2012-2013
VALLE CAMONICA 2025…
PIANO
TERRITORIALE
PER LE POLITICHE
GIOVANILI
1
SOMMARIO
PREMESSA
TERRITORIO E CONTESTO
FINALITA’, AMBITI D’INTERVENTO E SINTESI DELL’IDEA PROGETTUALE
OBIETTIVI DEL PIANO
LA RETE TERRITORIALE ATTIVATA ED IL PERCORSO DI CO-PROGETTAZIONE
I DESTINATARI DEL PIANO
AZIONI ED INTERVENTI PREVISTI
RISULTATI ATTESI
IL PIANO DELLA COMUNICAZIONE
RISORSE PROFESSIONALI PREVISTE
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DELLE AZIONI PREVISTE
IPOTESI CONCLUSIVE E SOSTENIBILITA’
PREMESSA
Vogliamo aprire questo lavoro di pianificazione nell’ambito delle politiche giovanili con un articolo
di “Repubblica” che ben sintetizza il contesto di fatto dell’Italia dei Giovani;
“I giovani italiani recordmen di precarietà - Sono in molti a sostenere che la crisi non è solo
un insieme di dati economici negativi. E l’inversione di tendenza può arrivare non solo dalle
decisioni dell’Eurogruppo ma anche da un segnale positivo che apra uno spiraglio “piscologico” alla
ripresa. Di certo, non è arrivato con la pubblicazione del nuovo studio dell’Ocse sulla
disoccupazione giovanile. In particolare qualla italiana. Secondo l’organizzazione di studi socioeconomici con sede a Parigi, il ritratto dei giovani nel nostropaese tra i 15 e i 24 anni è il
seguente:precari se lavorano, disoccupati di lungo corso se l’occupazione la perdono e tantissimi
che non vanno più a scuola e nemmeno cercano un lavoro. La crisi ha colpito duramente il lavoro
in italia – sottolinea il rapporto – ma i costi della recessione non sono distribuiti in modo uniforme:
sono stati soprattutto i giovani e i lavoratori non qualificati a perderlo. Il tasso di disoccupazione
giovanile nel 2007 era del 21,6% contro il valore attuale del 36,2% e il saggio di disoccupazione di
lungo periodo (oltre 12 mesi) è passato da poco più dell’8% della forza lavoro giovanile al 15,8%
(contro 3%-5% della media italiana). L’incidenza della disoccupazione di lungo periodo sulla
disoccupazione giovanile totale è passata quindi dal circa 38% al 43,6%. Altro capitolo doloroso è
quello dei ragazzi che non hanno un’occupazione e al tempo stesso non sono a scuola o in
formazione (’not in employment, education or training’). Secondo i dati Ocse sono pari a circa il
20% della popolazione tra 15 e 24 anni, il terzo peggior dato tra i paesi industrializzati, alle spalle
di Turchia e Messico (con la differenza che si tratta di due paesi dove i tassi di crescita economica
sono molto alti) e il doppio rispetto agli altri big europei. Molti i fattori che concorrono a spiegare
perchè la crisi abbia colpito soprattutto i giovani in italia. Innanzitutto, i nuovi arrivati nel mercato
del lavoro mancano di esperienza e questo è ancora più penalizzante in un periodo di crisi
dell’ampiezza di quella attuale (e se i tagli all’istruzione evranno confermati dal governo Monti, la
tendenza peggiorerà ancora). In secondo luogo, i giovani italiani sono spesso occupati con contratti
atipici, in particolare contratti a termine e altre forme relativamente più precarie. Dalle statistiche
Ocse emerge che il 49,9% dei giovani italiani tra i 15 e 24 anni occupati hanno contratti
temporanei, in aumento dal 46,7% del 2010 e dal 44,4% del 2009 (e dal 26,2% del 2000), contro
una media Ocse nel 2011 del 25,3% e la media dell’11,8% del lavoratori italiani tra 25 e 54 anni.
Questo spiega – conclude l’Ocse – perchè i giovani in Italia sono anche i primi a perdere il lavoro
quando le condizioni economiche peggiorano. “
Per la prima volta, dal dopo-guerra in poi, si rischia davvero l’avvento di generazioni più “povere”
delle precedenti, con minore “mobilità sociale” in quanto le prospettive dei giovani sono sempre
più subordinate alle condizioni di partenza della famiglia di origine ed alla situazione persistente di
crisi economico/occupazionale. Nel caso dei giovani, la povertà di oggi va intesa
però in
un’accezione più ampia, che considera soprattutto la scarsità di proposte ed occasioni di crescita
personale e professionale. Ridurre i differenziali sociali e di competenze oltre che economici del
“punto di partenza” è sicuramente un percorso obbligato se si vuole rendere i giovani davvero
protagonisti del futuro (nel quadro di un’effettiva inclusione e coesione sociale).
Partendo da quanto premesso e dall’opportunità che Regione Lombardia ci propone con il
D.D.U.O. 2675 del marzo 2012, si è ritenuto importante consultare il territorio in modo da riuscire
a definire alcuni punti fermi condivisi dai quali partire per una programmazione sulle politiche
giovanili che possa essere innovativa ed efficace.
Il titolo stesso di questo documento ci DEVE orientare verso un percorso in divenire; dobbiamo
essere in grado di costruire politiche ed interventi capaci di attivare realmente e con incisività il
protagonismo dei Giovani, politiche nelle quali i Giovani abbiano un ruolo attivo sia in termini di
definizione delle scelte da attuare, sia in termini di fruizione dei prodotti finali che vengono
pensati e concretizzati.
E’ quindi attraverso un percorso di progettazione partecipata con i destinatari, che i Territori (Enti
Locali, Terzo Settore, OOSS, Associazioni di imprese) devono poter attivare e mettere a servizio del
territorio le risorse necessarie, in un’ottica che vada oltre la contingenza e guardi sempre di più
verso il futuro.
TERRITORIO E CONTESTO
La Valle Camonica, è la più estesa fra le valli della regione Lombardia e fra le maggiori vallate delle
Alpi Centrali. Essa si sviluppa per circa 90 Km di lunghezza dal passo del Tonale a Pisogne. con una
superficie di Km2 1.319,23. Il Distretto di Valle Camonica comprende 42 comuni, afferenti alla
Provincia di Brescia. I maggiori centri abitati sono situati a fondo valle, lungo le direttrici
individuate dalle reti stradali e ferroviaria; nelle zone montane collocate ad un’altimetria
superiore ai m 500 s.l.m., ovvero laddove il sistema di collegamenti risulta meno efficiente, lo
sviluppo urbanistico è avvenuto in maniera più contenuta. Analizzando la distribuzione della
popolazione camuna agli inizi del 2010 per sesso e classi d’età si osserva un’equa ripartizione della
popolazione fra maschi (49,64%) e femmine (50,36%). Le percentuali più elevate si osservano fra i
25 e i 60 anni indipendentemente dal sesso, mentre quelle più basse si osservano fra la
popolazione dai 24 anni in giù.
Valle Camonica. Residenti per classe d’età in valore assoluto e percentuale. Valori al 01.01.2010.
