I DISTURBI DELLA CONDOTTA ALIMENTARE GABRIELE MASI Divisione di Neuropsichiatria Infantile, Università di Pisa IRCCS Stella Maris, Calambrone (PI) DISTURBI DI CONDOTTE ALIMENTARI Categoria diagnostica autonoma con anoressia nervosa (rifiuto di mantenere un peso corporeo normale), bulimia nervosa (ripetuti episodi di abbuffate e manovre di svuotamento), entrambe accomunate da un disturbo nella percezione di forma e peso corporeo, e spesso associate. Disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati: - comportamento anoressico senza amenorrea, o con peso ancora nei limiti della norma nonostante dimagrimento; - forme bulimiche con frequenza sotto la soglia di 2 episodi per settimana per 3 mesi; - manovre di svuotamento dopo assunzione di poco cibo; - alimentazione con abbuffate senza svuotamento; - forme precoci (<6 anni), scarsa alimentazione, riduzione di peso, irritabilità al pasto, apatia lontano dai pasti. Anoressia nervosa Intensa e caricaturale paura di ingrassare, disturbo di percezione di immagine corporea (convinzione di essere grassi), pervasiva preoccupazione su forma fisica e peso, amenorrea (tre cicli consecutivi). Peso < all’85% di quanto previsto per età e altezza. Anoressia nervosa Tipo restrittivo (restricting): dimagramento ottenuto solo attraverso riduzione dell’alimentazione ed esercizio fisico (“iperattività”). Tipo con abbuffate e svuotamento (“bingepurging”), con vomiti, lassativi e diuretici. I due sottotipi possono alternarsi nel tempo nello stesso soggetto. Epidemiologia Effetto di condizioni sociali (modello estetico femminile) su aumento di incidenza negli ultimi 50 anni, in particolare prima dei 20 anni. In adolescenza e giovane età adulta frequenza di 0.5-1%, ma un congruo numero di ragazze ha caratteristiche anoressiche (condotte alimentari disordinate), che non soddisfano i criteri diagnostici, e che rientrano dei disturbi alimentari non altrimenti specificati. Epidemiologia In USA oltre il 10% delle ragazze di scuola superiore si provoca vomito, o fa uso di lassativi, diuretici, o farmaci anoressizzanti, mentre il 30-40% ammette di avere serie preoccupazioni sul proprio peso. La frequenza massima si ha nei paesi occidentali industrializzati, ma c’è una crescente incidenza anche in altri gruppi etnici e socio-economici. Anoressia prepuberale. Dati non precisi su frequenza: il criterio del dimagrimento è meno probante (prevale il mancato accrescimento) e manca l’amenorrea (ritardato menarca). La paura di ingrassare e l’alterazione di immagine corporea sono influenzate dallo sviluppo cognitivo, e possono mancare in epoca prepuberale. Anoressia prepuberale. Comportamenti più frequenti: rifiuto di alimentarsi, lentezza nella alimentazione, nascondere il cibo, rituali alimentari. I criteri diagnostici dovrebbero quindi essere adattati a questa specifica fase evolutiva. Le forme precoci hanno: più grave comorbidità e peggiore prognosi, i casi maschili sono più frequenti rispetto alle forme più tardive (20% contro 5-10%). Comorbidità Disturbi depressivi e disturbi d’ansia in oltre la metà dei soggetti affetti (effetto di carenza alimentare?). Comorbidità con DOC? Manifestazioni OC su aspetto corporeo e alimentazione fanno parte integrante del disturbo anoressico. Circa 1/3 ha un vero DOC, oppure tratti temperamentali ossessivi (rigidità, perfezionismo), anche prima dell’esordio anoressico. Comorbidità Tendenza all’isolamento sociale, bassa autostima su immagine corporea, sia in epoca prepuberale che puberale. Fobia sociale specifica (es. mangiare in pubblico) o dismorfismo corporeo fanno parte del nucleo anoressico. Disturbo della personalità, prevalentemente evitante, ma nelle forme binge-eating più spesso impulsività, condotte autolesive ed intenzionalità suicidaria. Diagnosi La diagnosi è agevole, ma alcune anoressie rientrano in altri disturbi psichiatrici (es. depressione). Alcune convinzioni sono simil-deliranti, anche se circoscritte a fisico o alimentazione. Interviste cliniche: Eating Disorder Examination (genitori e bambini) Eating Disorder Inventory (autovalutazione). Diagnosi Body Mass Index (BMI): peso in Kg /l’altezza in metri al quadrato. Sopra 18 anni un BMI inferiore a 18 corrisponde ad uno stato di emaciazione, per bambini ed adolescenti correttivi in rapporto alla crescita. Storia naturale Pochi pazienti recuperano completamente, più frequente un decorso oscillante, talora deterioramento progressivo. La metà dei soggetti ha un decorso soddisfacente, ¼ ha un decorso insoddisfacente, ed il quarto restante ha una evoluzione intermedia. Un terzo dei soggetti ha disturbi dell’umore ricorrenti, il 5% presenta tentativi di suicidio. Storia naturale Nei soggetti con evoluzione positiva più elevata morbilità psichiatrica per depressione, ansia, problemi scolastici. Sequele mediche: ridotta crescita, ipogonadismo ipotalamico, ipoplasia del midollo osseo, anomalie del SNC (sostanza grigia), problemi cardiaci. Forme precoci: ritardi di crescita, ritardo o arresto puberale e osteoporosi. Mortalità del 5% in pazienti anoressici. • Nei DCA i farmaci non vanno mai considerati come trattamento primario e non vanno usati come unico rimedio. • Il trattamento esige una forte integrazione tra competenze psichiatriche e pediatriche • Va sempre considerata la necessità di un ricovero ospedaliero in ambiente appositamente attrezzato per il trattamento di questi disturbi. Trattamento Approccio educativo per il soggetto e la famiglia. Approccio psicologico individuale e familiare. Monitoraggio delle condizioni biologiche. Interventi medici di sostegno. Interventi nutrizionali. Intervento farmacologico sintomatico. Forme restrittive più resistenti al trattamento. I farmaci usati sono antidepressivi, antipsicotici, stabilizzatori dell’umore, farmaci che potenziano l’appetito. Antidepressivi: azione su sintomi depressivi, ed effetto antiOC, sertralina,fluvoxamina,fluoxetina, clomipramina. Attenzione a funzione cardiaca, aggravata dai triciclici. I dati su SSRI sono modesti in fase acuta, mentre sembra che maggiore l’efficacia per la prevenzione delle ricadute in pazienti che hanno acquisito un buon controllo del peso. • Strober: No effect of adjunctive fluoxetine on eating behavior during the inpatient treatment of AN. (1999) • Studio caso storicocontrollo • 34 mg (SD=18) di fluoxetina • 66 adolescenti (età 14-24) • Attia: Does fluoxetine augment the inpatient treatment of AN? (1998) • Random, placebo, doppio cieco • 60 mg di fluoxetina • 31 donne (età 16-45) L’aggiunta di fluoxetina non apporta alcun miglioramento alla sintomatologia anoressica, ma anche i sintomi bulimici o connessi alla depressione non migliorano. Malnutrizione e terapia con SSRI • La refrattarietà dell’AN al trattamento con fluoxetina è assoluta o è piuttosto funzione della fase della malattia in cui viene applicato? • Lo stato di malnutrizione può impedire l’efficacia del serotoninergico? Kaye (1998) Relapse prevention with fluoxetine in anorexia nervosa AN Malnutrizione < livelli plasmatici di triptofano Attività serotoninergica ridotta Iperattività fisica Riduzione dell’ alimentazione Attività serotoninergica aumentata Inpatient Treatment Normalizzazione dei livelli di triptofano Recupero del peso AN Vulnerabilità comune del sistema 5HT alle manipolazioni dietetiche BN Serotonin Neuronal Function and SSRI in Anorexia and Bulimia Nervosa W Kaye, K Gendall, M Strober (1998) Use of nutritional supplements to increase the efficacy of fluoxetine in the treatment of anorexia nervosa Barbarich, Halmi, Kaye, 2004 • Nutritional supplement included: • • • • tryptophan vitamins minerals essential fatty acids • There was no significant difference in weight gain between subjects treated with fluoxetine plus nutritional supplements versus fluoxetine plus a nutritional placebo. • Supplements strategies are ineffective in increasing the efficacy of fluoxetine in underweight AN subjects. Anoressia Pre-SSRI • Clomipramina (Lacey, 1980; Crisp, 1987) No improvement in depression or weight; presence of discomfort and adverse affects • Amitriptilina (Biederman, 1985) • Ciproeptadina (Halmi, 1986) Bulimia • Imipramina (Agras, 1987) • Bupropione (Ferguson, 1988) • Desipramina • (Hughes, 1986) • Amitriptilina (Mitchell, 1984) • Trazodone (Pope, 1989) • Fenelzina (Walsh, 1988) Anorexia nervosa. Treatment efficacy of cyproheptadine and amytriptiline Halmi et al: Arch Gen Psychiatry, 1986 • 72 pazienti • CED (antagonista della serotonina) migliora • Studio l’efficacia del trattamento nelle pazienti non randomizzato in bulimiche, mentre peggiora il trattamento nelle doppio cieco pazienti bulimiche. • Tre gruppi: 1)ciproeptadina2 )amitriptilina • Tale effetto diversificato è stata la prima 3)placebo dimostrazione della validità della differenza • del tipo restricted e del tipo binge-eating. Antipsicotici: azione sul disturbo del pensiero e della percezione corporea (simil-delirante) Effetto di aumento dell’appetito. Antipsicotici a maggiore azione antiOC, risperidone, olanzapina, pimozide, aloperidolo. Problemi e vantaggi degli antipsicotici • L’acquisto di appetito e di peso indotto dall’antipsicotico può peggiorare la compliance. • Necessità di convincere e sostenere il paziente nei primi tempi della terapia. Un tempo di almeno due mesi pare necessario perché l’antipsicotico agisca nell’AN, ed è solo a questo punto che la compliance può migliorare. • I miglioramenti nel comportamento alimentare sono in stretta relazione con la riduzione dell’agitazione, della labilità del tono dell’umore (e dei pensieri deliranti). Altered Dopamine Activity in AN (a short story) • Kaye, 1984: L’acido omovanilico (HVA), il maggiore metabolita della dopamina, è ridotto nel LCS di anoressiche sottopeso. • Kaye, 1991: soggetti con anoressia (non distinti in forme restrittive e forme binge-eating) che hanno recuperato peso hanno livelli normali di HVA nel LCS. • Kaye, 1999: nelle forme restrittive di AN, a differenza di quanto avviene nelle forme bingeeating, i bassi livelli di HVA nel LCS permangono anche dopo che hanno recuperato il peso Six-Month open trial of Haloperidol as an adjunctive treatment for AN: a preliminary report Cassano, 2002 • • • • 14 12 10 8 * * 6 * 4 • BMI: 15.7 2 0 1-2 mg/die 11 casi Anr età: 22.8 (ds 4.2) età esordio 16.6 18,1 – p=.03 IM B CE IC IN T0 T3 SI P PM • EAT: 25.3 – p=.009 8.6 Practice Guideline for the treatment of patients with ED (APA, 2000) • Sebbene non vi sia alcun studio controllato che ne dimostra l’efficacia, i nuovi antipsicotici, dati a basse dosi e di solito in associazione con gli antidepressivi, sono ampiamente usati nella pratica clinica. Casi resistenti (Severe and desperate AN, Difficult to treat, malignant chronic anorexia, highly obsessive and compulsive) • Refrattarietà alla riabilitazione nutrizionale, ai tentativi farmacologici con antidepressivi, alla ospedalizzazione. • Durata pluriennale della sintomatologia anoressica. • Pensieri riguardo al corpo o al peso con alta connotazione ossessiva o delirante. Risperidone in AN (Letter) Newman-Toker J (2000) J Am Acad Child Adol Psychiatry • 19 anni; restricting; BMI: 14,6; 1,5mg per 6 mesi • 12 anni; restricting; BMI: 15,9; 0,5mg 1,5mg per 9 mesi Olanzapina nella anoressia nervosa Autore Anno N Casi Età 49 Dose mg 10 Tempo mesi 6 Hansen 1999 1 La-Via, Kaye 2000 2 15-27 10-15 1-5 Jensen 2000 3 30-50 5 4 Mehler 2001 5 12-17 5-10 2 Powers 2002 14 14-56 10 3 Malina, Kaye 2003 18 16-37 5 4 La dopamina gioca un ruolo nel controllo della attività motoria, ed in alcuni tratti temperamentali come la ricerca di novità e la dipendenza dalla ricompensa. DOPAMINA Ossessività, riduzione appetito, ecc SEROTONINA SSRI Neurolettici Atipici Neurolettici Tipici LOW-DOSE OLANZAPINE MONOTHERAPY IN CHILDREN AND ADOLESCENTS WITH ANOREXIA NERVOSA, RESTRICTING SUBTYPE: FOCUS ON HYPERACTIVITY C. Leggero, E. Brunori, S. Calderoni, R. Carissimo, S. Maestro, F. Muratori J Child Adoles Clin Psychopharmacol , in press Abstract: 13 adolescents with Anorexia Nervosa, Restricting Subtype (mean age 13.7 ± 2.3 years, age range 9.6 – 16.3 years) Olanzapine monotherapy (starting dose 1.25-2.5 mg/day, mean dose 4.13 mg/day). Results: 7 patients resulted responders to treatment according to a reduction of at least 50% at the EAT-26. The only measure who significantly improved in responders but not in non responders was the SIAB. Conclusions: It is suggested that its efficacy may be mediated by a decrease of hyperactivity. Stabilizzatori dell’umore: pochi dati su litio, anch’esso per la azione di promozione sull’appetito. Farmaci che promuovono l’appetito Azione istaminergica: ciproeptadina (Periactin, Carpantin) (12-16 mg/die), scarsi risultati. Farmaci che favoriscono lo svuotamento gastrico: cisapride (Alimix), nei pazienti che riferiscono ripienezza gastrica (lieve effetto depressogeno, rischio di aritmie). Farmaci che promuovono l’appetito Supplementazione di zinco: analogia fenomenica tra sintomi anoressici e sintomi da carenza di zinco (perdita di peso, riduzione dell’appetito, umore depresso): scarsi risultati (lieve aumento dell’appetito ed una certa riduzione della sintomatologia ansiosodepressiva). Bulimia nervosa Abbuffate (consumo vorace di grandi quantità di cibo, ai confini della commestibilità, senza scelta, con perdita di controllo). Senso di colpa e preoccupazione per l’effetto su peso e forma del corpo, con comportamenti di compenso (peso e forma corporea nella norma, fluttuante). Bulimia nervosa Bulimia con condotte di eliminazione (svuotamento con vomito, lassativi e diuretici) o senza condotte di eliminazione (controllo del peso con esercizio fisico). La frequenza di episodi (abbuffate e compensi) almeno due volte alla settimana per tre mesi. Prevalenza 1-3% (adolescenti e giovani adulti). Ma 1/3 delle adolescenti femmine hanno saltuari comportamenti bulimici. Rapporto maschi/femmine 1:10. Comorbidità Comorbidità più frequente è con i disturbi depressivi, che generalmente fanno seguito al disturbo alimentare, o con disturbo bipolare. Frequenti disturbi d’ansia, in particolare ansia sociale. Rispetto alla anoressia è molto più elevato il rischio di dipendenza da alcool e da sostanze (30%), che spesso si associa ad un disturbo bipolare/borderline di personalità. Comorbidità Esiste un sottogruppo di pazienti bulimici ad alto rischio, con impulsività, comportamenti dissociali, sessualità promiscua, dipendenza da sostanze e rischio suicidario. Il rapporto tra pregresso abuso sessuale e disturbo alimentare è più importante nella bulimia che nella anoressia. Storia naturale Esordio tipico in tarda adolescenza, nel corso di una dieta. Decorso variabile, generalmente oscillante. Circa 1/3 dei pazienti sono ancora nell’episodio indice dopo 3 anni. Tra quelli che recuperano, i 2/3 hanno una ricaduta entro 1 anno e mezzo, e tra quelli che recuperano dal secondo episodio, la metà ha una ulteriore ricaduta. Storia naturale Globalmente la evoluzione può essere considerata buona nel 60% dei casi, intermedia nel 30% e negativa nel 10%, con una mortalità dell’1%. Le forme meno intense sono quelle con prognosi migliore. Complicanze mediche meno acute rispetto alla anoressia. Ipocaliemia, disidratazione, lesioni esofagee, sbalzi della pressione arteriosa possono richiedere l’ospedalizzazione. La ricerca farmacologica nella bulimia nervosa è largamente più ampia rispetto a quella nei disturbi anoressici. • • • • Frequenza maggiore del disturbo Insorgenza in età giovanile-adulta Condizioni cliniche non precarie Idoneità del trattamento ambulatoriale • Richiesta del trattamento da parte del paziente Trattamento I trattamenti farmacologici sono più efficaci nella bulimia che nell’anoressia, come complementi di un progetto terapeutico (psicoterapie, terapie familiari, counseling dietetico). Indicazione precoce se c’è comorbidità depressiva. Effetto su sintomi bulimici maggiore rispetto a sintomi anoressici. Trattamento Antidepressivi: triciclici, IMAO ed oggi SSRI (fluoxetina, fluvoxamina): azione antibulimica (sia abbuffate che svuotamento), indipendente da azione antidepressiva. Dosaggi efficaci più elevati di quelli per la depressione: fluoxetina 40-60 mg/die; fluvoxamina 200-300 mg/die. Trattamento La maggior parte di questi studi sono a breve termine (8-10 settimane); mancano dati sul lungo termine, così come sono carenti le indicazioni circa la durata del trattamento. La terapia dovrebbe essere mantenuta per almeno per 12-18 mesi, in analogia al disturbo ossessivo-compulsivo. Medication and Psychotherapy in the treatment of Bulimia Nervosa. B Timothy Walsh et al: Am J Psychiatry 1997 • TCC, PS e fluoxetina come trattamenti isolati producono significativi miglioramenti clinici • Il trattamento PT è superiore a quello PF • A breve termine la TCC è più efficace della PS ma l’efficacia a lungo termine è la medesima • L’aggiunta di fluoxetina alla PT produce miglioramenti non presenti con placebo • L’aggiunta di PT alla fluoxetina produce miglioramenti • L’azione della fluoxetina sulla bulimia è indipendente da quella sulla depressione Trattamento Altri farmaci sono stati usati nei disturbi bulimici, ma nessuno ha uguale efficacia degli antidepressivi. Stabilizzatori dell’umore: TOPIRAMATO, litio, CBZ. Antagonisti degli oppiati endogeni, sulla base della ipotesi di un loro coinvolgimento nella genesi del disturbo alimentare. Studi controllati con naltrexone non hanno evidenziato una superiorità del farmaco. Binge Eating Disorder a) Quadro clinico Episodi di abbuffata senza comportamenti compensatori inappropriati in soggetti obesi e non obesi. Il più frequent cluster clinico è caratterizato da binge eating, obesità, stress per l’immagine corporea e psicopatologia, soprattutto depressione. Criteri diagnostici includono la ssunzione di cibo in quantità ampiamente eccedente quanto la maggior parte delle persone assume nello stesso lasso di tempo, con un senso di perdita di controllo Binge Eating Disorder a) Quadro clinico Almeno 3 delle caratteristiche seguenti: . Mangiare molto più rapidamente del normale; . Mangiare fino a sentirsi sgradevolmente pieno; . Mangiare quando non c’è senso di fame; . Mangiare da solo per senso di vergogna; . Disgusto, depressione o colpa dopo mangiato. Il binge eating si verifica almeno 2 volte alla settimana per 6 mesi, e determina sofferenza.. Binge Eating Disorder La specificià del BED è ancora discussa, dato che le persone obese con o senza BED non sono distinguibili, e il BED è spesso instabile, con possibili remissioni con placebo. E’ una entità autonoma, o una variante/sottotipo di bulimia, o un sottotipo comportamentale di obesità, o una caratteristica emergente legata a comorbidità tra disturbi primari, es. obesità e depressione? Binge Eating Disorder Quadro clinico •Esordio prevalentemente in tarda adolescenza, con 2 diversi pattern di esordio, dopo l’inizio di una dieta (come in BN), o prima della dieta, con inizio più precoce (11-13 anni) e più frequenti disturbi psichiatrici, depressione e BN. •E’ probabile una continuità tra infanzia, adolescenza ed età adulta. Binge Eating Disorder La perdita di controllo sulla alimentazione in soggetti sovrappeso è presente in 1/3 dei bambini obesi tra 6 e 10 anni, ed il 5.3% soddisfa I criteri diagnostici per BED. Questi bambini presentano più ansia, depressione, umore negativo, insoddisfazione della immagine corporea. Un binge eating clinicamente significativo è riportato nel 30% di un gruppo di adolescenti obesi (14-16 anni), un dato simile a quello di obesi adulti. Quindi il binge eating è un problema frequente in bambini ed adolescenti obesi. Binge Eating Disorder Necessità di criteri meno stringenti: •Ricerca di cibo in assenza di fame, con senso di perdita di controllo, associato ad almeno uno tra: •Ricerca di cibo in risposta acd un affetto negativo; o come rinforzo, ricompensa, con furto o nascondere cibo. •Durata almeno 3 mesi, senza comportamenti compensatori (es. vomito). Binge Eating Disorder •TRATTAMENTO •Tre categorie di farmaci sono stati usati nel BED: antidepressivi, soppressori centrali dell’appetito, e anticonvulsanti Antidepressants •SSRI: fluvoxamina (50-300 mg/die), sertralina (50-200 mg/die), fluoxetina (20-80 mg/die), e citalopram (20-60 mg/die). Binge Eating Disorder •TRATTAMENTO •Raggruppando gli effetti dei 4 studi, la differenza tra farmaco e placebo, sulla base della riduzione del 50% della frequenza degli episodi era 23 (20.2 sulla base della cessazione di episodi). La risposta al placebo era 33.3%. Questi dati sostengo l’efficacia degli SSRI nel trattamento del BED. •Grilo et al. (2005) hanno randomizzato 108 pazienti con BED in: CBT, fluoxetina (60 mg/day), placebo, CBT+ fluoxetine, e CBT+placebo. I remission rates sono condizionati da CBT, ma non da fluoxetina. Binge Eating Disorder TRATTAMENTO b) Soppressori centrali dell’appetito •Sibutramina: efficace in 7 su 10 patienti con BED dopo 12 sewttimane, per numero di episodi e per riduzione di peso (Appolinario et al., 2002). •Risultato confermato in uno studio controllato (Appolinario et al., 2002, 2003), con sibutramina (15 mg/die) in binge eating, peso e sintomi depressivi. Binge Eating Disorder TRATTAMENTO •c) Topiramato Open trials (Shapira et al., 2000; Appolinario et al., 2002a) su topiramato nel ridurre frequenza degli episodi e riduzione di peso. Studio controllato contro placebo (McElroy et al., 2003b): 64% dei pazienti trattati con topiramato, 30% dei pazienti trattati con placebo sono migliorati significantivamente (perdita di peso media 5.9 kg versus 1.2 kg). •McElroy et al (2004): 42 settimane, inizio 25 mg, massima dose 600 mg/die: Miglioramento duraturo sia in frequenza di episodi che in peso corporeo, ma frequente interruzione per effetti indesiderati. Binge Eating Disorder TRATTAMENTO •d) In sintesi •E’ opportuno un trattamento multimodale per ridurre gli episodi, il peso corporeo e normalizzare I comportamenti alimentari e l’assunzione calorica, la gestione delle caratteristiche associate, come vergogna nel mangiare, •Anche sintomi o disturbi associati, quali depressione o discontrollo degli impulsi, possono essere obiettivi del trattamento. Binge Eating Disorder TRATTAMENTO In sintesi La farmacoterapia dovrebbe essere considerata nei pazienti refrattari agli altri trattamenti, o con patologie associate, o nella obesità più grave. •Farmaci di prima scelta sono gli SSRI •Se I pazienti sono molto sovrappeso e non rispondono agli SSRI, o in presenza di comorbidità bipolare, può essere considerato il topiramato. •La scarsa esperienza con sibutramina ne sconsiglia l’uso. I DISTURBI D’ANSIA IN ETA’ EVOLUTIVA GABRIELE MASI IRCCS Stella Maris, Calambrone (PI) DISTURBI D'ANSIA IN ETA’ EVOLUTIVA Prima degli anni ‘80: disturbo reattivo, condizione transitoria, scarsa rilevanza clinica. DSM III (1980): condizione frequente, potenzialmente invalidante, talvolta precursore di ansia di adulti Progressiva attenzione a incidenza, fenomenologia, strumenti diagnostici, strategie terapeutiche. Anni ‘90: developmental psychopathology: rapporto tra quadro clinico e livello di sviluppo cognitivo ed emotivo: specificità dei quadri ad esordio precoce FORME CLINICHE DSM III-R (1987): Delimitazione di forme specifiche per l'infanzia e l'adolescenza: Disturbo da ansia di separazione Disturbo di evitamento Disturbo iperansioso (Mutismo elettivo) DSM IV (1994): Forme infantili: Disturbo da ansia di separazione (Mutismo selettivo) Forme comuni a bambini ed adulti: Disturbo d'ansia generalizzata (ex disturbo iperansioso) Disturbo di panico (con o senza agorafobia) Fobia sociale (ex disturbo di evitamento) Fobia specifica Disturbo ossessivo-compulsivo Disturbo post-traumatico da stress Disturbo d’ansia dovuto a condizione medica generale Disturbo d’ansia indotto da sostanze Disturbo d’ansia NAS Sintomi di presentazione prevalenti: . Lamentele somatiche: mal di testa, mal di pancia, dolori diffusi . Difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni, visite notturne nella camera dei genitori . Problemi alimentari . Evitamento di attività esterne ed interpersonali (scuola, feste, dormire fuori, estranei) . Eccessive necessità di rassicurazioni (situazioni nuove, andare a letto, scuola, temporali, cose brutte possibili) . Inattenzione o calo scolastico . NON necessariamente pervasivi (alcune attività restano indenni) DSM IV (1994): Impostazione categoriale unitaria (forme infantili e adulte) A) Sottolineare la continuità della psicopatologia: gran parte della psicopatologia degli adulti ha le sue radici nella psicopatologia infantile. La comprensione della psicopatologia infantile è lo strumento più importante per la prevenzione della psicopatologia adulta B) Rischio di perdere di vista la specificità neurobiologica, neuropsicologica, fenomenologica, prognostica e terapeutica delle forme ad esordio precoce (sottotipo?) I disturbi d’ansia ad esordio precoce rappresentano uno specifico sottotipo? Diversa distribuzione tra i sessi (maggiore nei maschi) Esordio insidioso Andamento subcontinuo (non episodico) Maggiore sensibilità a fattori ambientali Minore sensibilità ai trattamenti (farmacologici)? Maggior carico genetico? Diversa espressività clinica (diverso livello di sviluppo) L’attacco di panico in età evolutiva 6-10 anni: improvvisa ed acuta tensione o paura, poi terrore, pianto, agitazione motoria, fuga; palpitazioni, difficoltà di respiro, nausea, sudorazione, senso di svenimento; molto spesso forme oligosintomatiche o incomplete, talora notturne. Attribuzioni esterne. 10-12 anni: dolori toracici, rossore, tremore, mal di testa, vertigini. Iniziali sintomi cognitivi (paura di morire). Adolescenza: più frequenti sintomi cognitivi, paura di morire, poi paura di diventare matto o perdere il controllo, più tardi derealizzazione o depersonalizzazione. Attribuzioni endogene. (Masi et al., J Child Adolesc Psychopharmacol, 2001) PREVALENZA DEI DISTURBI D'ANSIA - Disturbo da ansia di separazione: 3.5-4% - Disturbo d'ansia generalizzato: 2.5-4.5% - Fobia specifica: 2-3% - Disturbo ossessivo-compulsivo: 2-3% - Fobia sociale: 2% - Disturbo di panico: 1-2% - Disturbi d’ansia (incidenza complessiva) 10%? I confini incerti dei disturbi d’ansia Longitudinale: apparente transizione tra i diversi disturbi d’ansia nel corso dello sviluppo ed in età adulta (es. disturbo d’ansia di separazione e disturbo di panico; DAG come porta di ingresso verso altri disturbi d’ansia e dell’umore) Trasversale: elevata coesistenza di diversi disturbi d’ansia, che si associano con frequente sovrapposizione dei sintomi (e dei criteri diagnostici). Comorbidità Più del 80% dei bambini/adolescenti con disturbo d'ansia ha almeno due diagnosi, alcuni più di tre. Disturbi multipli d’ansia (DAS, fobie, fobia sociale, panico, DAG) ed in associazione con disturbi dell’umore (depressione, disturbo bipolare) La comorbidità in età evolutiva è più elevata che negli adulti. - Maggiore immaturità neurobiologica - Maggiore indefinitezza dei confini nosografici - Difficoltà di adattare i criteri della psichiatria adultomorfa alla psichiatria dell’età evolutiva “Polidiagnosi” significa “molte malattie”? Le categorie diagnostiche dei disturbi d’ansia sono entità patologiche reali, oppure modalità (provvisorie) di organizzare i dati della clinica (sindromi), finalizzate alla prognosi ed al trattamento? Il concetto di comorbidità è utile? La caratterizzazione delle diverse associazioni tra disturbi d’ansia ed affettivi può consentire di individuare possibili pattern clinici o percorsi psicobiologici o psicopatogenetici che collegano quadri clinici omogenei (es. ansia di separazione e disturbo di panico) o eterogenei (es. disturbi d’ansia e bipolarità). Lifetime comorbidity in childhood and adolescence onset BD Childhood onset BD Adolescence onset BD N=20 N=23 p OCD 6 (30.0) Social phobia 5 (30.0) Panic Disorder 4 (20.0) Separation Anxiety 3 (15.0) GAD 4 (20.0) ADHD 10 (50.0) Pharm hypomania, 7 (35.0) 7 (30.5) 7 (30.5) 7 (30.4) 4 (17.4) 4 (17.4) 2 (8.7) 5 (21.7) ns ns ns ns ns .003 ns Index Episode, Depressive 11 (55.0) 7 (30.4) (Hypo)mania 3 (15.0) 11 (47.8) Mixed 6 (30.0) 5 (21.7) ns (.07) (Masi et al., Canad J Psychiatry, 2001) Rapporto tra fattori endogeni ed esogeni Esperienze stressanti o traumatiche possono modificare nello sviluppo l’attività di alcuni circuiti neurali (lobo limbico, amigdala, aree settoippocampali, ipotalamo), ed agire in combinazione con pregresse vulnerabilità genetiche. Esperienze stressanti o traumatiche possono modulare la espressività di geni chiave nei neuroni, ed attraverso di essi la sintesi di trasmettitori, sostanze neurotrofiche, ecc, influenzando struttura e funzione cerebrale. STRUMENTI PER LA DIAGNOSI (tipologia, gravità, compromissione funzionale) - Anamnesi - Interviste strutturate (K-SADS) con bambini e genitori, anche per la comorbidità - Rating scales di gravità clinica generali (MASC, PARS) e specifiche per disturbi (Y-BOCS, Liebowitz, SASI) - Strumenti di valutazione globale (CGI-S, CGI-I) e di compromissione funzionale (C-GAS) EVOLUZIONE - Risoluzione spontanea (40-60%) - Insorgenza di nuovi disturbi d'ansia e/o dell'umore e/o del comportamento (40-60%), con un rischio 3-4 volte superiore ai controlli normali - Rapporto tendenziale gravità-durata - Temperamento come fattore di fragilità di fronte ad eventi sfavorevoli Continuità longitudinale (bambini-adulti) Quali sono i meccanismi per cui il disturbo può esaurirsi, cronicizzare, oppure modificarsi? Fattori di vulnerabilità e di resistenza - temperamento - intelligenza - variabili ambientali Forme precoci come specifici sottotipi? Prevalenza nel sesso maschile, andamento insidioso e cronico, maggiore sensibilità a fattori esterni, diversa comorbidità, minore sensibilità a trattamenti farmacologici TRATTAMENTI: studi su adulti Farmaci approvati per disturbi d’ansia, diversi farmaci con la stessa indicazione. . SSRIs, NSRIs: prima scelta . BDZ: azione rapida, più efficaci su sintomi somatici, non dati sul lungo termine, non effetto prolungato nel tempo. Iniziare con BDZ, poi progressiva sospensione? TRATTAMENTI: Child/Adolescent Multimodal Study (CAMS) Finanziamento NIMH Ansia Separaz, Ansia General, Fobia Sociale N=488 Sertralina vs. CBT vs. Comb vs. placebo Fase acuta 12 settimane Follow-up 6 mesi Comb>CBT=sert>placebo Walkup et al.,. NEJM, 2008 TRATTAMENTI Quanto a lungo mantenere la terapia? . I farmaci riducono il