Firmate ora! Opuscolo informativo Iniziativa multinazionali responsabili | 3 Indice Perché questa iniziativa è necessaria 4 Iniziativa per multinazionali responsabili – a tutela dell’essere umano e dell’ambiente Un’iniziativa al momento giusto 6 Gli scopi dell’iniziativa 8 Spiegazione del testo dell’iniziativa 10 Cosa cambierà l’iniziativa 12 Sette ragioni per firmare l’iniziativa 14 Controargomentazioni non pertinenti 16 Formulario di firme della coalizione 20 Le comité d’initiative | Baumann Michael, Pain pour le prochain, Alter Aargauerstalden 32, 3006 Berne | Bühlmann Cécile, Greenpeace, Guggistrasse 17, 6005 Lucerne | Calmy-Rey Micheline, ancienne conseillère fédérale, Rue du Général-Dufour 24, 1211 Genève 4 | Herkenrath Marc, Alliance Sud, Agnesstrasse 25, 8004 Zurich | Holenstein Anne-Marie, experte en politique de développement, Krokusweg 7, 8057 Zurich | Karagounis Ion, WWF, Nelkenstrasse 3, 8245 Feuerthalen | Kurmann Anton, Mission mondiale des jésuites, Hirschengraben 74, 8001 Zurich | Marty Dick, ancien conseiller aux Etats, Righizzolo, 6938 Fescoggia | Missbach Andreas, Déclaration de Berne, Hönggerstrasse 137, 8037 Zurich | Morel Caroline, Swissaid, Rebbergstrasse 31, 8037 Zurich | Nay Giusep, ancien juge fédéral, Voa Tgiern seura 19, 7077 Valbella | Niggli Peter, expert en politique de développement, Clausiusstrasse 39, 8006 Zurich | Palazzo Guido, professeur en éthique des entreprises, Rue Beau-Séjour 9b, 1003 Lausanne | Pittet Jean-Luc, Terre des Hommes Suisse, Rue de la Faïencerie 2, 1227 Carouge | Rieger Andreas, USS/Unia, Bahnhofstrasse 24, 8800 Thalwil | Roth Monika, professeure de droit, Im Roggenacker 18, 4102 Binningen | Schick Manon, Amnesty International, Chemin de Montolivet 26, 1006 Lausanne | Simoneschi-Cortesi Chiara, ancienne conseillère nationale, Via Nasora 16, 6949 Comano | Sommaruga Cornelio, président honoraire de Caux, Crêts-de-Champel 16, 1206 Genève | Sottas Eric, Action de Carême, Route de Grenand 5, 1285 Athenaz | von Graffenried Alec, ancien conseiller national, Murifeldweg 66, 3006 Berne | Wettstein Florian, professeur d’éthique économique, Wartstrasse 39, 8400 Winterthour | Zwahlen Jacques, ancien chef d’entreprise, Avenue Louis-Ruchonnet 41, 1003 Lausanne. Le multinazionali svizzere sono regolarmente implicate nelle violazioni dei diritti umani o nei danni all’ambiente. Per porvi fine, un’ampia coalizione di organizzazioni di politica di sviluppo, di difesa dell’ambiente e dei diritti umani ha lanciato, nel 2011, la petizione «Diritto senza frontiere». Lo scopo di questa campagna era incitare il Parlamento ed il Consiglio federale ad adottare misure affinché le imprese domiciliate in Svizzera siano tenute a rispettare i diritti umani e l’ambiente ovunque nel mondo. Questa rivendicazione è stata ampiamente sostenuta: oltre 135 000 persone hanno firmato la petizione «Diritto senza frontiere» ed affermato così che le misure volontarie delle imprese non bastano a proteggere i diritti umani e l’ambiente. Il Consiglio federale ed il Parlamento tuttavia rifiutano ancora di andare oltre le iniziative volontarie. È per questo motivo che una nuova coalizione ha deciso di lanciare l’iniziativa per multinazionali responsabili – per lottare contro lo sfrutta mento degli esseri umani e i danni all’ambiente da parte di imprese svizzere. 4 | Iniziativa multinazionali responsabili Perché questa iniziativa è necessaria © Per-Anders Pettersson | laif Le imprese del settore svizzero delle materie prime contribuiscono alla maledizione delle risorse. Mentre le società svizzere ed una piccola élite si arricchiscono, la popola zione dei Paesi produttori paga un prezzo salato: condizioni di lavoro disumane e danni all’am biente sono all’ordine del giorno. © Martin Sasse | laif I vestiti sono prodotti in cattive condizioni. Fino a quando le imprese tessili non saranno pronte ad assumersi le loro responsa bilità sull’insieme della loro filiera, parteciperanno alla miseria delle sarte. Condizioni di lavoro disumane nelle fabbriche tessili, in Europa dell’Est o in Asia, lavoro dei bambini nelle piantagioni di cacao in Africa, emissioni mortali di anidride solforosa in Zambia: tutti esempi