Rilevazione degli apprendimenti
Anno Scolastico 2010-2011
PROVA invalsi DI ITALIANO
Scuola secondaria di secondo grado
Fascicolo 7
Classe .................................................................................................
Studente .......................................................................................
Simulazioni di prove costruite secondo il Quadro di riferimento Invalsi pubblicato il 28-02-2011
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L’incantatore di lupi
Testo A
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Lo vedevo contro il cielo, alto e un po’ curvo, con delle lunghissime
braccia magre, come le ali di un mulino. Aveva quasi novant’anni, ma il
suo viso era fuori dal tempo, rugoso e sformato come una mela vizza: fra
le pieghe della carne risecchita brillavano due occhi chiarissimi, azzurri
e magnetici. Non un pelo di barba né di baffi gli cresceva, né gli era mai
cresciuto, sul mento, e questo dava alla sua vecchia pelle un carattere bizzarro. Parlava un dialetto che non era quello di Gagliano, un miscuglio
di linguaggi, perché aveva girato molti paesi, ma vi prevaleva la parlata di
Pisticci, dove era nato in tempi remotissimi. Per questo, e per la mancanza
dei denti che gli impastava le parole, e per il modo sentenzioso e rapido del
suo discorso, dapprincipio mi sembrava oscuro: poi ci facevo l’orecchio,
e si conversava a lungo. Ma non ho mai capito se egli veramente mi ascoltasse, o se seguisse soltanto il misterioso gomitolo dei suoi pensieri, che
parevano uscire dalla indeterminata antichità di un mondo animalesco.
Questo essere indefinibile indossava una camicia sudicia strappata, aperta
sul petto, e anche qui non aveva peli, ma uno sterno sporgente come quello
degli uccelli. Sul capo aveva un berretto rossastro, a visiera, che indicava
forse una delle sue molte funzioni pubbliche: egli era insieme il becchino
e il banditore comunale. Era lui che passava a tutte le ore per le vie del
paese, suonando una trombetta e battendo su un tamburo che portava a
tracolla, e con quella sua voce disumana annunciava le novità del giorno, il
passaggio di un mercante, l’uccisione di una capra, gli ordini del podestà,
l’ora di un funerale. Ed era lui che portava i morti al cimitero, che scavava
le fosse e li seppelliva. Queste erano le sue attività normali, ma dietro a esse
c’era un’altra vita, piena di una oscura potenza impenetrabile. Le donne
scherzavano con lui, quando passava, perché non aveva barba, e si diceva
che in vita sua non avesse mai fatto all’amore. – Ci vieni stasera a letto
con me? – gli dicevano dagli usci, e ridevano nascondendo il viso dietro
le mani. – Perché mi lasci dormire sola? – scherzavano, ma ne avevano
rispetto e quasi paura. Perché quel vecchio aveva un potere arcano, era in
rapporti con le forze sotterranee, conosceva gli spiriti, domava gli animali.
Il suo antico mestiere, prima che gli anni e le vicende lo avessero fissato qui
a Gagliano, era l’incantatore di lupi. Egli poteva, secondo che volesse, far
scendere i lupi nei paesi, o allontanarli: quelle belve non potevano resistergli, e dovevano seguire la sua volontà. Si raccontava che, quando egli era
giovane, girava per i paesi di queste montagne, seguito da mandrie di lupi
feroci. Perciò egli era temuto e onorato e, negli inverni pieni di neve, i paesi
lo chiamavano perché tenesse lontani gli abitatori dei boschi, che il gelo e
la fame spingevano negli abitati. Ma anche tutte le altre bestie subivano il
suo fascino, che non poteva rivolgersi alle donne; e non solo le bestie, ma
gli elementi della natura e gli spiriti che sono nell’aria. Si sapeva che, nella
sua gioventù, quand’egli falciava un campo di grano, faceva in un giorno
il lavoro di cinquanta uomini: c’era qualcuno di invisibile che lavorava per
lui. Alla fine della giornata, quando gli altri contadini erano sporchi di sudore e di polvere, e avevano le schiene rotte dalla fatica e la testa rintronata
dal sole, l’incantatore di lupi era più fresco e riposato che al mattino.
