Open Archive
di Antonella De Robbio
Referente SBA per il diritto d'autore
Università degli Studi di Padova
Archivi Aperti
• Noti come Open Archive, o E-prints server, sono
archivi preposti al deposito dei documenti
scientifici, in forma elettronica, alla loro gestione e
conservazione.
• Possono essere organizzati a livello istituzionale o
a livello disciplinare.
• I documenti elettronici possono essere depositati
direttamente dagli autori attraverso un semplice
processo noto come auto-archiviazione.
• Non va confuso il termine auto-archiviazione
(self-archiving) con quello di auto-pubblicazione
(self-publishing)
Cosa sono gli e-prints?
• Gli e-prints sono copie elettroniche di
papers accademici.
• Gli archivi di e-prints consentono agli
autori di rendere i propri pre-prints prereferati, e i propri lavori post-print
referati, liberamente disponibili alla
comunità internazionale scientifica,
disseminandoli su scala mondiale, cosa
impossibile per un lavoro su carta
L’auto-archiviazione
• Molti sono i ricercatori che da alcuni anni
archiviano i loro lavori sui server delle loro
istituzioni o in server disciplinari, per esempio per
la biomedicina, l'astronomia, la chimica, ...
• la matematica, dopo la fisica, è il campo, dove si
è fatto l'uso più massiccio di server di pre-print
• Anche all'interno di una stessa disciplina però, non
sempre i comportamenti sono omogenei
Tipologie di Open Archive
• Numerose sono le esperienze nel mondo e anche
le tipologie tecniche
– modello accentato
– modello distribuito
• A livello organizzativo le scelte possono essere
– server istituzionali (institutional repositories)
– server subject-based o disciplinari
– esistono inoltre altre soluzioni:
• gli “umbrella server” (specie di MetaOA)
• individual data provider (modello Kepler)
Archivi Aperti e interoperabilità
• Ciascun documento depositato è corredato da
metadati in formato standard che vengono esposti
per la raccolta (harvesting)
• Gli archivi sono detti “aperti” in quanto possono
essere interrogati da un servizio (“service
provider”) che si occupa di indicizzare i metadati
raccolti dai vari archivi attraverso la funzione di
harvesting
• Un deposito entro l’architettura OAI Open
Archive Initivative è noto come “data provider”
Big versus Small
• ArXiv modello accentrato: nasce a Los Alamos
National Lab. nel 1991, in origine si riferiva solo a
documenti per la comunità HEP. Serve circa
80.000 utenti di oltre 70 Paesi. Nel 2000 vi sono
stati 13 milioni di documenti scaricati. La crescita
delle sottomissioni è pari a 3500 nuovi lavori
annui, per oltre 33.000 sottomissioni a fine 2001.
• La centralizzazione di ArXiv è stato un processo
che è iniziato a partire dal 1994, prima esistevano
piccoli archivi su base disciplinare che
funzionavano con lo stesso software
Modello distribuito
• RePEc, la più grande collezione del mondo
di documenti per l'economia ad accesso
libero, a modello distribuito
• collega oltre 200 archivi con oltre 60.000
articoli e rapporti tecnici di ambito
economico disponibili online
• sorto nel 1999 per opera di Thomas Krichel
• ciascuno diventa mirror e garantisce
l’accesso anche ai dati di tutti gli altri
archivi
Il modello di pubblicazione scientifica
decostruito [termine coniato da J. Smith]
• I depositi istituzionali possono giocare un
ruolo significativo del processo evolutivo
della ristrutturazione della comunicazione
scientifica
• Le tradizionali pubblicazioni a stampa
integrano in un unico modello 4 componenti
Le 4 componenti essenziali nella
comunicazione scientifica
[descritte da Roosendaal e Geurts]
• Registrazione: stabilire la priorità intellettuale di
un’idea, un concetto, o una scoperta scientifica
• Certificazione: certificare la qualità della ricerca e/o la
validità delle scoperte dichiarate
• Consapevolezza: assicurare la disseminazione e
l’accessibilità delle produzioni della ricerca, fornendo un
mezzo attraverso il quale i ricercatori possono essere
avvertiti delle novità della ricerca
• Archiviazione: conservare il patrimonio intellettuale per
le fruizioni future
Institutional repositories:
cosa sono
• I depositi istituzionali di documenti sono
collezioni digitali che raccolgono e conservano la
produzione intellettuale delle comunità
accademiche (singoli o multi Atenei)
• possono essere considerati estensione naturale
delle responsabilità dell’istituzione accademica in
qualità di generatori di ricerca primaria
• sono potenzialmente la componente più
importante nell’evoluzione della struttura dei
nuovi modelli di comunicazione scientifica
Institutional repositories:
a cosa servono
• offrono una risposta strategica ai problemi
esistenti nel sistema che regola i periodici
scientifici
• offrono un immediato complemento di qualità al
modello di pubblicazione scientifica ad oggi
esistente
• stimolano l’innovazione entro una struttura di
editoria disaggregata
• servono come indicatori tangibili della qualità di
un’istituzione, ne incrementano la visibilità, il
prestigio e il valore a livello pubblico
Situazione frammentaria
• Centinaia di e-server: istituzionali,
disciplinari, accentrati, distribuiti, piccoli,
grandi, depositi di collezioni, ...
