Encefalopatie spongiformi trasmissibili (EST) Patologie progressive e degenerative del SNC dell'uomo e degli animali • lungo periodo di incubazione (da alcuni mesi a diversi decenni) • evoluzione clinica apiretica, con turbe nervose sensitive e motorie, rapido decadimento fisico e mentale • exitus fatale • degenerazione vacuolare dei neuroni della sostanza grigia del SNC (spongiosi) • frequente presenza di placche amiloidi • SAF (Scrapie Associated Fibrils) • assenza di risposta immunitaria • predisposizione genetica di alcune specie: topo, ovino, uomo (GSS, IFF, CJD familiare) • trasmissibilità tra specie diverse EST Ruminanti ● Scrapie dell’ovino/caprino Non ruminanti 1700 ● Encefalopatia trasmissibile del visone 1965 ● Sindrome del dimagramento cronico (CWD): cervo mulo 1980 alce delle Montagne Rocciose 1982 ● Encefalopatia trasmissibile dei felini 1990 ● Malattia scrapie simile dello struzzo 1991 ● Encefalopatia spongiforme del bovino (BSE) 1986 Uomo ● Malattie scrapie-simili: alce, antilope, kudu, nyala 1988 ● Kuru 1900 ● Malattia di Creutzfeldt-Jacob (CJD) 1920 ● Sindrome di Gerstmann-SträsslerScheinker (GSS) 1936 ● Insonnia Fatale Familiare (FFI) 1992 ● Variante di Creutzfeldt-Jacob (vCJD) 1996 Agenti trasmissibili non convenzionali (ATNC) Resistenza ai trattamenti che degradano gli acidi nucleici (nucleasi, radiazioni ultraviolette e ionizzanti) → assenza di acido nucleico Riduzione dell’infettività a seguito di trattamenti che degradano le proteine (proteasi, fenolo, SDS) e i carboidrati (periodato di Na e K) → composizione prevalentemente glicoproteica Elevata resistenza ad agenti fisico-chimici: comuni disinfettanti, sterilizzazione con calore o formalina, congelamento ed essiccamento (inattivazione a 134 °C per 18 min, a soda 1N per 1 h) Assenza di potere immunogeno → difficoltà di diagnosi in vivo EST--Ipotesi eziologiche EST Teoria prionica: prionica 1982: PRIONS (Proteinaceous Infectious Particles)= agenti infettanti di natura proteica 1984: Proteina prionica (PrP) codificata da un gene (Prn-p) presente sui cromosomi di tutte le specie esaminate Teoria Prionica Prusiner (1982) → prione = agente infettante di natura proteica, costituito dalla proteina prionica (PrP) il gene per la PrP (Prn-p) è presente sui cromosomi di tutti gli animali, infetti e non PrP sintetizzata in 2 forme: PrPc, non patogena, presente nei sani e nei malati; PrPsc, patogena, presente solo nei malati PrPC PrPSc Isolamento Cervello di soggetti sani e infetti Cervello di soggetti infetti Peso molecolare 33-35 kDa 33-35 kDa Velocità di sintesi Meno di 2 ore 10-15 ore Emivita 5 ore 15 ore Localizzazione* Superficie cellulare Vescicole citoplasmatiche Effetto detergenti Solubilizzazione Polimerizzazione (bastoncelli amiloidi) Effetto proteasi Degradazione completa Degradazione parziale (27-30 kDa) Configurazione α-eliche β-foglietti Grado di omologia * la 100% = isoforme proteina prionica viene espressa primariamente dai neuroni e secondariamente da linfociti, monociti, macrofagi e cellule dendritiche mutazione genica → passaggio da α-eliche a β-filamenti (forme ereditarie) introduzione di PrPsc dall’esterno che determina modificazione conformazionale della PrPc dell’ospite in PrPsc (forme trasmissibili) moltiplicazione della PrPsc per effetto a cascata Moltiplicazione della PrPsc mediante effetto a cascata EST-- Ipotesi eziologiche EST Teoria virale: virale intervento di un acido nucleico infettante, per spiegare molteplicità di “ceppi” particelle virus-simili virus, provvisto di proprio acido nucleico e di almeno una proteina, si lega a PrPc determinando la trasformazione in PrPsc BSE - Regno Unito 1986: prima segnalazione Bovine lattifere 1a ipotesi eziopatogenetica: adattamento dell’agente dello Scrapie alla specie bovina tramite l’utilizzo di farine di carne ovina infetta fattori predisponenti: aumento della popolazione ovina in UK (da 26 milioni nel 1970 a 43 milioni