SALUTE
Erboristeria
IL BIOLOGICO, UN
MODELLO DI VITA
NATURALE
GENNARO SPORTIELLO, Erborista
Enrico e Marco erano stati colleghi per molti
anni. Non si vedevano da quando entrambi
erano andati in pensione. Ora avevano deciso di
incontrarsi in un bar davanti a un buon bicchiere
di vino.
Dopo aver rievocato qualche aneddoto dei vecchi
tempi ci fu un momento di imbarazzo. Fu Marco
rompere il ghiaccio. “Come passi il tempo?”
“Finalmente mi posso dedicare alla pittura. E poi
ci sono i miei nipotini. Sono un nonno a tempo
pieno. E tu?”
Marco non rispose subito. Bevve un sorso di
vino assaporandolo prima di mandarlo giù. Poi
si decise. “Mi interessa molto quello che mangio.
Voglio mantenermi in salute il più a lungo
possibile.”
“Mangi in bianco, eviti i fritti e poi?”
“No, non vado avanti a semolino. Il fatto è che ora
mangio cibo biologico”.
“Non mi dire che sei diventato un ambientalista.
Quelli vedono sciagure da tutte le parti.”
“Ma no, mi sono convinto che non possiamo più
riempire di prodotti chimici, ottenuti dal petrolio,
il terreno dove coltiviamo frutta e verdura. Così
rendiamo arido il pianeta e avveleniamo il nostro
organismo. Senza contare che presto il petrolio
finirà e addio pesticidi.”
“Ma cosa vuoi che me ne importi. Il pianeta ridotto
a un deserto, niente petrolio, acqua razionata? Se
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tutto questo accadrà io e te saremo già passati a
miglior vita”. E alzò le spalle come per ribadire il
concetto.
“Se la metti così hai ragione. Mi dispiace tanto per
i tuoi nipoti. Tra venti anni loro...”
“Va bene, mi hai convinto. Vai avanti”.
“Nell’agricoltura
biologica
sono
vietati
fertilizzanti, insetticidi, diserbanti, pesticidi e tutti
i prodotti chimici ottenuti in laboratorio”. Bevve
un altro sorso di vino, imitato dall’amico. “Si usa
meno acqua. Considera che i tre quarti dell’acqua
dolce serve per l’agricoltura. Una volta se ne
consumava di meno. Le piante venivano coltivate
nelle zone dove crescono meglio. Oggi invece si
usa seminare quelle più remunerative. Come riso,
frumento e mais. Anche in quei climi che hanno
bisogno di tanta acqua.
Spesso mangiamo cibo che viene da lontano.
Per esempio l’uva in primavera direttamente dal
Sud America. Ho letto che gli ingredienti di un
pasto normale viaggiano per duemila km prima
di fermarsi sulla nostra tavola.”
“Ma non è una comodità avere tanti prodotti di
tutti i tipi e le provenienze?”
“In questo caso no. Non sappiamo come sono
stati prodotti. Quanti pesticidi hanno usato.
Quanto tempo il cibo ha aspettato chiuso in
un magazzino maleodorante, con poca aria. I
contadini sono stati pagati il giusto?
“
“NELL’AGRICOLTURA BIOLOGICA SONO VIETATI
FERTILIZZANTI, INSETTICIDI, DISERBANTI,
PESTICIDI E TUTTI I PRODOTTI CHIMICI OTTENUTI
IN LABORATORIO”
“
Quando gli alimenti provengono dalle vicinanze
tutto è più facile. Se hai dubbi puoi chiedere di
visitare l’azienda. Se qualcosa non ti convince ti
puoi rivolgere altrove. Quanto alla chimica se le
piante ne sono prive è meglio.”
“Ma con le malattie, i parassiti, come la mettiamo?”
“In genere la natura trova da sola il modo per
rimettere le cose a posto. Basta non indebolirla.
Succede anche a noi con gli antibiotici. Se li
usiamo troppo e a sproposito, ci debilitano. La
natura è come una melodia. Se cambi anche una
sola nota finisci per stonare. É più facile stonare
se si fanno grandi piantagioni di una sola coltura.
Spariscono boschi, uccelli e piccoli mammiferi.”
“Ma concretamente come fai? I parassiti rovinano
il raccolto.”
“Per difendersi ci sono vari modi. Si possono
coltivare l’una accanto all’altra delle piante che
hanno dei parassiti che non sopportano l’erba
confinante. Ci sono insetti che tengono lontani
alcuni animali dannosi. Alleati come rospi, ricci e
alcuni volatili sono presenti se ci sono alberi”.
Enrico richiamò l’attenzione della cameriera. Le
mostrò la bottiglia vuota.
Subito ne portò una piena. “Grazie Daniela” dissero all’unisono. Lei rispose con un sorriso.
“Caro Enrico anche l’allevamento crea dei
problemi. I bovini allevati a scopo alimentare
sono almeno un miliardo. Per farli mangiare
servono tonnellate di vegetali. Che potrebbero
essere usati direttamente per l’uomo. Un bue
produce 50 kg di proteine. Ma nel corso della
sua vita ne consuma 15 volte di più. Si tratta
di proteine vegetali. Per avere un kg di carne
rossa c’è bisogno di 10kg di cereali e mille litri di
acqua. I loro rifiuti organici, poi, contaminano le
falde acquifere, sommergono ruscelli e torrenti.
Infestano l’acqua potabile e sono responsabili
della morte di tanti pesci. E spesso si tratta di
bovini imbottiti di antibiotici e che si cibano di
mangimi pieni di pesticidi. E tutto questo finisce
sulla nostra tavola.”
“Mi fai passare la voglia di mangiare” - disse Enrico
toccandosi lo stomaco.
“Ma non vuol dire che non dobbiamo mangiare
la carne. Solo non esagerare e saperla scegliere”.
“Basta Marco. Ne ho abbastanza. Finiamo la
bottiglia e facciamo una passeggiata”.
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