• Papers sparsi sui siti Web
• Umbrella servers es. MPRESS)
• MetaMotori OA (service provider)
• CiteSeer, servizio precedentemente
chiamato ResearchIndex, costruito da NEC
Research Institute
Cooperazione e interoperabilità
Due le aree di intervento
• Da una parte si trovano iniziative come OAI
nata con lo scopo di
– sviluppare e promuovere standard per
l'interoperabilità tra archivi
– essere di supporto ad un'efficiente
disseminazione di contenuti;
• Dall'altra si collocano iniziative come la
Budapest Open Access Initiative BOAI o il
movimento Free Online Scholarship FOS
Open Archive Initiative
• OAI è supportata nelle sue iniziative dalla Digital
Library Federation e da Coalition for Networked
Information e riceve finanziamenti da National
Science Fundation
• fonda le sue radici nel continuo sforzo teso al
miglioramento dell'accesso ai documenti entro gli
archivi e-print,
• mette a disposizione strumenti, software e
documentazione (protocolli, standard)
• promuove l'utilizzo di metadati standard
In OAI esistono
due categorie di server
• i data provider, i quali contengono i
documenti depositati e che supportano il
protocollo OAI esponendo i metadati
relativi ai lavori contenuti nel server. Un
data provider gestisce uno o più server, per
il deposito (Web servers repositories)
• i service provider, usano i metadati dei
data provider come base per la costruzione
di servizi a valore aggiunto.
harvesting
• Open Archives Initiative Protocol for
Metadata Harvesting Protocol
indispensabile per rendersi visibili ai fini
della raccolta
• è necessario esporre i propri metadati al
colloquio entro la comunità internazionale
in un formato compatibile
• metadati per l’interoperabilità
Le iniziative di sensibilizzazione
• Il movimento FOS Free Online
Scholarship coordinato da Peter Suber
• Public Library of Science organizzazione
no-profit di scienziati per una letteratura
biomedica free-access
– lettera aperta agli editori firmata da 30.000
scienziati di 180 Paesi
Budapest Open Access Initiative
BOAI 1.
• Budapest Open Access Initiative BOAI
– nata il 14 febbraio 2002
– conta oggi oltre 2300 firmatari
– finanziata dalla Fondazione Soros di OSI Open
Society Institute. OSI elargirà un milione di
dollari per anno, per tre anni consecutivi, per lo
sviluppo di un progetto il quale prevede piani e
modelli per l'auto-archiviazione "sostenibile" in
oltre 140 Paesi
Budapest Open Access Initiative
BOAI 2.
• si distingue da OAI giacché il suo scopo è di fare
pressione sugli autori al fine di ottenere un
consenso generalizzato
• lo scopo primario è quello di promuovere l’autoarchiviazione
• non si occupa di applicazioni software o di aspetti
tecnologici,
• è focalizzata principalmente sui processi di peerreviews.
I Software disponibili
• ArXive, Kit NCSTRL (ex-protocollo Dienst): per
server disciplinari
• Eprints software (OAI compatibile): per server
istituzionali
• Kepler software: per server individuali
• DSpace di MIT. Gestisce anche formati
multimediali utili alla didattica
• CDSware del CERN: funge anche da portale con
motore che ricerca entro le collezioni della
biblioteca
• EDT Virginia Tech per le Tesi
Cosa è EPrints ?
• E’ un software Open source per costruire,
gestire e fornire accesso ad archivi di e-print
entro un quadro di Digital Library
• Nato dall’idea del prof. S. Harnad è sviluppato
alla Southampton Univ.
• E’ un software libero rilasciato con licenza
GNU GPL (General Public License), fa uso di
numerosi altri software liberi (es. MySQL).
• E’ pienamente interoperabile con il protocollo
OAI (Open Archives Initiative) per la raccolta
dei metadati
Configurazione di EPrints
• Facile da installare
– Script di installazione automatici nella
maggior parte dei processi di installazione
• Requisiti minimi: meno di 500 MB di
spazio per lo storage.
