2012-2013 VALLE CAMONICA 2025… PIANO TERRITORIALE PER LE POLITICHE GIOVANILI 1 SOMMARIO PREMESSA TERRITORIO E CONTESTO FINALITA’, AMBITI D’INTERVENTO E SINTESI DELL’IDEA PROGETTUALE OBIETTIVI DEL PIANO LA RETE TERRITORIALE ATTIVATA ED IL PERCORSO DI CO-PROGETTAZIONE I DESTINATARI DEL PIANO AZIONI ED INTERVENTI PREVISTI RISULTATI ATTESI IL PIANO DELLA COMUNICAZIONE RISORSE PROFESSIONALI PREVISTE MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DELLE AZIONI PREVISTE IPOTESI CONCLUSIVE E SOSTENIBILITA’ PREMESSA Vogliamo aprire questo lavoro di pianificazione nell’ambito delle politiche giovanili con un articolo di “Repubblica” che ben sintetizza il contesto di fatto dell’Italia dei Giovani; “I giovani italiani recordmen di precarietà - Sono in molti a sostenere che la crisi non è solo un insieme di dati economici negativi. E l’inversione di tendenza può arrivare non solo dalle decisioni dell’Eurogruppo ma anche da un segnale positivo che apra uno spiraglio “piscologico” alla ripresa. Di certo, non è arrivato con la pubblicazione del nuovo studio dell’Ocse sulla disoccupazione giovanile. In particolare qualla italiana. Secondo l’organizzazione di studi socioeconomici con sede a Parigi, il ritratto dei giovani nel nostropaese tra i 15 e i 24 anni è il seguente:precari se lavorano, disoccupati di lungo corso se l’occupazione la perdono e tantissimi che non vanno più a scuola e nemmeno cercano un lavoro. La crisi ha colpito duramente il lavoro in italia – sottolinea il rapporto – ma i costi della recessione non sono distribuiti in modo uniforme: sono stati soprattutto i giovani e i lavoratori non qualificati a perderlo. Il tasso di disoccupazione giovanile nel 2007 era del 21,6% contro il valore attuale del 36,2% e il saggio di disoccupazione di lungo periodo (oltre 12 mesi) è passato da poco più dell’8% della forza lavoro giovanile al 15,8% (contro 3%-5% della media italiana). L’incidenza della disoccupazione di lungo periodo sulla disoccupazione giovanile totale è passata quindi dal circa 38% al 43,6%. Altro capitolo doloroso è quello dei ragazzi che non hanno un’occupazione e al tempo stesso non sono a scuola o in formazione (’not in employment, education or training’). Secondo i dati Ocse sono pari a circa il 20% della popolazione tra 15 e 24 anni, il terzo peggior dato tra i paesi industrializzati, alle spalle di Turchia e Messico (con la differenza che si tratta di due paesi dove i tassi di crescita economica sono molto alti) e il doppio rispetto agli altri big europei. Molti i fattori che concorrono a spiegare perchè la crisi abbia colpito soprattutto i giovani in italia. Innanzitutto, i nuovi arrivati nel mercato del lavoro mancano di esperienza e questo è ancora più penalizzante in un periodo di crisi dell’ampiezza di quella attuale (e se i tagli all’istruzione evranno confermati dal governo Monti, la tendenza peggiorerà ancora). In secondo luogo, i giovani italiani sono spesso occupati con contratti atipici, in particolare contratti a termine e altre forme relativamente più precarie. Dalle statistiche Ocse emerge che il 49,9% dei giovani italiani tra i 15 e 24 anni occupati hanno contratti temporanei, in aumento dal 46,7% del 2010 e dal 44,4% del 2009 (e dal 26,2% del 2000), contro una media Ocse nel 2011 del 25,3% e la media dell’11,8% del lavoratori italiani tra 25 e 54 anni. Questo spiega – conclude l’Ocse – perchè i giovani in Italia sono anche i primi a perdere il lavoro quando le condizioni economiche peggiorano. “ Per la prima volta, dal dopo-guerra in poi, si rischia davvero l’avvento di generazioni più “povere” delle precedenti, con minore “mobilità sociale” in quanto le prospettive dei giovani sono sempre più subordinate alle condizioni di partenza della famiglia di origine ed alla situazione persistente di crisi economico/occupazionale. Nel caso dei giovani, la povertà di oggi va intesa però in un’accezione più ampia, che considera soprattutto la scarsità di proposte ed occasioni di crescita personale e professionale. Ridurre i differenziali sociali e di competenze oltre che economici del “punto di partenza” è sicuramente un percorso obbligato se si vuole rendere i giovani davvero protagonisti del futuro (nel quadro di un’effettiva inclusione e coesione sociale). Partendo da quanto premesso e dall’opportunità che Regione Lombardia ci propone con il D.D.U.O. 2675 del marzo 2012, si è ritenuto importante consultare il territorio in modo da riuscire a definire alcuni punti fermi condivisi dai quali partire per una programmazione sulle politiche giovanili che possa essere innovativa ed efficace. Il titolo stesso di questo documento ci DEVE orientare verso un percorso in divenire; dobbiamo essere in grado di costruire politiche ed interventi capaci di attivare realmente e con incisività il protagonismo dei Giovani, politiche nelle quali i Giovani abbiano un ruolo attivo sia in termini di definizione delle scelte da attuare, sia in termini di fruizione dei prodotti finali che vengono pensati e concretizzati. E’ quindi attraverso un percorso di progettazione partecipata con i destinatari, che i Territori (Enti Locali, Terzo Settore, OOSS, Associazioni di imprese) devono poter attivare e mettere a servizio del territorio le risorse necessarie, in un’ottica che vada oltre la contingenza e guardi sempre di più verso il futuro. TERRITORIO E CONTESTO La Valle Camonica, è la più estesa fra le valli della regione Lombardia e fra le maggiori vallate delle Alpi Centrali. Essa si sviluppa per circa 90 Km di lunghezza dal passo del Tonale a Pisogne. con una superficie di Km2 1.319,23. Il Distretto di Valle Camonica comprende 42 comuni, afferenti alla Provincia di Brescia. I maggiori centri abitati sono situati a fondo valle, lungo le direttrici individuate dalle reti stradali e ferroviaria; nelle zone montane collocate ad un’altimetria superiore ai m 500 s.l.m., ovvero laddove il sistema di collegamenti risulta meno efficiente, lo sviluppo urbanistico è avvenuto in maniera più contenuta. Analizzando la distribuzione della popolazione camuna agli inizi del 2010 per sesso e classi d’età si osserva un’equa ripartizione della popolazione fra maschi (49,64%) e femmine (50,36%). Le percentuali più elevate si osservano fra i 25 e i 60 anni indipendentemente dal sesso, mentre quelle più basse si osservano fra la popolazione dai 24 anni in giù. Valle Camonica. Residenti per classe d’età in valore assoluto