(Testo tratto e adatto da: Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, Torino, Einaudi, 2001)
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A1. Il narratore elenca tre motivi per cui l’incantatore di lupi in un primo momento gli «sembrava
oscuro» (riga 11): quali sono?
1.
2.
3.
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A2. Nell’espressione «il misterioso gomitolo dei suoi pensieri» (riga 13) è possibile riconoscere
q A. una paronomasia.
q B. una similitudine.
q C. una metafora.
q D. una sinestesia.
A3. Perché la voce dell’incantatore di lupi è definita disumana (riga 21)?
q A. Perché il narratore la percepisce come crudele.
q B. Perché è metallica, come quella di un robot.
q C. Perché è poco comprensibile.
q D. Perché ha qualcosa di animalesco.
A4. Quali sono le «attività normali» (riga 24) dell’incantatore di lupi?
1.
2.
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A5. L’espressione «potere arcano» (riga 30) significa
q A. «potere antico».
q B. «potere misterioso».
q C. «potere maligno».
q D. «potere ancestrale».
A6. Indica almeno due espressioni usate dal narratore per descrivere la figura dell’incantatore di
lupi con un alone di indeterminatezza.
1.
2.
A7. .........................................................................................................................................................................................................................................
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Quale tra i seguenti messaggi è espresso nel testo?
q A. L’incantatore di lupi aveva molto successo con le donne.
q B. Uomini e donne del paese nutrivano un sacro rispetto per l’incantatore di lupi.
q C. Bisognava avere paura dell’incantatore di lupi.
q D. Il narratore aveva paura dell’incantatore di lupi.
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A8. Dalle informazioni fornite dal testo si desume che Gagliano è
q A. il nome di un personaggio.
q B. il nome del paese dove il personaggio di cui si parla faceva l’incantatore di lupi.
q C. il nome del paese dove è nato l’incantatore di lupi.
q D. il nome del paese dove si trova il narratore.
A9. Tommaso e Giulia hanno letto il testo. Tommaso ritiene che il narratore abbia un atteggiamento
critico nei confronti dell’incantatore di lupi: lo giudica un impostore, che fa credere alla gente
del posto di avere dei poteri sovrumani. Giulia, invece, pensa che, come gli abitanti del paese,
anche il narratore abbia molta considerazione dell’incantatore di lupi. Chi dei due ha ragione?
Motiva la tua risposta.
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A10. Il testo che hai letto è
q A. un brano tratto da un romanzo autobiografico.
q B. un articolo di cronaca.
q C. un racconto fantastico.
q D. un brano tratto da un saggio di antropologia.
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Arrivano i barbari
Testo B
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Lo si può dire anche così: i barbari lavorano su schegge del passato trasformate in sistemi passanti. Mentre per il nostro modello culturale il passato è un tesoro sepolto, e possederlo significa scavare fino a trovarlo, per il
barbaro il passato è ciò che, del passato, risale in superficie ed entra in rete
con schegge del presente. Sono come zattere sopravvissute a un naufragio,
e arrivate fino a noi tenute a galla dalla corrente indecifrabile del sentire
collettivo.
Un corollario affascinante di una simile posizione è questo: il passato è
allineato su una sola linea, definibile come ciò che non è più. Mentre per la
civiltà, proprio il misurare ogni volta la distanza dal passato, e colmarla, e
capirla, è il cuore della fac­cenda, assolto dalla sublime perizia dell’archeologo e dell’ese­geta, per il barbaro quella distanza è standard: la colonna
greca, il monocolo, la colt e la reliquia medievale sono allineati su un’unica
linea, e accatastati nella stessa discarica. In certo modo, sono anche immediatamente reperibili, non c’è bisogno di risalire un bel niente: allunghi la
mano e sono lì.
