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Opuscolo informativo
Iniziativa multinazionali responsabili | 3
Indice
Perché questa iniziativa è necessaria 4
Iniziativa per multinazionali responsabili –
a tutela dell’essere umano e dell’ambiente
Un’iniziativa al momento giusto 6
Gli scopi dell’iniziativa 8
Spiegazione del testo dell’iniziativa 10
Cosa cambierà l’iniziativa 12
Sette ragioni per firmare l’iniziativa 14
Controargomentazioni non pertinenti 16
Formulario di firme della coalizione 20
Le comité d’initiative | Baumann Michael, Pain pour le prochain, Alter Aargauerstalden 32,
3006 Berne | Bühlmann Cécile, Greenpeace, Guggistrasse 17, 6005 Lucerne | Calmy-Rey Micheline,
ancienne conseillère fédérale, Rue du Général-Dufour 24, 1211 Genève 4 | Herkenrath Marc,
Alliance Sud, Agnesstrasse 25, 8004 Zurich | Holenstein Anne-Marie, experte en politique de développement, Krokusweg 7, 8057 Zurich | Karagounis Ion, WWF, Nelkenstrasse 3, 8245 Feuerthalen |
Kurmann Anton, Mission mondiale des jésuites, Hirschengraben 74, 8001 Zurich | Marty Dick, ancien
conseiller aux Etats, Righizzolo, 6938 Fescoggia | Missbach Andreas, Déclaration de Berne, Hönggerstrasse 137, 8037 Zurich | Morel Caroline, Swissaid, Rebbergstrasse 31, 8037 Zurich | Nay Giusep,
ancien juge fédéral, Voa Tgiern seura 19, 7077 Valbella | Niggli Peter, expert en politique de développement, Clausiusstrasse 39, 8006 Zurich | Palazzo Guido, professeur en éthique des entreprises,
Rue Beau-Séjour 9b, 1003 Lausanne | Pittet Jean-Luc, Terre des Hommes Suisse, Rue de la Faïencerie 2,
1227 Carouge | Rieger Andreas, USS/Unia, Bahnhofstrasse 24, 8800 Thalwil | Roth Monika, professeure de droit, Im Roggenacker 18, 4102 Binningen | Schick Manon, Amnesty International, Chemin
de Montolivet 26, 1006 Lausanne | Simoneschi-Cortesi Chiara, ancienne conseillère nationale, Via
Nasora 16, 6949 Comano | Sommaruga Cornelio, président honoraire de Caux, Crêts-de-Champel 16,
1206 Genève | Sottas Eric, Action de Carême, Route de Grenand 5, 1285 Athenaz | von Graffenried
Alec, ancien conseiller national, Murifeldweg 66, 3006 Berne | Wettstein Florian, professeur d’éthique
économique, Wartstrasse 39, 8400 Winterthour | Zwahlen Jacques, ancien chef d’entreprise, Avenue
Louis-Ruchonnet 41, 1003 Lausanne.
Le multinazionali svizzere sono regolarmente implicate nelle
violazioni dei diritti umani o nei danni all’ambiente. Per porvi
fine, un’ampia coalizione di organizzazioni di politica di
sviluppo, di difesa dell’ambiente e dei diritti umani ha lanciato,
nel 2011, la petizione «Diritto senza frontiere». Lo scopo
di questa campagna era incitare il Parlamento ed il Consiglio
federale ad adottare misure affinché le imprese domiciliate
in Svizzera siano tenute a rispettare i diritti umani e l’ambiente
ovunque nel mondo.
Questa rivendicazione è stata ampiamente sostenuta:
oltre 135 000 persone hanno firmato la petizione «Diritto senza
frontiere» ed affermato così che le misure volontarie delle
imprese non bastano a proteggere i diritti umani e l’ambiente.