e percentuale. Valori al 01.01.2010. Classe d'età Da 0 a 2 Da 3 a 4 Da 5 a 9 Da 10 a 14 Da 0 a 14 Da 15 a 17 Da 18 a 19 Da 20 a 24 Da 25 a 29 Da 30 a 34 Da 35 a 39 Da 40 a 44 Da 45 a 49 Da 50 a 54 Da 55 a 59 Da 60 a 64 Da 15 a 64 Da 65 a 69 Da 70 a 74 Da 75 a 79 Da 80 a 84 Oltre 85 Oltre 65 TOTALE Maschi 1.464 964 2.386 2.291 7.105 1.357 1.015 2.687 3.214 3.804 4.283 4.395 4.085 3.563 3.599 3.207 35.209 2.808 2.288 1.557 928 511 8.092 50.406 % Maschi 1,44 0,95 2,35 2,26 7,00 1,34 1,00 2,65 3,16 3,75 4,22 4,33 4,02 3,51 3,54 3,16 34,67 2,77 2,25 1,53 0,91 0,50 7,97 49,64 Femmine 1.398 924 2.337 2.203 6.862 1.333 919 2.579 2.995 3.428 3.814 4.100 3.820 3.445 3.229 3.141 32.803 2.826 2.598 2.376 1.971 1.709 11.480 51.145 % Femmine 1,38 0,91 2,30 2,17 6,76 1,31 0,90 2,54 2,95 3,38 3,76 4,04 3,76 3,39 3,18 3,09 32,30 2,78 2,56 2,34 1,94 1,68 11,30 50,36 Totale 2.862 1.888 4.723 4.494 13.967 2.690 1.934 5.266 6.209 7.232 8.097 8.495 7.905 7.008 6.828 6.348 68.012 5.634 4.886 3.933 2.899 2.220 19.572 101.551 % Totale 2,82 1,86 4,65 4,43 13,75 2,65 1,90 5,19 6,11 7,12 7,97 8,37 7,78 6,90 6,72 6,25 66,97 5,55 4,81 3,87 2,85 2,19 19,27 100,00 La distribuzione percentuale delle classi d’età ha subito alcune trasformazioni nel corso degli ultimi anni; ciò che si osserva, dal 1971 ad oggi, è una sensibile diminuzione generale in tutte le differenti fasce d’età. Nel triennio 2008-2010 l’andamento si presenta stazionario o in diminuzione, ad eccezione delle fasce dai 45 a 49 e dai 60 ai 64 dove si denota un lieve aumento della popolazione. Valle Camonica. Distribuzione percentuale delle classi d’età. Serie storica (dal 1971 al 2010). Classe d'età in anni Da 0 a 4 Da 5 a 9 Da 10 a 14 Da 15 a 19 Da 20 a 24 Da 25 a 29 Da 30 a 34 Da 35 a 39 Da 40 a 44 Da 45 a 49 Da 50 a 54 Da 55 a 59 Da 60 a 64 Da 65 a 69 Da 70 a 74 Da 75 a 79 Da 80 a 84 Oltre 85 TOTALE Valori % sul totale della popolazione Censimen Censiment Censiment Censiment Aggiornament Aggiornament Aggiornament to o o o o o o 01.01.2010 1971 1981 1991 2001 01.01.2008 01.01.2009 8,5 6,3 4,7 4,6 4,7 4,7 4,7 9,0 7,8 5,3 4,4 4,6 4,6 4,7 8,2 8,4 6,3 4,7 4,3 4,4 4,4 8,5 8,8 7,8 5,4 4,8 4,7 4,6 8,9 7,7 8,3 6,3 5,3 5,2 5,2 6,9 7,6 8,5 7,6 6,4 6,3 6,1 7,5 7,7 7,4 8,0 7,7 7,5 7,1 6,5 6,5 7,4 8,3 8,0 8,0 8,0 6,7 7,0 7,5 7,3 8,5 8,4 8,4 6,3 6,0 6,3 7,2 7,3 7,5 7,8 4,1 6,1 6,6 7,1 6,9 6,8 6,9 4,8 5,5 5,6 6,1 6,9 6,8 6,7 4,8 3,5 5,5 6,2 5,8 6,1 6,3 3,6 3,9 4,8 5,1 5,9 5,7 5,6 2,6 3,3 2,7 4,6 4,5 4,6 4,8 1,7 2,1 2,6 3,5 3,9 3,9 3,9 0,9 1,1 1,8 1,7 2,7 2,8 2,9 0,5 0,7 0,9 1,8 1,9 2,1 2,2 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Si osservi come varia la distribuzione della popolazione per grandi classi d’età, dal 1971 agli inizi del 2010 (Tab. n. 3). Nel periodo di tempo considerato, la percentuale di residenti fra i 15 e 64 anni oscilla tra il 65% ed il 67,1%, mentre variazioni più importanti interessano le restanti fasce. Nello specifico, il numero di coloro che hanno un’età inferiore ai 15 anni si riduce dal 25,7% al 13,8%. Nello stesso arco di tempo, si raddoppia la percentuale di residenti sopra i 65 anni (dal 9,3% al 19,4%), mentre risulta quasi triplicato il numero di cittadini di 75 anni e oltre (dal 3,1% al 9%). Valle Camonica. Indicatori strutturali della popolazione. Serie storica (dal 1971 al 2010). Indicatori strutturali % RESIDENTI 0-14 ANNI % RESIDENTI 15-64 ANNI % RESIDENTI 65+ ANNI % RESIDENTI 75+ ANNI INDICE DI DIP. STRUTTURALE INDICE DI DIP. STRUTTURALE NEGLI ANZIANI INDICE DI VECCHIAIA Aggiornament Aggiornament Aggiornament o o o 01.01.2010 01.01.2008 01.01.2009 Censimento 1971 Censimento 1981 Censimento 1991 Censimento 2001 25,7 22,5 16,3 13,7 13,6 13,7 13,8 65 66,4 70,9 69,5 67,6 67,3 67,1 9,3 16,7 12,8 16,7 18,9 19,1 19,4 3,1 9,5 5,3 7 8,5 8,8 9 53,8 59,0 41,0 43,7 48,1 48,7 49,5 14,3 25,2 18,1 24,0 28,0 28,4 28,9 36,2 74,2 78,5 121,9 139,0 139,4 140,6 L’indice di dipendenza strutturale, dato dal rapporto percentuale fra la popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 e più) e la popolazione in età attiva (15-64 anni), risulta inferiore agli inizi del 2010 rispetto al 1971, in seguito alla crescita che ha interessato la popolazione fra i 15 e i 64 anni. Risulta invece in aumento (dal 14,3% al 28,9%) l’indice di dipendenza strutturale degli anziani, dato dal rapporto percentuale fra coloro che hanno più di 65 anni e la popolazione attiva. Un’attenzione particolare va posta all’indice di vecchiaia, ovvero al rapporto percentuale fra la popolazione di 65 e più e i minori di 15 anni, accresciuto sensibilmente nel corso degli ultimi anni (dal 36,2% al 140,6%). La situazione relativa alla distribuzione della popolazione residente nel Distretto a gennaio 2010, per grandi fasce d’età, è rappresentata nel grafico riportato di seguito (Fig. n. 3). Riassumendo, il 13,8% della popolazione si colloca sotto la soglia dei 15 anni, il 67% dei residenti ha un’età compresa fra i 15 e i 65 anni, mentre il restante 19,3% è costituito dalla popolazione anziana. Valle Camonica: distribuzione percentuale della popolazione residente per grandi classi d’età. Valori al 01.01.20010. Ad un confronto allargato, si osserva che la situazione del Distretto è in linea con quanto osservato su scala più ampia, muovendosi dal livello provinciale fino a quello nazionale (Tab. n. 10). Vista territoriale. Indicatori strutturali della popolazione. Valori al 01.01.2010. Composizione percentuale Indicatori di struttura della popolazione per classe d’età Area geografica 0-14 anni Maschi Femmine 15-64 anni Totale Maschi Femmine 65+ anni Totale Maschi Femmine Indice di Totale Indice di dipendenza strutturale vecchiaia Valle Camonica 7,00 6,76 13,76 34,67 32,30 66,97 7,97 11,30 19,27 49,3 140,1 Provincia di Brescia 7,83 7,39 15,22 33,98 32,27 66,25 7,65 10,88 18,53 50,9 121,8 Lombardia 7,28 6,86 14,14 33,30 32,50 65,80 8,30 11,76 20,06 52 141,9 Italia Nord-occidentale 6,94 6,55 13,49 32,74 32,25 64,99 8,94 12,58 21,52 53,9 159,5 Italia 6,83 14,06 32,80 32,92 65,72 8,52 11,71 20,23 52,2 144 7,23 Valle Camonica: distribuzione percentuale delle classi di età quinquennali dai 15 ai 64 anni al 01.01.2010. In concomitanza con i mutamenti economici e sociali degli ultimi cinquant’anni, la prima struttura sociale ad aver subito trasformazioni è certamente la famiglia. In primo luogo, vi è stato il passaggio dalla famiglia allargata di tipo patriarcale a quella nucleare, composta dai