Così, riassumendo, la civiltà insegna una discesa consapevole e colta
nel passato, con l’obiettivo di riportarlo in superficie nella sua autenticità. I barbari costruiscono con le macerie, e aspettano zattere galleggianti con cui costruirsi la casa e decorarsi il giardinetto. È talmente faticosa
la prima soluzione, e ludica la seconda, che gli organi di controllo della
civiltà (scuola, ministeri, media) hanno il loro bel da fare per impedire
alla collettività tutta di scivolare giù per la china della barbarie. Per cui la
disciplina si è ormai irrigidita a culto, e la vigilanza è osti­natissima. Quotidianamente viene ripetuto l’assioma per cui l’uso del passato che fanno i
barbari sta a quello che ne fa la civiltà come un hamburger di McDonald’s
sta a un brasato al barolo. La gente fa finta di crederci. Ma sotto sotto sa
che l’as­sioma vero è un altro: il passato dei barbari sta a quello della civiltà
come mangiare un hamburger di McDonald’s sta a guar­dare un brasato al
barolo. In questa intuizione, la gente registra la convinzione, tipicamente
barbara, che il passato è utile solo e quando può diventare, immediatamente, presente. Quando lo puoi consumare, mangiare, trasformare in
vita. Non è un principio estetico, il rapporto col passato, non è una forma
di eleganza: è la risposta a una fame. Il passato non esiste: è un materiale
del presente. Sarà probabilmente vero, pensa il barbaro, che il brasato al
barolo è più buono di questo orrendo hamburger: ma io ho fame qui e
adesso, e se devo andare fino nelle Langhe per mangiare quello splendore,
io là ci arrivo morto. Specie da quando la strada per le Langhe è diventata
un viaggio lunghissimo, selettivo, sofisticato, elitario e pallosissimo. Quindi mi fermo qua. E mangio il mio hamburger, sentendo nel mio iPod Le
stagioni di Vivaldi versione rock, leggendo intanto un manga giapponese,
e soprattutto mettendoci dieci minuti, dieci, così me ne esco di nuovo
fuori, e non ho più fame, e il mondo è lì, da attraversare. È una posizione
discutibile. Ma è una posizione: non è una follia.
Forse la vera linea di resistenza al saccheggio barbaro del passato la troverebbe una civiltà che invece di contestare ossessivamente la legittimità
di quel gesto, si spingesse a giudicare quello che i barbari fanno col bottino
della loro ruberia. Alla fine, quel che dovrebbe essere importante è cosa
se ne fanno, di quelle macerie. Un conto è costruire basiliche, un conto
è usare capi­telli corinzi per farci il barbecue. Dato che spesso ci fanno il
bar­becue, ci sarebbe largo spazio per una critica utile e salvifica. Ma in
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genere devo registrare che la civiltà preferisce arroccarsi al di qua di un
simile confronto, dietro alla sua personale Muraglia Cinese: continuando
maniacalmente a pretendere che con quelle pietre si ricostruisca il tempio
ad Apollo, e nient’altro.
È una battaglia sensata, me ne rendo conto. Ma nel momento in cui ti
accorgi di averla persa, rimane sensato continuare a combatterla?
(Testo tratto e adattato da: Alessandro Baricco, I barbari. Saggio sulla mutazione,
Milano, Feltrinelli, 2008)
B1. Nel testo è frequente la presenza di coppie di opposti che contrappongono la civiltà e la barbarie.
Completa le tre coppie presentate nella seguente tabella.
Civiltà
Barbarie
«il passato è un tesoro sepolto» (righe 2-3)
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……………………………………………………………………….
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«un hamburger di McDonald’s» (riga 26)
……………………………………………………………………….
«costruire basiliche» (riga 49)
……………………………………………………………………….
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B2. Con quale dei seguenti sinonimi non si può sostituire il participio passato assolto (riga 11)?
q A. Adempiuto.
q B. Sciolto.
q C. Compiuto.
q D. Svolto.
B3. Il pronome ne (riga 26) sostituisce l’espressione
q A. «di noi».
q B. «dei barbari».
q C. «dell’uso del passato».
q D. «del passato».