Il Consiglio federale ed il Parlamento tuttavia rifiutano ancora
di andare oltre le iniziative volontarie. È per questo motivo
che una nuova coalizione ha deciso di lanciare l’iniziativa per
multinazionali responsabili – per lottare contro lo sfrutta­
mento degli esseri umani e i danni all’ambiente da parte di
imprese svizzere.
4 | Iniziativa multinazionali responsabili
Perché questa iniziativa è necessaria
© Per-Anders Pettersson | laif
Le imprese del settore
svizzero delle materie
prime contribuiscono alla
maledizione delle risorse.
Mentre le società svizzere
ed una piccola élite si
arricchiscono, la popola­
zione dei Paesi produttori
paga un prezzo salato:
condizioni di lavoro
disumane e danni all’am­
biente sono all’ordine
del giorno.
© Martin Sasse | laif
I vestiti sono prodotti in
cattive condizioni. Fino
a quando le imprese tessili
non saranno pronte ad
assumersi le loro responsa­
bilità sull’insieme della
loro filiera, parteciperanno
alla miseria delle sarte.
Condizioni di lavoro disumane nelle fabbriche tessili,
in Europa dell’Est o in Asia, lavoro dei bambini nelle
piantagioni di cacao in Africa, emissioni mortali di
anidride solforosa in Zambia: tutti esempi di violazioni
dei diritti umani nelle quali sono implicate alcune società
svizzere. La Svizzera è la ventesima potenza economica
mondiale. Secondo uno studio recente dell’Università
di Maastricht – basato su oltre 1800 casi – la Svizzera figura
tuttavia al nono posto dei Paesi più frequentemente toccati
dalle denunce di violazioni dei diritti umani commesse
dalle imprese.
La protezione legale dei diritti umani e dell’ambiente
non ha seguito il ritmo della mondializzazione. Le catene
di produzione mondiali sono da molto tempo la regola
in numerosi settori economici. In Paesi come la Svizzera,
le leggi obbligano le imprese a rispettare i diritti umani
o a proteggere l’ambiente. Non è il caso in numerosi Paesi
in sviluppo e, sul piano mondiale, gli standard minimi
esistenti non sono vincolanti.
Alcuni passi sono stati compiuti nella buona direzione.
Accettati all’unanimità dall’ONU nel 2011, le Linee guida
relative alle imprese ed ai diritti umani esigono dalle
imprese che adottino misure preventive per proteggere i
diritti umani.
Anche gli Stati vengono posti davanti alle loro responsabilità: devono garantire che le imprese rispettino i diritti
umani. Questo non tocca solo i Paesi esteri nei quali
le imprese esercitano le loro attività, ma anche i Paesi nei
quali sono domiciliate, e dai quali prendono le loro
decisioni.
Nel maggio 2014, il Consiglio federale ha esplicitamente riconosciuto la particolare responsabilità della Svizzera
in questo ambito. «Come sede di numerose imprese
internazionali, la Svizzera ha una grande responsabilità
in materia di rispetto dei diritti umani e di protezione
dell’ambiente». Purtroppo, né il Consiglio federale
né il Parlamento sono passati dalle parole ai fatti. È per
questo che l’Iniziativa per multinazionali responsabili
è necessaria.
6 | Iniziativa multinazionali responsabili
Un’iniziativa al momento giusto
Iniziativa multinazionali responsabili | 7
Un Consiglio federale
esitante
Le Linee guida dell’ONU hanno innescato una forte
dinamica a livello mondiale. Organizzazioni internazionali, come l’OCSE, le hanno integrate ed oltre 25 Stati, tra
cui i nostri vicini, lavorano attualmente all’elaborazione
di piani d’azione nazionali destinati ad applicarli. Anche
se il dibattito è stato lanciato in Svizzera, il Consiglio
federale ha tuttavia indicato a più riprese la sua intenzione
di confermare le misure volontarie. Il consigliere federale
Schneider-Amman l’ha ribadito con chiarezza durante
un dibattito parlamentare: «Non ci sarà né pilotaggio né
influenza dello Stato, alcun obbligo d’informare né di
chiedere il permesso.»
