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Gripen per la Svizzera 7
La milizia permette ai Tiger di volare
8
Soldati d’aviazione preparano i jet da combattimento a Meiringen
Lo spazio aereo sotto controllo
14
I radar d’alta quota durante l’impiego WEF
Il cannone con munizioni da combattimento
La difesa contraerea al Forum economico mondiale
26
Editoriale
La scelta giusta per la Svizzera
Care lettrici,
cari lettori,
Dall’uscita dell’ultimo numero di esercito.ch la situazione è cambiata, in quanto il Consiglio federale ha adottato la decisione sul tipo
di velivolo per la sostituzione parziale della flotta di Tiger (SPFT). Il
Saab JAS 39 Gripen E/F sostituirà i Tiger obsoleti. Questa decisione
del Governo nazionale è stata spesso criticata. Secondo me si tratta tuttavia di critiche infondate, poiché, da pilota e comandante delle Forze aeree, sono convinto che il Consiglio federale abbia fatto la
scelta giusta. I piloti militari sono d’accordo.
Fino agli anni ’80, le caratteristiche più importanti in un aereo erano la velocità e l’efficienza. La potenza del motore era un fattore decisivo nel combattimento aereo. Con l’introduzione delle armi a lunga gittata e dei sistemi radar, la situazione è tuttavia cambiata. Oggi
è avvantaggiato chi vede per primo l’avversario e riesce a combatterlo con sistemi d’arma efficienti. Nel combattimento aereo la velocità è in genere inferiore a quella dell’epoca dei Mirage. Se consideriamo un aviogetto da combattimento come un sistema integrato con
sensori, elettronica per l’elaborazione preliminare e la rappresentazione della situazione nonché, infine, armi per combattere contro un
avversario, il Gripen risulta all’avanguardia. Basti pensare, ad esempio, all’ultramoderno radar AESA a scansione elettronica e al missile aria-aria Meteor, estremamente flessibile, a lunga gittata e maneggevole. Inoltre non dobbiamo dimenticare che attualmente le Forze
aeree non dispongono di aviogetti da combattimento adatti per la
ricognizione aerea e il combattimento al suolo. Con il Gripen E/F è
possibile ripristinare queste due capacità fondamentali a favore delle Forze terrestri.
Se si osserva attentamente bisogna ammettere che sul mercato esistono degli aviogetti da combattimento che sono almeno altrettanto validi, ma il fulcro della questione non è questo. La domanda fondamentale è: il Gripen E/F soddisfa le esigenze della Svizzera? Una
domanda a cui rispondo subito sì. E dirò di più: il Gripen è il giusto
aviogetto da combattimento per la Svizzera. È un jet efficiente e competitivo che, grazie al suo prezzo contenuto, ci consente di effettuare
anche gli investimenti urgenti necessari in altri ambiti dell’esercito.
Comandante di corpo Markus Gygax, comandante delle Forze aeree
2 esercito.ch Forze aeree 1 / 12
Contenuto
Immagine di copertina
Un Saab JAS 39D Gripen svedese (in primo
piano) con un F/A-18 svizzero durante la valutazione del 2008.
(Foto: Forze aeree svizzere)
Contenuto
4 Proteggere il Forum economico mondiale
Le Forze aeree al World Economic Forum
6 Il «Flying Diamond» decolla
Successo per il film sul PC-7 TEAM
7 Un pacchetto adatto al combattimento
Il Saab JAS 39E/F Gripen
8 La milizia permette ai Tiger di volare
Soldati d’aviazione preparano i jet a Meiringen
12 Sempre ben collegati
Aiuto alla condotta per l’impiego delle Forze aeree
10
Da 45 anni in impiego
14
Sorvegliare lo spazio aereo
20
In volo verso la professione dei sogni
17 «Il capogruppo è decisivo»
Il gruppo informatori nelle montagne grigionesi
Oltre al Pilatus Porter, anche il PC-7, il
Super Puma, l’Hornet e il Beech 1900D
festeggiano l’anniversario di servizio.
22 Brevetto e bachelor
Undici nuovi piloti militari hanno ottenuto il brevetto
23 Ospiti d’onore alla promozione
Il ministro dell’interno è intervenuto alla cerimonia di promozione
24 «Pa Capona» – lo slogan
Le prestazioni della FOA dell’aviazione 31
26 Proteggere il cielo sopra il WEF
Cannone con munizioni da combattimento nel settore Davos
28 Il futuro è iniziato
Nuovi sistemi per la difesa contraerea
Il gruppo radar delle Forze aeree 1 gestisce
il sistema FLORAKO durante il WEF.
30 «Qui si tratta della sicurezza»
Cerimonia di promozione presso la FOA DCA 33
32Agenda
Impressum
esercito.ch, la rivista dei militari della Forze aeree, viene pubblicata due volte all’anno in tedesco, francese
e italiano.
Prossima edizione:
2 / 2012 Chiusura redazionale: 5.10.2012
Esce il: 7.12.2012
Editore: capo dell’esercito e comandante delle Forze aeree
Redazione: responsabili della comunicazione delle Forze aeree, Redazione esercito.ch, David Marquis,
Papiermühlestrasse 20, 3003 Berna, Telefono 031 324 37 46, [email protected]
Traduzioni: Servizi di traduzione DDPS
Impaginazione: Comunicazione delle Forze aeree
Stampa: Stämpfli Publikationen AG, 3001 Bern
Cambiamenti d’indirizzo: i militari incorporati annunciano i cambiamenti d’indirizzo per scritto al
caposezione militare del luogo di domicilio. Le persone restanti effettuano l’annuncio per scritto alla
comunicazione delle Forze aeree, Papiermühlestrasse 20, 3003 Berna
Copyright: DDPS, settore Difesa
Internet: www.armee.ch
www.forzeaeree.ch
Visita all’istruzione di base dei piloti di
elicotteri e di jet.
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Impiego
Il WEF sotto lo scudo delle Forze aeree
Proteggere il Forum economico mondiale
Foto: cap Erich Riester / Forze aeree
I leader politici ed economici del mondo si sono incontrati al WEF di Davos sotto uno scudo protettivo
realizzato dalle Forze aeree. I partecipanti al vertice mondiale, in parte di grande fama, non sono stati
sorvegliati esclusivamente dall’alto – ogni anno a gennaio le Forze aeree ricorrono a diversi mezzi
durante lo svolgimento dell’incontro.
L’EC635 è stato uno dei molti mezzi delle Forze aeree impiegato in occasione del WEF 2012.
Uff spec Marc Forster, SM parziale Comca FA
Un velivolo che in volo da nord a sud virava
sulla Svizzera centrale in direzione del Cantone dei Grigioni è finito inevitabilmente
nella rete. Anche un elicottero proveniente
dall’Austria o dall’Italia che compiva un’incursione aerea nello spazio aereo sbarrato
nel raggio di 25 miglia attorno a Davos,
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non è sfuggito all’occhio vigile. «Sistema
di sensori integrati» così è chiamato il dispendioso scenario composto da aviogetti
da combattimento armati, PC-7, impianti
radar, cannoni della DCA, posti d’informazione ed esplorazione elettronica (CGE). Al
WEF 2012 si sono verificati circa una mezza
dozzina di contrattempi, che di fatto si sono
rivelati innocui. In genere si trattava di piloti
che avevano perso l’orientamento e dopo il
relativo avvertimento lasciavano la zona di
sbarramento.
Ordine di abbattimento
Se però un jet si fosse avvicinato con cattive
intenzioni, in caso d’emergenza avrebbe
potuto essere abbattuto con un ordine del
consigliere federale Ueli Maurer. Per tutta
Impiego
la durata del WEF il ministro della Difesa è
stato accompagnato ovunque da un ufficiale
di stato maggiore generale che portava con
sé la valigetta con i relativi ordini. In quanto
«effettore» in un caso simile l’ordine sarebbe
andato agli F/A-18 o agli F-5 Tiger che erano
impiegati sulla Svizzera sudorientale oppure
a un pezzo d’artiglieria della DCA. Lo sforzo
principale era incentrato sul riconoscimento
della situazione aerea. I PC-7 non armati sorvolavano il territorio retico e l’Alta Engadina
e hanno fornito il proprio aiuto nell’identificazione di oggetti volanti. Sulle cime delle
montagne è stato impiegato il radar FLORAKO, nelle cui zone d’ombra la stazione radar
mobile TAFLIR avrebbe dovuto individuare
velivoli o elicotteri in avvicinamento. Anche
i posti d’informazione sul terreno sono stati
allestiti con il compito di avvistare oggetti
insoliti, in particolare tutto ciò che volava a
quote molto basse.
Postazioni minori
I posti d’osservazione – piccoli e a mala pena visibili grazie alle reti di mascheramento
imbiancate viste le condizioni atmosferiche
– sono una componente fondamentale nel
dispositivo delle Forze aeree (cfr. anche «Il
capogruppo è decisivo», pag. 17). Senza gli
osservatori sul terreno le Forze aeree non
avrebbero potuto operare al WEF. Hanno
trasmesso via radio le loro osservazioni alle
squadre dei posti d’informazione delle Forze
aeree. Gli osservatori avevano precedentemente allestito, unitamente alle loro postazioni, l’antenna di otto metri: «Siamo stati
rapidi. Abbiamo iniziato alle sette e mezzo e
a mezzogiorno avevamo già terminato», ha
affermato il sergente Alessandro Chiarello,
stazionato con il suo gruppo in Prettigovia.
La compagnia TAFLIR nel Sarganserland aveva tre compiti, come ha illustrato
l’ufficiale radar Manuel Fischer: «il funzionamento del proprio radar, la trasmissione
e la sicurezza degli impianti». Durante il
WEF TAFLIR ha funzionato 24 ore su 24:
due sezioni d’impiego si sono alternate per
l’esercizio dell’impianto ogni 24 ore. Una
sezione logistica le ha appoggiate.
Centro nevralgico a Dübendorf
Anche gli F/A-18 e gli F-5 Tiger che decollavano dall’aerodromo militare di Sion e
sorvolavano quasi ininterrottamente il territorio avvicendandosi tra loro, osservavano
lo spazio aereo e con i loro radar coprivano
in particolare le valli alpine. Tra l’altro, ricevevano informazioni riguardo al tempo dai
soldati meteo delle Forze aeree stazionati in
parte sulle cime delle montagne in tenda che
osservavano e annunciavano le condizioni
meteorologiche.
I sensori militari e civili fornivano tutte
le informazioni alla centrale d’impiego della
difesa aerea di Dübendorf, dove veniva sorvegliata ininterrottamente l’immagine della
situazione aerea sotto la direzione del «chief
Air Defence» (CAD). «Il sistema di sensori integrati deve funzionare in maniera ottimale»,
ha affermato il colonnello Roland Gabriel, che
in quanto capo Condotta degli impieghi (capo
cond impg) siede a sua volta direttamente nel
centro nevralgico delle decisioni. Rivestono
un ruolo importante anche i loadmaster che
sono a bordo degli elicotteri delle Forze aeree,
soprattutto del Super Puma o del Cougar. Al
WEF non erano unicamente responsabili del
trasporto dei VIP, ma accompagnavano anche
soldati nel trasporto aereo verso i luoghi d’impiego più distanti. Inoltre, come ogni anno, anche la polizia contava sulla loro collaborazione.
Anche i convogli di limousine con a
bordo le personalità presenti al WEF sono
stati in parte sorvegliati dagli elicotteri. Tuttavia, non vi erano loadmaster a bordo, ma
agenti di polizia, i cosiddetti capi impiego
elicotteri; i loadmaster però preparavano gli
elicotteri anche per questi impieghi. Infine,
gli elicotteri rivestono un ruolo importante
anche in caso d’emergenza. Con un medico
d’urgenza a bordo di un EC635 appositamente equipaggiato, grazie agli elicotteri è stato
possibile garantire il salvataggio di persone
e il trasporto in ospedale.
Esercizio 24 ore su 24
Durante il WEF il servizio è stato ininterrotto. Per i loadmaster la realtà quotidiana era
quindi più stressante del solito, in compenso
il compito offriva anche qualcosa di nuovo.
