Esperti in ferite al lavoro WOUND EXPERTISE B. Braun Medical SA | Primo numero 2015 Editoriale Care esperte e cari esperti in ferite, voi siete impegnati, giorno dopo giorno, nel trattamento delle ferite. Con Wound Expertise intendiamo supportarvi in questo vostro importantissimo compito. Wound Expertise vi illustrerà regolarmente le nuove scoperte e i nuovi riscontri scientifici e vi fornirà suggerimenti utili per il lavoro quotidiano. Nel primo numero Wound Expertise si occupa dei biofilm: ne illustra il ruolo in quanto fattori interferenti con la guarigione delle ferite. Benché i biofilm siano onnipresenti in natura (ad es. carie dentali, tubi di scarico, acque stagnanti, ecc.) spesso troppo poca attenzione è riservata alla loro rilevanza clinica in medicina. Uno studio ha rivelato che il 90 % di tutte le ferite croniche è rivestito da biofilm(1) che ostacolano e ritardano una guarigione delle ferite rapida e completa. Cosa potete fare voi, in quanto esperti, contro i biofilm? La massima priorità spetta a una detersione delle ferite rapida ed efficace e pertanto a una tempestiva identificazione dei biofilm, in quanto questi si espandono rapidamente impedendo un trattamento antimicrobico efficace. Particolarmente efficaci si sono dimostrate in particolare le soluzioni detergenti a base di poliesanide contenenti tensioattivi come Prontosan®. Queste sostanze sono superiori alle soluzioni standard tradizionali. Vi auguriamo una lettura stimolante e attendiamo i vostri feedback. I biofilm ostacolano la guarigione della ferita Sempre più pazienti soffrono di ferite croniche. Con l’aumentare della speranza di vita cresce anche il rischio di soffrire di questa patologia. Se quale conseguenza di una patologia di base sorgono delle ferite croniche, il decorso della guarigione si protrae spesso per diverse settimane o addirittura mesi. Ciò che serve alle persone con ferite croniche sono quindi una strategia di trattamento e ausili in modo da poter vivere al meglio la loro vita nonostante la malattia. Nel trattamento delle ferite croniche gli operatori sanitari, siano essi medici o infermieri, si trovano sempre di fronte alla sfida di definire la strategia di trattamento giusta e di valutare i presidi medici più adatti. Ogni ferita cronica è diversa dalle altre. Tuttavia quel che tante di esse hanno in comune è che i biofilm ne ostacolano una rapida guarigione. Cordialmente – Vostra B. Braun Medical SA 1 ohne Biofilm Il 90 % di tutte le ferite croniche sono rivestite da biofilm.(1) 10 % senza biofilm 90 % con biofilm 6 % con biofilm 94 % senza biofilm con biofilm Ferite croniche Ferite acute senza biofilm Che cos‘è un biofilm? Semplificando, i biofilm sono comunità viventi formate da batteri inserite in uno spesso strato protettivo mucoso composto da zuccheri, proteine e lipidi. I biofilm si riscontrano tipicamente sulle ferite croniche. I patogeni batterici organizzati in biofilm formano una comunità complessa di batteri sia aerobici, ossia dipendenti dall’ossigeno, che anaerobici, ovvero non dipendenti dall’ossigeno. Tali batteri non esistono solamente uno accanto all’altro, ma proliferano e si organizzano anche reciprocamente e possono quindi formare una comunità protettivae nutrizionale. Si circondano di uno strato di muco compatto, in grado di attecchire sulle superfici più disparate e che forma uno schermo protettivo resistente e strutturato che protegge i germi tra l’altro anche da antibiotici e antisettici. 