Un ruolo da pioniere
per la Svizzera?
La dinamica internazionale non s’indebolirà: un numero
crescente di Paesi avranno presto concretizzato in
maniera convincente la «miscela valida» raccomandata
dall’ONU. Se la Svizzera non agisce ora, rischia ancora
una volta di attirare le imprese in cerca di spazi non
regolati per continuare le loro attività dubbiose. Sede di
numerose multinazionali ed istituzioni dell’ONU,
la Svizzera ha la responsabilità e la possibilità di dare
l’esempio.
Le violazioni dei diritti umani ed i danni all’ambiente
commessi dalle multinazionali figurano regolarmente
sulle prime pagine dei media. Sottoposte ad una crescente
pressione, numerose imprese hanno reagito sviluppando
strategie di responsabilità sociale d’impresa (RSI).
Le misure volontarie
non bastano
Le Linee guida
dell’ONU relative
alle imprese ed
ai diritti umani
La valutazione delle iniziative di RSI pubblicate in questi
ultimi anni mostra che queste ultime non bastano a
prevenire le violazioni dei diritti umani ed i danni all’ambiente. Anche in seno alle imprese progressiste, l’impegno
volontario porta sempre a scontrarsi con la logica del
profitto e con il prezzo che i dirigenti e gli azionisti
dovrebbero pagare per le attività economiche pulite. È
per questo che le Linee guida dell’ONU raccomandano una
«miscela valida» (smart mix) di misure volontarie e di
regole giuridicamente vincolanti.
La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 già lo
enuncia: «Tutti gli individui e tutti gli organi della società» – quindi
anche le imprese – hanno il dovere di rispettare i diritti umani.
Alla fine del XX secolo, è diventato chiaro che gli Stati non erano più
i soli attori della politica internazionale. La mondializzazione ha
permesso ad un certo numero di imprese – le multinazionali – di ignorare
la restrizione statale e le frontiere nazionali. Resta il fatto che queste
imprese sono rimaste organi della nostra società.
All’inizio degli anni 2000, un primo tentativo dell’ONU di obbligare
le multinazionali a rispettare i diritti umani è fallito sotto la pressione
delle lobby economiche. Nel 2005, il Segretario generale dell’ONU,
Kofi Annan, ha nominato il professore americano John Ruggie
rappresentante speciale incaricato della questione dei diritti umani,
delle imprese transnazionali e di altre imprese. I lavori di John Ruggie hanno portato alle
Linee guida, adottate all’unanimità dal Consiglio dei diritti umani dell’ONU nel 2011, che si basano
su tre pilastri:
1.Il dovere degli Stati di proteggere i diritti umani e di assicurarsi che le imprese non li
violino.
2.La responsabilità delle imprese di rispettare i diritti umani. Per identificare i rischi ed impedire
le violazioni, le imprese devono applicare procedure di obbligo di diligenza.
3.L’accesso alle vie legali efficaci per le vittime di violazioni di diritti umani da parte delle
imprese. Questo dovere tocca le imprese e gli Stati.
8 | Iniziativa multinazionali responsabili
Iniziativa multinazionali responsabili | 9
Gli scopi dell’iniziativa
all’estero. Questo permetterà alle vittime di denunciarle
in Svizzera per ottenere il risarcimento dei danni
che hanno subito. Le imprese che agiscono in maniera
irresponsabile nonostante l’obbligo di vigilanza dovranno
risponderne davanti ai tribunali. L’iniziativa può così
essere applicata senza burocrazia.
Le imprese verranno trattate in maniera equa: se
un’impresa può dimostrare in maniera credibile di aver
onorato i suoi doveri di diligenza con tutta la cura
necessaria, e di aver preso ed applicato tutte le misure
del caso, non avrà da temere il verdetto dei tribunali.
L’iniziativa avrà quindi un effetto preventivo: le imprese
saranno incitate ad agire correttamente.