«L’impiego in questo contesto rappresenta un
diversivo», afferma il soldato Benjamin Rieder,
istruito anche quale preposto agli elicotteri. Se
i loadmaster non erano a bordo degli elicotteri, preparavano i Super Puma, i Cougar e gli
EC635 ai voli, li rifornivano o cambiavano,
se necessario, la configurazione dei sedili.
Eseguivano anche piccole riparazioni. ■
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Impiego
Il film sul PC-7 TEAM viene mostrato sui voli di linea
Il «Flying Diamond» decolla
Circa un anno e mezzo fa è stato presentato il film «Flying Diamond»
sul PC-7 TEAM delle Forze aeree svizzere. Il film ha lo scopo di entusiasmare i giovani per l’aeronautica e vanta notevoli successi: da
un lato ha vinto il primo premio al Festival del film militare di Roma,
dall’altro viene mostrato sui voli di linea.
David Marquis, Comunicazione Forze aeree
«Flying Diamond» è stato concepito da un lato quale ritratto del PC-7
TEAM delle Forze aeree. D’altro canto, il filmato ha lo scopo di entusiasmare i giovani a intraprendere la formazione di pilota militare.
Le riprese in volo del PC-7 TEAM sullo sfondo del Churfirsten sono
spettacolari e uniche e riescono ad armonizzare le eccezionali prestazioni dei piloti militari con le bellezze naturali del Toggenburgo.
Ciò è spesso fonte di soddisfazione ed entusiasmo. Sia l’aeroporto di
Zurigo che le linee aeree Edelweiss, Swiss e Air Berlin hanno incluso il filmato nel proprio programma d’intrattenimento a bordo. «Il
PC-7 TEAM presenta un’immagine positiva della Svizzera e fa riferimento al mondo dell’aviazione», spiega Paul Estoppey, Head of Cabin interior Developement and Infotainment presso Swiss. Proprio
questo genere di film con riferimenti alla Svizzera sono ricercati per
il programma d’intrattenimento a bordo. Estoppey sottolinea anche
la stretta relazione tra Swiss e l’aviazione militare: «Da noi lavorano
numerosi piloti di milizia delle Forze aeree».
In aereo e in aeroporto
Primo premio
«Flying Diamond» è stato realizzato presso il Centro dei media elettronici (CME) dell’esercito. Christel Knorr è responsabile della postproduzione e quindi garante della qualità tecnica del film. «‹Flying
Diamond› rappresenta una delle nostre produzioni più impegnative. Ci siamo mossi già quasi nell’ambito di un lungometraggio»,
constata. Viste la molte riprese aeree e le telecamere montate sugli
aerei, la produzione è stata alquanto fuori dal comune. Lo sforzo
profuso per «Flying Diamond» è stato ricompensato a fine novembre 2011 in occasione del Festival internazionale del film militare
di Roma. «La giuria internazionale ci ha attribuito il premio all’unanimità e senza alcuna discussione» afferma con soddisfazione
Knorr. «Flying Diamond» si è così imposto su più di 50 altre produzioni provenienti da 19 Nazioni. Un successo che è stato sottolineato anche nella trasmissione cinematografica «Box Office» della Televisione svizzera. ■
Foto: Toggenburger Tagblatt
Steve Coger, Manager Cabin Crew presso Air Berlin, spiega: «I nostri
passeggeri sui voli da Basilea e Zurigo sono molto soddisfatti che una
compagnia tedesca presenti un film riguardante la Forze aeree svizzere». Una versione ridotta di «Flying Diamond» viene mostrata su
tutti i voli che durano meno di un’ora. Su alcuni voli a lungo raggio
è inoltre possibile, su richiesta, vedere il film completo. Le immagi-
ni del PC-7 TEAM sono però apprezzate anche al suolo. L’aeroporto
di Zurigo ha montato alcune immagini aeree per mostrarle su diversi schermi. «In aeroporto transitano molte persone interessate all’aviazione, sia in qualità di passeggeri che come visitatori» spiega Sonja
Zöchling Stucki, Head Corporate Communication della Flughafen
Zürich AG. «Le riprese aeree sono molto belle ed entusiasmano anche
i nostri ospiti», aggiunge Zöchling, che prosegue sorridendo: «I nostri passeggeri possono però essere contenti che i loro piloti non volino con le stesse manovre spericolate del PC-7 TEAM».
Le riprese di «Flying Diamond» sono state molto spettacolari.
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Impiego
Acquisto dell’aviogetto da combattimento Gripen E/F
Un pacchetto adatto al combattimento
Foto: Forze aeree
Alla fine di novembre 2011 il Consiglio federale ha deciso di acquistare, nel quadro del Programma d’armamento 2012, complessivamente 22 aviogetti svedesi
del tipo JAS-39E/F Gripen. Questi aviogetti sono destinati a sostituire gli ormai
obsoleti F-5 Tiger. Il tenente colonnello SMG Fabio Antognini parla del nuovo
aviogetto.
Un Gripen D svedese durante la valutazione in Svizzera.
La decisione di acquistare il Gripen è stata preceduta da una lunga
procedura di valutazione nell’ambito del progetto «sostituzione parziale della flotta di Tiger». In qualità di capoprogetto «impiego», il tenente colonnello SMG Antognini ha rappresentato le Forze aeree nel
quadro di tale progetto. «In questa funzione ho portato avanti temi
di carattere dottrinale, prestando attenzione anche alla futura istruzione dei piloti. Altri punti importanti dal punto di vista dell’impiego sono il tempo di permanenza nel settore d’impiego o l’efficacia
dei sistemi d’arma», spiega Fabio Antognini, che nel 1996 è stato uno
dei primi a seguire l’addestramento per l’F/A-18 Hornet negli USA.
«Rivoluzionare la tattica»
Ma che cosa ci si può aspettare da questo nuovo aereo? «Il Gripen
può fornire appoggio all’F/A‑18 nel servizio di polizia aerea e nella difesa aerea. Contrariamente all’F/A‑18, inoltre, permetterà alle Forze aeree svizzere di riacquistare le capacità operative per la ricognizione aerea e per il combattimento al suolo», afferma il pilota
collaudatore operativo, il quale aggiunge che tali capacità sono state
abbandonate con la messa fuori servizio del Mirage III RS nel 2003
e dell’Hawker Hunter nel 1994. Il Gripen si situa invece nella media
europea per quanto riguarda l’adempimento di tutti questi compiti:
«È chiaro che, a livello di potenza, questo aereo con un solo propulsore non è tra i migliori. L’efficienza della difesa aerea, tuttavia, non
dipende soltanto dalla potenza del propulsore», fa notare Antognini.
Poi aggiunge: «Con il ‹Meteor›, il Gripen E/F può portare e impiegare uno dei più moderni missili aria-aria. Quest’arma, che gli F/A-18
non possono impiegare, rivoluzionerà la tattica». A ciò si aggiungo-
no un radar modernissimo e un’elettronica all’avanguardia: «Questo pacchetto di funzionalità fa del Gripen un aereo assolutamente
adatto al combattimento», conclude Antognini.
Collaborazione con la Svezia
Il tenente colonnello SMG Fabio Antognini ricorda tuttavia che non
ci si limiterà soltanto ad acquistare un aereo dalla Svezia, ma sarà
avviata anche una cooperazione militare con questo Paese neutrale. Ciò è necessario in quanto: «Mentre nella ricognizione aerea disponiamo ancora di una competenza fondamentale, abbiamo perso
quasi completamente il know-how relativo al combattimento al suolo. Solo alcuni ufficiali svizzeri conoscono questo mestiere», spiega
Antognini. Per il momento si è optato per l’acquisto di un solo tipo di arma, ovvero una bomba INS/GPS/Laser, poiché: «Ora occorre realizzare una competenza fondamentale minima a favore delle
Forze terrestri, e tale competenza comprende anche, oltre all’acquisto del sistema d’arma, anche l’istruzione di personale specializzato come i comandanti di tiro d’aviazione», continua Antognini. Si
tratta di una grande sfida: «Possiamo ripristinare questo knowhow soltanto con l’aiuto degli svedesi», aggiunge. In sintesi, si può
affermare che il JAS-39E/F non è il
miglior aereo in circolazione, ma:
«È adatto per soddisfare le esigenze delle Forze aeree svizzere insieme ai 33 F/A-18 già presenti», conFabio Antognini.
clude Antognini. ■
Foto: maggiore Aldo Wicki
David Marquis, Comunicazione Forze aeree
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Impiego
Comando d’aerodromo 13 a Meiringen
La milizia permette ai Tiger di volare
Lavorano come impiegati di banca, manager di prodotti o come piloti di linea.
Sono studenti, ingegneri elettronici o meccanici anche in ambito civile. Stiamo
parlando dei soldati e dei sottufficiali del comando d’aerodromo 13 a Meiringen.
Solo grazie al loro impiego nella milizia è possibile far volare durante un corso di
ripetizione un numero così elevato di Tiger per la squadriglia d’aviazione 8.
Subito dopo l’atterraggio i Tiger vengono portati nella caverna.
Hansjörg Bürgi, caporedattore «SkyNews»
Non appena entrati in servizio l’obiettivo è di
rinfrescare quanto già appreso in precedenza. La maggior parte dei militari del comando
d’aerodromo 13 hanno assolto la loro scuola
reclute già diversi anni fa. Poiché si riteneva
vicina la messa fuori servizio degli F-5 Tiger,
per lungo tempo non sono più state svolte
scuole reclute sui Tiger. Ciò ha determinato
la mancanza di personale di milizia per la
manutenzione dei Tiger. Poiché il momento
della loro messa fuori servizio non era ancora
chiaro, nel 2010 è stata nuovamente svolta
una scuola reclute F-5 al fine di istruire giovani specialisti per il vecchio velivolo. Tuttavia
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come in precedenza alcune funzioni sono
solo scarsamente occupate.
Nell’officina dei Tiger presso l’aerodromo di Meiringen regna un intenso
fervore. Meiringen rappresenta l’organo di
competenza per l’esercizio degli F-5 Tiger
in Svizzera. Sono in corso gli ultimi preparativi affinché per l’imminente esercizio
delle Forze aeree di ampia portata «Stabante»
siano pronti all’impiego in ogni momento
otto Tiger. Nell’hangar diversi meccanici
di apparecchi, meccanici di motori a propulsione, lattonieri di velivoli, meccanici di
velivoli, elettromeccanici, armaioli, addetti al
materiale e meccanici di apparecchi elettrici
lavorano su vari velivoli F-5. Come sottolinea
Markus Signer, capo Supporto servizio di volo presso l’aerodromo militare di Meiringen,
solo con la collaborazione degli impiegati
professionisti non sarebbe possibile far volare
un numero così elevato di Tiger. Oltre ai 50
militari di milizia, anche l’intera organizzazione di professionisti collabora a pieno
regime durante il corso di ripetizione (CR).
La ripartizione del lavoro è chiara: «Facciamo
attenzione al fatto che durante il CR tutti i
lavori ai velivoli vengano svolti dalla milizia.
I professionisti sono al loro fianco fornendo
consulenza e assistenza, controllando anche
il lavoro svolto dalla milizia», precisa Markus
Signer. Dal punto di vista puramente ottico,
i professionisti si riconoscono dalla loro tuta
Impiego
blu mentre i soldati e gli ufficiali per lavorare
indossano la tuta mimetica.