nel 1990) relativo aumento dei casi di Scrapie modifica nella fabbricazione dei mangimi negli anni 1981-1982 (eliminazione dei solventi organici dei grassi, riduzione dei tempi e delle T di autoclavaggio) sopravvivenza nelle farine dei prioni → esposizione alimentare dei bovini a dosi infettanti tali da superare la barriera di specie amplificazione dell’epidemia per riciclaggio carcasse bovine infette BSE - Regno Unito rapida diffusione dell’epidemia in tutto il Regno Unito picco nel 1992: 500 casi alla settimana feed ban (luglio 1988): divieto dell’uso di proteine di ruminanti per l’alimentazione dei ruminanti dal 1993-1994 progressiva regressione a tutt’oggi più di 180.000 casi nel RU Number of cases of bovine spongiform encephalopathy (BSE) reported in the United Kingdom Alderney Guernsey (3) Great Britain Isle of Man (2) Jersey (1) Total United Kingdom Northern Ireland 1987 and before(4) 0 442 4 0 0 0 446 1988(4) 0 2 469 34 6 1 4 2 514 1989 0 7 137 52 6 4 29 7 228 1990 0 14 181 83 22 8 113 14 407 1991 0 25 032 75 67 15 170 25 359 1992 0 36 682 92 109 23 374 37 280 1993 0 34 370 115 111 35 459 35 090 1994 2 23 945 69 55 22 345 24 438 1995 0 14 302 44 33 10 173 14 562 1996 0 8 016 36 11 12 74 8 149 1997 0 4 312 44 9 5 23 4 393 1998 0 3 179 25 5 8 18 3 235 1999 0 2 274 11 3 6 7 2 301 2000 0 1 355 13 0 0 75 1 443 2001 0 1,113 2 0 0 87 1,202 2002 0 1,044 1 0 1 98 1,144 2003 0 549 0 0 0 62 611 2004 0 309 0 0 0 34 343 2005 0 203 0 0 0 22 225 2006 0 104 0 0 0 10 114 2007 0 53 0 0 0 14 67 2008(5) 0 33 0 0 0 4 37 2009 0 9 0 0 0 3 12 2010 0 11 0 0 0 0 11 BSE fuori dal Regno Unito segnalazione in altri Paesi di casi in bovini importati e anche in bovini autoctoni, probabilmente alimentati con farine infette importate dal RU: dal 1989 poco più di 3000 casi sono stati riportati al di fuori del RU, la quasi totalità in 6 paesi (Francia, Germania, Irlanda, Portogallo, Spagna e Svizzera). successivamente all’introduzione (2001) della sorveglianza attiva in bovini morti e macellati, casi autoctoni in 12 Paesi (Austria, Repubblica Ceca, Finlandia, Germania, Grecia, Israele, Italia, Giappone, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Spagna). pochi casi segnalati anche in Canada, Isole Falkland e Oman, tutti in in animali importati dal RU BSE fuori dal Regno Unito Austria Belgium Canada Czech Republic Denmark Finland France Germany Greece Ireland Israel Italy Japan Liechtenstein Luxembourg Netherlands Poland Portugal Slovakia Slovenia Spain Sweden Switzerland United Kingdom United States of America BSE - situazione italiana Ia segnalazione (Sicilia 1994): 2 bovine Limousine importate dal Regno Unito nel 1989 e presumibilmente già infette all’arrivo. Ia segnalazione di casi autoctoni: gennaio 2001. “Casi autoctoni”: casi relativi ad animali nati e cresciuti in Italia o ad animali importati ma che, in relazione al periodo di incubazione e al tempo trascorso in Italia, si siano verosimilmente infettati nel nostro Paese”. BSE in Italia ANNO CASI 1994 2* 2001 50* 2002 36* 2003 31 2004 7 2005 8 2006 7 2007 2 2008 1 2009 2 2010 0 TOTALE 146 (*) due bovini esteri Ad eccezione dei primi 2 casi diagnosticati nel 1994 in fase clinica, tutti gli altri sono risultati positivi ai test rapidi in fase preclinica. Elementi a sfavore del passaggio ovino-bovino BSE: 1 solo “ceppo” contro la molteplicità di “ceppi” individuati nella Scrapie “ceppo” bovino: spettro patogeno + ampio (visone, gatto, felidi selvatici, antilope) rispetto a quello dei “ceppi” della Scrapie infezione sperimentale del bovino con l’agente della Scrapie: encefalopatia differente dalla BSE BSE: PrPSc a livello di encefalo, midollo spinale, gangli spinali e retina Scrapie: livelli medi di infettività anche in altri distretti (milza, tonsille, linfonodi, ileo, colon prossimale) 2a ipotesi eziopatogenetica: BSE malattia rara del bovino, la cui incidenza sarebbe aumentata causa riciclaggio alimentare di tessuti