senso soggettivo di ansia e paure . Durante la malattia, i bambini inseriscono l’ansia nel loro senso di identità . Dopo il miglioramento, essi devono “riapprendere” quello che sono adesso . Se sono stati male per XX anni, quanto tempo ci vuole per “riapprendere”? . Talvolta loro non vogliono “uscirne” . Talvolta i dottori dimenticano questo. IL DISTURBO D’ANSIA DI SEPARAZIONE GABRIELE MASI IRCCS Stella Maris, Istituto di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Calambrone (Pisa) DISTURBO D’ANSIA DI SEPARAZIONE Ansia di separazione normale nello sviluppo precoce dei mammiferi come strumento di protezione dai pericoli ambientali. I mammiferi più evoluti sono quelli più immaturi alla nascita e quindi più bisognosi della prossimità protettiva delle figure di attaccamento. Le ansie di separazione aumentano fino a 3 anni, con progressiva riduzione ai 5 anni. In alcuni bambini il superamento di tali ansie è più lento o difficoltoso. DISTURBO D’ANSIA DI SEPARAZIONE Circa il 40% dei bambini ha normali manifestazioni di ansia di separazione, il 16% ha timori irrealistici su danno alle figure di attaccamento, il 10% ha timori di danni a sé stessi in corso di separazione, il 2-4 % supera la soglia clinica. Meccanismi neuro-ormonali (ossitocina?) mediano le condotte di attaccamento e le ansie di separazione? Il Disturbo d’Ansia di Separazione (DAS), inteso come entità clinica, rappresenta una mancata risoluzione di normali ansie iniziali, ed è in continuità con esse, oppure è una realtà autonoma e diversa? Età media di insorgenza del DAS: 7.6 anni Epidemiologia del DAS Non dati disponibili sulla popolazione italiana. USA e Nuova Zelanda: 3.5% (Bowen et al., 1990; Anderson et al., 1987). Porto Rico: 4.7% (Bird et al., 1988). USA: 4.3% (Lewinshon et al., 1993). Canada: 4.9% (Breton et al., 1999). Australia: 4.2% (Prior et al., 1999). A differenza degli altri disturbi d’ansia, più frequenti nelle classi medio alte, il 50-75% dei bambini con DAS proviene dalle classi sociali più svantaggiate. QUADRO CLINICO - Eccessiva ansia in situazioni relative alla separazione (reale o anticipata) da casa o da figure di attaccamento, alla loro perdita o a danni a proprio o loro carico. - Rifiuto di frequenza scolastica o ad allontanarsi da casa - Rifiuto a stare a casa da solo, dormire da solo, dormire fuori casa senza le principali figure di attaccamento. - Frequenti incubi su temi di separazione. - Frequenti lamentele somatiche in occasione di separazioni reali o temute. - Esordio prima di 18 anni (early-onset prima di 6). QUADRO CLINICO Il rifiuto scolastico rappresenta una delle più frequenti manifestazioni di DAS. - Grave difficoltà nel frequentare la scuola, con assenze frequenti e prolungate - Grave distress emotivo, con ansia, timorosità, crisi di angoscia, panico, eccitazione psicomotoria, lamentele somatiche, egodistonia - Durante le ore scolastiche il bambino-adolescente resta a casa con i genitori, spesso facendo i compiti - Mancano sintomi di disadattamento sociale QUADRO CLINICO Il rifiuto scolastico è presente in circa l’1-2% della popolazione infantile-adolescenziale. Un rifiuto scolastico è presente nel 75% dei bambini ed adolescenti con DAS. Un DAS è presente in circa il 70% dei soggetti con rifiuto scolastico nella scuola elementare (??). Altre cause di rifiuto scolastico sono la fobia sociale, la depressione, le fobie semplici, il disturbo oppositivo-provocatorio/disturbo della condotta. QUADRO CLINICO Il 25% delle forme di rifiuto scolastico va incontro a remissione nei primi giorni o settimane (il dato comprende le forme da DOP/DC, meno rigide). Le forme che persistono per almeno due anni accademici sono poco sensibili ai trattamenti. Elementi prognostici negativi sono il decorso cronico, l’esordio in adolescenza, la comorbidità depressiva ed un più basso livello intellettivo. Un terzo dei soggetti con rifiuto scolastico continua a presentare difficoltà emotive o sociali da adulti. STORIA NATURALE Il DAS è un disturbo limitato alla età evolutiva, che si risolve con l’età? Oppure è la porta di ingresso in altri disturbi d’ansia e/o dell’umore (es. spettro panico)? Oppure si mantiene in età adulta, magari in forma attenuata? STORIA NATURALE Rapporto DAS-Disturbo di Panico: Studi retrospettivi (Ayuso et al., 1989; Balon et al., 1989; Zitrin e Ross, 1988). Studi prospettici (Klein, 1995) Studi familiari: alta prevalenza di DAS in figli di adulti con DP ed agorafobia (Berg et al., 1976; Capps et al., 1996; Weissman et al., 1984). Studi psicofisiologici: analoghi pattern di anomalie respiratorie in soggetti con DP e con SAD (ma non fobia sociale) (Papp et al., 1997). STORIA NATURALE I figli di probandi con DP hanno maggiore DAS (?) I soggetti con DAS hanno DP più precoce. Le forme di DP ad esordio più precoce hanno maggiore DAS. I soggetti con DAS hanno DP con più rapida tendenza all’evitamento agorafobico (?) Un pregresso DAS aumenta la vulnerabilità al DP, o la sensibilità ad eventi di perdita scatenanti il DP? Un DAP può essere il precursore di un DAS? Fattore di rischio: esperienze di abbandono, separazione e perdita precedenti (almeno 1 anno) i sintomi (2/3 dei DP, 1/3 dei controlli). - Vulnerabilità alla separazione: inizio nell’infanzia (attaccamento ansioso), endogena (ansia di separazione) ed esogena (madri iperprotettive). - Successivo compenso, ma timore nei processi di autonomia. - Evento di perdita, up-regulation dei recettori noradrenergici instabili, scatenamento dell’AP, entro 12 mesi dall’esperienza vitale. Tab.1. Separation Anxiety Symptom Inventory (SASI) .Non volevo andare a scuola .Temevo che ai miei genitori capitasse qualcosa se ero via .Non volevo essere lasciato solo a casa .Prima di andare a scuola avevo malesseri fisici .Avevo paura di incidenti ai miei familiari se non ero con loro .Avevo paura di perdermi quando ero in luoghi non familiari .Immaginavo che mostri o animali potessero attaccarmi di notte .Avevo paura degli estranei quando ero da solo .Avevo incubi su violenze fatte a me o alla mia famiglia .Ero molto infelice se ero separato dalla mia famiglia .Avevo paura che mi facessero male o mi rapissero se ero solo .Fantasticavo di essere con la mia famiglia se ero via da casa .Avevo paura di dormire da solo .Ero molto teso prima di andare a scuola .Avevo paura del buio Current comorbidity (Masi et al., J Child Adolesc Psychopharmacol, 2001) 18 soggetti (12 maschi, 6 femmine, 7-16 anni, età media 12.3 +/- 3.1 anni) trattati con paroxetina GAD SAD Agoraphobia Simple Phobias Social phobia OCD Depression 10 (55.5%) 8 (44.4%) 8 (44.4%) 7 (38.8%) 6 (33.3%) 4 (22.2%) 4 (22.2%) Lifetime comorbidity (Masi et al., Child Psych & Hum Dev, 2000) 23 soggetti (14 maschi, 9 femmine, 7-17 anni, età media 14 +/- 2.6 anni) GAD SAD Agoraphobia Simple Phobias Social phobia OCD Depression 17 (73.9%) 17 (73.9%) 13 (56.5%) 13 (56.5%) 7 (30.4%) 7 (30.4%) 10 (43.5%) DISTURBO D’ANSIA DI SEPARAZIONE (n=118) Lifetime comorbidity, n (%) GAD Social phobia Panic Disorder Simple phobias Depression Bipolar disorder OCD Extern. Disorders School refusal 68 (57.6%) 49 (41.5%) 35 (29.7%) 38 (32.2%) 53 (44.9%) 30 (25.4%) 30 (25.4%) 11 (9.38%) 62 (52.2%) DAS ad esordio precoce (< 6 aa) e tardivo (> 6 aa) DAS precoce N=45 Age, mean Age at onset, Males, n (%) CGI-S Baseline CGI-I (6 months) 9.8 (1.1) 4.8 (1.9) 35 (78) 4.4 (1) 2.2 (.6) Lifetime comorbidity, n (%) GAD 20 (44) Social phobia 19 (42) Panic Disorder 14 (31) Simple phobias 24 (53) Depression 25 (55) Bipolar disorder 16 (36) OCD 16 (36) Extern. Disorders 7 (16) DAS tardivo N=73 12.6 (2.7) 12.4 (2.9) 40 (55) 4.8 (.7) 2.5 (.7) 48 (66) 30 (41) 21 (29) 14 (19) 28 (38) 14 (19) 14 (19) 4 (5) p .000* .000* .020* .012* .004* .037* .943 .950 .000* .102* .077 .077 .133 DAS con o senza Disturbo da attacchi di Panico (DP) DAS + DP N=35 Age, mean (sd) Age at onset SAD Gender, Males CGI-S (baseline) CGI-I (6 months) 12.1 (1.9) 8.2 (2.6) 25 (71) 4.8 (.6) 2.5 (.8) Lifetime comorbidity, n (%) GAD 25 (71) Social phobia 18 (51) Simple phobias 20 (57) Depression 22 (63) Bipolar disorder 12 (34) OCD 10 (29) Extern. Disorders 2 (6) DAS no DP N=83 12.3 (2.7) 8.4 (3.2) 40 (48) 4.2 (.8) 2.2 (.7) 43 (52) 31 (37) 18 (22) 31 (37) 18 (22) 21 (25) 9 (11) p .691 .744 .034* .000* .044* .077 .225 .000* .019* .229 .889 .597 Masi et al. Psychiatr Res, 2007 DAS con (n=30) o senza Disturbo Bipolare (n=88) DAS + DB N=30 Age, mean (sd) Age at onset SAD Males, n (%) CGI-S (baseline) CGI-I (6 months) CGAS 11.7 (1.8) 7.5 (1.9) 20 (67) 5.2 (1) 2.6 (.7) 40 (13) Lifetime comorbidity, n (%) GAD 18 (60) Social phobia 19 (63) Panic Disorder 12 (40) Simple phobias 10 (33) OCD 12 (40) Extern. Disord. 8 (27) DAS no DB N=88 p 11.2 (1.7) 8.5 (2.9) 45 (51) 4.0 (.9) 2.1 (.7) 51(13) .173 .081 .268 .000* .000* .000* 50 (57) 30 (34) 27 (31) 28 (32) 19 (22) 3 (3) .928 .01* .476 .942 .082 .000* Masi et al. Psychiatr Res, 2007 Age, mean (sd) Age onset BD Gender, Males CGI-S (baseline) CGI-I (6 months) C-GAS (baseline) BD-PD BD without PD N=32 N=104 t/χ2 13.6 (2.7) 13.5 (3.0) -.26 10.1 (2.7) 9.8 (3.3) -.50 15 (46.9) 66 (63.5) 2.79 4.8 (.8) 5.2 (.9) .2.33 2.1 (.6) 2.4 (.7) 1.98 41.4 (7.2) 42.2 (7.8) .51 Lifetime comorbidity, n (%) Social Phobia 10 (31.3) Separation Anxiety 11 (34.4) OCD 15 (46.9) Gen. Anxiety Dis. 14 (43.7) ADHD 1 (3.1) Conduct Disorder 3 (9.4) Opp. Def. Disorder 6 (18.7) Externalizing 1.31 (.471) Anxiety 1.60 (1.2) 24 (23.5) 16 (15.4) 45 (43.3) 31 (29.8) 35 (33.7) 18 (17.3) 28 (27.4) 1.80 (.78) 1.12 (1.06) .77 5.54 .13 2.15 11.71 1.18 .97 -3.16 -2.02 p .79 .62 .09 .02* .03* .60 .38 .018* .73 .14 .0006* .28 .32 .002 .046 Masi et al. Psychiatr Res, 2007 DIAGNOSI Soglia normalità-patologia Anamnesi familiare Condotte di attaccamento familiare Concettualizzazioni sul concetto di unità familiare Temperamento (“behavioral inhibition”) Sintomi circoscritti o pervasivi? Condotte anticipatorie e di evitamento? Funzionamento scolastico Considerazioni su DAS-DP Il DAS precede sempre il DP Non esiste rapporto tra DAS ed agorafobia Non esiste rapporto tra DAS e gravità del DP Le forme di DAS che preludono al DP sono le più gravi e durature (più frequente associazione con rifiuto scolastico). Elevata familiarità: 19/21 soggetti (90%) avevano almeno un genitore con un disturbo d’ansia, 11/21 (52%) avevano un genitore con un disturbo depressivo, 7/21(33%) avevano un genitore con DP trattato farmacologicamente. DAS familiare (SASI)? DAS come fattore di vulnerabilità specifica nei confronti del DP o di vulnerabilità aspecifica verso disturbi d’ansia o dell’umore ad esordio precoce? Total (157) SAD Panic disorder Social phobia Simple Phobias OCD Depression Bipolar disorder Externalizing Dis. M (97) 31.8% 29.9% 16.6% 17.5% 28% 29.9% 42% 46.4% 19.7% 23.7% 56% 56.7% 11.% 10.3% 18.5% 25.8% F (60) Ch (50) 35% 15% 25% 35% 13.3% 55% 13.3% 6.7% Ad (107) 52% 22.4% 20% 14.9% 18% 32.7% 42% 42% 12% 23.4% 66% 51.4% 12% 11.2% 18% 18.7% Comorbidity in 157 patients with Generalized Anxiety Disorder, according to age and gender (Masi et al., J Am Acad Child Adolesc Psychiatry, 2004) Rates of comorbidity in OCD patients (n=94) Masi et al., in press 46,80% 36,20% 29,80% 27,70% 26,60% 24,50% 25,50% 19,10% 17% 13,80% 11,70% D GA D SA . is. . h D s h i P D lP ion olar a c s c i i i f s c i n re Bip ec So p Pa p S De GAD=Generalized Anx. Dis., SAD=Separation Anx. Dis., ODD=Oppositional Defiant Dis., CD=Conduct Dis. HD ODD D A CD TIC Anxiety disorders Mood disorders Disruptive Behav. Dis. Tic Order. N=30 SAD PD Social Phobia Simple Phobia Depression Bipolar Dis. Tic/Tourette ADHD Opp.-Def. Dis. Conduct Dis. 10 (33.3) 4 (13.3) 9 (30.0) 6 (20.0) 9 (23.3) 6 (20.0) 14 (46.7) 8 (26.7) 5 (16.7) 3 (10.0) Aggres. N=21 Contam. N=23 Hoarding N=7 p 4 (19.0) 6 (28.6) 9 (42.9) 3 (14.3) 6 (28.6) 5 (23.8) 7 (33.3) 5 (23.8) 4 (19.4) 3 (14.3) 7 (30.4) 2 (8.7) 7 (30.4) 8 (34.8) 7 (30.4) 4 (17.4) 2 (8.7) 6 (26.1) 2 (8.7) 2 (8.7) 1 (14.3) 0 (0) 3 (42.9) 1 (14.3) 1 (14.3) 4 (57.1) 2 (28.6) 2 (28.6) 0 (0) 2 (28.6) .787 .219 .997 .489 1.000 .219 .040* 1.000 .688 .724 Comorbidity in consecutive OCD patients (7-17 anni), according to subtype (Masi et al., J Am Acad Child Adolesc Psychiatry, 2005) GAD Simple Phobias SAD Social phobia OCD Panic disorder Externalizing Dis. Total (100) M (57) 59% 28% 18% 13% 14% 10% 35% 61.4% 35.1% 12.3% 12.3% 14% 10.5% 47.4% F (43) 55.8% 21% 25.6% 14% 14% 9.3% 18.6% Ch (36) 52.8% 27.7% 36.1% 5.5% 8.3% 2.7% 36.1% Ad (64) 62.5% 28.1% 7.8% 17.1% 17.2% 14% 34.4% Comorbidity in 100 consecutive dysthimic patients (7-17 anni), according to age and gender (Masi et al., Can J Psychiatry, 2003) Comorbidity in youths with BD I, BD II, BD NOS BD I N=78 Separ. Anxiety 14 (17.9) Panic Disorder 12 (15.4) Social Phobia 20 (25.6) Simple Phobias 5 (6.4) Gen. Anxiety Disord. 21 (26.9) OCD 28 (35.9) ADHD 28 (35.9) Oppos.Def. Disord. 16 (20.5) Conduct Disorder 18 (23.1) Psychotic Symptoms 41 (52.6) BD II N=97 28 (28.9) 36 (37.1) 24 (24.7) 9 (9.3) 43 (44.3) 47 (48.5) 30 (30.9) 14 (14.4) 10 (10.3) 1 (1.0) BD-NOS N=42 p 11 (26.2) ns 2 (4.8) .0001 6 (14.3) ns 1 (2.4) ns 7 (16.7) .002 11 (26.2) ns 29 (69.0) <.0001 22 (52.4) <.0001 10 (23.8) ns 1 (2.3) <.0001 Number of comorbid disorders, mean (sd) Externalizing 0.79 (.8) 0.56 (.7) 1.45 (.7) <.0001 Anxiety 1.23 (1.1) 1.82 (1.2) 0.88 (.9) .0001 Masi et al. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry, 2007 CONCLUSIONI L’ansia di separazione è una dimensione psico(pato)logica che entra in diversi quadri clinici? Necessità di studi longitudinali Individuazione di percorsi specifici per sottotipi, in relazione a fenomenologia, esordio (infanzia o adolescenza), gravità, comorbidità. STORIA NATURALE Possibilità che il DAS non si risolva, ma si mantenga come tale in età adolescenziale o adulta. La sindrome adulta in più diretta continuità con il DAS è il DAS? I sintomi del DAS adulto definiscono un quadro specifico, oppure una componente dello spettro panico-agorafobico, oppure una componente di diversi quadri ansiosi? STORIA NATURALE: il DAS in età adulta Ipotesi: il DAS esiste in età adulta ed i sintomi si aggregano a formare una sindrome distinta, con caratteristiche specifiche legate al diverso livello di sviluppo. Non esistono criteri per la diagnosi di DAS in età adulta: adeguatezza dei criteri del bambino? Diversi studi longitudinali sul DAS indicano la presenza di persistenti disturbi nel funzionamento psicosociale nella vita successiva all’infanzia. STORIA NATURALE: il DAS in età adulta Cause di mancato riconoscimento: disturbi associati (DP, agorafobia, depressione) mascherano il DAS, confusione tra DAS e personalità dipendente. La dipendenza è una tendenza pervasiva e indiscriminata ad attaccarsi eccessivamente agli altri. L’ansia di separazione si riferisce ad un circoscritto ambito di preoccupazioni circa la vicinanza o la sicurezza del legame con le figure chiave di attaccamento. Il SAD in età adulta: fenomenologia (I) La fenomenologia prevalente del SAD adulto prevede: - Preoccuparsi molto sul fatto che figure di attaccamento possano andarsene; - Preoccupazioni circa eventi che possano separare da figure di attaccamento ; - Timore di non essere capace di fronteggiare un abbandono di una figura di attaccamento; - Timore di danni a carico di figure di attaccamento; - Preoccupazioni sulla intensità delle relazioni con le figure di attaccamento; - Preoccupazione su dove vanno le figure di attaccamento quando sono separate - Difficoltà nel dormire da solo la notte; - Incubi su temi di separazione Il SAD in età adulta: fenomenologia (II) - Essere turbati da cambiamenti alla routine quotidiana che interferiscano con la prossimità alle figure di attaccamento; - Ansia di non poter parlare regolarmente con le figure di attaccamento per telefono. - Preoccupazione sul fatto che relazioni troppo intime possano creare problemi - Parlare molto per mantenere le persone attaccate - Grave turbamento alla partenza per un viaggio - Addormentarsi più facilmente con la voce di una figura di attaccamento, o di tv o radio, o lule accesa - Tenere qualcosa di simbolico dell’attaccamento nella borsetta o nel portafoglio per sentirsi più sicuro STORIA NATURALE: il SAD in età adulta 2/3 dei soggetti riferiscono che i sintomi sono comparsi nell’infanzia, ed accentuati in età adulta, con una esperienza stressante relativa alla perdita. 1/3 riporta l’esordio in età adulta, a seguito di un evento (es. lutto, divorzio). Alcuni riferiscono un andamento episodico anziché continuo. 3/4 riferiscono una significativa interferenza funzionale dai sintomi SAD, con influenza nelle relazioni con il partner, rifiuto di promozioni lavorative o altri eventi che ostacolino relazioni strette. Esiste la possibilità di un esordio di DAS in età adulta? IL TRATTAMENTO Dati prevalenti su bambini con rifiuto scolastico, che potrebbe essere secondario ad altri disturbi (fobie semplici, fobie sociale, depressione, disturbo oppositivo-provocatorio). Dati prevalenti su interventi non farmacologici, che sono la prima scelta (cognitivo-comportamentale, psicodinamico, familiare). La farmacoterapia va usata in associazione, nelle forme resistenti al trattamento non farmacologico, in soggetti maggiormente compromessi. INTERVENTO PSICOEDUCATIVO Spiegazione dei sintomi e delle conseguenze, qualità della vita quotidiana, prognosi, strategie di trattamento. Intervento psicoeducativo con i genitori: stimolare le occasioni di autonomizzazione in situazioni nuove, ridurre le critiche eccessive, stimolare i bambini a portare a termine le attività nonostante i timori, favorire l’anticipazione di situazioni nuove. Collaborazione con il personale scolastico nel caso di rifiuto scolastico. INTERVENTI PSICOTERAPEUTICI Psicoterapia psicodinamica Terapia cognitivo-comportamentale: identificazione dei pensieri negativi e loro ristrutturazione, associato ad esperienze di esposizione allo stimolo. Validazione di pacchetti di intervento anche per l’età evolutiva (rifiuto scolastico). Interventi sulla coppia madre-bambino DISTURBO D’ANSIA DI SEPARAZIONE: trattamento farmacologico Triciclici (TCA): quattro studi controllati IMI vs. placebo. Solo uno studio (Gittelman-Klein and Klein, 1971) ha dato la superiorità del farmaco (100-200 mg). Benzodiazepine (BDZ): efficacia a breve termine in studi aperti, ma non conferma da studi controllati. Per i dati inconclusivi e gli effetti collaterali di TCA (cardiotossicità, effetti anticolinergici, antiadrenergici, antiistaminergici) e BDZ (effetti cognitivi, dipendenza, assuefazione), TCA e BDZ non sono la prima scelta. DISTURBO D’ANSIA DI SEPARAZIONE: trattamento farmacologico RUPP study on Anxiety Disorders (NEJM, 2001): studio multicentrico controllato, doppio cieco contro placebo, 8 settimane con fluvoxamina (dose max 300 mg) in 120 bambini ed adolescenti (6-17 aa) con disturbo d’ansia generalizzata, disturbo d’ansia di separazione, fobia sociale. Gruppo Fluvoxamina 76% responders, Gruppo Placebo 29% responders (p<.001). Birmaher et al 2003: fluoxetina, 74 soggetti (7-17 anni) stesse indicazioni di RUPP: 61% responders con fluoxetina, 35% con PBO. DISTURBO D’ANSIA DI SEPARAZIONE: altri farmaci Venlafaxina (con ansia generalizzata e/o fobia sociale) Mirtazapina, nefazodone: necessità di studi specifici. DISTURBO D’ANSIA DI SEPARAZIONE: indicazioni conclusive Gli SSRI rappresentano la prima scelta per efficacia e tollerabilità. Non esistono dati per specifici SSRI o per dosi In caso di fallimento può essere fatto un tentativo con venlafaxina. Triciclici (imipramina) (monitorando la funzione cardiaca) sono attualmente farmaci di terza scelta. Le benzodiazepine possono essere usate solo per brevi periodi, nel caso di elevati livelli di ansia ed in attesa che gli altri farmaci inizino il loro effetto. IL DISTURBO DI PANICO IN ETA’ EVOLUTIVA clinica, diagnosi e trattamento L’attacco di panico (AP) è un episodio critico, acuto o subacuto, ricorrente, vissuto come altamente angosciante. Esistono 3 tipi di attacchi di panico, inattesi, legati a situazioni, o situazionalmente predisposti. I primi sono tipici del disturbo di panico (DP), mentre gli altri possono verificarsi in altri quadri, quali la fobia sociale, altre manifestazioni fobiche, o sindromi da stress. Perché si possa parlare di DP è necessaria la presenza di ansia anticipatoria e di manovre di evitamento. Sintomi dell’attacco di panico (AP): - Palpitazioni, tachicardia, cardiopalmo - Sudorazione - Tremori - Sensazione di soffocamento - Sensazione di asfissia - Dolore o fastidio al petto - Nausea o disturbi addominali - Sensazioni di sbandamento, instabilità, testa leggera, svenimento - Paura di morire, di perdere il controllo, di diventare matto - Derealizzazione (“dove mi trovo?”), depersonalizzazione (“chi sono?”). Alcuni sintomi, che non fanno parte della lista del DSM IV, possono essere definiti atipici: senso di confusione, sensazione di aver perso l’orientamento, sensazione di gambe molli, incertezza nel camminare, avere le gambe rigide, cefalea, disagio per aria calda, umida o viziata, ipersensibilità ad odori o profumi, alla luce, ai rumori, disagio al buio, alle prospettive indefinite (penombra, binari), astenia, sensazione di “qualcosa di rotto” nel cervello, sensazioni soggettive di disturbi visivi o uditivi, sensazione di non controllare il bisogno di urinare o defecare. L’attacco di panico in età evolutiva 6-10 anni: improvvisa ed acuta tensione o paura, poi terrore, pianto, agitazione motoria, fuga; palpitazioni, difficoltà di respiro, nausea, sudorazione, senso di svenimento; molto spesso forme oligosintomatiche o incomplete, talora notturne. Attribuzioni esterne. 10-12 anni: dolori toracici, rossore, tremore, mal di testa, vertigini. Iniziali sintomi cognitivi (paura di morire). Adolescenza: più frequenti sintomi cognitivi, paura di morire, poi paura di diventare matto o perdere il controllo, più tardi derealizzazione o depersonalizzazione. Attribuzioni endogene. (Masi et al., 2000) I sintomi somatici (soprattutto cardiaci, respiratori e gastroenterici) sono prevalenti nelle forme meno gravi e più precoci (attacchi di notte!). Nelle forme più gravi la paura-terrore, i sintomi psichici (paura di morire, impazzire, perdere il controllo) sono più frequenti. Nei DP ancora più gravi depersonalizzazionederealizzazione, o fenomeni psicosensoriali. I contesti di attivazione dell’attacco sono più spesso quelli dove è più difficile l’aiuto o la fuga (es. autostrade con uscite distanziate, locali affollati o con vie di fuga difficoltose, mezzi pubblici che non possono essere fermati, ponti, tunnel), oppure quelli legati al primo attacco. Il primo episodio è il più completo e resta impresso nella mente. Gli attacchi successivi spesso si attivano sopra l’ansia agorafobica (timore di non essere riuscito ad evitare uno stimolo panicogeno, o tentativo di sfidare lo stimolo panicogeno), e non sono del tutto inattesi. Spettro panico-agorafobico: manifestazioni tipiche e nucleari, ma anche le parziali, attenuate, residuali, atipiche, i sintomi isolati, ed anche le componenti temperamentali o personologiche, antecedenti o intercritiche. Precursori: DAS, DAG, FS, behavioral inhibition. Caratteristiche personologiche premorbose: ipersensibilità agli stress (banali), agli spazi chiusi (fame d’aria), alla rassicurazione (conoscenti, medici), alla separazione (legami di dipendenza), agli allontanamenti da luoghi familiari, alle malattie, alle sostanze stimolanti (caffeina, tè, Coca-Cola, antidepressivi, cannabinoidi). Fattore di rischio: esperienze di abbandono, separazione e perdita precedenti (almeno 1 anno) i sintomi (2/3 dei DP, 1/3 dei controlli). - Vulnerabilità alla separazione: inizio nell’infanzia (attaccamento ansioso), endogena (ansia di separazione) ed esogena (madri iperprotettive). - Successivo compenso, ma timore nei processi di autonomia. - Evento di perdita, up-regulation dei recettori noradrenergici instabili, scatenamento dell’AP, entro 12 mesi dall’esperienza vitale. Agorafobia (AG) Paura di star solo, di allontanarsi da casa, di trovarsi in situazioni in cui è difficile ricevere un aiuto. E’ la manifestazione intercritica più importante, fa parte dello spettro panico piuttosto che di quello fobico (2/3 dei DP). Collocazione della agorafobia C’è chi ritiene (USA) che non esista una AG pura, ma che quest’ultima sia necessariamente legata ad una esperienza di panico. Secondo altri (ICD 10) la AG può essere primaria (sindrome fobica) ed il DP secondario ad essa (altre sindromi ansiose) Nel 95% la AG è associata ad un DP in campioni clinici, mentre in campioni epidemiologici, che esplorano anche le forme di lieve gravità (evoluzione di un DAS?), essa ha una maggiore frequenza come forma pura, a prevalente incidenza nel sesso femminile. Forme lievi: manovre cautelative (sedere vicino all’uscita in locali pubblici, percorrere tragitti familiari, evitare i mezzi pubblici, portare ansiolitici), che tendono nel tempo ad estinguersi. Questi soggetti riescono a fare quasi tutte le attività quotidiane senza gravi limitazioni. Forme di media intensità: le limitazioni sono maggiori, il raggio di azione è ristretto e condizionato dalla presenza di punti di riferimento sicuri (farmacie, ospedali, conoscenti), se non addirittura di un accompagnatore affidabile, ma strettamente controllato (partner fobico). Con questo partner fobico diventa possibile un certo grado di adeguato funzionamento (es. essere accompagnato al lavoro, andare in vacanza). Forme gravi: il paziente non esce di casa, deve essere sempre presente qualcuno con lui, talvolta il confine è rappresentato dalla propria stanza. Varianti atipiche di DP. - Forma oligosintomatica, con intensità rilevante, ma numero di sintomi sottosoglia (vertigini, palpitazioni, senso di caldo o freddo). Talvolta durante il sonno. - Forma con caratteristiche analoghe alla classica, ma che si ferma prima di raggiungere l’acme (espresso più spesso dalla paura di morire o di perdere il controllo). Spesso guarigione parziale in trattamento. - Forme con prevalente sensibilità a situazioni nelle quali la respirazione è percepita come difficoltosa (indumenti stretti al collo, cinture di sicurezza, cravatte, aria viziata, aria umida, paura di vomitare, di andare sott’acqua, di essere sepolti vivi, di soffocare durante il pasto). - Forme ad espressività fobico-sociale, con timore di essere umiliati per la comparsa dell’attacco, con manifestazioni di evitamento e ansia prestazionale. - Forme ad espressività ipocondriaca, con manifestazioni fobiche correlate alla ipocondria (continui ricoveri, difficoltà di andare in ospedali, leggere notizie mediche, di controllare referti). - Forme farmacofobiche, ipersensibilità- allergia ai farmaci (psicofarmaci), lettura avida dei foglietti illustrativi, evitamento di assunzione dei farmaci. - Forme con ansia di separazione, elevata dipendenza o sensibilità alla perdita (es. traslochi). - Forme con fobie del sonno (addormentamento differito, rifiuto di ipnotici o di anestesie), per riduzione dei meccanismi di controllo, sensazione di separazione, ed attualizzazione del senso della morte. - Forme con fobia di fenomeni naturali (temporali, eruzioni, terremoti), ed evitamento di andare in posti pericolosi (zone sismiche, alta montagna). - Forme precoci: i sintomi somatici precedono di alcuni anni i sintomi psichici, le forme oligosintomatiche precedono di anni quelle conclamate, e le forme secondarie precedono (per motivi cognitivi) quelle inattese. Familiarità del Disturbo da Panico Prevalenza del disturbo nei figli di pazienti con DP di controlli 21% - 42% 2% - 10% (Weissman et al., 1984; Biederman et al., 1991; 2001; Merikangas et al., 1998; Unnewehr et al., 1998) STORIA NATURALE I figli di adulti con DP hanno maggiore DAS (?) I soggetti con DAS hanno DP più precoce. Le forme di DP ad esordio più precoce hanno maggiore DAS. I soggetti con DAS hanno DP con più rapida tendenza all’evitamento agorafobico (?) Un pregresso DAS aumenta la vulnerabilità al DP, o la sensibilità ad eventi di perdita scatenanti il DP? Un DAP può essere il precursore di un DAS? DIAGNOSI DIFFERENZIALE - Disturbi cardiovascolari - Disfunzioni vestibolari - Epilessia temporale - Feocromocitoma - Ipoglicemia - Ipo/ipertiroidismo - Fobia sociale, fobia semplice - Disturbo da Ansia Generalizzata - Depressione - Disturbo da Somatizzazione (AP mono-oligosintomatici e disturbi intercritici) Abuso di stimolanti (amfetamine, cocaina, caffeina, cannabis), sospensione di sostanze che deprimono il SNC (alcool), reazione acuta ad antidepressivi. Comorbidità: Il 25-30% dei DP ha un disturbo depressivo, il 50% se si valuta lifetime, una percentuale maggiore ha quadri subsindromici (demoralizzazione reattiva nel 70% di AG). Aumento del rischio di DP in parenti di probandi con depressione, e viceversa: vulnerabilità genetica? Connessione tra DP e disturbo bipolare, più spesso con comorbidità DOC: triade sindromica specifica? Pazienti con DP e DOC ed elevata sensibilità a switch Comorbidità affettiva: popolazione a sintomatologia più grave (suicidio, alcolismo) e prognosi peggiore. Maggiore resistenza alle terapie farmacologiche? Minore efficacia di interventi psicoterapici? Diagnosi Importanza di una anamnesi familiare accurata, per disturbo di panico, altri disturbi d’ansia, disturbi dell’umore. 