I PIÙ COMUNI INFESTANTI
DEI LOCALI DI PRODUZIONE
DEGLI ALIMENTI:
A cura di:
Roberta Cecchetti - Silvia Mascali Zeo - Claudio Venturelli
Hanno collaborato:
Marina Fridel - Simona Macchini - Vannia Ricci - Ruggero Ruggeri
Manuale Operativo
Materiale didattico a uso interno è vietato qualsiasi altro utilizzo
Per ulteriori informazioni:
Dipartimento di Sanità Pubblica – Unità Operativa Igiene Alimenti e Nutrizione
e-mail:[email protected]
INDICE
TPRESENTAZIONE ..................................................................................................................... 2
1.DISINFESTAZIONE.................................................................................................................. 2
1.1 Che cos’è.............................................................................................................................. 2
1.2 Perché è importante.............................................................................................................. 2
2. INFESTANTI PIÙ COMUNI E LORO CICLO BIOLOGICO................................................. 3
2.1 INSETTI .............................................................................................................................. 3
2. 1. 1: Le Blatte( Ordine: Blattoidei) .................................................................................... 3
2. 1. 2: Le mosche (Ordine: Ditteri)....................................................................................... 4
2. 1. 3.: Le formiche (Ordine: Imenotteri) ............................................................................. 4
2. 1. 4: Le Tignole (Ordine: Lepidotteri) ............................................................................... 5
2. 1. 5 I Coleotteri (Ordine: Coleotteri) ................................................................................. 5
2.2 MAMMIFERI ...................................................................................................................... 7
2.2.1.Topi e ratti..................................................................................................................... 7
3.DIFESA....................................................................................................................................... 8
3.1 PREVENZIONE .................................................................................................................. 8
3.1.1 Azioni preventive di base.............................................................................................. 8
3.2 MONITORAGGIO .............................................................................................................. 9
3.3 LOTTA............................................................................................................................... 10
3.3.1 Modalità di intervento................................................................................................. 10
3.3.2 MEZZI CHIMICI: Disinfestanti ................................................................................. 11
Parole chiave ........................................................................................................................... 12
Bibliografia .............................................................................................................................. 13
T
1
PRESENTAZIONE
Nel campo alimentare ogni animale, domestico o selvatico, deve essere considerato
infestante ed il suo ingresso negli stabilimenti alimentari deve essere severamente vietato o
impedito rappresentando una fonte di contaminazione estremamente pericolosa.
Il responsabile di una industria alimentare è inoltre tenuto per legge ( D.Lgs. 155/97) ad
attivare sistemi di prevenzione per la produzione di alimenti igienicamente idonei attuando
dei piani di autocontrollo secondo il sistema H.A.C.C.P. Esso si basa su una valutazione del
processo produttivo, su una corretta e precisa analisi dei pericoli e su un controllo e un
monitoraggio al fine di prevenire, eliminare o ridurre a un livello accettabile tutti i rischi
evidenziati. L’infestazione da artropodi e roditori attratti dagli alimenti rappresenta una
causa importante di compromissione della situazione igienico-sanitaria negli stabilimenti
alimentari. La mancanza di idoneità dei locali (piccole dimensioni, scarsa aerazione e
illuminazione, con attrezzature difficilmente ispezionabili) è una della maggiori cause della
presenza di infestazione.
1.DISINFESTAZIONE
1.1 Che cos’è
Per disinfestazione si intende la lotta contro animali che possono essere vettori di malattie o
causare danni alle attività e agli ambienti di vita dell’ uomo. La lotta contro gli animali
infestanti deve avvenire in ogni fase di conservazione, trasporto, trasformazione,
commercializzazione.
1.2 Perché è importante
I danni che gli animali infestanti possono causare sono di due tipi:
• diretti dovuti al consumo delle derrate alimentari da parte degli infestanti;
• indiretti dovuti al rilascio di inquinanti (feci, saliva, urine, parti del corpo, ecc…).
