Ilaria Milana, libreria Via Piave di Roma “Per far crescere la filiera rafforziamo i legami tra i librai, gli editor "Le librerie sono meno «pure» di una volta e fare il libraio è sempre più difficile. La tecnologia ha cambiato e continua a cambiare tantissimo il nostro mestiere, aumentandone la complessità. I margini sono ridotti e il lavoro è tanto. Ma bisogna guardare avanti, superare i confini”. Ilaria Milana, della libreria di via Piave a Roma, vive il presente e immagina il suo futuro di libraia con serenità, nonostante sia consapevole che gestire una libreria è una sfida assai impegnativa. I librai, e l’editoria in generale, vivono una continua e imprevedibile evoluzione. Come affrontare questo cambiamento, sia dal punto di vista particolare che come categoria? La nostra esperienza è peculiare: come franchising siamo a metà tra una libreria indipendente e una libreria di catena, con tutti i vantaggi e gli svantaggi che questo comporta”. Aperta sotto l’egida di Rizzoli, successivamente acquisita da Feltrinelli, la libreria di via Piave è affiliata a Mondadori dal 2004. “Manteniamo una buona autonomia nei rapporti coi fornitori e soprattutto nell’offerta degli eventi culturali che organizziamo, come per esempio i corsi di scrittura creativa e i laboratori per bambini. La capacità di diversificare le attività, cioè di non essere «solo» una libreria sono aspetti fondamentali per la nostra identità”. Secondo Ilaria l’estensione dei servizi offerti è la base su cui costruire il futuro delle librerie. Certo, si tratta di cambiare mentalità. "L’associazione ha un ruolo importante nella fase attuale, in cui la categoria deve riuscire a coniugare l’esperienza dei librai più anziani con la capacità di allargare gli orizzonti che hanno i più giovani e i più innovativi. In questo senso dobbiamo rafforzare le occasioni di scambio tra colleghi, informarci, sapere cosa fanno e come si muovono gli altri”. Un altro aspetto fondamentale, poi, è l’integrazione della filiera: “Se i librai, gli editori e gli autori collaborassero di più, il settore potrebbe crescere: la qualità dei prodotti aumenterebbe e ci sarebbero più lettori. Mi rendo conto che non è facile, ma auspico che l’Ali e l’Aie agiscano in modo meno conflittuale, trovando un ambito d’azione comune”. 1/1