di violazioni dei diritti umani nelle quali sono implicate alcune società svizzere. La Svizzera è la ventesima potenza economica mondiale. Secondo uno studio recente dell’Università di Maastricht – basato su oltre 1800 casi – la Svizzera figura tuttavia al nono posto dei Paesi più frequentemente toccati dalle denunce di violazioni dei diritti umani commesse dalle imprese. La protezione legale dei diritti umani e dell’ambiente non ha seguito il ritmo della mondializzazione. Le catene di produzione mondiali sono da molto tempo la regola in numerosi settori economici. In Paesi come la Svizzera, le leggi obbligano le imprese a rispettare i diritti umani o a proteggere l’ambiente. Non è il caso in numerosi Paesi in sviluppo e, sul piano mondiale, gli standard minimi esistenti non sono vincolanti. Alcuni passi sono stati compiuti nella buona direzione. Accettati all’unanimità dall’ONU nel 2011, le Linee guida relative alle imprese ed ai diritti umani esigono dalle imprese che adottino misure preventive per proteggere i diritti umani. Anche gli Stati vengono posti davanti alle loro responsabilità: devono garantire che le imprese rispettino i diritti umani. Questo non tocca solo i Paesi esteri nei quali le imprese esercitano le loro attività, ma anche i Paesi nei quali sono domiciliate, e dai quali prendono le loro decisioni. Nel maggio 2014, il Consiglio federale ha esplicitamente riconosciuto la particolare responsabilità della Svizzera in questo ambito. «Come sede di numerose imprese internazionali, la Svizzera ha una grande responsabilità in materia di rispetto dei diritti umani e di protezione dell’ambiente». Purtroppo, né il Consiglio federale né il Parlamento sono passati dalle parole ai fatti. È per questo che l’Iniziativa per multinazionali responsabili è necessaria. 6 | Iniziativa multinazionali responsabili Un’iniziativa al momento giusto Iniziativa multinazionali responsabili | 7 Un Consiglio federale esitante Le Linee guida dell’ONU hanno innescato una forte dinamica a livello mondiale. Organizzazioni internazionali, come l’OCSE, le hanno integrate ed oltre 25 Stati, tra cui i nostri vicini, lavorano attualmente all’elaborazione di piani d’azione nazionali destinati ad applicarli. Anche se il dibattito è stato lanciato in Svizzera, il Consiglio federale ha tuttavia indicato a più riprese la sua intenzione di confermare le misure volontarie. Il consigliere federale Schneider-Amman l’ha ribadito con chiarezza durante un dibattito parlamentare: «Non ci sarà né pilotaggio né influenza dello Stato, alcun obbligo d’informare né di chiedere il permesso.» Un ruolo da pioniere per la Svizzera? La dinamica internazionale non s’indebolirà: un numero crescente di Paesi avranno presto concretizzato in maniera convincente la «miscela valida» raccomandata dall’ONU. Se la Svizzera non agisce ora, rischia ancora una volta di attirare le imprese in cerca di spazi non regolati per continuare le loro attività dubbiose. Sede di numerose multinazionali ed istituzioni dell’ONU, la Svizzera ha la responsabilità e la possibilità di dare l’esempio. Le violazioni dei diritti umani ed i danni all’ambiente commessi dalle multinazionali figurano regolarmente sulle prime pagine dei media. Sottoposte ad una crescente pressione, numerose imprese hanno reagito sviluppando strategie di responsabilità sociale d’impresa (RSI). Le misure volontarie non bastano Le Linee guida dell’ONU relative alle imprese ed ai diritti umani La valutazione delle iniziative di RSI pubblicate in questi ultimi anni mostra che queste ultime non bastano a prevenire le violazioni dei diritti umani ed i danni all’ambiente. Anche in seno alle imprese progressiste, l’impegno volontario porta sempre a scontrarsi con la logica del profitto e con il prezzo che i dirigenti e gli azionisti dovrebbero pagare per le attività economiche pulite. È per questo che le Linee guida dell’ONU raccomandano una «miscela valida» (smart mix) di misure volontarie e di regole giuridicamente vincolanti. La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 già lo enuncia: «Tutti gli individui e tutti gli organi della società» – quindi anche le imprese – hanno il dovere di rispettare