Abside
Sabato 23 Aprile 2011 23:21
Ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo a questo calice annunziamo la tua morte,
Signore, nell'attesa della tua venuta (da 1Cor 11,26).
Tutta la nostra vita dovrebbe essere pervasa da questa trepidante attesa; dovremmo ricordarlo
ogni giorno anche nelle scelte quotidiane “O Dio, nostro Padre, suscita in noi la volontà di
andare incontro con le buone opere al tuo Cristo che viene, perché egli ci chiami accanto a sé
nella gloria a possedere il regno dei cieli” (Colletta I dom Avvento).
Invece le cose del mondo ci hanno fatto perdere di vista il compimento del sogno
dell'incarnazione “Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi
popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio
.” (Ap 21,3-4).
Da questa certezza e, dalla considerazione che rischiamo di perderla, è nata l'idea di un abside
dentro la chiesa.
È un elemento appartenente alla più antica tradizione architettonica dello spazio sacro cristiano;
è ciò che esalta l'altare e ciò che ci conduce ad un oltre, ad un dopo, a ciò che verrà: al suo
primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana egli portò a compimento la promessa
antica, e ci aprì la via dell’eterna salvezza. Verrà di nuovo nello splendore della gloria, e ci
chiamerà a possedere il regno promesso che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa (Prefazio I
dell'Avvento).
È un elemento che ci orienta “verso” secondo una direzione orizzontale, quella del cammino. È
il cammino della nostra vita, ma qui in chiesa compiamo un cammino simbolico e reale al tempo
stesso che ci conduce all'”incontro”.
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Abside
Sabato 23 Aprile 2011 23:21
Entriamo dalla porta, poiché Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato;
entrerà e uscirà e troverà pascolo (Gv 10,9), proseguiamo verso l'ambone e qui siamo
rigenerati [...] per mezzo della parola di Dio viva ed eterna.), per culminare all'altare poiché “Chi
mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve
il mio sangue rimane in me e io in lui. [...] Chi mangia questo pane vivrà in eterno" (Gv 6, 53-58)
facendoci assaporare la gioia della Sua venuta come catturati al di là dell'abside: Ecco, viene
con le nubi e ogni occhio lo vedrà, anche quelli che lo trafissero, e per lui tutte le tribù della terra
si batteranno il petto. Sì, Amen! (Ap 1,7).
L'abside accoglierà un'opera in dodici grandi pannelli che rappresenteranno le dodici porte (Ap
21,12) della città santa, la Gerusalemme nuova (Ap 21,2).
Al centro il tredicesimo pannello con il trono dell'Agnello affinché noi, invitati al banchetto di
nozze dell'Agnello (Ap 19,9) possiamo già qui ora unirci alla voce di una folla immensa (Ap
19,6) e gridare: “Alleluia! Ha preso possesso del suo regno il Signore, il nostro Dio,
l'Onnipotente. Rallegriamoci ed esultiamo, rendiamo a lui gloria, perché sono giunte le nozze
dell'Agnello; la sua sposa è pronta: le fu data una veste di lino puro e splendente” (Ap 19,6-8).
Ma la parete curva è anche rivolta verso l'alto, s'inclina e si piega verso il cielo, poiché scende
dal cielo, da Dio, la Gerusalemme nuova, pronta come una sposa adorna per il suo sposo (Ap
21,2). Così vorremmo che fosse letto questo manufatto, come qualcosa che ci faccia ricordare
che il Signore verrà. (Francesca Leto)
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