L’iniziativa per multinazionali responsabili chiede che le imprese
siano tenute a proteggere i diritti umani e l’ambiente
nell’insieme delle loro relazioni d’affari. Questo dovere di
diligenza si applica anche alle loro attività all’estero.
Instaurare un dovere
di diligenza
Applicazione con
meccanismi di
responsabilità civile
Le Linee guida dell’ONU relative alle imprese ed ai
diritti umani chiedono l’instaurazione di un «dovere di
diligenza ragionevole»: un’impresa deve assicurare
di non violare i diritti umani o di non essere coinvolta in
tali violazioni. In caso di danni, deve adottare le misure
adeguate. Deve infine rendere conto in maniera trasparente dei problemi identificati e delle misure adottate. I
bambini imparano molto presto ad attraversare la strada
secondo tre parole chiave: «ascoltare, guardare, attraversare». In futuro, le imprese dovrebbero a loro volta
conoscere a memoria la logica delle Linee guida: «valutare i rischi, agire di conseguenza, rendere conto».
Queste regole di comportamento figurano già nel
diritto internazionale, ma nell’ottica della cosiddetta
«legge mite» (soft law in inglese), alla quale manca un
meccanismo vincolante d’applicazione. A questo riguardo
l’ONU rinvia gli Stati membri alle loro responsabilità.
È esattamente ciò che l’iniziativa per multinazionali
responsabili intende fare, iscrivendo nella legislazione
elvetica il dovere di diligenza prescritto dalle Linee guida,
anche per la protezione dell’ambiente.
Perché le imprese avranno interesse ad applicare il loro
dovere di diligenza? L’iniziativa stipula che in futuro le
imprese svizzere dovranno anche rispondere delle
violazioni di diritti umani o di standard ambientali
commessi dalle loro filiali o dalle imprese che controllano
Quali sono le imprese
coinvolte?
Oggi, una gran parte delle imprese svizzere già si sforza
di operare in maniera responsabile all’estero. Alcune tra di
loro si basano in maniera volontaria sulle Linee guida.
Restano tuttavia numerosi i casi in cui le imprese non si
assumono le proprie responsabilità. È per questo che è
imperativo stabilire una base comune di standard minimi
in materia di diritti umani e di ambiente che tutte le
imprese dovranno rispettare. Questo permetterà alla
«qualità svizzera» di essere anche la garanzia di pratiche
irreprensibili in termini di etica e di sostenibilità.
I meccanismi dell’iniziativa
1. Dovere di diligenza
valutare agire rendere conto
2. Il dovere di diligenza vale
su scala mondiale e per l’insieme delle
relazioni d’affari.
3. Se questo dovere di diligenza non
viene rispettato, l’impresa risponde delle
violazioni commesse dalle sue filiali.
valutare agire rendere conto
10 | Iniziativa multinazionali responsabili
Iniziativa multinazionali responsabili | 11
Spiegazione del testo dell’iniziativa
La Costituzione federale è modificata
come segue:
Art. 101a | Responsabilità delle imprese
1 | La Confederazione prende provvedimenti
per rafforzare il rispetto dei diritti umani e
dell’ambiente da parte dell’economia.
2 | La legge disciplina gli obblighi delle imprese
che hanno la loro sede statutaria, l’ammi­ni­
strazione centrale o il centro d’attività principale in Svizzera secondo i seguenti principi:
a. le imprese sono tenute a rispettare anche
all’estero i diritti umani riconosciuti a
livello internazionale e le norme ambientali internazionali; esse devono provvedere
affinché tali diritti e tali norme siano rispettati anche dalle imprese da esse controllate; i rapporti effettivi determinano se
un’impresa ne controlla un’altra; il controllo
può risultare di fatto anche dall’esercizio
di un potere economico;
Si tratta del principio generale
dell’iniziativa
Sono coinvolte tutte le imprese aventi
di fatto un centro decisionale in Svizzera,
anche se formalmente la loro sede
giuridica è in un altro Stato.