i diritti umani. Alla fine del XX secolo, è diventato chiaro che gli Stati non erano più i soli attori della politica internazionale. La mondializzazione ha permesso ad un certo numero di imprese – le multinazionali – di ignorare la restrizione statale e le frontiere nazionali. Resta il fatto che queste imprese sono rimaste organi della nostra società. All’inizio degli anni 2000, un primo tentativo dell’ONU di obbligare le multinazionali a rispettare i diritti umani è fallito sotto la pressione delle lobby economiche. Nel 2005, il Segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, ha nominato il professore americano John Ruggie rappresentante speciale incaricato della questione dei diritti umani, delle imprese transnazionali e di altre imprese. I lavori di John Ruggie hanno portato alle Linee guida, adottate all’unanimità dal Consiglio dei diritti umani dell’ONU nel 2011, che si basano su tre pilastri: 1.Il dovere degli Stati di proteggere i diritti umani e di assicurarsi che le imprese non li violino. 2.La responsabilità delle imprese di rispettare i diritti umani. Per identificare i rischi ed impedire le violazioni, le imprese devono applicare procedure di obbligo di diligenza. 3.L’accesso alle vie legali efficaci per le vittime di violazioni di diritti umani da parte delle imprese. Questo dovere tocca le imprese e gli Stati. 8 | Iniziativa multinazionali responsabili Iniziativa multinazionali responsabili | 9 Gli scopi dell’iniziativa all’estero. Questo permetterà alle vittime di denunciarle in Svizzera per ottenere il risarcimento dei danni che hanno subito. Le imprese che agiscono in maniera irresponsabile nonostante l’obbligo di vigilanza dovranno risponderne davanti ai tribunali. L’iniziativa può così essere applicata senza burocrazia. Le imprese verranno trattate in maniera equa: se un’impresa può dimostrare in maniera credibile di aver onorato i suoi doveri di diligenza con tutta la cura necessaria, e di aver preso ed applicato tutte le misure del caso, non avrà da temere il verdetto dei tribunali. L’iniziativa avrà quindi un effetto preventivo: le imprese saranno incitate ad agire correttamente. L’iniziativa per multinazionali responsabili chiede che le imprese siano tenute a proteggere i diritti umani e l’ambiente nell’insieme delle loro relazioni d’affari. Questo dovere di diligenza si applica anche alle loro attività all’estero. Instaurare un dovere di diligenza Applicazione con meccanismi di responsabilità civile Le Linee guida dell’ONU relative alle imprese ed ai diritti umani chiedono l’instaurazione di un «dovere di diligenza ragionevole»: un’impresa deve assicurare di non violare i diritti umani o di non essere coinvolta in tali violazioni. In caso di danni, deve adottare le misure adeguate. Deve infine rendere conto in maniera trasparente dei problemi identificati e delle misure adottate. I bambini imparano molto presto ad attraversare la strada secondo tre parole chiave: «ascoltare, guardare, attraversare». In futuro, le imprese dovrebbero a loro volta conoscere a memoria la logica delle Linee guida: «valutare i rischi, agire di conseguenza, rendere conto». Queste regole di comportamento figurano già nel diritto internazionale, ma nell’ottica della cosiddetta «legge mite» (soft law in inglese), alla quale manca un meccanismo vincolante d’applicazione. A questo riguardo l’ONU rinvia gli Stati membri alle loro responsabilità. È esattamente ciò che l’iniziativa per multinazionali responsabili intende fare, iscrivendo nella legislazione elvetica il dovere di diligenza prescritto dalle Linee guida, anche per la protezione dell’ambiente. Perché le imprese avranno interesse ad applicare il loro dovere di diligenza? L’iniziativa stipula che in futuro le imprese svizzere dovranno anche rispondere delle violazioni di diritti umani o di standard ambientali commessi dalle loro filiali o dalle imprese che controllano Quali sono le imprese coinvolte? Oggi, una gran parte delle imprese svizzere già si sforza di operare in maniera responsabile all’estero. Alcune tra di loro si basano in maniera volontaria sulle Linee guida. Restano tuttavia numerosi i casi in cui le imprese non si assumono le proprie responsabilità. È per questo che è imperativo stabilire una base comune di standard minimi in materia di diritti umani e di ambiente che tutte le imprese dovranno rispettare. Questo permetterà alla «qualità svizzera» di essere anche la garanzia di pratiche irreprensibili in termini di etica e di sostenibilità. I meccanismi dell’iniziativa 1. Dovere di diligenza valutare agire rendere conto 2. Il dovere di diligenza vale su scala mondiale e per l’insieme delle relazioni d’affari. 