B4. I due punti alla riga 28 introducono
q A. un elenco.
q B. un discorso diretto.
q C. una citazione.
q D. una spiegazione.
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B5. Le Langhe sono la regione del Piemonte di cui è tipica la ricetta del brasato al barolo. Che cos’è,
fuor di metafora, «la strada per le Langhe», definita «un viaggio lunghissimo, selettivo, sofisticato, elitario e pallosissimo» (righe 38-39)?
q A. Il percorso, lungo e complesso, che ciascuno di noi deve fare per distanziarsi dalla civiltà.
q B. Il percorso, lungo e complesso, che ciascuno di noi deve fare per apprezzare il brasato al
Barolo piuttosto che l’hamburger di McDonald’s.
q C. Il percorso, lungo e complesso, che ciascuno di noi deve fare per acquisire cultura e consapevolezza critica della distanza del passato.
q D. Il percorso, lungo e complesso, che ciascuno di noi deve fare per apprezzare l’hamburger di
McDonald’s piuttosto che il brasato al Barolo.
B6. Alle righe 45-55, l’autore si dimostra critico nei confronti
q A. dei rappresentanti della civiltà che, invece di intervenire con mezzi efficaci per arginare lo
scempio della storia e della cultura fatto dai barbari, si limitano a condannarlo.
q B. dei rappresentanti della civiltà che non condannano lo scempio della storia e della cultura
fatto dai barbari.
q C. dei barbari che si permettono di «usare capi­telli corinzi per farci il barbecue», cioè fanno
scempio della storia e della cultura.
q D. dei barbari che preferiscono l’hamburger di McDonald’s al brasato al barolo.
B7. Nell’interrogativa retorica finale «rimane sensato continuare a combatterla?» (riga 57), quale
delle seguenti risposte è sottintesa dall’autore?
q A. No, non è sensato continuare a combattere quella battaglia, benché essa di per sé sia sensata.
q B. Sì, è ancora sensato continuare a combattere quella battaglia, proprio perché essa è sensata.
q C. No, non è sensato continuare a combattere quella battaglia, perché essa di per sé è insensata.
q D. Sì, è ancora sensato continuare a combattere quella battaglia, benché essa di per sé sia insensata.
B8. In che cosa consiste la battaglia cui accenna l’autore alla fine del testo (righe 56-57)?
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Un esercito di vegetariani
Testo C
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I teenager americani lo fanno per gli animali, spinti, qualche volta, dalle
crude immagini dei video di YouTube sulle stragi di polli e tacchini, vitelli
e agnelli. Così, secondo alcune stime del governo, almeno un adolescente
su duecento evita di mangiare carne. C’è chi lo fa per spirito animalista,
chi per rispetto dell’ambiente, chi per motivi salutistici e intanto l’esercito
dei vegetariani si ingrossa in tutto il mondo.
In Italia, secondo l’Eurispes, sono oltre quota sei milioni, ma nel 2050
gli italiani potrebbero arrivare addirittura a 30 milioni, se anche da noi
arriverà la nuova veggie generation. «La sensazione – commenta Luciana
Baroni, medico all’ospedale Villa Salus di Mestre-Venezia e presidente della Società scientifica di nutrizione vegetariana – è che, proprio perché fanno una scelta ideologica, i più giovani sono più spesso vegani, escludono
cioè dalla loro dieta anche uova e latte. Pensano al benessere globale degli
animali e ritengono che il solo non mangiar carne non elimini completamente le loro sofferenze». Perché i vegetariani non sono tutti uguali: oltre
ai vegani ci sono anche i più oltranzisti, i crudisti o i fruttisti, per esempio,
che ammettono soltanto particolari categorie di cibi (rispettivamente solo
vegetali crudi o solo frutta e semi).
«Il crescente interesse per il vegetarianesimo – aggiunge Luciana Baroni –
è favorito anche dal fatto che quell’aura di paura nei confronti di queste abitudini alimentari si è piano piano dissolta alla luce delle evidenze
scientifiche e in realtà non esiste nessun pericolo concreto nell’abbracciare
questo tipo di alimentazione».