30 soggetti con DP ad esordio precoce (Masi, 2000): - Il 90% aveva almeno un genitore con un disturbo d’ansia e/o dell’umore - Oltre il 50% aveva un genitore con disturbo depressivo - Il 33% aveva un genitore con DP trattato con farmaci Il DP precoce è una forma a maggior carico genetico Genitori affetti riconoscono precocemente il DP del figlio Trattamento Negli AP sporadici, senza impatto funzionale, supporto aspecifico, con intervento psicoeducativo e monitoraggio. Intervento psicoterapico su ansia anticipatoria e su evitamento agorafobico: intervento educazionale, ristrutturazione cognitiva, confronto con le situazioni temute. Gestione del temperamento fobico-ansioso, della inibizione relazionale, della sensibilità alla separazione Trattamento L’efficacia del trattamento farmacologico del DP è mediamente del 70%. L’effetto è persistente, la percentuale di responders tende ad aumentare, in particolare su AG, ma solo 1 su 5 è completamente libero (riduzione di intensità e frequenza). L’efficacia è diversa a seconda che si valuti il controllo degli attacchi, oppure le invalidanti conseguenze legate all’evitamento agorafobico. Possibile intervento integrato, farmacologico (su attacchi di panico) e psicoterapico (su evitamento, agorafobia, qualità della vita) SSRI Gli SSRI sono farmaci di prima scelta. Tutte le molecole della categoria hanno una azione antipanico, i dati maggiori sono su paroxetina (non indicata in età evolutiva), la sertralina, la fluvoxamina, la fluoxetina. Scelta condizionata dalla comorbidità (ansia, DOC, depressione) Latenza d’azione è di 3-4 settimane, necessità di lenta titolazione, con incrementi ogni 5-7 giorni. Non esistono dati sull’effetto del trattamento serotonergico nel lunghissimo termine. Studio naturalistico su 18 bambini ed adolescenti trattati con paroxetina. Durata media del follow-up 13 mesi. Paroxetina: dosaggio medio iniziale 8.9 mg; dosaggio medio finale 23 mg (max. 40 mg). Monoterapia. Strumenti: CGI-S e CGI-I per panic disorder. Responders (CGI-I 1 o 2) 83%. Riduzione significativa (p<.0001) di CGI-S. Percentuale di miglioramento crescente nel corso del tempo. Effetti collaterali modesti. (Masi et al., J Child Adolesc Psychopharmacol, 2001) Triciclici Rischio di cardiotossicità in età evolutiva (ECG) Efficacia sostenuta da diversi studi controllati, soprattutto su imipramina e clomipramina, con dosaggi compresi tra 100 e 250 mg/die (le dosi più alte per la AG). La latenza di azione sulle 3-4 settimane. Lenta titolazione iniziale (10-25 mg), e gestione degli effetti collaterale precoci (frequente interruzione). Nel trattamento a lungo termine valutare sintomi espansivi oppure effetti stabili su comportamento (assertività, disforia, irritabilità, iperattività) Benzodiazepine Le BDZ hanno un effetto antiansia (meccanismo GABAergico). Le BDZ ad alta potenza (alprazolam e clonazepam) bloccano anche gli attacchi. Alprazolam: in scheda tecnica l’indicazione per DP, ad un dosaggio di 3-6 mg/die (in 3-4 somministrazioni). Efficacia e rapidità d’azione, ma effetti collaterali (sedazione, rallentamento cognitivo e della memoria), e nel lungo termine il rischio di abuso e dipendenza, soprattutto in alcolisti o in disturbi di personalità. Le BDZ possono gestire l’esordio del trattamento (primo mese) con SSRI (rapida efficacia e gestione dell’ansia da SSRI), o eventuali momenti di scompenso. Farmaci antiepilettici Valproato: studi in aperto su pazienti, inibizione di AP da infusione di lattato. Gabapentin: azione su panico, fobia sociale (craving). Carbamazepina: proposta nelle forme di DP con maggiore componente di depersonalizzazione e derealizzazione, e nelle forme atipiche con impulsività, irritabilità, aggressività, con derealizzazione e fenomeni vegetativi, con alterazioni EEG. Scarsa efficacia. Strategia dell’intervento farmacologico SSRI: prima scelta In caso di grave sintomatologia o marcato peggioramento iniziale dopo SSRI, somministrare pro tempore BDZ ad alta potenza (alprazolam, clonazepam). Nel caso di mancata efficacia ai dosaggi e per i tempi adeguati, biterapia con SSRI ed un TCA ad azione noradrenergica (es. imipramina) o serotonergica (clomipramina). In caso di resistenza o di comparsa di fenomeni di eccitazione, associare (o sostituire) con acido valproico o con gabapentin in forme più leggere. Tattica Prima fase: scelta ed aggiustamento, per 3-4 mesi. Seconda fase: mantenimento 12-18 mesi, dosaggio pieno. Terza fase: lenta riduzione fino alla sospensione, attuata nel corso di circa 4-6 mesi. Durata media di un trattamento è di 18 mesi. Alcuni pazienti (50-70%) hanno ricadute alla minima riduzione del farmaco. Terapia con dosaggi insufficienti o per tempi ridotti è destinata ad un probabile fallimento, in particolare per i quadri associati ad agorafobia. L’ansia sociale in età evolutiva come dimensione transnosografica Gabriele Masi IRCCS Stella Maris, Calambrone (PI) Istituto di Neuropsichiatria dell’Età Evolutiva, Calambrone (Pisa) FOBIA SOCIALE . Marcato e persistente timore di situazioni sociali o prestazionali che possono creare imbarazzo. . L’esposizione a tali situazione determina invariabilmente una risposta ansiosa immediata, che può assumere le caratteristiche di un attacco di panico situazionale. . L’ansia anticipatoria di situazioni sociali comporta l’adozione di strategie di evitamento. . Il quadro clinico complessivo (ansia anticipatoria, strategie di evitamento, crisi di ansia acuta) rappresenta un significativo motivo di interferenza nelle normali attività della vita quotidiana. FOBIA SOCIALE . Il bambino deve avere capacità di relazioni sociali adeguate con persone familiari, e l’ansia deve presentarsi sia con adulti che con coetanei. . L’ansia sociale può manifestarsi solo con pianto, agitazione, reazioni di paralisi, o fuga. . Nei più giovani può mancare la consapevolezza della irragionevolezza della condotta fobica. . La durata delle manifestazioni fobiche è almeno 6 mesi (una fase di più intensa timidezza fa parte delle possibilità dello sviluppo normale). FOBIA SOCIALE Caratteristiche associate: . ipersensitività alla critica, al rifiuto, alla valutazione negativa; . difficoltà nell’esprimere opinioni o prese di posizione (bassa assertività); . bassa autostima e sentimenti di inferiorità; . visione persecutoria del mondo esterno. Il pattern fobico sociale influenza atteggiamenti e scelte vitali (es. sociali, scolastiche, ecc.). FOBIA SOCIALE Possibilità di sottodiagnosi: . Mascheramento da parte di altri disturbi (in particolare disturbo d’ansia generalizzato e depressione) e confusione con normale timidezza. Età media di esordio: 11.3-12.3 (Last et al., 1992) Stime cliniche di prevalenza: 1-2%. Campioni epidemiologici (12-17 anni): Essau et al., 1999: 16% Wittchen et al., 1999: 9.5% nelle femmine, 4.9% nei maschi. Non esistono dati su età scolare. Mutismo selettivo Persistente incapacità di parlare in situazioni sociali specifiche, mentre in altre situazioni (generalmente familiari) è possibile parlare. Il 90% delle forme di mutismo selettivo sono associate a fobia sociale, e probabilmente ne sono una modalità di espressione clinica. L’esordio è in genere prima dei 5 anni di età, anche se non sempre clinicamente evidente. Può durare mesi o anni, oppure cronicizzarsi, nelle forme con più grave fobia sociale. Aspetti evolutivi dell’ansia sociale Capacità di vedere sé stesso come oggetto sociale e provare imbarazzo: 4-5 anni Capacità di assumere la prospettiva dell’altro e di anticipare e provare preoccupazione su una valutazione negativa dell’altro: 8 anni Evidenza primaria che il proprio aspetto ed il proprio comportamento sono oggetto di valutazione altrui: adolescenza. Aspetti evolutivi dell’ansia sociale Evoluzione-sviluppo della normale ansia, sulla base delle richieste della pre-adolescenza (ruolo sociale, richieste scolastiche, modificazioni corporee, rapporto con i coetanei, prestazioni sportive, ecc)? Ruolo dello sviluppo cognitivo Cambiamento del ruolo genitoriale: Genitori troppo richiestivi? Genitori poco presenti? In qualche momento della adolescenza ogni soggetto può (deve?) sperimentare ansia sociale. Distinzione tra ansia sociale normale e patologica? Temperamento inibito (TI): irritabilità nel primo anno di vita, timidezza e timorosità nella seconda infanzia, introversione in età scolare. - Maggiore rischio di DAS, disturbi fobici, fobia sociale e agorafobia rispetto ai soggetti non inibiti. - I figli di soggetti con disturbo d’ansia hanno maggiore frequenza di TI. - I genitori di bambini con TI hanno più frequente fobia sociale ed altri disturbi d’ansia. Il temperamento inibito potrebbe essere un fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi d’ansia. Bambini con TI (con timorosità nelle relazioni, genitori timidi, timore delle novità, disposizione all’ansia, ecc.) sviluppano modalità interattive di ritiro già in Scuola Elementare, con esposizione (ed induzione) ad esperienze sociali non gratificanti, sviluppo di cognizioni negative, sviluppo di un disturbo clinico in adolescenza (FS ma anche altri disturbi d’ansia). Bambini con TI meno grave possono attenuare la loro disposizione nel corso dell’infanzia, in presenza di condizioni ambientali (familiari) favorevoli. Temperamento inibito (TI) fattore di rischio per fobia sociale, più che per ogni altra forma di ansia. Rischio di FS in temperamento inibito Hayward et al., 1998: 2242 studenti di Scuola Superiore, self-report su temperamento nella scuola elementare + intervista diagnostica su stato attuale. Gli adolescenti che avevano riportato TI alle scuole elementari avevano un rischio 5 volte superiore di avere FS alle scuole superiori. Precursore? Recall bias ?? Relazione tra TI e ansia sociale? Schwartz et al., 1999: follow-up di 12 anni in 79 adolescenti riconosciuto come TI a 2 anni (Kagan) 61% dei bambini identificati come TI a 2 anni aveva ansia sociale in adolescenza, che nel 34% aveva un significato clinicamente invalidante. Essere non inibiti a 2 anni aveva un ruolo protettivo nei confronti di ansia sociale: solo il 20% dei TI a 2 anni rivelava di non aver MAI avuto ansia sociale generalizzata, versus 48% dei non inibiti. Il temperamento inibito rappresenta una forma di predisposizione (vulnerabilità) del bambino allo sviluppo di ansia sociale, ma non è dimostrato che sia un precursore specifico di fobia sociale. Nel corso dello sviluppo una parte dei bambini con temperamento inibito diventa non inibita, mentre non si osserva una tendenza inversa. Fattori genetici Pochi studi gemellari su fobia sociale e non conclusivi Kendler et al (1992): più alta concordanza in mono rispetto a di-zigoti, ma elementi genetici giustificano solo il 30% dello sviluppo di FS (50% in FS confermata a distanza di 7 anni) (Kendler et al. 1999). Fattori genetici hanno un ruolo MODERATO in FS. Non è chiaro se tale ruolo sia specifico, o condiviso da altri disturbi d’ansia, o altri disturbi con affettività negativa (ansia e depressione). Fattori ambientali Bambini ansiosi con almeno 1 genitore ansioso hanno un esito peggiore dopo trattamento cognitivocomportamentale rispetto a bambini senza genitori ansiosi (Cobham et al., 1998). L’ansia genitoriale è un fattore di mantenimento dell’ansia del bambino? Esistono aspetti specifici dell’ansia genitoriale che sono più legati all’ansia dei figli, rispetto ai controlli? Un gruppo di adulti con FS ricostruiva genitori più controllanti ed iperprotettivi e con minore espressività delle emozioni rispetto ai controlli (Parker, 1979; Arrindell et al., 1989). Fattori ambientali Pochi studi su ATTUALI relazioni genitori-bambini FS Caster et al. (1999): opinioni di 2708 adolescenti circa gli “stili” dei loro genitori e contesto familiare. I più isolati socialmente percepivano i loro genitori come socialmente più isolati, meno socialmente attivi, più preoccupati delle opinioni degli altri, e più preoccupati della timidezza dei loro figli. Messer e Beidel (1995): bambini con disturbo d’ansia in età scolare percepivano i loro genitori come più “restrittivi” rispetto ai bambini normali ed a quelli con ansia non clinica (“testologica”). Padri più rigidi in soggetti con ansia clinica e non clinica. Fattori ambientali Barrett et al.1996; Dadds et al.1996: Effetto FEAR Family Enhancement of Avoidant-Aggressive Responses Presentazione di scenari ambigui (es. vedere bambini che giocano al tuo gioco preferito) che i bambini interpretano e su cui formulare piani d’azione. Scenario e piano discussi dopo con genitori. Bambini ansiosi percepiscono le situazioni più minacciose e scelgono piani più evitanti, confrontati con controlli (normali ed oppositivi). Nelle discussioni, i genitori degli ansiosi rinforzano la percezione dei bambini e li scoraggiano da soluzioni non evitanti. Dopo la discussione con i genitori, i bambini ansiosi RINFORZANO l’evitamento (gli oppositivi l’aggressività). Fattori ambientali CONCLUSIONI E’ probabile che le caratteristiche genitoriali e l’ambiente familiare attraverso il modellamento delle condotte evitanti e la limitata esposizione a situazioni sociali, abbiano almeno un effetto MODERATO sullo sviluppo della fobia sociale in bambini ed adolescenti. Eventi vitali traumatici Più studiati in soggetti adulti (50%, > in FS specifiche) Il 20% di controlli normali è stato esposto ad esperienze sociali traumatiche senza sviluppare FS. Bambini con FS o temperamento inibito sono maggiormente esposti a esperienze sociali negative (< accettazione nel gruppo dei coetanei) e ad autoisolamento, sin dai primi anni della Scuola Elementare, che possono aggravarsi all’ingresso in adolescenza. Incontro tra esperienze sfavorevoli e vulnerabilità costituzionale SOTTOTIPI DI FOBIA SOCIALE Generalizzata: paure nella maggioranza delle situazioni. Non generalizzata, circoscritta, specifica, limitata a specifici contesti (es. mangiare in pubblico, scrivere, parlare in pubblico). Distinzione reale? Differenza qualitativa o quantitativa (diversi livelli di gravità)? In età evolutiva? SOTTOTIPI DI FOBIA SOCIALE In età evolutiva? Prevalenti forme generalizzate? Beidel e Turner (1988): solo 11% forme specifiche. Wittchen et al.(1999): campione epidemiologico (3021 soggetti, 14-24 anni): 50% delle generalizzate (almeno 3 contesti) versus 19% delle non generalizzate esordiscono prima di 12 anni. Forme generalizzate: maggiore compromissione funzionale, maggiore comorbidità (ansia, depressione, alimentari), comorbidità crescente con l’età, più frequente storia di inibizione comportamentale, familiarità psicopatologica. Sottotipo vero? QUADRO CLINICO 75% riporta pochi o nessun amico 50% non è coinvolto in attività extrascolastiche con coetanei 50% afferma che non gli piace la scuola 10% rifiuta di frequentare la scuola con regolarità Frequenti somatizzazioni (cefalea, dolori addominali) La frequenza dello stress è quasi sempre quotidiana. Percezione di essere “perdenti”, isolati, emarginati, spesso egodistonica (“voglio un amico”). FENOMENOLOGIA DELLA FOBIA SOCIALE IN ADOLESCENZA: sintomi più frequenti (%) Effettuare interrogazioni alla cattedra…………………………..86.9 Leggere ad alta voce in classe ………………………………….86.9 Aggiungersi ad una conversazione in atto ……………………..82.6 Iniziare una conversazione …………………………………….82.6 Scrivere alla lavagna in classe …………………………………73.9 Fare lezioni di ginnastica ………………………………………69.5 Invitare un compagno ad uscire ………………………………..69.5 Andare ad una festa con amici …………………………………65.2 Usare il bagno pubblico (es. a scuola) …………………………60.8 Andare in un negozio senza comprare nulla …………………...56.5 Andare in un negozio da soli …………………………………..52.1 Chiedere informazioni ad uno sconosciuto …………………….39.1 Rispondere al telefono ………………………………………….39.1 Mangiare in pubblico …………………………………………..30.4 QUADRO CLINICO Sintomi più frequenti a scuola, con rifiuto scolastico (nel 30-40% dei casi dovuto a FS?). La FS può non determinare motivo di allarme per, se non tardivamente (interrogazioni orali). I soggetti con fobia sociale possono soffrire in silenzio, almeno nelle prime fasi del disturbo, mascherando la FS con atteggiamenti di superiorità, interessi atipici e solitari. Più tardiva è la diagnosi, maggiore sarà la resistenza ai trattamenti, o il rischio di dipendenza da sostanze. COMORBIDITA’ Frequente comorbidità con altri disturbi d’ansia e dell’umore. Strauss e Last (1993) (DSM-IIIR): 66% di comorbidità con disturbi d’ansia; 17% con disturbi dell’umore. Beidel et al., (1999) (DSM-IV) (età scolare): 60% con disturbo di asse I (36% disturbi d’ansia): DAG 10%, ADHD 10%, fobie 10%, umore 6%. Mutismo selettivo 8%. Albano et al., (1996): 71% comorbidità, 45% 2 o +, DAG 43%, fobie 26%, umore 19%. Fobia sociale precede i disturbi in comorbidità. COMORBIDITA’ DELLA FOBIA SOCIALE AD ESORDIO PRECOCE Disturbo d’ansia generalizzato .……89/117 (76.1%) Disturbo d’ansia di separazione ….. 38/117 (32.5%) Disturbo di panico …………………18/117 (15.4%) Disturbo ossessivo-compulsivo ……44/117 (37.6%) Depressione.……………………… 54/117 (46.1%) Disturbo bipolare ………………… 28/117 (23.9%) ADHD …………………………… 17/117 (14.5%) DOP-DC………………………….. 18/117 (15.4%) Total (157) M (97) SAD 31.8% 29.9% Panic disorder 16.6% 17.5% Social phobia 28% 29.9% Simple Phobias 42% 46.4% OCD 19.7% 23.7% Depression 56% 56.7% Bipolar disorder 11.% 10.3% Externalizing Dis. 18.5% 18.7% F (60) Ch (50) 35% 15% 25% 35% 13.3% 55% 13.3% 25.8% 52% 20% 18% 42% 12% 66% 12% 6.7% Ad (107) 22.4% 14.9% 32.7% 42% 23.4% 51.4% 11.2% 18% Comorbidity in 157 patients with GAD, according to age and gender (Masi et al., J Am Acad Child Adolesc Psychiatry, 2004) GAD Simple Phobias SAD Social phobia OCD Panic disorder Externalizing Dis. Total (100) M (57) 59% 28% 18% 13% 14% 10% 35% 61.4% 35.1% 12.3% 12.3% 14% 10.5% 47.4% F (43) 55.8% 21% 25.6% 14% 14% 9.3% 18.6% Ch (36) 52.8% 27.7% 36.1% 5.5% 8.3% 2.7% 36.1% Ad (64) 62.5% 28.1% 7.8% 17.1% 17.2% 14% 34.4% Comorbidity in 100 consecutive dysthimic patients (7-17 anni), according to age and gender (Masi et al., Can J Psychiatry, 2003) Lifetime comorbidity in childhood and adolescence onset BD Childhood onset BD Adolescence onset BD N=20 N=23 p OCD 6 (30.0) Social phobia 6 (30.0) Panic Disorder 4 (20.0) Separation Anxiety 3 (15.0) GAD 4 (20.0) ADHD-CD 10 (50.0) Pharm hypomania, 7 (35.0) 7 (30.5) 7 (30.5) 7 (30.4) 4 (17.4) 4 (17.4) 2 (8.7) 5 (21.74) ns ns ns ns ns .003 ns Index Episode, Depressive 11 (55.0) 7 (30.4) (Hypo)mania 3 (15.0) 11 (47.8) Mixed 6 (30.0) 5 (21.7) ns (.07) (Masi et al., Can J Psychiatry, 2001) Rates of comorbidity in OCD patients (n=94) Masi et al., J Am Acad Child Adolesc Psychiatry, 2005 46,80% 36,20% 29,80% 27,70% 26,60% 24,50% 25,50% 19,10% 17% 13,80% 11,70% D GA D SA . is. . h D s h i P D lP ion olar a c s c i i i f s c i n re Bip ec So p Pa p S De GAD=Generalized Anx. Dis., SAD=Separation Anx. Dis., ODD=Oppositional Defiant Dis., CD=Conduct Dis. HD ODD D A CD TIC Anxiety disorders Mood disorders Disruptive Behav. Dis. Tic COMORBIDITA’ La fobia sociale è frequentemente associata ad altri disturbi che ne possono mascherare la presenza. Il DAG e un disturbo depressivo non grave ma cronico rappresentano la associazione più frequente. Esiste una vulnerabilità bipolare, espressa anche dalla frequenza di manifestazioni ipomaniacali in corso di trattamento, oltre che dalla familiarità. Il rischio di switch è maggiore nelle forme ad esordio precoce, nella comorbidità con DOC, e, in minor misura, con ADHD. Le forme bipolari sono a maggior rischio di uso di sostanze. TRATTAMENTO Intervento precoce su dinamiche familiari (psicoeducativo, psicoterapeutico). Psicoeducazione (informazione correttiva su ansia e stimoli fobogeni); tecniche di gestione somatica dell’arousal e delle risposte fisiologiche; ristrutturazione cognitiva (identificando pensieri maladattivi, favorendo un pensiero realistico). Trattamento psicoterapico psicodinamico o cognitivo-comportamentale (Kendall et al., 1997). Social Effectiveness Therapy for Children (Beidel e Turner, 1998) (24 sedute, 12 settimane): risposta 67%. Cognitive Behavioral Group Treatment (Albano et al., 1995) (16 sessioni di gruppo): risposta 70%. TRATTAMENTO FARMACOLOGICO Mutismo selettivo Black and Uhde, 1994: Fluoxetina, studio in doppio cieco, 15 soggetti, durata 12 settimane, > efficacia di fluoxetina rispetto a placebo. Dummit et al., 1996: Fluoxetina, studio in aperto, 21 soggetti (con altri disturbi d’ansia), riposta significativa nel 76% dei soggetti. RUPP study on Anxiety Disorders (NEJM, 2001) Studio multicentrico controllato, doppio cieco contro placebo, 8 settimane con fluvoxamina (dose max 300 mg). 120 bambini ed adolescenti (6-17 aa) con fobia sociale, con disturbo d’ansia generalizzata, disturbo d’ansia di separazione Gruppo Fluvoxamina: 76% responders, Gruppo Placebo: 29% responders (p<.001). La diagnosi di FS era associata a < risposta (<.05) TRATTAMENTO FARMACOLOGICO Fobia sociale March et al., Biol Psychiatry, 2007: Studio controllato venlafaxina contro placebo. 293 outpatients (8-17 anni) Venlafaxina superiore al placebo (Social Anxiety Scale) p<.001. Responders 56% vs. 37%. Suicidalità: 3 con venlafaxina, 0 con placebo Disturbo d’ansia generalizzato (I) - Ansia eccessiva, non fissata su un oggetto, estesa al futuro, al passato, alle proprie capacità - Continua autovalutazione, necessità di rassicurazioni, sentimento soggettivo di tensione continua - Frequente iperattività motoria, faticabilità, difficoltà di concentrazione, irritabilità, tensione muscolare, disturbo del sonno - Lamentele somatiche Disturbo d’ansia generalizzato (II) Sintomi associati: tremori, contratture, scosse, dolenzia o dolorabilità muscolare. Frequenti sintomi somatici: sudorazione, bocca secca, nausea, diarrea, pollachiuria, nodo alla gola. Esagerate reazioni di allarme e iperarousal vegetativo (tachicardia, dispnea, vertigini). Il ricorso a sintomi somatici o mentalizzati differisce nei diversi contesti sociali e culturali. Disturbo d’ansia generalizzato (III) Nella metà dei casi il disturbo esordisce nell’infanzia o in adolescenza (?). Nei bambini particolare prevalenza di ansia prestazionale in generale, ma soprattutto preoccupazioni scolastiche. Timori per puntualità, per eventi catastrofici (terremoti, guerre). Spesso i bambini sono conformisti, perfezionisti, insicuri. Richiedono continuamente rassicurazioni o ricercano l’approvazione degli adulti. GAD Symptoms Total n=157 Feelings of tension 157 (100%) Apprehen expect 147 (94%) Brooding 105 (67%) Need reassur 135 (86%) Physical compl 117 (74%) Irritability 121 (77%) Sleep disturb 80 (51%) Fatigue 102 (65%) Difficulty concentr 108(69%) Hyperactivity 84 (53%) Low self-image 141 (90%) Males n=97 97 (100%) 87 (90%) 64 (66%) 86 (89%) 70 (72%) 71 (73%) 48 (49%) 60 (62%) 72 (74%) 55(57%) 88 (91%) Females n=60 60 (100%) 60 (100%) 41 (68%) 49 (82%) 47 (78%) 50 (83%) 32 (53%) 42 (70%) 36 (60%) 29 (48%) 53 (88%) Symptomatology in children and adolescents with GAD (Masi et al., J Am Acad Child Adolesc Psychiatry, 2004) Disturbo d’ansia generalizzato (IV) - Frequente associazione con ADHD (20%), con fobia specifica (40%), con disturbo da ansia di separazione (50% nei bambini) e con fobia sociale (1/3 di adolescenti; associazione con depressione (50%). - Autonomia nosografica? - Porta di ingresso verso altri disturbi? - Categoria diagnostica residua? - Confini con disturbi dell’umore, con disturbi della personalità, con disturbi somatoformi, con tipologie temperamentali. Sample (N=157) Depression 88 (56%) Males (N=97) Females (N=60) 55 (56.7%) 33 (55%) Children Adolescents (N=50) (N=107) p 33 (66%) 55 (51.4%) ns Bip. Disord. 18 (11.%) 10 (10.3%) 8 (13.3%) 6 (12%) 12 (11.2%) ns SAD 50 (31.8%) 29 (29.9%) 21 (35%) 26 (52%) 24 (22.4%) .002* Panic dis. 26 (16.6%) 17 (17.5%) 9 (15%) 10 (20%) 16 (14.9%) ns 35 (32.7%) ns Soc. phob. 44 (28%) 29 (29.9%) 15 (25%) 9 (18%) Simp.Phob. 66 (42%) 45 (46.4%) 21 (35%) 21 (42%) 45 (42%) OCD 31 (19.7%) 23 (23.7%) Extern.Dis. 33 (21%) 27 (27.8%) 8 (13.3%) 6 (10%) ns 6 (12%) 25 (23.4%) ns 13 (26%) 20 (18.7%) .006** Comorbidity in children and adolescents with GAD (Masi et al., J Am Acad Child Adolesc Psychiatry, 2004) Studio controllato: Rynn et al. (2001). 22 soggetti (5- 17 anni) con punteggio > 16 a HAM-A. Randomizzazione a sertralina (50 mg) o placebo per 9 settimana. Hamilton Anxiety scale and CGI (Severity and Improvement): differenza significativa in favore di sertralina, a partire dalla 4° settimana. Rynn et al. Am J Psychiatry, 2007. 5- 17 anni. 157 soggetti venlafaxina, 163 soggetti placebo. Risposta favorevole alla misura primaria (item KSADS, e baseline-endpoint) in uno studio, non in un secondo, che ha migliorato solo le misure secondarie (PARS, SCARED). Responders (CGI<3) con venlafaxina 69% versus 48% con placebo. Clinica e Terapia Farmacologica nel Disturbo Bipolare in Età Evolutiva GABRIELE MASI IRCCS Stella Maris, Istituto di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Calambrone (Pisa) Disturbi dell’umore Monopolari: - Disturbo depressivo maggiore: (episodio depressivo maggiore) - Distimia (umore depresso per 1 (2 in adulti) anni) Bipolari - Disturbo bipolare I, II, NOS, ciclotimico (Episodio maniacale, episodio ipomaniacale, episodio misto) Disturbi dovuti a . Condizioni mediche generali . Sostanze . NAS Diagnosi di disturbo bipolare (DB) • Dati USA: estremo aumento della diagnosi di disturbo bipolare in età evolutiva (incluso DB prepuberale) • Illinois DCFS: aumento del 260% nella diagnosi dal 1994 al 2001 (Naylor et al. 2002); • Oltre il 50% dei soggetti < 12 anni ospedalizzati in USA per disturbi psichiatrici nel 2003 hanno ricevuto diagnosi di DB (Blader & Carlson, 2007); • Ricerca di mercato: 93.000 bambini ed adolescenti trattati con farmaci per DB nel 2001 (Hellander, 2002) DEFINIZIONE Disturbo bipolare I: alternanza depressivi e maniacali o misti di episodi Disturbo bipolare II: episodi depressivi ed ipomaniacali Disturbo ciclotimico: alternanza di episodi ipomaniacali e depressivi sottosoglia (depressione minore) EPISODIO DEPRESSIVO MAGGIORE umore depresso o irritabile ridotto interesse o piacere in attività prima interessanti riduzione (aumento) dell'appetito e/o del peso corporeo disturbo del sonno (riduzione, aumento, inversione) agitazione o rallentamento psicomotorio faticabilità, perdita di energia sentimenti di autosvalutazione, indegnità o colpa difficoltà di concentrazione, pensiero, decisione pensieri di morte, ideazione suicidaria Significativa compromissione funzionale EPISODIO MANIACALE Umore persistentemente elevato o irritabile per almeno 1 settimana, con 3 (4 se umore irritabile): autostima ipertrofica o grandiosità ridotto bisogno di sonno logorrea fuga delle idee distraibilità aumento della attività finalizzata coinvolgimento in attività piacevoli ma pericolose Marcata compromissione funzionale EPISODIO IPOMANIACALE Umore persistentemente elevato o irritabile per almeno 4 giorni, con 3 (4 se umore irritabile): autostima ipertrofica o grandiosità ridotto bisogno di sonno logorrea fuga delle idee distraibilità aumento della attività finalizzata coinvolgimento in attività piacevoli ma pericolose Intensità inferiore, assenza di menomazione marcata, ma cambiamento netto e caratteristico EPISODIO MISTO Criteri dell’episodio maniacale e dell’episodio depressivo per almeno 1 settimana, con marcata compromissione funzionale Instabilità di: Umore (depresso-ansioso vs irritabileeuforico); Flusso del pensiero (lento-veloce); Contenuto del pensiero (depresso-grandioso); Percezioni (attenuata vs espansa); Motricità (rallentamento vs accelerazione). Bassa soglia al discontrollo comportamentale (aggressività, suicidio). Diagnosi differenziale: disturbo borderline, depressione agitata, schizofrenia, mania disforica. Caratteristiche del Disturbo Bipolare Il disturbo bipolare implica una alterata regolazione (in eccitazione o inibizione) di: - UMORE - PENSIERO - ATTIVITA’ Tali aspetti possono andare nella stessa direzione, o meno (stati misti) (Kraepelin, 1913) KRAEPELIN´S SCHEME Psychiatry, 8th Edition, 1913 1. Pure mania 2. Depressive mania 3. Agitated depression 4. Mania with poverty of thoughts 5. Pure depression 6. Manic stupor 7. Depression with flight of ideas 8. Inhibited mania 1 Attack Types at Different Ages Manic Attack Melancholic Attack Percentage 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Years Mixed Attack 15 20 25 30 35 40 45 Kraepelin. Manic Depressive Insanity and Paranoia. Edinburgh: E&S Livingstone; 1921:169. 50 55 60 65 Attack Types at Different Ages 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Years Mixed Attack Melancholic Attack Percentage Mixed Manic Attack 15 20 25 30 35 40 45 Kraepelin. Manic Depressive Insanity and Paranoia. Edinburgh: E&S Livingstone; 1921:169. 