2
2. INFESTANTI PIÙ COMUNI E LORO CICLO BIOLOGICO
2.1 INSETTI
2. 1. 1: Le Blatte( Ordine: Blattoidei)
Rischio sanitario e danno economico
Sono insetti diffusi in tutto il mondo, alcune specie possono risultare nocive in quanto vettori di
microrganismi patogeni (batteri, virus e parassiti intestinali), a causa della frequentazione di
fognature e servizi igienici (contaminazione oro-fecale). La caratteristica potenzialmente più
pericolosa delle blatte è quella di rigurgitare una parte del cibo assunto e di defecare durante il
pasto contaminando così gli alimenti.
Abitudini
Le femmine depongono le uova in una ooteca (capsula di rivestimento) che viene abbandonata
nei luoghi di rifugio abituali. Le ooteche possono essere introdotte accidentalmente all’interno
degli edifici con gli scatoloni di cartone ondulato (deposte tra le pieghe delle due pagine). Le
ooteche proteggono le uova dai trattamenti insetticidi, per cui possono essere fonte di
reinfestazione.
Le blatte hanno abitudini notturne, prediligono ambienti caldi e umidi (servizi igienici,
tombini,…).Grazie al loro corpo appiattito riescono a rifugiarsi in anfratti di pochi millimetri,
nelle fessure di pareti e pavimenti, tra i battiscopa scollati, nelle tubature, all’interno di
rivestimenti e isolanti.
Fattori predisponenti
I fattori che possono favorire l’insediamento delle blatte in ambienti domestici e di lavoro sono
da attribuirsi principalmente alle stesse attività umane: trasporto di materiali infestati (derrate
alimentari, imballaggi, effetti personali, ecc.). Spesso anche il servizio lavanderia esterno
(tovaglie, lenzuola, asciugamani) può contribuire al trasporto passivo. La presenza di crepe nei
muri, le finestre aperte, i forti vapori presenti nelle cucine favoriscono l’insediamento delle
blatte. Va ricordato che le canalette elettriche, le condutture idriche come pure gli impianti di
condizionamento e di riscaldamento offrono vie preferenziali per il loro spostamento all’interno
degli edifici.
Descrizione delle specie maggiormente diffuse in Italia
N° ooteche
N° uova
Dimensioni
adulto (mm)
colore
Blatta orientalis
5-10
16-20
20-25
nerastra
Blattella germanica
4-8
37
13-14
Giallo
rossastro
3
2. 1. 2: Le mosche (Ordine: Ditteri)
Rischio sanitario e danno economico
Le mosche possono contaminare cibi e utensili su cui si posano in
quanto, attraverso le proprie appendici, liquido salivare, rigurgiti e feci
trasportano diversi patogeni e uova di alcuni parassiti.
Le principali malattie che possono essere trasmesse da questo tipo di
insetti sono la salmonellosi, il tifo, la dissenteria e la congiuntivite.
Abitudini
Il loro ciclo biologico passa attraverso 4 fasi (uovo, larva, pupa e adulto) e ha una durata
variabile a seconda della stagione. Ad esempio,per quanto riguarda la mosca più comune negli
ambienti frequentati dall’uomo (Musca domestica) nei periodi caldi sono sufficienti 2 giorni per
la comparsa delle larve e meno di 15 giorni per quella degli adulti.
Questi ultimi si riposano preferibilmente di giorno sul pavimento, sulle pareti, sul soffitto, e
all’esterno delle abitazioni sulle siepi e in prossimità dei recipienti per la spazzatura; di notte si
trovano sui soffitti, sui fili dell’energia elettrica, sulle siepi, sui rami degli alberi e negli angoli
degli edifici al riparo dal vento. Le mosche sono attive di giorno (di notte possono diventare
attive alla luce artificiale);
Fattori predisponenti
Sono insetti che vivono in stretta associazione con l’uomo. Le mosche sono attratte da cumuli di
rifiuti e letamai in cui si trovano sostanze in decomposizione utilizzate come nutrimento dalle
larve.
Descrizione delle specie maggiormente diffuse in Italia
Nome
Caratteristiche
Cosmopolita, vive in stretta associazione con
l’uomo e si avvantaggia delle sue attività.