due coniugi e dai figli; sono inoltre in aumento le convivenze e le famiglie ricostituite, dove uno o entrambi i partner provengono da un precedente matrimonio. La riduzione del numero medio di componenti della famiglia è avvenuto da un lato con la diminuzione del numero dei figli, dall’altro con il distacco dei coniugi dalla famiglia d’origine, compensato spesso dalla prossimità abitativa. Agli inizi del 2010, nel Distretto si contano 43.521 famiglie e 57 convivenze, con una media di 2,28 componenti per famiglia. Le cifre sono in linea con quanto osservato sul piano provinciale e regionale, nelle regioni nord-occidentali e su scala nazionale. Vista territoriale. N° di famiglie, convivenze, n° medio di componenti per famiglia. Valori al 01.01.2010. Area geografica Valle Camonica Provincia di Brescia Lombardia Italia Nordoccidentale Italia Numero di famiglie 43.521 526.723 4.306.626 Numero di convivenze 57 482 3.974 Numero medio componenti 2,28 2,37 2,29 7.166.894 8.223 2,24 25.175.793 30.932 2,40 In ultima analisi, si consideri la distribuzione della popolazione straniera (NEL 2010) per sesso e classe d’età (Tab. n. 27). La maggior parte dei cittadini stranieri si colloca nelle fasce d’età fra i 20 ed i 44 anni, mentre le percentuali più basse si osservano oltre i 55 anni. Valle Camonica. Immigrati residenti per sesso e fascia d’età. Valori al 30.06.2011. Classe d’età Numero % sul totale dei % sul totale delle Numero femmine Totale % sul totale degli immigrati maschi femmine maschi Da 0 a 2 283 6,01 254 6,41 537 6,19 Da 3 a 14 638 13,55 616 15,55 1.254 14,46 Da 15 a 18 193 4,10 173 4,37 366 4,22 Da 19 a 29 960 20,39 905 22,84 1.865 21,51 Da 30 a 49 2.171 46,10 1.545 39,00 3.716 42,86 Da 50 a 64 413 8,77 400 10,10 813 9,38 Da 65 a 75 42 0,89 57 1,44 99 1,14 9 0,19 12 0,30 21 0,24 4.709 100,00 3.962 100,00 8.671 100,00 Oltre 75 TOTALE IL LIVELLO DI SCOLARIZZAZIONE: I dati in merito al livello di scolarizzazione raggiunto dalla popolazione camuna risalgono al Censimento del 2001 e sono relativi a 41 comuni del Distretto, con l’esclusione di Gianico. Per questo motivo, non possono essere considerati una fotografia fedele della situazione attuale.Il tasso di non conseguimento della scuola dell’obbligo, dato dal rapporto fra la popolazione della classe d’età 15-52 anni che non ha conseguito il diploma di scuola media inferiore ed il totale della popolazione stessa classe d’età, costituisce un primo indicatore di qualità della vita. Ad un confronto fra maschi e femmine, in linea generale il tasso di non conseguimento della scuola dell’obbligo risulta meno elevato fra i primi. Tuttavia, vi sono comuni quali ad esempio Paisco Loveno, Ceto, Cimbergo, Borno, Berzo Inferiore e Bienno dove la tendenza si inverte e si trovano indici più elevati fra i maschi. CONTESTO E PRESUPPOSTI: La definizione di strumenti gestionali efficienti ed efficaci volti a valorizzare le risorse del territorio al fine di attivare/riattivare in modo sinergico interventi di Politica Giovanile, non può prescindere da una conoscenza approfondita dei fattori, delle energie, delle risorse e delle problematicità che vivono all’interno del territorio stesso. Innanzitutto va considerato l’attuale panorama economico della Valle Camonica, che si caratterizza per due principali fattori di criticità: 1. la Deindustrializzazione dell’economia, che ha comportato un progressivo ridimensionamento delle unità locali attive nel territorio con conseguente crescita del tasso di disoccupazione (in particolare giovanile); 2. l’ inadeguatezza di infrastrutture per la mobilità di Persone e merci. Lo studio poi dell’attuale situazione sociale della Valle mostra come il territorio sia formato da aree con notevoli diversità, in considerazione dello sviluppo antropico e del conseguente livello di densità (Alta Valle/basso e Bassa Valle/elevato) e dei fenomeni di spopolamento (verso le zone del fondovalle). Il tessuto sociale della Valle, a fronte delle analisi effettuate sulle dinamiche demografiche e del mercato del lavoro, è contrassegnato da alcuni punti di debolezza sui quali intervenire nell’ambito della progettazione: 1. Invecchiamento Demografico: si tratta di una problematica che caratterizza non solo la realtà demografica della Valle ma, più in generale, tutto il territorio regionale e nazionale, una tendenza preoccupante che causa profonde trasformazioni a livello sociale, prima fra tutte la riduzione della dimensione media del nucleo familiare, fattore che influisce in maniera diretta sulla condizione giovanile; 2. Il crescente tasso di disoccupazione giovanile, connesso al limitato assorbimento da parte del mercato del lavoro di giovani lavoratori, oggi infatti l’unico comparto produttivo in espansione è l’industria metallurgica pesante (il distretto forge con le famose 4 M). In tal senso si ritiene che le azioni individuate nel Piano per le Politiche Giovanili possano contribuire a moltiplicare le opportunità formative e professionalizzanti rivolte a questa fascia della popolazione ed a sviluppare conseguentemente nuove figure professionali in tutti gli ambiti produttivi. Infine, tra i dati di contesto, è importante evidenziare seppur sommariamente, il livello di governance delle politiche giovanili in Valle Camonica, che risultano oggi caratterizzate da alcuni elementi chiave riassumibili sinteticamente nei seguenti: 1. Presenza di un’elevata frammentazione degli interventi realizzati e conseguente difficile valutazione dell’efficacia degli stessi (ogni comune o singolo territorio realizza iniziative in autonomia) 2. Scarso protagonismo e coinvolgimento dei Giovani nei percorsi di programmazione: la programmazione, non solo sociale, viene spesso realizzata con l’ausilio di “esperti di giovani” ma senza considerare le reali aspettative dei destinatari 3. Logica programmatoria territoriale incentrata quasi esclusivamente sugli aspetti “sociali” delle problematiche giovanili, senza approfondire ad esempio le tematiche relative alla casa ed al lavoro Di contro, oltre ad elementi di palese criticità, vanno considerate quali opportunità e punti di forza, le esperienze pregresse che il territorio in maniera uniforme ha saputo realizzare nel recente passato, a titolo esemplificativo si possono elencare: il Progetto fuori classe, il Progetto Youthstart ed i progetti L. 285/97. E’ da tutte queste considerazioni e da un’attenta analisi e monitoraggio della situazione socio-economica, che si riprogettano le politiche giovanili in Valle Camonica. FINALITA’, AMBITI D’INTERVENTO E SINTESI DELL’IDEA PROGETTUALE Il Piano per le Politiche Giovanili “VALLE CAMONICA 2025” si costruisce partendo da alcuni bisogni fondamentali espressi dal territorio e permeati dalla situazione socio-economica contingente: 1. La necessità di dare slancio e maggiori opportunità occupazionali e formative ai Giovani, migliorando la situazione resa oggi gravemente impoverita dalla contingente crisi socioeconomica. 