Classe d'età
Da 0 a 2
Da 3 a 4
Da 5 a 9
Da 10 a 14
Da 0 a 14
Da 15 a 17
Da 18 a 19
Da 20 a 24
Da 25 a 29
Da 30 a 34
Da 35 a 39
Da 40 a 44
Da 45 a 49
Da 50 a 54
Da 55 a 59
Da 60 a 64
Da 15 a 64
Da 65 a 69
Da 70 a 74
Da 75 a 79
Da 80 a 84
Oltre 85
Oltre 65
TOTALE
Maschi
1.464
964
2.386
2.291
7.105
1.357
1.015
2.687
3.214
3.804
4.283
4.395
4.085
3.563
3.599
3.207
35.209
2.808
2.288
1.557
928
511
8.092
50.406
% Maschi
1,44
0,95
2,35
2,26
7,00
1,34
1,00
2,65
3,16
3,75
4,22
4,33
4,02
3,51
3,54
3,16
34,67
2,77
2,25
1,53
0,91
0,50
7,97
49,64
Femmine
1.398
924
2.337
2.203
6.862
1.333
919
2.579
2.995
3.428
3.814
4.100
3.820
3.445
3.229
3.141
32.803
2.826
2.598
2.376
1.971
1.709
11.480
51.145
% Femmine
1,38
0,91
2,30
2,17
6,76
1,31
0,90
2,54
2,95
3,38
3,76
4,04
3,76
3,39
3,18
3,09
32,30
2,78
2,56
2,34
1,94
1,68
11,30
50,36
Totale
2.862
1.888
4.723
4.494
13.967
2.690
1.934
5.266
6.209
7.232
8.097
8.495
7.905
7.008
6.828
6.348
68.012
5.634
4.886
3.933
2.899
2.220
19.572
101.551
% Totale
2,82
1,86
4,65
4,43
13,75
2,65
1,90
5,19
6,11
7,12
7,97
8,37
7,78
6,90
6,72
6,25
66,97
5,55
4,81
3,87
2,85
2,19
19,27
100,00
La distribuzione percentuale delle classi d’età ha subito alcune trasformazioni nel corso degli ultimi
anni; ciò che si osserva, dal 1971 ad oggi, è una sensibile diminuzione generale in tutte le
differenti fasce d’età. Nel triennio 2008-2010 l’andamento si presenta stazionario o in
diminuzione, ad eccezione delle fasce dai 45 a 49 e dai 60 ai 64 dove si denota un lieve aumento
della popolazione.
Valle Camonica. Distribuzione percentuale delle classi d’età. Serie storica (dal 1971 al 2010).
Classe d'età
in anni
Da 0 a 4
Da 5 a 9
Da 10 a 14
Da 15 a 19
Da 20 a 24
Da 25 a 29
Da 30 a 34
Da 35 a 39
Da 40 a 44
Da 45 a 49
Da 50 a 54
Da 55 a 59
Da 60 a 64
Da 65 a 69
Da 70 a 74
Da 75 a 79
Da 80 a 84
Oltre 85
TOTALE
Valori % sul totale della popolazione
Censimen Censiment Censiment Censiment Aggiornament Aggiornament
Aggiornament
to
o
o
o
o
o
o 01.01.2010
1971
1981
1991
2001
01.01.2008
01.01.2009
8,5
6,3
4,7
4,6
4,7
4,7
4,7
9,0
7,8
5,3
4,4
4,6
4,6
4,7
8,2
8,4
6,3
4,7
4,3
4,4
4,4
8,5
8,8
7,8
5,4
4,8
4,7
4,6
8,9
7,7
8,3
6,3
5,3
5,2
5,2
6,9
7,6
8,5
7,6
6,4
6,3
6,1
7,5
7,7
7,4
8,0
7,7
7,5
7,1
6,5
6,5
7,4
8,3
8,0
8,0
8,0
6,7
7,0
7,5
7,3
8,5
8,4
8,4
6,3
6,0
6,3
7,2
7,3
7,5
7,8
4,1
6,1
6,6
7,1
6,9
6,8
6,9
4,8
5,5
5,6
6,1
6,9
6,8
6,7
4,8
3,5
5,5
6,2
5,8
6,1
6,3
3,6
3,9
4,8
5,1
5,9
5,7
5,6
2,6
3,3
2,7
4,6
4,5
4,6
4,8
1,7
2,1
2,6
3,5
3,9
3,9
3,9
0,9
1,1
1,8
1,7
2,7
2,8
2,9
0,5
0,7
0,9
1,8
1,9
2,1
2,2
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Si osservi come varia la distribuzione della popolazione per grandi classi d’età, dal 1971 agli inizi
del 2010 (Tab. n. 3). Nel periodo di tempo considerato, la percentuale di residenti fra i 15 e 64 anni
oscilla tra il 65% ed il 67,1%, mentre variazioni più importanti interessano le restanti fasce. Nello
specifico, il numero di coloro che hanno un’età inferiore ai 15 anni si riduce dal 25,7% al 13,8%.
Nello stesso arco di tempo, si raddoppia la percentuale di residenti sopra i 65 anni (dal 9,3% al
19,4%), mentre risulta quasi triplicato il numero di cittadini di 75 anni e oltre (dal 3,1% al 9%).
Valle Camonica. Indicatori strutturali della popolazione. Serie storica (dal 1971 al 2010).
Indicatori
strutturali
% RESIDENTI
0-14 ANNI
% RESIDENTI
15-64 ANNI
% RESIDENTI
65+ ANNI
% RESIDENTI
75+ ANNI
INDICE DI DIP.
STRUTTURALE
INDICE DI DIP.
STRUTTURALE
NEGLI ANZIANI
INDICE DI
VECCHIAIA
Aggiornament Aggiornament
Aggiornament
o
o
o 01.01.2010
01.01.2008
01.01.2009
Censimento
1971
Censimento
1981
Censimento
1991
Censimento
2001
25,7
22,5
16,3
13,7
13,6
13,7
13,8
65
66,4
70,9
69,5
67,6
67,3
67,1
9,3
16,7
12,8
16,7
18,9
19,1
19,4
3,1
9,5
5,3
7
8,5
8,8
9
53,8
59,0
41,0
43,7
48,1
48,7
49,5
14,3
25,2
18,1
24,0
28,0
28,4
28,9
36,2
74,2
78,5
121,9
139,0
139,4
140,6
L’indice di dipendenza strutturale, dato dal rapporto percentuale fra la popolazione in età non
attiva (0-14 anni e 65 e più) e la popolazione in età attiva (15-64 anni), risulta inferiore agli inizi del
2010 rispetto al 1971, in seguito alla crescita che ha interessato la popolazione fra i 15 e i 64 anni.
Risulta invece in aumento (dal 14,3% al 28,9%) l’indice di dipendenza strutturale degli anziani, dato
dal rapporto percentuale fra coloro che hanno più di 65 anni e la popolazione attiva.