50 55 60 65 Models of “Mixed” Distinct State Ultradian Cycling Relationship among different classifications Only if elated or grandiose “Intermediate” “Broad” Severe Mood Dysreg. (SMD) Bipolar NOS (DSM-IV) • Manic symptoms that don’t fit into any of the previous diagnostic categories • Some ways to earn a residual diagnosis – Manic or hypomanic sx of insufficient duration (including very rapid cycling) – Repeated hypomania without a depressive episode – Manic symptoms, but insufficient number cooccurring BD-NOS (DSM-IV, 1994; Leibenluft et al., 2003; Carlson et al. 2004): - alternanza molto rapida tra sintomi depressivi e maniacali che non soddisfa i criteri di durata degli episodi, oppure . umore patologico (tristezza, rabbia, umore espanso) ed arousal associati ad un minimo di 3 sintomi di mania (uno in meno del criterio B del DSM-IV). Severe Mood Dysregulation Liebenluft et al. • Chronic irritable /Anger mood • Markedly excessive reactivity (rages) > 3x/week • Hyperarousal (2 of 6): Insomnia, Agitation, Distractibility, Racing thoughts/flight of ideas, Pressured speech, Intrusiveness • Impairment in at least 2 domains Confusione diagnostica nel disturbo bipolare ADHD CD Disturbi di Personalità Depressione Unipolare Diagnosi Iniziale Abuso di sostanze Schizofrenia Disturbo Schizoaffettivo National Institute of Health (2001): fenotipo “ristretto” e fenotipo “allargato” di mania ad esordio precoce. Fenotipo “ristretto”: criteri simili all’adulto, andamento episodico, prevalenza di sintomi affettivi (euforia, depressione, grandiosità) Fenotipo “allargato”: criteri adattati al bambino, andamento subcontinuo, prevalenza di sintomi comportamentali (aggressività, impulsività, condotte a rischio). Signs and Symptoms • Mood lability • Irritability • Hyperactivity • Impulsivity • Aggressiveness • Distractibility • Grandiosity DISTURBO BIPOLARE PREPUBERALE . Andamento subcontinuo o episodico . Irritabilità - disforia, oppure euforia e megalomania. . Ostilità, aggressività verbale o fisica . Impulsività ed iperattività “finalizzata”, tempeste affettive . Grandiosità (intolleranza a regole o autorità) . Piccoli atti dissociali, vittimizzazione, condotte a rischio . Logorrea concitata, ideorrea, accelerazione, rara insonnia . Disturbo attentivo . Ipersessualità . Momenti (fasi) di ruminazione depressiva o esistenziale, autosvalutazione, senso di solitudine, ansie abbandoniche DISTURBO BIPOLARE ADOLESCENZIALE . Andamento più frequentemente episodico . Maggiore evidenza di sintomi affettivi . Condotte a rischio . Dipendenza da sostanze d’abuso (stimolanti, alcol) . Elevato rischio suicidario . Frequenti sintomi psicotici . Vita caotica e tempestosa, fortemente instabile (BD II) SPECIFICITA’ DELLA BIPOLARITA’ PRECOCE UMORE EUFORICO L’umore allegro-eccitato può essere legato ad eventi esterni (gita, feste, regali), oppure può essere inappropriato al contesto ed invalidante (es. fa il clown in classe), e persistente dopo frustrazione (es. dopo una sospensione o una punizione, al di là della provocatorietà). E’ necessario ottenere diversi esempi di tali stati affettivi (es. Era il solo bambino eccitato in quel momento?), comprendenti il contesto attivante. SPECIFICITA’ DELLA BIPOLARITA’ PRECOCE UMORE IRRITABILE L’irritabilità è un sintomo aspecifico ( depressione, distimia, DOP/DC, ansia, ADHD, DOC, psicosi, DPS, ecc.) o normalità (fame, stanchezza, stress). Irritabilità iatrogena (SSRI, rebound serale di MPH) Irritabilità maniacale: estremamente intensa, a volte episodica, spesso associata ad umore espanso. Crisi di rabbia (“affective storms”) per motivi futili. Associazione con auto-etero aggressività. SPECIFICITA’ DELLA BIPOLARITA’ PRECOCE GRANDIOSITA’ Normale grandiosità nel gioco (es. far finta a casa di essere un insegnante, oppure farlo durante una lezione, chiedendo al preside di licenziare il vero insegnante; pretendere a scuola di essere “il re”). Valutare la capacità di distinguere la realtà dalla fantasia (chiedere su quali base sa di avere capacità superiori). La grandiosità è al di là di fantasia. Valutazione in rapporto a livello di sviluppo, contesto, persistenza della convinzione grandiosa, ed effetto della convinzione sul comportamento. SPECIFICITA’ DELLA BIPOLARITA’ PRECOCE RIDOTTA NECESSITA’ DI SONNO Distinguere altre forme di insonnia (riduzione di almeno 2 ore per notte) (ansia, depressione, ADHD, stimoli ambientali, iatrogena, abitudini sbagliate). Gli insonni stanno a letto, i maniaci sono pieni di energia, si alzano e vanno a giro in casa, cercando cose da fare, guardando la tv (es. programmi sex) o si svegliano presto per fare attività (sonno come tempo sprecato). Nella insonnia maniacale non c’è evidenza di fatica nel giorno successivo. SPECIFICITA’ DELLA BIPOLARITA’ PRECOCE LOGORREA CONCITATA Bambini eccitati, nervosi, arrabbiati parlano rapidamente, ma transitoriamente. Bambini ADHD possono parlare molto, ma non esiste un cambiamento rispetto alla baseline. La logorrea maniacale è più spesso diversa dalla baseline, rumorosa, intrusiva e difficile da interrompere. SPECIFICITA’ DELLA BIPOLARITA’ PRECOCE FUGA DELLE IDEE Il passare da un argomento all’altro vissuto come se i pensieri andassero troppo rapidi (5 televisori accesi in contemporanea, centrale nucleare nella testa, non riesco a fermare i pensieri, non cosa pensare prima, ho bisogno di un semaforo). Valutare se gli argomenti cambiano rapidamente, in maniera confusa per chi ascolta. Valutare se i genitori riescono a seguire il flusso delle idee. Diagnosi differenziale con bambini con disturbo linguistico e più piccoli. SPECIFICITA’ DELLA BIPOLARITA’ PRECOCE DISTRAIBILITA’ La distraibilità maniacale deve presentare un cambiamento dalla baseline (es. sul rendimento scolastico), in rapporto con un cambiamento dell’umore, e non giustificato da un disturbo in associazione (es. ADHD). Valutare la presenza di una fase eutimica. Valutare la presenza di ADHD in questa fase. Valutare se in questa fase l’attenzione era migliore. Diagnosi rispetto alla distraibilità ansiosa o depressiva o per disturbo di apprendimento. SPECIFICITA’ DELLA BIPOLARITA’ PRECOCE AUMENTO DI ATTIVITA’-AGITAZIONE Aumento di attività finalizzata (disegnare molto, fare costruzioni, scrivere racconti), è tipica di mania, la agitazione è aspecifica. La agitazione deve essere diversa rispetto alla baseline, a differenza di ADHD. L’intensità è maggiore di quella di ADHD. La urgenza di effettuare l’azione è maggiore, con eccessiva pressione se ostacolato. Ipomania più produttiva, mania più disorganizzata. Agitazione in depressione, ansia, PTSD SPECIFICITA’ DELLA BIPOLARITA’ PRECOCE IPERSESSUALITA’ Escludere abuso o esposizione incongrua. Nell’abuso la ipersessualità è più spesso tormentata e compulsiva. Nella mania componente provocante, erotica e piacevole (“il sesso è bello!”). Aspetti seduttivi, adultomorfi (es. bacio a bocca aperta alla madre, toccamenti, danza erotica di fronte allo specchio). Coprolalia sessualizzata. Esibizionismo. Immagini o programmi sex. Disegni o scritte sessualizzate esibiti. In adolescenza sessualità a rischio, non protetta. SPECIFICITA’ DELLA BIPOLARITA’ PRECOCE SINTOMI PSICOTICI Allucinazioni, deliri, diversi da distorsioni percettive benigne, e da schizofrenia. Congruenti o meno con l’umore. SUICIDALITA’ Elevato rischio di suicidio in adolescenza. Maggiore in stato misto o in depressione bipolare o in sintomi psicotici. Caratteristiche del Disturbo Bipolare Esistono due tipi di disturbo bipolare II: 1) Solare (“sunny”), con iperattività intercritica (lavoro, studio, vita sociale, sessualità, ideazione, viaggi, spese, ecc.), e minore instabilità dell’umore 2) Oscura (“dark”), con maggiore instabilità intercritica, maggiore compromissione funzionale, e temperamento ciclotimico Caratteristiche del Disturbo Bipolare La forma “dark”, con temperamento ciclotimico, è caratterizzata dal massimo grado di instabilità dell’umore, del pensiero e del comportamento, e si associa a: >>comorbidità di asse I (disturbi esternalizzanti), massimo rischio suicidario, elevato uso di sostanze comportamenti a rischio. E’ la forma con il massimo grado di caratteristiche BORDERLINE Caratteristiche “Borderline” nel Disturbo Bipolare - Reattività ed instabilità di umore - Sensitività interpersonale - Impulsività - Rabbia- Ostilità - Ansia - Uso di sostanze - Comportamento suicidario - Comorbidità multipla (ansia, disturbi esternalizzanti) Depressione mista Depressione+(Ipo)mania non euforica: - irritabilità, - iperattività mentale (accelerazione del pensiero, fuga delle idee, affollamento-sovrapposizione dei contenuti, passaggio da un pensiero all’altro), - iperattività comportamentale (agitazione psicomotoria, logorrea). Caratteristiche Del Disturbo Bipolare Depressione mista, Irritabilità, agitazione psicomotoria, accelerazione del pensiero/fuga delle idee nel corso dell’episodio depressivo, sono predittori di elevato rischio suicidario. Alcohol and Substance Abuse 60 Alcohol abuse Subst. abuse 50 40 % 30 20 10 0 BP-II BP-I Hypom MDD others Angst 2004 SUICIDE RISK IN BIPOLAR DISORDER • 25% of the patients attempt suicide (depressive/mixed states) • Up to 10-15% of patients will die from suicide – Estimated at 30× the general population – History of hospitalization ↑ risk • More suicide attempts and completions in bipolar II Goodwin & Jamison. Manic-Depressive Illness. New York, NY: Oxford University Press; 1990. Rihmer et al. J Affect Disord. 1990;18:221-5. Rihmer & Pestality. Psychiatr Clin North Am. 1999;22:667-73. Bostwick & Pankratz. Am J Psychiatry. 2000;157:1925-32. CLINICAL IMPLICATIONS OF DSM IV SUBTYPING OF BIPOLAR DISORDERS IN CHILDREN AND ADOLESCENTS G.Masi, G.Perugi, S.Millepiedi, M.Mucci, C.Pari, C.Pfanner, S.Berloffa, C.Toni J Am Acad Child Adolesc Psychiatry, 2007, 46, 1299-1306 Clinical features in children and adolescents with bipolar disorder type I, type II and NOS BD I BD II BD-NOS N=78 N=97 N=42 p Age, mean (sd) Age onset BD Pre-pubertal onset Males, n (%) SES Inpatients, n (%) CGI-S (baseline) C-GAS (baseline) CGI-I (6 months) Responders, n (%) 14.2 (2.6) 10.3 (3.2) 52 (66.7) 51 (65.4) 3.1 (.6) 43 (55.1) 5.6 (.8) 38.0 (6.3) 2.5 (.7) 46 (59.0) 14.1 (2.7) 10.8 (2.8) 69 (71.1) 59 (60.8) 3.1 (.7) 34 (35.0) 4.9 (.8) 43.4 (7.8) 2.3 (.7) 68 (70.1) 11.4 (2.6) 7.8 (2.5) 39 (92.9) 25 (59.6) 3.0 (.8) 28 (66.6) 5.4 (.6) 39.1 (4.1) 2.3 (.5) 29 (69.0) <.0001a <.0001a .006 ns ns <.0001 <.0001b <.0001b ns ns Masi et al. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry, 2007 Comorbidity in youths with BD I, BD II, BD NOS BD I N=78 Separ. Anxiety 14 (17.9) Panic Disorder 12 (15.4) Social Phobia 20 (25.6) Simple Phobias 5 (6.4) Gen. Anxiety Disord. 21 (26.9) OCD 28 (35.9) ADHD 28 (35.9) Oppos.Def. Disord. 16 (20.5) Conduct Disorder 18 (23.1) Psychotic Symptoms 41 (52.6) BD II N=97 28 (28.9) 36 (37.1) 24 (24.7) 9 (9.3) 43 (44.3) 47 (48.5) 30 (30.9) 14 (14.4) 10 (10.3) 1 (1.0) BD-NOS N=42 p 11 (26.2) ns 2 (4.8) .0001 6 (14.3) ns 1 (2.4) ns 7 (16.7) .002 11 (26.2) ns 29 (69.0) <.0001 22 (52.4) <.0001 10 (23.8) ns 1 (2.3) <.0001 Number of comorbid disorders, mean (sd) Externalizing 0.79 (.8) 0.56 (.7) 1.45 (.7) <.0001 Anxiety 1.23 (1.1) 1.82 (1.2) 0.88 (.9) .0001 Masi et al. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry, 2007 Clinical features in children and adolescents with bipolar disorder type I, type II and NOS BD I BD II BD-NOS N=78 N=97 N=42 p Course, n (%) Episodic Chronic 47 (60.3) 60 (61.9) 6 (14.3) 31 (39.7) 37 (38.1) 36 (85.7) <.0001 Prevalent mood, n (%) Elated 53 (67.9) 53 (54.6) 14 (33.3) Irritable 25 (32.1) 44 (45.4) 28 (66.7) <.0001 Index Episode, n (%) (Hypo)Mania/Mixed 64 (82.1) 44 (45.4) 36 (85.7) Depression 14 (17.9) 53 (54.6) 6 (14.3) <.0001 Masi et al. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry, 2007 In sintesi: Disturbo Bipolare I: maggiore percentuale di sintomi psicotici (diagnosi differenziale con disturbi psicotici/schizofrenia) Disturbo Bipolare II: minore gravità, maggiore comorbidità ansiosa, maggiore frequenza di un episodio indice depressivo (diagnosi diff. con depressione unipolare o disturbo borderline) Disturbo Bipolare NAS: esordio più precoce, umore irritabile, decorso cronico, maggiore comorbidità con disturbi dirompenti del comportamento (diagnosi differenziale con disturbi del comportamento) Disturbo Bipolare II in età evolutiva La prevalenza di sintomi depressivi, la comorbidità con disturbi d’ansia e la difficoltà di riconoscimento della ipomania possono determinare una diagnosi errata di depressione unipolare e sostenere l’utilizzo di antidepressivi in monoterapia, con possibile peggioramento dell’umore e del comportamento (> rischio suicidario?) Ipomania in bambini e adolescenti Una definizione della ipomania in età evolutiva richiede ulteriori studi. L’ipomania precoce può essere espressa da: . sintomatologia non euforica (iperattività, agitazione, umore disforico-irritabile), . alternata con sintomi o fasi depressive, . e frequente associazione con temperamento ciclotimico. Triggers for Assessment • Early onset depression – Especially atypical, psychotic, acute onset, recurrent • Episodic irritability and aggression – Especially embedded in changes in mood & energy • Family history of bipolar • Episodic presentation of symptoms (inc. attention problems and high energy) • Destabilization on medications cf. “Index of Bipolarity” in adults; Sachs et al. FREQUENZA DEL DISTURBO BIPOLARE 10 ANNI DOPO DEPRESSIONE PREPUBERALE Depressione prepuberale (n = 72) 48.6% Bipolare I o II 33.3% Bipolare I 15.3% Bipolare II Controlli normali (n = 28) 7.1% 0 7.1% P Value .0001 .001 .34 • Mania in un genitore o in un nonno è un fattore predittivo di evoluzione bipolare (P=0.02) Geller et al. Am J Psychiatry. 2001;158:125-7. Comparing Rates of Comorbidity in Bipolar Cases 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 CMHC Case MGH WASH-U COBY ADHD ODD CD Anxiety ADHD-Bipolar comorbidity: clinical implications G.Masi, G.Perugi, C.Toni, S.Millepiedi, M.Mucci, C.Pfanner Bipolar Disorders, 2006, 8, 373-381 RESULTS 37/98 BD patients (37.8%) had a current diagnosis of comorbid ADHD The mean age at onset of ADHD was 3.7 ± 1.1 years. The mean age of onset of BD was 10.0 ± 3.2 years. BD with or without comorbid ADHD BD N=61 Males, n (%) Inpatients (n, %) Age, mean (sd) Age BD onset Age ADHD onset CGI-S, mean (sd) CGAS, mean (sd) CGI-I (6-month) 30 (49.2) 37 (60.7) 14.7 (2.6) 11.1 (2.9) ---------5.5 (.9) 41.6 (6.1) 2.4 (.6) BD + ADHD N=37 p 27 (73.0) 23 (62.2) 12.0 (2.9) 8.1 (2.8) 3.7 (1.1) 5.2 (.7) 38.6 (6.6) 2.1 (.7) .035* .948 .000* .000* -----.086 .024* .027* Masi et al., Bipolar Disord, 2006 BD with or without comorbid ADHD BD N=70 Comorbidity, n (%) Gen. Anxiety Dis. 23 (37.7) Sep. Anxiety Dis. 14 (22.9) Panic Disorder 14 (22.9) Social Phobia 19 (31.1) Simple Phobias 6 (9.8) Obsess. Comp. Dis. 33 (54.1) Tic - TS 6 (9.8) ODD-CD 23 (37.7) Comorbid dis. 2.5 (1.6) BD + ADHD N=24 p 14 (37.8) 8 (21.6) 3 (12.5) 6 (16.2) 3 (8.1) 15 (16.1) 7 (18.9) 23 (62.2) 2.9 (1.4) .840 .923 .606 .160 .941 .557 .328 .032* .235 Masi et al., Bipolar Disord, 2006 Phenomenology of bipolar disorder BD N=61 BD + ADHD N=37 Prevalent mood Irritable, n (%) 22 (36.1) Euphoric/elated, n (%) 39 (63.9) 23 (62.2) 14 (37.8) Course Chronic, n (%) Episodic , n (%) 25 (67.6) 12 (32.4) 20 (32.8) 41 (67.2) p .021* .002* Masi et al., Bipolar Disord, 2006 COMORBIDITY OF CONDUCT DISORDER AND BIPOLAR DISORDER IN REFERRED CHILDREN AND ADOLESCENTS Masi G. Milone AR, Manfredi A, Pari C, Millepiedi S J Child Adolesc Psychopharmacol 2007: 46: 1299-13 BD and/or CD lifetime comorbidity, n (%) CD N=106 BD N=109 GAD 42 (39.6) 45 (41.3) Sep. Anx. Dis. 24 (22.6) 30 (27.5) Panic Disord. 6 (5.7) 21 (19.3) Social phobia 28 (26.4) 32 (29.4) Simple phobias 23 (21.7) 13 (11.9) Depression 35 (33.0) 31 (28.4) Obs.Comp. Dis. 16 (15.1) 54 (49.5) ADHD 61 (57.5) 27 (24.8) Subst. abuse 34 (32.1) 18 (16.6) CD+BD N=92 p 27 (29.3) 16 (17.4) 5 (5.4) 18 (19.6) 16 (17.4) 34 (37.0) 27 (29.3) 61 (66.3) 43 (46.7) .176 .233 .000* .271 .160 .655 .000* .000* .000* Masi et al., J Child Adolesc Psychopharmacol, 2008 DEVELOPMENTAL DIFFERENCES ACCORDING TO AGE AT ONSET IN JUVENILE BIPOLAR DISORDER G.Masi, G.Perugi, S.Millepiedi, M.Mucci, C.Toni, N.Bertini, C.Pfanner, S.Berloffa, C.Pari J Child Adolesc Psychopharmacol, 2006,16,679-685 Childhood and adolescent onset BD Age, mean (sd) Child.-onset N=80 12.3 (2.9) Adol.-onset N=56 15.2 (1.8) p <.0001* Age at onset BD 7.7 (2.1) 13.0 (1.4) <.0001* Gender, Males, n (%) 54 (67.5) 27 (48.2) .02* CGI-S (baseline) 5.2 (0.8) 5.1 (1.0) ns C-GAS (baseline) 41.4 (6.6) 42.8 (8.9) ns CGI-I (6 months) 2.4 (0.7) 2.3 (0.7) ns Masi et al. J Child Adolesc Psychopharmacol, 2006 Childhood and adolescent onset BD Child.-onset N=80 Adol.-onset N=56 34 (42.5) 46 (57.5) 43 (76.8) 13 (23.2) Prevalent mood, n (%) Elated mood 43 (53.8) Irritable mood 37 (46.2) 32 (57.1) 24 (42.9) ns Mood and course, n (%) Episodic Elated 22 (27.5) Episodic Irritable 11 (13.7) Chronic Elated 21 (26.2) Chronic Irritable 26 (32.5) 27 (48.2) 16 (28.6) 6 (10.7) 7 (12.5) .0007* Course, n (%) Episodic course Chronic course p <.0001* Masi et al. J Child Adolesc Psychopharmacol, 2006 Childhood and adolescent onset BD Child.-onset N=80 Lifetime comorbidity, n (%) Social Phobia 19 (24.3) Panic Disorder 19 (23.7) SAD 15 (55.5) OCD 38 (47.5) GAD 25 (31.3) ADHD 31 (38.7) Conduct Disorder 15 (18.7) ODD 28 (35.9) Total number 3.17 (1.4) Extern.Disorders 1.92 (.80) Anxiety Disorders 1.27 (1.1) Adol.-onset N=56 15 (26.8) 13 (23.2) 12 (44.4) 22 (39.3) 20 (35.7) 5 (8.9) 6 (10.7) 6 (10.7) 2.55 (1.4) 1.30 (.46) 1.25 (.99) p ns ns ns ns ns .0001* ns .001* .05* .0001* ns Masi et al. J Child Adolesc Psychopharmacol, 2006 THE CLINICAL PHENOTYPES OF JUVENILE BIPOLAR DISORDER: TOWARD A VALIDATION OF THE EPISODIC-CHRONIC DISTINCTION G.Masi, G.Perugi, C.Toni, S.Millepiedi, M.Mucci, N.Bertini, HS Akiskal Biological Psychiatry, 59, 603-610, 2006 Clinical Subtyping Episodic Chronic CHRONIC (n=77, 56.6%) (no clearly defined episodes were apparent) EPISODIC (n=59, 44.4%) (episodes had to last at least 7 days, with marked worsening of the clinical picture) “Episodic” vs. “Chronic” Mean age (sd) Age of onset (sd) Maales, n (%) CGI-S (baseline) C-GAS (baseline) CGI-I (6 months) Episodic N=77 14.5 (2.5) 11.0 (2.9) 49 (63.6) 5.17 (1) 42.5 (8.8) 2.21 (.6) Prevalent mood, n (%) Euphoria 50 (64.9) Irritability 27 (35.1) Chronic N=59 12.3 (2.9) 8.4 (2.9) 32 (54.2) 5.14 (.7) 41.3 (5.8) 2.53 (.7) t or χ2 p 4.82 .000* 5.29 .000* 1.23 .268 .22 .845 .86 .391 -2.71 .008* 25 (42.4) 34 (57.6) 6.87 .009* Masi et al., Biol Psychiatry, 2006 “Episodic” vs. “Chronic” Episodic Chronic N=77 N=59 t or χ2 p Lifetime comorbidity, n (%) Social Phobia 22 (28.6) 12 (21.1) .98 .323 Panic Disorder 20(26.0) 12 (20.4) .59 .442 Separation Anxiety 17 (22.1) 10 (16.9) .55 .457 Obsess-Comp Dis. 39 (50.6) 21 (35.6) 3.07 .078 Gener. Anx. Dis 24 (31.2) 21 (35.6) .29 .586 ADHD 13 (1.9) 23(39.0) 8.38 .004* ODD 14 (18.2) 20(33.9) 4.40 .036* Conduct Dis. 7 (9.1) 14(23.7) 5.48 .019* Anxiety Dis (tot) 1.6 (1.2) 1.3 (1.6) 1.38 .168 Extern. Dis (tot) 0.4(0.4) 1.0 (1.6) 4.36 .000* Masi et al., Biol Psychiatry, 2006 In sintesi: Fenotipo A (Severe Mood Dysregulation): . Esordio precoce (infantile) . Umore irritabile (<< elevato) . Decorso cronico (<< episodico) . Frequente DB NAS . > comorbidità con dist. dirompenti del comportamento (>> ADHD) . Minore efficacia dei trattamenti . Storia naturale (???) In sintesi: Fenotipo B: - Esordio adolescenziale - Minore comorbidità con ADHD - Più frequente decorso episodico - DB I o DB II (più raro DB NAS) - Umore elevato - < comorbidità con dist. dirompenti del comportamento - Migliore risposta ai trattamenti (?) Percorsi evolutivi Nel corso dello sviluppo alcuni bambini modificano la loro sintomatologia, che può avvicinarsi a quella classica, affettiva ed episodica In altri casi, essi possono mantenere in adolescenza la loro sintomatologia “atipica”, e possono essere inclusi nel più ampio concetto di “bipolar spectrum”. Una importante minoranza può seguire diversi percorsi, verso disturbi dirompenti del comportamento, o verso un disturbo depressivo. Comparing Rates of Comorbidity in Bipolar Cases 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 CMHC Case MGH WASH-U COBY ADHD ODD CD Anxiety ANXIETY DISORDERS IN CHILDREN AND ADOLESCENTS WITH BIPOLAR DISORDER: A NEGLECTED COMORBIDITY Masi G, Toni C, Perugi G, Mucci M, Millepiedi S, Akiskal HS (Can J Psychiatry, 2001, 46, 766-771) Anxiety Disorders in children and adolescents with Bipolar Disorder: a neglected comorbidity SUBJECTS AND METHOD 43 inpatients and outpatients Mean age, 14.8 (range 7-18) Sex, males, 26 (60.5%) Instrument: Diagnostic Interview for Children and Adolescents-Revised (DICA-R) DSM IV Diagnosis Bipolar I n=24, 55.8% Bipolar II n=19, 44.2% (Masi et al., Can J Psychiatry, 2001) Anxiety Disorders in children and adolescents with Bipolar Disorder: number of comorbidities None 1 Co-morbid Dis 2 o more 15 (34.9%) 18 (41.6%) 10 (23.5%) Mean age at onset of comorbid Anxiety Disorders in 43 children and adolescents with Bipolar Disorder ADHD Separation Anxiety Social Phobia Generalized Anxiety Disorder OCD PD/Agoraphobia 4.2 (0.6) 6.1 (2.7) 6.6 (1.7) 8.6 (1.9) 9.6 (2.7) 10.3 (4.5) Bipolar Disorder 12.3 (2.9) (Masi et al., Can J Psychiatry, 2001) Co-morbidity in child and adolescent-onset BD Onset Childhood Adolescence n=20 n=23 OCD 6 (30) 7 (30.5) Social Phobia 5 (30) 6 (30.5) PD/Agoraphobia 4 (20) 7 (30.4) Separation Anxiety 3 (15) 4 (17.4) Generalized Anxiety 4 (20) 4 (17.4) 10 (50) 7 (35.0) 2 (8.7) 5 (21.7) Comorbid Disorders n(%) ADHD/CD* Pharm hypomania (Masi et al., Can J Psychiatry, 2001) * p<.05 CONCLUSIONI La comorbidità con disturbi d’ansia è ampiamente rappresentata in pazienti con disturbo bipolare ad esordio precoce. L’esordio dei disturbi d’ansia precede quello del disturbo bipolare (fase iniziale “internalizzata”). La probabilità di sviluppare un disturbo bipolare aumenta nel caso di disturbi multipli di ansia. La bipolarità ansiosa ad esordio precoce potrebbe rappresentare un possibile specifico fenotipo all’interno dello spettro bipolare. IMPLICAZIONI CLINICHE Necessità di cautela quando si valuta la opportunità di un trattamento con antidepressivi in soggetti con disturbi d’ansia gravi e multipli, specie se associati ad instabilità dell’umore e/o familiarità per disturbi affettivi ((ipo)mania iatrogena o stati misti) Generalmente la Fobia Sociale precede gli episodi (ipo)maniacali, e scompare quando gli episodi sono in corso. Il Disturbo di Panico ed il DOC, anche quando precedono gli episodi (ipo)maniacali, possono persistere o meno durante tali episodi. OBSESSIVE-BIPOLAR COMORBIDITY: FOCUS ON CHILDREN AND ADOLESCENTS Masi G, Perugi G, Toni C, Millepiedi S, Mucci M, Bertini N, Akiskal HS. (J Affect Disord, 2004, 78, 175-183) Comorbidità DB-DOC OCD-BP N=30 Age, mean (sd) 14.2 (3.1) Sex (male), 18 (60.0) Age onset BP 11.5 (3.1) Age onset OCD 8.7 (2.6) BD, Type II 15 (50.0) Pharm.hypom. 9 (30.0) Index Episode, n (%) - Depressive 10 (33.3) - (Hypo)mania 12 (40.0) Mixed 8 (26.7) BP N=37 OCD N=35 p 14.6 (3.4) 21 (56.7) 11.8 (3.0) ---11 (29.7) 8 (21.6) 13.9 (3.0) 26 (74.3) ---11.3 (2.2) ------- ns ns ns <.0001 .09 ns 13 (35.1) 17 (45.9) 7 (18.9) ---------- ns (Masi et al., J Affect Disord., 2004) IMPLICAZIONI CLINICHE In bambini con esordio molto precoce di un disturbo ossessivo-compulsivo dovrebbe essere valutata, attraverso una attenta anamnesi familiare e personale, ed attraverso una valutazione del temperamento, la possibilità di una vulnerabilità bipolare. La possibilità di una ipomania iatrogena dovrebbe essere ricercata, in particolare in presenza di una comorbidità depressiva, o con disturbi d’ansia multipli. CLINICAL AND RESEARCH IMPLICATIONS OF PANIC-BIPOLAR COMORBIDITY IN CHILDREN AND ADOLESCENTS Masi G, Perugi G, Millepiedi S, Toni C, Mucci M, Bertini N, Pfanner C, Berloffa S, Pari C, Akiskal K, Akiskal HS Psychiatry Research 2007; 153 (1), 47-54. Obiettivi Terapeutici • • • • • • • • • • effetto antimaniacale effetto antidepressivo no „switching“ profilassi di episodi depressivi profilassi di episodi maniacali effetto antipsicotico acuto effetto anti-aggressivo effetto antisuicidario effetto rapido minori effetti collaterali Opzioni terapeutiche nel disturbo bipolare: Stabilizzatori dell’umore • Litio (Li) • Acido valproico (VPA) • Associazione Li + VPA • Carbamazepina o Oxcarbazepina • Lamotrigina (depressione bipolare) • Topiramato • Gabapentin • NB: mantenere il trattamento per almeno 12 mesi nelle forme lievi, 18-24 nelle più gravi Sali di Litio in età evolutiva Svantaggi Vantaggi Efficacia ben documentata Letteratura anche in età evolutiva Lento inizio di attività (1-6 settimane) Necessari es.ematochimici periodici Possibile tossicità renale e tiroidea Tremore, Poliuria e polidipsia Nausea, Aumento di peso, Acne. TRATTAMENTO : Litio Dosaggio per livelli ematici 0.6-1.2 mEq/l (0.8-1) Somministrazioni frequenti ? (due-tre volte/die) Mantenimento a 0.6 mEq/l (?) (rischio di ricadute) Controllo preliminare ed in itinere (3-4 mesi) della funzionalità renale, cardiaca, tiroidea. - Minore efficacia in soggetti pre-puberi? TRATTAMENTO : Litio A dosaggi terapeutici il litio inibisce il release degli ormoni dalla tiroide, con innalzamento del TSH ipofisario, che normalizza gli normoni circolanti, ma può stimolare crescita tiroidea e nodularità. Una tiroide già disfunzionante (es. Hashimoto) può non compensare con TSH, con conseguente ipotiroidismo. Gli effetti del litio sulla tiroide sono generalmente reversibili dopo sospensione del farmaco. NB: anche acido valproico e quetiapina, da soli o con litio possono ridurre funzionalità tiroidea. TRATTAMENTO : Litio Per il monitoraggio tiroideo, ottenere T3, T4, tSH al primo dosaggio di litio, dopo 1 mese, dopo 3 mesi, poi ogni 6 mesi (ogni 3 mesi se si associa acido valproico e/o quetiapina). Con alto TSH effettuare ecografia tiroidea, ed eventualmente iniziare l-tiroxina. Non sospendere litio se l farmaco è efficace. Lower suicide risk with long-term lithium treatment • Among 5647 patients (33473 patient-years of risk) in 22 studies, • suicide was 82% less frequent during lithiumtreatment (0.159 vs. 0.875 deaths/100 patientyears). • the computed risk-ratio in studies with rates on/off lithium was 8.85 (95% CI, 4.12-19.1; P<0.0001). Tondo L, Hennen J, Baldessarini RJ Lower suicide risk with long-term lithium treatment in major affective illness: a meta-analysis. Acta Psychiatr Scand. 2001 Sep;104(3):16372. Azione terapeutica degli SSRI sull’espressione genica Regolazione genicaParte I Regolazione genicaParte II Apoptosi Sali di litio Regolazione a lungo termine dell’espressione genica e neuroprotezione Li+ modula numerosi altri fattori di trascrizione genica: per alcuni la regolazione avviene selettivamente in specifiche aree cerebrali, quali i lobi frontali, cruciali nella patofisiologia del DB. Uno dei fattori piu’ interessanti e molto studiati e’ costituito dalla B-cell lymphoma protein 2 (bcl-2). Alti livelli di questa proteina aumentano la sopravvivenza neuronale dopo esposizione a stimoli avversi (ischemia) e promuovono la neurorigenerazione. Sali di litio Regolazione a lungo termine dell’espressione genica e neuroprotezione La soministrazione cronica sia di Li+ che di acido valproico raddoppia i livelli di bcl-2 nei lobi frontali e l’aumento delle cellule bcl-2 positive in strati II-III della corteccia frontale. Numerose evidenze sia neuroradiologiche in vivo che istologiche post-mortem, hanno messo in evidenza gradi variabili di atrofia o depauperamento neuronale nella corteccia frontale dei pazienti bipolari. Valproato in eta’ evolutiva Vantaggi Efficacia antimaniacale documentata Svantaggi • Efficacia a lungo termine (profilassi) non documentata • Necessari es. ematochimici periodici. • Possibile trombocitopenia e/o alterazioni piastriniche Letteratura su età evolutiva Possibilita’ di carico orale • acuto Possibile tossicità epatica • Associazione con ovaio policistico • Nausea, Vomito, Aumento di peso, Sedazione, Tremore Polyycystic Ovary Syndrome (PCOS) La sindrome da ovaio policistico (anovulazione cronica e iperandrogenismo, con o senza policisti ovariche) è legata ad obesità, insulino-resistenza e dislipidemia. La somministrazione di VPA aumenta il rischio, in particolare in donne di giovane età. Amenorrea, acne ed irsutismo possono comparire nel primo mese di trattamento (stimolo diretto sulla sintesi di androgeni ovarici?). Evitare incremento ponderale NB: sembra che il rischio sia >> per trattamento di epilessia che per usi psichiatrici. Carbamazepina in età evolutiva Svantaggi Vantaggi Efficacia antimaniacale documentata da studi controllati (adulti) • Pochissimi studi in età evolutiva. • Necessari es. ematochimici periodici. • Possibili dicrasie ematiche, epatite tossica, dermatite esfoliativa • Nausea, Vomito. Combination of Lithium and Divalproex sodium in Pediatric Bipolar Symptoms Restabilization Findling JAACAP 2006 TRATTAMENTO: Nuovi antiepilettici Lamotrigina Efficacia nelle depressioni bipolari (Chang eet al, JAACAP 2006). Uso clinico (monoterapia): 25 mg/die in settimana 1 e 2, 50 mg/die in settimana 3 e 4, 100 mg/die in settimana 5 e 6. Ulteriori incrementi ogni 2 settimane. Incrementi più lenti in politerapie. Gravi effetti dermatologici, più frequenti in bambini (fino a 1-2%), s. di Stevens-Johnson e s. di Lyell. Rischio >> in politerapia e/o con acido valproico. TRATTAMENTO: Nuovi antiepilettici Topiramato Possibile utilizzazione in co-terapia con farmaci che aumentano appetito, o in comorbidità con binge eating disorder-bulimia (DelBello et al. 2008) Uso clinico: inizio 25 mg/die, aumenti di 25 mg/die ogni settimana, fino a 100/200 mg/die, 2-3 volte/die Riduzione dell’appetito. Controlli di fundus oculi. Talvolta peggioramento della impulsività. Scarse evidenze di efficacia sul DB. TRATTAMENTO: Nuovi antiepilettici Oxcarbazepina: migliore tollerabilità di CBZ. Comorbidità con disturbi dirompenti? Lenta titolazione per ridurre gli effetti indesiderati. Dose iniziale 300 mg, aumenti settimanali fino a 600-1200 mg/die, in due o tre somministrazioni. Gabapentin: Indicazione nelle forme meno gravi, in particolare comorbidità ansiosa (panico, FS). Modulazione GABAergica (potenziamento di sintesi e release, non azione diretta su recettori GABA e reuptake). Dose iniziale 200-300 mg/die, max 900-1500 mg. Opzioni terapeutiche nel disturbo bipolare: Antipsicotici • • • • Olanzapina Risperidone Quetiapina Aripiprazolo • Clozapina • Antipsicotici tipici (aloperidolo, clorpromazina) • Mantenere l’associazione con stabilizzatore di umore • Valutare la possibile sospensione dell’antipsicotico • Monitorare aumento di appetito e di peso! TRATTAMENTO . In adolescenza frequenti i sintomi psicotici e/o comportamenti distruttivi resistenti a mono-politerapie con stabilizzatori. . Neurolettici: rischio di effetti extrapiramidali, in particolare nel lungo termine. . Efficacia di antipsicotici atipici: olanzapina, risperidone, quetiapina, clozapina, aripiprazolo. . Associazione stabilizzatori-antipsicotici atipici nella fase acuta, poi solo stabilizzatori (quando possibile). Interazioni recettoriali degli antipsicotici Olanzapina Risperidone Clozapina Quetiapina Aloperidolo Ziprasidone Aripiprazolo Amisulpride D1 D4 D2 -D3 5-HT2A 5-HT2C 5-HT1A 5-HT6 α1 α2 Musc H1 Nuovi antipsicotici: classificazione farmacodinamica A T2 A T2 H 5- H 5- M1 5-HT 7 D2 α1 5-H T1A α1 Clozapina Olanzapina α2 5-HT2C Quetiapina T3 D2 H 5 D3 5-H T6 Risperidone Ziprasidone H1 H 5A T2 ANTAGONISTI SELETTIVI D2-D3 Amisulpride 5-H T1A AGONISTI DA-ERGICI PARZIALI Aripiprazolo D3 D2 D2 D3 TRATTAMENTO: Antipsicotici atipici Risperidone (Frazier et al., J Am Acad Child Adolesc Psychiatry, 1999), Olanzapina (Frazier et al., J Am Acad Child Adolesc Psychiatry, 2001), Clozapina (Masi et al., J Child Adolesc Psychopharmacol, 2002) Quetiapina (Del Bello et al., J Am Acad Child Adolesc Psychiatry, 2002). Aripiprazolo (Biederman et al., CNS Spectrums, 2004) Sindrome Metabolica • • • • • Obesità Ipertensione Ipertrigliceridemia Low HDL colesterolo Iperglicemia [3 or più] Monitoraggio consigliato • • • • • • • Anamnesi personale e familiare (baseline) Attività fisica, dieta (baseline + ogni visita) Peso, BMI (baseline + ogni visita) Pressione arteriosa, frequenza cardiaca (baseline, 3 mesi) Glicemia, colesterolo, trigliceridi (baseline, ogni 3 mesi) TSH (baseline, 12 mesi) (PRL baseline, 3 mesi) • Controlli mensili per pazienti ad alto rischio (es. Obesi, rapido aumento di peso, familiarità per diabete, soprattutto con clozapina e olanzapina) Monitoraggio consigliato • • • • • • • • • • • Fare colazione tutti i giorni Sostituire bevande dolci con acqua Piccole porzioni in piccoli piatti Mangiare lentamente, bevendo molto durante i pasti Evitare condimenti Evitare spuntini, se non con frutta o verdura Consumare 25-30 grammi di fibre solubili al giorno 30-60 minuti di attività fisica al giorno Fast food non più di 1 volta alla settimana Evitare i cibi grassi TV o computer non più di 2 ore al giorno Depressione Bipolare • Treat the illness, not the episode!! • Stabilizzatori (monoterapia o combinazione) – Litio – Lamotrigina – (Valproato) • Antipsicotici atipici (quetiapina, aripiprazolo) • Antidepressivi (solo sotto copertura!) • Psicoterapia Quetiapina nella depressione bipolare Calabrese et al., 2005 PHARMACOLOGICAL RESPONSE IN JUVENILE BIPOLAR DISORDER SUBTYPES: a naturalistic retrospective examination G.Masi, G.Perugi, S.Millepiedi, M.Mucci, C.Pfanner, S.Berloffa, C.Pari , A.Gagliano, F. D’Amico, H.S. Akiskal (Psychiatry Res, 2009) Il Campione • 266 bambini e adolescenti con diagnosi di disturbo bipolare, • età 8-18 anni , età media 13.8 ± 2.8 aa • 158 maschi e 108 femmine, • 159 ad esordio prepubere, 107 ad esordio postpubere (età media all’esordio 10.3 ± 2.9 aa) • 117 pazienti ricoverati, 149 ambulatoriali • Criterio di inclusione: almeno un episodio maniacale o misto secondo i criteri del DSM-IV • Criteri di esclusione: Ritardo Mentale Disturbo Pervasivo dello Sviluppo, Disturbi Psicotici • I 266 pazienti sono stati trattati naturalisticamente dapprima con una monoterapia con VPA (n=158, 59.4%), litio (n=90, 33.8%) e antipsicotici atipici (n=18, 6.8%). • Tra i 158 pazienti trattati con VPA, 94 (59.5%) sono rimasti in monoterapia, mentre 64 (40.5%) hanno ricevuto un trattamento concomitante con un altro farmaco antimaniacale (litio e/o antipsicotici atipici). • Tra i 90 pazienti trattati con Litio, 43 (47.8%) sono rimasti in monoterapia, mentre 47 (52.5%) hanno ricevuto un trattamento concomitante con un altro farmaco antimaniacale (VPA e/o antipsicotici atipici). Children and adolescents with BD firstly treated with lithium, or VPA or antipsychotics _________________________________________________________________________ VPA N=158 Gender (males) , n (%) 92 (58.2) Inpatients, n (%) 69 (43.7) Age, mean (sd) 13.3 (2.9) Age onset, mean (sd) 9.5 (3.1) CGI-S (bas.), mean (sd) 5.3 (.8) C-GAS (bas.), mean (sd) 40.4 (5.2) BD Type I, n (%) 55 (34.8) BD Type II, n (%) 71 (44.9) BD Type NOS, n (%) 32 (20.2) Chronic course, n (%) 72 (45.6) Irritable mood, n (%) 72 (45.6) Psychotic sympt., n (%) 36 (22.8) CGI-I, mean (sd) Responders, n (%) Li N=90 At. Antips. N=18 54 (60.0) 38 (42.2) 14.7 (2.2) 11.1 (3.0) 5.5 (.9) 39.7 (5.8) 41 (45.5) 35 (38.9) 14 (15.5) 27 (30.0) 44 (48.9) 27 (30.0) 12 (66.7) 10 (55.5) 13.8 (3.6) 9.9 (3.1) 5.6 (.6) 38.6 (3.5) 9 (50.0) 4 (22.2) 5 (27.8) 11 (61.1) 7 (38.9) 7 (38.9) 2.5 (.8) 2.4 (.9) 89 (56.3) 54 (60.0) F/χ2 (df) p .5 (2) 1.1 (2) 7.5 (265) 7.8 (265) 2.3 (265) 1.2 (265) 3.7 (2) 3.8 (2) 1.7 (2) 8.8 (2) .7 (2) 3.1 (2) 2.3 (.7) .7 (265) 10 (55.5) .3 (2) .780 .578 .000*a .000*a .100 .302 .160 .151 .419 .012* .714 .211 .476 .841 Children and adolescents with bipolar disorder receiving valproic acid in mono-therapy or needed an associated antimanic medication. VPA mono N=94 (59.5%) Gender (males) , n (%) Inpatients, n (%) Age, mean (sd) Age at onset, mean (sd) CGI-S (basel.), mean (sd) C-GAS (basel.), mean (sd) CGI-I, mean (sd) BD Type I, n (%) BD Type II, n (%) BD Type NOS, n (%) Chronic course, n (%) Irritable mood, n (%) Psychotic sympt., n (%) 51 (54.3) 35 (37.2) 13.2 (3.0) 10.3 (2.9) 5.0 (.8) 42.1 (5.2) 2.3 (.7) 19 (20.2) 56 (59.6) 19 (20.2) 39 (41.5) 40 (42.5) 7 (7.4) VPA+other N=64 (40.5%) F/χ2 (df) p 41 (64.1) 34 (53.1) 13.3 (2.8) 9.4 (2.9) 5.7 (.7) 37.9 (4.3) 2.7 (.8) 1.1 (1) 3.3 (1) -.2 (156) 1.9 (156) -5.7(156) 5.3 (156) -3.2 (156) .288 .070 .833 .057 .000* .000* .001* 36 (56.2) 15 (23.4) 13 (20.3) 33 (51.6) 32 (50.0) 29 (45.3) 20.2 (1) 18.7 (1) .03 (1) 1.2 (1) .6 (1) 28.9 (1) .000* .000* .852 .278 .447 .000* Children and adolescents with bipolar disorder receiving valproic acid in mono-therapy or needed an associated antimanic medication. VPA mono VPA+other N=94 (59.5%) N=64 (40.5%) F/χ2 (df) p Lifetime comorbidity, n (%) Generalized anxiety disorder Separation anxiety disorder Panic disorder Social phobia Simple phobia Obsess-Compuls. disorder ADHD Opposit.