Sostituzione di una ruota
Un gruppo di meccanici d’apparecchi
esegue un check di sistema completo alla
strumentazione di bordo di un F-5. Questo controllo periodico viene effettuato
ogni quattro settimane. Nelle immediate
vicinanze il militare di professione Urs
Matti ripete con il soldato Lukas Jung le
basi teoriche e pratiche per la regolazione
dell’effusore di un propulsore J85 della
General Electric. Presso un’altra postazione di lavoro un gruppo di meccanici di
apparecchi ha riparato un guasto ad un
lanciamissili Sidewinder di un F-5. I meccanici di aeroplani sostituiscono la ruota
sinistra di un Tiger con i colori biancorossi della Patrouille Suisse che con questa
silhouette viene utilizzato in particolare
come velivolo bersaglio. Anche il seggiolino
eiettabile viene nuovamente montato dagli
armaioli all’interno del velivolo. Tutti i lavori vengono meticolosamente verbalizzati
e documentati, anche questo da parte della
Impiegati di banca come meccanici di velivoli
L’appuntato Ettore Mariani, meccanico di macchine con diploma, lavora oggi come capo team presso un importante istituto bancario. Quale terzo curriculum formativo ha assolto una formazione come specialista di titoli finanziari. Il
lavoro sul Tiger rappresenta per il 31enne impiegato d’ufficio proveniente da Spreitenbach un interessante diversivo
all’attività lavorativa quotidiana: «Svolgere di nuovo, almeno
una volta, un lavoro manuale dà grande soddisfazione. La
sera si sa che cosa si è fatto e poi dormo sempre molto bene. Il mio lavoro in banca richiede un grande sforzo mentale
e non mi fa dormire sempre bene», racconta Ettore Mariani.
Sebbene i Tiger diventino sempre più vecchi, Mariani è sorpreso del buono stato in cui si trovano questi velivoli. Poiché l’effettivo di personale è piuttosto scarso, sono spesso
previsti impieghi notturni, ma l’appuntato Mariani considera
la situazione accettabile. L’esperienza che maggiormente
ricorda dei CR svolti con i Tiger? «Quando una volta abbiamo dovuto sostituire quattro propulsori, è stato molto impegnativo. Si tratta di un’operazione molto complessa che
richiede grande concentrazione e un ottimo lavoro di squadra», risponde Ettore Mariani. Dopo il CR 2011 deve ancora
prestare undici giorni di servizio e poi dirà addio ai Tiger.
truppa, in modo che in ogni momento esista
la certezza sullo stato del veicolo. Al fine
di assicurare la garanzia della qualità, un
controllore professionista verifica l’esecuzione di questi lavori e in seguito autorizza
nuovamente l’impiego del velivolo.
Foto: Hansjörg Bürgi
Dopo l’atterraggio subito nella caverna
Il militare di professione Urs Matti ripete con il soldato Lukas Jung (a sinistra) la regolazione
dell’effusore di un propulsore di Tiger.
Al piano superiore si trovano due soldati
vicini a lunghi tavoli. Stanno ripiegando i
paracadute frenanti dei Tiger e sono contenti
che non piova. Infatti in caso di pioggia prima di essere piegati i paracadute dovrebbero
essere asciugati. Ci vuole quindi un giorno
intero finché un paracadute frenante è di
nuovo pronto all’impiego.
Fuori intanto un F-5 dopo l’altro si appresta ad atterrare. I meccanici osservano
solo brevemente se tutti atterrano come di
consueto. Dopo il controllo delle armi, gli
F-5 rollano subito fino alla caverna e in
pochi minuti vengono portati da soldati di
milizia all’interno della montagna, in quella
caverna che ha già ospitato Vampire, Venom
e Hunter. Gli Hornet proseguono fino alla
nuova caverna. E tra l’altro, anche gli Hornet
sono pronti al decollo nel numero richiesto
di otto velivoli d’impiego solo grazie alla
collaborazione di soldati e sottufficiali di
milizia. ■
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Impiego
Fino a 45 anni d’impiego
Nonostante il progresso tecnologico incalzante, succede spesso che i velivoli militari rimangano in
servizio per vari decenni. Ciò è possibile non da ultimo anche grazie ai programmi d’aggiornamento
proposti a scadenze regolari. Nel 2012 ben cinque tipi di velivoli in dotazione alle Forze aeree svizzere
hanno l’onore di festeggiare un «anniversario di servizio», in primis il Pilatus Porter che viene impiegato già da 45 anni e volerà probabilmente ancora a lungo nei nostri cieli.
Il Pilatus Porter si accontenta di un prato lungo 250 metri come pista di decollo e di atterraggio.
David Marquis, Comunicazione Forze aeree
«Il Porter non è certamente un’icona del design», dichiara il capitano Daniel Fausch, capo pilota dei Porter. Questo aereo svolge però
egregiamente i suoi compiti sin dal 1967 con
un’affidabilità notevole – d’estate e d’inverno,
di giorno e di notte. I primi dodici Porter
acquistati 45 anni fa erano ancora dotati di
motori a pistoni. La seconda tranche, acquistata nel 1976, comprendeva invece sei Pilatus
PC-6 Turbo-Porter con motore a turbina.
«Le esperienze furono talmente positive da
indurre i responsabili a trasformare in TurboPorter anche i primi dodici velivoli acquistati.
Ciò avvenne nel 1981», spiega Fausch. Oggi
le Forze aeree hanno ancora in dotazione
15 Porter, in quanto gli altri tre sono andati
distrutti in incidenti. Questi velivoli vengono
utilizzati per il lancio di esploratori paracadutisti, per accompagnare i droni nello spazio
aereo incontrollato e per eseguire trasporti.
I piloti della squadriglia di trasporto aereo 7
utilizzano regolarmente questo robusto aereo
decollando da aerodromi da campo. Il Porter
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si accontenta infatti di una pista lunga 250
metri. «Il PC-6 si contraddistingue per la sua
maneggevolezza nonché per la sua affidabilità e la sua polivalenza. Inoltre è in grado di
trasportare un carico quasi equivalente al suo
peso a vuoto», aggiunge il capitano Fausch.
Il capo pilota dei Porter conosce però
anche i punti deboli del suo aereo. Da un lato
non è proprio facile compiere un atterraggio
veramente ineccepibile e inoltre il cockpit rispecchia ancora in larga misura gli standard
del 1967. Daniel Fausch spiega: «Muoversi nello spazio aereo svizzero sempre più complesso
e più trafficato con questa strumentazione
estremamente semplice diventa un’impresa
che assume sempre più il carattere di una
sfida». Egli spera quindi che nel giro dei prossimi due o tre anni la flotta dei Porter possa
essere equipaggiata con un nuovo cockpit: «Un
transponder moderno, una moving map, un
sistema d’avvertimento anticollisione e la possibilità di eseguire atterraggi con navigazione
GPS renderebbero questo velivolo adatto per
affrontare il futuro». Dato che le cellule della
flotta dei Porter hanno raggiunto solo i due
terzi del loro ciclo di vita, un cockpit moderno
permetterebbe di prolungare l’impiego fino al
2025, nella migliore delle ipotesi addirittura
fino al 2030. In tal caso i PC-6 rimarrebbero
al servizio delle Forze aeree per ben 63 anni:
una prestazione veramente ragguardevole.
Un valido mezzo per l’istruzione
Un altro velivolo della Pilatus, il PC-7, ha
già superato il processo di rimodernamento.
Nel 1982 ne sono stati acquistati 40 esemplari verniciati in arancione. Oggi, a 30 anni
dall’acquisto, le Forze aeree ne possiedono
ancora 28. Dal 2006 questi aerei d’addestramento sono equipaggiati con un moderno
glass cockpit. Parallelamente al rifacimento
totale del cockpit, i Turbo-Trainer sono stati
verniciati in bianco e rosso. Ciò ha permesso
di migliorare sensibilmente la loro visibilità,
specialmente sopra i boschi ticinesi in autunno. I PC-7 volano spesso in Ticino, poiché è
lì che si svolge l’istruzione di base dei piloti
di jet, che fa capo prevalentemente a questo
tipo di aereo. «A tutt’oggi i piloti militari che
hanno assolto la loro istruzione di base sul
Foto: Forze aeree
Cinque festeggiati volanti
Impiego
Foto: Forze aeree
Qualche tempo fa anche i Boeing F/A-18C/D
Hornet sono stati equipaggiati con un display per il casco. È vero che questa punta
di lancia della difesa aerea è ancora relativamente giovane, ma nel caso dei jet da
combattimento il progresso tecnologico è
enorme. Di conseguenza gli Hornet stanno
già attraversando il secondo programma
d’ammodernamento. Il capo della flotta,
tenente colonnello René Schläppi, dichiara:
«L’acquisto di questi velivoli avvenuto nel
1997 ci ha aperto nuovi orizzonti nell’ambito
della difesa aerea, in particolare per quanto
riguarda il campo visivo dei radar e la gittata
delle armi». Inoltre, anche la navigazione
è risultata notevolmente semplificata e più
precisa. Tuttavia la tecnica ha anche rappresentato una sfida per i piloti, «e così nel
1998 abbiamo purtroppo perduto uno dei
34 aerei acquistati in seguito a una caduta».
Un’altra conseguenza della complessità è data
dal fatto che, come nel caso dei computer, si
rendono necessari continui aggiornamenti.
Però il santo vale la candela: «Infatti, anche
a distanza di 15 anni disponiamo tuttora di
un sistema affidabile e assolutamente competitivo. Secondo me potremo utilizzare gli
F/A-18 ancora per molti anni».
I Pilatus PC-7 vengono impiegati da ormai
30 anni per l’istruzione dei piloti.
Foto: Forze aeree
Come i PC-7, anche i Super Puma delle Forze
aeree hanno un aspetto straordinariamente
fresco. I primi tre degli attuali 15 elicotteri
da trasporto sono tuttavia stati acquistati
già un quarto di secolo fa, precisamente nel
1986. Tre anni dopo, nel 1989, se ne sono poi
aggiunti altri dodici. «Per il Super Puma il
battesimo del fuoco è giunto già nel 1987. In
seguito alle inondazioni verificatesi nel Canton Uri e in Vallese, molte persone sono state
evacuate con gli elicotteri, che sono anche
stati utilizzati per trasportare materiale nelle
zone colpite», spiega il tenente colonnello
Mariano Spada, capo della flotta trasporto
aereo. Fecero poi seguito vari impieghi per
portare aiuto in Svizzera e all’estero. Dal 1996
questi velivoli sono impiegati anche per la
lotta contro gli incendi boschivi. A tutt’oggi
l’impiego all’estero più lungo è quello in Kosovo, dove sono stazionati in permanenza
due Super Puma delle Forze aeree svizzere
dal 2002. Il compito principale di questi
elicotteri rimane comunque il trasporto di
truppe, armi e materiali a favore dell’Esercito svizzero. «Complessivamente abbiamo
finora compiuto 54 000 ore di volo. A velocità
di crociera ciò equivale a 241 giri del globo
terrestre», spiega il tenente colonnello Spada.
Attualmente la flotta è sottoposta a un programma di ammodernamento affinché possa
servire fedelmente le Forze aeree ancora per
molti anni. Anche in questo caso l’intervento
Alta tecnologia
Da 25 anni il Super Puma è il cavallo di battaglia nel settore dei trasporti aerei.
Foto: cap Erich Riester
Animale da lavoro nel trasporto aereo
più importante prevede il montaggio di un
cockpit moderno. La nuova avionica comprende tra l’altro un sistema d’avvertimento
anticollisione e un display applicato al casco.
Il maggior numero di ore di volo
L’aereo da trasporto Beech 1900D assume un
ruolo un po’ esotico nella flotta delle Forze
aeree. Ne esiste un unico esemplare che è
stato dapprima preso in leasing cinque anni
fa e successivamente acquistato. Il pilota del
Beech 1900D, capitano Rolf Schellenberg,
spiega: «Si tratta di un velivolo estremamente
variabile. In cabina c’è posto per 18 sedili, che
possono però essere tolti singolarmente per
eseguire trasporti di materiale». Il Beech vola
quasi ogni settimana a Pristina per rifornire
il distaccamento di elicotteri delle Forze aeree
che è di stanza laggiù. Il volo più lungo finora
effettuato è durato cinque ore e sette minuti,
da Odense (Danimarca) a Malta. Il capitano
Schellenberg spiega: «Con le sue 530 ore di
volo all’anno, il Beech è in testa alla classifica
tra la flotta delle Forze aeree. Nessun altro
aereo si libra in aria più a lungo». ■
Gli F/A-18 costituiscono la punta di lancia
della difesa aerea da 15 anni.