Un’attenzione particolare va posta all’indice di vecchiaia, ovvero al rapporto percentuale fra la
popolazione di 65 e più e i minori di 15 anni, accresciuto sensibilmente nel corso degli ultimi anni
(dal 36,2% al 140,6%). La situazione relativa alla distribuzione della popolazione residente nel
Distretto a gennaio 2010, per grandi fasce d’età, è rappresentata nel grafico riportato di seguito
(Fig. n. 3). Riassumendo, il 13,8% della popolazione si colloca sotto la soglia dei 15 anni, il 67% dei
residenti ha un’età compresa fra i 15 e i 65 anni, mentre il restante 19,3% è costituito dalla
popolazione anziana.
Valle Camonica: distribuzione percentuale della popolazione residente per grandi classi d’età. Valori al 01.01.20010.
Ad un confronto allargato, si osserva che la situazione del Distretto è in linea con quanto osservato
su scala più ampia, muovendosi dal livello provinciale fino a quello nazionale (Tab. n. 10).
Vista territoriale. Indicatori strutturali della popolazione. Valori al 01.01.2010.
Composizione percentuale
Indicatori di struttura
della popolazione per classe d’età
Area geografica
0-14 anni
Maschi
Femmine
15-64 anni
Totale
Maschi
Femmine
65+ anni
Totale
Maschi
Femmine
Indice di
Totale
Indice di
dipendenza
strutturale
vecchiaia
Valle Camonica
7,00
6,76 13,76 34,67 32,30 66,97 7,97 11,30 19,27
49,3
140,1
Provincia di Brescia
7,83
7,39 15,22 33,98 32,27 66,25 7,65 10,88 18,53
50,9
121,8
Lombardia
7,28
6,86 14,14 33,30 32,50 65,80 8,30 11,76 20,06
52
141,9
Italia Nord-occidentale 6,94
6,55 13,49 32,74 32,25 64,99 8,94 12,58 21,52
53,9
159,5
Italia
6,83 14,06 32,80 32,92 65,72 8,52 11,71 20,23
52,2
144
7,23
Valle Camonica: distribuzione percentuale delle classi di età quinquennali dai 15 ai 64 anni al 01.01.2010.
In concomitanza con i mutamenti economici e sociali degli ultimi cinquant’anni, la prima struttura
sociale ad aver subito trasformazioni è certamente la famiglia. In primo luogo, vi è stato il
passaggio dalla famiglia allargata di tipo patriarcale a quella nucleare, composta dai due coniugi
e dai figli; sono inoltre in aumento le convivenze e le famiglie ricostituite, dove uno o entrambi i
partner provengono da un precedente matrimonio. La riduzione del numero medio di componenti
della famiglia è avvenuto da un lato con la diminuzione del numero dei figli, dall’altro con il
distacco dei coniugi dalla famiglia d’origine, compensato spesso dalla prossimità abitativa. Agli inizi
del 2010, nel Distretto si contano 43.521 famiglie e 57 convivenze, con una media di 2,28
componenti per famiglia. Le cifre sono in linea con quanto osservato sul piano provinciale e
regionale, nelle regioni nord-occidentali e su scala nazionale.
Vista territoriale. N° di famiglie, convivenze, n° medio di componenti per famiglia. Valori al 01.01.2010.
Area geografica
Valle Camonica
Provincia di Brescia
Lombardia
Italia Nordoccidentale
Italia
Numero di
famiglie
43.521
526.723
4.306.626
Numero di
convivenze
57
482
3.974
Numero medio
componenti
2,28
2,37
2,29
7.166.894
8.223
2,24
25.175.793
30.932
2,40
In ultima analisi, si consideri la distribuzione della popolazione straniera (NEL 2010) per sesso e
classe d’età (Tab. n. 27). La maggior parte dei cittadini stranieri si colloca nelle fasce d’età fra i 20
ed i 44 anni, mentre le percentuali più basse si osservano oltre i 55 anni.
Valle Camonica. Immigrati residenti per sesso e fascia d’età. Valori al 30.06.2011.
Classe d’età
Numero % sul totale dei
% sul totale delle
Numero femmine
Totale % sul totale degli immigrati
maschi
femmine
maschi
Da 0 a 2
283
6,01
254
6,41
537
6,19
Da 3 a 14
638
13,55
616
15,55
1.254
14,46
Da 15 a 18
193
4,10
173
4,37
366
4,22
Da 19 a 29
960
20,39
905
22,84
1.865
21,51
Da 30 a 49
2.171
46,10
1.545
39,00
3.716
42,86
Da 50 a 64
413
8,77
400
10,10
813
9,38
Da 65 a 75
42
0,89
57
1,44
99
1,14
9
0,19
12
0,30
21
0,24
4.709
100,00
3.962
100,00
8.671
100,00
Oltre 75
TOTALE
IL LIVELLO DI SCOLARIZZAZIONE:
I dati in merito al livello di scolarizzazione raggiunto dalla popolazione camuna risalgono al
Censimento del 2001 e sono relativi a 41 comuni del Distretto, con l’esclusione di Gianico. Per
questo motivo, non possono essere considerati una fotografia fedele della situazione attuale.Il
tasso di non conseguimento della scuola dell’obbligo, dato dal rapporto fra la popolazione della
classe d’età 15-52 anni che non ha conseguito il diploma di scuola media inferiore ed il totale della
popolazione stessa classe d’età, costituisce un primo indicatore di qualità della vita. Ad un
confronto fra maschi e femmine, in linea generale il tasso di non conseguimento della scuola
dell’obbligo risulta meno elevato fra i primi. Tuttavia, vi sono comuni quali ad esempio Paisco
Loveno, Ceto, Cimbergo, Borno, Berzo Inferiore e Bienno dove la tendenza si inverte e si trovano
indici più elevati fra i maschi.
CONTESTO E PRESUPPOSTI:
La definizione di strumenti gestionali efficienti ed efficaci volti a valorizzare le risorse del territorio
al fine di attivare/riattivare in modo sinergico interventi di Politica Giovanile, non può prescindere
da una conoscenza approfondita dei fattori, delle energie, delle risorse e delle problematicità che
vivono all’interno del territorio stesso.
Innanzitutto va considerato l’attuale panorama economico della Valle Camonica, che si
caratterizza per due principali fattori di criticità:
1. la Deindustrializzazione dell’economia, che ha comportato un progressivo ridimensionamento
delle unità locali attive nel territorio con conseguente crescita del tasso di disoccupazione (in
particolare giovanile);
2. l’ inadeguatezza di infrastrutture per la mobilità di Persone e merci.
Lo studio poi dell’attuale situazione sociale della Valle mostra come il territorio sia formato da
aree con notevoli diversità, in considerazione dello sviluppo antropico e del conseguente livello di
densità (Alta Valle/basso e Bassa Valle/elevato) e dei fenomeni di spopolamento (verso le zone del
fondovalle).
