti”.
“La violenza in tv è osservata, si tratta di una fruizione passiva. Nel caso dei
videogames invece il ragazzo partecipa al gioco e si identifica nel personaggio,
a volte può addirittura guardare la realtà virtuale “con gli occhi del protagonista”.
“I genitori devono saper guidare il ragazzo all’acquiso dei videogiochi, far
acquisire loro la consapevolezza del mezzo con cui hanno a che fare. Significa,
in altre parole, accompagnarli dall’acquisto alla fruizione del videogames,
soprattutto se si tratta di giochi violenti”.
27
Videogiochi e violenza
Esistono molti videogiochi violenti
i quali possono:
• generare identificazione
• offrire conferme a
comportamenti violenti
• presentare modelli di
aggressività a cui conformarsi
• premiare in qualche modo le
condotte aggressive
Le parole di P. di 16 anni
“Perché deve esserci violenza nei videogiochi? L’unica risposta valida è che
questa rende il gioco più divertente. Naturalmente questo richiama un’altra domanda
alla quale però non so rispondere: Perché la violenza è divertente? Non vorrei
soffermarmi troppo su questa questione poiché come ho detto non conosco una
risposta e comunque mi domando se questo sia effettivamente un problema.
Ma la violenza può causare danni se espressa attraverso un videogioco?
Sono più che persuaso che ad una persona sana non possa
fare danni. Se ne fa è perché chi li subisce haa già
problemi e quindi la violenza del videogioco è solo
lo
la goccia che fa traboccare il vaso, o perché c’è
un abuso sfrenato (che parte comunque da una
situazione almeno particolare) e la colpa è solo
di chi lo compie”.
28
Psicopatologia
del cellulare
dipendenza e possesso del telefonino
Il telefonino:
• Ha cambiato le abitudini di vita
• Ha introdotto nuove forme di comunicazione e di interazione sociale
• La cabina telefonica è sparita
• Il cellulare è un immancabile compagno di viaggio: usato ovunque, in
qualunque momento, più volte al giorno, con persone diverse
• La sua disponibilità ha intensificato il rapporto con l’oggetto in sé: è usato
sempre meno per effettiva urgenza, e sempre di più per un bisogno personale
di contatto (ad es. per superare una tensione emotiva dovuta alla distanza)
• Il telefonino è una nuova forma di piacere: è diventato indispensabile nel
quotidiano come lo è il pane fresco.
• All’inizio lo si usa poco e solo quando è necessario, poi si prosegue il
rapporto con una crescita continua nell’uso e nel numero di chiamate.
• Più lo si usa più cresce il legame “affettivo” con l’oggetto posseduto e si
stabilisce una dipendenza che rende necessaria la presenza e il possesso
dell’oggetto ogni giorno e ovunque ci si trovi.
• La sua presenza è sentita come rassicurante e la sua assenza può determinare
stati emotivi spiacevoli, innescare ansia e in certi casi provocare perfino crisi
d’angoscia acuta.
• In Giappone il “Keichu” è il nome che è stato dato alla dipendenza da
telefonino o “cellularomania”.
• Anche in Italia vi sono numerosi Test che servono a “misurare” il livello della
dipendenza da telefonino (v. il C.A. - Cellulari Addiction - Test Dipendenza
dal Telefonino)
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La telefonino-dipendenza
una ricerca italiana
• Il campione: 300 volontari tra i 20 e i 60 anni disponibili a privarsi per 15
giorni del cellulare.
• Il 70% ha modificato il suo comportamento in seguito a questa “privazione”:
- il 35% ha evidenziato nuovi tics come ad es. mettersi le mani continuamente
in tasca, guardare spesso l’orologio…
- il 25% ha mostrato eccessiva irascibilità
- il 10% ha mostrato una sintomatologia depressiva (tristezza, noia, apatia,
svogliatezza…)
• Nel 10% dei casi gli effetti dell’astinenza si sono mostrati dopo 3 giorni,
nel 25% dopo una settimana, nel 35% dopo 10 giorni.
• Sono stati soprattutto i maschi ad avere queste reazioni.
• Solo il 30% non ha mostrato reazioni particolari.
Le funzioni psicologiche
del telefonino
La funzione del telefono, dal punto di vista affettivo e relazionale, è
sostanzialmente quella di un regolatore della distanza e di un moderatore
della separazione.
Quando si parla di separazione non ci si riferisce tanto a una distanza
fisica, ma sostanzialmente all’intollerabile distanza sentimentale,, al
sentimento della mancanza che si origina dalla perdita
di contatto diretto con l’altro.
30
Il telefono permette
•
di dare visibilità all’intimità
•
di controllare la distanza e
la separazione
•
di avere un dominio sulla
realtà esterna (sentimento
di onnipotenza)
Il telefonino come
oggetto tramite
Il telefonino sta all’adulto come il giocattolo preferito sta al bambino
piccolo: sono entrambi dei possessi che permettono un certo controllo
sugli eventi e sulla realtà, che offrono una padronanza dell’esperienza
spiacevole, ma allo stesso tempo sono oggetti reali, hanno una loro
consistenza e specificità, sono oggetti concreti che possono essere
posseduti come pure accantonati.
31
Il telefonino come
oggetto feticcio
Ogni qual volta un oggetto posseduto è capace di suscitare una forte
attrazione nelle persone e la manipolazione diventa
fonte di piacere e di eccitamento, ci avviciniamo
a pratiche sostitutive della sessualità che la
psicoanalisi ha sempre definito come deviazioni patologiche della sessualità, appunto
come forma di feticismo degli oggetti.