bovini infetti non opportunamente trattati BSE - manifestazioni cliniche - Bovini 3-5 anni - Incubazione: 2,5-5 anni - progressive modificazioni comportamentali (ipereccitabilità a stimoli acustici e meccanici, aggressività) - diminuzione della capacità riproduttiva - appetito inalterato - turbe locomotorie - vacuolizzazione principalmente nel bulbo encefalico BSE - vie di trasmissione - Via di trasmissione naturale finora accertata: alimentare - Trasmissione verticale non condizionerebbe l’epidemiologia Infezione dell’ovino con l’agente della BSE ↓ EST indistinguibile dalla Scrapie. BSE “mascherata” nell’ovino: maggiore propagazione (+ vie di diffusione: transplacentare, orale) e ampliamento dello spettro d’ospite ↓ Piano di sorveglianza sugli ovicaprini BSE - diagnosi - sospetto clinico - esame istopatologico - osservazione m.e. SAF - esame immunoistochimico (in vivo biopsia tonsille e III palpebra sperimentale nell’ovino) - western blotting (sorveglianza attiva) Test prionics: WB basato sulla proteasi-resistenza della PrPSc. Il trattamento di omogenati cerebrali con proteinasi K discrimina in elettroforesi la PrPC (totalmente digerita) dalla PrPSc (parzialmente digerita) BSE – sorveglianza Regolamento CE n. 999/2001 Misure di sorveglianza sui bovini Misure di eradicazione negli allevamenti colpiti Misure di controllo sui mangimi Obbligo di eliminazione di materiale specifico a rischio (MRS) nei macelli Classificazione dei Paesi in funzione del rischio BSE (Italia in categoria 2: a rischio controllabile) BSE - sorveglianza Sorveglianza passiva: individuazione clinica dell’animale infetto Sorveglianza attiva: esecuzione di test rapidi (Prionics) su: - bovini ≥ 48 mesi, regolarmente macellati, macellati d’urgenza o morti in azienda, se nati in: Belgio, Danimarca. Germania, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria, Portogallo, Finlandia, Svezia, Regno Unito. - bovini nati in Paesi diversi da quelli sopra elencati: > 30 mesi di età, se macellati normalmente > 24 mesi di età, se soggetti a macellazione d’urgenza o differita > 24 mesi di età morti o uccisi in azienda, durante il trasporto o in mattatoio - ovicaprini > 18 mesi di età o ai quali siano spuntati 2 incisivi permanenti, normalmente macellati o morti Variante della malattia di CreutzfeldtCreutzfeldt-Jacob (vCJD vCJD) ) 1996: segnalazione in UK di 10 casi di una forma atipica di CJD (vCJD) SpCJD vCJD 50-70 aa 16-39 aa Disturbi neuromotori Disturbi psichici Tipiche alterazioni ECG No tipiche alterazioni ECG Placche amiloidi (rare) Placche floride Omo/eterozigosi per valina Omozigosi per metionina Profilo di glicosilazione tipo 1 e 2 Profilo di glicosilazione tipo 4 VARIANT CREUTZFELDT-JAKOB DISEASE, CURRENT DATA (March 2011) TOTAL NUMBER OF PRIMARY CASES (NUMBER ALIVE) TOTAL NUMBER OF SECONDARY CASES: BLOOD TRANSFUSION (NUMBER ALIVE) CUMULATIVE RESIDENCE IN UK > 6 MONTHS DURING PERIOD 19801996 UK 172 (4) 3 (0) 175 France 25 (0) - 1 Republic of Ireland 4 (0) - 2 Italy 2 (0) - 0 USA 3† (0) - 2 Canada 2 (1) - 1 Saudi Arabia 1 (0) - 0 Japan 1* (0) - 0 Netherlands 3 (0) - 0 Portugal 2 (0) - 0 Spain 5 (0) - 0 Taiwan 1 (0) - 1 COUNTRY † the third US patient with vCJD was born and raised in Saudi Arabia and has lived permanently in the United States since late 2005. According to the US case-report, the patient was most likely infected as a child when living in Saudi Arabia. *the case from Japan had resided in the UK for 24 days in the period 1980-1996. 221 casi 5 in attesa di conferma BSE / vCJD Ipotesi: esposizione all’agente della BSE precedente alle misure di controllo → superamento barriera di specie → adattamento all’uomo → vCJD Co-localizzazione Compatibilità temporale Aspetti biochimici (profilo di glicosilazione tipo 4) + Aspetti clinici e anatomopatologici (in infezioni sperimentali) + Trasmissibilità ai primati Identità tra agente BSE e agente vCJD Non accertato il passaggio bovino-uomo