Foto: Forze aeree
PC-7 sono 450, mentre i candidati che hanno
volato su questo aereo per la selezione dei
piloti sono addirittura 800», spiega il tenente
colonnello SMG Daniel Pfiffner, comandante
del Corso di formazione selezione piloti e
formazione di base. L’intera flotta ha al suo
attivo già 146 000 ore di volo. Nella scuola
piloti i PC-7, il cui cockpit ha ora una forte
somiglianza con quello degli F/A-18 nei suoi
tratti di base, vengono impiegati prevalentemente per allenarsi nel volo acrobatico, nei
voli in formazione e anche per l’introduzione
al servizio di polizia aerea. Successivamente
gli allievi piloti passano al Pilatus PC-21, prima di essere riconvertiti all’F/A-18. Tuttavia,
i PC-7 non sono impiegati esclusivamente
nell’ambito della scuola per piloti. Vengono
infatti utilizzati anche per l’addestramento
al volo strumentale, per il servizio di polizia
aerea, come aerei di collegamento e, non da
ultimo, dal PC-7 TEAM.
Il Beech 1900D viene usato come aereo da
trasporto da cinque anni.
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Impiego
Aiuto alla condotta durante l’impiego
Sempre ben collegati
Quando si sente parlare di Forze aeree si pensa subito agli aerei e alla difesa
contraerea. Tuttavia, affinché queste due componenti possano essere impiegate,
è necessaria tutta una serie di mezzi d’aiuto alla condotta. Il colonnello Christoph
Wiesner, insieme al suo team, garantisce il funzionamento di tutti i collegamenti.
Il colonnello Christoph Wiesner (a sinistra) risolve un problema tecnico sul posto insieme a due specialisti.
David Marquis, Comunicazione Forze aeree
L’Eurocopter EC635 è sospeso a poca distanza dal suolo. Qui, nella parte più bassa del
Prättigau, vicino al paese di Grüsch, i collegamenti non sono buoni. La stretta vallata
non favorisce le comunicazioni radio. Come
previsto dal colonnello Wiesner, è possibile
stabilire un collegamento con la centrale
d’impiego della difesa aerea a Dübendorf,
ma la qualità della comunicazione lascia a
desiderare. Mentre l’elicottero prosegue il
suo volo attraverso la stretta gola in direzione
di Landquart, Christoph Wiesner osserva:
«Là davanti sarà meglio. Entreremo subito
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in contatto visivo con la vicina postazione
Taflir, dove ho fatto installare un relais per
la radiocomunicazione aeronautica». Questa
volta, però, lo specialista si sbaglia. Il collegamento peggiora ulteriormente e alla fine
si interrompe. «L’unica spiegazione è che il
relais non è in funzione», constata il colonnello, che ordina subito al pilota, capitano
Marc Bertschi, di volare direttamente verso
la postazione Taflir. Lì il problema viene
discusso con il sergente maggiore tecnico
della compagnia radar, il quale avvia immediatamente le misure necessarie e dopo
poco tempo annuncia che il relais è di nuovo
pronto all’impiego.
Garantire il contatto radio
Gli aerei e gli elicotteri che, durante il WEF,
hanno ottenuto l’autorizzazione a volare
all’interno dello spazio aereo del Cantone
dei Grigioni interdetto al volo devono annunciarsi regolarmente via radio presso «mil
radar», la centrale d’impiego a Dübendorf.
Tuttavia, chi richiede questo contatto radio
deve anche garantire la sua raggiungibilità alla frequenza indicata, il che non è facile nelle
strette valli grigionesi. Pertanto, il concetto
del colonnello Wiesner in materia di aiuto
alla condotta prevede tutta una serie di relais
per la radiocomunicazione aeronautica. Dopo l’installazione, Wiesner effettua un volo
Impiego
di collaudo per verificare la presenza della
copertura radio necessaria. Quest’anno, oltre
al piccolo problema nella zona di Landquart
non sono state riscontrate lacune.
Al servizio della sicurezza di volo
Interfaccia tra i partner
Il WEF è solo uno dei tanti esempi del lavoro
di Christoph Wiesner e del suo team, che
in tutti gli impieghi delle Forze aeree sono
responsabili della prontezza dei necessari
mezzi d’aiuto alla condotta. «Definiamo le
prestazioni necessarie per l’impiego e sottoponiamo la relativa richiesta alla cellula
di aiuto alla condotta dello Stato maggiore di condotta dell’esercito (J6)», spiega il
colonnello Wiesner. In tale sede si decide
quali dei mezzi richiesti sono effettivamente disponibili e chi li deve approntare. La
competenza in quest’ambito può essere ad
esempio affidata alla Base d’aiuto alla condotta dell’esercito (BAC), alla Formazione
d’addestramento dell’aiuto alla condotta 30
(FOA aiuto cond 30), la Ruag o la Swisscom.
«Una volta che è stato allestito il dispositivo
procedo al collaudo e garantisco così che
le prestazioni richieste siano disponibili
durante l’impiego», continua Wiesner. Il
suo sostituto, l’ufficiale specialista Andreas
Aschwanden, spiega: «Non svolgiamo soltanto un compito tecnico, ma fungiamo anche
da interfaccia tra tutti gli uffici coinvolti.
Forniamo consulenza e risolviamo eventuali
problemi». Queste prestazioni non vengono
fornite soltanto per gli impieghi pianificabili
ma anche in caso di esigenze a breve termine.
«Quando si verificano degli eventi, spesso ci
si dimentica di ricorrere alle nostre prestazioni, ma noi siamo in grado di mettere a
disposizione i mezzi necessari in tempi molto
rapidi. Abbiamo in deposito una certa quantità di materiale d’impiego che può essere
richiesto 24 ore su 24 tramite una hotline»,
sottolinea Aschwanden, che ricorda anche
come abbiano garantito già diverse volte
l’aiuto alla condotta in occasione di impieghi
all’estero a breve termine, ad esempio dopo
lo Tsunami a Sumatra o durante gli incendi
boschivi in Grecia e in Israele.
Pronti 24 ore su 24
Nel frattempo Christoph Wiesner è tornato
dal suo volo di collaudo e, con la coscienza
tranquilla, può affidare alla formazione d’impiego aereo il dispositivo di aiuto alla condotta per il WEF: «Ora siamo più tranquilli
perché in genere le nostre installazioni sono
molto affidabili. Durante l’impiego siamo
tuttavia 24 ore su 24 in stato di prontezza per
poter intervenire in caso di guasti o fornire
appoggio qualora si verificassero eventi legati
all’impiego», conclude Wiesner. ■
Foto: David Marquis
«Questo volo di controllo è importante per
l’impiego in occasione del WEF. Dei buoni
collegamenti radio sono fondamentali per
il lavoro della centrale d’impiego della difesa aerea», afferma Christoph Wiesner. Il
colonnello di milizia, impiegato con contratto civile presso lo Stato maggiore delle
Forze aeree, aggiunge: «I componenti per
la radiocomunicazione aeronautica sono
molto affidabili. Quando sono in funzione, i
blackout si verificano raramente. È tuttavia
indispensabile verificarne il funzionamento
all’inizio dell’impiego». Durante il collaudo
Wiesner non controlla in modo approfondito
soltanto la radiocomunicazione aeronautica,
ma fa anche visita al posto di comando presso
l’ubicazione esterna per il trasporto aereo a
Coira e all’ufficio dei piloti che sorvegliano
lo spazio aereo con i loro PC-7 a partire da
Samedan. «La sicurezza di volo è garantita
soltanto se funzionano i collegamenti. Per
questo faccio controlli molto accurati e, a
volte, sono anche un po’ pignolo», spiega
il colonnello. Wiesner esige che tutti i cavi
vengano posati in modo ordinato e che ogni
apparecchio contrassegnato in maniera appropriata: «Non possiamo permettere che un
collegamento si interrompa perché qualcuno
inciampa su un cavo posato male», aggiunge
il colonnello.
Anche la postazione Taflir è stata ispezionata dal colonnello Wiesner
prima del WEF.
La copertura per la radiocomunicazione aeronautica tra le montagne grigionesi è stata verificata con un EC635.
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FOA aiuto cond 30
Il gruppo radar FA 1 al WEF
Mantenere una visuale chiara
In qualità di comandante della compagnia radar delle Forze aeree 16, durante il WEF 2012 il capitano
Michael Kupferschmid era responsabile della sicurezza di persone e materiale presso la sua ubicazione FLORAKO. In questa occasione, gli elementi della sicurezza, della protezione degli impianti e della
sanità hanno assicurato l’esercizio ininterrotto in caso di lunghi impieghi. La specializzazione di ogni
ambito tecnico e la consapevolezza della propria affidabilità sono state le chiavi del successo.
I ten Markus Meer, uff spec Sandro Büchler, uff
spec Cedric Sapey, uff spec Stephan Schmucki
La cabinovia fluttua tranquillamente tra le
punte innevate degli alberi e sopra maestose
vallate, muovendosi in direzione della destinazione. L’atmosfera è tranquilla, il massiccio
montuoso della Svizzera centrale e le sue imponenti masse nevose infondono calma e stabilità. È praticamente impossibile immaginare
che in questo massiccio roccioso viene fornito
un importante contributo alla sorveglianza
dello spazio aereo per il WEF 2012.
Garantire la capacità d’esercizio
Contro accessi non autorizzati
Il tenente Lukas Heimgartner siede tranquillamente nella centrale d’impiego della
sicurezza. L’atmosfera è rilassata, in quanto
le abbondanti nevicate garantiscono un
periodo piacevole a lui e alla sua sezione:
diversi metri di neve e pessime condizioni
meteorologiche ostacolano notevolmente
l’accesso all’impianto per le persone non
autorizzate in questa area di svago. In qualità
di caposezione sicurezza, è responsabile del
controllo e della sorveglianza dell’impianto
radar. Regolarmente vengono svolti pattugliamenti da parte di coppie di soldati, che
permettono in ogni momento un intervento
consono alla situazione.
Molti chilometri più a valle sono impiegati ulteriori membri della sezione di sicurezza, che osservano gli indizi di possibili
situazioni pericolose e rimangono in stretto
contatto con i colleghi nel massiccio roccioso.
Delle cosiddette «social patrols» sorvegliano
il terreno ad ampio raggio e fungono così da
sistema di preallarme. Nel caso si sviluppino
delle situazioni pericolose, questo sistema
Foto: gruppo radar FA 1
La compagnia radar FA 16 garantisce la
sicurezza e la sorveglianza del FLORAKO,
che individua i movimenti aerei nello spazio
aereo circostante. I movimenti registrati vengono raccolti ed esaminati presso la centrale
d’impiego nell’Air Operation Center (AOC).
Le tre sezioni responsabili per la sicurezza, la
sanità e la protezione degli impianti lavorano
a stretto contatto con i collaboratori civili
della Base d’aiuto alla condotta (BAC); durante le ultime settimane di gennaio, il lavoro
svolto è stato tutto all’insegna dell’impiego
a favore del WEF.
L’impianto radar è molto distante da Davos ma fornisce un importante contributo alla sicurezza del WEF.
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FOA aiuto cond 30
permette di guadagnare abbastanza tempo
per la preparazione di eventuali misure di
difesa. «È particolarmente importante una
buona collaborazione tra valle e montagna»,
afferma il tenente Lukas Heimgartner, che
aggiunge: «L’una non potrebbe funzionare
senza l’altra».
Assistenza medica di base
L’impervio accesso all’impianto e la distanza
da installazioni mediche più grandi impongono un’assistenza medica di base autonoma.
Per questo motivo, alla compagnia radar delle
Forze aeree 16 è sempre assegnato almeno
un medico. Tale situazione apparentemente
privilegiata è un presupposto fondamentale
e irrinunciabile per garantire la prima assistenza sul posto. Un rapido trasporto di
pazienti sarebbe possibile solamente tramite
l’elicottero e, a questa altitudine, sarebbe
sempre dipendente dalla situazione meteorologica del momento.
