La parola barbari fu inventata dai greci e in origine voleva dire "coloro che balbettano", perche’ non sanno parlare il greco. Da qui più in generale passò a indicare tutti gli stranieri e fu con questo significato che la parola fu presa dai romani, per i quali "barbari" erano tutti i popoli che avevano usi e costumi diversi dai loro. In realta’, esistevano moltissime popolazioni diverse dai barbari, distribuite lungo tutti i confini dell’immenso Impero e dotate di livelli culturali differenti. Alcune furono completamente sottomesse e romanizzate, ma altre resistettero e impegnarono i romani in guerre interminabili. Intorno al 117 d.C, nel momento della massima espansione di Roma, la situazione era fondamentalmente questa: In Francia c’erano i Galli, nell’attuale Gran Bretagna si trovavano i Britanni e in Germania i Germani. Piu’ o meno in Romania vivevano i Daci e nell’odierna Bulgaria i Traci. I temibilissimi Parti avevano un regno indipendente nell’attuale Iran e bloccavano l’ulteriore espansione romana verso est. Poi c’erano i Numidi, fra l’Algeria e Tunisia, i Mauritani in Marocco, i Nabatei nell’Arabia Nord Occidentale, i Quadi e i Marcomanni ai confini del Danubio, all’altezza dell’Austria e ancora moltissimi altri popoli: un complesso mosaico di barbari che costituivano altrettante spine nel fianco dell’Impero.