2. La necessità di ri-organizzare i processi programmatori sulle politiche giovanili in Valle Camonica, passando da una programmazione ESCLUSIVA (prerogativa del mondo adulto composto spesso da soli esperti) ad una programmazione INCLUSIVA che veda i Giovani protagonisti delle scelte e del governo delle risorse oltre che della propria autorealizzazione Personale. 3. La necessità di pensare a politiche giovanili che considerino più aspetti della vita di un giovane integrandosi con il mondo lavoro e della formazione ma considerando anche l’autonomia sociale, l’autonomia abitativa e le politiche culturali. 4. La necessità di migliorare a livello territoriale la condivisione-informazione degli interventi realizzati in ambito giovanile. I bisogni trovano risposta in altrettanti percorsi di Sistema da realizzare: 1. Istituzione di un organo distrettuale “ad hoc”, denominato “Coordinamento Giovani”, con proprie risorse e delega specifica sulle politiche giovanili, costituito da Persone giovani (under 30) e non “esperti” di giovani, nominati tramite un sistema di elezione diretta aperto a tutto il target dei destinatari. L’organo avrà il compito di “governare” gli interventi sul territorio, attraverso la gestione del “fondo per le politiche giovanili” e la stesura di Linee guida condivise per la promozione degli interventi nei singoli territori. Il “Coordinamento Giovani” dovrà integrare anche gli ambiti oggi non coinvolti direttamente nella programmazione quali: gli ordini professionali, le organizzazioni datoriali e dell’imprenditoria, il mondo della scuola. 2. La definizione di un piano di comunicazione, attraverso l’attivazione di canali comunicativi web, cartacei, media, gestiti direttamente dal coordinamento e finalizzato alla creazione di un vero e proprio sistema informativo territoriale sulle politiche giovanili Partendo dalle azioni di “Sistema”, descritte sommariamente nei due punti precedenti, vengono poi declinate le azioni cosiddette “Dirette” , che avranno ricaduta sui Percorsi personali dei Giovani coinvolti. Il progetto prevede infatti nello specifico l’attivazione un sistema DOTALE, che permetta ai Giovani in età compresa tra i 16 ed i 30 anni, di sperimentarsi in percorsi formativi esperienziali, basati sulla possibilità di fare un’esperienza concreta in una realtà sociale, produttiva o di servizio e finalizzati all’aumento delle competenze ed alla crescita personale, sociale e professionale. Le doti, vengono assegnate direttamente ai ragazzi attraverso una procedura pubblica ed il giovane assegnatario di dote, in piena autonomia e secondo il principio di inversione domanda/offerta, individua il percorso che vuole svolgere ed il soggetto ospitante o il progetto nell’ambito del quale svolgerà la propria esperienza. I percorsi esperienziali potranno essere realizzati in tutti gli ambiti produttivi e di servizi del territorio, facendo in modo così di non escludere nessuna opportunità e di catalizzare tutte le aspirazioni del giovane coinvolto: Servizi Pubblici (Comuni, Enti Locali) Ambito Culturale (Musei, Biblioteche, siti culturali, imprese culturali) Servizi Sociali, Associazionismo e Oratori Ambito Agricolo (Aziende, Cooperative) Ambito Turistico (Enti di promozione turistica, imprese di settore) Altre attività produttive (manifatturiero, artigianato, servizi, settore energetico) OBIETTIVI DEL PIANO la strategia conduttrice del Piano si colloca nel filone d’intervento “promozione dell’autonomia e della transizione alla vita adulta” attraverso il perseguimento dell’obiettivo generale: Sviluppare occasioni di formazione sia in ambito formale che complementare al sistema tradizionale di apprendimento, con particolare attenzione alla conoscenza di professioni innovative e a esperienze di “pre-formazione” valorizzando il metodo del “fare per apprendere”. L’obiettivo, seppure importante, non esaurisce però i bisogni di risposta e rappresenta il punto di partenza per la definizione dei seguenti obiettivi specifici: 1. Aumento dell’integrazione tra opportunità lavorativo/esperienziali ed aspettative di occupazione 2. Miglioramento dell’appropriatezza degli interventi di politica giovanile 3. Accompagnamento del Giovane in un percorso di consapevolezza rispetto alla propria condizione formativa ed esistenziale 4. Potenziamento e sviluppo delle autonomie personali 5. Aumento del livello di benessere generale dei Giovani 6. Aumento dell’integrazione sociale e dei fattori di successo personale La scelta dell’obiettivo è motivata essenzialmente dal rapido cambiamento culturale ed economico avvenuto nell’ultimo triennio. Viviamo in una società in rapida trasformazione in termini di richieste di adattamento e “ri-motivazione”, è necessario e prevalente dunque aiutare i giovani a distaccarsi da una logica di “lavoro per tutta la vita”, per potersi ri-orientare in una logica di: CAMBIAMENTO RIMOTIVAZIONE CRESCITA INVESTIMENTO VERSO IL NUOVO Per tale ragione, crediamo che attraverso il perseguimento dell’obiettivo generale si possano formare giovani, cresciuti ed abituati a strategie cognitive e comportamentali idonee a sostenere i cambiamenti delle logiche di “nuovo mercato”. Le difficoltà di approccio al cambiamento che si vogliono superare assumono un carattere ancora più presente nel contesto socio-culturale di Valle Camonica, dove il lavoro è sempre stato considerato parte integrante dell’identità della Persona, con una conseguente destabilizzazione anche identitaria e non solo economica, qualora insorga la necessità di cambiare lavoro. In sintesi abbiamo bisogno di provocare nei giovani logiche che mutino la visione di sé da “Sono un operaio…” a logiche del tipo “Faccio l’operaio…”. Va tuttavia rilevato che nel corso degli ultimi anni sono stati realizzati sul territorio alcuni interventi ed esperienze in linea con l’obiettivo conduttore del presente piano. Quasi tutti i