Comunicazione scientifica ed editoria
elettronica: la parola agli Autori
L'Utente-Autore nel circuito della
comunicazione scientifica:
editoria elettronica e valutazione
della ricerca
Auto-archiviazione per la ricerca:
problemi aperti e sviluppi futuri
Antonella De Robbio
20 maggio 2003
Università degli Studi di Milano
Via Festa del Perdono, 7 - Aula Magna
L’auto-archiviazione
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L’auto-archiviazione o self-archiving è un processo essenziale nel
nuovo modello di comunicazione scientifica
Non va confuso l’auto-pubblicazione (self-publishing) o vanity
press
Self-archiving è il primo passo entro circuito di disseminazione
informativa caratterizzato dal deposito delle proprie produzioni di
ricerca entro spazi “open access”
Le produzioni di ricerca auto-archiviate massimizzano e
accelerano l’impatto della ricerca massimizzando l’accesso alla
ricerca
Molti sono i ricercatori che da alcuni anni archiviano i loro lavori sui
server delle loro istituzioni o in server disciplinari fisica, economica,
matematica, biomedicina, astronomia, chimica …
Per esserci impatto è necessaria
un’ampia disseminazione



I lavori dei ricercatori devono essere letti, citati
e utilizzati da altri ricercatori: solo così
raggiungono l’impatto utile ad uno sviluppo
collettivo
Per questa ragione occorre fare attenzione ai
contratti editoriali nel trasferimento dei diritti
(copyright) agli editori: ritenzione di alcuni
diritti, cessione non esclusiva
I ricercatori, contrariamente a tutti gli altri
autori, devono i loro guadagni non alla vendita
dei loro articoli scientifici, ma all'impatto dei
loro articoli sulla comunità
Gli obiettivi dell’open access
• Un recente articolo apparso su Nature rileva il 336%
(media) in più di citazioni ad articoli online rispetto agli
stessi articoli pubblicati a stampa (Lawrence, 2001)
• Gli articoli sono universalmente e liberamente
accessibili
• Gli autori ritengono il copyright sulle loro produzioni
• Due i canali dell’Open Access:
• Pubblicazioni entro iniziative di editoria elettronica
sostenibile
• Deposito negli Open Archives
I due principali ostacoli
alla disseminazione di contenuti


L’aumento dei prezzi delle riviste
scientifiche influenza in modo negativo
il fattore di impatto entro la comunità
scientifica
La questione della proprietà intellettuale
(copyright) dei lavori scientifici porta
all’attuale situazione paradossale ben
nota
Ostacoli all’accesso ai contenuti della ricerca
Margini di profitto di alcuni editori STM - Anno 2000
dati presentati da Giuseppe Vitiello al Seminario Vinay 2003 Venezia
Politiche editoriali per la cessione dei diritti d’autore di tipo esclusivo
Editore / Settore
Giuridico
%
Scientifico
%
Thomson
29,6
Elsevier
38,6%
Kluwer
26,4
Kluwer
25,8%
Elsevier
19,7
John Wiley
48,1%
Business
%
Finanziario
%
Elsevier
15,8%
McGraw Hill
31,6%
18,8%
Reuters
27,9%
VNU
18,1%
Thomson
27,6%
Primedia
19,6%
United
Media
Business
Maximized Research Access and Impact Through Self-Archiving
“Skywriting”: All research, accessible to all potential users, anywhere, anytime
Inizio del ciclo
d’impatto:
Ricerca creata
Il ricercatore scrive il
paper pre-print
pre-refereeing
Pre-Print autoarchiviato nel
WebServer
istituzionale di
Ateneo
12-18 Months
Sottomissione al periodico
“Pre-Print” referato dal
Post-Print autoComitato di Esperti dei Pari
archiviato nel
“Peer-Review”
Pre-Print revisionato WebServer istituzionale
dall’Autore dell’articolo
di Ateneo
“Post-Print” riveduto, accettato,
certificato e pubblicato dal
periodico
I ricercatori possono accedere
al Post-Print SOLO se la loro
istituzione ha un abbonamento
a quel periodico
Rielaborazione slide tratta dalla presentazione di Tim Brody
Nuovo ciclo d’impatto:
L’impatto di ricerca a
seguito dell’autodeposito è grande e
veloce dovuto alla
massimizzazione
dell’accesso accelerato
Nuovo ciclo d’impatto:
Nuove ricerche si
costruiscono sulla
ricerca esistente
La proporzione di periodici che formalmente supportano
il self-archiving (già 54%) è in continua crescita
2 milioni di articoli annui in 20.000
riviste