In ogni caso, fino ad ora non si è verificato alcun incidente grave. Può quindi
accadere che, in momenti tranquilli, venga
offerta un’istruzione di pronto soccorso al
personale civile dell’impianto e che i soldati sanitari della compagnia insegnino ai
collaboratori dalla BAC come applicare un
bendaggio compressivo. «Una mano lava
l’altra», afferma il capitano Kupferschmid,
che prosegue: «In cambio, in caso di necessità
possiamo utilizzare materiali ed equipaggiamenti della BAC che ci facilitano la vita
quotidiana».
Isolati dal mondo esterno
Per i soldati di protezione delle opere della
compagnia radar FA 16, la seconda settimana
del CR è iniziata con un impiego reale. Le
abbondanti nevicate e il forte vento avevano
isolato l’impianto radar dal mondo esterno,
non era possibile utilizzare né la teleferica né
gli elicotteri. Il comandante di compagnia
Kupferschmid ha valutato che l’evacuazione sarebbe stata la soluzione migliore:
«Saremmo potuti rimanere ancora alcuni
giorni sulla montagna. Siccome persisteva
un debole rischio di valanghe, ho però deciso
di effettuare l’evacuazione. Equipaggiati con
racchette da neve, i soldati di protezione delle
opere hanno portato a valle tutti i camerati
senza alcun problema».
Accanto alla spiccata idoneità ad operare
in montagna dei propri soldati, che vengono
istruiti anche da specialisti di montagna,
la protezione delle opere si distingue per le
Il corso di ripetizione è stato caratterizzato dalla grande quantità di neve.
variate attività nell’ambito della sicurezza
interna dell’impianto. Nel caso scoppiasse
un incendio, questa sezione si troverebbe in
prima linea, in quanto sia la lotta al fuoco
che il salvataggio di persone rientrano nelle
sue competenze. In un vasto impianto sotterraneo, questo risulta un compito difficile
e di grande responsabilità, che presuppone
una buona forma fisica. Siccome l’estensione
di alcuni corridoi non permette sempre un
avanzamento diretto, in diverse postazioni
vengono mantenuti degli apparecchi di protezione della respirazione. In caso di bisogno,
con essi è possibile respirare aria pulita per
circa 30 minuti e raggiungere così una delle
varie uscite di sicurezza. Tra gli altri incarichi
dei soldati di protezione delle opere rientra
il controllo degli accessi. Nell’impianto è
possibile muoversi liberamente solo con il
relativo documento. I complessi meccanismi
di sicurezza e i controlli rigorosi rendono
impossibile l’accesso senza autorizzazione.
«La cosa più importante è poter contare gli uni
sugli altri», afferma il capitano Kupferschmid,
che prosegue: «Qui in cima ad una montagna,
la buona collaborazione tra la truppa e i quadri è l’elemento centrale per un buon adempimento del compito». Kupferschmid parla
circondato dai propri camerati, nel «Bistro»
dell’edificio di servizio, dove quotidianamente si incrociano le strade di soldati e quadri. A
oltre 2000 metri sul livello del mare non esiste
possibilità migliore per una pausa caffè o per
una birra dopo il termine del lavoro. In queste
condizioni l’atmosfera è rilassata e risulta
evidente la coesione della truppa.
Sempre pronti
Se il comandante di compagnia Kupferschmid potesse esprimere un desiderio,
chiederebbe che la propria ubicazione fosse
risparmiata da qualsiasi tentativo di accesso
non autorizzato. «Se ciò dovesse comunque
avvenire, siamo sempre pronti!», conclude. ■
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FOA aiuto cond 30
Maggiore Marco Lucchinetti
Per il comandante del gruppo radar Forze
aeree 1 si tratta già del quinto impiego a un
WEF. Per la prima volta però le condizioni
meteorologiche hanno intralciato i suoi piani.
«A causa dell’abbondante neve, l’occupazione
dell’impianto ha subito un notevole ritardo»,
spiega il maggiore Lucchinetti. Ciò ha rappresentato una sfida per i quadri, in quanto
a causa del ritardo molte cose hanno dovuto
essere organizzate ad hoc e praticamente niente ha seguito l’andamento normale. «I soldati
hanno però potuto constatare che i superiori
assumono i propri obblighi di condotta anche
in situazioni straordinarie», aggiunge Lucchinetti. Questo ha rappresentato anche un’ulteriore motivazione a impegnarsi a fondo.
Soldato Pascal Curtolo
In qualità di soldato di sicurezza, Pascal Curtolo è stato inizialmente preparato presso la
fanteria ai compiti di sicurezza negli impianti FLORAKO. Tuttavia, in impiego, sicurezza
a volte significa anche solamente spalare la
neve. «Quest’anno c’è stata molta neve fresca
e ciò si è fatto sentire molto nei muscoli»,
afferma sorridendo Pascal Curtolo, che in
civile svolge la professione di elettricista.
Durante il periodo d’impiego è necessario
mantenere la concentrazione: «Non ci si può
far distrarre dalle scarpe bagnate. Siccome
però dopo il lavoro è possibile scaldarsi al
‹Bistro› insieme ai colleghi, ciò non rappresenta un grosso problema», conclude il
venticinquenne.
Appuntato capo Patrik Buholzer
Il periodo quale soldato di protezione delle
opere è stato molto variato, tra stazionamenti
sulle montagne, esercizi di lotta antincendio
e discese con la funivia. L’informatico ventottenne assolve quest’anno il suo ultimo CR.
«Per me contano i bei momenti nella natura,
è stata un’esperienza istruttiva», constata
Buholzer. Grazie alla sua attività militare è
entrato a far parte dei pompieri anche nella
vita civile: «In questo modo posso aiutare in
caso d’incendio e continuare a coltivare il cameratismo», spiega ancora Patrik Buholzer.
Primotenente Christoph Rüegger
«Il WEF è sempre speciale, in quanto la nostra ubicazione in montagna si trova molto
distante da tutte le installazioni mediche
civili e a volte, a causa delle condizioni
meteorologiche, non si può né salire né
scendere», osserva il medico di truppa, primotenente Christoph Rüegger, che anche
nella vita civile esercita la professione di
medico. È quindi importante conoscere
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bene i propri limiti medici e comportarsi
di conseguenza. «Dopo sette impieghi in
occasione del WEF presso questo impianto
sono fiero dei miei collaboratori affidabili
e ben istruiti», afferma il primotenente
Rüegger, che conclude con uno sguardo al
suo ultimo servizio: «È stato un bel periodo
e lascio il servizio felice e triste allo stesso
tempo».
FOA aiuto cond 30
Il gruppo informatori delle Forze aeree 6 al WEF
«Il capogruppo è decisivo»
Foto: FOA aiuto cond 30
Nel gennaio del 2012 la compagnia informatori 62, sotto la guida del primotenente Maurizio Meyer, ha svolto il suo CR di tre settimane nell’area dei Grigioni a
favore dell’impiego dell’esercito in occasione del WEF.
I posti d’informazione, pressoché invisibili, acquisiscono informazioni importanti per la condotta.
I ten Markus Meer, uff spec Sandro Büchler, uff
spec Cedric Sapey, uff spec Stephan Schmucki
Quando si entra negli accantonamenti della
compagnia informatori 62 delle Forze aeree
si sente odore di involtini di carne e purea di
patate con salsa. È ora di pranzo. Il comandante di compagnia Maurizio Meyer mangia
con i militari e si nota subito la sua vicinanza
alla truppa. «Il capo deve andare incontro
alla truppa», spiega il romando in un tedesco
fluente, «e in una compagnia trilingue la comunicazione non deve essere un problema»,
aggiunge. Dato che la sua compagnia è composta perlopiù da soldati germanofoni, nelle
attività di tutti i giorni parla principalmente
tedesco. Con i ticinesi parla sia in tedesco che
in francese. «A volte bisogna anche ricorrere
ai gesti per farsi capire», aggiunge il comandante sorridendo.
Primo CR come cdt di compagnia
Durante il WEF 2012 il primotenente Maurizio Meyer ha prestato il suo primo CR come
comandante della compagnia informatori 62
delle Forze aeree . Per questo Meyer annota sistematicamente in un libretto per gli appunti
i singoli problemi che ha riscontrato e che
non possono essere risolti immediatamente:
«Il dopo WEF è anche il prima del WEF!»,
sottolinea il comandante, il quale aggiunge
anche di non avere molta esperienza con
gli apparecchi di trasmissione, visto il suo
passato di fante. È per questo motivo che, ad
esempio, ha sottovalutato l’importanza dei
meccanici d’apparecchi e, di conseguenza, ha
reagito troppo tardi. I complessi apparecchi
tecnici utilizzati dalla compagnia informatori nel suo impiego quotidiano hanno bisogno
di una manutenzione regolare che deve essere
fatta da meccanici d’apparecchi appositamente istruiti. «È un errore che sicuramente
non commetterò più nel prossimo WEF»,
aggiunge il primotenente Meyer.
Prima dell’impiego, il comandante si è
occupato soprattutto dell’effettivo della sua
compagnia. È stato infatti necessario inviare
innumerevoli e-mail prima del servizio e
esercito.ch Forze aeree 1 / 12
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FOA aiuto cond 30
chiedere l’appoggio di altre compagnie per
poter convocare il numero di militari richiesto. Come spiega Meyer, l’effettivo attuale
della sua compagnia è appena sufficiente per
adempiere il compito.
Acquisizione di informazioni
La compagnia informatori 62 delle Forze aeree è composta da una sezione di comando,
da una sezione «centrale d’informazioni»,
da una sezione «esercizio d’opera» e da tre
sezioni informatori che, durante l’impiego
in occasione del WEF, sono state distribuite
in diversi posti d’informazione su tutto il
territorio dei Grigioni. Il compito principale
della compagnia informatori 62 delle Forze
aeree è l’osservazione dello spazio aereo nella
zona d’impiego. A tal fine, i soldati impiegati
nei posti d’informazione annunciano immediatamente alla centrale d’impiego delle
Forze aeree tutti i movimenti di aerei riscontrati nelle vicinanze e le altre osservazioni
effettuate. A livello di compagnia vengono
raccolti, analizzati e rielaborati anche altri
annunci rilevanti per la condotta. Come
sottolinea il primotenente Meyer, la sua
compagnia non svolge un CR d’istruzione ma
un impiego reale e per questo c’è poco spazio
per gli errori. Di conseguenza, gli obiettivi
principali dell’impiego in occasione del WEF
sono un esercizio tecnico impeccabile fino
alla fine dell’impiego stesso e la prevenzione
di incidenti.
annunci relativi alle osservazioni effettuati
dall’altro soldato che si trova all’esterno. Il
comandante spiega che, durante il WEF, c’è
sempre una bella atmosfera tra i soldati della
truppa: «Ogni anno la truppa non vede l’ora
che arrivi questo momento, perché sa bene
che il suo lavoro è necessario e quindi anche
apprezzato, il che rappresenta una grande
motivazione» afferma.
Mentre un PC-7 delle Forze aeree compie i suoi giri attorno a un posto, il soldato
Frédéric Studer racconta orgoglioso che
alcuni giorni prima il suo gruppo è riuscito
a individuare e ad annunciare la presenza di
un aereo ancora prima del TAFLIR. I soldati
hanno l’impressione di essere molto più utili
che durante un normale CR, come ricorda il collega di Studer, l’appuntato Marco
Muntwyler. Ciò soprattutto quando un pilota
militare comunica direttamente via radio
con il posto d’informazione per chiedere
aggiornamenti sulla situazione meteorologica locale. Finora la compagnia ha occupato
quasi sempre lo stesso posto ogni anno. Spesso il posto è stato anche gestito dalle stesse
truppe. «Chi, durante il CR, passa tutti gli
anni diverse ore al giorno sulla stessa collina
e nella stessa valle ha bisogno di variare un
po’», osserva il primotenente Meyer. Per questo, durante l’impiego in occasione del WEF
2012, ha fatto sì che le sue sezioni informatori
fossero dislocate in diversi posti e, laddove
possibile, ha aggiunto altre ubicazioni. In
tal modo il comandante di compagnia evita
anche che nel posto si diffondano abitudini
che potrebbero ripercuotersi negativamente
sull’adempimento del compito.
