25° incontro 16-05-2013 Il catechismo della chiesa cattolica ribadisce spesso che il Vangelo è un dono destinato agli uomini delle diverse razze e culture, e pertanto è necessario «portare» il Vangelo a chi ancora non lo conosce, senza escludere nessuna persona e nessun paese. Tale universalità nasce dal cuore e si manifesta con gesti concreti di apertura verso tutti i popoli : l’attenzione e l’accoglienza verso persone che non appartengono al nostro gruppo o al nostro ambiente, la capacità di andare incontro a chi è diverso da noi, il desiderio e il coraggio di parlare ad altri di Gesù e del suo Vangelo, la generosità nel collaborare ad iniziative a favore di altre Chiese. Si ricorda poi che il «campo di lavoro» dei cristiani non si esaurisce entro i confini del proprio ambiente e del proprio territorio. I missionari che partono per altre terre ad annunciare il Vangelo tengono viva nella Chiesa intera questa consapevolezza Il primo «missionario» , nel senso di andare a portare il vangelo alle «genti» fu proprio Paolo, leggiamo il suo discorso ad Atene: Allora Paolo, alzatosi in mezzo all’Areòpago, disse “Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli dei. Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un’ara con l’iscrizione Al Dio ignoto. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio. Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è signore del cielo e della terra, non dimora in templi costruiti dalle mani dell’uomo né dalle mani dell’uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa, essendo lui che dá a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l’ordine dei tempi e i confini del loro spazio, perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto poiché di lui stirpe noi siamo. Essendo noi dunque stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all’oro, all’argento e alla pietra, che porti l’impronta dell’arte e dell’immaginazione umana. Dopo esser passato sopra ai tempi dell’ignoranza, ora Dio ordina a tutti gli uomini di tutti i luoghi di ravvedersi, poiché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare la terra con giustizia per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti”. Quando sentirono parlare di risurrezione di morti, alcuni lo deridevano, altri dissero “Ti sentiremo su questo un’altra volta”. Così Paolo uscì da quella riunione. Ma alcuni aderirono a lui e divennero credenti, fra questi anche Dionigi membro dell’Areòpago, una donna di nome Dàmaris e altri con loro. Aeropago di Atene sulla collina dove sorgeva il tempio del dio Ares, lì si riuniva l’assemblea degli anziani ed il tribunale per prendere importanti decisioni Paolo cerca di presentare la figura di Gesù Cristo partendo dall’idea che i Greci avevano degli dei. Il risultato fu un fallimento, qualcuno lo ascolta ma altri lo prendono per ubriaco !! Paolo ha nel cuore il desiderio che ogni uomo possa incontrare il salvatore Gesù. Questo implica annunciarlo a chi non lo conosce. Non sempre è facile trovare la modalità giusta : bisogna saper rischiare e metterci la faccia. Chi ha conosciuto il Signore, se l’ha conosciuto veramente, ha trovato un vero e proprio tesoro. Questo tesoro non va tenuto per se, ma va condiviso con altri. Come quando si vive una esperienza bella e si vorrebbe subito condividerla con i propri amici più cari. La dimensione missionaria della Chiesa nasce dal desiderio di comunicare a tutti gli uomini la gioia dell’incontro col Signore Gesù. Ma per essere «missionari» non occorre andare in missione in Africa, Cina , Perù o Bolivia ecc. si può iniziare anche nel proprio paese ………in che modo ? Vivendo da buoni cristiani, accogliendo ed aiutando chi ha bisogno, non vergognandosi della propria fede anzi professandola apertamente e cercando di parlarne con tutti , compagni, amici, conoscenti …….parlare del Vangelo è annunciare la «buona novella» che Gesù ci ha insegnato. Si è missionari quando si è testimoni della propria fede con gesti di accoglienza, ascolto e condivisione verso i propri fratelli in Gesù. Ascoltiamo le parole di don Antonio Novazzi, direttore dell’ufficio missionario diocesano Il cammino dei 100 giorni finisce qui, con il ritorno alla città che vide il primo apostolo e primo papa Pietro , qui morto nel 67 d.C. crocifisso a testa in giù , la sua tomba è in S.Pietro Ed anche l’apostolo delle genti San Paolo fini qui la sua missione evangelizzatrice Morto per decapitazione nel 67 d.C , la sua tomba è nella chiesa di S.Paolo fuori le mura. Con questo incontro abbiamo terminato il catechismo per la CRESIMA da ottobre inizieremo un nuovo cammino ancora più coinvolgente che vi porterà alla PROFESSIONE DI FEDE Ci vedremo ancora giovedì prossimo 23 maggio per concludere con una pizzata in compagnia.