• Indipendenza da altri software di
supporto: Apache, MySQL, PERL, Plugins for PERL, gcc
• Facile da usare e da amministrare: basato
su Web
• Esempi di siti
Kepler framework
• Strumento per la creazione di “personal data
provider” o “archivelets” indipendenti dalla
piattaforma
• facilità di utilizzo da parte di singoli ricercatori
• scarico e auto-installazione semplice e rapida su
workstation PC individuali
• servizio di registrazione automatica a supporto di
decine di migliaia di pubblicatori individuali
• servizio di raccolta di metadati dagli archivelet
semplice e poco pesante
Condivisione di dati individuali
• Il suo nome deriva dal grande teorico
Johannes Kepler. Carl Sagan nel suo libro
“Cosmos” racconta di come Keplero lottò
per ottenere i dati dal suo collega-maestro
Tycho Brahe, il grande osservazionalista.
Solo quando Brahe fu sul letto di morte
dette l’accesso a Kepler a tutti i suoi dati
di ricerca.
Keplero: architettura
• L’architettura di Keplero supporta due tipi di
utenti:
– pubblicatori individuali i quali usano gli strumenti
dell’archivelet
– utenti generali interessati a recuperare i documenti
pubblicati
• Il servizio di registrazione tiene traccia dello status
di registrazione dell’archivelet (attivo/non attivo),
attraverso un modello istant-messenger, mutuato
da Napster, dove nel server centrale viene
mantenuta traccia (in cache) dei client attivi
• struttura molto simile a un broker basato su
modello di rete P2P
Figura 1. Architettura di Keplero
Copyright 2001 Kurt Maly, Mohammad Zubair, and Xiaoming Liu
Figura 2. Architettura di Keplero e modello di rete Peer-to-Peer
Copyright 2001 Kurt Maly, Mohammad Zubair, and Xiaoming Liu
Copyright 2001 Kurt Maly,
Mohammad Zubair, and Xiaoming Liu
Keplero: le parti componenti
1. Deposito OAI compatibile
2. Strumento per la pubblicazione/deposito
3. Servizio di registrazione (basato su LDA)
4. Service Provider
1. 2. sono rivolti al pubblicatore individuale,
3. tiene traccia degli archivelets registrati
compreso il loro stato di disponibilità,
4. offre un alto livello di servizio come ricerca di
un documento pubblicato entro tutti gli
archivelet registrati
Keplero: strumenti per la
pubblicazione/deposito
• Il kit publication tools consiste di:
– semplice display dell’archivio
– strumento per specificare i metadati e per
caricare i file entro l’archivelet
• Il file zip auto-installante contiene, oltre al kit
publication tools, il client per il processo di
registrazione automatica e il client per
l’interazione con il service provider (strato OAI e
server web semplificato)
Service provider Arc:
risultato ricerca
DSpace: nuova soluzione al MIT
• DSpace è una piattaforma software open source
(licenza BSD) OAI compatibile, adatta agli atenei
– cattura e descrive opere digitali utilizzando moduli
Web per la sottomissione dei lavori
– aggrega e recupera i lavori dell’istituzione: didattica
e ricerca
– conserva a lungo termine le opere digitali
– crea un sistema elettronico per la disseminazione
delle produzioni intellettuali
– gestisce utenze diversificate (studenti) con controllo
degli accessi
– gestisce multimedialità:supporta formati numerosi
formati utili al contesto E-learning
Due i canali: le comunità e le collezioni
Communities
DSpace system
Archival Storage
SCHOOLS
Metadata (Database)
DEPARTMENTS
LABS
Submission
Subsystem
Search/Browse Subsystem
Web User Interface
SCHOOL
PROGRAM
LAB
CENTER
USER
CENTERS
USER
PROGRAMS
Collection
Item
Item
Item
Item
Collection
DEPARTMENT
Collection
Collection
USER
La trasformazione dell’OA
• il concetto OpenArchive si trasforma: da
pre-print diviene e-print,
• perde il prefisso "pre" a ricomprendere tutti
i tipi di documenti
• il vero OA è un deposito di documenti
appartenenti a una determinata comunità
• ruolo dell'EPrints di Harnad è assai più
ampio rispetto al semplice pre-print server
Il vero OA
• modello che porta dentro il "seme" della
parola "disseminazione”
• concetto profondamente diverso da quello
della “distribuzione”
• disseminazione implica una crescita
• incrementato a tal punto da evolvere e
divenire una forma di comunicazione e
immagazzinamento della produzione
scientifica nella sua interezza
“Nella vita, non ci sono
soluzioni. Ci sono forze in
movimento: queste necessitano
di essere creare e le soluzioni
seguono …”
[In: Volo di notte,
Antoine de Saint-Exupéry, Chap. 19]
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