-Defiant disorder Conduct disorder 45 (47.9) 29 (30.9) 28 (29.8) 28 (29.8) 20 (21.3) 33 (35.1) 29 (30.9) 25 (26.6) 14 (14.9) 18 (28.1) 9 (14.1) 11 (17.2) 18 (28.1) 5 (7.8) 22 (34.4) 25 (39.1) 20 (31.2) 20 (31.2) 5.4 (1) 5.0 (1) 2.6 (1) .002 (1) 4.2 (1) .006 (1) .8 (1) 2.0 (1) 5.1 (1) .020* .025* .106 .962 .040* .940 .369 .648 .024* Total number (sd) Disruptive Behavior Disorders Anxiety Disorders 2.7 (1.2) .7 (.8) 1.9 (1.4) 2.4 (1.2) 1.0 (.9) 1.4 (1.3) 1.5 (156) -2.2 (156) 2.3 (156) .125 .029* .025* .005 (1) .945 Pharmacotherapy, n (%) Antidepressants VPA Lithium Atypical antipsychotics Psychostimulants Psychotherapy 35 (37.2) 94 (100) --------------9 (9.6) 41 (43.6) 25 (39.1) 64 (100) 22 (34.4) 50 (78.1) 12 (18.8) 24 (37.5) .2 (1) .4 (1) .153 .547 Confronto tra gruppi di Bambini e Adolescenti con DB in monoterapia con litio e con associazione di altro farmaco antimaniacale Lithium mono N=43 (47.8%) Gender (males) , n (%) 28 (65.1) Inpatients, n (%) 17 (39.5) Age, mean (sd) 15.2 (2.2) Age onset, mean (sd) 11.6 (2.7) CGI-S (bas.), mean (sd) 5.3 (.8) C-GAS (bas.), mean (sd) 40.4 (5.1) CGI-I, mean (sd) 2.1 (.6) BD Type I, n (%) 21 (48.8) BD Type II, n (%) 18 (41.9) BD Type NOS, n (%) 4 (9.3) Chronic course, n (%) 10 (23.2) Irritable mood, n (%) 21 (48.8) Psychotic sympt., n (%) 16 (37.2) Lithium+other N=47 (52.2%) 26 (55.3) 21 (44.7) 14.2 (2.1) 10.5 (2.5) 5.7 (.9) 39.0 (6.4) 2.7 (1.0) 20 (42.5) 17 (36.2) 10 (21.3) 17 (36.2) 23 (48.9) 11 (23.4) F/χ2 (df) .5 (1) .08 (1) 2.2 (88) 2.0 (88) -2.2(88) 1.1 (88) -3.4 (88) .2 (1) .1 (1) 1.6 (1) 1.2 (1) .04 (1) 1.4 (1) p .464 .779 .030* .048* .029* .257 .000* .699 .736 .202 .269 .840 .231 Confronto tra gruppi di Bambini e Adolescenti con DB in monoterapia con litio e con necessità di associazione di altro farmaco antimaniacale Lithium mono N=43 Lifetime comorbidity, n (%) General. anxiety dis. 10 (23.2) Separat. anxiety dis. 11 (25.6) Panic disorder 13 (30.2) Social phobia 7 (16.3) Simple phobia 6 (13.9) Obsess-Compuls. Dis. 22 (51.2) ADHD 9 (20.9) Opposit.-Defiant Dis. 7 (16.3) Conduct disorder 8 (18.6) Total number (sd) Disrupt.Behavior Dis. Anxiety Disorders 2.3 (1.7) .5 (7) 1.7 (1.6) Lithium+other N=47 F/χ2 (df) 11 (23.4) 9 (19.1) 6 (12.8) 10 (21.3) 2 (4.2) 18 (38.3) 21 (44.7) 14 (29.8) 6 (12.8) .05 (1) .2 (1) 4.2 (1) .1 (1) 1.5 (1) 1.0 (1) 4.7 (1) 1.6 (1) .2 (1) 2.0 (1.3) .8 (.7) 1.2 (1.0) .9 (88) -2.0 (88) 1.8 (88) p .816 .632 .077 .737 .213 .310 .030* .206 .637 .347 .045* .076 Predittori di scarsa risposta alla monoterapia (VPA, Li) comuni ai due gruppi: -Maggiore gravità del disturbo (CGI-Severity) -Comorbidità con Disturbi Dirompenti Predittori di scarsa risposta alla monoterapia nel gruppo VPA (158 soggetti): - Disturbo Bipolare tipo I (ma non DB II) - Sintomi psicotici - Comorbidità con Disturbo della Condotta (non ADHD) - Assenza di comorbidità ansiosa (> GAD, SAD, Fobie) Predittori di scarsa risposta alla monoterapia nel gruppo Litio (90 soggetti): - Età inferiore - Esordio più precoce - Comorbidità con ADHD (non Disturbo della Condotta) - (Non DB tipo I o sintomi psicotici!) Predictors of Treatment non response to VPA (Stepwise logistic regression, Backward procedure) Variables in equation Absence of comorbid GAD CGI Severity Baseline Psychotic symptoms Comorbid conduct disorder Odd Ratio (CI 95%) 3.36 (2.21-4.42) 3.18 (2.10-4.22) 2.51 (1.53-3.49) 2.36 (1.30-3.32) Model χ2 =13.6, p= .003 Predictors of Treatment non response to lithium (Stepwise logistic regression, Backward procedure) Variables in equation Chronic course CGI Severity Baseline Comorbid ADHD Odd Ratio (CI 95%) 3.36 (2.21-4.42) 3.28 (2.30-4.36) 3.22 (2.19-4.32) Model χ2 =14.7, p= .003 Conclusioni (I) Candidati alla terapia con acido valproico 1) Soggetti prepuberi 2) Soggetti con comorbidità ADHD 3) Soggetti con decorso cronico 4) Soggetti con comorbidità ansiosa 5) Soggetti con DB tipo II Candidati alla terapia con litio 1) Soggetti adolescenti 2) Soggetti con decorso episodico 3) Soggetti con sintomi psicotici 4) Soggetti con disturbo della condotta 5) Soggetti con DB tipo I Children and adolescents with bipolar disorder (BD) who received two mood stabilizers (n=20), or one mood stabilizer and an atypical antipsychotic (n=79), or two mood stabilizers with an atypical antipsychotic (n=12). VPA+Li 1 MS+AA 2 MS+AA N=20 N=79 N=12 F/χ2 (df) p Gender (males) , n (%) 13 (65) 43 (54.4) 11 (91.7) 6.3 (2) .044* Inpatients, n (%) 3 (15) 46 (58.2) 6 (50) 11.9 (2) .003* Age, mean (sd) 13.9 (2.8) 13.8 (2.5) 12.8 (2.7) .8 (110) .430 Age onset, mean (sd) 9.5 (3.2) 10.2 (2.7) 9.2 (2.7) 1.0 (110) .369 CGI-S (bas.), mean (sd) 5.5 (.6) 5.7 (.8) 5.8 (1.0) .7 (110) .510 CGI-I, mean (sd) 2.6 (1.0) 2.7 (.9) 2.9 (.9) .4 (110) .670 C-GAS(bas.),mean(sd) 39.6 (4.5) 38.1 (5.5) 38.2(5.4) .6 (110) .529 BD Type I, n (%) 11 (55) 41 (51.9) 4 (33.3) 1.6 (2) .441 BD Type II, n (%) 7 (35) 20 (25.3) 5 (41.7) 1.8 (2) .405 BD Type NOS, n (%) 12 (60) 18 (22.8) 3 (25) 10.7 (2) .005* Chronic course, n (%) 13 (65) 34 (43.0) 3 (25) 5.3 (2) .071 Irritable mood, n (%) 9 (45) 41 (51.9) 5 (41.7) .6 (2) .727 Psychotic sympt., n (%) 8 (40) 29 (36.7) 3 (25) .8 (2) .675 Responders, n (%) 11 (55) 36 (45.6) 3 (25) 2.8 (2) .252 Conclusioni (II): Efficacia delle politerapie - Nei soggetti non responders alla monoterapia con uno stabilizzante (VPA o litio) l’associazione con l’altro stabilizzatore risultava efficace nel 55% dei casi, in assenza di aggiunta di farmaco antipsicotico -Nei soggetti non responders alla monoterapia con uno stabilizzante (VPA o litio), l’aggiunta di un farmaco antipsicotico atipico era efficace nel 45.6% dei casi. -In sintesi: -Il primo stabilizzatore è efficace in circa il 50% dei casi - L’aggiunta del secondo antimaniacale (stabilizzatore o antipsicotico atipico) consente il recupero di altri 2025% di responders. Conclusioni: 1° episodio depressivo Se un bambino adolescente ha un chiaro disturbo bipolare ed è depresso, una monoterapia antidepressiva è controindicata, ma non è certo che uno stabilizzante protegga. Se il bambino-adolescente ha una depressione ed una familiarità bipolare, discutere con i familiari i rischi vs. benefici nel lasciare la depressione non trattata. Il rischio di sviluppare un disturbo bipolare è < del rischio di rimanere depresso. Associare psicoterapie individuali/familiari Conclusioni: Disturbo d’ansia Che fare con un bambino con un disturbo d’ansia ed una familiarità bipolare? La risposta al trattamento con SSRI è buona. Si dovrebbe rinunciare a qualcosa di probabilmente efficace per qualcosa di possibilmente dannoso? Necessità di monitoraggio attento di segni ipomaniacali. Quesiti (aperti?) • Nella depressione unipolare ad esordio precoce è più elevato il rischio che si tratti dell’esordio DB • In gruppi ad alto rischio (familiarità) sintomi e disturbi d’ansia multipli predicono un più alto rischio BD • In questi casi il trattamento con antidepressivi può presentare dei rischi • I dati sulla efficacia del trattamento della depressione bipolare, anche in adulti, indicano modesta efficacia (in età evolutiva dati <<<). • E’ peggio lasciare una depressione non trattata o rischiare di precipitare uno switch (ipo)maniacale? CLINICA E TRATTAMENTO DEI DISTURBI DELL’UMORE Gabriele MASI IRCCS Stella Maris Istituto di Neuropsichiatria Infantile, Calambrone (Pisa) Linea di Ricerca di Psicopatologia e Psicofarmacologia dell’Età Evolutiva Paris, 1885 Unipolar Depression Arles, 1888 Mood Switching (looks like a flight into health!) Auvers sur Oise, 1890 Stage of Complications Disturbi dell’umore Monopolari: - Disturbo depressivo maggiore: (episodio depressivo maggiore) - Distimia (umore depresso per 1 (2 in adulti) anni) Bipolari - Disturbo bipolare I, II, NOS, ciclotimico (Episodio maniacale, episodio ipomaniacale, episodio misto) Disturbi dovuti a . Condizioni mediche generali . Sostanze . NAS DEPRESSIONE Prevalenza 1-2% nei bambini 3-4% negli adolescenti Rapporto M/F bambini 1:1 adolescenti 1:2 Il 50% degli adulti depressi riferisce il I° episodio depressivo a prima di 18 anni (non sempre riconosciuto): continuità tra età evolutiva ed adulti. Nel 2002 il 2.8 per mille dei soggetti di età inferiore a 18 anni ha ricevuto un farmaco antidepressivo. Progressiva riduzione: in 2006-2007 circa 2 per mille Nei 2/3 soggetti di età compresa tra 14 e 17 anni Prevalenza (per 1000 abitanti) della prescrizione di PSICOFARMACI nel periodo 1999-2006 1999 0-17 1.48 >=18 43.55 Tot. 36.91 2000 1.62 48.62 41.21 2001 2.79 73.28 62.14 2002 2.82 77.38 65.43 2003 2.50 73.56 62.15 2004 2.22 76.79 64.77 2005 1.99 79.88 67.72 2006 1.76 79.49 67.35 Fonte: Progetto ARNO – Osservatorio sulla prescrizione farmaceutica pediatrica; CINECA, Consorzio Interuniversitario Calcolo Automatico e Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” (Laboratorio per la Salute Materno Infantile) DISTURBO DEPRESSIVO MAGGIORE - Episodi depressivi maggiori (almeno due settimane), con: umore depresso o irritabile ridotto interesse o piacere in attività prima interessanti riduzione (aumento) dell'appetito e/o del peso corporeo disturbo del sonno (riduzione, aumento, inversione, ecc.) agitazione o rallentamento psicomotorio visibile faticabilità, perdita di energia sentimenti di indegnità o colpa difficoltà di concentrazione, pensiero, decisione pensieri di morte ricorrenti, ideazione suicidaria - Compromissione funzionale significativa DISTURBO DISTIMICO Disturbo stabile della durata di almeno due anni (un anno nei bambini), caratterizzato da: disturbo dell'alimentazione disturbo del sonno faticabilità, scarsa energia bassa autostima difficoltà di concentrazione o nel prendere decisioni sentimento di disperazione Esordio più precoce, lunga durata (fino a 3-4 anni) Porta di ingresso verso altri disturbi dell’umore (es. depressione maggiore, depressione doppia, d. bipolare) Effetto di interferenza determinato dalla lunga durata Total Males (100) (57) Depress 69 37(65%) Irritability 86 47(82%) Guilt 61 30(53%) Females (43) 32(74%) 39(91%) 31(72%) Anhedon 53 31(54%) 22(51%) Fatigue 73 43(75%) 30(70%) Concentr 58 37(65%) 21(49%) Hyperact 45 29(51%) 17(39%) Hypoactiv 17 9(16%) 8(19%) Insomnia 45 25(44%) 20(46%) Hypersomn 10 4(7%) 6(14%) Red appet 29 18(32%) 11(26%) Incr appet 12 7(12%) 5(12%) Death th 31 Self-image 79 Hopeless 52 Child Adol (36) (64) 27(75%) 42(65%) 31(86%) 55(86%) 24(67%) 37(58%) 12(33%) 30(83%) 19(53%) 15(42%) 3(8%) 16(44%) 2(5%) 11(30%) 2(5%) 41(64%)* 43(67%) 39(61%) 31(48%) 11(17%) 29(45%) 8(12%) 18(28%) 10(16%) 20(35%) 17(39%) 5(14%) 32(50%)* 46(81%) 33(77%) 30(83%) 49(76%) 30(53%) 22(51%) 16(44%) 36(56%) (Masi et al., Can J Psychiatry, 2003) I livelli di gravità – Depressione lieve • Sintomatologia (solo alcuni sintomi) • Funzionamento (attività possibili, ma con fatica) – Depressione moderata • Sintomatologia (presenti molti sintomi) • Funzionamento (impedite alcune/molte attività) – Depressione grave • • • Sintomatologia (presenti quasi tutti i sintomi) Funzionamento (impedite tutte o quasi le attività) (con sintomi psicotici congrui o incongrui) DEPRESSIONE Negli ultimi decenni incremento della frequenza delle forme meno gravi e ad esordio più precoce. PERCHE’? - Maggiore sensibilità diagnostica - Abbassamento di soglia di richiesta di consultazione - Maggiori frequenza di condizioni che favoriscono il passaggio dalla vulnerabilità biologica latente alla depressione clinica in bambini predisposti. Es: Richieste e prestazioni scolastiche possono favorire manifestazioni depressivo-ansiose, alcune parafisiologiche, altre più chiaramente patologiche. SINTOMI DEPRESSIVI IN ETA’ PRESCOLARE - Tristezza, irritabilità - Apatia, rallentamento - Scarsa comunicazione verbale - Scarsa mimica facciale - Scarso contatto visivo - Appiattimento degli affetti - Scarsa (eccessiva) quantità di movimento - Disturbo del sonno/appetito - Lamentele somatiche - Scarso interesse nel gioco - Tendenza all’evitamento sociale - Aggressività - Pianto Quando la crisi adolescenziale può essere un disturbo psichiatrico? Anedonia, passività, sentimenti di inferiorità, perdita di energia, stanchezza, preoccupazioni intense per l’aspetto fisico, isolamento sociale, pensieri di morte, suicidaria Reazioni aggressive e passaggi all’atto: fughe da casa o da scuola, comportamenti antisociali, condotte pericolose, condotte autolesive. Uso di alcool o sostanze. Sintomi psicotici: deliri ed allucinazioni “affettive” Cambiamento intenso rispetto al passato, egosintonico o egodistonico VARIANTI CLINICHE - Depressione psicotica (deliri ed allucinazioni): > gravità, > resistenza ai trattamenti, > rischio bipolare, > familiarità. - Depressione bipolare(mista): nell’ambito di disturbo bipolare, spesso a rapidi cicli o con stati misti, >> rischio suicidario, > rischio di dipendenza da sostanze; predittori? - Depressione atipica: elevata sensibilità al rifiuto, letargia, ipersonnia, aumento di appetito e peso, peggioramento serale, ricerca di carboidrati; ansia; componente istrionica. - Depressione stagionale: ricorrenze stagionali, episodiche, caratteristiche simili a d. atipica (< sensibilità sociale). COMORBIDITA’ Il 50-70% dei bambini/adolescenti depressi presenta altri disturbi psichici (nel 20-40% più di due) - Disturbi d'ansia: 60% - Disturbo oppositivo-provocatorio, condotta: 30% - ADHD: 20-30% - Distimia: 20-30% - Disturbo ossessivo-compulsivo: 10% - Abuso di sostanze: 10-30% - ……... Le diverse forme di comorbidità individuano sottotipi specifici per espressività, prognosi e trattamento. DIAGNOSI - Anamnesi (familiare, personale, scolastica, storia medica, eventi vitali, risorse e vulnerabilità psicosociali). - Intervista clinica con soggetti e genitori (K-SADS, DICAR, DISC); scarsa concordanza tra resoconti di bambini e genitori (es. sintomi internalizzati vs. esternalizzati) - Valutazione delle possibili comorbidità (ansiosa, esternalizzata, episodi ipomaniacali pregressi, ecc.) - Strumenti di valutazione funzionale globale (impatto sulla vita quotidiana) (es. C-GAS) - Rating scales, autovalutazione (CDI) o eterovalutazione (CDRS), sensibili al cambiamento (gravità, andamento clinico, risposta ai trattamenti) (SCREENING). PROGNOSI Aumento del rischio di suicidio, dipendenza da sostanze, malattie fisiche, esposizione ad eventi vitali negativi, cattivo adattamento psicosociale. La prognosi è condizionata da: - età di esordio, ritardo di diagnosi - gravità clinica - comorbidità (es. con disturbi esternalizzanti) - contesto familiare (aspetti sociali e psichiatrici) - condizioni socio-economiche - eventi vitali sfavorevoli STORIA NATURALE - Durata (episodio depressivo): fino a 6-9 mesi - Guarigione: 90% entro 1-2 anni (media 3-4 mesi) - Cronicizzazione: 10% (diagnosi e trattamento) - Guarigioni parziali (ansiosa o apatico-anedonica) - Recidive (40-50% a 5 anni): ambiente, esordio, gravità di episodi precedenti, comorbidità, terapie. - Depressione doppia (depressione cronica più lieve con periodiche acutizzazioni) - Disturbo bipolare (20-30% a 5 anni?): familiarità FREQUENZA DEL DISTURBO BIPOLARE 10 ANNI DOPO DEPRESSIONE PREPUBERALE Depressione prepuberale (n = 72) Bipolare I o II 48.6% Bipolare I 33.3% Bipolare II 15.3% Controlli normali (n = 28) 7.1% 0 7.1% P Value .0001 .001 .34 • Mania in un genitore o in un nonno è un fattore predittivo di evoluzione bipolare (P=0.02) Geller et al. Am J Psychiatry. 2001;158:125-7. Triggers for Assessment • Early onset depression – Especially atypical, psychotic, acute onset, recurrent • Episodic irritability and aggression – Especially embedded in changes in mood & energy • Family history of bipolar • Episodic presentation of symptoms (inc. attention problems and high energy) • Destabilization on medications cf. “Index of Bipolarity” in adults; Sachs et al. Depressione Bipolare • • • • • • • • • Rallentamento, catatonia Anergia-ipersonnia (depressione atipica) Depressione irritabile-labile Depressione mista (faticabilità, tristezza, eccitazione ed attivazione sessuale) Depressione resistente Rapida ricorrenza o ciclicità Associazione con multipli disturbi d’ansia Familiarità bipolare Generalmente diagnosi tardiva! Comportamento suicidario Comportamento autolesivo con lo scopo di uccidersi – Comprende i tentativi di suicidio ed i suicidi completati – La finalità può essere esplicita o inferita – I tentativi possono avere diversi livelli di letalità – Sono esclusi atti autolesivi sensa finalità di uccidersi (es. tagli, bruciature, graffi, ecc) “Suicidalità”: una categoria più ampia • Pensieri suicidari – Incostanti – Vaghi – Senza pianificazione – Ricorrenti – Persistenti, pervasivi – Con pianificazione Suicidalità • Atti preparatori finalizzati ad un tentativo - Interrotti dal soggetto - Interrotti da altri - Esitati in un tentativo di suicidio Suicidalità • Tentativo di suicidio Interrotto dal soggetto Interrotto da altri Realizzato –Senza implicazioni mediche –Con implicazioni mediche (+/- gravi) –Con morte (suicidio) Adolescent suicidality in the U.S. (10-17ys) N per 100,000 Suicide ideation 16,000 Suicide attempt 8,000 Suicide attempt with medical treatment 3,000 Suicide 4.7 RISCHIO SUICIDARIO Seconda-terza causa di morte tra 14 e 25 anni. 12% della mortalità in adolescenza in USA. In Italia (ISTAT) il suicide rate nei maschi di 1519 anni è passato da 27.3 per milione (1969) a 48.3 (1994), mentre è sceso nelle femmine da 23.2 a 10.8. Il massimo del rischio suicidario maschile è nel nord Italia (57.1). RISCHIO SUICIDARIO Fattori di rischio suicidario: - pregressi tentativi - depressione bipolare - depressione psicotica - depressione unipolare - disturbo di personalità (“vuoto”, impulsività) - dipendenza da sostanze - depressione con disturbo della condotta - calo scolastico - familiarità (depressione, suicidio) - famiglie violente, impulsive, abuso familiare - relazioni patologiche (grado di comunicazione) - eventi vitali IL TRATTAMENTO DELLA DEPRESSIONE TRATTAMENTO: intervento educativo Forme lievi, esordio precoce e recente . Incontri non strutturati di sostegno . Alleanza terapeutica con bambino e famiglia . Spiegazione del significato dei sintomi . Impatto dei sintomi sulla qualità della vita . Strategie di coping . Gestione dei sensi di colpa . Rapporti con scuola-insegnanti (fobie scolari) . Ipotesi e obiettivi del trattamento TRATTAMENTO: intervento educativo Il 20-25% dei soggetti migliora dopo una breve fase di chiarificazione empatica, con rassicurazioni, colloqui con il bambino, indicazioni ai genitori ed altri parenti, consigli ad insegnanti. In una parte dei soggetti questo intervento può essere risolutivo, in altri il miglioramento è transitorio. TRATTAMENTO: psicoterapie Interventi individuali, di gruppo, familiari. L’intervento psicoterapeutico è efficace nel 45-65% dei soggetti trattati. Necessità di porsi dei limiti temporali (3 mesi?) per la valutazione di efficacia. Predittori di minore efficacia (es. gravità) Ruolo nella prevenzione di ricadute? Integrazione psicoterapia - farmacoterapia TRATTAMENTO: psicoterapie Predittori negativi di efficacia: gravità della depressione, associazione con disturbo della condotta, depressione bipolare, depressione psicotica, cronicità o elevata ricorrenza, familiarità positiva specifica o aspecifica TRATTAMENTO: psicoterapie Predittori negativi di efficacia: gravità della depressione, TADS Study (2006): nella depressione moderata il trattamento combinato (farmaci+psicoterapia) è più efficace dei trattamenti singoli, nella depressione grave/gravissima non c’è differenza. ADAPT Study (2007): in adolescenti resistenti all’intervento psicosociale: farmaci + psicoterapia e farmaci + supporto aspecifico non differiscono. TORDIA (2008): meglio farmaci + psicoterapia QUINDI: La depressione è un disturbo non raro, determina sofferenza soggettiva, è invalidante sul piano funzionale e sociale, con possibile evoluzione negativa, talvolta mortale Non tutti i bambini ed adolescenti rispondono in modo soddisfacente ad interventi educativi, psicologici e sociali La valutazione dei rischi della farmacoterapia va confrontata con i rischi del disturbo depressivo non adeguatamente trattato (rapporto rischi/benefici) Azione dei farmaci antidepressivi Potenziamento di trasmissione 5HT, NA, (DA) Molti farmaci antidepressivi, ma un numero limitato di meccanismi d’azione: - riduzione della distruzione del trasmettitore - inibizione della ricaptazione - azione diretta sul recettore post-sinaptico - azione su autorecettori inibitori presinaptici, (downregulation) con disinibizione del rilascio (giorni) - azione sui recettori postsinaptici (down-regulation) (giorni) Meccanismo di azione degli SSRI Decorso temporale di 3 effetti dei farmaci antidepressivi Azione terapeutica degli SSRI sull’espressione genica Quindi al termine della trasmissione extra ed intracellulare c’è la sintesi di nuove proteine. Perché tale sintesi è così importante nalla comprensione della patologia e della cura? Le proteine che vengono prodotte possono avere funzioni di supporto strutturale, o possono essere modulatori della trasmissione nervosa, recettori, trasportatori, enzimi, fattori neurotrofici che agiscono favorendo lo sviluppo di aree specifiche del sistema nervoso centrale. Tutto questo può condizionare il funzionamento delle cellule e delle loro connessioni. Apoptosi Stress Stress Stress gene per il BDNF BDNF Selective Serotonin Reuptake Inhibitors (SSRI) Fluoxetina, Paroxetina, Sertralina, Fluvoxamina, Citalopram, Escitalopram Assenza di effetti anticolinergici Assenza di cardiotossicità Minore incremento ponderale Minori sintomi da sospensione Assenza di letalità in overdose Ampio spettro di indicazioni (comorbidità) Proprietà farmacologiche secondarie associate agli SSRI Differenze tra SSRI Diversi soggetti possono reagire in modo diverso ai diversi SSRI, in termini di efficacia e effetti indesiderati Diverse caratteristiche farmacologiche, relative ad azione sui trasportatori di membrana, affinità recettoriali, inibizioni di enzimi, azione su isoenzimi di P450 DATI PUBBLICATI IN ETA’ EVOLUTIVA Fluoxetina: superiorità sul placebo in tre studi controllati, farmaco di prima scelta Sertralina: Due studi controllati hanno dato superiorità sul placebo SOLO se i dati venivano sommati. Modesta riduzione dei sintomi depressivi Citalopram: superiorità in uno studio controllato contro placebo, un altro studio non ha evidenziato superiorità sul placebo. Fluvoxamina: Nessuno studio controllato DATI PUBBLICATI IN ETA’ EVOLUTIVA Paroxetina: efficacia solo in ALCUNE misure di uno studio controllato su adolescenti. Due studi non pubblicati non hanno evidenziato superiorità. Escitalopram: uno studio ha evidenziato superiorità sul placebo in età evolutiva, uno no (ma positivo solo nel sottogruppo adolescenti) Venlafaxina: due studi controllati negativi (positivi nel sottogruppo adolescenti), uno positivo (+ TORDIA). •Omega 3: 28 bambini pre-puberi randomizzati con placebo: Efficacia 70(40)% (?) Clinical response and risk for reported suicidal ideation and suicide attempts in pediatric antidepressant treatment: A meta-analysis of randomized controlled clinical trials. Bridge et al, JAMA 2007; 297: 1683-96 27 studi controllati con AD (4751soggetti) 15 studi con depressione, 6 studi con DOC. 6 studi con ansia (non DOC). Nessun suicidio completato. Studi su depressione maggiore 15 trials, 2910 pazienti Rate of response 61% (95% CI 47% to 53%) in trattati con AD 50% (95% CI 47% to 53%) in placebo Risk difference 11% (95% CI 7% to 15%), NNT 10 (95% CI 7 to 15). (effetto età) Rate of suicidal ideation/suicide attempt 3% (95% CI 2% to 4%) in trattati con AD 2% (95% CI 1% to 2%) in placebo Risk difference 1% NNH 112. Studi su Disturbo Ossessivo Compulsivo 6 trials, 705 pazienti Rate of response 52% (95% CI 46% to 57%) in trattati con AD 32% (95% CI 27% to 37%) in placebo Risk difference 20% (95% CI 7% to 15%) NNT 6 (95% CI 4 to 8). Rate of suicidal ideation/suicide attempt 1% (95% CI 0% to 2%) in trattati con AD 0.3% (95% CI -0.3% to 1%) in placebo Risk difference 0.5% NNH 200. Studi su Disturbi d’Ansia (non DOC) 6 trial, 1136 pazienti Rate of response 69% (95% CI 65% to 73%) in trattati con AD 39% (95% CI 35% to 43%) in placebo Risk difference 37% (95% CI 23% to 52%). NNT 3 (95% CI 4 to 8). Rate of suicidal ideation/suicide attempt 1% (95% CI 0.2% to 2%) in trattati con AD 0.2% (95% CI -0.2% to 0.5%) in placebo Risk difference 0.7% NNH 143. CONCLUSIONI NNT va da 3 a 10 mentre il NNH da 112 a 200, indicando un rapporto rischi benefici favorevole. L’effetto è modesto per alta risposta al placebo. La risposta al placebo è >> nelle forme lievi e nei soggetti più giovani. L’efficacia della terapia è maggiore nella depressione adolescenziale moderata o grave (es. TADS) Indicazioni principali: Depressione DOC Disturbo di panico Fobia sociale con mutismo selettivo Disturbo d’ansia generalizzata Disturbo post-traumatico da stress Disturbi delle condotte alimentari Disturbi pervasivi dello sviluppo Disturbi della personalità ………... EVENTI (COLLATERALI) DEGLI SSRI . Activation (instabilità fisica o mentale, iperattività, disinibizione), causata da diversi farmaci, inclusi stimolanti (RM, DPS), BDZ, anti-istaminici, ecc.; precoce,dose-dipendente,reversibile. Disinibizione? . Bipolar switch: più raro, più specifico (euforia, grandiosità, stato misto, non solo irritabilità), implicazioni prognostiche (DB), legate al paziente, non al farmaco (es. familiarità), non dosedipendente, 2-4 settimane di trattamento (?) , non sempre reversibile, evitare per sempre AD. . Diagnosi differenziale con euforia da benessere (“Celebration”), non euforia-grandiosità. EFFETTI COLLATERALI DEGLI SSRI . Comparsa di disturbi mascherati da depressioneansia (ADHD, disturbi dirompenti), successivi al trattamento efficace, con gli stessi tempi di switch. . Reazione apatica: disinteresse, assenza di motivazione, con considerazione di conseguenze, scarsa risposta affettiva, appiattimento, disinibizione alla provocazione. Dose dipendente. . Sintomi gastrointestinali: nausea, reflusso, dispepsia, in genere precoci e transitori. . Sintomi sessuali: frequenti, poco studiati, minori in adolescenti che in adulti (?). . Riduzione di crescita: (?) Non associata a perdita di peso: soppressione 5HT di GH? (Weintraub et al., 2002, Nilson et al., 2004). PRINCIPALI EFFETTI COLLATERALI DEGLI SSRI Nome Anti Sonnolenza Insonnia Agitazione colinergici ° Ipotens Ortost Aritmie Disturbi gastrointestin. Increm peso fluoxetina 0 0 2 0 0 3 0 fluvoxamina 0 3 0 0 0 4 0 paroxetina 1 1 0 0 0 3 0 sertralina 0 1 1 0 0 3 0 citalopram 1 1 0 0 0 3 0 0. assente o raro 1. 