Il Futuro dell’anziano e le professioni
Bari
18 aprile
2012
Invecchiamento attivo
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Il 2012 è l’Anno Europeo per un
Invecchiamento Attivo.
L’iniziativa intende aiutare a promuovere
opportunità occupazionali e condizioni di
lavoro migliori per il crescente numero di
anziani in Europa, aiutarli ad avere un ruolo
attivo nella società ed incoraggiare un
invecchiamento in salute.
In Italia
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Le ultime statistiche Istat sull’invecchiamento
degli italiani dicono che nel 2030 i vecchi
saranno il doppio dei bambini, non molto
diverse sono le statistiche sugli immigrati:
loro aumenteranno e gli italiani diminuiscono.
Nuove prospettive
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Questi cambiamenti demografici implicano sia
difficoltà che nuove possibilità, aprono scenari che
sebbene già noti , non sono stati ancora tradotti in
misure concrete di strategia politica, capaci di
anticipare i tempi e le conseguenze di problemi
strutturali delle società attuali.
Il tema dell’invecchiamento della popolazione, degli
anziani, è quindi urgente e molto attuale.
Cambiamenti
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Si diffonde non solo allarmismo, ma
rassegnazione in chi è anziano ed anche,
una accettazione dell’attuale status quo che
non porta a rivedere scelte di politiche sociali
e interventi multi settoriali a tutela del benessere delle persone, ma neppure l’attuale
organizzazione e impalcatura dei servizi
singoli o in rete che sono frutto degli anni 70
del secolo scorso.
Ostacoli al cambiamento
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Appare strano che l’aumento della speranza
di vita venga vissuta e comunicata come
fonte di preoccupazione e di allarme a monte
prevale una cultura e una prassi di
sanitarizzazione della nostra vita.
Oggi in Italia oltre alla crisi economica
esistono due ostacoli: culturali e
motivazionali che riguardano direttamente
tutti coloro che si occupano del sociale.
Ostacoli al cambiamento
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Culturale che fa sì che ci mobilitiamo solo nei momenti di
emergenza o di tragedia, senza programmare per tempo.
Non si punta sulla prevenzione
motivazionale: le diverse ingegnerie istituzionali che si sono
succedute nel tempo nella governance dei servizi, l’estendersi
dei processi di esternalizzazione, un attenzione più scemante
nella costruzione di beni pubblici, hanno fatto sì che non si
rileggessero i servizi, i valori, gli obiettivi e le risposte sociali di
varia natura che, elaborate negli anni 60 e 70, non hanno mai
subito mutamenti
Cambiamento
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Vanno ripensati gli interventi investendo
meno sugli aspetti farmacologici e sanitari e
maggiormente su attività motorie, sociali e
culturali
Ricerche sugli anziani del futuro
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E in questa direzione vanno indirizzate le ricerche gli anziani del futuro non saranno la proiezione degli
anziani di oggi; saranno diversi per stili di vita ed
anche patologie, per istruzione e cultura, per le
scelte di tempo libero.
Porci degli interrogativi in tal senso aiuta a ricercare
elementi di sostenibilità del nostro sistema sociale
non copriamo le nostre pigrizie intellettuali e paure di
innovare scaricando solo sulla politica assenze
inconfutabili ma non uniche .
Professioni
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Le professioni si sono rivelate un tramite insostituibile per
la creazione e l’applicazione di quella conoscenza
scientifico – tecnica che costituisce il principio assiale
della "società post – industriale", cui ulteriore pilastro
sono appunto i servizi.
Le professioni si muovono nella direzione di assicurare al
cittadino un livello qualitativo della prestazioni, al quale sono
richieste puntuali e competenti prestazioni intellettuali, che
devono essere ispirate al valore assoluto della conoscenza,
dell’etica e della deontologia professionale.
Professioni
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Le professioni e il professionalismo possono essere antidodo
alla burocratizzazione e all’immobilismo in quanto esalta la
responsabilità del professionista nella gestione del proprio
sapere e della funzione sociale della professione.
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Le professioni possono contribuire a
promuovere/accompagnare una possibile mutazione dei
servizi (Manoukian) in “servizi aperti”, capaci di accoglienza, di
rimodulare l’impostazione dei servizi e di porsi in relazione con
i luoghi di vita delle persone e con la comunità, e quindi
contribuire ad affrontare il dilagante senso di insicurezza legato
anche all’isolamento dell’individuo.
Professioni di aiuto
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professioni di aiuto o altrimenti dette professioni
delle relazioni sottendono una relazione tra chi
aiuta e chi viene aiutato, e che accompagna un’idea
di reciprocità alla base del rapporto stesso
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Tutte le professioni di servizio, di aiuto e di cura,
tra cui l’a.s, .investono in una relazione con
l’altro, utente e/o cliente, le proprie conoscenze e
competenze.
