Beowulf una graphic novel di Gareth Hinds Il Beowulf di Gareth Hinds Tra il 1999 e il 2000, Gareth Hinds pubblica una versione “comic” di Beowulf in tre volumi, in seguito raccolti e completati in un unico albo: The Collected Beowulf. Alla tradizionale bipartizione del poema si sostituisce dunque una tripartizione, e ognuna delle parti ha al proprio centro la lotta con un mostro. La ricerca dell’arcaismo L’operazione di Hinds consiste in una traduzione del poema medievale in un racconto per immagini. L’autore opera una forte selezione del testo originale, ma evita il più possibile di modificarlo. Brani del testo medievale vengono così inseriti nelle tavole in forma di didascalia, come nei fumetti d’avventura “delle origini”: Tarzan, Flash Gordon, Prince Valiant. Quasi per bilanciare la “modernità” dell’operazione, Hinds sceglie per i testi una traduzione in inglese moderno particolarmente antiquata (Gummere, 1910) I essentially wanted to do a superhero book, without the modern superhero conventions. (G. Hinds, intervista a “Sequential Tart”, marzo 2003) When you were looking at versions to use (and quote) for source material, what led you to choose the version you did? Well, I examined all the translations I could find in the bookstore and on the internet. I was basically looking for one that would give the impression, to the greatest extent possible in modern English, that you were actually reading the original Old English poem. (G. Hinds, intervista a “Sequential Tart”, marzo 2003) La selezione del materiale narrativo L’operazione di Hinds si concentra essenzialmente sulle immagini, per questo lo spazio più ampio è dato dalla illustrazione, senza testo, delle lotte con i mostri, mentre il testo è utilizzato soprattutto per esplicitare i passaggi narrativi senza i quali non sarebbe possibile comprendere l’azione. Delle 114 tavole di cui si compone il Collected Beowulf, 47 sono tavole senza testo in cui si mostra la lotta dell’eroe contro i tre mostri (oltre il 40 %) L’analisi della “graphic novel” La lettura in sequenza di alcune tavole del libro può mettere in risalto le linee generali della traduzione/riscrittura intersemiotica operata da Hinds. Per il testo in italiano si fa uso della traduzione di Ludovica Koch (Einaudi, 1987) Così, felicemente / la gente di corte viveva di gioie e di musiche, / fin quando Uno si mise a commettere crimini: Un Nemico Infernale. Aveva nome Grendel, / quell’orco feroce: infame vagabondo della marca, infestava putrescenti acquitrini, terraferma e paludi. Per un certo periodo / quel personaggio nefasto si tenne nella regione / della razza dei mostri, da che il Signore / l’aveva proscrittto vv.99-107 La tavola precedente rende con efficacia la contrapposizione, nel testo, tra la corte e Grendel, spezzando il filo del racconto tra due vignette all’interno della stessa tavola. Si noti però che le “gioie e musiche” del poema medievale (dreamum) vengono rese con l’immagine di una cerimonia di consacrazione cristiana, il che costituisce una contraddizione con l’ambientazione del poema in epoca pagana. dodici lunghi inverni rimasticò la rabbia, / l’amico degli Scyldingas. Patì tutte le pene, / l’estremo dell’angoscia […] Si era insediato nel Cervo, nella preziosa / sala lucente dentro le nere notti. / Ma non poteva accostarsi al ricco seggio dei doni, / per opera dell’Arbitro, né sapeva i suoi piani vv. 147-149; 167-169 Nella tavola precedente il legame tra testo e immagine non è esplicito e va ricostruito dal lettore: al racconto delle stragi compiute da Grendel si affianca l’immagine di navi incendiate su uno sfondo azzurro in cui si riconosce il disegno delle costellazioni. L’immagine fa dunque riferimento ai guerrieri uccisi da Grendel, per cui Hinds immagina siano stati allestiti “funerali vichinghi” (il corpo caricato su una nave poi incendiata). Le costellazioni chiariscono il significato dell’azzurro che conserva l’ambivalenza della metafora mare/cielo. In tre sole vignette, questa tavola priva di testo rappresenta i versi 194-319: la partenza di Beowulf dalla terra dei Geati, l’arrivo alla costa danese, il colloquio con la sentinella e l’accoglienza in Danimarca. Anche l’arrivo di Beowulf alla reggia di Hroðgar viene rappresentato in una tavola senza parole. L’apertura della alta porta (su cui sono incise rune) accompagnata dall’onomatopea, a cui seguono poi gli sguardi stupiti dei commensali, creano un effetto di grande solennità. La preparazione al combattimento Anche il combattimento con la madre di Grendel viene narrato senza ausilio di testo. Rispetto alla prima parte della graphic novel si nota un cambiamento nella tecnica di disegno e la prevalenza di toni di colore differenti. Tutta la scena è dominata da effetti dinamici, e la figura dei combattenti risulta quasi stilizzata, rispetto al grande realismo di cui si era in precedenza fatto uso per rappresentare il corpo dell’eroe e quello del mostro. Hroðgar parlò. Scrutava l’elsa, / l’antica reliquia. C’era su incisa / la storia del conflitto secolare, di quando / il Diluvio distrusse, la gonfia mareggiata, / la razza dei giganti. Avevano subito / cose tremende, quel popolo straniero / al Signore eterno. Il saldo del conto / glielo spedì il Padrone, a forza d’acque in fermento. / C’era, poi, sulle lamine di luminoso oro, / segnato per filo e per segno in lettere runiche [run-stafas], scandito, scritto, per chi per primo / fosse stata fatta quella spada, la perla / dei ferri, con l’elsa a spirale e lucida come un serpente. vv.1687-1697 La riemersione di Beowulf dalle acque della laguna assume nella rappresentazione di Hinds connotazioni particolari: La posizione è quella della Statua della libertà, e l’eroe impugna un’elsa che – anche grazie al gioco di luci – assume i lineamenti di una croce. Un ulteriore mutamento di tecnica avviene con la terza parte, dedicata alla lotta contro il drago. Beowulf è ormai vecchio, e il colore dominante è il grigio nelle sue diverse sfumature. L’ira del drago La scelta di rappresentare senza testo l’episodio in cui uno schiavo fuggiasco ruba un calice dal tesoro custodito da un drago permette a Hinds di riassumere più segmenti narrativi, rendendo il racconto più lineare ai fini della traduzione in immagini. Senza alcuna intenzione, e non per propria scelta / aveva violato il tesoro del Serpe / chi l’aveva oltraggiato aspramente: ma spinto / da un disperato bisogno, io non so quale schiavo dei figli degli eroi / andava fuggendo / percosse rabbiose. Gli serviva una casa / e s’infilò là dentro, schiacciato dalla colpa. (vv. 2221-2225) La morte di Beowulf Il finale del poema viene considerevolmente ridotto da Hinds. Beowulf muore nella battaglia contro il drago, assistito dal nipote Wiglaf, ma dopo la morte dell’eroe non si fa cenno ai suoi solenni funerali, al rogo e alla profezia di sventura per i Geati. Le due ultime tavole rappresentano le rovine del tumulo eretto in memoria di Beowulf, e un’ultima selezione di testo relativa, appunto, all’erezione del tumulo.