I posti funzionano autonomamente
Durante l’impiego in occasione del WEF il
primotenente Meyer visita e ispeziona almeno una volta personalmente tutti i posti.
Tuttavia, a causa delle notevoli distanze tra i
vari posti e del avoro quotidiano nel posto di
comando, non sono possibili visite frequenti.
Durante il WEF i posti d’informazione funzionano perlopiù autonomamente. Il capogruppo organizza l’impiego nel suo posto in
maniera autonoma ed è inoltre responsabile
di garantire, con la cucina di distaccamento,
la capacità di resistenza della truppa. «Per
questo devo potermi fidare del mio team dirigente», afferma il ventottenne primotenente.
Soprattutto nelle ubicazioni dove, a causa
della posizione o della mancanza di possibilità di mascheramento, non è stato possibile
costruire una capanna di legno che offrisse
una certa protezione dalle intemperie e dal
freddo, servono dirigenti capaci di ragionare
e pianificare con lungimiranza. «La chiave
del successo della mia compagnia sono i capigruppo!», conclude il giovane comandante. ■
Forte sostegno
«Siamo soddisfatti dei buoni contatti instaurati con la popolazione locale», afferma
Meyer, romando di Yverdon, mentre si sta
dirigendo verso un posto d’informazione nel
Prättigau: «I residenti sono davvero molto
cordiali e ogni anno sono contenti dell’arrivo
della truppa», aggiunge. Questo è un grande
vantaggio per l’impiego e offre anche delle
occasioni di svago ai soldati. I bambini del
paese chiedono il tradizionale cioccolato
militare e i vicini offrono di tanto in tanto
del caffè caldo ai militari nel freddo posto
d’informazione.
Impiego reale motivante
Nel posto d’informazione coperto di neve,
due soldati informatori stanno svolgendo
il proprio turno nonostante il freddo. Con
legname e materiali da costruzione hanno
costruito una piccola capanna dove sono stati
collocati gli apparecchi di telecomunicazione e da cui un soldato del nucleo inoltra gli
18 esercito.ch Forze aeree 1 / 12
I posti d’informazione funzionano perlopiù in maniera autonoma e comunicano immediatamente quanto osservato.
FOA aiuto cond 30
Primotenente Maurizio Meyer
Il ventottenne capomastro Maurizio Meyer
da Yverdon parla del suo inizio positivo
al WEF. Nel suo primo CR come comandante della compagnia informatori 62
delle Forze aeree può contare su un team
motivato e coscienzioso. «I miei soldati si
adeguano all’autonomia che vige nei vari
posti d’informazione e forniscono un lavoro
eccellente nonostante le copiose nevicate»,
sottolinea Meyer. Il suo obiettivo è quello
di concludere l’impiego senza incidenti. I
contatti con la popolazione sono importanti
ai fini della collaborazione: «Qui l’esercito
è accolto davvero molto bene, cosa che ho
constatato raramente altrove», conclude il
comandante.
Sergente Andreas Nett
Il capoposto Andreas Nett ha constatato in
prima persona quanto sia importante osservare i movimenti degli aerei nonostante le temperature gelide. Quando il posto d’informazione
delle Forze aeree ha annunciato la presenza
di un aereo che volava a bassa quota prima
ancora che il velivolo apparisse sugli schermi
radar, è stato subito ordinato un intervento
degli F/A-18. «In questi momenti si capisce
quanto rapidamente un pericolo può diventare
realtà», spiega il venticinquenne di Gossau, che
sottolinea anche come l’organizzazione autonoma del gruppo abbia funzionato in maniera
ottimale anche quest’anno: «Anche se installare il posto d’informazione qui è difficilissimo,
unendo le forze abbiamo trovato una soluzione
molto confortevole e ora siamo attrezzati al
meglio per l’impiego!», aggiunge Nett.
Appuntato Marco Muntwyler
Dopo quattro impieghi, il ventitreenne
soldato informatore e futuro giurista ha già
molta esperienza nel posto d’informazione.
È contento di potersi riscaldare ogni tanto
nel tramezzo in legno costruito da lui stesso
ed elogia il buon clima e la motivazione che
regnano all’interno del suo gruppo. Ricorda
con piacere in particolare la telefonata ricevuta la mattina nel posto d’informazione:
«La centrale di meteorologica ha chiesto
direttamente a noi informazioni sulle condizioni meteorologiche attuali». Quando si
è così coinvolti nelle attività e si può fornire
appoggio all’impiego in occasione del WEF,
il servizio è ovviamente molto più piacevole,
come afferma l’appuntato Muntwyler pensando all’impiego che si protrarrà ancora
per tutto il weekend.
Soldato Frédéric Studer
In alto, sopra l’Inn, c’è il soldato informatore
Frédéric Studer, che a intervalli regolari scruta l’intera valle e il cielo per individuare eventuali movimenti di aerei. Per Studer, che nella
vita civile è mediamatico, è il quinto impiego
in occasione del WEF. «Negli ultimi cinque
anni alcune cose sono cambiate», afferma.
L’organizzazione dell’impiego militare si è
professionalizzata e le procedure sono state
snellite. Studer si ritiene soddisfatto del suo
ultimo impiego. «Abbiamo un alloggio eccellente», dice, e poiché il capocuoco è assente
per malattia, i soldati si sono organizzati come
in un appartamento condiviso da soli uomini.
L’aspetto più importante continua comunque
a essere il buon clima creatosi tra i militari:
«Al WEF nascono amicizie che poi durano al
di là dell’impiego», conclude Studer.
esercito.ch Forze aeree 1 / 12
19
FOA av 31
Istruzione di base alla scuola per piloti
In volo verso la professione dei sogni
I futuri piloti militari dell’Esercito svizzero assolvono un’istruzione di base di un
anno a Locarno (piloti di jet) e ad Alpnach (piloti d’elicottero). La scuola per piloti
delle Forze aeree è estremamente esigente. Tuttavia, l’eccezionale cameratismo
tra gli aspiranti rende tutto un po’ più facile.
In volo verticale verso le nuvole: un PC-7 della scuola per piloti poco dopo il decollo da Locarno-Magadino.
Uff sup Gian Sandro Genna, SM parziale
Comunicazione Forze aeree
«Personalità equilibrata, resistenza allo
stress, grande senso di responsabilità, elevate
capacità comunicative, spiccato spirito di
gruppo, buona condizione fisica». È questo il
profilo dei requisiti, non esagerato, previsto
dalle Forze aeree per i loro futuri piloti militari. In altre parole, per una carriera come
pilota di jet o d’elicottero dell’esercito vengono presi in considerazione soltanto i migliori.
L’anno scorso l’istruzione di base di un anno
alla scuola per piloti è stata frequentata da sei
aspiranti a Locarno e da altri sei ad Alpnach.
Da professionista a professionista
Volare è affascinante, ma può anche essere
mortale, tanto più che anche il più piccolo
errore può avere conseguenze estremamente
gravi. Tuttavia, chi pensa che questo perico-
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lo costante si ripercuota negativamente sul
clima che si respira nella scuola per piloti si
sbaglia. Il cameratismo e la semplicità con
cui gli istruttori di volo militari interagiscono con i propri allievi – e questi ultimi
tra loro – sono sorprendenti. Si nota subito
che questo è un incontro faccia a faccia tra
professionisti dell’aeronautica. Gli aspiranti
piloti militari non sono infatti principianti,
ma, dopo aver superato la procedura di selezione per l’aeronautica militare (SPHAIR) e
l’istruzione per ufficiali, hanno concluso un
ciclo di studi in aviazione della durata di tre
anni presso l’Università di Scienze applicate
di Zurigo (ZHAW) nonché l’istruzione per
diventare pilota di linea civile presso la Swiss
(SAT). L’istruzione di base inizia comincia
dunque già da un livello elevato: le ore di
volo sull’aereo d’addestramento PC-7 per i
piloti di jet e sull’elicottero EC635 per i piloti d’elicottero rappresentano sin dall’inizio
l’elemento più importante dell’istruzione.
Tempo permettendo, gli aspiranti volano
due volte al giorno. Il rigoroso programma è
inoltre integrato con lezioni di teoria e sport
nonché con addestramenti di sopravvivenza.
Sopra le nuvole
Aerodromo militare di Locarno in un piovoso mercoledì d’estate: «Ready for departure»,
comunica via radio alla torre di controllo
l’aspirante pilota di jet David «Pepe» Pereira.
È in programma un volo strumentale (IFR). Il
tempo coperto e nebbioso è l’ideale. A 130 km
all’ora l’aereo d’addestramento PC-7 percorre la pista di decollo nel Piano di Magadino,
inizia il volo verticale e ben presto scompare al di sopra dello strato di nuvole basse.
Il pilota Pereira procede a 250 km all’ora,
sotto l’occhio vigine dell’istruttore di volo
David «Mensen» Menth, pilota militare di
professione e membro del PC-7 TEAM delle
FOA av 31
Atterraggio sul ghiacciaio
Aerodromo di Alpnach in un’afosa giornata
di piena estate: l’aspirante pilota d’elicottero Roman «Sputnik» Berli si dirige a passo
spedito verso il campo d’aviazione. Accompagnato dal capo istruttore di volo per piloti
d’elicottero Beat Schöni, dovré effettuare
un volo in montagna con atterraggio su un
ghiacciaio e un volo d’avvicinamento strumentale (ILS) sull’aerodromo di Emmen.
Durante il briefing l’istruttore di volo ricorda agli allievi in particolare la temperatura
elevata e il notevole traffico aereo. Inoltre,
chiede all’aspirante che cosa pensa di fare nel
caso in cui scoppiasse un incendio a bordo.
Dopo una breve riflessione, Berli ripassa la
procedura prevista in caso di incendio. Nel
frattempo l’EC635, con un peso al decollo
di tre tonnellate, è pronto a decollare e il
pilota inizia a preparare il cockpit. Berli
lavora seguendo le varie liste di controllo e
controlla ogni dettaglio dell’elicottero finché
non riceve l’autorizzazione al decollo. Con la
mano sinistra tira la leva per la regolazione
del passo collettivo del rotore principale e
l’elicottero si solleva lentamente da terra.
Grazie ai precisi movimenti con i pedali,
Berli raggiunge l’angolo di registrazione
desiderato per il rotore di coda in modo che
l’elicottero possa restare tranquillamente
sospeso in aria. «Hover Check completed»,
annuncia l’allievo, che aumenta la potenza
e porta l’EC635 in volo verticale. La prima
destinazione è un ghiacciaio nel massiccio
del Titlis, verso cui l’elicottero si dirige a
circa 150 km all’ora. L’area d’atterraggio sul
ghiaccio viene dapprima sorvolata per una
ricognizione e il pilota individua un punto di riferimento per l’atterraggio. I piloti
d’elicottero delle Forze aeree devono essere
in grado di effettuare con sicurezza anche in
montagna atterraggi per trasporti di persone
e materiale. Roman Berli riesce nell’impresa
e l’EC635 rimane stabile sul ghiacciaio. Dopo
quasi un’ora e mezza di volo, Roman Berli
è di nuovo ad Alpnach ed esce dal cockpit
grondante di sudore. «Volare con una temperatura così alta è stressante», afferma con
un sorriso compiaciuto. Gli atterraggi in
montagna sono anche molto impegnativi.
Nel debriefing con Beat Schöni constatano
entrambi che gli obiettivi sono stati raggiunti. Il capo istruttore di volo segnala tuttavia
un particolare aspetto all’allievo: «È proprio
nel volo in montagna che devi fare sempre
attenzione al problema dei cavi».