2 Le ferite possono guarire soltanto dopo che il biofilm è stato completamente rimosso. Dato che ogni ferita è diversa non vi sono procedure generali corrette per la rimozione del biofilm. Tuttavia in linea di principio si perseguono due obiettivi: 1. la rimozione o riduzione del biofilm 2. la prevenzione della sua riformazione Il grande problema è che i patogeni di una cultura di biofilm possono formare un nuovo biofilm molto rapidamente. Ed è esattamente questo il circolo vizioso che occorre spezzare. Identificare un biofilm su una ferita richiede competenze tecniche approfondite e tanta esperienza. A seconda delle sue caratteristiche e dello stadio il biofilm è una patina diafana e leggermente lucente(2,3). Le fasi di formazione di un biofilm Fase 1 Attecchimento reversibile Fase 2 Attecchimento permanente Fase 3 Matrice-biofilm protettiva mucosa I microorganismi sono generalmente considerati unicellulari liberamente fluttuanti. Tuttavia in condizioni naturali gran parte dei microrganismi tendono ad aderire alle superfici per formare poi dei biofilm. Il legame iniziale è reversibile e il biofilm può ancora venir rimosso facilmente. Man mano che i batteri si riproducono aderiscono sempre più saldamente alla superficie. Si differenziano e modificano il loro modello di espressione genetica, al fine di migliorare le loro possibilità di sopravvivenza. In generale ciò è il risultato di un tipo di comunicazione reciproca tra i batteri chiamata «Quorum Sensing». Dopo che i batteri si sono saldamente ancorati iniziano a secernere sostanzematrice avvolgenti chiamate «sostanze polimeriche extracellulari» (EPS) da cui si forma la matrice ovvero il «muco» protettivo. Piccole colonie batteriche formano quindi il biofilm iniziale. Fase 1 Gli accumuli di sostanze microbiche, in particolare di polisaccaridi, proteine e lipidi, formano le cosiddette sostanze polimeriche extracellulari (EPS). Tali sostanze solide formano, mescolate con l’acqua contenuta, una matrice mucosa in grado di attecchire ottimamente sulle superfici delle ferite. Lo strato organico creato, composto da sostanze nutritive e altre sostanze, è quindi colonizzato da germi che, grazie alla buona situazione nutrizionale, possono proliferare molto rapidamente sulla superficie. In questo modo si crea una struttura tridimensionale eterogenea. A questo punto si parla di biofilm maturo che espelle frammenti e batteri di modo che vengano colonizzate altre regioni della ferita(4). Fase 2 Fase 3 (4) E’ possibile ordinare la pubblicazione «Biofilm in parole semplici». NOTA ■■ La prassi dimostra che il 90 % delle ferite croniche è rivestita da biofilm. ■■ Se il decorso della guarigione della ferita ritarda la causa può essere un biofilm. ■■ ■■ Se il biofilm è sottoposto a débridment, ciò accelera di norma la guarigione della ferita e riduce la quantità di essudato. Non è sempre semplice capire se un biofilm è stato rimosso con successo (débridement chirurgico, detersione della ferita con Prontosan®). 3 Quale ruolo riveste il biofilm nella guarigione della ferita? Una ferita rivestita con biofilm può comportare un aumentato rischio di infezioni. Tuttavia un’infezione sussiste solamente se vengono diagnosticati i sintomi principali classici elencati qui di seguito. L’obiettivo prioritario del trattamento deve essere quello di evitare in ogni modo l’infezione della ferita cronica. Problemi causati dai biofilm I principali sintomi sono: ■■ Batteri che in un biofilm sono protetti dai principi attivi topici ■■ ■■ ■■ ■■ ■■ Migrazione e maturazione dei cheratinociti compromessa Batteri protetti dagli antibiotici sistemici Le difese immunitarie del paziente non sono in grado di contrastare l'infezione In che modo il biofilm ritarda la guarigione della ferita? I biofilm proteggono i batteri inclusi dalle sostanze