E’ di colore grigio-nera.
Gli adulti misurano da 5 a 7 mm.
Cosmopolita, di piccole dimensioni, gli adulti
misurano da 3 a 4 mm. Attratta da qualsiasi
alimento in fermentazione, frutta matura, aceto,
vino, zucchero e da sostanze particolarmente
odorose. Le larve prediligono i lieviti e per questo
è facile ritrovare questo insetto nei locali di
impasto e lievitazione dei prodotti da forno.
Di colore verde metallico, sono attratte dalla
carne macellata, dal pesce cotto e crudo, su cui
depongono le uova.
Si tratta dei comuni mosconi piuttosto grossi di
colore blu metallico che emettono il classico
ronzio, sono attratti da carne, pesce sia cotti che
crudi. sui quali depongono le proprie uova.
Musca domestica (mosca domestica)
Drosophila spp. (moscerino dell’aceto)
Lucilia spp. (mosca verde della carne)
Calliphora spp (moscone blu della carne)
2. 1. 3.: Le formiche (Ordine: Imenotteri)
Sono inquilini abbastanza frequenti delle nostre abitazioni. Appartengono a
diverse Famiglie, vengono accorpate però nella Superfamiglia dei “Formicoidea”.
Rischio sanitario e danno economico
Non sono da considerare pericolose per le loro occasionali punture ma la loro
presenza può diventare un problema nel caso di forti infestazioni per i danni
arrecati negli stabilimenti alimentari sia per il possibile rischio del ritrovamento di spoglie morte
sia per il possibile trasporto di microrganismi patogeni.
4
Abitudini
Vivono in nidi e si nutrono di sostanze sia di origine vegetale che animale. Nelle abitazioni
sfruttano “percorsi protetti” come le canalette dei fili elettrici che permettono loro spostamenti
anche da un piano all’altro in completa “copertura”.
Fattori predisponenti
Sono attratte dalle fonti di cibo e dagli ambienti caldo-umidi che consentono la loro attività
anche nei periodi invernali.
2. 1. 4: Le Tignole (Ordine: Lepidotteri)
Con questo termine che non è il più appropriato anche se il più utilizzato, si fa riferimento a
piccole farfalle infestanti di molte tipologie di derrate. I nomi scientifici delle più comuni
“farfalline” sono Ephestia kuehniella Zell., Plodia interpunctella Hb.
Rischio sanitario e danno economico
Per questo tipo di insetto non si parla di rischio sanitario in senso stretto, ma è più corretto
parlare di danni indiretti sugli alimenti che possono provocare le larve attraverso la
produzione di escrementi, tele sericee (seta) e di danni diretti in seguito alla loro attività
alimentare.
Abitudini
Il loro ciclo biologico si svolge in 4 fasi: uovo, larva, pupa (crisalide) e adulto.
Entrano negli edifici in maniera passiva (con prodotti e/o imballaggi infestati) dove si
nutrono sia di farine sia di cereali. Le larve non disdegnano però cioccolata, frutta secca e
nelle case possono sopravvivere addirittura a spese della polvere accumulata negli angoli e
raggiungere lo stadio adulto. Le larve producono filamenti sericei “tele” (simili alle
ragnatele).Per lo più si tratta di insetti penetratori in grado cioè di perforare oltre ai prodotti
alimentari anche i materiali di imballaggio.
Fattori predisponenti
Il loro ciclo biologico è favorito generalmente da condizioni di umidità di circa il 75 % e da
una temperatura di 25 °C.
Descrizione delle specie maggiormente diffuse in Italia
Nome
Ephestia kuehniella
adulto
.Caratteristiche
è di colore grigio scuro con antenne lunghe e di colore più intenso. Ha le ali
anteriori grigio brune, frangiate e le ali posteriori più chiare con margini e nervature
in evidenza. E’ facilmente ritrovabile nei mulini dove può provocare gravi danni in
particolare a causa dell’ ostruzione prodotta nei macchinari dalla seta emessa dalle
larve. Attacca anche nocciole, frumento, cioccolata, fagioli, mandorle ecc. A 25 °C
e 75 % di umidità completa il suo ciclo biologico in 74 giorni.
larva
Plodia interpunctella ha il corpo fondamentalmente bruno- grigiastro; le ali anteriori per un terzo della
loro lunghezza sono bianco-giallastro e per il resto marrone rossastro con 2-3 strette
fasce nere; le ali posteriori sono biancastre. Infesta grano, cereali macinati, frutta
secca, nocciole, noci, ecc. A 20°C e 70 % di umidità resiste per più di 50 giorni e il
suo sviluppo si arresta al di sotto dei 15 °C.