2. intermedio 3. 4. relativamente comune Effetti collaterali degli SSRI in differenza percentuale rispetto a quelli osservati in pazienti trattati con placebo Effetti collater. Fluvoxamin Fluoxetin Sertralina Paroxetina Citalopram Nausea 26,0 11 14,3 16,4 21,4 Xerostomia 4 3,5 7 6 20,0 Sonnolenza 14 5,9 7,5 14,3 17,9 Emicrania 2 4,8 1,3 - - Tremori - - - - 8,8 Diarrea 4 5,3 8,4 4 7,9 Aneiaculazione 7 1,9 13,3 12,9 3,3 I valori in tabella esprimono la differenza percentuale tra pazienti trattati con SSRI rispetto a quelli trattati con placebo che hanno sperimentato i diversi effetti collaterali. I risultati sono stati ottenuti da una revisione complessiva dei molteplici studi condotti a riguardo (Modificata da Devane35 e Baldwin36) SSRI: Sindrome da sospensione Molto minore che con TCA o BDZ Paroxetina, sertralina, fluvoxamina e citalopram: emivita di 12-24 ore, possibile sindrome da sospensione (ansia, vertigini, disturbi visivi, nausea, agitazione, insonnia). Non sindrome da sospensione con fluoxetina, che però ha un lungo wash-out (settimane). Le 5 azioni dell’antidepressivo triciclico FARMACI ANTIDEPRESSIVI: Triciclici Efficacia non dimostrata in depressione infantile Effetti indesiderati: . anticolinergici (secchezza orale, stipsi, ritenzione urinaria, visione indistinta, sedazione), . anti-alfa-1-adrenergica (ipotensione,stordimento), . anti-istaminici (aumento di appetito, sonnolenza). Cardiotossicità dose-dipendente (>5 mg/kg/die). Morti improvvise in bambini in terapia con triciclici. Overdose: blocco dei canali del Na, aritmie letali 5% lenti idrossilatori: variabilità (30 volte) in livelli ematici PRINCIPALI EFFETTI COLLATERALI DEI TRICICLICI Nome Anti Sonnolenza Insonnia Ipotensi Agitazione Ortost colinergici° Aritmie Disturbi gastrointestin. Increm peso amitriptilina 4 4 0 4 3 0 4 amoxapina 2 2 2 2 3 0 1 bupropione 0 0 2 0 1 1 0 desipramina 1 1 1 2 2 0 1 doxepina 3 4 0 2 2 0 3 imipramina 3 3 1 4 3 1 3 maprotilina 2 4 0 0 1 0 2 nortriptilina 1 1 0 2 2 0 1 protriptilina 2 1 1 2 2 0 0 trimipramina 1 4 0 2 2 0 3 0. assente o raro 1. 2. intermedio 3. 4. relativamente comune Nuovi AD ad azione combinata su 5HT-NA 1) Noradrenergic-Serotonergic Reuptake Inhibitor (NSRI): venlafaxina. A bassi dosaggi è un SSRI, a dosaggi medi ed alti anche blocco della ricaptazione di NA, a dosaggi molto alti riduzione della ricaptazione della DA. Duloxetina: azione NSRI anche a dosaggi standard 2) Noradrenergic and Specific Serotonergic Antidepressant (NaSSA): mirtazapina Blocco di autorecettori NA presinaptici alfa2, disinibizione della trasmissione NA e 5HT. Ridotti effetti sessuali, ridotta ansia ed insonnia. Blocco H1: sedazione e aumento di appetito. ANTIDPRESSIVI E RISCHIO SUICIDARIO 27.10.2003: FDA (USA): Reports on suicidality in pediatric patients treated with antidepressant medications for major depressive disorder. 10.12.2003: Commitee of Safety of Medicines (UK): Use of selective serotonin reuptake inhibitors in children and adolescents with major depressive disorder. 2004 UK: Whittington et al (The Lancet 2004): evidenze di rapporto favorevole tra efficacia clinica documentata e rischio suicidario solo per fluoxetina. European Medicines Agency (EMEA) 06.06.2006 “..estensione della indicazione della fluoxetina in bambini di 8 anni o più, con depressione moderata o grave, che non hanno risposto a terapia psicologica. I benefici dell’uso di fluoxetina superano i rischi, ma la casa produttrice è chiamata ad ulteriori studi sul profilo di sicurezza”. “.. La fluoxetina dovrebbe essere usata in associazione con psicoterapia in pazienti che non hanno risposto alla sola psicoterapia per 4-6 sedute” “Dose iniziale 10 mg, eventualmente 20 mg dopo 12 settimane; valutazione per almeno 9 settimane” USA: Escitalopram in adolescenti depressi > 17 aa. Results of the Analysis of Suicidality in Pediatric Trials of Newer Antidepressants Psychopharmacologic Drugs Advisory Committee and the Pediatric Advisory Committee Tarek A. Hammad, MD, PhD, MSc, MS Senior Medical Reviewer Division of Neuropharmacological Drug Products Center for Drug Evaluation and Research, FDA Codes for Columbia University Classification • • • • • • • • • • • • 1: suicide attempt (n=27) 2: preparatory actions (n=6) 3: self-injurious behavior, intent unknown (n=24) 4: self-injurious behavior, no intent, primarily to affect circumstance (n=2) 5: self-injurious behavior, no intent, primarily to affect internal state (n=5) 6: suicidal ideation (n=45) 7: other: accident 8: other: psychiatric 9: other: medical 10: not enough information (n=7) 11: self-injurious behavior, no suicidal intent (n=4) 12: “other” Hammad (FDA, 2004) 24 studi controllati con AD (4852 soggetti) 16 studi depressione, 8 studi ansia-DOC. 20 studi inclusi (4 senza eventi). Nessun suicidio completato. Suicidalità: 4% nei trattati vs. 2% in placebo Self-harm ratio: Depressione: 1.66 (95% CI 1.02-2.68); Tutte le indicazioni: 1.95 (95% CI 1.28-2.98). Nei 17 studi con strumenti valutazione di suicidalità non differenza antidepressivi- placebo. Overall relative risks (RR) of suicidal behavior or ideation (codes 1, 2, & 6) by drug Drug Relative Risk (95% CI), MDD trials Celexa 1.37 (0.53, 3.50) Luvox No MDD trials Paxil 2.15 (0.71, 6.52) Prozac * 1.53 (0.74, 3.16) Zoloft 2.16 (0.48, 9.62) Effexor XR 8.84 (1.12, 69.51) Remeron 1.58 (0.06, 38.37) Relative Risk (95% CI), all trials, all indications 1.37 (0.53, 3.50) 5.52 (0.27, 112.55) 2.65 (1.00, 7.02) 1.52 (0.75, 3.09) 1.48 (0.42, 5.24) 4.97 (1.09, 22.72) 1.58 (0.06, 38.37) Serzone No events No events Total 1.66 (1.02, 2.68) 1.95 (1.28, 1.98) * Note that TADS data are added to Prozac 71 Prozac, all indications (Fixed effect model) Risk ratio (95% CI) % Weight Study PROZ(MDD, TADS) 4.62 (1.02,20.92) 16.2 PROZ(MDD,HCCJ) 0.30 (0.01,7.02) 12.9 PROZ(MDD,HCJE) 1.01 (0.34,3.03) 48.9 PROZ(MDD,X065) 1.00 (0.15,6.81) 16.4 PROZ(OCD,HCJW) 1.38 (0.06,32.87) 5.6 Overall (95% CI) 1.52 (0.75,3.09) .01 .1 1 10 100 Risk ratio Suicidal Behavior or Ideation [codes 1, 2, & 6] 72 Zoloft, all indications (Fixed effect model) Risk ratio (95% CI) % Weight Study ZOLO(MDD,501001) 6.57 (0.34,125.49) 12.9 ZOLO(MDD,501017) 1.01 (0.15,7.02) 49.8 ZOLO(OCD, 0498) 0.34 (0.01,8.16) 37.3 Overall (95% CI) 1.48 (0.42,5.24) .01 .1 1 10 100 Risk ratio Suicidal Behavior or Ideation [codes 1, 2, & 6] 73 Celexa, MDD (Fixed effect model) Risk ratio (95% CI) % Weight Study Placebo is worse Drug is worse CELE(MDD,18) 0.46 (0.04,4.95) 29.1 CELE(MDD,94404) 1.74 (0.60,5.05) 70.9 Overall (95% CI) 1.37 (0.53,3.50) .01 .1 1 10 100 Risk ratio Suicidal Behavior or Ideation [codes 1, 2, & 6] 74 Paxil, all indications (Fixed effect model) Risk ratio (95% CI) % Weight Study PAXIL(MDD,329) 3.78 (0.43,33.21) 18.2 PAXIL(MDD,377) 1.58 (0.33,7.69) 46.3 PAXIL(MDD,701) 1.96 (0.18,21.30) 17.9 PAXIL(OCD, 704) 3.24 (0.13,78.62) 8.5 PAXIL(SAD, 676) 6.62 (0.34,127.14) 9.1 Overall (95% CI) 2.65 (1.00,7.02) .01 .1 1 10 100 Risk ratio Suicidal Behavior or Ideation [codes 1, 2, & 6] 75 Effexor, All indications (Fixed effect model) Risk ratio (95% CI) % Weight Study EFFEX (GAD, 396) EFFEX(GAD, 397) 1.03 (0.07,16.11) 49.5 EFFEX(MDD,382) 7.43 (0.39,141.66) 24.3 EFFEX(MDD,394) 10.15 (0.57,181.03) 26.1 Overall (95% CI) 4.97 (1.09,22.72) .01 .1 1 10 100 Risk ratio Suicidal Behavior or Ideation [codes 1, 2, & 6] 76 Time to Event Analysis: Hazard Functions for All SSRIs in MDD Trials 57 events, 1812 patients, ten trials • Note that TADS data are NOT added H az a rd Fu nc tio n .00 0 2 .00 0 3 .00 0 4 .00 0 5 .00 0 6 .00 0 7 Smoothed Hazard Estimates, SSRIs, MDD Trials 4 events (1 drug and 3 placebo) 0 10 trials, 57 events, 1812 patients 20 40 Days Placebo 60 SSRI 80 78 Antidepressant-induced suicide risk Il meccanismo è sconosciuto Ipotesi proposte –Behavioral activation –Switch maniacale o misto –Persistenza della depressione –Miglioramento incompleto (energymood dissociation) –Oscillazioni nei livelli ematici degli antidepressivi (assunzione irregolare) Potential “Activation” Syndrome Defined as Treatment-Emergent Hostility or Agitation Overall relative risks of treatment-emergent agitation or hostility by drug in MDD trials Drug Celexa Paxil Prozac * Zoloft Effexor XR Remeron Serzone All drugs Relative Risk (95% CI), MDD trials 1.87 (0.34, 10.13) 7.69 (1.80, 32.99) 1.01 (0.40, 2.55) 2.92 (0.31, 27.83) 2.86 (0.78, 10.44) 0.52 (0.03, 8.27) 1.09 (0.53, 2.25) 1.79 (1.16, 2.76) * Note that TADS data are NOT added to Prozac 81 Clinical response and risk for reported suicidal ideation and suicide attempts in pediatric antidepressant treatment: A meta-analysis of randomized controlled clinical trials. Bridge et al, JAMA 2007; 297: 1683-96 27 studi controllati con AD (4751soggetti) 15 studi con depressione, 6 studi con DOC. 6 studi con ansia (non DOC). Nessun suicidio completato. Studi su depressione maggiore 15 trials, 2910 pazienti Rate of response 61% (95% CI 47% to 53%) in trattati con AD 50% (95% CI 47% to 53%) in placebo Risk difference 11% (95% CI 7% to 15%), NNT 10 (95% CI 7 to 15). Rate of suicidal ideation/suicide attempt 3% (95% CI 2% to 4%) in trattati con AD 2% (95% CI 1% to 2%) in placebo Risk difference 1% NNH 112. Studi su Disturbo Ossessivo Compulsivo 6 trials, 705 pazienti Rate of response 52% (95% CI 46% to 57%) in trattati con AD 32% (95% CI 27% to 37%) in placebo Risk difference 20% (95% CI 7% to 15%) NNT 6 (95% CI 4 to 8). Rate of suicidal ideation/suicide attempt 1% (95% CI 0% to 2%) in trattati con AD 0.3% (95% CI -0.3% to 1%) in placebo Risk difference 0.5% NNH 200. Studi su Disturbi d’Ansia (non DOC) 6 trial, 1136 pazienti Rate of response 69% (95% CI 65% to 73%) in trattati con AD 39% (95% CI 35% to 43%) in placebo Risk difference 37% (95% CI 23% to 52%). NNT 3 (95% CI 4 to 8). Rate of suicidal ideation/suicide attempt 1% (95% CI 0.2% to 2%) in trattati con AD 0.2% (95% CI -0.2% to 0.5%) in placebo Risk difference 0.7% NNH 143. CONFRONTO TRA INDICAZIONI Il rischio di ideazione suicidaria/tentativi di suicidio (analisi solo su adolescenti) è maggiore nel disturbo depressivo rispetto a disturbi d’ansia non OCD (OR 9.9, 95% CI 1.6 to 406.3) e OCD (OR 5.8, 95% CI 0.9 to 237.3). Il rischio risulta minore rispetto allo studio FDA (7 studi in più inclusi nella meta-analisi) CONCLUSIONI NNT va da 3 a 10 mentre il NNH da 112 a 200, indicando un rapporto rischi benefici favorevole. Il rischio di complessivo di suicidalità per ogni trattamento va nella direzione di un aumento, ma non statisticamente significativo. Anche se importante questo dato consente un uso prudente e monitorizzato. TADS Treatment for Adolescents with Depression Study Obiettivi Valutare l’efficacia di: • farmacoterapia antidepressiva (fluoxetina) • psicoterapia cognitivo-comportamentale • loro combinazione • confronto con gestione clinica con placebo nel trattamento di adolescenti con Disturbo Depressivo Maggiore . Finanziamento pubblico, multicentrico TADS Caratteristiche del Campione •439 Soggetti •Età media = 15 anni •54% Maschi TADS Caratteristiche Cliniche •Depressione Moderata - Grave CDRS-R (media): 60, CGAS (media):50 Durata media della malattia > 1 anno • 50% con comorbidità 40% con un altro disturbo di umore o ansia 25% con disturbo dirompente del comportamento 15% con ADHD (1/3 assumeva psicostimolanti) TADS Esclusione di Suicidalità • Ospedalizzazione entro 3 mesi • “Alto rischio” • Azioni suicidarie negli ultimi 6 mesi • Intenzionalità o attiva pianificazione • Ideazione suicidaria con famiglia disorganizzata TADS Response rate over 12 weeks 100 80 71% 61% 60 43% 35% 40 20 0 COMB FLX CBT PBO Response rate over 12 weeks CDRS: Adjusted Means (ITT) Mean CDRS Score - Adjusted 60 COMB 50 FLX CBT PBO entry 40 30 Baseline response Week 6 Stage I Assessments Week 12 TADS Number Needed to Treat (CGI-I) 14 12 10 8 6 4 2 0 COMB FLX CBT TADS Remission (CDRS < 28) Rate at 3 months 40 37 35 30 23 25 20 16 17 CBT PBO 15 10 5 0 FLX COMB TADS PSICOTERAPIA vs. FARMACOTERAPIA Remissione: Comb: 37%, Flx: 23%, CBT: 16%, Plc: 17%. 50% dei pazienti responders a CGI hanno sintomi residui. Tempi di risposta: Comb e Flx hanno tempi di risposta più rapidi di placebo (COMB più rapido di Flx). Comb più rapido di CBT Qualità della vita (HoNOSCA, C-GAS): Superiore COMB Maggiore efficacia in più giovani, meno depressi, migliore funzionamento, minore hopelessness, minore suicidalità. Comb > Flx in moderate, non in più gravi Response rate over 12 months 100 90 Tx Response Rate (%) LOCF Adjusted Data (N=439) 80 70 60 COMB 50 FLX 40 CBT 30 20 10 0 Wk12 Wk18 Wk36 Assessment Mo 12 Moderatori di efficacia del trattamento Gravità della depressione: Moderata: COMB>FLX>CBT>PBO Grave-gravissima (CDRS 60 o >): COMB=FLX>PBO=CBT Il vantaggio del trattamento combinato rispetto al farmaco da solo è evidente soltanto per gli adolescenti con depressione meno grave Moderatori di efficacia del trattamento Combo e fluoxetina: più rapido inizio di efficacia e tempo di risposta stabile (combo > fluoxetina) Predittori negativi: durata della depressione, comorbidità e gravità alla baseline. Fluoxetina: > effetto di placebo nei più gravi (effect size .69 vs .39). Funzionamento globale, qualità della vita: solo il Combo è superiore al placebo in tutte le variabili, Fluoxetina superiore a CBT solo in global functioning (C-GAS), CBT not superiore al placebo in nessuna variabile. Combo più probabile che sia più favorevole come costiefficacia (uso di servizi, ecc) rispetto a monoterapie. Suicidal Ideation Questionnaire 30 28 Mean Total Score 26 24 COMB 22 FLX 20 CBT 18 PBO 16 14 12 10 Baseline Week 6 Stage I Assessments Week 12 TADS PSICOTERAPIA vs. FARMACOTERAPIA TADS: rischio suicidario prospettico, baseline-endpoints. Baseline: ideazione suicidaria nel 29% (item CDRS, Suicidal Ideation Questionnaire-Jun. High School); endpoint 10.3% (migliiramento < nel gruppo fluoxetina). Nessun suicidio si è verificato nello studio; 24 soggetti (5.5%) hanno presentato eventi correlati a suicidio. La suicidalità abbassata in tutti i 4 gruppi, con la riduzione maggiore nel gruppo di trattamento combinato (.002). Minore miglioramento con solo fluoxetina. La fluoxetina non ha aumentato i tentativi di suicidio, ma tali eventi si sono stati più frequenti nei soggetti trattati con SOLA fluoxetina. Suicidal Events During Acute Treatment Relative Risk for FLX v. COMB = 2.5 12 10 8 6 4 2 0 COMB FLX CBT PBO TADS Rate of suicidal events over 9 months (TADS 2007) TADS 16 14 12 14.7% 10 8 8.4% 6 6.3% 4 2 0 FLX COMB CBT Suicidal ideation at baseline and suicide event during TADS • SIQ-Jr score of 31 or greater was significantly associated with emergence of suicide event – Of 125 patients with SIQ>30 • 15% had a suicidal event – Of the 303, with SIQ<31 • 8% had a suicidal event [Vitiello et al., 2009] Suicidal events in TADS (Vitiello et al., 2009) Prime 2 sett.: 27/44 (2.2/sett); successive 24: 17/44 (0.7/sett) Adolescents with suicidal events in TADS (N=31) (Vitiello et al., 2009, in press) entry before event CGI-severity CGI-improvement 4.7 (1.3) - 4.0 (1.3) 3.2 (1.1) ADS-depression ADS-irritability 21.0 (7.7) 13.2 (8.5) 2.0 (0.9) 1.7 (1.1) CONCLUSIONI Fattori di rischio • • • • Incompleto miglioramento Persistenza di depressione (auto-valutazione) Pre-esistenza di ideazione suicidaria Non irritabilità, acatisia, agitazione e insonnia Rischio persistente lungo tutto il follow-up (3 mesi) CONFRONTO ADOLESCENTI-ADULTI 145,095 pazienti UK, primary care. Outcome measures: suicidi (n=69) e condotte suicidarie non fatali (n=1969). OR 0.99 per condotte non fatali e 0.57 per suicidio. Ma OR 1.59 condotte non fatali in soggetti < 18 anni (p=.02) (nessun suicidio completato). Martinez et al., Br Med J, 2005. A Case-Control Study of Antidepressants and attempted suicide ……. Results: Among children, antidepressant treatment was associated with a significant increase in suicide attempts (OR = 2.08, cases, N = 51; controls, N = 239; p = .03). Among adults, antidepressant treatment was not significantly related to risk of suicide attempts (OR = 0.85, N = 185; controls, N = 893; p = .44), among adult males, antidepressants were associated with a significant protective effect (OR = 0.32, N = 57; controls, N = 268; p = .01). Olfson and Marcus, 2008 CONFRONTO ADOLESCENTI-ADULTI FDA (meta-analisi): 100,000 patients from 372 placebo-controlled trials (Stone et al., BMJ 2009) OR: 0.85 per ideazione suicidaria (Id.Suic), 1.12 per comportamenti suicidari (Comp. Suic.). > 64 anni (OR=0.37 per Comport. + Ideazione Suicidaria; 0.06 per comportamento suicidario), 25-64 anni (OR=0.79 per Comport. + Ideaz. suicidarie, 1.03 per comportamento suicidario). < 25 anni: rischio aumentato (OR= 1.62 per Comport.+ Ideaz. suicidarie, 2.30 per comport. suicidario). Rischio assente in responders < 25 anni (OR=0.97), trend in non responders (OR=3.46, p=.08). Annual Suicide Rates for Persons Aged 10 to 17 Years and 18 to 19 Years in U.S., 1996-2005 Bridge, J. A. et al. JAMA 2008;300:1025-1026. STUDI DI POPOLAZIONE Durante la fase di aumento di uso di antidepressivi (1992-2001), il suicide rate si è ridotto da 6.2 a 4.6 per 100,000 (Gibbons et al., 2005). All’aumento di un punto percentuale di SSRI ha corrisposto una riduzione di 0.23 suicidi per 100.000 adolescenti all’anno (Olfson, 2003). Antidepressivi e trend secolare di suicidio adolescenziale (Gibbons et al., 2007) Nel 2003-2004, come effetto delle indicazioni delle agenzie regolatorie, l’uso di SSRIs si è ridotto del 22% sia in USA che in Olanda. In Olanda il suicide rate in adolescenza è aumentato del 49%, con relazione inversa rispetto alle prescrizioni di SSRI. In USA, il suicide rate è aumentato del 14%, l’aumento maggiore dal 1979. Questi studi di popolazione suggeriscono che l’aumentato uso di antidepressivi non è associato ad aumento del suicide rate. The Treatment of Adolescent Suicide Attempters (TASA) Vitiello et al, in press, Brent et al., 2009 Subject Inclusion Criteria • Outpatients • Between the ages of 12-18 • DSM-IV MDD, DD-NOS, or dysthymia (no bipolar and comorbidities) • Recent suicide attempt (within past 90 days) • CDRS-R score ≥ 36 (clinic. depressed) • IQ ≥ 70 Treatments 124 adolescents randomized (n=22) or made a choice (n=102) towards: - a specialized psychotherapy for suicide attempters (n=17), - pharmacotherapy (SSRIs, plus lithium in non responders) (n=14) - both (n=93), followed up for 6 months. TASA: RISULTATI Psicoterapia + farmaci: 70% miglioramento (CGI-I) e 50% remissione a 24 settimane. Tentativi o ideazione suicidaria con necessità di ricovero inferiori all’attesa, e simili a quelli di soggetti con depressione senza rischio suicidario. Una strategia di trattamento intensivo e combinato può essere efficace, con miglioramenti e remissioni simili a quelli di pazienti depressi non suicidari Conclusioni (1) L’aumento del rischio di suicidalità in adolescenti trattati con antidepressivi rispetto al placebo in studi controllati è debole, ma coerente nei diversi studi e tipi di antidepressivo. Il rischio non è evidente se vengono usati con strumenti standardizzati di valutazione del rischio suicidario. Il rischio di suicidalità con antidepressivi è maggiore negli adolescenti che negli adulti. Conclusioni (2) Studi epidemiologici non confermano la relazione tra aumentato uso di antidepressivi e suicide rate in adolescenza; al contrario, emerge una relazione inversa, sia in USA che in Europa. E’ probabile una dissociazione nel mondo reale tra ideazione suicidaria, comportamenti autolesivi e suicidio, con possibile diversi effetti degli antidepressivi sui diversi livelli di suicidalità, e possibili diverse basi biologiche di questi fenomeni Conclusioni (3) Predittori di aumentato rischio suicidario in trattamento con antidepressivi ? (ideazione preesistente, risposta insoddisfacente). Un buon modo di ridurre il rischio suicidario è trattare efficacemente la depressione. Difficoltà di studi sistematici di rischio per eventi estremamente rari come il suicidio (necessità di campioni molto ampi, durata dello studio molto lunga), con diverse variabili da esplorare (età, sesso, patologia, farmaci), e diversi meccanismi implicati (activation, acatisia, ipomania, etc). TORDIA: Depressione adolescenziale resistente al primo SSRI (8settimane) 334 adolescenti con MDD Randomizzazione per 12 settimane a -Un altro SSRI -Un altro SSRI + CBT -Venlafaxina -Venlafaxina + CBT -Risultato: terapia combinata meglio che monoterapia, SSRI = Venlafaxina, ma minori effetti indesiderati. (Brent et al., 2008) TORDIA: Depressione adolescenziale resistente al primo SSRI (8 settimane) Predittori di risposta favorevole: - Depressione meno grave - Minori conflitti familiari - Assenza di compostamenti autolesivi (non suicidari) Predittori di > risposta al trattamento combinato: - > comorbidità, non storia di abuso, minore helplessness Trattamento: Depressione lieve Fase 1: valutazione, chiarificazione, sostegno rassicurante ed empatico a bambino e famiglia, azione sull’ambiente. Fase 2: 70-80% dei pazienti non si riprenderanno entro 3-4 settimane: Iniziare un intervento psicoterapico (durata media 6 mesi, frequenza settimanale, poi quindicinale). Valutazione degli elementi di contesto (famiglia, scuola, gruppo sociale) Trattamento: Depressione moderata Fase 1: valutazione, chiarificazione, sostegno rassicurante ed empatico a bambino e famiglia, azione sull’ambiente. Intervento psicoterapico. Fase 2: Valutazione di efficacia dopo 3 mesi. In assenza di significativo miglioramento, valutazione degli elementi di contesto (famiglia, scuola, gruppo sociale). Proposta di associazione con intervento farmacologico (fluoxetina) Fase 3: Escitalopram, Venlafaxina, Triciclici, potenziamento (litio). Trattamento: Depressione grave Fase 1: Valutazione di gravità, sensibilità al trattamento non farmacologico (breve) Fase 2: terapia integrata farmacologica (fluoxetina) e psicoterapica; sostegno familiare. Fase 3: assenza di risposta alla terapia integrata. Rivalutare diagnosi, comorbidità, compliance, condizioni ambientali, malattie fisiche. Rivalutare la psicoterapia. Cambiamento di farmacoterapia (sertralina, escitalopram; TCA). Potenziamento con stabilizzatori. Associazione di antidepressivi con diversi meccanismi d’azione. Tattica del trattamento farmacologico Attendere 4-6 settimane in pazienti con risposta scarsa o nulla, 6-8 settimane in pazienti con risposta parziale. Dopo tale periodo cambiare trattamento. Nelle prime settimane di trattamento effettuare un monitoraggio ravvicinato (ogni settimana), per valutare compliance, effetti indesiderati, peggioramento, ipomania, tendenze suicidarie. Effetti collaterali: ridurre permangono, sospensione. il dosaggio. Se Fase di continuazione Dopo la remissione, continuazione per almeno 6-12 mesi, a dosaggio pieno, con controlli ogni mese. Interruzione dopo 5 mesi: ricaduta nel 60% con placebo, 34% con farmaco (Emslie et al., 2004). Al termine del periodo di continuazione sospensione graduale, dilazionata per 8 settimane (riduzione non più rapida di 1/4 del dosaggio alla settimana). Informare sulla possibilità di ricaduta (50% a 5 anni). Valutazione ogni 2-4 mesi dopo la sospensione. Depressione Bipolare • Treat the illness, not the episode!! • Stabilizzatori (monoterapia o combinazione) – Litio – Lamotrigina • Antidepressivi (solo sotto copertura!) • Antipsicotici atipici - Quetiapina – Aripiprazolo • Psicoterapia Errori comuni nella pratica clinica • Uso eccessivo di antidepressivi • Uso intempestivo di antipsicotici (tipici- atipici) • Sotto-utilizzazione dei sali di litio • Sotto-utilizzazione stabilizzanti (dosi inadeguate) • Sospensione brusca dei Sali di litio • Sospensione brusca degli stabilizzanti • Sospensione dei trattamenti (ipomania) • Sottovalutazione dell’uso di sostanze Naturalistic Study of 32 Patients With Bipolar Disorder in a Psychiatric Clinic Misdiagnosed and Treated As Unipolar Depressives • 55% developed a manic/hypomanic episode on antidepressants • 23% developed new or accelerated rapid cycling Ghaemi, 2000 Lower suicide risk with long-term lithium treatment • Among 5647 patients (33473 patient-years of risk) in 22 studies, • suicide was 82% less frequent during lithiumtreatment (0.159 vs. 0.875 deaths/100 patient-years). • the computed risk-ratio in studies with rates on/off lithium was 8.85 (95% CI, 4.12-19.1; P<0.0001). Tondo L, Hennen J, Baldessarini RJ Lower suicide risk with long-term lithium treatment in major affective illness: a meta-analysis. Acta Psychiatr Scand. 2001 Sep;104(3):163-72. CONCLUSIONI Usare i farmaci con parsimonia Usare i farmaci dopo attenta valutazione diagnostica (es. depressione bipolare!) e gravità Associare psicoterapia e farmacoterapia Monitorare attentamente nelle prime settimane Usare il ricovero ospedaliero nei casi di farmacoterapia e rischio suicidario (in studi controllati esclusi i soggetti suicidari!) CONCLUSIONI Scelta del trattamento Considerare: - età (bambini versus adolescenti) - gravità (forme moderate o gravi) - presenza di sintomi psicotici o bipolarità - storia precedente (trattamenti efficaci) - stressors ambientali - disponibilità del paziente e della famiglia - disponibilità di risorse dei servizi - disponibilità della famiglia al monitoraggio - costi Disturbo ossessivo-compulsivo in età evolutiva: clinica e trattamento GABRIELE MASI IRCCS Stella Maris, Istituto di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Calambrone (Pisa) DSM IV (1994): Forme infantili: Disturbo da ansia di separazione (Mutismo selettivo) Forme comuni a bambini ed adulti: Disturbo d'ansia generalizzata (ex disturbo iperansioso) Disturbo di panico (con o senza agorafobia) Fobia sociale (ex disturbo di evitamento) Fobia specifica Disturbo ossessivo-compulsivo Disturbo post-traumatico da stress Disturbo d’ansia dovuto a condizione medica generale Disturbo d’ansia indotto da sostanze Disturbo d’ansia NAS Ossessione Idea, pensiero, immagine o impulso persistente, vissuti, almeno in alcune fasi del disturbo, come intrusive e senza senso, causano ansia e disagio marcati, e sono riconosciuti come prodotto della propria mente e non imposte dall’esterno Compulsione Comportamento ripetitivo (es. lavarsi le mani, ordinare, controllare) o atto mentale (es. pregare, contare, ripetere parole in silenzio), da eseguire spesso in risposta ad un’ossessione o secondo determinate regole rigide, per neutralizzare o prevenire un disagio o evento o situazione temuti, con sensazione soggettiva di coercizione, e senza alcun piacere nella sua esecuzione. Dimensione ossessivo-compulsiva Tendenza incoercibile a compiere pensieri, movimenti, comportamenti complessi, parzialmente o totalmente al di fuori del controllo della volontà, con un giudizio critico variabile nelle diverse condizioni e nei diversi soggetti. Dimensione riscontrata in diversi quadri clinici, accomunati dalla appartenenza ad un unico “spettro ossessivocompulsivo”, e frequentemente associati tra loro nei soggetti affetti e nei loro familiari Spettro Ossessivo-Compulsivo EDs Ipocondria Dismorfismo Corporeo corporeo Depersonalizzazione DOC Disturbi della condotta alimentare S. di Tourette Comportamenti ripetitivi in DPS Hollander, 2001 Comorbidità lifetime per disturbo del controllo degli impulsi Compulsione Impulsi Baer, 1994 Black, 1998 Berthier, 1998 Winsberg, 1999 Hanna et Al., 2002 Samuels et Al. 2002 Seedat et Al., 2002 .Comportamenti ripetitivi .Prevengono/riducono ansia ox Egodistonici Non associati a piacere .Comportamenti ripetitivi .Motivati da ricerca di sensazione .Egosintonici .Associati a piacere/addiction CARATTERISTICHE CLINICHE DEI DISTURBI DEL CONTROLLO DEGLI IMPULSI (DSM IV TR) • Fallimento nel resistere all’impulso, alla spinta o alla tentazione di mettere in atto comportamenti potenzialmente dannosi per la persona o gli altri • Una crescente tensione e arousal (attivazione) prima di commettere l’atto •Un senso di piacere, gratificazione e sollievo nel momento in cui viene messo in atto il comportamento (acting out) o subito dopo A.P.A. 2000 Disturbi del Controllo degli Impulsi • Gioco d’Azzardo Patologico: eccessivo assorbimento, tentativi falliti di smettere, quantità crescenti di danaro, irritabilità agli impedimenti, rincorsa delle perdite, ecc. • Cleptomania: ricorrente incapacità di resistere all’impulso di rubare oggetti privi di valore • Piromania: abitudine ad appiccare il fuoco per piacere o riduzione di tensione, senza vantaggio • Tricotillomania: strappamento ricorrente dei capelli, con rilevante perdita di capelli-peli • Disturbo Esplosivo Intermittente: episodi di incapacità di resistere ad impulsi aggressivi sproporzionati rispetto a fattori scatenanti • DCI NAS Disturbi del Controllo degli Impulsi • DCI NAS (categoria in espansione) – Oniomania (Shopping patologico) – Nuove dipendenze (cellulari, computer, videogiochi, ecc.) – Comportamento Sessuale Compulsivo – Skin picking – Automutilazione – Disturbo da abuso nicotina, alcool e sostanze psicoattive ICDS: GENDER PREDOMINANCE • Sesso maschile - Gioco d’azzardo patologico - Disturbo esplosivo intermittente - Piromania - Comportamenti sessuali compulsivi • Sesso femminile - Cleptomania - Tricotillomania - Comportamenti autolesivi - Acquisto compulsivo - Binge eating ICD N.O.S. PROBLEMATICHE CLASSIFICATIVE Compulsive Tricothill. Eating D. Klept. PG Pyromania IED Bipolar Behavioral addict. Dependence Hollander et al, 1995 McElroy et al, 1996 Volkow et al, 2000 COMORBIDITA’ CLINICA: ICD-OCD-DISTURBI DELL’UMORE (DB) –USO DI SOSTANZE • Comorbidità tra ICD nos e OCD è stata riportata in percentuali dal 13% al 53% • Comorbidità con i disturbi dell’umore: 24% - 95% • Comorbidità con dipendenza da sostanze: 12 % - 95% • Comorbidità crociata tra ICD e altri ICD: 50 - 95% Somatoforme Dist. Impulsivi Disturbi alimentari ADHD Dist. Contr. Impulsi DEI Gioco d’azzardo Piromania, Cleptomania Comp. sex Dipendenze patologiche Ipoc Dismorf corporeo AN BN DOC Pedofilia TS Dist. Depers Dissociativo Fenomeni ripetitivi Autismo Parafilie Tic SPETTRO OSSESSIVO-COMPULSIVO-IMPULSIVO Polo compulsivo • • • • • • Polo impulsivo Ipervalutazione della minaccia ed evitamento del rischio Ipo-valutazione delle possibili conseguenze negative del comportamento orientato alla ricerca del rischio Disturbo ossessivo-compulsivo