Le attività delle imprese svizzere all’estero
sono il cuore dell’iniziativa, che vuole
obbligare le imprese svizzere a rispettare i
diritti umani e gli standard ambientali
riconosciuti su scala internazionale
per l’insieme delle loro attività. L’iniziativa
farà così in modo che le imprese svizzere
non si comportino peggio all’estero che in
Svizzera.
Le imprese controllate sono, per esempio,
le filiali di multinazionali o le società
che le imprese svizzere controllano di fatto.
Questa disposizione permette di evitare
l’uso di strutture opache (p. es. società di
comodo) per ignorare il dovere di diligenza.
b. le imprese sono tenute a usare la dovuta diligenza; in particolare, devono individuare le ripercussioni effettive e potenziali
sui diritti umani riconosciuti a livello internazionale e sull’ambiente, adottare misure idonee a prevenire le violazioni dei
diritti umani riconosciuti a livello internazionale e delle norme ambientali in­
ternazionali, porre fine alle violazioni
esistenti e rendere conto delle misure
adottate; questi obblighi si applicano alle
imprese controllate e a tutte le relazioni
d’affari; la portata della dovuta diligenza
dipende dai rischi in materia di diritti umani e di ambiente; nel disciplinare l’obbligo
della dovuta diligenza, il legislatore tiene
conto delle esigenze delle piccole e medie
imprese che presentano rischi limitati in
tali ambiti;
Il modo in cui questo dovere di diligenza
è definito nelle Linee guida dell’ONU serve
da riferimento.
c.le imprese rispondono anche del danno
che le imprese da esse controllate cagionano nell’esercizio delle loro incombenze
d’affari, violando diritti umani riconosciuti
a livello internazionale o norme ambientali
internazionali; non ne rispondono secondo la presente disposizione se dimostrano
di aver usato tutta la diligenza richiesta
secondo la lettera b per prevenire il danno
o che il danno si sarebbe verificato anche
usando tale diligenza;
Le vittime di violazioni di diritti umani
o di danni ambientali possono chiedere un
risarcimento all’impresa coinvolta
davanti ad un tribunale civile elvetico.
d. le disposizioni emanate in virtù dei principi
sanciti alle lettere a–c si applicano indipendentemente dal diritto richiamato dal diritto internazionale privato.
Quando le attività all’estero di imprese
svizzere sono oggetto di denuncia,
può essere applicato anche il diritto estero.
Questo paragrafo stabilisce che le
disposizioni previste dall’iniziativa
devono in ogni caso essere prese in consi­
derazione dai tribunali svizzeri.
Le tre tappe di questo esame: valutare,
agire, rendere conto.
La grande maggioranza delle PMI svizzere
corre pochi rischi di commettere violazioni
di diritti umani o di danneggiare
l’ambiente. Di conseguenza, è poco
coinvolta dall’applicazione dell’iniziativa.
Se un’impresa adempie correttamente il
suo dovere di diligenza, la sua responsa­
bilità decade. Le imprese hanno di
conseguenza un interesse preponderante
ad adempiere ai loro doveri, e l’iniziativa
può essere applicata senza burocrazia.
12 | Iniziativa multinazionali responsabili
Cosa cambierà l’iniziativa
© Meinrad Schade
Oggi, senza responsabilità
delle multinazionali
Se l’iniziativa fosse
accettata
Le emissioni di anidride solforosa inquinano l’aria,
facendo ammalare adulti e bambini. Hanno anche
provocato la morte di persone indebolite. Le piogge acide
corrodono i tetti di lamiera delle vicine bidonville,
distruggono le piante dei giardini e le colture circostanti.