progetti hanno interessato singoli territori del Distretto, mentre in particolare il progetto “Fuoriclasse”, che ha promosso azioni di sostegno alla creatività dei giovani e sostenuto esperienze di formazione professionale, ed il progetto “Youth Start” orientato invece al disagio giovanile, sono stati realizzati in tutto il territorio, tramite la rete dei comuni e con la regia del Forum del Terzo Settore. Le altre esperienze realizzate sono state il progetto “Protagonisti Econsapevoli” realizzato in media Valle Camonica ed altri piccoli progetti dei singoli Comuni, tutti orientati al coinvolgimento dei giovani in età 16-25 anni, nella cura e nell’abbellimento degli spazi verdi, dei parchi e degli edifici pubblici. Le iniziative esistenti hanno sicuramente rappresentato un punto di svolta per gli interventi realizzati prima in materia di politica giovanile. In particolare si è passati dai percorsi orientati essenzialmente alla prevenzione del disagio, ad interventi orientati all’aumento delle competenze personali ed alla promozione del benessere. Il limite delle iniziative realizzate fino ad oggi è sicuramente la non uniformità di realizzazione sul territorio e la mancanza di vere e proprie azioni orientate a modifiche strutturali del sistema. Il presente piano di lavoro si distingue però dagli interventi realizzati fino ad oggi per diversi importanti aspetti: l’uniformità dell’intervento la rete di riferimento Le azioni di sistema orientate ad un vero e proprio cambio culturale Inversione della domanda/offerta con i giovani davvero protagonisti nelle scelte sui percorsi da attuare LA RETE TERRITORIALE ATTIVATA ED IL PERCORSO DI CO-PROGETTAZIONE La Valle Camonica, nonostante la notevole estensione geografica (è la più grande tra le valli alpine Bresciane con i suoi 90 km dal Passo del Tonale al Lago d’Iseo ed i suoi 110.000 abitanti) e la frammentazione amministrativa, ha una storia consolidata di percorsi di co-progettazione territoriale: dai consorzi e le aziende di servizi, al percorso politico unitario che ha portato ad avere un’Azienda Sanitaria Locale staccata dalla Provincia di Brescia, ai recenti percorsi che hanno permesso di sperimentare e consolidare il Distretto Socio Sanitario, il Distretto Culturale, il Distretto Rurale ed i Distretti del Commercio quali spazi di progettazione e programmazione partecipata tra enti locali pubblici e territorio (profit e no profit). L’aggregazione territoriale espressa dal Piano per le Politiche Giovanili, rappresenta per composizione e modalità di funzionamento, la naturale continuità dei percorsi di rete già promossi e profusi nell’ambito del Piano di Zona per le politiche sociali. La scelta dunque di costruire il Piano nell’ambito di questa rete va nell’ottica della solidità e dell’efficacia che la rete stessa ha espresso negli ultimi anni di programmazione sociale (triennio 2003-2005, 2006-2008, 2009-2011). Nel piano politiche giovanili, per le ragioni stesse in esso contenute, entrano poi con pieno diritto anche enti, quali quelli rappresentativi del mondo lavorativo profit, che nel piano di zona non hanno invece mai avuto un ruolo formale ed ufficializzato. La rete di riferimento del Piano rappresenta dunque un’aggregazione consolidata di Enti che da più di dieci anni collabora nei percorsi relativi alla programmazione sociale del Piano di Zona, integrata nell’opportunità della stesura del Piano per le Politiche giovanili, dalle associazioni di rappresentanza del Mondo del Lavoro Profit e dall’Incubatore d’Impresa, vera novità del lavoro di rete territoriale. La caratteristica principale della rete è sicuramente quindi l’eterogeneità, in quanto composta da tutte le rappresentanze del panorama sociale, economico, culturale del territorio. Della rete fanno parte infatti: tutti i 42 Comuni del Distretto direttamente o attraverso le Unioni La Comunità Montana di Valle Camonica – Ente capofila PdZ 2012-2014 l’ASL di Vallecamonica-Sebino L’azienda dei Servizi alla Persona Le organizzazioni Sindacali Gli Istituti Scolastici del Territorio (rappresentati dal Centro di Coordinamento) La rete degli Oratori per il tramite dell’oratorio S. Valentino di Breno Il Mondo del Lavoro Profit Il Mondo del volontariato e del Lavoro Non Profit (Rappresentato dal Forum) La rete individuata, pur essendo integrata e qualificata dall’ingresso del mondo profit, si può considerare una rete già formalizzata (tramite l’accordo di programma del Piano di Zona). Per la grande eterogeneità di composizione, la rete del Piano per le politiche giovanili è in grado di connettersi con tante altre aggregazioni, ed enti singoli, funzionali per il raggiungimento degli obiettivi prefissati: La Rete delle imprese tramite Assocamuna per i percorsi formativo/occupazionali nel modo profit, attraverso il sistema delle doti; La Rete della cooperazione sociale tramite il Forum del terzo Settore per i percorsi formativo/occupazionali nel modo sociale e del no-profit, attraverso il sistema delle doti; La Rete della Scuola tramite il CCSS per i percorsi formativo/occupazionali nel modo della scuola, attraverso il sistema delle doti; La Rete degli oratori tramite il coordinamento Oratori – Valle Camonica per i percorsi formativo/occupazionali nel modo del volontariato e dell’animazione, attraverso il sistema delle doti; La Rete degli Informagiovani territoriale – già coordinato dalla Comunità Montana di Valle Camonica, per i percorsi nell’ambito della comunicazione; La Rete del Distretto Culturale, di cui la Comunità Montana è Ente Capofila, per le esperienze nel settore turistico e culturale; La Rete del Distretto Rurale, di cui Impresa e territorio srl è capofila, per le esperienze in ambito agricolo; La Rete delle Organizzazioni Sindacali per i percorsi formativo/occupazionali attraverso il sistema delle doti; La rete dei Comuni e degli altri Enti Locali per i percorsi formativo/occupazionali in ambito pubblico attraverso il sistema delle doti; La rete degli Enti (Comuni, Comunità Montana) – Azienda Territoriale per i servizi alla Persona – Azienda sanitaria Locale per la programmazione socio sanitaria sul territorio. Il Piano è stato costruito attraverso un percorso di progettazione partecipata che ha coinvolto sin dalla fase iniziale tutti gli enti che poi vi hanno aderito. Visto l’elevato numero dei soggetti della rete, è palese come la partecipazione sia stata mediata e costruita attraverso