Esiste una linea di demarcazione che differenzia i due
canali:
–
–

circuito della ricerca
circuito commerciale
E' l'incapacità di vedere questa "linea di
demarcazione" che crea così tanta confusione e che
ritarda la transizione degli oltre due milioni di articoli
scientifici annui pubblicati in ventimila riviste da
un circuito "chiuso" a pagamento" verso territori
"open" dove abitano gli "open archive"
Che cosa sono gli e-prints

Gli e-prints sono copie elettroniche di papers
accademici, comprendono:
–
–
–

I pre-prints
I post-prints
I post-post-prints
Gli e-prints posti dentro gli archivi di e-prints
consentono agli autori di rendere le proprie
produzioni di ricerca, liberamente disponibili alla
comunità internazionale scientifica, disseminandoli
su scala mondiale, cosa impossibile per un lavoro
su carta
Che cosa sono gli Open Archives
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

Gli Open Archives, o E-prints server, sono
Archivi Aperti preposti al deposito dei
documenti scientifici, in forma elettronica (eprints), funzionali alla loro gestione e
conservazione.
Si dicono OAI (Open Archive Initivative)
compatibili quando rispondono ai requisiti
tecnici e agli standard di interoperabilità
I documenti elettronici possono essere
depositati direttamente dagli autori attraverso
un semplice processo noto come autoarchiviazione o da terze persone (bibliotecari)
Interoperabilità degli OAI




Un deposito entro l’architettura OAI Open Archive
Initivative è noto come “data provider”
Ciascun documento depositato in un DP Data Provider è
corredato da metadati in formato standard che vengono
esposti per la raccolta (harvesting) da parte dei SP
Service Provider “fornitori di servizi”
Gli archivi sono detti “aperti” in quanto possono essere
interrogati da un servizio (“service provider”) che si
occupa di indicizzare i metadati raccolti dai vari archivi
attraverso la funzione di harvesting
Il colloquio e lo scambio informativo di metadati è
possibile solo tra archivio OAI compatibili o interoperabili
Due le aree di intervento

Da una parte si trovano iniziative come OAI nata
con lo scopo di
–
–

sviluppare e promuovere standard per
l'interoperabilità tra archivi
essere di supporto ad un'efficiente disseminazione di
contenuti;
Dall'altra si collocano iniziative come
–
–
–
Budapest Open Access Initiative BOAI
movimento Free Online Scholarship FOS
Public Library of Science (30.000 scienziati di 180
Paesi
I modelli di Open Archives:
tecnici e organizzativi
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

Numerose sono le esperienze nel mondo e anche le tipologie
tecniche
– modello accentrato (arXiv.org)
– modello distribuito (RePEc)
A livello organizzativo le scelte possono essere
– server istituzionali (institutional repositories)
– server subject-based o disciplinari
Esistono inoltre altre soluzioni:
 gli “umbrella server” (specie di MetaOA)
 individual data provider (modello Kepler)
Modello disciplinare accentrato
HEP e discipline correlate
Nasce nel 1991
80.000 utenti / 80 Paesi
3500 nuovi lavori al mese
234.181 documenti totali (17/05/03)
Processo di assorbimento di piccoli server di matematica dal 1994
Entro una decade si potrà raggiungere parità tra lavori open access
depositati e lavori pubblicati
Modello disciplinare distribuito
Che cosa sono i repositories
istituzionali



I depositi istituzionali di documenti sono
collezioni digitali che raccolgono e conservano la
produzione intellettuale delle comunità
accademiche (singoli o multi Atenei)
possono essere considerati estensione naturale
delle responsabilità dell’istituzione accademica in
qualità di generatori di ricerca primaria
sono potenzialmente la componente più
importante nell’evoluzione della struttura dei
nuovi modelli di comunicazione scientifica
Le potenzialità di un deposito
istituzionale
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

giocano un ruolo significativo nel processo
evolutivo della ristrutturazione della comunicazione
scientifica
offrono una risposta strategica ai problemi esistenti
nel sistema che regola i periodici scientifici
forniscono un immediato complemento di qualità al
modello di pubblicazione scientifica esistente
stimolano l’innovazione entro una struttura di
editoria disaggregata
sono indicatori tangibili della qualità di
un’istituzione, incrementandone la visibilità, il
prestigio e il valore a livello pubblico
Lo status quo: situazione frammentaria