Realtà e immaginazione
La tendenza a privilegiare la comunicazione mediata, tramite il cellulare
ed in particolare gli SMS, crea un’abitudine ad una relazione vissuta
nella dimensione immaginaria: più propriamente produce una mescolanza
di reale e immaginario, che non è detto che diventi un’area di esperienza
condivisa con l’altra persona.
32
SMS: un nuovo codice
di comunicazione
SMS (Short Message Service) è un sistema di scrittura che permette di inviare
messaggi col cellulare e composti da non più di 160 caratteri. In Italia se ne
spediscono circa 10 milioni al giorno e di questi, gran parte è scambiata fra i
giovanissimi.
Le caratteristiche principali di questo nuovo codice sono:
• la velocità
• la creatività
• il rifiuto della sintassi.
Gli strumenti principali questo linguaggio sono le abbreviazioni, le sigle, l’uso
dei numeri, l’uso di piccole immagini costruite con i segni della tastiera, note
come “emoticons”, icone delle emozioni.
Le parole più usate
K6
=
CMQ =
SMS
=
TVB
=
NN
=
XKE
=
SN
=
QLC
=
KE
=
X
=
XO
=
XSONA =
CM
=
chi sei
comunque
messaggio
ti voglio bene
non
perché
sono
qualcosa
che
per
però
persona
come
1A
=
1O
=
TAT
=
QST
=
SMPR =
+
=
GG
=
SS
=
TRPP =
DMN =
TVUKDB=
XS
=
33
una
uno
ti amo tanto
questo
sempre
più
giorni
messaggi
troppo
domani
ti voglio un casino bene
per sempre
“emoticons”: le icone
delle emozioni
Le “emoticons” servono a sintetizzare in pochi simboli stati d’animo,
atteggiamenti, sensazioni. Le più usate:
:-)
sono felice
:-(
sono triste
;-)
occhiolino
:indifferenza
:-D
sorriso
:-*
bacio
:-p
linguaccia
:-x
bocca chiusa
:’(
lacrima
;ammiccamento
Che fare?
•
Usarlo meno e usarlo meglio
per essere meno dipendenti
•
Diventare come genitori
modelli di una condotta più
equilibrata
•
Educare con le parole, ma
soprattutto con l’esempio
34
BIBLIOGRAFIA RAGIONATA
per genitori
Abbiamo cercato di preparare questa bibliografia ragionata sulla realzione genitorifigli e sulla preadolescenza e adolescenza tenendo conto della facilità di trovare
questi testi in libreria e della loro facile lettura.
RELAZIONE GENITORI-FIGLI
• Belloccio-Ravasi, Di madre in figlia, Cortina, Milano, 1987
• Bergeret J., Quando e come punire i bambini, Cortina, Milano, 1980
• Bettelheim B., Un genitore quasi perfetto, Feltrinelli, Milano, 1987
• Bollea G., Le madri non sbagliano mai, Feltrinelli, Milano, 1995
• Dolto F., Come allevare un bambino felice e farne un individuo maturo,
Oscar Mondadori, Milano 1994
• Dolto F., I problemi dei bambini, Mondadori, Milano, 1995
• Dolto F., Le parole dei bambini e l’adulto sordo, Mondadori, Milano, 1987
• Finzi Vegetti S., Il bambino della notte, Mondadori, Milano, 1990
• Fromm E., L’arte di ascoltare, Mondadori, Milano, 1995
• Marcoli A., Il bambino nascosto, Oscar Mondadori, 1993
• Marcoli A., Il bambino arrabbiato, Oscar Mondadori, Milano, 1996
• Petter G., Il mestiere del genitore. I rapporti con i figli dall’infanzia all’adolescenza,
Rizzoli, Milano, 1995
• Viorst J., Distacchi, Frassinelli, 1987
• Winnicott D.W., Colloqui con i genitori, Cortina, Milano, 1993
PREADOLESCENZA E ADOLESCENZA
• Ammanini M., Ammaniti N., Nel nome del figlio. L’adolescenza raccontata da un
padre e un figlio, Mondadori, Milano, 1995
• Bertini G., a cura di, Genitori di un figlio che cambia. Il mestione di genitore in
adolescenza, Ombre Corte, Verona, 2001
• Fabbrini A., Melucci A., L’età dell’oro. Adolescenti tra sogno ed esperienza,
Feltrinelli, Milano, 1992
35
• Crepet P., Non siamo capaci di ascoltarli, Einaudi, Torino, 2001
• D’Agostini G., Psicologia dell’adolescenza, Demetra, Verona, 1995
• Dolto F., Adolescenza. Esperienze e proposte per un nuovo dialogo con i giovani tra
i 10 e i 16 anni, Oscar Mondadori, Milano, 1995
• Pelanda E., Non lo riconosco più. Genitori e figli per affrontare insieme i problemi
dell’adolescenza, Franco Angeli, Milano, 1995
• Pietropolli Charmet G., Scaparro F., Belletà. Adolescenza temuta, adolescenza
sognata, Boringheri, Torino, 1993
• Pietropolli Charmet G., Riva E., Adolescenti in crisi. Genitori in difficoltà, Franco
Angeli, Milano, 1994
• Pietropolli Charmet G., Un nuovo padre. Il rapporto padre-figlio nell’adolescenza,
Mondadori, Milano, 1995
• Pietropolli Charmet G., I nuovi adolescenti, Cortina, Milano, 2000
36
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Opuscolo 05T3549 - Istituto Comprensivo Carlotta Aschieri