2. 1. 5 I Coleotteri (Ordine: Coleotteri)
5
Rischio sanitario e danno economico
Anche questi infestanti procurano danni sia diretti sia indiretti causati dall’inquinamento dovuto
alle spoglie e agli escrementi. E’ importante sottolineare che i peli e le setole lasciate da questi
insetti possono essere la causa di gravi allergie dell’apparato respiratorio e di microlesioni a
livello intestinale.
Abitudini
Il loro ciclo di sviluppo passa attraverso 4 fasi: uovo, larva, pupa e adulto. Si nutrono di sostanze
sia di origine vegetale che animale. I danni alle derrate sono provocate sia dalla larva che
dall’adulto.
Fattori predisponenti
Il loro ciclo biologico è favorito generalmente da condizioni di umidità di circa il 75 % e da
una temperatura di 25 °C.
Descrizione delle specie maggiormente diffuse in Italia
N° uova
Dimensioni
adulto (mm)
colore
Alimenti
preferiti
Stegobium paniceum
20-100
1,8-3
Rhyzopertha dominica
200-500
2,5- 3
rossastro
cereali, farine, paste
alimentari, biscotti,ecc
Lasioderma serricorne
20-100
2,5-3
Bruno uniforme
sostanze conservate
come frutta secca,
tabacco , farine, spezie,
camomilla, pesce secco
Tenebrio molitor
200
10-23
Bruno-rossastro
farine, biscotti , paste
alimentari, carne
essiccata
Sithophylus granarius
200-300
3-5
Bruno uniforme
cereali, paste alimentari,
legumi
Oryzaephilus surinamensis
150-300
2,5-3
Bruno
Giallo-marrone scuro alimenti sia di origine
animale che vegetale
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qualsiasi tipo di
alimento di origine
vegetale (orzo, riso,
farro, biscotti, pane,
cacao, legumi secchi
2.2 MAMMIFERI
2.2.1.Topi e ratti
I ratti si distribuiscono all’interno di un’area delimitata in maniera raggruppata. Per questa loro
particolarità si può assistere ad infestazioni molto evidenti di alcune aree e la completa assenza
o la sola casuale presenza in altre zone anche limitrofe.
Rischio sanitario e danno economico
Oltre a causare evidenti danni di tipo diretto sulle derrate alimentari a causa della loro attività
alimentare, i topi contaminano l’ambiente in cui si trovano sia con le loro feci e urine (emesse
di continuo per marcare il territorio) sia con il loro semplice passaggio (lasciano infatti peli e
tracce untuose e trasportano, attaccati al loro corpo diversi microrganismi).
Abitudini
I ratti e i topi sono onnivori e si nutrono di una vasta varietà di cibo: insetti, molluschi, pesci,
carogne, uova, frutta, cereali, ortaggi, carta e legno. Il cibo può essere consumato in loco o
accumulato in appositi spazi ricavati all’interno delle tane.