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
Centinaia di e-server: istituzionali, disciplinari,
accentrati, distribuiti, piccoli, grandi, depositi
di collezioni, ...
Papers sparsi sui siti Web
Umbrella servers (es. MPRESS)
MetaMotori OA (service provider)
CiteSeer, servizio precedentemente chiamato
ResearchIndex, costruito da NEC Research
Institute
Cooperazione e interoperabilità
I Software Open Source
disponibili per la creazione di OA
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
ArXive, RePEc, Kit NCSTRL (ex-protocollo
Dienst): per server disciplinari
VT EDT Virginia Tech per le Tesi
Eprints software (OAI compatibile): per server
istituzionali (68 archivi nel mondo lo adottano)
Kepler software: per server individuali
DSpace di MIT. Gestisce anche formati
multimediali utili alla didattica (nato nel 2003)
CDSware del CERN: funge anche da portale con
motore che ricerca entro le collezioni della
biblioteca
Dati statistici sugli Open Archive

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
La crescita di archivi OAI: Ad oggi esistono oltre 140 archivi, tra
disciplinari e istituzionali, di cui 3 di grandi dimensioni e ricchi di papers
e 68 basati sul modello EPrints
L’incremento del numero di lavori free access entro gli archivi
OAI:
I depositi attuali superano i 1.400.000 record totali (compresi i
234.181 di ArXive e i 200.000 di RePEc), anche se non tutti i record si
riferiscono a lavori a testo pieno
Il totale dei record di tutti i 68 Archivi Eprints è di oltre 8000, con una
media di 120 papers depositati in ciascuno (va considerato che il
modello EPrints è appena nato)
La media del numero totale di depositi per archivio è circa 10000
(tenendo conto dei tre grandi e considerando la media bassa degli
EPrints) e va necessariamente innalzata velocemente
Gli Archivi istituzionali assestati e operativi nel mondo sono 23
con un totale di 5000 papers full-text (processo lento)
Crescita del numero di archivi OAI
ad oggi esistono oltre 140 archivi, ma la media del numero di
papers per Archivio (9000) necessità di una crescita veloce
Number of Archives and Mean Number of
Papers Per Archive (all OAI Archives)
Cumulative Mean Records per Archive
Cumulative Archives to Date
Archives
160
140
120
100
80
60
40
20
0
10000
9000
8000
7000
6000
5000
4000
3000
2000
1000
0
ja
nv
-9
av 9
r-9
ju 9
il9
oc 9
t- 9
ja 9
nv
-0
av 0
r-0
ju 0
il0
oc 0
t- 0
ja 0
nv
-0
av 1
r-0
ju 1
il01
oc
tja 01
nv
-0
av 2
r-0
ju 2
il0
oc 2
t- 0
ja 2
nv
-0
3
Mean Records per Archive
dall’analisi di Tim Brody
Il modelloEprints.org sottoinsieme di OAI
(sono circa la metà di tutti gli archivi correnti OAI Archives, 70/140)
dall’analisi di Tim Brody
Crescita dei papers negli archivi Eprints
(esclusi i tre grandi)
oltre 8000 papers ad oggi (maggio 2003)
Cumulative and Monthly Papers in
EPrints.org Archives (minus top 3)
9000
1600
8000
1400
7000
1000
5000
800
4000
600
3000
400
2000
200
1000
Cumulative Record Count
no
v02
ju
il02
se
pt
-0
2
2
ai
-0
m
ja
nv
-0
2
m
ar
s02
no
v01
0
ju
il01
se
pt
-0
1
ar
s01
m
ai
-0
1
0
Total New Records per Month
Records
1200
6000
m
Cumulative Records
dall’analisi di Tim Brody
Crescita nel numero di papers a testo
pieno depositati negli archivi isituzionali
(oltre 5000 papers in 23 archivi)
Institutional Full-Text Archives (c.23)
Total and Monthly Papers
6000
5000
4000
3000
2000
1000
Ju
l- 0
3
0
dall’analisi di Tim Brody
Che cosa serve per riempire gli
Open Archives
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

L’obiettivo primario delle Università (o degli enti finanziatori
della ricerca) deve essere quello di adottare una politica
sistematica di auto-archiviazione di tutte le produzioni di
ricerca “refereed”
Servono inoltre policies a corredo dell’OA per la submission,
di copyright, e sui medatati
Altro passo fondamentale: adottare CV online standardizzati
Valutazione online dell’impatto della ricerca da parte di chi
finanzia la ricerca (anche attraverso i CVs connessi agli OA)
Gli archivi istituzionali devono essere integrati dentro la
Biblioteca Digitale (visibilità dal sistema informativo: portale,
OPAC …)
Esempio di CV universitario
online standardizzato e con
indicatori di performance
esposti agli harvester
e links agli Eprint Archive
istituzionali
Che cosa serve per convincere gli
autori