«Gerarchia piatta»
L’istruzione di base dei piloti militari è stata
riorganizzata in modo sostanziale due anni
fa. Da allora gli aspiranti vengono istruiti
sin dall’inizio per diventare piloti di jet o
d’elicottero, poiché i profili dei requisiti e di
personalità richiesti per i due tipi di velivolo
sono diversi. Vista la complessità tecnica dei
moderni aviogetti da combattimento ed elicotteri militari, per una carriera quale pilota
militare vengono presi in considerazione soltanto professionisti. «Le caratteristiche della
scuola per piloti sono la gerarchia piatta, inusuale per l’esercito, e una cultura del feedback
aperta», spiega Daniel Pfiffner, comandante
dell’istruzione di base, che sottolinea anche
come gli aspiranti piloti militari debbano
avere una personalità adatta all’impiego
nelle Forze aeree, poiché: «Volare è una cosa
che sanno fare in molti». Dopo l’istruzione
di base di un anno, gli aspiranti passano al
perfezionamento, sempre della durata di un
anno, sull’EC635 o sul PC-21, compiendo
così un altro passo verso la realizzazione
del loro sogno di pilotare un aviogetto da
combattimento F/A-18 oppure un elicottero
Super Puma / Cougar. ■
Foto: soldato Fabian Biasio
Forze aeree, seduto sul sedile del copilota.
Negli addestramenti acrobatici con il PC-7
il pilota può anche subire accelerazioni superiori a 4g. Il volo strumentale è invece più
tranquillo. Non si richiede un coraggio alla
«Top Gun», bensì l’attuazione precisa delle
istruzioni trasmesse via radio dai controllori del traffico aereo alla strumentazione di
volo. David Pereira sa bene che, in caso di
clima umido e freddo, deve fare particolarmente attenzione al rischio di formazione
di ghiaccio sul velivolo. Conosce dunque a
memoria la relativa lista di controllo, che ha
studiato ancora una volta durante il briefing.
Quest’ultimo, effettuato prima di ogni decollo, serve a visualizzare mentalmente il volo
che si sta per compiere. Dopo l’atterraggio
si procede invece al debriefing, durante il
quale l’istruttore di volo e l’allievo analizzano
approfonditamente i punti positivi e negativi
del volo. L’istruzione di base dei piloti di
jet segue un concetto chiaro: «Innanzitutto
viene simulato teoricamente ogni elemento
del volo, dopodiché l’istruttore di volo ne fornisce la dimostrazione e, infine, l’aspirante
l’istruttore di volo svolge l’esercizio», spiega
il capo istruttore di volo per piloti di jet Fredy
«Rämsi» Ramseier.
Volo d’esercitazione nelle Alpi con l’Eurocopter EC635: alla ricerca di un’area d’atterraggio
adatta sul terreno.
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FOA av 31
Undici nuovi piloti militari
Brevetto e bachelor
Quella di pilota militare è una delle professioni più esclusive in assoluto. Dopo
un intervallo di un anno e mezzo, il 15 dicembre 2011 undici nuovi piloti hanno
ottenuto il brevetto. Questi nuovi diplomati della classe di piloti 05 sono i primi ad
aver assolto il nuovo programma di formazione comprendente un ciclo di studi in
scienze dell’aviazione.
David Marquis, Comunicazione Forze aeree
Foto: soldato Luzius Wespe
Degli iniziali 550 candidati, soltanto undici hanno potuto ricevere
le ambite «ali» nell’esclusivo Hotel Waldstätterhof a Brunnen (SZ).
Queste ali applicate all’uniforme sono il segno esteriore dell’istruzione estremamente lunga e impegnativa portata a termine da questi
giovani. Dopo la severa procedura di selezione, inizialmente hanno
dovuto assolvere l’istruzione per diventare ufficiali. Successivamente hanno frequentato per tre anni l’Università zurighese di Scienze
applicate (ZHAW) a Winterthur e hanno inoltre conseguito parallelamente una licenza civile di pilota di professione. Hanno poi fatto seguito due anni presso la scuola per piloti delle Forze aeree dove
i giovani hanno appreso i dettagli dell’aviazione militare sul Pilatus
PC-7, sul Pilatus PC-21 e sull’Eurocopter EC635.
Il colonnello Thierry Goetschmann, comandante della scuola per piloti, ha tuttavia sottolineato in occasione della cerimonia di
consegna dei brevetti: «Oggi ricevete il brevetto e venite promossi al
grado di primotenente. Tuttavia non si tratta della fine della vostra
istruzione ma è soltanto una tappa». Infatti, come ha spiegato il brigadiere Werner Epper, comandante della Formazione d’addestramento dell’aviazione 31: «Ora lascerete la Formazione d’addestramento e
sarete incorporati in squadriglie dove però vi attenderà inizialmen-
te un nuovo corso d’addestramento sugli F/A-18 Hornet oppure sui
Cougar». I piloti militari di professione volano oggi su jet ed elicotteri
modernissimi ed estremamente complessi. Questo è anche il motivo
della nuova formazione accademica. «I moderni piloti hanno un’elevata responsabilità e devono gestire un vero e proprio flusso di informazioni. A tale scopo, oltre alla flessibilità e all’immaginativa nello
spazio, è anche necessaria un’elevatissima competenza tecnica», ha
affermato il colonnello Goetschmann. A tali obiettivi si è mirato con
la quinquennale istruzione per piloti, e ciò è stato fatto con successo.
«Grazie ai vostri istruttori di volo, potete oggi essere competitivi in
molti ambiti. La differenza consiste essenzialmente nell’esperienza»,
ha aggiunto il colonnello Goetschmann. E ha concluso dicendo: «È
motivo di grande soddisfazione per un istruttore quando i suoi allievi raggiungono o addirittura superano il suo livello».
È intervenuto come relatore il consigliere nazionale dell’UDC Pirmin Schwander (SZ), imprenditore e colonnello di milizia. Si è mostrato soddisfatto per il fatto che dopo 20 anni il Parlamento ha preso le distanze dalla strategia di risparmio in seno all’esercito. «Mi impegnerò
affinché l’esercito, come deciso dal precedente Parlamento, riceva più
risorse e nuovi jet da combattimento», ha sottolineato. La conclusione della cerimonia di consegna dei brevetti è stata segnata dalle esibizioni di volo del Super Puma Display Team e della Patrouille Suisse. ■
I piloti freschi di brevetto: Mario Thöni, Marius Krüsi, Damien Vielle, Andreas Menk, Matthias Müller (dietro, da sinistra), Marc Lauber,
Marco Merz, Alain Fleury, Stephan Schaupp, Adrian Guerrazzi e Willi Hug (davanti, da sinistra).
22 esercito.ch Forze aeree 1 / 12
FOA av 31
Il consigliere federale Alain Berset ospite presso la FOA av 31
Ospiti d’onore alla promozione
I giovani ufficiali, sottufficiali superiori e sottufficiali della Formazione d’addestramento dell’aviazione 31 (FOA av 31) dell’anno 2011/2012 ricorderanno a lungo la loro promozione. Non tutte le cerimonie possono vantare un elenco di ospiti come
questo: un consigliere federale, Alain Berset, capo del Dipartimento federale dell’interno; due consiglieri nazionali, Christine
Bulliard-Marbach e Jacques Bourgeois; un consigliere di Stato, Erwin Jutzet e il comandante delle Forze aeree, comandante
di corpo Markus Gygax.
Laurent Savary, Sostituto del Capo Comunicazione FA
Assumersi la responsabilità
Le affermazioni del nuovo consigliere federale hanno trovato eco in
quelle del brigadiere Werner Epper, che si è rivolto ai genitori dei giovani militari promossi: «I candidati sono consapevoli del fatto che,
in quanto giovani cittadini svizzeri, devono anche assumersi una responsabilità nei confronti del nostro Paese e del nostro esercito. Prendere una simile decisione oggi è un atto che merita un grande riconoscimento», ha sottolineato Epper.
Zampogne e salva di saluto
Anche se i discorsi sono una parte importante della cerimonia di promozione, non è stato dimenticato l’aspetto festoso della manifestazione. Erano presenti gli «Bag Pipers of Wangen an der Aare», che hanno
suonato musiche scozzesi, e il prestigioso «Contingente Dei Granatieri Friburghesi». Nonostante il vento gelido, la salva di saluto sparata
da quest’ultimo sul sagrato della chiesa ha riscaldato i cuori dei genitori, dei militari promossi e degli ospiti. La cerimonia si è conclusa
con un ricco aperitivo nella vicina sala parrocchiale. ■
Foto: Laurent Savary
In seguito ai recenti sviluppi politici, il 3 febbraio nella chiesa di Belfaux, tra Friburgo e Payerne, era presente anche il neoeletto consigliere
federale Alain Berset. Il comandante della FOA av 31, brigadiere Werner Epper, l’aveva già invitato nel luglio del 2011 quando era ancora
consigliere di Stato nel Cantone di Friburgo. La cerimonia si sarebbe
infatti svolta nel Comune d’attinenza di Berset, il quale aveva pertanto accettato l’invito. L’elezione alla carica superiore non ha cambiato i piani di Berset, che ha mantenuto la promessa nonostante la sua
agenda di consigliere federale fosse al completo. Berset ha innanzitutto espresso tutta la sua soddisfazione per l’opportunità di parlare nella chiesa della sua comunità, dopodiché ha illustrato i parallelismi tra
la futura vita militare dei nuovi ufficiali e sottufficiali, con la relativa
responsabilità, e la sua funzione di consigliere federale: «Ogni inizio
è caratterizzato da difficoltà e sorprese, sia positive che negative. Anche voi, come me, avete dichiarato di impegnarvi a favore della società, e questo impegno è importante», ha affermato Berset. Il consigliere federale ha poi concluso il suo discorso elogiando le istituzioni che
fanno della Svizzera il Paese che è oggi: «La coesione sociale è determinante per il nostro Paese. I cittadini svizzeri non devono perdere la
fiducia nelle istituzioni e la loro abilità nel trovare soluzioni costrut-
tive. La Svizzera ha un enorme potenziale che è importante non solo
mantenere ma anche ampliare costantemente. Questa identità svizzera è una formula vincente e lo rimarrà anche in futuro».
Il freddo pungente non ha tolto il sorriso agli ospiti sul sagrato della chiesa di Belfaux.
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FOA av 31
Le prestazioni della Formazione d’addestramento dell’aviazione 31
«Pa Capona» – lo slogan
Foto: FOA av 31
Lo slogan «Pa Capona» della Formazione d’addestramento dell’aviazione 31 trae
le sue origini dal pittoresco villaggio vallesano di Savièse. Questo motto significa
«Non arrenderti!» e simboleggia la volontà di affrontare con coraggio qualsiasi
sfida, per quanto pesante possa essere.
Anche l’istruzione dei piloti delle Forze aeree rientra nei compiti della Formazione d’addestramento dell’aviazione 31.
Brigadiere Werner Epper, cdt FOA av 31
Talvolta il contesto e le esigenze dei committenti e dei partner mutano in termini assai
brevi e pongono la Formazione d’addestramento di fronte a compiti sempre nuovi. E
proprio per il fatto che interpreta il suo ruolo
come fornitrice di prestazioni per l’impiego
delle Forze aeree, la Formazione d’addestramento ragiona in modo orientato al futuro
e si adatta alla situazione. La Formazione
d’addestramento dell’aviazione 31 ci tiene
molto ad essere riconosciuta come partner
affidabile. Di conseguenza, già solo per questo motivo le collaboratrici e i collaboratori
sono disposti a fornire prestazioni d’alta
qualità nonché ad apportare costantemente
un contributo per aumentare la sicurezza di
volo in seno alle Forze aeree. La Formazione
d’addestramento si sente inoltre nell’obbligo di curare una comunicazione proattiva e
trasparente. Questa è infatti l’unica soluzione
24 esercito.ch Forze aeree 1 / 12
per essere recepiti correttamente. La Formazione d’addestramento dell’aviazione 31
(FOA av 31) è la formazione d’addestramento
più importante per quanto riguarda l’addestramento del personale necessario per
svolgere il compito principale delle nostre
Forze aeree. Tra impiegati civili e militari, complessivamente 145 persone fanno il
necessario affinché le oltre 35 funzioni di
milizia e gli aspiranti piloti militari possano
beneficiare di un’istruzione d’alto livello qualitativo prima di essere messi a disposizione
delle Forze aeree per l’impiego.