3. Se questo dovere di diligenza non viene rispettato, l’impresa risponde delle violazioni commesse dalle sue filiali. valutare agire rendere conto 10 | Iniziativa multinazionali responsabili Iniziativa multinazionali responsabili | 11 Spiegazione del testo dell’iniziativa La Costituzione federale è modificata come segue: Art. 101a | Responsabilità delle imprese 1 | La Confederazione prende provvedimenti per rafforzare il rispetto dei diritti umani e dell’ambiente da parte dell’economia. 2 | La legge disciplina gli obblighi delle imprese che hanno la loro sede statutaria, l’ammini strazione centrale o il centro d’attività principale in Svizzera secondo i seguenti principi: a. le imprese sono tenute a rispettare anche all’estero i diritti umani riconosciuti a livello internazionale e le norme ambientali internazionali; esse devono provvedere affinché tali diritti e tali norme siano rispettati anche dalle imprese da esse controllate; i rapporti effettivi determinano se un’impresa ne controlla un’altra; il controllo può risultare di fatto anche dall’esercizio di un potere economico; Si tratta del principio generale dell’iniziativa Sono coinvolte tutte le imprese aventi di fatto un centro decisionale in Svizzera, anche se formalmente la loro sede giuridica è in un altro Stato. Le attività delle imprese svizzere all’estero sono il cuore dell’iniziativa, che vuole obbligare le imprese svizzere a rispettare i diritti umani e gli standard ambientali riconosciuti su scala internazionale per l’insieme delle loro attività. L’iniziativa farà così in modo che le imprese svizzere non si comportino peggio all’estero che in Svizzera. Le imprese controllate sono, per esempio, le filiali di multinazionali o le società che le imprese svizzere controllano di fatto. Questa disposizione permette di evitare l’uso di strutture opache (p. es. società di comodo) per ignorare il dovere di diligenza. b. le imprese sono tenute a usare la dovuta diligenza; in particolare, devono individuare le ripercussioni effettive e potenziali sui diritti umani riconosciuti a livello internazionale e sull’ambiente, adottare misure idonee a prevenire le violazioni dei diritti umani riconosciuti a livello internazionale e delle norme ambientali in ternazionali, porre fine alle violazioni esistenti e rendere conto delle misure adottate; questi obblighi si applicano alle imprese controllate e a tutte le relazioni d’affari; la portata della dovuta diligenza dipende dai rischi in materia di diritti umani e di ambiente; nel disciplinare l’obbligo della dovuta diligenza, il legislatore tiene conto delle esigenze delle piccole e medie imprese che presentano rischi limitati in tali ambiti; Il modo in cui questo dovere di diligenza è definito nelle Linee guida dell’ONU serve da riferimento. c.le imprese rispondono anche del danno che le imprese da esse controllate cagionano nell’esercizio delle loro incombenze d’affari, violando diritti umani riconosciuti a livello internazionale o norme ambientali internazionali; non ne rispondono secondo la presente disposizione se dimostrano di aver usato tutta la diligenza richiesta secondo la lettera b per prevenire il danno o che il danno si sarebbe verificato anche usando tale diligenza; Le vittime di violazioni di diritti umani o di danni ambientali possono chiedere un risarcimento all’impresa coinvolta davanti ad un tribunale civile elvetico. d. le disposizioni emanate in virtù dei principi sanciti alle lettere a–c si applicano indipendentemente dal diritto richiamato dal diritto internazionale privato. Quando le attività all’estero di imprese svizzere sono oggetto di denuncia, può essere applicato anche il diritto estero. Questo