Non tutti la pensano così, soprattutto quando si parla di adolescenti.
«Certo, i giovani vegetariani sono in aumento – conferma Andrea Ghiselli, ricercatore all’Inran, l’Istituto italiano per la ricerca e la nutrizione – e
sono soprattutto ragazze che spesso lo fanno per moda. Ma devono fare
attenzione: i maschi in particolare rischiano carenze soprattutto di calcio,
le femmine di ferro. Se la dieta è vegetariana ma include prodotti animali
ed è variata, non ci sono particolari pericoli. Ma un vegano non può fare
di testa sua: se decide di esserlo è bene che pianifichi la sua dieta con un
nutrizionista».
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Gli esperti francesi dell’Istituto della nutrizione, per voce del vicepresidente Bernard Guy Grand, ricordano che una serie di studi epidemiologici dimostrano come i vegetariani siano meno soggetti a ipertensione
arteriosa e a problemi cardiaci e abbiano minori rischi di obesità e di diabete di tipo 2. Ecco giustificata la scelta salutista, ma in Francia, come in
Italia, sta prendendo sempre più piede la motivazione di tipo ecologista
quando si decide di seguire la strada verde a tavola, mentre è decisamente
in calo, rispetto agli anni passati, quella di tipo filosofico-religioso. «La
scelta vegetariana di tipo religioso oggi è legata soprattutto alla presenza di
immigrati – commenta Michele Carruba, presidente della società del Comune di Milano responsabile della ristorazione scolastica – e nelle scuole
di Milano teniamo conto delle richieste in questo senso. Per contro si sta
facendo strada il concetto di un’alimentazione ecosostenibile: un’alimentazione troppo sbilanciata sul consumo di carne animale provoca danni
ambientali sia per quanto riguarda la deforestazione, sia per quanto riguarda l’inquinamento».
Qualcuno, soprattutto in America, ha già scelto la strada del vegetarianesimo part-time: si chiamano flexitarian, la loro Bibbia è il libro Flexitarian Diet della dietista Dawn Jackson Blatner. Il precetto? Mangiare carne
o pesce non più di due volte alla settimana.
(Testo tratto e adattato da un articolo di Adriana Bazzi, “Il Corriere della Sera”, 12 febbraio 2009)
C1. Il titolo «Un esercito di vegetariani» fa riferimento al fatto che
q A. stanno aumentando nel mondo le persone vegetariane, al punto che si possono paragonare
a un esercito numeroso.
q B. stanno aumentando nel mondo le persone vegetariane che agiscono in modo aggressivo,
come un esercito, per convincere i “carnivori” a fare le loro stesse scelte.
q C. stanno diminuendo nel mondo le persone vegetariane, al punto che si possono paragonare
a un esercito decimato in ritirata.
q D. si è formato un esercito di vegetariani che combatte contro chi mangia carne.
C2. Che cosa potrebbe comportare l’arrivo della «veggie generation» (riga 9) in Italia?
q A. Un aumento del doppio del numero dei vegetariani.
q B. La scomparsa dei vegetariani.
q C. La quintuplicazione dei vegetariani.
q D. Una flessione del numero dei vegetariani.
C3. Con quale delle seguenti parole non si può sostituire l’aggettivo oltranzisti (riga 16)?
q A. Estremisti.
q C. Incontrollati.
q B. Intransigenti.
q D. Rigidi.
C4. Alcuni nutrizionisti francesi sostengono che
q A. i vegetariani siano meno soggetti ad alcune malattie (pressione alta, diabete, obesità ecc.).
q B. i vegetariani siano più soggetti ad alcune malattie (avitaminosi, fragilità nervosa, anoressia ecc.).
q C. oggi in Francia la scelta vegetariana di tipo religioso sia legata soprattutto alla presenza di
immigrati.
q D. i vegetariani adolescenti maschi rischiano serie carenze di calcio.
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C5. La motivazione ecologista al vegetarianesimo è tipica di chi è convinto che il consumo di carne sia
q A. filosoficamente e religiosamente inaccettabile.
q B. meno salutare per il corpo umano.
q C. poco di moda.
q D. dannoso per l’ambiente.