alcuni incontri durante i quali si sono innanzitutto analizzati i dati di contesto e di “partenza” della realtà giovanile e di politica giovanile, per poi procedere con la raccolta di osservazioni e proposte preliminari. Un’importante momento di confronto è stato invece finalizzato alla condivisione del documento di raccolta degli elementi di progetto durante il quale sono state ri-discusse le soluzioni individuate e si è data una veste anche economica all’intervento, con la definizione degli impegni dei soggetti coinvolti. Tutto il percorso ha visto sia momenti di incontro “settoriali”, svolti singolarmente con ogni attore (terzo settore, Comuni, Mondo delle Imprese, sindacati, Scuola,) sia momenti definibili “plenari” nei quali si sono esposti fondamentalmente i prodotti realizzati e si è data validazione di quanto proposto e concretamente “scritto” dagli operatori incaricati di seguire gli aspetti tecnici del piano. Fondamentale è stata sicuramente la co-progettazione di “secondo” livello, agita da tutti gli attori all’interno della propria organizzazione e con il coinvolgimento della rete allargata: il Forum del Terzo Settore con i suoi 41 associati, Il CCSS con i 23 Istituti Scolastici e i 4 CFP, le Unioni di Comuni, l’Associazione di Imprese con alcuni percorsi informativi rivolti alle aziende associate. Essendo una rete costruita su di un impianto di concertazione, mutuata dal Piano di Zona, che già esiste e già ben funziona, i momenti di raccordo, allargati anche agli organi la quale istituzione è prevista dal presente Piano (quale il coordinamento Giovani), seguiranno i tempi e le modalità che si evincono dal funzionigramma del piano di zona in particolare: incontri periodici trimestrali per il Tavolo di Sintesi e per i tavoli d area supportati dalla produzione di documenti di monitoraggio quali/quantitativo. Tutti i momenti di raccordo ed incontro tra i vari attori della rete vengono gestiti concretamente per il tramite della struttura organizzativa dell’Ente Capofila (Comunità Montana) che è in grado di mettere a disposizione spazi, strutture, risorse ed attrezzature necessarie. I DESTINATARI DEL PIANO I Destinatari degli interventi previsti si distinguono in “Diretti” ed “Indiretti”. I destinatari “diretti” sono: i giovani con età compresa tra i 16 ed i 30 anni, disoccupati o in fase di orientamento/ri-orientamento, che verranno coinvolti sia nelle azioni di sistema sia nelle azioni di servizio, gli enti che ospiteranno i percorsi diretti con le doti, tutta la popolazione target che verrà coinvolta nell’elezione diretta del Coordinamento giovani. Si possono invece considerare destinatari indiretti le istituzioni e l’intera comunità locale. Denominazione del Comune ANGOLO TERME ARTOGNE BERZO DEMO BERZO INFERIORE BIENNO BORNO BRAONE BRENO CAPO DI PONTE CEDEGOLO CERVENO CETO CEVO CIMBERGO CIVIDATE CAMUNO CORTENO GOLGI DARFO BOARIO TERME EDOLO ESINE GIANICO INCUDINE LOSINE LOZIO MALEGNO MALONNO MONNO NIARDO ONO SAN PIETRO OSSIMO PAISCO LOVENO PASPARDO PIAN CAMUNO PIANCOGNO PISOGNE PONTE DI LEGNO PRESTINE SAVIORE DELL'ADAMELLO SELLERO SONICO TEMU' VEZZA D'OGLIO VIONE TOT. RESIDENTI ETA’ 14-34 ANNI Pop. 14-35 anni 598 926 382 607 868 588 157 1.101 584 289 142 482 180 127 687 498 3.830 990 1.324 542 95 126 54 500 763 107 460 217 330 39 143 1.134 1.111 1.820 378 65 202 305 264 248 374 144 23.781 AZIONI ED INTERVENTI PREVISTI Le azioni individuate e pensate in funzione del perseguimento degli obiettivi previsti, vengono classificate in due tipologie: 1. Le azioni di sistema, che rappresentano l’insieme delle attività progettate e realizzate con l’obiettivo di superare la logica dei progetti a termine, per passare invece alla logica dell’offerta stabile di interventi, in una cornice programmatoria e di opportunità tra loro coerenti e con una prospettiva temporale di medio-lungo periodo. 2. Le azioni dirette o di servizio, rappresentano invece le azioni che avranno ricaduta diretta ed immediata sui destinatari target individuati. Azioni Dirette Azioni di Sistema Le azioni di sistema previste dal piano sono orientate principalmente alla modifica dei presupposti “culturali” oltre che “politici” di programmazione relativa alle politiche giovanili. Le azioni di sistema sono dunque orientate allo stimolo della partecipazione attiva dei giovani nella definizione degli interventi diretti previsti possiamo riassumerle nel seguente elenco: 1. Istituzione di un organo distrettuale ad hoc, denominato “Coordinamento Giovani”, composto da 15 giovani e dotato di proprie risorse, autonomia e delega specifica sulle politiche giovanili. I componenti del coordinamento vengono ELETTI DIRETTAMENTE DALLA POPOLAZIONE TARGET ( 23.781) RESIDENTE IN VALLE CAMONICA, tramite la convocazione di un forum durante il quale verranno definite le modalità per la raccolta delle candidature e la definizione di strumenti adatti a garantire a tutti la possibilità di partecipare al voto o di proporre la propria candidatura. 2. La stesura di Linee guida condivise per la promozione degli interventi di politica giovanile nei singoli territori e nei singoli ambiti/settori produttivi e sociali. 3. La costituzione del Fondo Territoriale per le Politiche Giovanili, composto da risorse messe a disposizione dai Comuni e dagli Enti Comprensoriali (Comunità Montana) sulla base della popolazione 14-34 anni residente, oltre alle risorse messe a disposizione dal privato Profit e No Profit. Il fondo costituirà la dotazione in termini di risorse a disposizione per la realizzazione degli interventi governati dal coordinamento giovani. 