Benvenuti a Mufulira, in Zambia! Là, dove nuvole tossiche fuoriescono dalla fabbrica di trattamento del rame di
Mopani, una miniera che appartiene maggioritariamente
à Glencore, il gigante zughese delle materie prime. Il
rilevamento di Mopani da parte di Glencore, nel 2000, ha
portato ad un forte aumento della produzione, ma
anche ad emissioni di anidride solforosa. Secondo le
misurazioni realizzate dall’emissione Rundschau,
della Televisione Svizzera di lingua tedesca, la media
quotidiana più alta era 282 volte superiore ai valori limiti
definiti dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Immaginiamo che il rilevamento della miniera di Mopani
fosse avvenuto dopo l’adozione dell’iniziativa: a Baar
(ZG) da dove la filiera del rame di Glencore è diretta,
i dirigenti avrebbero avuto l’obbligo legale di applicare il
loro dovere di diligenza. I rischi risultanti dalle emissioni
di zolfo sarebbero stati, in quel caso, immediatamente
identificati. Glencore avrebbe adottato alcune misure ed
intrapreso il risanamento – tecnicamente realizzabile –
del suo impianto prima di aumentare la sua produzione.
In assenza di tali misure, i residenti di Mufulira
avrebbero potuto chiedere risarcimento dei danni davanti
ad un tribunale svizzero.
© Daniel Rosenthal | laif
Da una miniera di rame fuoriescono emissioni mortali
Lavoro minorile nelle piantagioni di cacao
Oggi, senza responsabilità
delle multinazionali
Cosa sarebbe la Svizzera senza il suo cioccolato? Il nostro
Paese non produce solamente il miglior cioccolato del
mondo, ospita anche alcune delle più importanti società
commerciali di cacao. Il cacao è prodotto altrove: il 70 %
delle fave commercializzate nel mondo provengono
dall’Africa occidentale. Oltre mezzo milione di bambini
lavora nelle piantagioni, in condizioni miserabili. Le
imprese del settore lo sanno da oltre dieci anni. Tuttavia
non hanno intrapreso praticamente niente per rimediarvi.
Se l’iniziativa fosse
accettata
Se l’iniziativa fosse adottata ed applicata, le imprese
svizzere non potrebbero più chiudere gli occhi davanti a
tali violazioni dei diritti umani. Le procedure di diligenza
obbligherebbero i dirigenti a guardarle più da vicino e
ad agire. Dovrebbero contribuire a migliorare le condizioni
esistenziali e di lavoro delle famiglie di produttori di
cacao ed assicurarsi che esse ricevano un reddito sufficiente per vivere, per lottare contro il lavoro abusivo dei
bambini.
14 | Iniziativa multinazionali responsabili
Iniziativa multinazionali responsabili | 15
Sette ragioni per firmare l’iniziativa
Per proteggere l’ambiente
ed i diritti umani, anche
all’estero
I polmoni degli zambiani sono diversi dai nostri? Invece
di lavorare, i bambini dell’Africa occidentale, non vorrebbero giocare e divertirsi come i nostri? I diritti umani
sono universali ed il loro rispetto è la condizione di
un’esistenza degna. Oggi, alcune imprese svizzere sono
coinvolte nelle violazioni di diritti umani o nei danni
ambientali. L’iniziativa avrà un effetto preventivo e
spingerà le imprese a minimizzare i rischi legati alle loro
attività.
Meglio prevenire
che curare
Le violazioni dei diritti umani ed i danni all’ambiente non
dovrebbero accadere. È per questo che l’Iniziativa per
multinazionali responsabili si basa sul dovere di diligenza,
uno strumento che ha un forte effetto preventivo.
Aprire gli occhi invece
di coprirsi il viso
Le imprese non devono poter ignorare il rispetto dei diritti
umani o degli standard ambientali all’estero ed affermare,
in caso di problemi, che ignoravano i rischi legati alle
loro attività. L’iniziativa obbliga le imprese a conoscere
questi rischi.
I genitori sono
responsabili dei loro
bambini
Oggi, ciò che vale per gli esseri umani, le «persone fisiche»,
non vale per le «persone giuridiche», le imprese. Se in
seno alle multinazionali, gli utili passano naturalmente
alla società madre, quest’ultima non si assume invece
nessuna responsabilità per i comportamenti problematici
delle sue filiali. L’iniziativa vuole colmare questa lacuna.