Relazione
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La relazione costituisce il canale del processo che favorisce lo
sviluppo della persona e la soluzione dei problemi; un ponte
attraverso cui si giocano la capacità di studio, di valutazione e
presa in carico da parte del professionista.
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In un contesto organizzativo di risposte la relazione di aiuto può
essere definita come l’insieme delle azioni professionali
indirizzate ai rapporti con la persona, il contesto di
appartenenza e l’organizzazione di riferimento,
connotandosi in base al rapporto interpersonale e alle
aspettative reciproche di scambio e comunicazione.
Relazione
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Il termine relazione (relationem) indica un rapporto,
un nesso, un vincolo, una correlazione fra due o più
persone, ognuna delle quali richiama direttamente
l’altra.
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La relazione di aiuto non va considerata esclusiva
perché il suo campo di azione non è solo la persona
ma anche il coinvolgimento di altri soggetti risorsa
professionali e non.
Valori della Relazione
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Il presupposto di base della relazione non può che essere il
rispetto della dignità e della libertà della persona in particolare
delle persone in difficoltà, mettendo al centro la persona e il
suo contesto di vita.
Vuol dire dare e avere fiducia nelle capacità e nelle potenzialità
di ogni persona; di considerare il suo diritto alla piena
realizzazione in tutte le età e condizioni di vita, il suo diritto alle
relazioni affettive e sociali, di riconoscere la sua autonomia
nelle scelte, il suo diritto/dovere di assumere responsabilità
rispetto al suo progetto di vita.
Codice deontologico dell’a.s.
art.6 .”La professione è al servizio delle persone, delle
famiglie, dei gruppi, delle comunità e delle diverse
aggregazioni sociali per contribuire al loro sviluppo,
ne valorizza l’autonomia, la soggettività, la capacità
di assunzioni di responsabilità, li sostiene nel
processo di cambiamento, nell’uso delle risorse
proprie e della società nel prevenire ed affrontare
situazioni di bisogno o di disagio e nel promuovere
ogni iniziativa atta a ridurre i rischi di
emarginazione”.
Codice Deontologico dell’a.s.
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Art. 7 “l’a.s. riconosce la centralità della persona in
ogni suo intervento.Considera e accoglie ogni
persona portatrice di una domanda, di un bisogno, di
un problema come unica e distinta da altre in
analoghe situazioni e la colloca entro il suo contesto
di vita ì, di relazione e di ambiente, inteso sia in
senso antropologico- culturale che fisico”.
Il contributo dell’a.s.
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Capacità di accogliere la persona nella sua globalità e di
valutarne la domanda /problema nella sua ampiezza
relazionale, sociale e familiare;
contribuisce alla presa in carico globale della persona
Capacità di valorizzare le risorse personali, familiari e sociali
della persona e del contesto istituzionale e territoriale;
Capacità di attivare e prendersi cura delle reti di sostegno delle
persone, favorendo i processi di integrazione interna ed esterna
alle organizzazioni
contribuire sul piano politico alla promozione degli aspetti di
prevenzione e di inclusione
proprio per la sua stretta
connessione con le politiche sociali e socio-sanitarie
Principi fondati il s.s.
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autodeterminazione,
la personalizzazione e
l’individualizzazione,
il rispetto della persona ,
l’accettazione.
Autodeterminazione anziano
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Riconoscere e promuovere
l’autodeterminazione di un anziano vuol
dire favorire la motivazione a una maggiore
autonomia, stimolare gli interessi, le relazioni
sociali , mettere al centro la sua individualità,
rispetto alle sue scelte, abitudini, preferenze .
Atteggiamenti della.s.
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incoraggiamento,
comprensione anche dei tempi diversi,
la valorizzazione,
la disponibilità,
la responsabilità,
la competenza.
Fase di destrutturazione e di
ristrutturazione anziano
Una 1°fase di destrutturazione dell’identità
personale e sociale
Una 2° fase di ristrutturazione di un nuovo
riconoscimento dello spazio individuale , di
quello relazionale e di quello sociale che ogni
persona desidera ancora costruire
Processo di ristrutturazione
Sostenere processi di ristrutturazione della persona
durante il suo processo di invecchiamento mediante
azioni di intervento quali:
 Orientare e accompagnare la persona /famiglia,
 Attivare e valorizzare interventi e progetti che
poggiano sulla relazionalità comunitaria,
 Promuovere e costruire reti sociali di sostegno e
reciprocità attiva.
Piano personalizzato
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attento percorso di valutazione dei bisogni
dell’anziano e della sua rete,
tener sempre conto anche delle capacità e
risorse delle persone, del suo interno e del
suo intorno,
Assessment
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La fase di valutazione iniziale del bisogno –
assessment costituisce uno snodo fondamentale per
la costruzione di processi di aiuto
deve valorizzare la storia di vita personale: che deve
tener conto del punto di vista della persona e degli
sforzi messi in atto per mantenere buoni livelli di vita
personale, relazionale e sociale.
