Analisi del sonetto "SOLCATA HO FRONTE" di Ugo Foscolo
(pag. 136 del volume di Letteratura "Le pietre bianche" SEI)
Solcata ho fronte, occhi incavati intenti
Solcata ho fronte, occhi incavati intenti;
crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto;
labbri tumidi arguti, al riso lenti;
capo chino, bel collo, irsuto petto:
membra esatte; vestir semplice eletto;
ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti:
prodigo, sobrio; umano, ispido, schietto;
avverso al mondo, avversi a me gli eventi;
mesto i più giorni e solo; ognor pensoso;
alle speranze incredulo e al timore;
il pudor mi fa vile; e prode l'ira:
cauta mi parla la ragion; ma il core,
ricco di vizi e di virtù, delira:
Morte, tu mi darai fama e riposo.
PARAFRASI
Ho la fronte attraversata da rughe e gli occhi infossati e attenti, ho i capelli rossi, le guance scavate e un'espressione gr intosa
e coraggiosa; Le labbra sono carnose e pronte all'ironia ma poco propense a sorridere, il capo è spesso chino, ho un bel collo
e un pello villoso:
il corpo è ben proporzionato, mi vesto in modo semplice ed elegante, i miei movimenti sono veloci come lo sono i pensieri, le
azioni e i gesti; ho atteggiamenti contrastanti: sono eccessivamente generoso, sobrio, umano, scontroso, schietto;sono ostile
al mondo ma anche gli eventi mi sono avversi ;
quasi sempre sono triste e solitario, sempre pensieroso, non mi lascio condizionare né dalle speranzené dalle paure, la
timidezza mi rende pauroso ma l'ira mi spinge ad agire;
la ragione mi parla in modo sommesso mentre il cuore, ricco di vizi e di virtù mi influenza violentemente: solo Tu o Morte mi
darai la fama e la pace.
STRUTTURA E SCHEMA METRICO
La poesia è un sonetto (cioè composto da due quartine e due terzine di endecasillabi) ; lo schema delle rime è
ABAB BABA CDE DEC. Ogni verso si conclude con il punto e virgola o con i due punti, solo il 12° e 13° verso sono tra lor o collegati.
FIGURE DI SUONO E DI SIGNIFICATO
Si possono individuare alcune allitterazioni (la "t" nel 6° verso, la "v" nell'8° verso, si può individuare un'anafora nell'8° verso (avverso al
mondo, avversi a me gli eventi) una personificazione nel 12° verso (cauta mi parla la ragion) e un chiasmo nell'11° verso (il pudor mi fa
vile; e prode l'ira).
Le frasi sono brevi, gli aggettivi sono anteposti ai nomi mentre i verbi coniugati al modo indicativo sono solo cinque (ho, fa, mi parla,
delira, mi darai); risalta l'elencazione delle caratteristiche fisiche e morali del poeta e la scelta lessicale di parole classiche e ricercate
(crin fulvo, emunte guance, mesto, prode).
SOMMARIO DEI CONTENUTI
1) Nella prima quartina l'autore si descrive in I° persona. Nella descrizione compaiono subito le caratteristiche di uomo serio (labbri
arguti al riso lenti) intelligente (occhi incavati intenti) riflessivo e pensoso (solcata ho fronte) e fiero (ardito aspetto).
2) Nella seconda quartina Foscolo descrive la sua personalità e le caratteristiche che lo rendono singolare (prodigo, sobrio, umano,
ispido, schietto).
La quartina si conclude con un riferimento alle difficoltà personali legate al periodo storico e politico (avverso al mondo, avversi a me gli
eventi).
3 - 4) Le ultime due terzine sviluppano i temi romantici del sonetto: la tristezza e la solitudine dell'eroe romantico (mesto i più giorni e
solo) e con la contraddizione spicca l'importanza delle emozioni (cauta in me parla la ragion ma il core ricco di vizi e di virtù delira).
Nell'ultimo verso troviamo il tema Neoclassico della fama (Morte, tu mi darai fama e riposo.)
NOTE BIOGRAFICHE E COMMENTO
Nel 1802 Foscolo pubblica a Pisa, nel "Giornale dei Letterati" otto sonetti, fra cui questo autoritratto. Il periodo storico e letterario per
l'Italia è complesso ed il poeta stesso si presenta con tutte le contraddizioni del suo tempo che condizionano anche la sua vita. Si tratta
di un periodo di passaggio tra Neoclassicismo e Romanticismo Queste poesie, ricche di riferimenti autobiografici, costituiscono una
sorta di diario poetico in cui Foscolo annota esperienze, riflessioni ed emozioni.
In questo sonetto Foscolo descrive quello che è e quello che vorrebbe essere; c'è la descrizione del conflitto interiore che lo fa sentire
profondamente diverso dagli altri uomini, volontariamente estraneo alla società dei suoi tempi che non lo comprende e nella quale non
si riconosce. Il Foscolo aveva capelli rossi e ricciuti, ampia fronte, occhi piccoli ma scintillanti, era ribelle, coraggioso, schivo,
passionale, scontroso, malinconico, insofferente ad ogni forma di costrizione, tuonava con voce rauca contro gli oppress ori. Non bello
ma ricco di parola e di memoria, affascinante e trascinatore, personalità carismatica ma complessa e difficile, fortemente tormentata
dall'eterno contrasto tra sentimento e ragione, tra il desiderio di morte e il desiderio di eternità, tra bisogno di pace e volontà di ribellione
politica.
Ugo Foscolo nasce nel 1778 a Zacinto,
(oggi Zante) una delle isole Ionie che in
quest’epoca sono sotto il dominio della
repubblica di Venezia; suo padre è
veneziano e sua madre è greca. Quando
muore il padre, nel 1792, la famiglia si
trasferisce a Venezia.
Qui il Foscolo sente il fascino delle idee nate dalla rivoluzione
francese e diviene un convinto sostenitore della politica di
Napoleone Bonaparte: rimane però profondamente deluso
quando Bonaparte cede Venezia all’impero d’Austria in seguito
al trattato di Campoformio (1797).
Foscolo sceglierà l'esilio volontario e si sposterà in altri luoghi,
come Milano, Pavia e Londra dove morirà nel 1827.
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