Quando le filiali o le società controllate causano danni
ambientali o violano i diritti umani all’estero, la società
madre deve assumersi la sua responsabilità, a meno
che quest’ultima non abbia applicato tutte le misure di
diligenza necessarie.
L’iniziativa può
essere applicata senza
burocrazia
L’Iniziativa per multinazionali responsabili non necessita
la creazione di nessuna nuova autorità. L’allargamento
della responsabilità delle imprese alle loro filiali ed alle
società che controllano all’estero garantisce l’applicazione
efficace del dovere di diligenza. La responsabilità civile
delle imprese interviene solo quando la società non
può dimostrare di aver esercitato correttamente il suo
obbligo di diligenza. Questo inciterà fortemente le
imprese ad adottare le misure necessarie.
Anche le imprese
«esemplari»
ne beneficiano
Le imprese irrispettose dell’ambiente o dei diritti umani
sono avvantaggiate sul piano competitivo rispetto ai loro
concorrenti. In pratica, i comportamenti irresponsabili
sono ricompensati finanziariamente! L’iniziativa crea
maggiore equità tra le imprese all’avanguardia e quelle
che non si interessano delle loro responsabilità, s’impegna
affinché l’obbligo di diligenza in materia di diritti
umani e di ambiente non resti una semplice questione di
coscienza individuale, ma diventi una pratica comune.
L’iniziativa migliora le
condizioni quadro
dell’economia elvetica
Il nostro Paese ha la densità di multinazionali per
abitante più alta del mondo. La Svizzera è dunque molto
esposta sul piano internazionale. Abbiamo visto, in
passato, come le pratiche problematiche di un settore – in questo caso la piazza finanziaria svizzera – possano
macchiare permanentemente l’immagine del nostro
Paese. La storia potrebbe ripetersi con il settore delle
materie prime, un ambito nel quale la Svizzera occupa
una posizione dominante a livello mondiale. Con
questa iniziativa, la Svizzera manda un segnale chiaro:
intende ospitare solo imprese che si comportano in
maniera responsabile. Questo permetterà di evitare danni
d’immagine per il nostro Paese e garantire che l’economia
elvetica disponga di buone condizioni quadro a lungo
termine.
16 | Iniziativa multinazionali responsabili
Iniziativa multinazionali responsabili | 17
Controargomentazioni non pertinenti
«L’Iniziativa per
multinazionali
responsabili distruggerà
impieghi, ridurrà
entrate fiscali e nuocerà
alla popolazione.»
L’iniziativa non chiede niente di estremo, e può essere
applicata senza spese eccessive dalle imprese coinvolte.
Non chiede niente di più del rispetto di uno standard
internazionale esistente. Numerose multinazionali
riconoscono già le Linee guida dell’ONU. Nessuna impresa
sarà messa in pericolo se ha agito in maniera respon­
sabile.
«L’iniziativa caccerà
le multinazionali e
danneggerà la piazza
economica elvetica.»
Le violazioni di diritti umani e la distruzione dell’ambiente
fanno parte degli ingredienti del successo delle imprese
elvetiche? No! Le poche imprese che a tal punto pre­
ferirebbero lasciare la Svizzera anziché assumersi le loro
responsabilità in materia di diritti umani e di ambiente
non sono certamente quelle di cui possiamo essere
fieri. D’altronde, le esigenze di applicazione di un obbligo
di diligenza non sarebbero un’eccezione svizzera. Diversi
Paesi limitrofi vanno nella stessa direzione.
«Le intenzioni sono
buone, ma l’iniziativa è
inutile perché le imprese
svizzere si assumono
già le loro responsabilità
su una base volontaria.»
Già oggi, una gran parte delle imprese svizzere si sforza
di agire in maniera responsabile. Queste imprese continueranno a farlo in futuro. D’altronde, numerose PMI
sono poco coinvolte dall’iniziativa, perché le loro attività
non rappresentano alcun rischio per gli esseri umani
e l’ambiente. Contare sulle iniziative volontarie resta
comunque insufficiente. Alcune imprese pongono
la riuscita finanziaria a corto termine sopra ogni cosa.