4. La definizione di un piano di comunicazione stabile, che sia in grado di attivare i diversi canali comunicativi: web, cartacei, media, formali ed informali e che si integri in maniera funzionale con l’esistente rete degli Informagiovani. Il Piano della Comunicazione viene definito e gestito direttamente dal coordinamento ed è principalmente finalizzato alla creazione di un vero e proprio sistema informativo territoriale sulle politiche giovanili, che sia in grado di prendere in considerazione tutti i settori di interesse: la casa, il lavoro, la scuola, il divertimento, la cultura, l’impegno sociale. Per il territorio in cui si collocano, le azioni di sistema previste dal piano, si caratterizzano per essere originali (si intende infatti attivare un percorso inedito per il territorio, con riferimento alle politiche giovanili) ed innovative, elementi di innovatività sono infatti evidenziabili in relazione sia alla soluzione proposta al fabbisogno individuato, sia ad una definizione degli obiettivi che supera le tradizionali prassi assistenziali per finalizzare l’intervento alla sostenibilità sociale, ad una proiezione prospettica dell’intervento, realizzato attraverso un’azione continuativa di monitoraggio, strutturando o restituendo ai soggetti destinatari una dimensione positiva del proprio rapporto con il sé, con l’altro con il territorio e con le istituzioni. Il risultato principale che si attende dalla realizzazione delle azioni di sistema è sicuramente un tangibile miglioramento nell’appropriatezza, nell’efficacia e nell’uniformità degli interventi e dei percorsi Territoriali progettati e proposti alla popolazione giovanile. Le azioni dirette o di servizio, sono definibili nel seguente modo: Erogazione della “dote giovani” per la sperimentazione di percorsi formativo/occupazionali in diversi ambiti e realtà produttive e di servizio del territorio. Il Piano territoriale per le politiche giovanili della Valle Camonica, rappresenta una vera e propria svolta culturale sia nelle modalità di programmazione, sia in termini di uniformità degli interventi diretti. Nel “solco” del sistema dotale vengono infatti predisposti percorsi esperienziali differenziati per soggetto o gruppi omogenei di soggetti che ospitano i ragazzi assegnatari di dote giovani. Gli interventi, per la loro caratteristica di uniformità, sono in relazione tra loro e condividono modalità di esecuzione e di ricaduta. PROCEDURA PUBBLICA PER L’ASSEGNAZIONE DELLA DOTE SCELTA DEL PERCORSO E DEL SOGGETTO OSPITANTE DA PARTE DEL GIOVANE SVOLGIMENTO DEL PERCORSO RISULTATI ATTESI I risultati attesi sono in linea con gli obiettivi specifici individuati e sono elencabili nei seguenti: Migliore integrazione tra opportunità lavorativo/esperienziali ed aspettative di occupazione Migliore appropriatezza degli interventi di politica giovanile Maggiore consapevolezza rispetto alla propria condizione personale, formativa ed esistenziale Migliore benessere generale dei Giovani Migliore integrazione sociale e dei fattori di successo personale A livello quantitativo si prevede di coinvolgere almeno 5000 giovani, nei percorsi di elezione del “coordinamento giovani” e nei processi comunicativi, relativamente al sistema dotale, si prevede di erogare 180 doti per altrettanti destinatari. I risultati attesi e perseguiti verranno costantemente monitorati attraverso un sistema di indicatori misurabili, descritti nel successivo capitolo dedicato, orientati al monitoraggio della percezione, dell’aumento delle competenze, della partecipazione e della capacità di coinvolgimento del target destinatario e del territorio. IL PIANO DELLA COMUNICAZIONE L’innovatività ed originalità del progetto descritto in queste pagine obbliga ad immaginare una rilevante azione di comunicazione del progetto stesso presso il target di riferimento. Sarà necessario provvedere alla realizzazione di un vero e proprio piano di comunicazione strategica volto a promuovere la specificità e gli obiettivi del percorso presso i giovani del territorio. Dal punto di vista degli strumenti operativi si agirà in modo “trasversale”, utilizzando cioè il maggior numero possibile di media: dalle radio alle televisioni locali; dai giornali cartacei fino ai numerosi strumenti del web e del web 2 (blog, giornali online, siti internet, facebook, twitter). Il piano di comunicazione-promozionale, che avrà come principale obiettivo quello di raccogliere il maggior numero di adesioni possibili, non potrà prescindere dalla peculiarità del territorio, composto prevalentemente da comuni di piccole e piccolissime dimensioni. A tal proposito sarà necessaria un’azione di coinvolgimento di figure di “peer-leader”, giovani cioè con particolare capacità di leadership ed aggregative, individuabili nei contesti “organizzati” delle singole realtà sociali comunali. Oltre alla comunicazione attraverso i media, quindi, saranno da prevedere anche incontri territoriali. La comunicazione proseguirà anche in merito alle attività specifiche progettate e pianificate. In tal senso verranno utilizzati, in modalità combinata, sia gli strumenti comunicativi del web e del web2, che i seguenti operatori “tradizionali” della comunicazione presenti sul territorio: Televisioni: TB Network, Teletutto, Più Valli TV Radio: Radio Vallecamonica, Radio Voce Camuna, altre Radio a spettro anche locale; Principali testate giornalistiche locali tradizionali: Bresciaoggi, Giornale di Brescia, Giornale della Valcamonica. RISORSE PROFESSIONALI PREVISTE Il piano per le politiche giovanili di Valle Camonica, ha tra le sue peculiarità un forte sbilanciamento dell’utilizzo di risorse verso il target di riferimento. Il sistema dotale infatti orienta oltre che azioni formative anche risorse economiche ai percettori della dote giovani. Per dare però attuazione del Piano soprattutto nelle sue azioni di Sistema, vengono previste alcune figure professionali “chiave”: Un Facilitatore di rete con competenze socio-politiche e approfondita conoscenza del territorio Formatore/coach con competenze specifiche nella conduzione dei gruppi e conoscenza approfondita dei meccanismi politico-decisionali della pubblica amministrazione Un esperto di comunicazione per l’affiancamento nella concretizazione del Piano della comunicazione Personale amministrativo per la gestione del sistema doti e per la segreteria del coordinamento giovani MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DELLE AZIONI PREVISTE Il processo di valutazione che precede, accompagna e concluderà la realizzazione del Piano per le Politiche Giovanili, si costruisce intorno ad alcune necessità di origine sia interna (autovalutazione) che esterna, riassumibili nelle seguenti indicazioni: Verificare la capacità di risposta alle esigenze che hanno motivato le singole azioni previste (valutazione di efficacia) Verificare la fattibilità delle azioni intraprese sia a livello economico/finanziario sia a livello di sostenibilità sociale (valutazione di efficienza) Monitorare le proprie scelte operative in modo da facilitare la realizzazione degli obiettivi Un corretto processo di valutazione, che coinvolga tutti gli attori interessati, permette di operare positivamente alla definizione di un programma territorialmente sostenibile. Il