Descrizione delle specie maggiormente diffuse in Italia
Dal lato sanitario i roditori più pericolosi sono quelli che vivono in stretta associazione con
l’uomo, cioè: Mus domesticus, Rattus norvegicus, Rattus rattus
Caratteristiche:
Mus domesticus
Rattus norvegicus
Rattus rattus
Meno di 25 g
Più di 250 g
Meno di 250 g
Maggiore di quella
della testa e del corpo
Grandi e con qualche
pelo
Appuntito
Grigio-marrone
Minore di quella della
testa e del corpo
Piccole, spesse, coperte
di fini peli
Ottuso
Grigio-marrone a volte
nero, l’addome è grigio
Occhi
Feci
Piccoli
Separate, piccole,
fusiformi o elissoidali
Abitudini
Si arrampica e scava
tane; vive all’ interno
e all’esterno delle
abitazioni, ma non
nelle fognature
Piccoli
A gruppi, a volte
isolate, fusiformi o
ellissoidali
Scava tane, si
arrampica, sa nuotare e
vive sia all’ interno che
all’ esterno delle
abitazioni e nelle
fognature
Ubiquitario
Maggiore di quella della
testa e del corpo
Grandi, sottili, prive di
pelo
Appuntito
Nero, marrone, fulvo o
grigio; l’addome può
essere bianco
Grandi
Separate a forma di
banana
Peso
Lunghezza della coda
Orecchie
Muso
Colore
Distribuzione
Ubiquitario
7
Scava tane, si
arrampica, vive sia all’
interno che all’ esterno
delle abitazioni, di rado
nelle fognature
Frequente nelle zone
portuali
3.DIFESA
La DIFESA dagli infestanti è impostata su due principi:
•
•
la Prevenzione attraverso le azioni preventive di base e il monitoraggio;
la Lotta
3.1 PREVENZIONE
3.1.1 Azioni preventive di base
Le azioni preventive di base hanno lo scopo di eliminare le fonti di attrazione degli insetti e
dei roditori (residui di cibo, rifiuti, alimenti stoccati in maniera scorretta in dispense e
magazzini) e i siti di penetrazione (fessure, ecc.); consistono in accorgimenti gestionali per
non introdurre merci già infestate e accorgimenti strutturali per impedire che gli insetti si
insedino in maniera definitiva.
Possono essere riferite sia alle aree interne che esterne.
Nelle aree interne
Gestione delle materie prime
• Ispezionare accuratamente o meglio ancora privare subito dell’imballaggio, i contenitori
delle merci in arrivo, onde evitare l’accidentale introduzione di agenti infestanti;
eliminare subito dopo i residui degli imballaggi.
• Stoccare le materie prime in modo corretto evitando l’accumulo di derrate alimentari o
materiale vario a ridosso dei muri o a diretto contatto con il pavimento; le merci devono
essere riposte su ripiani lontani da terra e scaffalature ( possibilmente di metallo e lisce;
evitando i materiali legnosi perché possono nascondere e alimentare insetti nocivi)
• Effettuare una corretta rotazione dei prodotti immagazzinati, raccogliere e trasportare in
contenitori appositi la merce deteriorata.
Chiusura aperture verso l’esterno
• Schermare le finestre apribili con zanzariere.
• Utilizzare quando possibile porte a chiusura automatica o dotarle di sistemi
antintrusione.
Manutenzione locali ed impianti
• Mantenere integra la tinteggiatura dei muri e dei soffitti.
• Ripristinare dove necessario pavimenti, rivestimenti, battiscopa e sigillare tutte le fessure
ed intercapedini presenti nella struttura.
• Evitare di creare intercapedini (es.: dietro pannelli, rivestimenti ecc.) o spazi
inaccessibili alle pulizie e all’ispezione (es.: dietro i frigoriferi, sotto i lavelli, ecc.).
• Eliminare le attrezzature e gli arredi non utilizzati che possano costituire ricettacolo per
gli infestanti.
• Pulire periodicamente filtri, grate, scarichi.
• Accertarsi che gli scarichi nei pavimenti e nei bagni siano correttamente sifonati.
• Nel caso in cui esistano controsoffittature, queste devono essere adeguatamente
congiunte alle pareti dei locali onde facilitare le operazioni di pulizia ed evitare il rischio
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di annidamento di infestanti. L’eventuale spazio tra le controsoffittature e i solai deve essere
ispezionabile e accessibile per eliminare eventuali infestazioni ed effettuare periodicamente le
operazioni di pulizia.
Corretto allontanamento scarti /rifiuti e acque reflue
• Evitare lo stazionamento di imballaggi e di materiali inutilizzabili.
