L’aspetto competitivo nel
pensiero filosofico 1.
Il pensiero agonale nella Grecia
antica
Lezioni d'Autore
Nel mondo greco
la filosofia nasce
dagli enigmi: nel
mito chi non sa
sciogliere gli enigmi
muore.
La conoscenza ha come posta in gioco la
sopravvivenza, la vittoria della vita sulla
morte  vincere in una contesa filosofica non
è un semplice gioco innocente.
All’inizio è l’enigma
Omero e l’enigma dei pescatori
Il mito della Sfinge sulla strada di Tebe
Il motto dell’Oracolo di Delfi, “conosci te
stesso”
È la stessa vita a essere l’Enigma.
 Per facilitare la risoluzione dell’Enigma,
i Greci inventarono la filosofia e la
scienza.
La filosofia per decifrare il mondo
La filosofia alle origini è tutt’uno con la
scienza.
Diventa sempre più indispensabile per i Greci
man mano che si fa strada un’idea più laica
della realtà.
 La filosofia è la capacità di decifrare
l’ordine razionale del mondo e garantire
le possibilità di vincere l’Enigma.
Spirito agonistico e antagonistico
Ciascun filosofo cerca la propria soluzione, che
coincide con l’unica spiegazione possibile, la
Verità.
La volontà di affermazione di sé attraverso la
filosofia diventa il modo per trasferire la
dimensione dell’eroe dal campo di battaglia e
dallo stadio all’interno dello spazio dell’agorà.
S’introduce una lettura della filosofia come
forma di competizione con la Natura, con
gli altri filosofi e con sé stessi nella
ricerca della Verità.
Agone razionale e agone sportivo
Nel mondo classico, l’agone razionale e
quello sportivo rappresentano le due
facce di una stessa medaglia: tanto l’atleta
olimpionico quanto il filosofo esibiscono al
mondo i limiti cui può giungere l’uomo,
tenendo conto che per la mentalità dei Greci
mente e corpo sono strettamente congiunti.
Platone: è fondamentale che nell’educazione
dei difensori e dei futuri governanti della Città
Perfetta la filosofia si accompagni alla
disciplina ginnica.
La sfida: andare oltre il sacro
Il mito dei Greci: Prometeo, Ulisse, Aracne
Figure che affrontano sfide che non possono
vincere disubbidendo al limite assegnato
loro dagli dèi.
Tutti vengono puniti per la loro
tracotanza (hybris), ma la loro sconfitta li
rende simili agli dèi che li hanno abbattuti.
La Hybris è un peccato pre-filosofico:
opporsi come individui alla volontà suprema
delle divinità  Per il filosofo la hybris
diventa la principale virtù: sollevare il velo,
rivelare la Verità.
Socrate: filosofo da competizione
Socrate si finge debole (ironica
dichiarazione d’ignoranza) per rovesciare i
suoi colpi sull’interlocutore (brevi e mirate
domande smontano la definizione da lui
fornita) fino a costringerlo ad arrendersi e
a dichiararsi sconfitto, ignorante anche lui.
A questo punto, Socrate avvia una nuova
sfida: la ricerca maieutica di una verità
custodita all’interno di colui che non è più
avversario, ma compagno di squadra
nell’individuazione di una nuova, più fondata
definizione.
Raffaello Sanzio, La Scuola di Atene
(1509-1510), partic.
Altri esempi della competizione nella
filosofia greca
- La sfida che la Tartaruga rivolge ad Achille
nel celeberrimo paradosso di Zenone.
- La sfida che Aristotele lancia nei confronti
di Platone contrapponendo il Liceo
all’Accademia.
- La sfida che Plotino lancia ai Cristiani nel
suo “Trattato contro gli Gnostici”: la ricerca
razionale propria della filosofia greca contro le
verità rivelate.
FINE
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