Il tessuto sociale della Valle, a fronte delle analisi effettuate sulle dinamiche demografiche e del
mercato del lavoro, è contrassegnato da alcuni punti di debolezza sui quali intervenire nell’ambito
della progettazione:
1. Invecchiamento Demografico: si tratta di una problematica che caratterizza non solo la realtà
demografica della Valle ma, più in generale, tutto il territorio regionale e nazionale, una
tendenza preoccupante che causa profonde trasformazioni a livello sociale, prima fra tutte la
riduzione della dimensione media del nucleo familiare, fattore che influisce in maniera diretta
sulla condizione giovanile;
2. Il crescente tasso di disoccupazione giovanile, connesso al limitato assorbimento da parte del
mercato del lavoro di giovani lavoratori, oggi infatti l’unico comparto produttivo in espansione
è l’industria metallurgica pesante (il distretto forge con le famose 4 M). In tal senso si ritiene che le
azioni individuate nel Piano per le Politiche Giovanili possano contribuire a moltiplicare le
opportunità formative e professionalizzanti rivolte a questa fascia della popolazione ed a
sviluppare conseguentemente nuove figure professionali in tutti gli ambiti produttivi.
Infine, tra i dati di contesto, è importante evidenziare seppur sommariamente, il livello di
governance delle politiche giovanili in Valle Camonica, che risultano oggi caratterizzate da alcuni
elementi chiave riassumibili sinteticamente nei seguenti:
1. Presenza di un’elevata frammentazione degli interventi realizzati e conseguente difficile
valutazione dell’efficacia degli stessi (ogni comune o singolo territorio realizza iniziative in
autonomia)
2. Scarso protagonismo e coinvolgimento dei Giovani nei percorsi di programmazione: la
programmazione, non solo sociale, viene spesso realizzata con l’ausilio di “esperti di giovani”
ma senza considerare le reali aspettative dei destinatari
3. Logica programmatoria territoriale incentrata quasi esclusivamente sugli aspetti “sociali”
delle problematiche giovanili, senza approfondire ad esempio le tematiche relative alla casa
ed al lavoro
Di contro, oltre ad elementi di palese criticità, vanno considerate quali opportunità e punti di
forza, le esperienze pregresse che il territorio in maniera uniforme ha saputo realizzare nel
recente passato, a titolo esemplificativo si possono elencare: il Progetto fuori classe, il Progetto
Youthstart ed i progetti L. 285/97. E’ da tutte queste considerazioni e da un’attenta analisi e
monitoraggio della situazione socio-economica, che si riprogettano le politiche giovanili in Valle
Camonica.
FINALITA’, AMBITI D’INTERVENTO E SINTESI DELL’IDEA PROGETTUALE
Il Piano per le Politiche Giovanili “VALLE CAMONICA 2025” si costruisce partendo da alcuni bisogni
fondamentali espressi dal territorio e permeati dalla situazione socio-economica contingente:
1. La necessità di dare slancio e maggiori opportunità occupazionali e formative ai Giovani,
migliorando la situazione resa oggi gravemente impoverita dalla contingente crisi socioeconomica.
2. La necessità di ri-organizzare i processi programmatori sulle politiche giovanili in Valle
Camonica, passando da una programmazione ESCLUSIVA (prerogativa del mondo adulto
composto spesso da soli esperti) ad una programmazione INCLUSIVA che veda i Giovani
protagonisti delle scelte e del governo delle risorse oltre che della propria autorealizzazione
Personale.
3. La necessità di pensare a politiche giovanili che considerino più aspetti della vita di un giovane
integrandosi con il mondo lavoro e della formazione ma considerando anche l’autonomia
sociale, l’autonomia abitativa e le politiche culturali.
4. La necessità di migliorare a livello territoriale la condivisione-informazione degli interventi
realizzati in ambito giovanile.
I bisogni trovano risposta in altrettanti percorsi di Sistema da realizzare:
1. Istituzione di un organo distrettuale “ad hoc”, denominato “Coordinamento Giovani”, con
proprie risorse e delega specifica sulle politiche giovanili, costituito da Persone giovani (under
30) e non “esperti” di giovani, nominati tramite un sistema di elezione diretta aperto a tutto il
target dei destinatari. L’organo avrà il compito di “governare” gli interventi sul territorio,
attraverso la gestione del “fondo per le politiche giovanili” e la stesura di Linee guida
condivise per la promozione degli interventi nei singoli territori. Il “Coordinamento Giovani”
dovrà integrare anche gli ambiti oggi non coinvolti direttamente nella programmazione quali:
gli ordini professionali, le organizzazioni datoriali e dell’imprenditoria, il mondo della scuola.
2. La definizione di un piano di comunicazione, attraverso l’attivazione di canali comunicativi
web, cartacei, media, gestiti direttamente dal coordinamento e finalizzato alla creazione di un
vero e proprio sistema informativo territoriale sulle politiche giovanili
Partendo dalle azioni di “Sistema”, descritte sommariamente nei due punti precedenti, vengono
poi declinate le azioni cosiddette “Dirette” , che avranno ricaduta sui Percorsi personali dei
Giovani coinvolti.
Il progetto prevede infatti nello specifico l’attivazione un sistema DOTALE, che permetta ai
Giovani in età compresa tra i 16 ed i 30 anni, di sperimentarsi in percorsi formativi esperienziali,
basati sulla possibilità di fare un’esperienza concreta in una realtà sociale, produttiva o di servizio
e finalizzati all’aumento delle competenze ed alla crescita personale, sociale e professionale.
Le doti, vengono assegnate direttamente ai ragazzi attraverso una procedura pubblica ed il
giovane assegnatario di dote, in piena autonomia e secondo il principio di inversione
domanda/offerta, individua il percorso che vuole svolgere ed il soggetto ospitante o il progetto
nell’ambito del quale svolgerà la propria esperienza.
I percorsi esperienziali potranno essere realizzati in tutti gli ambiti produttivi e di servizi del
territorio, facendo in modo così di non escludere nessuna opportunità e di catalizzare tutte le
aspirazioni del giovane coinvolto:
Servizi Pubblici (Comuni, Enti Locali)
Ambito Culturale (Musei, Biblioteche, siti culturali, imprese culturali)
Servizi Sociali, Associazionismo e Oratori
Ambito Agricolo (Aziende, Cooperative)
Ambito Turistico (Enti di promozione turistica, imprese di settore)
Altre attività produttive (manifatturiero, artigianato, servizi, settore energetico)
OBIETTIVI DEL PIANO
la strategia conduttrice del Piano si colloca nel filone d’intervento “promozione dell’autonomia e
della transizione alla vita adulta” attraverso il perseguimento dell’obiettivo generale:
Sviluppare occasioni di formazione sia in ambito formale che complementare al sistema
tradizionale di apprendimento, con particolare attenzione alla conoscenza di professioni
innovative e a esperienze di “pre-formazione” valorizzando il metodo del “fare per apprendere”.
L’obiettivo, seppure importante, non esaurisce però i bisogni di risposta e rappresenta il punto di
partenza per la definizione dei seguenti obiettivi specifici:
1. Aumento dell’integrazione tra opportunità lavorativo/esperienziali ed aspettative di
occupazione
2. Miglioramento dell’appropriatezza degli interventi di politica giovanile
3. Accompagnamento del Giovane in un percorso di consapevolezza rispetto alla propria
condizione formativa ed esistenziale
4. Potenziamento e sviluppo delle autonomie personali
5. Aumento del livello di benessere generale dei Giovani
6. Aumento dell’integrazione sociale e dei fattori di successo personale
La scelta dell’obiettivo è motivata essenzialmente dal rapido cambiamento culturale ed economico
avvenuto nell’ultimo triennio.