Queste imprese non rappresentano solamente una
minaccia per i diritti umani e l’ambiente, nuocciono
anche alla reputazione della Svizzera. È per questo che
l’iniziativa introduce uno standard minimo chiaro, che
tutte le imprese dovranno rispettare. Questo contribuirà
anche a stabilire un contesto di concorrenza più equo.
«L’iniziativa condurrà
a montagne di denunce e
le imprese svizzere si
ritroveranno intrappolate
in procedure giuridiche
interminabili.»
L’iniziativa ha in primo luogo un effetto preventivo.
L’obbligo di diligenza permette alle imprese d’identificare i rischi di violazioni di diritti umani e di norme
ambientali e le obbliga a prendere le misure necessarie.
Solo quelle che non adempiono questo dovere dovranno
assumersi le proprie responsabilità. In questi casi, i
tribunali civili svizzeri dovranno giudicare se un’impresa ha violato il suo dovere di vigilanza e se questa
negligenza ha causato danni agli esseri umani o all’ambiente.
«Una tale iniziativa
sottomette altri Paesi
all’assetto giuridico
svizzero, e questo viola la
loro sovranità.»
Non si tratta di applicare le leggi svizzere a persone
giuridiche estere. Il dovere di diligenza riguarda solo le
entità svizzere delle multinazionali – cioè i loro centri
decisionali in Svizzera, che sono sottoposti al diritto
svizzero. Se la filiale di un’impresa svizzera viola i diritti
umani o causa danni ambientali in un Paese terzo, ci
si potrà rivolgere alla giustizia elvetica per valutare se la
società domiciliata in Svizzera ha compiuto il suo dovere
di diligenza, come figura nella legge.
18 | Iniziativa multinazionali responsabili
Firmate ora la nostra iniziativa. Grazie mille!
– Le multinazionali domiciliate in Svizzera non devono
più sfruttare gli esseri umani né danneggiare l’ambiente.
– Le multinazionali e le loro filiali devono rispettare i diritti
umani e gli standard ambientali ovunque nel mondo.
«Niente giustifica che le imprese svizzere
violino i diritti umani e gli standard ambientali
per i loro propri interessi»
Monika Roth, Prof. Dr. Iur.
– Il dovere di diligenza ha un effetto preventivo e
contribuisce ad evitare le violazioni dei diritti umani
e i danni ambientali.
– L’iniziativa può essere applicata senza burocrazia.
«Nessuno vorrebbe che la circolazione stradale
si basi su principi volontari e sia dettata
dalla legge del più forte. Allo stesso modo, le
attività delle imprese all’estero devono
essere limitate da regole chiare»
Dick Marty, già Consigliere agli Stati
Grazie di cuore per il suo impegno per multinazionali responsabili.
Ulteriori informazioni sull’iniziativa ed altra documentazione della campagna su
www.iniziativa-multinazionali.ch
Associazione Iniziativa per multinazionali responsabili
Casella postale 8609 | 3001 Berna | 031 390 93 36 | [email protected]
Impressum | Editrice Associazione Iniziativa per multinazionali responsabili | Carta PlanoSpeed FSC per una gestione forestale sostenibile | Stampa Druckerei Albisrieden AG,
Zurigo | Concetto e design Oliver Gemperle Sagl, Zurigo
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Politica di sviluppo
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Maggiori informazioni: www.iniziativa-multinazionali.ch
Associazione «Iniziativa per
multinazionali responsabili»
Casella postale 8609 | 3001 Berna
[email protected]
Stampato su carta PlanoSpeed FSC per una gestione forestale sostenibile | Concetto e design: Oliver Gemperle Sagl, Zurigo
Oltre 60 organizzazioni svizzere sostengono
l’iniziativa per multinazionali responsabili.
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