È necessario il CONSENSO per ottenere il deposito di
“contents, contents, contents” (grido di Harnad) che si
acquisisce:
– Analizzando i comportamenti e le abitudini delle singole
comunità di studiosi: a livello di gruppo, nazionale,
internazionale, dentro l’istituzione, nella comunità
disciplinare...
– Tenendo conto degli “user requirements” per la
costruzione di Archivi confezionati sulle reali esigenze delle
comunità (LOCALI? CENTRALIZZATI?)
Non basta dire che online è meglio (il grido di Krichel), occorre
offrire QUALCOSA IN PIU’
Risultati dell’indagine sull’utilizzo degli archivi
ArXive e CogPrints: http://www.eprints.org/results/
Parole chiave per il consenso

Il valore aggiunto sta nelle parole chiave
– Motori di ricerca per le ricerche nei full-text: vedi
esperienze CERN e Caltech
– Analisi delle transazioni Log: statistiche sugli
accessi al server, ma anche sul singolo autore e su
ogni singolo articolo (vedi esempio ArXive, RePEc
per abstract visualizzati, articoli scaricati, per
giorno, mese, anno ...)
– Analisi scientometriche e webmetriche: nuovi
strumenti per il calcolo e le nuove misurazioni
dell’impatto di ricerca, per il recupero e linking
delle citazioni nel web (vedi Paracite, OpCite,
CiteBase, Citeseer/ResearchIndex)
Liste di discussione internazionali
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

Nature: http://www.nature.com/nature/debates/e-access/index.html
Science: http://www.sciencemag.org/cgi/eletters/291/5512/2318b
American Scientist:
http://amsci-forum.amsci.org/archives/september98-forum.html
FOS Newsletter and Forum:
http://www.earlham.edu/~peters/fos/index.htm
Colloque virtuel text-e: http://www.text-e.org/
SPARC Institutional Repositories Discussion List Archive - [email protected]
https://mx2.arl.org/Lists/SPARC-IR/
CNI-COPYRIGHT Forum
http://www.cni.org/forums/cni-copyright/cni-copyright.html
Riferimenti strategici
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Bozza delle politiche di autoarchiviazione (preprint e postprint) per le Università
http://www.ecs.soton.ac.uk/~lac/archpol.html
Proposta UK per una politica nazionale di auto-deposito nelle Università
britanniche di tutte le produzioni di ricerca “refereed” ai fini della valutazione
http://www.ecs.soton.ac.uk/~harnad/Temp/Ariadne-RAE.doc
Template e demo per CV universitari online standardizzati con indicatori di
performance esposti agli harvester e links agli Eprint Archive istituzionali
http://paracite.eprints.org/cgi-bin/rae_front.cgi
RoMEO Project (Loughborough) Rights MEtadata for Open archiving)
http://www.lboro.ac.uk/departments/ls/disresearch/romeo/
Strumenti per l’Analisi Citazionale (Scientometrica, Webmetrica)
http://citebase.eprints.org/help/
http://opcit.eprints.org/evaluation/Citebase-evaluation/evaluation-report.html
http://paracite.eprints.org/
http://citeseer.nj.nec.com/cs
Bibliografia
Lawrence, S. (2001) Free online availability substantially increases a
paper's impact. Nature 411 (6837): 521.
http://www.neci.nec.com/~lawrence/papers/online-nature01/
Guédon, Jean-Claude (2002) In Oldenburg’s Long Shadow: Librarians,
Research Scientists, Publishers, and the Control of Scientific
Publishing
http://www.arl.org/arl/proceedings/138/guedon.html
Harnad, Stevan (1990) Scholarly Skywriting and the Prepublication
Continuum of Scientific Inquiry. Psychological Science 1: 342 - 343
(reprinted in Current Contents 45: 9-13, November 11 1991).
http://cogprints.soton.ac.uk/documents/disk0/00/00/15/81/
Harnad, Stevan (2001) For Whom the Gate Tolls? How and Why to Free
the Refereed Research Literature Online Through Author/Institution
Self-Archiving, Now.
http://cogprints.soton.ac.uk/documents/disk0/00/00/16/39/
Grazie per l’attenzione!
"Liberare la ricerca valutata, presente e futura,
da tutti gli ostacoli all'accesso e all'impatto,
dipende ormai dai ricercatori.
La posterità già ci guarda e non ci giudicherà bene
se continuiamo a ritardare senza ragione
l'ottimo e l'ineluttabile,
che sono chiaramente alla nostra portata".
Stevan Harnard
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l`impatto della ricerca - e-Lis