C6. Chi sono, tra i vegetariani, i vegani (riga 12)?
q A. I vegetariani part-time.
q B. Quelli che, oltre alla carne, non mangiano latte e uova.
q C. Quelli che mangiano solo vegetali crudi.
q D. Quelli che mangiano solo frutta e semi.
C7. La carta tematica registra
q A. le percentuali di flexitarian rispetto agli abitanti di alcuni Paesi del mondo.
q B. le percentuali di vegani rispetto agli abitanti di alcuni Paesi del mondo.
q C. le percentuali di vegetariani rispetto agli abitanti di alcuni Paesi del mondo.
q D. le percentuali di vegetariani rispetto agli abitanti di tutti i Paesi del mondo.
C8. Nel testo si afferma che in Italia i vegetariani sono più di sei milioni, numero che corrisponde
percentualmente
q A. al 6% della popolazione.
q B. al 50% della popolazione.
q C. al 10% della popolazione.
q D. quasi al 20% della popolazione.
C9. Secondo la carta tematica, in Europa i due Paesi che hanno la percentuale maggiore di popolazione vegetariana rispetto al totale dei cittadini sono
q A. Italia e Danimarca.
q B. Francia e Polonia.
q C. Germania e Norvegia.
q D. Italia e Germania.
C10. Quale Paese, tra quelli considerati nella carta tematica, è percentualmente più vegetariano?
q A. Italia.
q B. Germania.
q C. India.
q D. Canada.
C11. Secondo le tue conoscenze, per quale delle ragioni citate nel testo il Paese indicato nella risposta
C10 è percentualmente il più vegetariano tra quelli considerati?
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Quesiti grammaticali
1. Nelle frasi seguenti, gli (anche unito ad altre particelle) può essere articolo o pronome. Distingui di volta in volta la sua funzione mettendo una crocetta nella rispettiva casella.
Articolo
A.
Mario si è alzato tardi e sua madre gli ha detto di sbrigarsi.
B.
Gli occhi le facevano male per lo sforzo.
C.
Diglielo tu che è insopportabile!
D.
La colpa non è sempre degli altri.
E.
La polvere si accumula sempre negli angoli e sotto i letti.
F.
Agli agi cittadini preferisco l’aria buona della campagna.
G.
Mandagli subito il curriculum se non vuoi perdere un’opportunità!
H.
Gino ha avuto un attacco di nervi e gli ho dato un calmante.
2. 3. Pronome
Analizza il seguente periodo: «Se passiamo per il centro per raggiungere casa tua, risparmieremo un bel po’ di strada». Distingui le diverse proposizioni che lo compongono completando la
tabella.
Principale
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Subordinata di 1° grado
……………………………………………………...……………………………………
Subordinata di 2° grado
……………………………………………………...……………………………………
Usando l’imperativo, il congiuntivo esortativo o l’infinito, trasforma le seguenti frasi nominali
in divieti / consigli / ordini / raccomandazioni diretti. Segui l’esempio.
Es. Il consiglio di un medico a un paziente fumatore con una tosse persistente.
Smetta di fumare.
1. La raccomandazione della madre di un ragazzo neopatentato che sta andando il sabato sera in
discoteca con la sua nuova auto.
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2. Il divieto di calpestare la curatissima erba del prato in un parco pubblico.
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3. L’ordine di uno spazientito allenatore di calcio a un giocatore troppo individualista.
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4. Le indicazioni fornite da un passante a un’anziana turista che desidera visitare un museo.
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4. Dal seguente brano sono state tolte dieci forme verbali. Completa le proposizioni, coniugando
opportunamente i verbi tra parentesi.