processo di valutazione del Progetto, si costruisce dunque attraverso la definizione di un sistema di valutazione partecipata che verrà implementata attraverso l’utilizzo della rete di concertazione e con la previsione di steps di incontro trimestrali tra tutti gli attori coinvolti e la produzione di report periodici sull’andamento delle azioni previste. Il percorso di Valutazione e monitoraggio dell’andamento del Piano, si concretizza tecnicamente anche attraverso la definizione di un questionario sulla percezione del cambiamento auspicato, somministrato in entrata ed in uscita ai componenti del coordinamento ed ai fruitori delle doti. Per quanto riguarda la capacità del Piano di raggiungere gli obiettivi, solo a fine intervento, in seguito alla verifica degli esiti, può essere dato un giudizio accurato. Però già prima si possono cogliere dei segnali che permettono di capire se c’è un avvicinamento o meno agli obiettivi attraverso la valutazione degli indicatori di processo e di attività. Di seguito si elencano gli indicatori individuati. INDICATORI DI PROCESSO (permettono di verificare Se e in Quale Misura le attività programmate sono state effettivamente realizzate): 1. Istituzione del Coordinamento Giovani e definizione di un suo regolamento di funzionamento con la sottoscrizione dello stesso da parte di tutti i componenti entro 2 mesi dall’avvio del piano; 2. Realizzazione di almeno 6 incontri annuali del coordinamento; 3. costituzione del Fondo Territoriale per le Politiche Giovanili; 4. predisposizione entro 4 mesi dall’avvio del piano delle procedure di erogazione delle doti; INDICATORI DI ATTIVITÀ O OUTPUT (permettono di verificare Se e in Quale Misura le attività programmate hanno prodotto i risultati attesi): 1. partecipazione di almeno il 20% dei giovani residenti in Valle Camonica con età compresa tra i 16 ed i 30 anni alla fase di costituzione ed elezione del coordinamento giovani; 2. n. delle doti erogate e fruite almeno 80% di quanto previsto. INDICATORI DI ESITO O OUT COME (permettono di verificare Se e in Quale Misura l’insieme dei risultati ottenuti abbiano prodotto il raggiungimento degli obiettivi): 1. variazione in aumento di ameno il 20% nei giudizi espressi nel questionario di percezione del cambiamento auspicato. La valutazione di processo accompagna in itinere l’implementazione del progetto ed è focalizzata prioritariamente sui processi/attività messi in atto. Rende possibili aggiustamenti in itinere, fornisce informazioni utili per un eventuale miglioramento o riprogettazione dell’intervento, nel caso lo scarto tra il piano e la realizzazione sia consistente o, comunque, se emergono elementi tali da renderla opportuna. IPOTESI CONCLUSIVE, TRASFERIBILITA’ E SOSTENIBILITA’ DEL PIANO Il Piano può incidere concretamente sul target di riferimento, nel momento in cui vengono tenuti in considerazione tutti gli elementi emotivi, cognitivi ed esperienziali, senza scissione di parti e quindi rischio di destrutturazione. Il problema della capacità di offrire cambiamento/rimotivazione/motivazione sarà affrontato tenendo integrati tutti gli aspetti personologici e di contesto. Modificare in maniera permanente l’approccio, cambiare la prospettiva nella programmazione delle politiche giovanili, significa essenzialmente due cose: da un lato l’abbandono dell’ ”essere istituzione”, dall’altro l’abbandono dell’illusione che un buono strumento, una tecnologia innovativa, una metodologia efficace in determinati contesti siano condizioni sufficienti per la buona riuscita di tutto il processo messo in atto. Sarà importante dunque tenere presente innanzitutto che ogni persona (così come ogni istituzione) è portatrice di una propria cultura di appartenenza dalla quale non è possibile prescindere. Sarà importante non dimenticare che questa dimensione culturale (spesso latente), ha un ruolo determinante nell’approccio relazionale e nell’incontro tra soggetti appartenenti a contesti di riferimento differenti. Per produrre un effetto consolidato sul target occorrerà dunque che chi rappresenta la dimensione istituzionale (politici, amministratori di aziende, dirigenti scolastici, sindacalisti, etc…) sia in grado di attuare il passaggio da un paradigma dell’ “offerta” ad un paradigma più complesso che comprenda invece la “domanda” e le aspettative del destinatario. Gli elementi di trasferibilità del lavoro si evincono palesemente dall’intento di virare da una cultura che da’ valore etico alla stabilizzazione lavorativa ed alla sicurezza, ad una cultura che valorizza invece la creatività, l’adattamento e la messa in gioco. In particolare la trasferibilità può essere sia geografica che generazionale. A livello geografico, infatti, le sfide culturali sono sempre replicabili e trasferibili nel momento in cui un territorio le vuole fare sue; a livello temporale poi le stesse sfide, proprio perché foriere di cambiamenti, ricadono a cascata non solo sulle generazioni attuali ma bensì anche sulle generazioni future, alle quali verranno trasmesse con più facilità valori in linea con la situazione sociale, occupazionale ed economica. Le azioni di Sistema previste dal Piano vengono integrate già da subito agli interventi del Piano di Zona e ne acquisiscono quindi anche la tempistica triennale. Possiamo quindi ipotizzare la continuità del Piano almeno fino al 2014, anno in cui si procede alla valutazione finale di quanto realizzato con il Piano di Zona ed alla riprogettazione per il successivo triennio. La sostenibilità economica nel periodo medio-breve è garantita dall’impegno anche economico dichiarato e preso dai Comuni e dagli Enti Comprensoriali territoriali (Comunità Montana e BIM di Valle Camonica); relativamente a programmazioni di durata maggiore, vanno considerati i possibili risvolti del coinvolgimento del Privato profit. In ugual modo anche gli interventi diretti previsti dal Piano vengono integrati già da subito agli interventi del Piano di Zona e ne acquisiscono quindi anche la tempistica triennale. Possiamo quindi ipotizzare la continuità degli interventi diretti almeno fino al 2014, anno in cui si procede alla valutazione finale di quanto realizzato con il Piano di Zona ed alla riprogettazione per il successivo triennio. La sostenibilità è garantita dall’impegno anche economico dichiarato e preso dai Comuni e dagli Enti Comprensoriali territoriali (Comunità Montana e BIM di Valle Camonica).