32 GIOVEDÌ 14 GENNAIO 2016 LIBRI il Cittadino SAGGISTICA “Passanti letterari” fra l’800 e l’attualità PINA PAONE, Dentro gli attimi del possibile (Passanti letterari dall’Ottocento a ogg)i Ledizioni Milano 2015 pp.398, 22 euro n «L’avventura del passante è un’avventura cittadina, anzi metropolitana, e presuppone il cambiamento di mentalità della persona, che deve adattarsi a una nuova realtà, i cui peculiari elementi sono, nell’ordine: velocità, frantumazione della catena cronologica, epifanie nel quotidiano della folla, privatizzazione del destino, accresciuta importanza del caso». Con un ben accordato bagaglio di strumenti critici ed euristiciche vanno a trattare un ampio spettro di questioni da quelle tematiche, alle retoriche, a quelle stilistiche, ad una “genealogia europea” delle “fucine” narrative, in un orizzonte comparatista -, Pina Paone, per campioni, ben documenta questo percorso d’incontro e di estraneazione, anche alla luce della frizione fra modernità e postmodernità. É un lavoro utile, ben documentato e ben scritto. La Paone fa parte di quella non folta schiera di giovani studiosi che ci fa ben sperare. Amedeo Anelli MONTAGNA Le foto di Pravettoni per un “raid” storico DAVIDE PRAVETTONI Spazio bianco. Sulle tracce di Paulcke. Viaggio nella memoria.. Nomos edizioni Varese 2015 pp. 157 14.50 euro n Andare alle origini dello sport in montagna ripercorrendo una traversata che ha fatto la storia dello scialpinismo, quella compiuta nel gennaio del 1987 tra i ghiacciai dell’Oberland bernese da un gruppo guidato da Wilhelm Paulcke: l’impresa è stata compiuta da 17 soci della scuola di sci alpinismo Guido Della Torre che, per celebrare il 40esimo di fondazione del loro sodalizio, hanno voluto ripetere in totale autonomia l’identico itinerario. Una splendida avventura vissuta in stretta simbiosi con la montagna e illustrata magnificamente nel libro Spazio bianco. Sulle tracce di Paulcke. Viaggio nella memoria, alle origini dell’alpinismo a sci, con le foto realizzate da due dei protagonisti del raid, Davide Pravettoni e Claudio Camisasca. Pravettoni insegna Clinica medica degli animali da reddito alla facoltà di veterinaria a Lodi, è un grande appassionato di montagna e a Lodi ha esposto recentemente le foto sul raid Lodi-Venezia dei soci della Canottieri. Mario Spini PENSIERO Quattro parole per 4 filosofi. cibo e dintorni oltre l’Expo n Le parole chiave dell’Expo sono state “cibo”, “vita”, “pianeta”, “energia”: quattro temi trattati da quattro filosofi in questo saggio che raccoglie prospettive diverse, interviste e una rassegna fotografica sul festival “Festa della Filosofia”. Il curatore del libro declina il termine vita riprendendo il Wille di Schopenauer e ribaltando le parole di Feuerbach: mangiamo ciò che siamo. Natoli riflette sul cibo come nutrimento dello spirito prendendo parti del Convivio di Dante. Donà parla degli studi botanici di Goethe e del suo concetto di Urpflanze, interrogandosi sulla natura come identità nella differenza. Sini indaga il tema dell’energia in rapporto alla nozione di lavoro, cercando un dialogo tra Occidente e Oriente. Tre grandi maestri a simposio in un’opera piacevole anche per chi vuole accostarsi alla filosofia. A. S. E. SILVIO STORACE (A CURA DI) Nutrire la vita. Cibo, pianeta ed energia... AlboVersorio ed., Milano 2015, pp. 117, 9.90 euro L’OMAGGIO RISTAMPE Il Foscolo irriso dall’irriverente Ingegner Gadda MARCO OSTONI n Tre maiuscole e un aggettivo (immortale), usato con accenti ironicamente iperbolici. Basta il titolo - Il Guerriero, l’Amazzone e lo Spirito della poesia nel verso immortale del Foscolo - per cogliere al volo tutta l’idiosincrasia manifestata da Carlo Emilio Gadda nei confronti di Ugo Foscolo, il poeta dei Sepolcri, anello