paragrafo stabilisce che le disposizioni previste dall’iniziativa devono in ogni caso essere prese in consi derazione dai tribunali svizzeri. Le tre tappe di questo esame: valutare, agire, rendere conto. La grande maggioranza delle PMI svizzere corre pochi rischi di commettere violazioni di diritti umani o di danneggiare l’ambiente. Di conseguenza, è poco coinvolta dall’applicazione dell’iniziativa. Se un’impresa adempie correttamente il suo dovere di diligenza, la sua responsa bilità decade. Le imprese hanno di conseguenza un interesse preponderante ad adempiere ai loro doveri, e l’iniziativa può essere applicata senza burocrazia. 12 | Iniziativa multinazionali responsabili Cosa cambierà l’iniziativa © Meinrad Schade Oggi, senza responsabilità delle multinazionali Se l’iniziativa fosse accettata Le emissioni di anidride solforosa inquinano l’aria, facendo ammalare adulti e bambini. Hanno anche provocato la morte di persone indebolite. Le piogge acide corrodono i tetti di lamiera delle vicine bidonville, distruggono le piante dei giardini e le colture circostanti. Benvenuti a Mufulira, in Zambia! Là, dove nuvole tossiche fuoriescono dalla fabbrica di trattamento del rame di Mopani, una miniera che appartiene maggioritariamente à Glencore, il gigante zughese delle materie prime. Il rilevamento di Mopani da parte di Glencore, nel 2000, ha portato ad un forte aumento della produzione, ma anche ad emissioni di anidride solforosa. Secondo le misurazioni realizzate dall’emissione Rundschau, della Televisione Svizzera di lingua tedesca, la media quotidiana più alta era 282 volte superiore ai valori limiti definiti dall’Organizzazione mondiale della sanità. Immaginiamo che il rilevamento della miniera di Mopani fosse avvenuto dopo l’adozione dell’iniziativa: a Baar (ZG) da dove la filiera del rame di Glencore è diretta, i dirigenti avrebbero avuto l’obbligo legale di applicare il loro dovere di diligenza. I rischi risultanti dalle emissioni di zolfo sarebbero stati, in quel caso, immediatamente identificati. Glencore avrebbe adottato alcune misure ed intrapreso il risanamento – tecnicamente realizzabile – del suo impianto prima di aumentare la sua produzione. In assenza di tali misure, i residenti di Mufulira avrebbero potuto chiedere risarcimento dei danni davanti ad un tribunale svizzero. © Daniel Rosenthal | laif Da una miniera di rame fuoriescono emissioni mortali Lavoro minorile nelle piantagioni di cacao Oggi, senza responsabilità delle multinazionali Cosa sarebbe la Svizzera senza il suo cioccolato? Il nostro Paese non produce solamente il miglior cioccolato del mondo, ospita anche alcune delle più importanti società commerciali di cacao. Il cacao è prodotto altrove: il 70 % delle fave commercializzate nel mondo provengono dall’Africa occidentale. Oltre mezzo milione di bambini lavora nelle piantagioni, in condizioni miserabili. Le imprese del settore lo sanno da oltre dieci anni. Tuttavia non hanno intrapreso praticamente niente per rimediarvi. Se l’iniziativa fosse accettata Se l’iniziativa fosse adottata ed applicata, le imprese svizzere non potrebbero più chiudere gli occhi davanti a tali violazioni dei diritti umani. Le procedure di diligenza obbligherebbero i dirigenti a guardarle più da vicino e ad agire. Dovrebbero contribuire a migliorare le condizioni esistenziali e di lavoro delle famiglie di produttori di cacao ed assicurarsi che esse ricevano un reddito sufficiente per vivere, per lottare contro il lavoro abusivo dei bambini. 14 | Iniziativa multinazionali responsabili Iniziativa multinazionali responsabili | 15 Sette ragioni per firmare l’iniziativa Per proteggere l’ambiente ed i diritti umani, anche all’estero I polmoni degli zambiani sono diversi dai nostri? Invece di lavorare, i bambini dell’Africa occidentale, non vorrebbero giocare e divertirsi come i nostri? I diritti umani sono universali ed il loro rispetto è la condizione di un’esistenza degna. Oggi, alcune imprese svizzere sono coinvolte nelle violazioni di diritti umani o nei danni ambientali. L’iniziativa avrà un effetto preventivo e spingerà le imprese a minimizzare i rischi legati alle loro attività. Meglio prevenire che