Risorsa
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Risorsa è ogni mezzo che può venire in aiuto in
caso di necessità di cui già si dispone o è attivabile.
Le risorse vanno infatti interpretate in senso aperto
ed anche sotto l’aspetto della potenzialità.
Vi sono risorse nelle persone, negli ambienti, nel
servizio, nel territorio ,e, dice F.Ferrario, nello
stesso assistente sociale e nelle sue capacità
emancipative.
Risorse della persona e dell’ambiente
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Le risorse della persona riguardano il suo sistema
cognitivo, le caratteristiche emotivo- espressive , le
capacità, la competenza operativa, i modo di
attivarsi.
Le risorse dell’ambiente sono presenti nei campi
relazionali della persona e sono rappresentate dai
diversi soggetti con cui essa è collegata e dai beni
materiali e immateriali che vi sono disponibili
Le risorse dell’a.s. sono personali (conoscenze,
competenze), ambientali, territoriali
Presa in carico e territorio
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La presa in carico della persona/famiglia
deve essere effettuata nel suo territorio per
evitare che problemi sociali, culturali ed
economici esistenti ostacolino il
raggiungimento dell’obiettivo salutebenessere: la persona, con il sostegno dei
servizi e della rete familiare e sociale in cui è
inserita, potrà così attivare ogni risorsa utile,
in riferimento al concetto di empowerment.
Azioni professionali
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riconoscere l’importanza delle attività della vita
quotidiana ,
dare il dovuto spazio all’anziano di raccontarsi e di
raccontare, per poter contribuire in modo attivo alla
gestione della propria vita e del proprio processo di
ristrutturazione personale;
promuovere le piccole e essenziali attività autonome
della quotidianità, gli stili di vita salutari, la
partecipazione ad attività culturali e il tempo libero
Azioni professionali
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Anche il processo di ristrutturazione
relazionale deve essere adeguatamente
sostenuto riconoscendo l’importanza di
attività che favoriscono la relazione e gli
scambi tra persone e tra generazioni. Sul
piano relazionale è risorsa generatrice di
scambi , di conoscenza , memorie e
competenze, è testimone dei processi di
cambiamento sociale.
Integrazione
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l’integrazione socio sanitaria deve essere
intesa come il processo teso a fornire
l’unitarietà e il coordinamento tra prestazioni
sanitarie e sociali, la continuità tra azioni di
cura, riabilitazione e di reinserimento, la
realizzazione di percorsi assistenziali
integrati e l’intersettorialità degli interventi.
Processo di integrazione
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La parziale realizzazione del processo di integrazione socio
sanitaria non ha reso possibile quel raccordo tra politiche
sociali e sanitarie, che avrebbe consentito di dare risposte
unitarie all’interno di percorsi assistenziali integrati, attraverso il
coinvolgimento e la valorizzazione di tutte le componenti e le
risorse presenti sul territorio
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In molte regioni italiane la gran parte del carico assistenziale
grava sui familiari a seguito del mancato potenziamento della
primary care e delle non sufficienti risorse pubbliche
destinate a sostenere la disabilità e la non autosufficienza.
Network
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L’approccio globale alla persona e la
complessità dei bisogni richiedono
necessariamente un’ottica metodologica di
network, una filosofia di pensiero che ha
dimostrato di essere l’unica in grado di
passare da un sistema autoreferenziale e
burocratico a un sistema in grado di reggere
la complessità della società odierna
Integrazione professionale
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L’integrazione professionale può quindi
essere un obiettivo più facilmente
realizzabile proprio perché lasciata alla
responsabilità degli stessi professionisti,
se però si abbattono le barriere, gli steccati,
le autonomie; se ogni professione non si
mette nell’ottica del sapere dell’altro e
ognuno perde un po’ della sua autonomia.
Approccio di equipe
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E’ indispensabile un approccio
interdisciplinare e di equipe in cui i diversi
saperi e le diverse abilità interagiscono per
un unico e condiviso obiettivo “il recupero
psico- fisico, sociale della persona e di un
reinserimento nella vita quotidiana.
Non è la somma dei diversi saperi, ma è
prima di tutto un metodo di lavoro che porti
alla presa in carico della personal
Prevenzione e inclusione
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Le risorse che la collettività impiega nel settore
sanitario, soprattutto quelle destinate alla
prevenzione, non vanno intese solo come voci di
spesa, ma come investimenti fondamentali per
un nuovo modelle di sviluppo e progresso che
abbia il suo centro nella persona.
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Invecchiamento attivo