di congiunzione fra il classicismo e il romanticismo italiani. Un autoreculto delle patrie lettere italiche ma ritenutodaGaddaoltremodotronfio e insincero, stucchevole nella resa stilistica quanto indigesto per l’egocentrismo smaccato dimostrato nellasuapurbreveesistenza.Già Ippolito Nievo aveva avuto modo di giudicare severamente nel suocapolavororisorgimentale (Le confessioni di un italiano) l’opera foscoliana, dando la stura a una tradizione critica sia pure minoritaria (e di ambito per lo più lombardo) poco incline al cantore di Zacinto. L’irascibile quanto geniale Ingegnere meneghino, però, ha fatto di più e non si è accontentato di lanciare stoccate qua e là nelle sue opere al poeta dall’“irsuto petto“ ; nel 1958 ha deciso di dedicargli (si fa per dire) addirittura un testo ad hoc. Lo ha fatto con una pièce satirica radiofonica (andata in onda sulla terza rete Rai nel programma Umor nero la sera del 5 novembre), poi confluita sulla rivista «Paragone»unannopiùtardiinuna versione riveduta e ampliata, a sua volta divenuta traccia per una rappresentazione teatrale (nel 1967) e base per l’edizione Garzanti del... Ora quella straordinaria conversazione a tre voci in un ideale salotto alto-borghese fra due estimatori (il professore Manfredo Bodoni Tacchi e donna Quirina Frinelli)e un caustico critico dell’opera di Foscolo (l’avvocato Carlo De’ Linguaggi) viene riproposta da Adelphi per le curediClaudioVela,checonGiorgio Pinotti e Paola Italia sta seguendo la ristampa dell’intera produzione gaddiana per Adelphi e che qui aggiunge al breve testo del 1959 una ricca quanto interessantissima sezione di materiali critici. In essa il curatorericostruisceanzituttolagenesi e le future trasformazione della pièce, producendo per la prima volta le varianti del dattiloscritto-brogliaccio realizzato a servizio della trasmissione e fin qui sconosciuto. Presenta quindi un vero e proprio “dossier Foscolo“, nel quale dà conto di tutti i riferimenti, espliciti e non, all’opera foscoliana rintracciabili nella produzione letteraria di Gadda e conclude la sezione con un dossiersuNapoleone(altrobennoto bersaglio delle stilettate gaddiane, peraltro inneggiato per le sue virtù proprio dal Foscolo)e uno sul teatro, con tanto di recensioni alle rappresentazioni del Guerriero. Ma il volume confezionato da Vela può essere goduto anche dal lettore senza intenti filologici, cui non potranno non scappare sonore risate dalla lettura del “poemetto“, un crogiuolo di raffinato sarcasmo ed erudizione, nelqualeilgusto per il pastiche linguistico tipico dell’autore del Pasticciaccio (peraltro uscito in quello stesso torno di anni)si sposa con una non comune capacità di variare i registri e di rendereancheplasticamenteleatmosfere della surreale conversazione a tre, con la coppia di ammiratori di Foscolocostantementemessaallaberlina dall’avvocato De Linguagi, che non esita a paragonare il poeta a una bertuccia e a tracciarne ritratti irriverenti come questo: «Siccome era greco, e jonico, e portava a spasso due zigomi ellenici che potevano anticipare le ragioni di Carlo Darwin, ma non confermare le intuizioni di Andro, di Policleto e di Prassitele, così, sotto gli zigomi, avevapensatobenedilasciarsitallire quei due scopettoni color Carlomagno... Di cui si accesero, e arsero a lungo, la Fagnani e la Mocenni, la Bignami e la Roncioni, la Nencini e la Rognoni...». CARLO EMILIO GADDA Il Guerriero, l’Amazzone, lo Spirito della poesia nel verso immortale del Foscolo A cura di C. Vela, Adelphi, Milano 2015, pp. 267, 20 euro I PIÙ LETTI DELLA SETTIMANA 1 F. Volo E’ tutta vita Mondadori 2 J. Dicker Gli ultimi giorni dei nostri padri Bompiani 3 N. Ammaniti Anna Mondadori 4 G. D. Roberts L’ombra della montagna Neri Pozza 5 