curare Le violazioni dei diritti umani ed i danni all’ambiente non dovrebbero accadere. È per questo che l’Iniziativa per multinazionali responsabili si basa sul dovere di diligenza, uno strumento che ha un forte effetto preventivo. Aprire gli occhi invece di coprirsi il viso Le imprese non devono poter ignorare il rispetto dei diritti umani o degli standard ambientali all’estero ed affermare, in caso di problemi, che ignoravano i rischi legati alle loro attività. L’iniziativa obbliga le imprese a conoscere questi rischi. I genitori sono responsabili dei loro bambini Oggi, ciò che vale per gli esseri umani, le «persone fisiche», non vale per le «persone giuridiche», le imprese. Se in seno alle multinazionali, gli utili passano naturalmente alla società madre, quest’ultima non si assume invece nessuna responsabilità per i comportamenti problematici delle sue filiali. L’iniziativa vuole colmare questa lacuna. Quando le filiali o le società controllate causano danni ambientali o violano i diritti umani all’estero, la società madre deve assumersi la sua responsabilità, a meno che quest’ultima non abbia applicato tutte le misure di diligenza necessarie. L’iniziativa può essere applicata senza burocrazia L’Iniziativa per multinazionali responsabili non necessita la creazione di nessuna nuova autorità. L’allargamento della responsabilità delle imprese alle loro filiali ed alle società che controllano all’estero garantisce l’applicazione efficace del dovere di diligenza. La responsabilità civile delle imprese interviene solo quando la società non può dimostrare di aver esercitato correttamente il suo obbligo di diligenza. Questo inciterà fortemente le imprese ad adottare le misure necessarie. Anche le imprese «esemplari» ne beneficiano Le imprese irrispettose dell’ambiente o dei diritti umani sono avvantaggiate sul piano competitivo rispetto ai loro concorrenti. In pratica, i comportamenti irresponsabili sono ricompensati finanziariamente! L’iniziativa crea maggiore equità tra le imprese all’avanguardia e quelle che non si interessano delle loro responsabilità, s’impegna affinché l’obbligo di diligenza in materia di diritti umani e di ambiente non resti una semplice questione di coscienza individuale, ma diventi una pratica comune. L’iniziativa migliora le condizioni quadro dell’economia elvetica Il nostro Paese ha la densità di multinazionali per abitante più alta del mondo. La Svizzera è dunque molto esposta sul piano internazionale. Abbiamo visto, in passato, come le pratiche problematiche di un settore – in questo caso la piazza finanziaria svizzera – possano macchiare permanentemente l’immagine del nostro Paese. La storia potrebbe ripetersi con il settore delle materie prime, un ambito nel quale la Svizzera occupa una posizione dominante a livello mondiale. Con questa iniziativa, la Svizzera manda un segnale chiaro: intende ospitare solo imprese che si comportano in maniera responsabile. Questo permetterà di evitare danni d’immagine per il nostro Paese e garantire che l’economia elvetica disponga di buone condizioni quadro a lungo termine. 16 | Iniziativa multinazionali responsabili Iniziativa multinazionali responsabili | 17 Controargomentazioni non pertinenti «L’Iniziativa per multinazionali responsabili distruggerà impieghi, ridurrà entrate fiscali e nuocerà alla popolazione.» L’iniziativa non chiede niente di estremo, e può essere applicata senza spese eccessive dalle imprese coinvolte. Non chiede niente di più del rispetto di uno standard internazionale esistente. Numerose multinazionali riconoscono già le Linee guida dell’ONU. Nessuna impresa sarà messa in pericolo se ha agito in maniera respon sabile. «L’iniziativa caccerà le multinazionali e danneggerà la piazza economica elvetica.» Le violazioni di diritti umani e la distruzione dell’ambiente fanno parte degli ingredienti del successo delle imprese elvetiche? No! Le poche imprese che a tal punto pre ferirebbero lasciare la Svizzera anziché assumersi le loro responsabilità in materia di diritti umani e di ambiente non sono certamente quelle di cui possiamo essere fieri. D’altronde, le esigenze di applicazione di un obbligo di diligenza non sarebbero