• Chiudere i rifiuti in contenitori muniti di coperchio a comando a pedale.
• Asportare frequentemente i rifiuti dagli ambienti di deposito e preparazione di alimenti.
Razionalizzazione pulizie
• Evitare accumuli di prodotti di scarto e sudiciume sotto i macchinari e le attrezzature.
• Smontare i macchinari per ispezionarli e lavarli con facilità.
• Conservare stracci, scope e spazzoloni in appositi spazi e non a contatto con il
pavimento.
Nelle aree esterne
Manutenzione e pulizia aree cortilizie
• Garantire lo sfalcio dell’erba e ripulire le foglie secche.
• Ripristinare crepe e fessurazioni in pavimentazioni e marciapiedi.
• Garantire un corretto drenaggio del terreno e pulizie delle grondaie; per evitare così la
formazione di pozze che attirano gli insetti e facilitano l’insediamento di roditori vicino
ai fabbricati.
• I tombini e gli scarichi esterni devono essere protetti da griglie per evitare l’ingresso dei
roditori.
• Mantenere il terreno libero dai rifiuti e dall’ingombro di materiali vari, spesso accatastati
per lunghi periodi.
• Pulire regolarmente i contenitori per i rifiuti assicurandosi che siano in buone condizioni
e dotati di coperchi di chiusura.
3.2 MONITORAGGIO
Il Monitoraggio degli infestanti si attua attraverso la sistematica regolare ispezione visiva di
tutte le aree e locali dello stabilimento per verificare la presenza di insetti, ragnatele, topi e ratti
o materiale rosicchiato, escrementi e altre tracce di animali.
Lo scopo delle ispezioni di routine è:
• Fare attenzione ad ogni aspetto igienico che possa essere migliorato per ridurre i
potenziali problemi.
• Esaminare e fissare i punti permanenti di monitoraggio e sostituirli se necessario.
• Identificare e segnalare ogni evidente presenza di infestazione.
• Predisporre e intraprendere le azioni necessarie per l’eliminazione del problema.
Alcuni infestanti, come ad esempio le blatte e i roditori, hanno abitudini notturne.
L’ispezione visiva dei locali potrebbe non essere sufficiente per rilevarne la presenza e diventa
quindi opportuno l’utilizzo di trappole specifiche che consentano di rilevare l’eventuale
passaggio degli infestanti.
L’utilizzo di trappole ha lo scopo, sia di identificare le diverse tipologie di specie infestanti, sia
di quantificare i livelli delle infestazioni attraverso la misura del consumo di esche e la conta
degli individui catturati.
Pertanto, il conduttore dello stabilimento deve predisporre ed attuare un piano di autocontrollo
ai sensi del D.Lgs. 155/97 che comprenda:
- un programma di intervento recante informazione sulle sedi sottoposte a controllo, tipo di
infestanti controllati, modalità di controllo, periodicità degli interventi, risultati ottenuti, catture,
avvistamenti altre segnalazioni; mappatura delle zone a rischio e posizionamento di trappole,
etichette e schede tecniche e di sicurezza dei prodotti utilizzati,
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- la registrazione dei trattamenti effettuati con indicati: data, luogo, infestante bersaglio, metodo
adottato, quantità utilizzata, prodotto impiegato.
La tipologia e la dislocazione delle trappole utilizzate nel monitoraggio e poi, anche negli
interventi di disinfestazione e/o derattizzazione, è estremamente critica per i buoni risultati della
lotta agli infestanti e perciò deve essere stabilita con precisi criteri tecnici allo scopo di
pianificare gli interventi, controllare l’esecuzione degli stessi e meglio identificare le aree che
richiedano interventi particolari. E’ necessario definire il tipo e la dislocazione delle trappole
utilizzate specificando il tipo di esca usato. Devono essere disponibili le schede tecniche dei
prodotti chimici ed in particolare dei prodotti tossici; tutti i prodotti che vengono utilizzati per i
trattamenti devono essere regolarmente dotati della relativa autorizzazione del Ministero della
Salute e della apposita scheda di sicurezza con le prescrizioni d’uso e le precauzioni da usare nel
loro impiego;
E’ consigliabile che l’uso di esche contenenti sostanze tossiche sia evitato nelle aree di
stoccaggio e di lavorazione degli alimenti e limitato alle aree esterne allo stabilimento in modo
da evitare la possibilità di contaminazione dei prodotti alimentari. Le trappole ratticide
eventualmente poste all’interno dello stabilimento è bene siano del tipo a cattura. Le trappole
luminose per insetti volanti devono essere posizionate lontane dalle linee di lavorazione e in
modo da non essere visibili dall’esterno al fine di non costituire fonte di richiamo.