Viviamo in una società in rapida trasformazione in termini di richieste di adattamento e
“ri-motivazione”, è necessario e prevalente dunque aiutare i giovani a distaccarsi da una logica di
“lavoro per tutta la vita”, per potersi ri-orientare in una logica di:
CAMBIAMENTO
RIMOTIVAZIONE
CRESCITA
INVESTIMENTO VERSO IL NUOVO
Per tale ragione, crediamo che attraverso il perseguimento dell’obiettivo generale si possano
formare giovani, cresciuti ed abituati a strategie cognitive e comportamentali idonee a sostenere i
cambiamenti delle logiche di “nuovo mercato”.
Le difficoltà di approccio al cambiamento che si vogliono superare assumono un carattere ancora
più presente nel contesto socio-culturale di Valle Camonica, dove il lavoro è sempre stato
considerato parte integrante dell’identità della Persona, con una conseguente destabilizzazione
anche identitaria e non solo economica, qualora insorga la necessità di cambiare lavoro. In sintesi
abbiamo bisogno di provocare nei giovani logiche che mutino la visione di sé da “Sono un
operaio…” a logiche del tipo “Faccio l’operaio…”.
Va tuttavia rilevato che nel corso degli ultimi anni sono stati realizzati sul territorio alcuni
interventi ed esperienze in linea con l’obiettivo conduttore del presente piano. Quasi tutti i
progetti hanno interessato singoli territori del Distretto, mentre in particolare il progetto
“Fuoriclasse”, che ha promosso azioni di sostegno alla creatività dei giovani e sostenuto
esperienze di formazione professionale, ed il progetto “Youth Start” orientato invece al disagio
giovanile, sono stati realizzati in tutto il territorio, tramite la rete dei comuni e con la regia del
Forum del Terzo Settore.
Le altre esperienze realizzate sono state il progetto “Protagonisti Econsapevoli” realizzato in media
Valle Camonica ed altri piccoli progetti dei singoli Comuni, tutti orientati al coinvolgimento dei
giovani in età 16-25 anni, nella cura e nell’abbellimento degli spazi verdi, dei parchi e degli edifici
pubblici. Le iniziative esistenti hanno sicuramente rappresentato un punto di svolta per gli
interventi realizzati prima in materia di politica giovanile. In particolare si è passati dai percorsi
orientati essenzialmente alla prevenzione del disagio, ad interventi orientati all’aumento delle
competenze personali ed alla promozione del benessere. Il limite delle iniziative realizzate fino ad
oggi è sicuramente la non uniformità di realizzazione sul territorio e la mancanza di vere e proprie
azioni orientate a modifiche strutturali del sistema. Il presente piano di lavoro si distingue però
dagli interventi realizzati fino ad oggi per diversi importanti aspetti:
l’uniformità dell’intervento
la rete di riferimento
Le azioni di sistema orientate ad un vero e proprio cambio culturale
Inversione della domanda/offerta con i giovani davvero protagonisti nelle scelte sui
percorsi da attuare
LA RETE TERRITORIALE ATTIVATA
ED IL PERCORSO DI CO-PROGETTAZIONE
La Valle Camonica, nonostante la notevole estensione geografica (è la più grande tra le valli alpine
Bresciane con i suoi 90 km dal Passo del Tonale al Lago d’Iseo ed i suoi 110.000 abitanti) e la
frammentazione amministrativa, ha una storia consolidata di percorsi di co-progettazione
territoriale: dai consorzi e le aziende di servizi, al percorso politico unitario che ha portato ad avere
un’Azienda Sanitaria Locale staccata dalla Provincia di Brescia, ai recenti percorsi che hanno
permesso di sperimentare e consolidare il Distretto Socio Sanitario, il Distretto Culturale, il
Distretto Rurale ed i Distretti del Commercio quali spazi di progettazione e programmazione
partecipata tra enti locali pubblici e territorio (profit e no profit).
L’aggregazione territoriale espressa dal Piano per le Politiche Giovanili, rappresenta per
composizione e modalità di funzionamento, la naturale continuità dei percorsi di rete già promossi
e profusi nell’ambito del Piano di Zona per le politiche sociali. La scelta dunque di costruire il Piano
nell’ambito di questa rete va nell’ottica della solidità e dell’efficacia che la rete stessa ha espresso
negli ultimi anni di programmazione sociale (triennio 2003-2005, 2006-2008, 2009-2011).
Nel piano politiche giovanili, per le ragioni stesse in esso contenute, entrano poi con pieno diritto
anche enti, quali quelli rappresentativi del mondo lavorativo profit, che nel piano di zona non
hanno invece mai avuto un ruolo formale ed ufficializzato.
La rete di riferimento del Piano rappresenta dunque un’aggregazione consolidata di Enti che da
più di dieci anni collabora nei percorsi relativi alla programmazione sociale del Piano di Zona,
integrata nell’opportunità della stesura del Piano per le Politiche giovanili, dalle associazioni di
rappresentanza del Mondo del Lavoro Profit e dall’Incubatore d’Impresa, vera novità del lavoro di
rete territoriale.
La caratteristica principale della rete è sicuramente quindi l’eterogeneità, in quanto composta da
tutte le rappresentanze del panorama sociale, economico, culturale del territorio.
Della rete fanno parte infatti:
tutti i 42 Comuni del Distretto direttamente o attraverso le Unioni
La Comunità Montana di Valle Camonica – Ente capofila PdZ 2012-2014
l’ASL di Vallecamonica-Sebino
L’azienda dei Servizi alla Persona
Le organizzazioni Sindacali
Gli Istituti Scolastici del Territorio (rappresentati dal Centro di Coordinamento)
La rete degli Oratori per il tramite dell’oratorio S. Valentino di Breno
Il Mondo del Lavoro Profit
Il Mondo del volontariato e del Lavoro Non Profit (Rappresentato dal Forum)
La rete individuata, pur essendo integrata e qualificata dall’ingresso del mondo profit, si può
considerare una rete già formalizzata (tramite l’accordo di programma del Piano di Zona).