D. Carrisi La ragazza nella nebbia Longanesi 6 L. Sepulveda Storia di un cane e del bambino Guanda 7 I. Allende Amante giapponese Feltrinelli 8 G. Nuzzi Via Crucis Chiarelettere 9 AA.VV. I bambini devono essere felici Edicart Febbre all’alba Bompiani 10 F. Gardos Dati raccolti dalla Libreria del Sole di Lodi dal 4 al 10 gennaio I gioielli della Sellerio nel ricordo di Elvira AA.VV. La memoria di Elvira Sellerio Editore Palermo 2015 pp. 288 10 euro n Per festeggiare la millesima pubblicazione della collana “La memoria”, fondata nel 1979 con l’aiuto di Leonardo Sciascia, la casa editrice Sellerio cerca di onorare il ricordo di Elvira Giorgianni (sua fondatrice) attraverso ventitrè racconti tra autori e collaboratori. Ci viene data l’immagine di una donna al passo coi tempi, capace di raccogliere le sfide più importanti che la società lanciava. Il suo ricordo corre parallelo alla storia della casa editrice fondata a Palermo nel 1969 assieme al marito Enzo Sellerio, fotografo di ingegno. Le sue scelte editoriali, gli oggetti (le immancabili sigarette Benson), le canzoni preferite e la famiglia che amava vivere con passione anche nel lavoro, creando un clima confidenziale ma con distacco ironico. Le parole di Camilleri, Sofri e Buttitta ci donano il ricordo di un’editrice magnanima e possessiva, che chiedeva ai giovani che si presentavano a lavorare se avevano letto Guerra e pace; un’autrice di cultura letteraria capace di trasformare il latte dello scrittore nel migliore dei formaggi. Antonino Sidoti APPUNTI DI VIAGGIO Nell’Italia perduta di Raffaele La Capria RAFFAELE LA CAPRIA Ultimi viaggi nell’Italia perduta Bompiani Milano 2015 pp. 190 13 euro n Romanziere raffinato, teorico della cosiddetta “bella giornata”, acuto polemista e scrittore di grande respiro civile, Raffaele La Capria a più di novant’anni – è nato a Napoli nel 1922 – va pubblicando libretti sempre più smilzi che raccolgono o articoli apparsi soprattutto su quotidiani o esercizi di stile. Ultimi viaggi nell’Italia perduta si contempla nel primo caso contenendo una serie di scritti come detto d’occasione che però riletti di fila l’un con l’altro sembrano mostrare un unico filo conduttore: il rimpianto civile, espresso in chiave perlopiù autobiografica, di un Paese ormai definitivamente corrotto. Un’Italia che più da viaggiare è viaggiata da spinte populiste e consumistiche che l’hanno corrotta fin nelle midolla. La Capria lo dice con chiarezza e lo dice con estremo garbo andando a ricordare la sua giovinezza, i suoi incontri, Malaparte, Visconti, Moravia, la Morante, Norman Douglas; le sue isole Capri Ischia Procida; i suoi amici, Francesco Rosi, Patroni Griffi; e tutto un mondo ormai definitivamente sepolto dalla società ma non dalla letteratura. Fabio Francione POESIA Uno traduce, l’altro disegna: così rivivono i versi di Danti n Attore, doppiatore, regista, annunciatore televisivo, copywriter pubblictario. Questo è stato Alfredo Danti, scomparso 76enne 10 anni fa, che fra un’attività e l’altra trovava tuttavia il tempo anche per scrivere poesie, specialmente testi brevi, apologhi, epigrammi, in bilico tra le favole di Fedro e la gustosa verve di Trilussa. Alcuni suoi testi sono stati ora tradotti in milanese dal saggista e linguista meneghino Pier Luigi Amietta, che ha radunato in un’agile antologia i suoi pregevoli sforzi, facendosi aiutare dalle illustrazioni stralunate e inconfondibili di Adamo Calabrese, firma (e illustratore) anche di queste colonne nella rubrica della “valigia dei libri”. Il risultato è un libretto gustoso e ben curato, che regala momenti di buon umore intelligente e mai greve . Ma. Os. ALFREDO DANTI El gran circo (tradotto in milanese da P. L. Amietta) Spoon River, Milano 2015, pp. 109, 10 euro