3.3 LOTTA
Nel caso in cui nonostante tutte le misure preventive adottate si verifichi una infestazione e
quindi, secondo quanto previsto dal metodo H.A.C.C.P. avvenga una deviazione dai criteri che
ci siamo imposti (limiti critici), si dovranno intraprendere azioni correttive.
3.3.1 Modalità di intervento
Potenziamento azioni preventive di base
•
•
Interventi di pulizia straordinaria, di manutenzione e ripristino strutturale.
Incremento del numero di trappole di cattura.
Interventi mirati
Il trattamento chimico deve essere mirato all’infestante individuato, va attuato solo in caso di
reale necessità privilegiando l’uso di prodotti meno tossici e con modalità atte ad evitare una
contaminazione chimica dei prodotti alimentari.
Un intervento di disinfestazione consiste nell’applicazione di specifiche sostanze insetticide e
deve essere effettuato con apposite attrezzature da personale adeguatamente protetto, in assenza
di ogni altro operatore e di prodotti alimentari, con un’efficace protezione dei macchinari e delle
attrezzature destinate al contatto con gli alimenti. In ogni caso, dopo i trattamenti di
disinfestazione prima di riprendere l’attività produttiva, è sempre necessario effettuare un
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intervento di pulizia straordinario allo scopo di eliminare ogni eventuale residuo di prodotto
dalle zone a rischio di contaminazione degli alimenti.
Le operazioni di disinfestazione possono anche essere effettuate in proprio dall’Azienda stessa
ma, soprattutto se si deve intervenire in caso di infestazioni massive, è sicuramente preferibile
per le aziende, conferire con atto scritto l’incarico ad una ditta esterna referenziata e di provata
affidabilità.
La lotta contro gli infestanti può essere effettuata prevalentemente con mezzi:
• Fisici e meccanici agendo sulla variazione di temperatura o con l’utilizzo di
trappole
• Chimici, attraverso l’uso di disinfestanti che comprendono: insetticidi, rodenticidi.
3.3.2 MEZZI CHIMICI: Disinfestanti
INSETTICIDI
Con il termine generico di insetticidi si indicano quelle sostanze che hanno una azione
tossica sugli insetti. Essi vengono impiegati in campo agricolo, veterinario e in quello
dell’igiene pubblica.
E’ importante attuare una giusta scelta del prodotto da utilizzare che è in funzione della
tipologia dell’insetto, del tipo di alimento, dell’ambiente in cui si opera , della tossicità del
prodotto verso l’insetto, della tossicità verso l’ uomo, del tempo di carenza. Gli insetticidi
possono essere disponibili allo stato solido, liquido, gassoso, di gel.
Gli insetticidi sono di solito classificati secondo il gruppo chimico di appartenenza.
Possiamo suddividerli in composti naturali, derivati del petrolio e prodotti di sintesi.
I prodotti di sintesi possono essere suddivisi in fosforganici, i più utilizzati attualmente, in
carbammati ed in piretroidi di sintesi.
RODENTICIDI
Costituiscono un vasto gruppo di sostanze usate per la distruzione dei roditori. Possono essere a
dose singola con effetto immediato, o a dose multipla che agiscono lentamente nel tempo. Di
solito vengono utilizzati i rodenticidi a dose multipla in quanto più sicuri nell‘impiego e più
efficaci.