Per la grande eterogeneità di composizione, la rete del Piano per le politiche giovanili è in grado di
connettersi con tante altre aggregazioni, ed enti singoli, funzionali per il raggiungimento degli
obiettivi prefissati:
La Rete delle imprese tramite Assocamuna per i percorsi formativo/occupazionali nel
modo profit, attraverso il sistema delle doti;
La Rete della cooperazione sociale tramite il Forum del terzo Settore per i percorsi
formativo/occupazionali nel modo sociale e del no-profit, attraverso il sistema delle doti;
La Rete della Scuola tramite il CCSS per i percorsi formativo/occupazionali nel modo della
scuola, attraverso il sistema delle doti;
La Rete degli oratori tramite il coordinamento Oratori – Valle Camonica per i percorsi
formativo/occupazionali nel modo del volontariato e dell’animazione, attraverso il sistema
delle doti;
La Rete degli Informagiovani territoriale – già coordinato dalla Comunità Montana di Valle
Camonica, per i percorsi nell’ambito della comunicazione;
La Rete del Distretto Culturale, di cui la Comunità Montana è Ente Capofila, per le
esperienze nel settore turistico e culturale;
La Rete del Distretto Rurale, di cui Impresa e territorio srl è capofila, per le esperienze in
ambito agricolo;
La Rete delle Organizzazioni Sindacali per i percorsi formativo/occupazionali attraverso il
sistema delle doti;
La rete dei Comuni e degli altri Enti Locali per i percorsi formativo/occupazionali in ambito
pubblico attraverso il sistema delle doti;
La rete degli Enti (Comuni, Comunità Montana) – Azienda Territoriale per i servizi alla
Persona – Azienda sanitaria Locale per la programmazione socio sanitaria sul territorio.
Il Piano è stato costruito attraverso un percorso di progettazione partecipata che ha coinvolto sin
dalla fase iniziale tutti gli enti che poi vi hanno aderito. Visto l’elevato numero dei soggetti della
rete, è palese come la partecipazione sia stata mediata e costruita attraverso alcuni incontri
durante i quali si sono innanzitutto analizzati i dati di contesto e di “partenza” della realtà
giovanile e di politica giovanile, per poi procedere con la raccolta di osservazioni e proposte
preliminari.
Un’importante momento di confronto è stato invece finalizzato alla condivisione del documento di
raccolta degli elementi di progetto durante il quale sono state ri-discusse le soluzioni individuate e
si è data una veste anche economica all’intervento, con la definizione degli impegni dei soggetti
coinvolti.
Tutto il percorso ha visto sia momenti di incontro “settoriali”, svolti singolarmente con ogni attore
(terzo settore, Comuni, Mondo delle Imprese, sindacati, Scuola,) sia momenti definibili “plenari”
nei quali si sono esposti fondamentalmente i prodotti realizzati e si è data validazione di quanto
proposto e concretamente “scritto” dagli operatori incaricati di seguire gli aspetti tecnici del piano.
Fondamentale è stata sicuramente la co-progettazione di “secondo” livello, agita da tutti gli attori
all’interno della propria organizzazione e con il coinvolgimento della rete allargata:
il Forum del Terzo Settore con i suoi 41 associati, Il CCSS con i 23 Istituti Scolastici e i 4 CFP, le
Unioni di Comuni, l’Associazione di Imprese con alcuni percorsi informativi rivolti alle aziende
associate.
Essendo una rete costruita su di un impianto di concertazione, mutuata dal Piano di Zona, che già
esiste e già ben funziona, i momenti di raccordo, allargati anche agli organi la quale istituzione è
prevista dal presente Piano (quale il coordinamento Giovani), seguiranno i tempi e le modalità che
si evincono dal funzionigramma del piano di zona in particolare: incontri periodici trimestrali per il
Tavolo di Sintesi e per i tavoli d area supportati dalla produzione di documenti di monitoraggio
quali/quantitativo.
Tutti i momenti di raccordo ed incontro tra i vari attori della rete vengono gestiti concretamente
per il tramite della struttura organizzativa dell’Ente Capofila (Comunità Montana) che è in grado di
mettere a disposizione spazi, strutture, risorse ed attrezzature necessarie.
I DESTINATARI DEL PIANO
I Destinatari degli interventi previsti si distinguono in “Diretti” ed “Indiretti”.
I destinatari “diretti” sono: i giovani con età compresa tra i 16 ed i 30 anni, disoccupati o in
fase di orientamento/ri-orientamento, che verranno coinvolti sia nelle azioni di sistema sia
nelle azioni di servizio, gli enti che ospiteranno i percorsi diretti con le doti, tutta la
popolazione target che verrà coinvolta nell’elezione diretta del Coordinamento giovani.
Si possono invece considerare destinatari indiretti le istituzioni e l’intera comunità locale.
Denominazione del Comune
ANGOLO TERME
ARTOGNE
BERZO DEMO
BERZO INFERIORE
BIENNO
BORNO
BRAONE
BRENO
CAPO DI PONTE
CEDEGOLO
CERVENO
CETO
CEVO
CIMBERGO
CIVIDATE CAMUNO
CORTENO GOLGI
DARFO BOARIO TERME
EDOLO
ESINE
GIANICO
INCUDINE
LOSINE
LOZIO
MALEGNO
MALONNO
MONNO
NIARDO
ONO SAN PIETRO
OSSIMO
PAISCO LOVENO
PASPARDO
PIAN CAMUNO
PIANCOGNO
PISOGNE
PONTE DI LEGNO
PRESTINE
SAVIORE DELL'ADAMELLO
SELLERO
SONICO
TEMU'
VEZZA D'OGLIO
VIONE
TOT. RESIDENTI ETA’ 14-34 ANNI
Pop. 14-35 anni
598
926
382
607
868
588
157
1.101
584
289
142
482
180
127
687
498
3.830
990
1.324
542
95
126
54
500
763
107
460
217
330
39
143
1.134
1.111
1.820
378
65
202
305
264
248
374
144
23.781
AZIONI ED INTERVENTI PREVISTI
Le azioni individuate e pensate in funzione del perseguimento degli obiettivi previsti, vengono
classificate in due tipologie:
1. Le azioni di sistema, che rappresentano l’insieme delle attività progettate e realizzate con
l’obiettivo di superare la logica dei progetti a termine, per passare invece alla logica
dell’offerta stabile di interventi, in una cornice programmatoria e di opportunità tra loro
coerenti e con una prospettiva temporale di medio-lungo periodo.
2. Le azioni dirette o di servizio, rappresentano invece le azioni che avranno ricaduta diretta
ed immediata sui destinatari target individuati.
Azioni
Dirette
Azioni di
Sistema
Le azioni di sistema previste dal piano sono orientate principalmente alla modifica dei presupposti
“culturali” oltre che “politici” di programmazione relativa alle politiche giovanili. Le azioni di
sistema sono dunque orientate allo stimolo della partecipazione attiva dei giovani nella definizione
degli interventi diretti previsti possiamo riassumerle nel seguente elenco:
1. Istituzione di un organo distrettuale ad hoc, denominato “Coordinamento Giovani”, composto
da 15 giovani e dotato di proprie risorse, autonomia e delega specifica sulle politiche giovanili.
I componenti del coordinamento vengono ELETTI DIRETTAMENTE DALLA POPOLAZIONE TARGET ( 23.781)
RESIDENTE IN
VALLE CAMONICA, tramite la convocazione di un forum durante il quale verranno
definite le modalità per la raccolta delle candidature e la definizione di strumenti adatti a
garantire a tutti la possibilità di partecipare al voto o di proporre la propria candidatura.
2. La stesura di Linee guida condivise per la promozione degli interventi di politica giovanile nei
singoli territori e nei singoli ambiti/settori produttivi e sociali.