un’eccezione svizzera. Diversi Paesi limitrofi vanno nella stessa direzione. «Le intenzioni sono buone, ma l’iniziativa è inutile perché le imprese svizzere si assumono già le loro responsabilità su una base volontaria.» Già oggi, una gran parte delle imprese svizzere si sforza di agire in maniera responsabile. Queste imprese continueranno a farlo in futuro. D’altronde, numerose PMI sono poco coinvolte dall’iniziativa, perché le loro attività non rappresentano alcun rischio per gli esseri umani e l’ambiente. Contare sulle iniziative volontarie resta comunque insufficiente. Alcune imprese pongono la riuscita finanziaria a corto termine sopra ogni cosa. Queste imprese non rappresentano solamente una minaccia per i diritti umani e l’ambiente, nuocciono anche alla reputazione della Svizzera. È per questo che l’iniziativa introduce uno standard minimo chiaro, che tutte le imprese dovranno rispettare. Questo contribuirà anche a stabilire un contesto di concorrenza più equo. «L’iniziativa condurrà a montagne di denunce e le imprese svizzere si ritroveranno intrappolate in procedure giuridiche interminabili.» L’iniziativa ha in primo luogo un effetto preventivo. L’obbligo di diligenza permette alle imprese d’identificare i rischi di violazioni di diritti umani e di norme ambientali e le obbliga a prendere le misure necessarie. Solo quelle che non adempiono questo dovere dovranno assumersi le proprie responsabilità. In questi casi, i tribunali civili svizzeri dovranno giudicare se un’impresa ha violato il suo dovere di vigilanza e se questa negligenza ha causato danni agli esseri umani o all’ambiente. «Una tale iniziativa sottomette altri Paesi all’assetto giuridico svizzero, e questo viola la loro sovranità.» Non si tratta di applicare le leggi svizzere a persone giuridiche estere. Il dovere di diligenza riguarda solo le entità svizzere delle multinazionali – cioè i loro centri decisionali in Svizzera, che sono sottoposti al diritto svizzero. Se la filiale di un’impresa svizzera viola i diritti umani o causa danni ambientali in un Paese terzo, ci si potrà rivolgere alla giustizia elvetica per valutare se la società domiciliata in Svizzera ha compiuto il suo dovere di diligenza, come figura nella legge. 18 | Iniziativa multinazionali responsabili Firmate ora la nostra iniziativa. Grazie mille! – Le multinazionali domiciliate in Svizzera non devono più sfruttare gli esseri umani né danneggiare l’ambiente. – Le multinazionali e le loro filiali devono rispettare i diritti umani e gli standard ambientali ovunque nel mondo. «Niente giustifica che le imprese svizzere violino i diritti umani e gli standard ambientali per i loro propri interessi» Monika Roth, Prof. Dr. Iur. – Il dovere di diligenza ha un effetto preventivo e contribuisce ad evitare le violazioni dei diritti umani e i danni ambientali. – L’iniziativa può essere applicata senza burocrazia. «Nessuno vorrebbe che la circolazione stradale si basi su principi volontari e sia dettata dalla legge del più forte. Allo stesso modo, le attività delle imprese all’estero devono essere limitate da regole chiare» Dick Marty, già Consigliere agli Stati Grazie di cuore per il suo impegno per multinazionali responsabili. Ulteriori informazioni sull’iniziativa ed altra documentazione della campagna su www.iniziativa-multinazionali.ch Associazione Iniziativa per multinazionali responsabili Casella postale 8609 | 3001 Berna | 031 390 93 36 | [email protected] Impressum | Editrice Associazione Iniziativa per multinazionali responsabili | Carta PlanoSpeed FSC per una gestione forestale sostenibile | Stampa Druckerei Albisrieden AG, Zurigo | Concetto e design Oliver Gemperle Sagl, Zurigo i cat da Sin Am bie nt e Politica di sviluppo donne Investire eticamente lle tti de Diri Chiese ti rit Di u m an i tre Al Maggiori informazioni: www.iniziativa-multinazionali.ch Associazione «Iniziativa per multinazionali responsabili» Casella postale 8609 | 3001 Berna [email protected] Stampato su carta PlanoSpeed FSC per una gestione forestale sostenibile | Concetto e design: Oliver Gemperle Sagl, Zurigo Oltre 60 organizzazioni svizzere sostengono l’iniziativa per multinazionali responsabili.