Facoltà di SCIENZE POLITICHE Cattedra di Storia delle dottrine politiche Anno Accademico 2013/14 Prof.ssa Roberta Modugno La Rivoluzione americana L’età coloniale: le comunità politiche nordamericane. Le royal charters. 24 maggio 1607: Jamestown in Virginia, la prima colonia inglese nordamericana. La Plymouth Company colonizza il New England. 6 settembre 1620: il Mayflower approda a Cape Cod. I pilgrims fathers fondano la prima colonia del New England. I coloni elaborarono istituzioni proprie e una tradizione politica fondata sul covenant. Le comunità nordamericane sono costituite per accordo volontario e fondate sul consenso. Diedero vita ad una consuetudine all’autogoverno che non trova paralleli nel mondo moderno. L’America non conobbe il feudalesimo e fu priva dell’esperienza dell’assolutismo monarchico. Il momento rivoluzionario Fra il 1763 e il 1776, anno della Dichiarazione di Indipendenza, si consumò la frattura con il governo di Londra che condusse alla secessione delle colonie. Rivendicazioni dei coloni: La rappresentanza e il suo rapporto con la tassazione Il potere del parlamento inglese sulle colonie: solo le assemblee coloniali potevano esigere tributi Rapporti commerciali: vincoli al commercio coloniale causati dal sistema mercantile inglese. Aspetti teorici della mentalità rivoluzionaria Due potenti teorie: La filosofia del diritto naturale La visione federale dell’impero: gli americani erano oramai convinti che l’Impero britannico fosse una libera associazione di comunità indipendenti e sullo stesso piano con la corona come garante. Dichiarazione d’Indipendenza, 1776 «Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per sé evidenti: che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che da questa creazione su basi di eguaglianza derivino dei diritti inalienabili, fra i quali la vita, la libertà e la ricerca della felicità; che allo scopo di garantire questi diritti, sono istituiti fra gli uomini i governi, i quali derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati» (Thomas Jefferson) La filosofia politica della Rivoluzione John Locke fu il pensatore più in sintonia con la frattura rivoluzionaria. La triade lockeiana dei diritti: vita, libertà e proprietà John Trenchard e Thomas Gordon autori delle Cato’s Letters Thomas Paine, Common Sense: attacco diretto contro il re Montesquieu autore molto presente nei dibattiti costituzionali Il periodo delle costituzioni (1776-1791) Gli Articles of Confederation (1781-1789) Gli Articoli della Confederazione furono la prima costituzione americana. L’assemblea era unicamerale con un voto per ogni stato e il potere esecutivo era affidato ad un comitato nominato dagli stati. Un grave problema era che il Congresso aveva il potere di stipulare trattati ma non aveva alcun potere coercitivo sugli stati. Il processo costituente (1787-1791): la Convenzione di Filadelfia Nel 1787 una cinquantina di delegati si riunirono a Filadelfia per mettere mano agli Articoli della confederazione, costoro diedero vita ad un’assemblea costituente. Alcuni protagonisti della Convenzione: George Washington, James Madison, Alexander Hamilton, Rufus King, James Wilson, Elbridge Gerry, George Mason. Il federalismo moderno nasce dai compromessi di Filadelfia. Lo scontro tra Federalisti e antifederalisti Sulla ratifica del testo costituzionale si scatenò una battaglia che durò più di un anno e che fu vinta dai sostenitori del nuovo progetto. Gli Antifederalisti erano spaventati dal processo di centralizzazione in atto diedero battaglia nelle loro roccaforti, North Carolina e Georgia. Gli Antifederalisti non erano affatto contrari al «federalismo». La questione era che i Federalisti erano favorevoli ad un potente governo nazionale mentre i loro avversari sostenevano governi statali più forti, capaci di porsi come seri antagonisti del governo nazionale I protagonisti dello scontro Alexander Hamilton, John Jay e James Madison, autori di The Federalist 1788 George Mason, Patrick Henry, Elbridge Jerry, Richard Henry Lee, Melancton Smith. Convinti assertori della possibilità della democrazia solo nelle piccole repubbliche, essi erano certi che lo schema di governo di Filadelfia avrebbe portato a una sorta di dittatura dell’esecutivo federale. Gli Antifederalisti ottennero la promulgazione del Bill of Rights (1791), che, parte integrante della Costituzione, ne mitigava il carattere centralistico. Si tratta dei primi 10 emendamenti. I principi della Costituzione americana Sovranità popolare e governo limitato Il federalismo come divisione territoriale dei poteri I poteri del Congresso La separazione dei poteri a livello federale La Corte Suprema: organo giurisdizionale e interpretazione della Costituzione di «I poteri del governo federale sono specificamente enumerati e vengono solo delegati e tutti i poteri non esplicitamente delegati…sono riservati espressamente agli stati o al popolo. Quindi, il governo è esplicitamente limitato nell’esercizio di ogni potere generale, che si possa supporre che abbia un effetto uguale su tutte le parti mentre vengono lasciati al popolo del singolo stato tutti i poteri restanti, che esso soltanto può esercitare secondo giustizia e secondo diritto, in virtù della autentica natura di questi poteri» (John Caldwell Calhoun, 1855) L’evoluzione della Costituzione 1865, XIII: abolizione della schiavitù 1870, XV: diritto di voto ai neri 1920, XIX: diritto di volto alle donne