Era sufficiente che, nel mio stesso letto, il mio sonno (essere) ..................................................... profondo e tale da
distendere completamente il mio spirito, ed ecco che questo (abbandonare) ................................................... la
mappa del luogo dove (addormentarsi) ..................................................... e, svegliandomi nel pieno della notte,
io non sapevo più dove (trovarsi) ..................................................... e, in un primissimo momento, nemmeno
chi (essere) .....................................................; avevo nella sua semplicità primaria soltanto il sentimento dell’esistenza così come può fremere nella profondità di un animale; (essere) ..................................................... più privo
di tutto dell’uomo delle caverne; ma a quel punto il ricordo – non ancora del luogo dove mi trovavo,
ma di alcuni dei luoghi dove (abitare) ....................................................... e avrei potuto essere – veniva a me come
un soccorso dall’alto per strapparmi dal nulla al quale da solo non (riuscire) ...........................................................
a sfuggire; in un secondo scavalcavo secoli di civiltà e le immagini, confusamente (intravedere)
......................................................, di qualche lampada a petrolio, poi di alcune camicie col collo piegato, (ricomporre) ..................................................... a poco a poco i tratti originali del mio io.
(Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto, Milano, Mondadori, 1983)
5. Nei seguenti periodi sono contenuti alcuni errori ortografici (dieci in tutto): correggili.
1. – Sta tranquilla! – m’ha detto il medico – il neo è del tutto innocquo.
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2. Giorgio è un’insegnante preparato, ma un pò troppo severo con i suoi studenti.
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3. Ho la senzazione che uno picnic non sia igenico: ci sono sempre troppe formiche!
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4. Paolo è molto coraggioso e nei momenti di pericolo da il meglio di sé.
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5. Che cosa fà lo zio a questora sul terrazzo?
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6. Nella frase «So bene quali siano state le ragioni che ti hanno spinto ad agire in modo tanto scortese», il che è
q A. pronome relativo con funzione di soggetto.
q B. pronome relativo con funzione di complemento oggetto.
q C. congiunzione subordinante che introduce una soggettiva.
q D. congiunzione subordinante che introduce un’oggettiva.
7. In ciascuno dei seguenti gruppi di parole, segna con una crocetta l’iperonimo. Segui l’esempio.
Es. q rosso q giallo q verde q blu q
ł colore
1.
2.
3.
4.
5.
q giorno q cognato q cerchio q argentini q miglio q lunedì q parente q esagono q brasiliani q riso q martedì q cugino q figura geometrica
q ecuadoriani q orzo q venerdì q nonno q triangolo q venezuelani
q cereale Questa pagina è stampabile solo per uso didattico © Loescher Editore Torino
q domenica
q zio
q quadrato
q sudamericani
q grano
13
8. Che cosa hanno in comune le parole cane, fumo, latte, collo, gioco?
q A. Sono tutte parole derivate mediante suffisso.
q B. Sono tutte parole derivate mediante prefisso.
q C. Sono tutte parole composte.
q D. Sono tutte parole primitive.
9. In quale dei seguenti periodi la virgola è collocata nel posto sbagliato?
q A. Quando piove, il viottolo diventa del tutto impraticabile per il fango.
q B. Paolo è molto intuitivo, ma studia poco.
q C. Maria, hai scritto una poesia che merita di essere pubblicata!
q D. Maria, ha scritto una poesia che merita di essere pubblicata.
10. Per ciascuno dei seguenti gruppi di significati scrivi la parola polisemica corrispondente.
1. misura dello spazio occupato da un corpo solido; area di memorizzazione di dati su disco rigido; intensità percepita di un suono; quantità generica misurabile; libro rilegato
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2. parte del vegetale dedita all’assorbimento di sostanze minerali e acqua; parte invariabile della
coniugazione di un verbo; inverso dell’elevamento a potenza; parte del dente non visibile
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3. azione che si prefigge uno scopo preciso; una transazione tra un cliente e una banca o tra più
banche; intervento chirurgico; insieme di attività militari o di polizia; procedimento che da uno
o più dati noti permette di ricavarne un altro
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4. la parte del corpo umano tramite la quale il braccio si unisce al tronco e con esso si articola; un
taglio di carne bovina; un elemento costitutivo di un ponte; attore coprotagonista che accompagna e porge le battute al personaggio principale dando così rilievo alla scena rappresentata
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