antimicrobiche. I patogeni sono meno aggredibili dal sistema immunitario umano e dalle terapie topiche o sistemiche. Pertanto le infezioni associate ai biofilm possono protrarsi per tempi più lunghi. Ciò significa che da un’infezione acuta può svilupparsi una cronica (4,5). NOTA ■■ Quale normale reazione di difesa il corpo reagisce ai batteri con un’infiammazione. Anche i biofilm attecchiti su una ferita scatenano esattamente questo meccanismo, provocando addirittura un’eccessiva reazione delle difese corporee. Tuttavia ciò provoca lesioni anche ai tessuti sani e in via di guarigione come pure alle proteine e cellule immunitarie responsabili del processo di guarigione. Tale effetto indesiderato compromette in maniera duratura la guarigione della ferita. ■■ La produzione di essudato nei microorganismi inclusi nel biofilm costituisce il fondamento per l’ulteriore proliferazione e preservazione del biofilm. I batteri in sospensione possono riattecchire nel giro di pochi minuti. Iniziano a riorganizzarsi e si circondano rapidamente con un film protettivo. Già dopo 6 – 12 ore tale biofilm rende i batteri sempre più tolleranti ad antibiotici ed antisettici4). ■■ Il biofilm interferisce in misura significativa con la guarigione della ferita e comporta quindi un aumentato rischio di infezioni. Pertanto i biofilm devono essere eliminati in maniera rapida e sicura(4). 4 arrossamento gonfiore calore dolore impedimento funzionale maggior quantità di essudato (in caso di infezione) Test sperimentali eseguiti in laboratorio hanno dimostrato che i batteri in sospensione riattecchiscono nel giro di pochi minuti, divengono progressivamente più tolleranti ai biocidi come antisettici e antibiotici nel giro di 6 – 12 ore e formano nuovi biofilm maturi nel giro di 24 ore. Tali riscontri permettono di concludere che dopo l’eliminazione del biofilm si hanno a disposizione massimo 24 ore per iniziare un trattamento antimicrobico efficace prima che si formi un nuovo biofilm. Durante tale lasso di tempo la detersione della ferita mediante débridement e un successivo trattamento antimicrobico con una soluzione detergente come Prontosan® riducono efficacemente i microrganismi viventi nel biofilm. Come si possono rimuovere i biofilm? Il trattamento più efficace per una ferita cronica è il débridement (sbrigliamento) chirurgico, con cui patine e necrosi vengono eliminate chirurgicamente. Un débridement (sbrigliamento) accurato e una regolare ravvivatura dei margini lesione favoriscono con evidenza la riformazione dei tessuti. Prima della detersione Dopo la detersione con Prontosan® Scindere i biofilm con tensioattivi? I biofilm proteggono i batteri inclusi sempre meglio man mano che maturano. Pertanto i principi attivi riescono ad agire sui batteri solamente in maniera limitata o non riescono ad agire affatto(4). Per la detersione serve quindi una sostanza che scinda lo schermo protettivo dei biofilm. Per il lavaggio delle ferite con patina di biofilm si sono dimostrati utili in particolare i prodotti a base di poliesanide contenenti tensioattivi come ad esempio Prontosan® Soluzione detergente per ferite(7). I tensioattivi sono in grado di scindere i biofilm e di favorirne l’eliminazione permanente. Lo schermo protettivo di un biofilm consiste, come spiegato qui di seguito, di una miscela d’acqua ed EPS (sostanze polimeriche extracellulari). Quando su tale film giungono le molecole di tensioattivo, la tensione superficiale dell’acqua contenuta si riduce. Ciò significa che nello schermo di protezione del biofilm si creano letteralmente delle brecce che riducono la protezione dei batteri creata dal