I metalli occupano un posto abbastanza privilegiato tra i materiali perché presentano due notevoli proprietà: -la lavorabilità, dovuta alla possibilità di modellarli e plasmarli; -la resistenza, alle sollecitazioni. Per questo hanno avuto e continuano ancora oggi ad avere una grande importanza nell’economia mondiale. L’industria siderurgica (che produce acciaio) e il comparto metalmeccanico mostrano segni evidenti di crisi,dovuta agli eccessi di produzione, all’enorme quantità di energia consumata,al progressivo calo delle risorse e ai problemi dell’inquinamento ambientale. L’altoforno è uno strumento della siderurgia dove viene lavorata la ghisa per produrre acciaio. Consiste in un contenitore che ha a forma di due tronchi di cono sovrapposti alle basi; alto fino a 30 m, le parti costitutive dell’altoforno sono: bocca, tino, ventre, sacca e crogiolo. Per mezzo di nastri trasportatori il materiale viene caricato nella parte superiore dell’ altoforno, lentamente la carica scende verso il basso, passando in zone sempre più calde. Si ricordi che l’altoforno parte dai 500 °C ai 1800°C. Il processo per procedere alla trasformazione della ghisa nell’acciaio è il seguente: Partiamo dal fatto che per trasformare la ghisa in acciaio significa raffinare il ferro fuso e diminuire il carbonio. Il ferro è raffinato in un convertitore ad ossigeno in cui l’ossigeno viene immesso dall’alto: si tratta di un serbatoio cilindrico a forma di pera. Il forno elettrico è una specie di crogiolo basculante cilindrico , a forma di coppa, con due elettrodi di grafite inseriti verticalmente e alimentati da corrente elettrica che genera calore molto intenso. L’acciaio ottenuto viene calato in stampi ,in un lingottiere, in colata continua; la sagomatura a caldo in acciaio avviene mediante la forgiatura estrusione e laminazione.