Le fonti del diritto
definizione
Sono fonti del diritto tutti gli atti e i fatti
materiali abilitati dall’ordinamento a
porre in essere, modificare o ‘eliminare’
norme giuridiche
Fonti sulla produzione , o norme di
riconoscimento
= indicano il soggetto, la procedura e l’atto
attraverso cui è possibile introdurre regole
giuridiche, ossia ad innovare l’ordinamento
Es. artt. 70-81 Cost.
Fonti di produzione
= fonti abilitate ad introdurre direttamente le regole
giuridiche proprio perché richiamate
(‘riconosciute’) da una fonte sulla produzione)
Es. : Costituzione, leggi, decreti-legge, regolamenti,
ecc.
 l’insieme delle fonti sulla produzione
e delle fonti di produzione
compongono l’ordinamento giuridico
Fonti di cognizione
= strumenti attraverso i quali si viene a conoscenza
delle fonti di produzione
Es. Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana,
Bollettini ufficiali delle Regioni, Gazzetta Ufficiale
dell’Unione europea
 entrata in vigore
 Raccolte non ufficiali (es. Raccolte di norme
realizzate per gli operatori del settore)
Le fonti di produzione del diritto
si distinguono a loro volta in:
•
FONTI-ATTO
Manifestazioni di volontà normativa, assunte
da determinati organi, secondo determinate
procedure, a cui l’ordinamento attribuisce
l’idoneità a porre in essere norme giuridiche
(es. la legge è la “manifestazione” di volontà
del Parlamento)
• FONTI-FATTO
Eventi naturali o sociali cui l’ordinamento
riconosce la capacità di produrre norme
giuridiche (es. consuetudine, usi)
 consuetudine costituzionale,
consuetudine internazionale
I caratteri delle norme giuridiche
• Generalità, poiché si riferiscono ad una
categoria indeterminata di destinatari (es.
“Chiunque”; “Tutti i cittadini”, ecc.)
• Astrattezza, poiché sono ‘ripetibili’ nel
tempo (es. l’art. 575 c.p. che sanziona
penalmente l’omicidio si applica ogni volta
che si verifica la condotta criminale descritta
dalla norma).
La generalità e l’astrattezza sono caratteristiche
connesse al principio di uguaglianza, ma
esistono eccezioni.
Talvolta è il principio di uguaglianza sostanziale a
consentire l’adozione di provvedimenti differenziati in
favore di categorie svantaggiate
 Talvolta il legislatore introduce disposizioni puntuali
per destinatari soggetti specifici o per particolari
eventi (leggi-provvedimento): problema della loro
“ragionevolezza” e della interferenza con la funzione
giurisdizionale
L’interpretazione del diritto
(che viene “prima” della sua applicazione)
• La disposizione: è il testo linguistico con il
quale si esprime il legislatore
• La norma giuridica: è il significato della
disposizione, la regola giuridica che da essa si
ricava attraverso il procedimento
interpretativo
anche il fatto deve essere interpretato…
Sent. n. 84 del 1996
• La Corte costituzionale giudica su norme, ma
pronuncia su disposizioni
“La disposizione è strumentale e servente rispetto alla norma”
Il tentativo di regolare
l’interpretazione e le disposizioni
preliminari al codice civile
ART. 12 delle c.d. PRELEGGI
“Nell’applicare la legge non si può ad essa attribuire altro
senso che quello fatto palese dal significato proprio delle
parole secondo la connessione di esse e dalla intenzione
del legislatore. Se una controversia non può essere decisa
con una precisa disposizione, si ha riguardo alle disposizioni
che regolano casi simili o materie analoghe; se il caso
rimane ancora dubbio, si decide secondo i principi generali
dell’ordinamento giuridico dello Stato”.
- Interpretazione letterale
- Interpretazione logica (particolare rilievo assume in
quest’ambito l’interpretazione conforme a Costituzione)
- Volontà del legislatore e c.d. ratio legis
- Interpretazione analogica (analogia legis)
- Ricorso ai principi generali dell’ordinamento (analogia juris)
Le antinomie tra fonti del diritto:
antinomie reali e antinomie apparenti
Si ha una antinomia quando il medesimo
comportamento, il medesimo rapporto o fatto
della vita è disciplinato in modo diverso da più
disposizioni normative.
Si ha una antinomia reale, quando l’antinomia
deve essere risolta stabilendo quale fonte
“prevalga” sull’altra, con inevitabili conseguenze
sulla validità o sull’efficacia della fonte
soccombente nella scelta.
Si ha una antinomia apparente, quando
l’antinomia può essere risolta facendo ricorso
alle tecniche interpretative, senza alcuna
incidenza sulla validità o sull’efficacia della fonte
non preferita, che, solamente, non verrà
applicata nel caso concreto.
Interpretazione letterale
• Art. 48 Cost.
• Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne,
che hanno raggiunto la maggiore età
• Art. 101 Cost.
• I giudici sono soggetti soltanto alla legge
Ma i pubblici ministeri?
Interpretazione sistematica
• Art. 89 Cost.
• Nessun atto del Presidente della Repubblica è
valido se non è controfirmato dai ministri
proponenti, che ne assumono la responsabilità
Ma è sempre necessaria una proposta governativa?
L’interpretazione sistematica consente
l’interpretazione evolutiva
• Es. artt. 14 e 15 Cost. e diritto alla riservatezza
Sent. n. 135 del 2002 Corte costituzionale
e intercettazioni ambientali
L’interpretazione estensiva deriva da
considerazioni di carattere sistematico
• Art. 14 Cost. e nozione di domicilio
Può essere anche il bagagliaio dell’automobile,
sent. 88 del 1987 della Corte costituzionale
Interpretazione analogica (analogia
legis)
• Es. art. 21 Cost. su garanzie alla libertà di
stampa: applicabili anche alle testate online?
Art. 14 Preleggi. Divieto di analogia in
materia penale
Art. 593 c.p.
Chiunque, trovando abbandonato o smarrito un
fanciullo minore degli anni dieci, o un'altra
persona incapace di provvedere a se stessa, per
malattia di mente o di corpo, per vecchiaia o per
altra causa, omette di darne immediato avviso
all'Autorità è punito con la reclusione fino
a un anno o con la multa fino a 2500 euro.
Segue.
E chi viene a conoscenza della presenza di una
persona incapace di provvedere a se stessa?
Ricorso ai principi generali
dell’ordinamento
• Analogia juris
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