biofilm. I tensioattivi hanno inoltre una struttura molecolare specifica. Hanno infatti un componente idrofilo, ossia fortemente interagente con l’acqua, e uno idrofobo, che non interagisce con l’acqua. Data la parte idrofoba i tensioattivi riescono a staccare le piccole particelle solide dalle superfici solide. Queste sono circondate dalle molecole di tensioattivi e tenute in sospensione nell’acqua dai componenti idrofili. In questo modo possono essere lavate via. Tensione superficiale 80 70 72 N / m 64.3 N / m 60 50 41.9 N / m 40 30 20 10 0 Acqua depurata Soluzione ringer Prontosan® Come mostrato nella tabella precedente, il tensioattivo betaina contenuto in Prontosan® Soluzione detergente per ferite riduce in misura significativa la tensione superficiale ell’acqua(6). Ciò degrada la funzione di schermo protettivo del biofilm e indebolisce l’aderenza in modo che i biofilm possano essere ridotti o eliminati in maniera efficace. Grazie alla funzione di difesa compromessa del film, dopo un lavaggio con Prontosan® se necessario i batteri possono anche essere combattuti meglio, per via topica o sistemica, con sostanze antibatteriche 5 Utilizzo efficace sulle ferite in presenza di patina Poliesanide per la lotta ai batteri Nel trattamento delle ferite e in particolare per il condizionamento del letto delle stesse di norma si utilizzano con successo prodotti contenenti poliesanide. Un gruppo di esperti attesta in una dichiarazione di consenso(6) che la concentrazione di poliesanide non ha un ruolo importante ai fini dell’efficacia del lavaggio delle ferite acute e croniche. L’azione della soluzione è influenzata invece in maniera determinante dal tempo d’azione. NOTA ■■ ■■ Ad oggi non sono note incompatibilità. Inoltre fino ad oggi non sono noti batteri resistenti alla poliesanide in quanto il principio attivo distrugge le pareti cellulari dei batteri in maniera altamente aspecifica(6). Lo studio(7) ha inoltre dimostrato che l’utilizzo di soluzioni detergenti contenenti poliesanide riduce significativamente il tempo di guarigione rispetto a quelle con soluzione salina / ringer tradizionali. E’ possibile ordinare la «Raccomandazioni di consenso per l’impiego di prodotti contenenti poliesanide nel (6) trattamento delle ferite». 6 ■■ Nel trattamento delle ferite di norma si utilizzano con successo prodotti contenenti poliesanide. I tensioattivi, come la betaina, sono in grado di scindere i biofilm e di favorirne l’eliminazione permanente. Prontosan® riduce significativamente la tensione superficiale dell’acqua, penetra il biofilm e agisce sui batteri Trattamento a lungo termine delle ferite croniche con medicazioni umide La succitata raccomandazione di consenso(6) è giunta alla conclusione che dopo un lavaggio della ferita con soluzioni contenenti poliesanide non è necessario sciacquare via dalla ferita eventuali residui di soluzione. Anzi, gli esperti ravvisano nei resti di soluzione che rimangono nella ferita addirittura un vantaggio in quanto la lunghezza del tempo di azione della poliesanide influenza in modo molto positivo l’effetto di guarigione. Il trattamento delle ferite croniche continua a costituire una grossa sfida per la medicina. Buoni risultati del trattamento mostrano le medicazioni per ferite in ambiente umido con soluzioni saline / ringer neutre fisiologiche. Uno studio(7) che confronta quale sostanza umida il Prontosan® contenente poliesanide con una soluzione ringer convenzionale è riuscito a dimostrare che i risultati della guarigione hanno potuto essere ulteriormente migliorati: Successo del trattamento cumulativo in percentuale 100 90 80 Percentuale 70 60 50 40 