3. La costituzione del Fondo Territoriale per le Politiche Giovanili, composto da risorse messe a
disposizione dai Comuni e dagli Enti Comprensoriali (Comunità Montana) sulla base della
popolazione 14-34 anni residente, oltre alle risorse messe a disposizione dal privato Profit e No
Profit. Il fondo costituirà la dotazione in termini di risorse a disposizione per la realizzazione
degli interventi governati dal coordinamento giovani.
4. La definizione di un piano di comunicazione stabile, che sia in grado di attivare i diversi canali
comunicativi: web, cartacei, media, formali ed informali e che si integri in maniera funzionale
con l’esistente rete degli Informagiovani. Il Piano della Comunicazione viene definito e gestito
direttamente dal coordinamento ed è principalmente finalizzato alla creazione di un vero e
proprio sistema informativo territoriale sulle politiche giovanili, che sia in grado di prendere in
considerazione tutti i settori di interesse: la casa, il lavoro, la scuola, il divertimento, la cultura,
l’impegno sociale.
Per il territorio in cui si collocano, le azioni di sistema previste dal piano, si caratterizzano per
essere originali (si intende infatti attivare un percorso inedito per il territorio, con riferimento alle
politiche giovanili) ed innovative, elementi di innovatività sono infatti evidenziabili in relazione sia
alla soluzione proposta al fabbisogno individuato, sia ad una definizione degli obiettivi che supera
le tradizionali prassi assistenziali per finalizzare l’intervento alla sostenibilità sociale, ad una
proiezione
prospettica
dell’intervento,
realizzato
attraverso
un’azione
continuativa
di
monitoraggio, strutturando o restituendo ai soggetti destinatari una dimensione positiva del
proprio rapporto con il sé, con l’altro con il territorio e con le istituzioni.
Il risultato principale che si attende dalla realizzazione delle azioni di sistema è sicuramente un
tangibile miglioramento nell’appropriatezza, nell’efficacia e nell’uniformità degli interventi e dei
percorsi Territoriali progettati e proposti alla popolazione giovanile.
Le azioni dirette o di servizio, sono definibili nel seguente modo:
Erogazione della “dote giovani” per la sperimentazione di percorsi formativo/occupazionali in
diversi ambiti e realtà produttive e di servizio del territorio.
Il Piano territoriale per le politiche giovanili della Valle Camonica, rappresenta una vera e propria
svolta culturale sia nelle modalità di programmazione, sia in termini di uniformità degli interventi
diretti. Nel “solco” del sistema dotale vengono infatti predisposti percorsi esperienziali
differenziati per soggetto o gruppi omogenei di soggetti che ospitano i ragazzi assegnatari di dote
giovani. Gli interventi, per la loro caratteristica di uniformità, sono in relazione tra loro e
condividono modalità di esecuzione e di ricaduta.
PROCEDURA PUBBLICA
PER L’ASSEGNAZIONE
DELLA DOTE
SCELTA DEL PERCORSO
E DEL SOGGETTO
OSPITANTE DA PARTE
DEL GIOVANE
SVOLGIMENTO DEL
PERCORSO
RISULTATI ATTESI
I risultati attesi sono in linea con gli obiettivi specifici individuati e sono elencabili nei seguenti:
Migliore integrazione tra opportunità lavorativo/esperienziali ed aspettative di
occupazione
Migliore appropriatezza degli interventi di politica giovanile
Maggiore consapevolezza rispetto alla propria condizione personale, formativa ed
esistenziale
Migliore benessere generale dei Giovani
Migliore integrazione sociale e dei fattori di successo personale
A livello quantitativo si prevede di coinvolgere almeno 5000 giovani, nei percorsi di elezione del
“coordinamento giovani” e nei processi comunicativi, relativamente al sistema dotale, si prevede
di erogare 180 doti per altrettanti destinatari.
I risultati attesi e perseguiti
verranno costantemente monitorati attraverso un sistema di
indicatori misurabili, descritti nel successivo capitolo dedicato, orientati al monitoraggio della
percezione, dell’aumento delle competenze, della partecipazione e della capacità di
coinvolgimento del target destinatario e del territorio.
IL PIANO DELLA COMUNICAZIONE
L’innovatività ed originalità del progetto descritto in queste pagine obbliga ad immaginare una
rilevante azione di comunicazione del progetto stesso presso il target di riferimento.
Sarà necessario provvedere alla realizzazione di un vero e proprio piano di comunicazione
strategica volto a promuovere la specificità e gli obiettivi del percorso presso i giovani del
territorio.
Dal punto di vista degli strumenti operativi si agirà in modo “trasversale”, utilizzando cioè il
maggior numero possibile di media: dalle radio alle televisioni locali; dai giornali cartacei fino ai
numerosi strumenti del web e del web 2 (blog, giornali online, siti internet, facebook, twitter).
Il piano di comunicazione-promozionale, che avrà come principale obiettivo quello di raccogliere il
maggior numero di adesioni possibili, non potrà prescindere dalla peculiarità del territorio,
composto prevalentemente da comuni di piccole e piccolissime dimensioni. A tal proposito sarà
necessaria un’azione di coinvolgimento di figure di “peer-leader”, giovani cioè con particolare
capacità di leadership ed aggregative, individuabili nei contesti “organizzati” delle singole realtà
sociali comunali.
Oltre alla comunicazione attraverso i media, quindi, saranno da prevedere anche incontri
territoriali.
La comunicazione proseguirà anche in merito alle attività specifiche progettate e pianificate.
In tal senso verranno utilizzati, in modalità combinata, sia gli strumenti comunicativi del web e del
web2, che i seguenti operatori “tradizionali” della comunicazione presenti sul territorio:
Televisioni: TB Network, Teletutto, Più Valli TV
Radio: Radio Vallecamonica, Radio Voce Camuna, altre Radio a spettro anche locale;
Principali testate giornalistiche locali tradizionali: Bresciaoggi, Giornale di Brescia,
Giornale della Valcamonica.
RISORSE PROFESSIONALI PREVISTE
Il piano per le politiche giovanili di Valle Camonica, ha tra le sue peculiarità un forte
sbilanciamento dell’utilizzo di risorse verso il target di riferimento. Il sistema dotale infatti orienta
oltre che azioni formative anche risorse economiche ai percettori della dote giovani. Per dare però
attuazione del Piano soprattutto nelle sue azioni di Sistema, vengono previste alcune figure
professionali “chiave”:
Un Facilitatore di rete con competenze socio-politiche e approfondita conoscenza del
territorio
Formatore/coach con competenze specifiche nella conduzione dei gruppi e conoscenza
approfondita dei meccanismi politico-decisionali della pubblica amministrazione
Un esperto di comunicazione per l’affiancamento nella concretizazione del Piano della
comunicazione
Personale amministrativo per la gestione del sistema doti e per la segreteria del
coordinamento giovani
MONITORAGGIO E VALUTAZIONE DELLE AZIONI PREVISTE
Il processo di valutazione che precede, accompagna e concluderà la realizzazione del Piano per le
Politiche Giovanili, si costruisce intorno ad alcune necessità di origine sia interna (autovalutazione)
che esterna, riassumibili nelle seguenti indicazioni:
Verificare la capacità di risposta alle esigenze che hanno motivato le singole azioni previste
(valutazione di efficacia)
Verificare la fattibilità delle azioni intraprese sia a livello economico/finanziario sia a livello di
sostenibilità sociale (valutazione di efficienza)
Monitorare le proprie scelte operative in modo da facilitare la realizzazione degli obiettivi
Un corretto processo di valutazione, che coinvolga tutti gli attori interessati, permette di operare
positivamente alla definizione di un programma territorialmente sostenibile.