Disturbo da dismorfismo corporeo Anoressia nervosa Dist. da depersonalizzazione Ipocondria Sindrome di Tourette • • • • • • DOC Ipoc BDD AN Dep ADHD, Disturbo della condotta e Antisociale Disturbi del controllo degli impulsi Parafilie Compulsioni sessuali Bulimia Nervosa Anoressia Nervosa tipo Binge Eating TS Bulimia PG Sex comp ADHD APD Certezza Incertezza DOC BDD Idee prevalenti Ossessività DOC delirante BDD delirante Delirio DISTURBO DI DISMORFISMO CORPOREO - Esordio più frequente in adolescenza - Preoccupazione per un difetto nell’aspetto corporeo, immaginario o sproporzionato . Faccia (naso, bocca), testa, capelli, acne, rughe, cicatrici, pallore, rossore, sudorazione, peluria, ecc. . Altre parti: genitali, mammelle, natiche, addome, coscie. . Estrema sofferenza soggettiva, grave limitazione funzionale. DISTURBO DI DISMORFISMO CORPOREO . Continue verifiche (superfici riflettenti) . Continue manipolazioni (pulizia, pettinarsi, eliminazione di peli, cosmetici, ecc). . Evitamento (specchi, lavaggio, ecc,). . Manovre di miglioramento (diete, attività fisica, abbigliamento) . Aspetti deliranti, persecutori, riferimento . Isolamento sociale (scuola, lavoro, amicizie) . Interventi chirurgici correttivi . Rischio suicidario DISTURBO DEI TIC Disturbo transitorio da tic: tic motori e/o vocali, singoli o multipli, che durano più di 4 settimane, ma meno di 12 mesi. Disturbo cronico da tic: tic motori o vocali, durata > 12 mesi, interruzioni non > 3 mesi (?). Sindrome di Gilles de la Tourette: tic motori e vocali, non necessariamente concomitanti, durata > 12 mesi (?), con interferenza funzionale Diverse modalità di espressionein un continuum, derivante da una comune vulnerabilità genetica. SINDROME DI TOURETTE (ST) - Tic motori, semplici (clonici o tonici), complessi (tipo compulsioni), coproprassia, ecoprassia, comportamenti autolesivi (?) - Tic fonici: semplici (suoni), complessi (parole o frasi), a volte ritualistiche (contare, ripetere), coprolalia (5% in bambini, 25% in adulti), ecolalia, palilalia. - Andamento fluttuante, con variazioni anche in tempi brevi. Possibilità di inibizione temporanea. Componenti sensitive premonitorie (tipo aura) in una parte del corpo, semplici (prurito, formicolio) o complesse, con tensione e conflitti sul fare il tic, ridotta dal tic, ma poi la tensione aumenta di nuovo nella stessa zona o in altre parti del corpo. Comportamenti a specchio su aspetti bizzarri o sgradevoli, ripetuti, che poi diventano un tic Comportamenti complessi non osceni, ma socialmente inappropriati (Non Obscene Socially Inappropriate behaviors o NOSI): es. offendere persone, esprimere critiche crudeli o beffarde. Tali comportamenti vengono espressi come una urgenza non sopprimibile, spesso comprendono nel rituale una reazione aggressiva o pericolosa nell’ambiente esterno, che spesso si verifica (es. litigi, percosse, denunce). Fenotipo prototipico ST “pura”: tic motori e fonatori ST “ad espressione completa”: con coprofenomeni, ecofenomeni, palifenomeni ST “complicata”: con importanti comorbidità (DOC, ADHD, comportamenti autolesivi, ecc.). DOC Ripetitività, compulsività, egodistonia, perfezionismo, ansia associata Disturbo del controllo degli impulsi Incoercibilità, impulsività, egosintonia, percezione di piacere Disturbo da dismorfismo corporeo Ripetitività, compulsività, egosint/distonia, perfezionismo, controllo, ansia associata Disturbo del movimento (tic) Ripetitività, stereotipie, impulsività, afinalismo, involontarietà DOC: 0.5% in età scolare, 1-3% in adolescenza (5-10% forme subcliniche). Il 50% di tutti i DOC esordisce prima dei 15 anni. In età adulta non significative differenze di sesso, in età evolutiva prevalenza del sesso maschile. Misconoscimento delle forme ad esordio precoce. - Tendenza a nascondere il disturbo, scarso insight - Diagnosi sbagliata - Confusione tra forme transitorie e forme stabili - Mancanza di compromissione funzionale • • • • • • • • • Tipi di ossessione Rupofobia (ossessioni di sporcizia; ossessioni di contaminazione con sostanze infette liquidi biologici, sostanza radioattive; ossessioni di ammalarsi o far ammalare) Ossessioni dubitative (aver chiuso correttamente serrature, rubinetti, interruttori; aver omesso qualcosa di importante) Ossessioni a contenuto auto- o eteroaggressivo (sia verbali che fisiche; essere responsabili di incidenti o calamità naturali) Ossessioni sessuali (proposte sessuali, impulsi parafilici, omosessualità, fantasie di stupro) Ossessioni numeriche (relative a calcoli più o meno complessi, numeri fortunati o sfortunati) Ossessioni di collezione/accumulo (di oggetti o denaro) Ossessioni religiose (idee di commettere peccato, impulso a bestemmiare) Ossessioni esistenziali (ruminazioni o dubbi sull’essenza e il perché del mondo, della vita e di Dio) Altre ossessioni (necessità di conoscere e ricordare, timore di non dire le cose esattamente, immagini intrusive, suoni parole o musica intrusivi, color con significati particolari) Tali comportamenti non determinano una soddisfazione; più spesso sono associati a ansia, dubbio, disgusto, disforia, ecc., crescente sensazione soggettiva di tensione che tende ad aumentare fino a che il rituale non ha raggiunto il suo compimento. Spesso la ripetizione del rituale non comporta un rilascio della tensione, ma addirittura una sua progressiva intensificazione. Ogni tentativo di ostacolare la ripetitività determina un acuto aumento di tensione ed impulsività-aggressività, spesso associata al DOC. Tali manifestazioni possono modificarsi nel tempo, senza evidenti pattern di progressione, e talvolta più rituali possono coesistere. Sono rare le forme pure ossessive o compulsive. Le compulsioni possono essere mentali, e possono essere confuse con le ossessioni. Es. ossessione di essere dominato dal peccato, compulsione a silenziose preghiere mentali, spesso non evidenti dall’esterno. La componente egodistonica (conflitto tra le ossessionicompulsioni e la propria volontà) non sempre è presente in età evolutiva, quando il bambino o l’adolescente sembrano privi di critica sulla irragionevolezza dei loro comportamenti. Il DSM IV ha inserito l’assenza di insight come specificatore che individua uno specifico sottotipo di DOC, con assenza di critica sulla irragionevolezza delle manifestazioni cliniche, nel quale il confine con manifestazione psicotiche simil-deliranti è piuttosto labile. Sintomi OC in età evolutiva 9 eccessiva meticolosità nella esecuzione dei compiti 9 leggere ripetutamente brani scolastici 9 cancellare ogni piccola imperfezione 9 ripassare con la penna le lettere appena scritte 9 paura di sporcarsi 9 dubbi o ruminazioni esistenziali 9 patofobia 9 rituali sulle funzioni escretorie o sull’addormentamento 9 richieste ai familiari di ripetere parole o frasi 9 collezioni bizzarre Significativi se persistenti, ricorrenti, invalidanti; monitorare in caso di familiarità per DOC e/o tic. DOC subclinico Frequenti ossessioni-compulsioni subcliniche nella popolazione generale: interesse eccessivo per la pulizia, rituali di ordine, abitudini ritualizzate, spinta a ripetere le azioni o le verbalizzazioni, accumulare oggetti. Il 20% riporta questi comportamenti, considerandoli privi di significato ma non invalidanti, l’8% riferisce che essi occupano almeno 1 ora al giorno, ed il 3% afferma che essi rappresentano un elemento frequentemente o costantemente disturbante. Confine tra tic complessi e compulsioni. I rituali sono preceduti da una volontà o una intenzione, i tic sono privi di componente mentale. Ma: molti tic complessi hanno, prima del fenomeno motorio, una componente cognitiva, mentre in età evolutiva alcuni rituali sono talmente automatici da essere molto simili a tic. La comorbidità con ST individua un sottotipo distinto di DOC, specifico per prevalenza nei maschi, età di esordio più precoce, caratteristiche fenomenologiche (minore frequenza di ossessioni di contaminazione e lavaggi, più frequentiossessioni/compulsioni di ordine/simmetria, o ossessioni sessuali-religiose aggressive e rituali di controllo), diversa risposta ai trattamenti farmacologici (minore risposta a monoterapia con farmaci serotonergici). A naturalistic study of referred children and adolescents with obsessivecompulsive disorder. Masi G, Millepiedi S, Mucci M, Bertini N, Milantoni L, Arcangeli F J Am Acad Child Adolescent Psychiatry, 2005; 44(7): 673-681. STUDIO CLINICO • 94 BAMBINI O ADOLESCENTI CON DIAGNOSI DI DOC NEL PERIODO COMPRESO TRA GENNAIO 2001 E APRILE 2004 • 8-18 ANNI, ETA’ MEDIA 13.6 ± 2.8 • 33 IN RICOVERO, 61 AMBULATORIALI • ESCLUSI DISTURBI PERVASIVI DELLO SVILUPPO/PSICOSI/RITARDO MENTALE • TUTTI HANNO RICEVUTO UN SSRI Masi et al., J Am Acad Child Adolesc Psychiatry, 2005 Fenotipi in base ai sintomi (Leckman, 2001): analisi fattoriale delle manifestazioni cliniche (Y-BOCS) ¾ Ossessioni aggressive, sessuali, religiose, compulsioni di controllo (Ossessioni) ¾ Ossessioni e compulsioni di simmetria e di ordine (Ordine/Simmetria) ¾ Ossessioni su sporco e contaminazioni, rituali di lavaggio (Contaminazione/pulizia) ¾ Ossessioni e compulsioni di accumulo (Accumulo) Phenomenology and comorbidity of obsessive-compulsive disorder in 257 referred children and adolescents. G.Masi, S.Millepiedi, G.Perugi, C.Pfanner, S.Berloffa, C.Pari, M.Mucci Psychopathology, in stampa. Campione totale •257 soggetti •174 maschi (67.7%); Età media: 13.6 anni ± 2.7 Età di esordio: 10.1 anni ± 2.9 CGI-S: 5.5 ± 0.8 CGI-I: 2.3 ± 0.8 C-GAS 41 ± 6.0 Comorbidità Generalized Anxiety Disorder Separation Anxiety Disorder Panic Disorder Social Phobia Simple Phobia 101 (39.3) 73 (28.4) 41 (16.0) 98 (38.1) 47 (18.3) Depression Bipolar Disorder 70 (27.2) 88 (34.2) Tic 81 (31.6) ADHD Oppositional Defiant Disorder Conduct Disorder 44 (17.1) 58 (22.6) 24 (9.3) Ruolo del sesso Femmine: contaminazione/pulizia 9Tipologia di DOC Maschi: ordine/simmetria 9Non differenze in termini di età di esordio e compromissione clinica 9Comorbidità Maschi: • ↑comorbidità esternalizzante ⇒ ADHD ⇒ ↑ uso stimolanti • ↑comorbidità con tic ⇒ ↑ uso antipsicotici atipici Femmine: ↑comorbidità internalizzante ⇒ DAS e DAP Esordio pre-puberale (n=170, 66.1%) e post-puberale (n=87, 33.9%): comorbidità 41,1 40,2 38,8 36,8 32,2 31,2 31 37 32,9 27,6 25,3 23 19,5 20,7 18,8 17,20 Prepuberi 20 puberi 14,1 11,5 DAG DAS DAP FS Fs Depr DB tic ADHD 12,6 9,4 9,2 DOP DC DIFFERENZE IN RAPPORTO ALLA TIPOLOGIA DI DOC Tipologie di DOC ∗ Maggiore comorbidità internalizzante: Ossessioni • DAP • Depressione ∗ Sesso maschile ∗ Maggiore comorbidità con Tic Ordine Antipsicotici ∗ Minore comorbidità internalizzante Tipologie di DOC ∗Minore gravità (CGI-S, C-GAS) Contaminazione ∗Migliore risposta ai trattamenti (79,2% Responders) ∗Maggiore comorbidità ansiosa: •DAG •DAS Tipologie di DOC ∗Prevalenza nel sesso maschile ∗Età maggiore alla consultazione Accumulo ∗Maggiore gravità e compromissione funzionale (CGI-S, C-GAS) ∗Maggiore comorbidità: •Fobia Sociale •Disturbo Bipolare ∗Minore risposta ai trattamenti Il ruolo della comorbidità: tic/Tourette 9 Sesso maschile 9 Età esordio precoce 9 Maggiore tipologia di ordine/simmetria, minore di contaminazione/lavaggio DOC+Tic 9 Maggiore comorbidità esternalizzante ADHD DAG 9 Minore comorbidità internalizzante DAP Depressione 9 Minore risposta a monoterapia con SSRI 9 Maggiore utilizzo antipsicotici atipici Il ruolo della comorbidità: ADHD 9 Sesso maschile 9 Esordio precoce 9 Minore miglioramento clinico DOC+ADHD 9 Comorbidità con • Disturbo Bipolare • DOP/Disturbo della condotta • Tic 9 Maggiore utilizzo di stimolanti OBSESSIVE-BIPOLAR COMORBIDITY: FOCUS ON CHILDREN AND ADOLESCENTS Masi G, Perugi G, Toni C, Millepiedi S, Mucci M, Bertini N, Akiskal HS. (J Affect Disord, 2004, 78, 175-183) BIPOLAR COMORBIDITY IN PEDIATRIC OBSESSIVE-COMPULSIVE DISORDER: CLINICAL AND TREATMENT IMPLICATIONS. Masi G, Perugi G, Millepiedi S, Toni C, Mucci M, Pfanner C, Berloffa S, Pari C, Akiskal HS. (J Child Adolesc Psychopharmacol, 2007, 17, 475-486) Comorbidità DB-DOC OCD-BP N=30 Age, mean (sd) 14.2 (3.1) Sex (male), 18 (60.0) Age onset BP 11.5 (3.1) Age onset OCD 8.7 (2.6) BD, Type II 15 (50.0) Pharm.hypom. 9 (30.0) Index Episode, n (%) - Depressive 10 (33.3) - (Hypo)mania 12 (40.0) Mixed 8 (26.7) BP N=37 OCD N=35 p 14.6 (3.4) 21 (56.7) 11.8 (3.0) ---11 (29.7) 8 (21.6) 13.9 (3.0) 26 (74.3) ---11.3 (2.2) ------- ns ns ns <.0001 .09 ns 13 (35.1) 17 (45.9) 7 (18.9) ---------- ns (Masi et al., J Affect Disord., 2004) Lifetime comorbidity, n (%) BD-OCD (27) Social phobia 8 (26.7) Panic Disorder 10 (33.3) Separation Anx. 5 (16.7) Gen.Anx. Dis 5 (16.7) Cond. Dis. (CD) 4 (13.3) ADHD 5 (16.7) ADHD+CD 6 (20.0) Initial CGI-S* 4.8 (0.7) Final CGI-S* 2.7 (1.0) BD (34) OCD (30) 12 (32.4) 5 (13.5) 6 (16.2) 5 (13.5) 11 (29.7) 12 (32.4) 19 (51.3) 5.0 (0.8) 3.1 (1.0) 6 (17.1) 9 (25.7) 10 (28.6) 27 (77.1) 2 (5.7) 1 (2.8) 3 (8.6) 4.4 (0.5) 2.0 (0.7) ns ns ns <.0001 .02 .004 .0001 .005a .0001b Scheffe’s procedure a=BPD vs OCD; b=BPD+OCD, BPD vs OCD (Masi et al., J Affect Disord, 2004) IMPLICAZIONI CLINICHE In bambini con esordio molto precoce di un disturbo ossessivo-compulsivo dovrebbe essere valutata, attraverso una attenta anamnesi familiare e personale, ed attraverso una valutazione del temperamento, la possibilità di una vulnerabilità bipolare. La possibilità di una ipomania iatrogena dovrebbe essere ricercata, in particolare in presenza di una comorbidità depressiva, o con disturbi d’ansia multipli. Conclusioni Una sottotipizzazione del DOC ad esordio pediatrico sulla base del fenotipo e/o della comorbidità può non solo migliorare la caratterizzazione clinica, ma anche individuare popolazioni più omogenee in termini biologici (es.genetica, bioimmagini), prognostici (storia naturale) e terapeutici (trattamenti più specifici e tempestivi) IL DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO Il trattamento GABRIELE MASI IRCCS Stella Maris, Calambrone (Pisa) PEDIATRIC OCD TREATMENT STUDY (POTS) Team Cognitive-behavior therapy, sertraline, and their combination for children and adolescents with obsessive-compulsive disorder: the Pediatric OCD Treatment Study (POTS) randomized controlled trial. JAMA, 2004, 292, 1969-76 Efficacia a breve termine (12 settimane) di psicoterapia cognitivo-comportamentale specifica per DOC (CBT) o SSRI (sertralina) o la combinazione di entrambi i trattamenti (rispetto a placebo) in 112 bambini ed adolescenti, di età compresa tra 7 e 17 anni RISULTATI Superiorità statisticamente significativa di CBT da sola (P = .003), sertralina da sola (P = .007), e trattamento combinato (P = .001) confrontati con il placebo. Il trattamento combinato è risultato superiore alla CBT da sola (P = .008) ed alla sertralina da sola (P = .006), CBT e sertralina da sola non sono risultate significativamente diverse come efficacia. Site differences sono emerse per CBT e sertralina ma non per il trattamento combinato, suggerendo che questo intervento è meno suscettibile di variazioni legate al contesto. RESULTATI (II) La percentuale di remissione clinica per il trattamento combinato era 53.6% (95% CI, 36%-70%); per CBT da solo, 39.3% (95% CI, 24%-58%); per sertralina da sola, 21.4% (95% CI, 10%-40%); e per il placebo, 3.6% (95% CI, 0%-19%). La percentuale di remissione del trattamento combinato non differiva da quello della CBT da sola (P = .42) ma differiva da quello della sertralina da sola (P = .03) e dal placebo (P<.001). CBT da sola non differiva da sertralina da sola (P = .24). I 3 trattamenti attivi sono risultati ben tollerati, senza evidenza di condotte auto- o etero-lesive legate al trattamento. Overall strategies for acute phase treatment of OCD (The Expert Consensus Guideline Series. Treatment of OCD, 1997) Selection of initial treatment based on severity and age CBT (consider adding SRI if more acceptable to patient) Milder OCD Any age Severe OCD Adult CBT + SRI; or SRI alone Adolescent CBT alone; or CBT + SRI Child CBT (consider adding SRI if more acceptable to patient) TERAPIA FARMACOLOGICA La terapia farmacologica può ridurre l’intensità della sintomatologia OC, dei disturbi associati, e migliorare la qualità della vita. Solo una minoranza dei soggetti trattati presenta totale remissione dei sintomi. La maggior parte (60%) presenta una risposta parziale, con attenuazione della gravità clinica (30-60%), ma miglioramento della qualità della vita. Una minoranza di soggetti (20-30%) appare invece farmacoresistente. SELECTIVE SEROTONIN INHIBITORS (SSRI) REUPTAKE Fluoxetina, Paroxetina, Sertralina, Fluvoxamina, Citalopram, Escitalopram Assenza di effetti anticolinergici Assenza di cardiotossicità Minore incremento ponderale Minori sintomi da sospensione Assenza di letalità in overdose Azione terapeutica degli SSRI sull’espressione genica Quindi al termine della trasmissione extra ed intracellulare c’è la sintesi di nuove proteine. Perché tale sintesi è così importante nalla comprensione della patologia e della cura? Le proteine che vengono prodotte possono avere funzioni di supporto strutturale, o possono essere trasmettitori, modulatori, recettori, trasportatori, enzimi, fattori trofici che agiscono favorendo lo sviluppo di aree specifiche. Tutto questo può condizionare il funzionamento delle cellule e delle loro connessioni. EFFETTI CLINICI Rafe-lobi frontali: effetto antidepressivo Rafe-lobo limbico ed ippocampo: effetto antiansia-panico Rafe-nuclei della base: effetto anti-ossessivocompulsivo Rafe-ipotalamo: effetto antibulimico e condotte binge-eating Randomized, controlled trials of SSRIs in pediatric OCD (I) Dose (mg/day) Age (years) Authors Study design N Length (weeks) Mean Range Mean Range Riddle et al. 1992 Crossover, fluoxetine, p-c 7+6 8 20 20 11.8 11.8 8-15 Geller et al. 2001 Parallel, fluoxetine, p-c 71+3 2 13 24.6 20-60 11.4 11.4 7-17 Liebowitz et al. 2002 Parallel, fluoxetine, p-c 21+2 2 16 65.5 20-80 13.0 12.3 6-18 p-c=placebo-controlled Randomized, controlled trials of SSRIs in pediatric OCD (II) Dose (mg/day) Age (years) Authors Study design N Length (weeks) Mean Range Mean Range March et al. 1998 Parallel, sertraline, p-c 92+9 5 12 167 25-200 12.6 12.6 6-17 Riddle et al. 2001 Parallel, fluvoxamine, pc 57+6 3 10 165 50-200 13.4 12.7 8-17 Geller et al. 2001 Withdrawal, paroxetine, p-c 95+9 8 16 32.2 10-60 11.8 11.6 8-17 Geller et al. 2002 Parallel, paroxetine, p-c 98+1 05 10 23.0 10-50 11.3 11.3 7-17 p-c=placebo-controlled PRIMA SCELTA A) Prepuberi: - Sertralina - Fluvoxamina B) Adolescenti:-Sertralina o Fluvoxamina - (Fluoxetina, Citalopram, Escitalopram) In caso di fallimento di un SSRI passare ad un secondo SSRI o valutare la clomipramina dopo il primo fallimento PRIMA SCELTA C) DOC grave: possibile partire con clomipramina anziché SSRI, monitorare ECG Possibile dosaggio dei livelli di CMI (per effetti indesiderati) Rapporto CMI/DCMI: se > 1: ok se <1: aggiungere Fluvox In assenza di risposta: aggiungere Fluvox, con CMI/DCMI>1. Monitoraggio ECG (3 mesi). PRINCIPALI EFFETTI COLLATERALI DEGLI SSRI Anti colinergici° Sonnolenza Insonnia Agitazione Ipotens Ortost Aritmie Disturbi gastrointestin. Increm peso fluoxetina 0 0 2 0 0 3 0 fluvoxamina 0 3 0 0 0 4 0 paroxetina 1 1 0 0 0 3 0 sertralina 0 1 1 0 0 3 0 citalopram 1 1 0 0 0 3 0 0. assente o raro 1. Nome 2. intermedio 3. 4. relativamente comune Effetti collaterali degli SSRI in differenza percentuale rispetto a quelli osservati in pazienti trattati con placebo Effetti collater. Fluvoxamin Fluoxetin 26,0 11 14,3 16,4 21,4 Xerostomia 4 3,5 7 6 20,0 Sonnolenza 14 5,9 7,5 14,3 17,9 Emicrania 2 4,8 1,3 - - Tremori - - - - 8,8 Diarrea 4 5,3 8,4 4 7,9 Aneiaculazione 7 1,9 13,3 12,9 3,3 Nausea Sertralina Paroxetina Citalopram I valori in tabella esprimono la differenza percentuale tra pazienti trattati con SSRI rispetto a quelli trattati con placebo che hanno sperimentato i diversi effetti collaterali. I risultati sono stati ottenuti da una revisione complessiva dei molteplici studi condotti a riguardo (Modificata da Devane35 e Baldwin36) Response rate to SRIs in RCTs for OCD Chouinard et al, 1990 Clomipramine group, 1991 Mavissakalian et al 1991 Montgomery et al, 1993 Tollefson et al, 1994 Greist et al, 1995 Goodman et al, 1996 Goodman et al, 1997 Kronig et al, 1999 Montgomery et al, 2001 0% 20% 40% 60% 80% Le 5 azioni dell’antidepressivo triciclico Which SSRI? A meta-analysis of pharmacotherapy trials in pediatric OCD CMI>SSRIs statistically CMI: potential arrhythmogenic effect in children Geller et al. Am J Psychiatry 2003; 160: 1919-1928 Randomized, controlled trials of Clomipramine in pediatric OCD Dose (mg/day) Authors Study design Flament et al. 1985 Age (years) N Length (weeks) Mean Range Mean Range Crossover, p-c 19+1 9 10 141 50-200 14.5 10-18 Leonard et al. 1989 Crossover, desipramine 23+2 5 10 150 153 25-250 25-250 13.9 7-19 March et al. 1990 Parallel, p-c 8+8 10 190 50-200 15.0 15.0 10-18 Leonard et al. 1991 Substitution, desipramine 11+9 8 143 123 50-225 50-250 14.7 8-19 DeVeaugh-Geiss et al. 1992 Parallel, p-c 31+2 9 8 75-200 14.5 14.0 10-17 p-c=placebo-controlled FARMACI ANTIDEPRESSIVI: Triciclici Efficacia non dimostrata in depressione infantile Effetti indesiderati: . anticolinergici (secchezza orale, stipsi, ritenzione urinaria, visione indistinta, sedazione), . anti-alfa-1-adrenergica (ipotensione,stordimento), . anti-istaminici (aumento di appetito, sonnolenza). Cardiotossicità dose-dipendente (>5 mg/kg/die). Morti improvvise in bambini in terapia con triciclici. Overdose: blocco dei canali del Na, aritmie letali 5% lenti idrossilatori: variabilità (30 volte) in livelli ematici PRINCIPALI EFFETTI COLLATERALI DEI TRICICLICI Anti colinergici° Sonnolenza Insonnia Agitazione Ipotensi Ortost Aritmie Disturbi gastrointestin. Increm peso amitriptilina 4 4 0 4 3 0 4 amoxapina 2 2 2 2 3 0 1 bupropione 0 0 2 0 1 1 0 desipramina 1 1 1 2 2 0 1 doxepina 3 4 0 2 2 0 3 imipramina 3 3 1 4 3 1 3 maprotilina 2 4 0 0 1 0 2 nortriptilina 1 1 0 2 2 0 1 protriptilina 2 1 1 2 2 0 0 trimipramina 1 4 0 2 2 0 3 Nome 0. assente o raro 1. 2. intermedio 3. 4. relativamente comune CLOMIPRAMINA (CMP) Molti studi in età adulta ed età evolutiva. Metaanalisi: superiore a SSRI (Geller et al., 2002) Per effetti collaterali non è farmaco di prima scelta (DOC grave!). Utilizzato nelle forme resistenti agli SSRI. Es. associare inizialmente all’SSRI un basso dosaggio di CMP (25-50 mg), valutare l’effetto di associazione (interazioni? ECG!). In caso di risposta favorevole: - mantenere la combinazione SSRI-CMP al livello più basso, oppure - sostituire SSRI con CMP (fino a 200-250 mg, non superando 5 mg/kg), con preliminare ECG e controlli. CMP endovena in farmacoresistenti? (parziale salto del primo passaggio epatico, parziale conversione di CMP in dimetil-CMP, ad azione noradrenergica). Eventuale associazione con SSRI orale. Drugs for Obsessive-Compulsive Disorder Usual starting Average target Usual maximum Clomipramine 12.5-25mg 100-250 mg 250 mg Fluoxetine 10-20 mg 40-60 mg 80 mg Fluvoxamine 25-50 mg 200 mg 300 mg Paroxetine 10-20 mg 50 mg 60 mg Sertraline 25-50 mg 150 mg 250 mg Citalopram 10-20 mg 40-60 mg 60 mg Differenze tra uso dei serotonergici in DOC e depressione. La latenza nella comparsa dei sintomi clinici è maggiore, fino a 10-12 settimane. Per considerare un paziente farmacoresistente deve essere atteso un tempo più lungo. Nei primi 10 giorni di cura può comparire un aumento della tensione, che può interferire, in assenza di adeguato sostegno, con la compliance. I dosaggi efficaci sono maggiori di quelli usati nei disturbi d’ansia o umore (es. 300 mg/die di fluvoxamina, o 250 mg di sertralina, o 250 di clomipramina), anche se questo aumenta il rischio di effetti indesiderati (e richiede un attento monitoraggio cardiologico). DRUG TREATMENT OF OCD Time to response • MEAN RESPONSE LATENCY: • FULL THERAPEUTIC RESPONSE: 6-8 WEEKS 12 WEEKS Mean CY-BOCS score 52-week open label extension in children and adolescent OCD pts who responded to a 12 week treatment with sertraline 25 20 15 10 5 0 4 8 12 16 20 24 28 32 36 40 44 48 52 Weeks Cook et al. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry 2003; 40: 1175 – 1181 DRUG TREATMENT OF OCD Time to response 38% of patients who had not improved after 16 weeks of treatment with CBT or SRI could be classified as treatment responder after 6 months of continued treatment De Haan et al. Acta Psychiatr Scand 1997; 96: 354-361 SINDROME DA SOSPENSIONE Molto minore che con TCA o BDZ Sertralina, fluvoxamina e (es)citalopram possono dare una sindrome da sospensione, con ansia, vertigini, disturbi visivi, nausea, agitazione, insonnia, che può simulare la ricomparsa della sintomatologia originaria. Necessità di sospensioni graduali. La sindrome da sospensione è virtualmente assente con fluoxetina Approach to treatment-resistant OCD patients SRIs trial correct dosage at least 12 weeks unsatisfactory response Switch •NSRI •Intravenous Augmentation: •Antipsychotics •CBT Switch to: a) another compound, i.g. venlafaxine b) intravenous formulation Intravenous Clomipramine for OCD refractory to oral Clomipramine: A Placebo-controlled study Intravenous clomipramine is more effective than intravenous placebo for patients with OCD with a histhory of inadequate response or intolerance to oral clomipramine Fallon et al. Arch Gen Psychiatry, 1998; 55: 918-924 Nuovi AD ad azione combinata su 5HT-NA Noradrenergic-Serotonergic Reuptake Inhibitor (NSRI): Venlafaxina:A bassi dosaggi è un SSRI, a dosaggi medi ed alti anche blocco della ricaptazione di NA, a dosaggi molto alti riduzione della ricaptazione della DA. Venlafaxine vs. Clomipramine in the treatment of OCD: a preliminary single-blind, 12-week, controlled study Responders (↓ Y-BOCS ≥ 35% and CGI global improvement < 3) Last Observation Carried Forward 42,5% 45% 34,6% No statistically significant differences 30% 23,1% 12,8% 15% 0% N = 26 0,0% 2,1% T1 4 weeks T2 8 weeks Venlafaxine T3 12 weeks Clomipramine Albert, Aguglia, Maina, Bogetto J Clin Psychiatry 2002; 63: 1004-1009 N = 47 TRATTAMENTO DELLE FORME RESISTENTI Sinergia con blocco dopaminergico, per compensare la (possibile) iperfunzione dopaminergica nigrostriatale. Neurolettici (pimozide, aloperidolo) con blocco D2. Antipsicotici atipici (risperidone, olanzapina, quetiapina, aripiprazolo). Limiti: sedazione, iperprolattinemia, aumento di peso. Soggetti con comorbidità o con familiarità per tic e s. di Tourette; assenza di insight; sintomi schizotipici o schizofreniformi; ossessioni “simil-deliranti”; disturbi pervasivi dello sviluppo (es. s. di Asperger). POTENZIAMENTO CON ANTIPSICOTICI (RISPERIDONE) INDICAZIONE PER FORME CON TIC, TRATTI SCHIZOTIPICI, SCARSO INSIGHT BUON EFFETTO SU UMORE, COMPORTAMENTO (STATI DI ECCITAZIONE IATROGENI) ED ANSIA (?) TALVOLTA POSSIBILE PEGGIORAMENTO DEI SINTOMI DOC EFFICACY OF ARIPIPRAZOLE AUGMENTATION IN 39 ADOLESCENTS WITH TREATMENT REFRACTORY OBSESSIVE-COMPULSIVE DISORDER Masi G, Pfanner C, Millepiedi S, Berloffa S J Clin Psychopharmacol , submitted. ABSTRACT 39 adolescents (28 M, 11 F, age 12-18 years, mean 14.6 ± 1.2 years). Mean final aripiprazole dose 12.2 ± 3.4 mg/day. 27 patients (59.0%) CGI-I 1 or 2 (Very Much or Much Improved) and CGI-S 3 or below and were considered responders. CGI-S from 6.0 ± 0.9 at the baseline (severely to extremely severely ill), to 3.5 ± 1.0 (mild to moderately ill) at the end of the follow-up (p<.0001), C-GAS from 39.2 ± 5.8 to 49.8 ± 9.0 (p<.0001). Responders were less impaired at the baseline in terms of functional impairment (CGAS) (p=.004), but not in terms of clinical severity (CGI-S). Subtypes of OCD, comorbidity and absence of insight did not affect clinical response. Mild transitory agitation (10.3%), mild sedation (10.3%) and sleep disorders (7.7%), any of the patients discontinued medication because of side effects. In these severely impaired adolescents, aripiprazole augmentation of SRIs was well tolerated and effective in a more than half of the patients. What if antipsychotic augmentation is discontinued? A retrospective chart review In a 6-month follow-up after AP discontinuation • 83,3 % pts relapsed • 72,2 % pts relapsed within 2 months No relationship between relapses and • length of antipsychotic augmentation • type of antipsychotic • patients characteristics Maina, Albert, Bogetto Int Clin Psychopharmacol 2003; 18: 23-28. ALTRE STRATEGIE DI POTENZIAMENTO Add-on SSRI (short-life, non fluoxetina) Litio: potenziamento serotonergico, non mono; bene in comorbidità affettiva o come terzo farmaco Buspirone: scarsi dati Stimolanti: per apatia da SSRI, ADHD, (?) Pindololo, D-Cicloserina CLONAZEPAM (CNZ) Non vero potenziamento, ma trattamento sintomatico dell’ansia associata; non esistono evidenze controllate di un potenziamento antiossessivo specifico. Selezionare accuratamente la dose Titolazione lenta. Appena possibile sospendere. Possibile indicazione nelle fasi iniziali del trattamento, se si osserva aumento iniziale di ansia, insonnia, panico, GAD, ecc. Treatment decision for OCD Treatment of choice SSRI1 Switching SSRI2 CMI Augmentation SSRI + CMI NAP Other options venlafaxine E.V. CMI Lithium Clonazepam medication at the same dosage for at least 1 year NAP=New generation antipsychotic; SSRI2=second SSRI after SSRI1 has failed interventions supported by consistent randomized trials TATTICA DEL TRATTAMENTO Attendere 6-8 settimane nei pazienti con risposta scarsa o nulla, 12 settimane nei pazienti con risposta parziale. Dopo tale periodo cambiare trattamento. Nelle prime settimane di trattamento effettuare un monitoraggio ravvicinato (1-2 settimane), per valutare compliance, effetti indesiderati, peggioramento clinico (suicidalità). Effetti collaterali: sospensione. ridurre il dosaggio. Se permangono, Monitorare l’andamento con strumenti obiettivi Monitorare la possibile comparsa di sintomi ipomaniacali Fase di continuazione Dopo la remissione della sintomatologia, continuazione del trattamento per 12-18 mesi, a dosaggio pieno, con controlli almeno ogni 3 mesi. Al termine del periodo di continuazione sospensione graduale, dilazionata per 6-8 settimane (riduzione non più rapida di 1/4 del dosaggio alla settimana). Meglio ridurre 1/4 ed aspettare 2 mesi prima di un’altra riduzione. Informare circa la possibilità di ricaduta (60-70%). Valutazione ogni 4 mesi dopo la sospensione. Valutazione della possibilità di terapia di mantenimento (3 anni) dopo due