medicazione per ferite in ambiente umido con soluzione Prontosan® 30 soluzione salina / ringer 20 10 0 1 mese 2 mesi 3 mesi 4 mesi 5 mesi Lo studio(7) ha esaminato la guarigione delle ferite in 53 pazienti trattati in maniera convenzionale in 59 trattati con soluzione Prontosan®. Esso dimostra per Prontosan® un chiaro vantaggio nell’uso rispetta alla terapia convenzionale in ambiente umido con soluzione ringer. Prontosan® ha contribuito in misura notevole a una miglior detersione della ferita e a un ambiente della ferita locale vantaggioso e ha accelerato l’inizio dei processi riparatori fino alla chiusura totale della ferita. Nel giro di 5 mesi sono guarite 56 delle 59 ferite totali, pari al 95 percento delle ferite. Le ferite sono guarite significativamente prima e con una frequenza superiore. Lo studio indica che è possibile supporre che Prontosan® contribuisca a minimizzare incrostazioni, patine di fibrina e in particolare i biofilm. E’ possibile ordinare lo studio «Soluzione Prontosan® o trattamento standard» (in tedesco). (7) Per i pazienti una guarigione delle ferite più rapida e soprattutto qualunque infezione evitata costituiscono un enorme vantaggio e soprattutto un autentico guadagno in termini di qualità della vita. Prontosan® favorisce la guarigione della ferita mediante l’esclusiva combinazione di poliesanide e betaina. 7 Abbonatevi Wound Expertise per via digitale su www.bbraun.ch Concorso Manifestazione Quale percentuale di tutte le ferite croniche è rivestita da biofilm? 02.02.16 (in tedesco) Basler Dekubitus- und Wundseminar Ospedale universitario di Basilea A) 6 % B) 70 % C) 90 % Come si chiama il tensioattivo presente in Prontosan® Soluzione detergente per ferite che scinde il biofilm? A) Betasina B) Betaina Le prime 15 risposte vincono due ingressi al cinema omaggio per ciascuno! Trovate il concorso sulla nostra pagina iniziale www.bbraun.ch – In bocca al lupo! Termine finale per l’invio 31.01.2016. C) Betalina 11.02.16 (in tedesco) Wound Specialist Day Ospedale universitario di Zurigo 19.02.16 (in tedesco) ZWM Update Tage Novotel Airport Messe, Zurigo 24.02.16 (in tedesco) Wundnetz Bern (Ora: 17.00 – 20.00) Berner Bildungszentrum, Berna … oppure a mezzo fax: 0800 83 00 32 Funzione Istituzione Indirizzo NPA / Località e-mail … oppure per mail: [email protected] 8 Materiale informativo Potete richiedere le seguenti informazioni sulla nostra pagina iniziale www.bbraun.ch : ■■ Biofilm in parole semplici ® ■■ Prontosan «made easy» ■■ Raccomandazioni di consenso per l’impiego di prodotti contenenti poliesanide nel trattamento delle ferite ® ■■ Soluzione Prontosan o trattamento standard (in tedesco) Fonti: (1) Attinger C. Wolcott R. Clinically Addressing Biofilm in Chronic Wounds. Advances in Wound Care 2012;1(3):127-132. (2) K. Protz, W. Sellmer, Aspekte der Wundspülung, Medizin & Praxis «Venenerkrankung / Ulcus cruris», Juli 2012: 65-71 (3) H.-D. Hoppe, V. Gerber, Beläge auf chronischen Wunden – Fibrin, Nekrosen, Biofilm, Medizin & Praxis «Wunddébridement und Wundrandpflege», Oktober 2010: 28-31 (4) Phillips PL, Wolcott RD, Fletcher J, Schultz GS. Biofilm in parole semplici. Wounds International 2010; 1(3) (5) Steven L. Percival, Philip G. Bowler, Biofilm und seine potentielle Rolle in der Wundheilung, Wounds 16, (7) 2004: 234-240 (6) Roth B., Holtz D, Mayer D, Läuchli S., Traber J., Raccomandazioni di consenso per l’impiego di prodotti contenenti poliesanide nel trattamento delle ferite, Praxis 2011 (9), 531-537 (7) Eberlein Th., Fendler H, Hoffmann M., Prontosan®-Lösung oder Standard-Behandlung?, Die Schwester Der Pfleger 2006 (9) AC2282_12.2015 Nome / Cognome