Il processo di valutazione del Progetto, si costruisce dunque attraverso la definizione di un sistema
di valutazione partecipata che verrà implementata attraverso l’utilizzo della rete di concertazione
e con la previsione di steps di incontro trimestrali tra tutti gli attori coinvolti e la produzione di
report periodici sull’andamento delle azioni previste.
Il percorso di Valutazione e monitoraggio dell’andamento del Piano, si concretizza tecnicamente
anche attraverso la definizione di un questionario sulla percezione del cambiamento auspicato,
somministrato in entrata ed in uscita ai componenti del coordinamento ed ai fruitori delle doti.
Per quanto riguarda la capacità del Piano di raggiungere gli obiettivi, solo a fine intervento, in
seguito alla verifica degli esiti, può essere dato un giudizio accurato. Però già prima si possono
cogliere dei segnali che permettono di capire se c’è un avvicinamento o meno agli obiettivi
attraverso la valutazione degli indicatori di processo e di attività. Di seguito si elencano gli
indicatori individuati.
INDICATORI DI PROCESSO (permettono di verificare Se e in Quale Misura le attività programmate
sono state effettivamente realizzate):
1. Istituzione del Coordinamento Giovani e definizione di un suo regolamento di
funzionamento con la sottoscrizione dello stesso da parte di tutti i componenti entro 2 mesi
dall’avvio del piano;
2. Realizzazione di almeno 6 incontri annuali del coordinamento;
3. costituzione del Fondo Territoriale per le Politiche Giovanili;
4. predisposizione entro 4 mesi dall’avvio del piano delle procedure di erogazione delle doti;
INDICATORI DI ATTIVITÀ O OUTPUT (permettono di verificare Se e in Quale Misura le attività
programmate hanno prodotto i risultati attesi):
1. partecipazione di almeno il 20% dei giovani residenti in Valle Camonica con età compresa
tra i 16 ed i 30 anni alla fase di costituzione ed elezione del coordinamento giovani;
2. n. delle doti erogate e fruite almeno 80% di quanto previsto.
INDICATORI DI ESITO O OUT COME (permettono di verificare Se e in Quale Misura l’insieme dei
risultati ottenuti abbiano prodotto il raggiungimento degli obiettivi):
1. variazione in aumento di ameno il 20% nei giudizi espressi nel questionario di percezione del
cambiamento auspicato.
La valutazione di processo accompagna in itinere l’implementazione del progetto ed è focalizzata
prioritariamente sui processi/attività messi in atto. Rende possibili aggiustamenti in itinere,
fornisce informazioni utili per un eventuale miglioramento o riprogettazione dell’intervento, nel
caso lo scarto tra il piano e la realizzazione sia consistente o, comunque, se emergono elementi tali
da renderla opportuna.
IPOTESI CONCLUSIVE, TRASFERIBILITA’ E SOSTENIBILITA’ DEL PIANO
Il Piano può incidere concretamente sul target di riferimento, nel momento in cui vengono tenuti
in considerazione tutti gli elementi emotivi, cognitivi ed esperienziali, senza scissione di parti e
quindi rischio di destrutturazione.
Il problema della capacità di offrire cambiamento/rimotivazione/motivazione sarà affrontato
tenendo integrati tutti gli aspetti personologici e di contesto.
Modificare in maniera permanente l’approccio, cambiare la prospettiva nella programmazione
delle politiche giovanili, significa essenzialmente due cose: da un lato l’abbandono dell’ ”essere
istituzione”, dall’altro l’abbandono dell’illusione che un buono strumento, una tecnologia
innovativa, una metodologia efficace in determinati contesti siano condizioni sufficienti per la
buona riuscita di tutto il processo messo in atto. Sarà importante dunque tenere presente
innanzitutto che ogni persona (così come ogni istituzione) è portatrice di una propria cultura di
appartenenza dalla quale non è possibile prescindere. Sarà importante non dimenticare che
questa dimensione culturale (spesso latente), ha un ruolo determinante nell’approccio relazionale
e nell’incontro tra soggetti appartenenti a contesti di riferimento differenti. Per produrre un
effetto consolidato sul target occorrerà dunque che chi rappresenta la dimensione istituzionale
(politici, amministratori di aziende, dirigenti scolastici, sindacalisti, etc…) sia in grado di attuare il
passaggio da un paradigma dell’ “offerta” ad un paradigma più complesso che comprenda invece
la “domanda” e le aspettative del destinatario.
Gli elementi di trasferibilità del lavoro si evincono palesemente dall’intento di virare da una
cultura che da’ valore etico alla stabilizzazione lavorativa ed alla sicurezza, ad una cultura che
valorizza invece la creatività, l’adattamento e la messa in gioco. In particolare la trasferibilità può
essere sia geografica che generazionale.
A livello geografico, infatti, le sfide culturali sono sempre replicabili e trasferibili nel momento in
cui un territorio le vuole fare sue; a livello temporale poi le stesse sfide, proprio perché foriere di
cambiamenti,
ricadono a cascata non solo sulle generazioni attuali ma bensì anche sulle
generazioni future, alle quali verranno trasmesse con più facilità valori in linea con la situazione
sociale, occupazionale ed economica.
Le azioni di Sistema previste dal Piano vengono integrate già da subito agli interventi del Piano di
Zona e ne acquisiscono quindi anche la tempistica triennale.
Possiamo quindi ipotizzare la continuità del Piano almeno fino al 2014, anno in cui si procede alla
valutazione finale di quanto realizzato con il Piano di Zona ed alla riprogettazione per il successivo
triennio. La sostenibilità economica nel periodo medio-breve è garantita dall’impegno anche
economico dichiarato e preso dai Comuni e dagli Enti Comprensoriali territoriali (Comunità
Montana e BIM di Valle Camonica); relativamente a programmazioni di durata maggiore, vanno
considerati i possibili risvolti del coinvolgimento del Privato profit.
In ugual modo anche gli interventi diretti previsti dal Piano vengono integrati già da subito agli
interventi del Piano di Zona e ne acquisiscono quindi anche la tempistica triennale. Possiamo
quindi ipotizzare la continuità degli interventi diretti almeno fino al 2014, anno in cui si procede
alla valutazione finale di quanto realizzato con il Piano di Zona ed alla riprogettazione per il
successivo triennio. La sostenibilità è garantita dall’impegno anche economico dichiarato e preso
dai Comuni e dagli Enti Comprensoriali territoriali (Comunità Montana e BIM di Valle Camonica).
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