o tre ricadute A naturalistic retrospective study of pharmacotherapy in pediatric obsessivecompulsive disorder. Masi G, Millepiedi S, Perugi G, Pfanner C, Berloffa S, Pari C, Mucci M. CNS Drugs, 2009 Campione in trattamento farmacologico (SRI in mono- o poli-terapia) •220 soggetti •152 maschi (69.1%) Età media: 13.9 anni ± 2.5 Età di esordio: 10.3 anni ± 2.9 CGI-S: 5.5 ± 0.8 C-GAS 41 ± 6.1 TIPOLOGIA DEL DOC (n=220): SOTTOTIPI Campione 220 6,4 20,5 36,4 Oss Ordine Contam Accumulo 31,5 Conclusioni In una popolazione non selezionata di soggetti DOC afferiti ad un centro di 3° livello per trattamento farmacologico meno della metà risulta responder al trattamento con una monoterapia SSRI, mentre 2/3 rispondono ad una poli-terapia. La tipologia con rupofobia e lavaggi e la comorbidità ansioso-depressiva sono più spesso associate a risposta positiva (anche con monoterapia), la tipologia con accumulo e la comobidità comportamentale a risposta negativa Personalità Ossessivo-Compulsiva • • • • • • • • • • • • • • • Scrupolosità, Meticolosità Attenzione per dettagli e regole Avarizia Perfezionismo Efficienza e dedizione al lavoro Autocontrollo eccessivo con incapacità ad esprimere emozioni, formalità Scarse spontaneità ed elasticità Scarse creatività e immaginazione Rigidità e moralismo Possessività Polemicità e ipercriticismo Iperresponsabilita’ Incertezza con tendenza a procrastinare impegni e decisioni Umore triste e arcigno Egosintonia del tratto IL DISTURBO POSTTRAUMATICO DA STRESS: CLINICA, FATTORI BIOLOGICI E RAZIONALE FARMACOLOGICO Gabriele Masi IRCCS Stella Maris per la Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Calambrone (Pisa) Disturbo post-traumatico da stress - Disturbo conseguente ad una esperienza fortemente traumatica, vissuta come una minaccia alla vita o alla integrità fisica propria o altrui, acuta o cronica. Acuto, se la durata dei sintomi è tra 1 e 3 mesi, cronico se supera i 3 mesi. Sotto 1 mese si parla di disturbo acuto da stress. - La durata dei sintomi varia, in rapporto alle caratteristiche della esperienza traumatica, alla personalità del soggetto e alla reazione dell'ambiente (in particolare la famiglia). Disturbo post-traumatico da stress (I) A) Intensità del trauma e reattività individuale (vulnerabilità-resilience) Il soggetto deve capire che gli sta capitando o che è testimone di qualcosa di pericoloso o terribile, deve sperimentare una condizione soggettiva di impotenza, deve percepire-registrare una memoria La maggior parte dei bambini esposti ad un trauma non soddisfa i criteri per DPTS. Importante considerare forme oligosintomatiche, che in età evolutiva molto più che in età adulta creano una grave interferenza con lo sviluppo. Disturbo post-traumatico da stress (II) B) Rievocazioni della esperienza traumatica attraverso ricordi, immagini (flashback), pensieri, sogni, oppure (particolarmente frequenti in bambini) attraverso comportamenti che ripetono direttamente o indirettamente l'esperienza traumatica (es. giochi, disegni, azioni), accompagnati da intensa sofferenza e reazioni vegetative di fronte a situazioni che simbolizzano il trauma. Correzione magica della esperienza traumatica, con deformazione della rievocazione. Disturbo post-traumatico da stress (III) C) Evitamento di stimoli connessi con l'esperienza traumatica (pensieri, sensazioni, conversazioni, attività, luoghi), talora con parziale amnesia dell'esperienza. Appiattimento emotivo-cognitivo: riduzione della partecipazione emotiva ad attività precedentemente coinvolgenti, regressione cognitiva, sentimento di distacco da figure precedentemente significative, restringimento della gamma di affetti, sentimenti pessimistici nei confronti del futuro. D) Iperattivazione: impulsività, irritabilità, startle, insonnia, difficoltà di concentrazione,ipervigilanza,. Disturbo post-traumatico da stress (IV) Criteri proposti per DSPT in bambini piccoli (Scheeringa et al., 1995) .Minore numero di sintomi richiesti per ciascuno dei cluster (forme oligosintomatiche). .Riferimento a sintomi più frequenti nei bambini piccoli: aggressività, ansia di separazione, ansie sul controllo sfinterico, paura del buio, paura di cose o situazioni non direttamente legate alla esperienza traumatica. .Durata minima di un mese, ma non necessità di una significativa compromissione funzionale. Disturbo post-traumatico da stress (V) Disturbi associati (I) Ansie di separazione, comportamenti adesivi, preoccupazioni per la salute propria o dei familiari (tipo DAS). Sintomi somatici tipo panico oligosintomatico. Temi di contaminazione e rituali di lavaggio in bambini o adolescenti con abuso sessuale. Sintomi depressivi: dalla demoralizzazione ad un quadro melancolico, sentimenti autopunitivi e di colpevolizzazione soprattutto nei bambini ed adolescenti che hanno subito abusi sessuali, con automutilazioni o condotte parasuicidarie. Disturbo post-traumatico da stress (VI) Disturbi associati (II) Comportamenti sessuali o aggressivi, tipo disturbo oppositivo-provocatorio o disturbo della condotta, reazione di presa di controllo di una situazione di pregressa passività, o identificazione con l’aggressore. Episodi psicotici acuti post-traumatici, a carattere confuso o delirante. Disturbi alimentari, di tipo bulimico, sono stati descritti con maggiore frequenza in adolescenti (anche maschi) sottoposti ad abusi sessuali. Disturbo post-traumatico da stress (VII) Aspetti evolutivi (I) Il DPTS assume caratteristiche diverse a seconda dell’età. Nei bambini più piccoli prevale la perdita delle acquisizioni, o il rallentato sviluppo di nuove competenze, l’evitamento, la tendenza al mutismo, l’enuresi, il succhiamento del dito, anche quando essi sono incapaci di riferire narrativamente i fatti. Talvolta esordio iniziale con ipereccitazione, e solo se il trauma cronicizza senza che un aiuto venga fornito, può emergere una condizione di immobilizzazione o di congelamento emotivo e vegetativo, con apparente “normalizzazione”. Disturbo post-traumatico da stress (VIII) Aspetti evolutivi (II) In età scolare calo scolastico, comparsa di comportamenti o atteggiamenti discordanti con quelli precedenti il trauma. Tendenza a rivivere l’esperienza traumatica. In adolescenza confusione, atteggiamenti infantili, massicce oscillazioni dell’umore (dal pianto alla aggressività), oppure cercare di vincere il senso di impotenza con atteggiamenti di iper-autonomia caricaturale. Disturbo post-traumatico da stress (IX) Aspetti evolutivi (III) Anche se il trauma è avvenuto in una fase precoce, esso può agire a distanza di tempo, quando la maturità cognitiva (o fisica-sessuale) determina una nuova rielaborazione della esperienza, una nuova chance di sviluppo, ma anche possibile situazione di crisi (ad es. la rielaborazione all’ingresso in pubertà di un abuso sessuale infantile). Questo può rappresentare un terreno di ulteriore vulnerabilità psicopatologica o sociale. I nostri circuiti cerebrali si sviluppano secondo modalità legate da un lato alla programmazione genetica, dall’altro alle esperienze post-natali che influenzano la formazione di ramificazioni dendritiche e sinapsi, e “scolpiscono” il cervello. Le connessioni umane influenzano la creazione di connessioni sinaptiche tra le cellule nervose. Esperienze positive e strutturanti, ma anche esperienze traumatiche possono avere un impatto sul SNC, in particolare in età evolutiva. Plasticità neurale RELAZIONI AMBIENTE-GENI-SNC Esperienze traumatiche influenzano la espressione di geni che a loro volta governano la struttura e la funzione del SNC, attraverso la sintesi di specifiche proteine, come fattori di crescita neurale (es. BDNF), neurotrasmettitori, recettori, trasportatori di membrana. Le esperienze traumatiche hanno un’azione tossica sulla struttura cerebrale, in particolare nelle aree limbiche e neocorticali responsabili della regolazione delle nostre emozioni. Gli studi sulle componenti biologiche del PTSD sono potenzialmente rivolti in due direzioni: -definizione delle conseguenze della azione del trauma sulla struttura e sulla funzione del SNC, che potrebbero rappresentare possibili obiettivi di trattamento. - individuazione di quelle condizioni di vulnerabilità che possono giustificare il fatto che solo una parte dei soggetti esposti ad una esperienza traumatica svilupperanno un PTSD; Vulnerabilità e resilience Solo il 25% dei soggetti esposti ad un trauma sviluppa un PTSD, percentuale legata alla intensità del trauma (Kessler et al., 1995). Circa la metà dei soggetti con un PTSD recupera. Perché tale variabilità nella vulnerabilità al trauma e nel recupero? Resilience, cioè la capacità di funzionare bene anche di fronte a condizioni molto avverse, per fattori psicologici, ma anche biologici. Ruolo dello sviluppo (Traumatologia evolutiva) I meccanismi biologici che mediano l’azione del trauma sono gli stessi in un bambino abusato ed in un adulto reduce di guerra? Gli effetti biologici a distanza di tempo, ad es. in adulti che hanno subito un trauma nell’infanzia, sono gli stessi che avremmo visto dopo il trauma? Le capacità plastiche del SNC consentono recuperi identici in tutto il corso della vita? Un trattamento in età evolutiva ha le stesse potenzialità di un trattamento in età adulta? Neurobiologia del PTSD Le strutture implicate nei processi di ansia fanno parte di un ampio network nel quale un ruolo critico centrale è giocato dal sistema limbico, ed in particolare dall’amigdala. Le strutture correlate con l’amigdala sono la corteccia prefrontale mediale ed orbitaria, il giro cingolato anteriore e posteriore, l’ippocampo, l’insula anteriore, il talamo e l’ipotalamo, diversi nuclei del tronco. IL SISTEMA LIMBICO IL SISTEMA LIMBICO Amigdala, ippocampo ed ipofisi Amigdala L’amigdala è la più importante interfaccia tra esperienza sensoriale (es. vedere un aggressore) ed i sistemi biochimici e comportamentali che rispondono a questa informazione, iniziando il cosiddetto circuito della paura, attraverso proiezioni a tronco (startle) e ipotalamo, attivazione del sistema nervoso vegetativo simpatico e parasimpatico e dell’asse ipotalamoipofisi-surrene. L’amigdala “decide” quindi se ci sarà una risposta allo stress e se si attiverà il circuito della paura. Amigdala L’amigdala è anche la sede principale delle memorie implicite emotive e somatiche. I sistemi neuromodulatori attivati dalla esperienza traumatica (noradrenalina e glucocorticoidi) influenzano l’immagazzinamento delle memorie. L’integrazione tra aspetti di memoria esplicita e le componenti più implicite, emozionali e somatiche, avviene nell’amigdala. Tali fenomeni (in amigdala, ippocampo, corteccia) avvengono sulla base di nuove sinapsi, regolate da proteine (CREB), prodotte da geni, modulati dalla esperienza. Amigdala Nelle reazioni non patologiche al trauma tali eventi si estinguono con il tempo, mentre nel PTSD una alterazione nella elaborazione dell’input sensoriale e nelle memorie causa esperienze perduranti di inappropriata vigilanza, con successiva rievocazione a seguito della esposizione a stimoli che attivano uno stato di sofferenza psicologica psicologico e di arousal vegetativo. Amigdala Attivazione PET in pazienti PTSD dopo stimolo uditivo o visivo collegato al trauma (Rauch et al., 1996; Shin et al. 1999; Liberzon et al., 1999). Differenze emodinamiche alla RMNf nella amigdala tra soggetti PTSD e soggetti con trauma ma senza PTSD (Rauch et al. 2000). L’attivazione dell’amigdala è particolarmente connessa con stimoli rievocanti indiretti o parziali, legati a risposte emozionali meno conscie e più automatiche ed implicite. Amigdala e PTSD dopo stimolo acustico Altre strutture come la corteccia frontale orbitaria, la corteccia temporo-polare e l’insula anteriore, risultano attivate in situazioni di rievocazione, sia pure in misura minore, anche in soggetti non PTSD ma esposti a trauma (Rauch et al., 1996). In sintesi, l’amigdala e le strutture suddette presentano in soggetti PTSD uno stato di aumentata eccitabilità. Corteccia prefrontale La corteccia prefrontale mediale ed il giro cingolato anteriore esercitano un controllo “dall’alto” sull’amigdala. In condizioni che rievocano il trauma adulti PTSD (esposti ad abuso sessuale infantile) e soggetti esposti allo stesso trauma, ma senza PTSD presentavano una attivazione paralimbica, orbitofrointale e cingolata posteriore (Shin et al., 1999), ma i soggetti PTSD evidenziavano una minore attivazione della corteccia prefrontale mediale (Bremner et al., 1999b, Liberzon et al., 1999) e del giro cingolato anteriore (Shin et al., 2001). Corteccia prefrontale mediale in PTSD (Bremner, 2002) Corteccia prefrontale In PTSD ci sarebbe una carenza nei processi di controllo della corteccia prefrontale mediale nel modulare l’attività dell’amigdala e di aree collegate, che impedisce processi di abituazione ed estinzione di stimoli legati al trauma. Soggetti PTSD presentano più rapide risposte condizionate ad esperienze traumatiche e le estinguono più lentamente (Orr et al., 2000). Questa caratteristica potrebbe esprimere una forma di vulnerabilità a sviluppare un PTSD? Asse ipotalamo-ipofisi-surrene STRESS, GLUCOCORTICOIDI, IPPOCAMPO L’ippocampo è particolarmente sensibile allo stress, in parte attraverso l’azione dei glucocorticoidi, con alterazione delle terminazioni sinaptiche, perdita di neuroni, ed inibizione della rigenerazione neuronale (Sapolski et al., 1990). Soggetti con morbo di Cushing hanno un minore volume ippocampale, in parte reversibile. L’ippocampo inibisce il release di cortisolo, lesioni ippocampali riducono la inibizione, con ulteriore danno ippocampale. STRESS, GLUCOCORTICOIDI, IPPOCAMPO RMN: riduzione (5-12%) di ippocampo in PTSD, confrontati con esposti a traumi infantili, ma non PTSD (Gurvits et al.,1996; Bremner et al.,1997). Talvolta ipocortisolemia in soggetti con PTSD, ma ipersensibilità agli effetti del cortisolo? Ipotesi alternativa: il ridotto volume ippocampale è precedente allo sviluppo di PTSD e rappresenta un fattore di vulnerabilità per PTSD? STRESS, GLUCOCORTICOIDI, IPPOCAMPO Il volume ippocampale in bambini PTSD dopo 1 e 6 mesi non è ridotto, (DeBellis et al., 1999). Il lobo limbico ha un incremento fisiologico di volume in adolescenza, che maschera la riduzione? Bambini ed adolescenti con PTSD hanno più piccoli volumi cerebrali, minore volume del calloso, e più ampi ventricoli laterali (DeBellis et al., 1999). I volumi cerebrali sono più ridotti se l’età di esordio dell’abuso è minore (effetto massimo nelle prime fasi dello sviluppo), e sono correlati con la durata dell’abuso e dei sintomi, indicando un effetto cumulativo del trauma. Effetti biologici maggiori nei maschi che nelle femmine? STRESS, GLUCOCORTICOIDI, IPPOCAMPO La valutazione spettroscopica di N-acetilaspartato (NAA), marker di densità neuronale, ha dimostrato differenze sensibili (18%) in PTSD (Schuff et al., 1997). Bambini ed adolescenti PTSD presentano un ridotto livello di NAA nel giro cingolato anteriore e nella corteccia prefrontale mediale (DeBellis et al., 2000). Minore controllo top-down su amigdala? Ippocampo e PTSD (Villareal et al., 2002) STRESS, GLUCOCORTICOIDI, IPPOCAMPO Regolazione genica della proliferazione neurale gestita da fattori trofici, regolata da fattori endogeni ed ambientali (es. glucocorticoidi). Brain Derived Neurotrophic Factor (BDNF), con effetti su ippocampo ed altre aree del SNC. Lo stress è associato ad una riduzione della sintesi di BDNF ippocampale (da aumento di glucocorticoidi?) che potrebbe mediare atrofia o morte neuronale in ippocampo ed in altre sedi (Zhang et al., 1998). I trattamenti farmacologici (es. SSRI) possono agire proprio su tali aspetti. Azione terapeutica degli SSRI sull’espressione genica Attivazione di un gene Regolazione genicaParte I Regolazione genicaParte II Mapping adolescent brain change reveals dynamic wave of accelerated gray matter loss in very early onset schizophrenia Thompson et al. PNAS 2001 Mapping adolescent brain change reveals dynamic wave of accelerated gray matter loss in very early onset schizophrenia Thompson et al. PNAS 2001 STRESS, GLUCOCORTICOIDI, IPPOCAMPO Ad es. SSRI aumentano il BDNF ippocampale, attraverso un aumento della espressività dei geni che codificano tali fattori trofici, attraverso la proteina CREB, una proteina intracellulare che regola la trascrizione dei geni (Nibuya et al., 1995), con crescita di dendriti in ippocampo. L’ippocampo presenta inusuali capacità di rigenerazione, che sono soppresse dalla azione cronica dei glucocorticoidi. La plasticità dell’ippocampo IPPOCAMPO, MEMORIA E PTSD Esperienze traumatiche possono bloccare la memoria esplicita (semantica ed autobiografica), più legata all’ippocampo ed al consolidamento corticale. Alcuni aspetti della esperienza verranno registrati a livello implicito (amigdala), che non comprende la partecipazione della coscienza, e non dà luogo a ricordi espliciti ed al senso di ricordare. IPPOCAMPO, MEMORIA E PTSD Dissociazione tra memoria esplicita, autobiografica, nei confronti del trauma o di alcune sue componenti (“amnesia psicogena”) e memoria implicita, con reazioni emozionali, le sensazioni corporee e le immagini collegate al trauma. Questa dissociazione aumenta il rischio di sviluppare un PTSD. Psicoterapia e/o farmacoterapia possono avere un effetto organizzante, anche per la capacità plastica che il sistema limbico conserva tutta la vita. IPPOCAMPO, MEMORIA E PTSD Memorie traumatiche implicite, radicate nei circuiti cerebrali (es. amnesia infantile, inibizione a parlare, ecc. ) esercitano effetti sull’individuo senza che questo ne sia del tutto consapevole (es.flashbacks, incubi), e con scarse possibilità di controllo, interferendo ad es. con i processi di modulazione delle emozioni, di flessibilità della risposta, di comunicazione affettiva, e con le capacità di auto-organizzazione. NEUROCHIMICA E PTSD Sistema centrale noradrenergico e asse ipotalamoipofisi-surrene e sono i sistemi più attivi in risposta ad eventi stressanti, aumentando la vigilanza, modulando la memoria, mobilizzando le riserve di energia, elevando la funzione cardiovascolare, ecc. Altri sistemi: serotonina (5HT), dopamina (DA), GABA, acido glutamico, oppiati interni, neuropeptidi (neuropeptide Y, CCK, ecc). NEUROCHIMICA E PTSD: Noradrenalina (NA) L’esposizione a stress aumenta la funzione NA, con scarica nel locus coeruleus, con effetti su ipotalamo, ippocampo, amigdala e corteccia cerebrale, coinvolte in attività di memoria, regolazione emotiva, arousal ed attenzione, e condizioni di allerta che amplificano la risposta alla situazione di stress (“fight or flight”), con aumento di pressione arteriosa e frequenza cardiaca, redistribuzione del flusso ematico, dilatazione pupillare, ipervigilanza e aumento dei ritmi metabolici. Vie serotonergiche, noradrenergiche e dopaminergiche nel SNC Innervazione noradrenegica e serotoninergica NEUROCHIMICA E PTSD: Noradrenalina (NA) Esperienze stressanti ripetute potenziano la scarica dei neuroni del locus coeruleus: “Behavioral sensitization” (Charney et al., 1993), aumentando la sensibilità a stress psicosociali e lo sviluppo di disturbi d’ansia (Shin, 1999; Bremner et al., 1999). Il blocco di autorecettori alfa2 (ioimbina) aumenta la risposta dei neuroni del locus coeruleus a stimoli stressanti (flashback, attacchi di panico, ecc.), in particolare in soggetti PTSD (aumentata sensibilità cerebrale (ippocampo?) alla NA?) (Bremner, 1997) Implicazioni terapeutiche: clonidina, propanololo. NA E MEMORIE TRAUMATICHE Il locus coeruleus influenza deposito e recupero di memoria con vie che che arrivano a ippocampo ed amigdala (potenziamento del trasmettitore eccitatorio glutamato). Potenziamento responsabile di ricordi intrusivi? In particolare per memoria emozionale (amigdala) (Ferry et al., 1999)?. Il propanololo (beta-bloccante) può interferire con la memoria di una storia emotivamente significativa , ma non di una storia neutra (Cahill et al., 1994). NEUROCHIMICA E PTSD: Noradrenalina (NA) In PTSD aumento di arousal simpatico periferico, che correla con un aumentato tono noradrenergico centrale (Aston-Jones et al., 1991). Pazienti con PTSD riferiscono che i loro sintomi di iperarousal e le memorie intrusive sono attenuate dall’alcool, da benzodiazepine ed oppiacei, tutti agenti che riducono la scarica del locus ceruleus. Questi aspetti giustificano il rischio di abuso di sostanze in soggetti con PTSD, che rappresenta una forma di automedicazione. NEUROCHIMICA E PTSD: Ipotalamo-ipofisi-surrene L’esposizione ad uno stress determina un aumento del release di CRH ipotalamico, ACTH ipofisario e produzione surrenalica di ormoni glucocorticoidi ed adrenalina, che persiste un po’ di tempo dallo stress. Questo può determinare una rapida down-regulation dei recettori dei glucocorticoidi, in particolare nell’ippocampo. A distanza dal termine dello stress la situazione si normalizza (Sapolski e Plotsky, 1990). Asse ipotalamo-ipofisi-surrene NEUROCHIMICA E PTSD: Ipotalamo-ipofisi-surrene E’ possibile che la variabilità nella risposta allo stress rifletta una preesistente differenza, che esprime la vulnerabilità all’effetto di un trauma. Una ridotta risposta di cortisolo dopo un trauma può essere predittiva di uno sviluppo di un PTSD (Delahanty et al., 2000). Bassi livelli di cortisolo dopo un trauma predicono un maggiore rischio di PTSD (Resnik et al., 1995; Yehuda et al., 1998). In stress normale il cortisolo attenua le reazione del sistema simpatico; il ritmo cardiaco dopo un trauma predice il rischio di PTSD (Shalev,1998). NEUROCHIMICA E PTSD: Ipotalamo-ipofisi Effetti di esperienze traumatiche sulla regolazione ipotalamica della produzione dell’ormone della crescita e degli ormoni tiroidei: rischi per normale sviluppo fisico, cognitivo e psicologico, in bambini precocemente esposti ad esperienze traumatiche. Effetti di esperienze traumatiche sulla produzione di ormoni sessuali (alterazione degli ormoni circolanti in bambine abusate). In modelli animali questo comporta una ritardata pubertà, sembra che negli umani ciò si associ ad una pubertà anticipata. SISTEMA GABA E BENZODIAZEPINE Il recettore per BDZ forma un complesso con i recettori GABA, e ne potenzia l’effetto inibitorio. La funzione dei recettori GABA e BDZ può essere alterata dalla esposizione a allo stress. Una riduzione frontale del 40% dei recettori per BDZ riscontrata in reduci (Bremner et al., 2000). Soggetti primitivamente provvisti di un minor numero di recettori per BDZ hanno maggior rischio di sviluppare un PTSD? La ridotta densità del recettore per BDZ è un indicatore di perdita interneuronale prefrontale? RECETTORE GABA-BDZ SISTEMA GABA E BENZODIAZEPINE I sistemi GABA e glutamatergico sono coinvolti in codifica delle tracce mnestiche. Dopo trauma down-regulation del sistema GABA, eccessiva attivazione del glutamato, che causa lo stabilirsi delle tracce di memoria. Agenti che potenziano il GABA (BDZ, alcool) contrastano la memoria traumatica (abuso)? Azione prevalente su memoria anterograda. BDZ post-trauma? Nessun effetto (Gelpin et al., 1996). La intossicazione alcolica pre-trauma riduce il rischio di PTSD (Mcfarlane, 1998). SISTEMA SEROTONERGICO Criterio ex-iuvantibus del ruolo degli SSRI. Azione diretta? Modulazione NA? Effetto su BDNF? Stressors in modelli animali: aumento del turn over di serotonina nella corteccia prefrontale mediale, accumbens, amigdala, ipotalamo laterale, proporzionale alla intensità dello stress. Regolazione di umore, ansia, impulsività, aggressività, condotte autolesive, compulsività, ecc. (Connor e Davidson, 1998) Sottogruppi diversi di pazienti PTSD, sulla base della loro sensibilità ad agenti serotonergici o noradrenergici? (Southwick et al., 1997). PTSD E DOPAMINA Stress potenzia il turnover di dopamina nella corteccia frontale ed in altre aree del SNC, in particolare le proiezioni DA prefrontali mediali. La corteccia prefrontale mediale ha un ruolo nella working memory, ma anche nelle risposte emotive e nella selezione delle reazioni a stimoli esterni. La corteccia prefrontale mediale invia impulsi inibitori all’amigdala, ed in tal modo partecipa alla estinzione delle reazioni di paura. Sintomi psicotici o paranoidei, condotte autolesive. Implicazioni terapeutiche: antipsicotici atipici (?). PEPTIDI OPPIOIDI Stress: aumento di oppiati circolanti (beta-endorfine ed encefaline) con analgesia posttraumatica, neutralizzata da naloxone (Pitman et al., 1990). Appiattimento affettivo (numbing), indotto da oppiati e attenuato dall’antagonista nalmefene, che però aumenta i sintomi di ansia-panico (Glover, 1992). Appiattimento affettivo, riduzione della gamma di emozioni, sintomi d’ansia e condotte autolesive, sintomi connessi con il sistema degli oppiati? Beta endorfina PEPTIDI OPPIOIDI Analogia tra arousal del PTSD e sintomi di sospensione da oppiati (disturbi del sonno, iperreattività e scoppi esplosivi di aggressività). Soggetti con PTSD ricercano nuove esperienze traumatiche che aumentino gli oppiati interni, con temporaneo sollievo e di controllo del dolore, seguito da comparsa di sintomi da sospensione?? (van der Kolk et al., 1985). Anestesia affettiva degli oppiati può essere alla base del rischio di dipendenza da sostanze, come dimostrato dai reduci del Vietnam. NEUROPEPTIDI Neuropeptidi: modulano di neurotrasmissione. Ormoni che possono funzionare sia come ormoni a livello periferico,sia come trasmettitori nel SNC. Neurotensina, Somatostatina. Colecistochinina (CCK) neuropeptide ansiogenico. Antagonisti antiansia? (Kellner et al., 2000). Altri ormoni intestinali? Ossitocina? Neuropepetide Y (NPY): resistenza a PTSD? Deficit della secrezione endogena di NPY potrebbe coinvolto nella genesi delle ansie e dei sintomi vegetativi del PTSD. CONCLUSIONI Una maggiore conoscenza delle componenti biologiche del PTSD potrà consentire: 1) di aumentare le nostre conoscenze sul PTSD in età evolutiva (e sullo sviluppo normale dei sistemi coinvolti); 2) di aumentare la nostra conoscenza dei rapporti tra specifici cluster di sintomi e specifici mediatori; 3) di individuare trattamenti specificamente basati sulle componenti biologiche coinvolte; 4) di scomporre sulla base di marker biologici l’eterogeneo gruppo di pazienti PTSD in sottotipi, con implicazioni sulla prognosi ed il trattamento; 5) di individuare i soggetti esposti a trauma che potrebbero con maggiore facilità sviluppare un PTSD. Disturbo post-traumatico da stress : Terapia Prima scelta : interventi non farmacologici Intervento breve nella fase acuta, con i sintomi più intensi e non ancora “congelati” dalle difese. Tecniche combinate cognitivo-comportamentale, esposizione protetta alla rievocazione del trauma, elaborazione cognitiva delle memorie (spesso con distorsione della realtà), e comprensione più intima della psicodinamica dell’esperienza (sensi di colpa, i sentimenti da sopravvissuto, ecc.). Talvolta interventi prolungati. Psicoterapie brevi e ripetute in fasi evolutive critiche (“pulse treatment”), es. l’ingresso in adolescenza. Coinvolgimento della famiglia, per reazioni di supporto. FARMACI SEROTONERGICI Diversi dati su adulti, meno in età evolutiva. Indicazioni: ansia, depressione, pensieri ossessivi o comportamenti compulsivi, impulsività affettiva, rabbia. Farmaci usati: fluoxetina, sertralina, fluvoxamina, citalopram, nefazodone. Effetto relativamente rapido (2 settimane), anche su appiattimento affettivo o evitamento. ALTRI ANTIDEPRESSIVI TRICICLICI: studi su adulti (imipramina, amitriptilina), in particolare su ricordi traumatici e su sintomi depressivi. IMAO: efficaci in studi su adulti, sui vari clusters di sintomi (meno su appiattimento e evitamento). Non utilizzabili per le restrizioni dietetiche. RIMA? Fuori commercio FARMACI ADRENERGICI Alfa-2 agonisti come la clonidina e la guanfacina e beta-bloccanti come il propanololo riducono il tono simpatico e possono essere efficaci su arousal, startle, impulsività ed attivazione, e migliorare alcune manifestazioni di ansia. Clonidina in sintomi ADHD-like. Lenta titolazione e lenta sospensione (clonidina) Effetti collaterali modesti. Necessità di monitoraggio di pressione arteriosa e frequenza cardiaca. Frequente tolleranza nel tempo con clonidina. STABILIZZATORI DELL’UMORE Carbamazepina per flashbacks, incubi traumatici, ricordi intrusivi, disturbi del sonno. Alternativa: acido valproico. Litio: esperienza con PTSD adulti su irritabilità, crisi di rabbia, ansia, insonnia, capacità di fronteggiare lo stress. AGENTI GABA-ERGICI Indicazione: stati di ansia, insonnia, irritabilità, ma scarso effetto sui sintomi nucleari del PTSD. Rischio di effetti paradossi o indesiderati: possibilità di disinibizione, irritabilità, sedazione. Rischio di dipendenza. Attenzione alla sospensione! Utilizzazione focale in relazione a specifiche situazioni ansiogene (es. ripresa della scuola). FARMACI DOPAMINOANTAGONISTI Utilizzati nell’adulto, ma pochi dati su bambini (risperidone). Indicazione per sintomi psicotici, in particolare fenomeni allucinatori o gravi flashbacks, per grave discontrollo degli impulsi auto o eterolesivo, crisi acute di distruttività o rabbia. Possibile utilizzazione di olanzapina o quetiapina. SISTEMA DEGLI OPPIOIDI Utilizzazione negli adulti con risultati alterni. Una iperattività di oppiati consente una analgesia affettiva. Es nalmefene, bloccante degli oppioidi, riduce l’appiattimento ma aumenta l’ansia. Naltrexone per ridurre la tendenza alla autolesività, ma con efficacia modesta. Utilizzazione per ridurre la tendenza all’abuso di sostanze? CONCLUSIONI Core symptoms: Cluster B (rievocazione), C (evitamemento/appiattimento), D (arousal) Noradrenalina: arousal, rievocazione, ansia somatica, panico, dissociazione, rabbia, aggressività Dopamina: ipervigilanza, flashback, ipereattività, paranoia, aggressività Serotonina: umore, impulsività, compulsività, evitamento/appiattimento GABA: dissociazione, arousal, memoria Oppiati: autolesività Sistema neuroendocrino: stress, iperarousal, ansia CONCLUSIONI Core symptoms: Cluster B (rievocazione), C (evitamento/appiattimento), D (arousal) Cluster B e C: adrenergici (clonidina, propanololo) Cluster B e D: dopamino-antagonisti (antipsicotici) Cluster B (non C e D): TCA Cluster B,C e D: SSRI Ansia, insonnia: BDZ (clonazepam, alprazolam) Cluster B e C: antiepilettici (CBZ, VPA) Cluster D: litio Cluster B,C e D: antagonisti di oppioidi (naltrexone)?