Per un corretto utilizzo dei disinfestanti è importante:
1. limitare l’uso di prodotti ad attività residua all’interno di stabilimenti alimentari;
2. conoscere di ogni principio attivo la sua tossicità verso l’uomo, la sua persistenza, la
repellenza, la capacità di degradazione (che aumenta con l’aumentare della
temperatura, dell’ umidità ed è in funzione del tipo di substrato);
3. ricordare che l’uso ripetuto di uno stesso insetticida contro un infestante può
determinare fenomeni di resistenza e quindi è bene programmare una periodica
alternanza dei principi attivi.
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Parole chiave
Azione correttiva . procedura da intraprendere quando si verifica una deviazione dai limiti.
Azione preventiva: ogni fattore che può essere utilizzato per controllare un rischio non
identificato
CCP (punti critici di controllo): un’operazione, pratica, procedura, processo il cui controllo
può garantire una riduzione quantificabile del rischio associabile ad un rischio
predeterminato. Il rischio dovrebbe essere ridotto in quantità tale da ottenere alimenti
accettabili e salubri. Per questo è opportuno identificare i limiti critici.
Decreto legislativo 155/97: decreto che stabilisce le norme generali di igiene dei prodotti
alimentari e le modalità di verifica dell’ osservanza di tali norme.
Derattizzazione: eliminazione dei topi dall’ambiente.
Detergenza: ogni procedimento che ha come scopo quello di eliminare sudiciume o
sostanze inquinanti o comunque non desiderate da superfici solide.
Difesa integrata: sistema di controllo delle popolazioni di infestanti mediante l'integrazione
di tutte le tecniche di lotta (lotta biologica, chimica, meccanica, fisica, ecc.) in modo da
ridurre al minimo l' uso di insetticidi.
Disinfestazione: lotta contro animali che possono essere vettori di malattie o causare danni
alle attività e agli ambienti di vita dell'uomo.
Disinfezione: trattamento diretto alla eliminazione di ogni microrganismo patogeno.
Dose letale (DL95): quantità di p.a. che determina la morte del 95% degli infestanti trattati.
GMP (buone pratiche di lavorazione): tutte le attività preventive di base necessarie per
produrre alimenti secondo condizioni igieniche accettabili. Le GMP sono un prerequisito
del sistema HACCP.
HACCP (analisi dei rischi e dei punti critici di controllo): sistema per produrre alimenti
salubri basato sull’identificazione e la gestione dei punti critici di controllo (CCP)
Limiti critici: criteri posti ad un CCP di natura fisica, biologica, chimica, che garantiscono
rischi accettabili.
Monitoraggio: sequenza pianificata d’osservazioni o misure per valutare se una fase è sotto
controllo o per produrre una registrazione accurata da mostrare nella verifica
Pericolo: un possibile effetto avverso sulla salute umana conseguente al consumo di un
particolare alimento, ovvero: un agente biologico, chimico o fisico presente nell’alimento in
grado di renderlo non sicuro per il consumo.
Principio attivo (p.a.): componente principale di un formulato.
Rischio: la probabilità che un effetto avverso (pericolo) si verifichi.
Sanificazione: riduzione della contaminazione microbica degli impianti e degli ambienti
sufficiente agli effetti della salvaguardia della salute del consumatore e della sicurezza di
non deterioramento nel tempo dei prodotti finiti.
Stabilimento alimentare: ogni locale adibito alla produzione, manipolazione,
conservazione degli alimenti.
Sterilizzazione: trattamento diretto alla eliminazione totale di ogni forma microbica.
Tempo di carenza o intervallo di sicurezza: periodo che intercorre tra il momento del
trattamento e quello di utilizzazione del prodotto trattato.
Tossicità acuta (DL50): quantità (in mg di p.a. per Kg di peso vivo) che usata in una sola
somministrazione provoca la morte del 50% degli individui trattati.
Tossicità cronica: indica l’effetto di un principio attivo sull’organismo dopo lunghi periodi
di somministrazione (effetto cancerogeno).
Tossicità cumulativa: tiene conto dell’effetto di ripetute somministrazioni di dosi subletali
giornaliere e stabilisce la quantità di prodotto che può essere assunto ogni giorno dall’uomo
senza danno.
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