Oltre che dei noti ambiti fondamentali
di condotta convenzionali, lo stato maggiore
è anche responsabile dell’istruzione degli
ufficiali informatori dell’aviazione. Inoltre,
anche il servizio di coordinamento «Paracadutisti» è integrato in questo contenitore. Il servizio si occupa dell’istruzione dei
paracadutisti per tutto l’esercito e gestisce
l’interfaccia verso il comando forze speciali,
che dal 1° gennaio 2011 comprende anche la
compagnia di esploratori paracadutisti 17.
Tutte le esperienze fatte finora sono positive
e la collaborazione è ineccepibile.
L’istruzione di base
I futuri quadri (comprese le funzioni logistiche come quelle di sergente maggiore
e di furiere) e le truppe svolgono la prima
parte della loro istruzione di base sotto il
Cdo SSU / SR av 81. Durante le prime sette
settimane di SR, nell’ambito dell’istruzione di base generale (IBG), tutte le reclute
acquisiscono le competenze generali del
soldato (uso dell’arma personale, difesa
NBC, servizio sanitario, servizio di guardia, mezzi coercitivi, ecc.). Nel corso delle
successive sei settimane di istruzione di base
alla funzione (IBF) vengono poi trasmesse ai
giovani militari le conoscenze e le capacità
fondamentali in prospettiva della loro futura
funzione tecnica. In quel periodo, lavorando
FOA av 31
presso un aerodromo operativo, ottengono
la preparazione necessaria nei settori aerei
da combattimento, trasporto aereo e aerodromo, in vista dell’imminente istruzione
di reparto (IDR). Contemporaneamente
all’IDR inizia anche la scuola sottufficiali
(SSU), per la quale vengono selezionate dal
25 al 30 per cento delle reclute. L’istruzione
della durata di nove settimane tocca i settori
condotta, metodica dell’istruzione e servizio
tecnico. Circa una dozzina degli aspiranti che
frequentano la SSU saranno poi ammessi alla
scuola ufficiali.
tua impieghi con droni a favore dell’esercito
o di terzi, come per esempio l’assistenza al
Corpo delle guardie di confine, per circa 150
giorni l’anno. Inoltre collabora anche alla
valutazione di un nuovo sistema di drone che
dovrebbe sostituire l’ADS-95 in un prossimo
futuro. Dopo lo scioglimento della squadra
di drone avvenuto l’anno scorso, rimane solo
una piccola quota di milizia. L’Esercito svizzero è leader nel settore delle operazioni di
UAV nel «non-segregated Airspace» (spazio
aereo non specificamente sbarrato).
L’istruzione di reparto
Il quarto comando in seno alla FOA av 31
è costituito dalla scuola per piloti FA 85,
sotto la cui responsabilità si svolge tutta
l’istruzione dei piloti, a partire da SPHAIR
(www.sphair.ch, in passato istruzione aeronautica preparatoria) fino al conseguimento
del brevetto di pilota d’elicottero o di futuro
pilota di F/A-18. Dall’ubicazione principale
di Emmen vengono gestite tre annate presso
l’Università di scienze applicate di Zurigo
e nell’ambito del Swiss Aviation Training.
Inoltre, la scuola per piloti si occupa di due
ulteriori corsi di formazione nel contesto
dell’istruzione aeronautica militare che è
affidata a un corpo insegnante costituito da
membri della Formazione d’addestramento
e piloti di squadriglia attivi. Ogni anno circa
12 – 16 candidati conseguono il brevetto di
pilota militare di professione.
Dopo aver assolto l’IBG e l’IBF, i soldati,
i sergenti e i tenenti freschi di promozione passano al cdo IDR dell’aviazione / SU
dell’aviazione 82. Durante le otto settimane
di IDR acquisiscono le loro prime esperienze operative subordinati a comandanti
di compagnia che stanno «conseguendo il
grado» e sotto la direzione d’impiego diretta
della centrale operativa delle Forze aeree.
Durante questa fase d’impiego vengono
ad aggiungersi la compagnia di sicurezza
d’aerodromo, proveniente dalla Formazione d’addestramento della fanteria, e una
sezione di automobilisti, dalla Formazione
d’addestramento della logistica, che vanno
a costituire un gruppo d’aerodromo o un
gruppo di trasporto aereo ad hoc. Il comando
IDR dell’aviazione / SU dell’aviazione 82 è
anche incaricato di svolgere i corsi di formazione tecnici (Cfo tecn), durante i quali i
futuri comandanti di compagnia e di gruppo
nonché gli ufficiali superiori dell’Impiego FA
vengono preparati ai rispettivi compiti. Un
ulteriore ambito di responsabilità è costituito
dalla condotta della compagnia d’intervento
rapido dell’aviazione 104 (cp interv av 104).
Ad ogni inizio di scuola reclute un centinaio
di militari delle Forze aeree assolvono il loro
obbligo di servizio come militari in ferma
continuata. Essi vengono impiegati prevalentemente nel servizio di volo per tutti i tipi
di velivoli nonché nei settori della sicurezza
e del supporto e forniscono per 365 giorni
all’anno un contributo irrinunciabile per la
capacità di resistenza e lo svolgimento del
compito delle Forze aeree in Svizzera e, a
titolo volontario, anche all’estero.
La scuola per piloti
Obiettivi del comandante
Vogliamo che la fiducia e l’etica abbiano un
ruolo importante nell’operato della Formazione d’addestramento. Devono riflettersi
come filo conduttore negli obiettivi strategici:
personale motivato, sfruttamento efficiente
delle risorse, un transfer ottimale delle conoscenze con l’Impiego delle FA e un clima
di lavoro positivo. Il perfezionamento e lo
sviluppo delle collaboratrici e dei collaboratori rappresentano un tema centrale. Infatti,
solo dei quadri perfettamente istruiti sono
in grado di trasmettere le loro conoscenze
in modo credibile e con la necessaria competenza. La trasparenza nelle decisioni e il
coinvolgimento dei subordinati agevolano il
lavoro quotidiano e aumentano la credibilità
del capo. Di fronte a una tale quantità di
funzioni tecniche, il fatto di attribuire un
buona dose di responsabilità personale ai
subordinati rappresenta una caratteristica
della nostra Formazione d’addestramento.
Collaborazione con l’Impiego
È evidente quanto sia importante una
stretta collaborazione con l’Impiego delle
Forze aeree. Le unità della Formazione d’addestramento dell’aviazione 31 assolvono il
loro servizio d’istruzione su uno degli aerodromi effettivamente in funzione. Già in
questa sede si offre dunque la possibilità di
collaborare con il personale professionista di
terra e d’aria dell’Impiego delle Forze aeree.
Sarebbe difficile realizzare degli impieghi
nella terza dimensione senza un sostegno reciproco. Inoltre, in questo modo le esperienze
acquisite durante l’impiego confluiscono
immediatamente nell’istruzione.
La FOA il suo futuro
È ancora troppo presto per poter dire come
sarà strutturata la Formazione d’addestramento dell’aviazione 31 in futuro. Siamo
comunque fiduciosi di essere ben preparati
per affrontare le prossime sfide. La Formazione d’addestramento si concentra appieno
sui compiti principali a favore del «fronte».
In questo modo, apporta il suo contributo
per un Esercito svizzero efficiente e d’alta
qualità! ■
Il comando dei droni 84 di stanza a Emmen
assicura il mantenimento della competenza nel settore dell’aviazione militare senza
equipaggio. Questo impegno prevede l’allenamento di tutti i processi necessari per
l’impiego, l’istruzione e il perfezionamento
dei rispettivi piloti e operatori del carico utile
nonché degli ufficiali d’impiego e d’analisi e
degli ufficiali informatori. Il comando effet-
Foto: soldato Fabian Biasio
Il comando dei droni
Il personale di terra dell’aviazione viene istruito nelle scuole di Payerne.
esercito.ch Forze aeree 1 / 12
25
FOA DCA 33
Cannone DCA nella zona di Davos
Proteggere il cielo sopra il WEF
Durante il WEF le Forze aeree hanno sorvegliato lo spazio aereo attorno a Davos
su un raggio di circa 46 km. Oltre agli aerei in volo, la sicurezza è stata garantita anche dalla difesa terra-aria, ovvero dalla difesa contraerea (DCA). Nella
postazione DCA il clima tra i soldati era buono. Nonostante qualche piccolo
problema logistico i soldati erano motivati a prestare servizio per la sicurezza
del WEF.
Quasi invisibili: il cannone dal 35 mm (a sinistra) e l’apparecchio di direzione del fuoco (a destra) sono compatti e si mimetizzano pressoché
completamente con il paesaggio invernale attorno a Davos.
Uff spec David Eichler, comca gruppo FOA DCA 33
È il 25 gennaio 2012. Il WEF a Davos è iniziato e l’élite dell’economia e della politica,
così come alcuni rappresentanti dello show
business, discutono della situazione economica mondiale. Chilometri di filo spinato,
tramezzi con sacchi di sabbia, controlli degli
accessi e militari in uniforme caratterizzano
l’immagine della località sciistica. Ad alcuni
chilometri di distanza dal luogo del vertice,
un cannone DCA m da 35 mm è pronto all’impiego. L’apparecchio di direzione del fuoco si
trova a circa dieci metri e l’antenna del radar
sul tetto scansiona l’ambiente circostante. La
DCA garantisce da terra la sicurezza dello
spazio aereo sopra Davos. Quando un aereo
entra nella zona di sbarramento, la DCA viene messa in prontezza d’allarme. In genere
queste violazioni della zona di sbarramento
vengono chiarite in modo relativamente rapido. Durante il WEF del 2011 si sono verificati
26 esercito.ch Forze aeree 1 / 12
cinque casi di violazione dello spazio aereo.
Quest’anno se ne sono riscontrati nove. La
DCA è comunque preparata anche per i casi
peggiori. Il cannone è carico, le munizioni
sono pronte all’uso, la prontezza al tiro è stata
annunciata e il collegamento con la centrale
d’impiego a Dübendorf è attivo. Un eventuale
tiro con il cannone sarebbe telecomandato
dalla centrale.
Mettere sempre nel bagaglio
indumenti caldi
L’ondata di freddo con temperature attorno
ai –20 gradi non è ancora arrivata e non riguarda dunque l’impiego della DCA. Fa però
già relativamente freddo a Davos. I soldati
hanno ricevuto un equipaggiamento supplementare per questo impiego. Per il servizio di
guardia notturno sono inoltre a disposizione
cappotti di pelliccia di pecora e soprastivali
per proteggere i soldati dal freddo. Al centro
della postazione DCA c’è una tenda riscal-
data dove la truppa può ripararsi. I soldati
hanno costruito anche un igloo e lo hanno
arredato in modo confortevole con coperte di
lana e portacenere d’emergenza. Nella tenda
incontriamo anche il soldato Roger Zeier,
padre di famiglia e ingegnere edile di Kriens.
Questo è il suo primo impiego al WEF e lo
considera più impegnativo di un normale CR.
Sottolinea il fatto che qui si pretende di più, ci
sono più controlli e i superiori sono un po’ più
nervosi del solito. Si vedono anche più quadri
superiori. Il clima che si respira tra i soldati è
fondamentalmente buono, nonostante ogni
tanto ci sia qualche problema. Il percorso
per arrivare alla postazione DCA è lungo,
circa un ora all’andata e una al ritorno, il
che è un po’ demotivante. Per poter entrare in servizio alle sei e mezza, i soldati del
turno di giorno devono alzarsi alle due e
mezza di notte. Questa mattina a colazione
non c’era abbastanza pane e naturalmente
la motivazione è scesa ancora di più. «Poi
FOA DCA 33
comunque hanno consegnato la colazione»,
dice il soldato Zeier con un sorriso malizioso
e si mette in viaggio. Sostituisce il camerata
che è di guardia al posto di controllo davanti
alla postazione DCA.
Primo impiego al pezzo d’artiglieria
Il soldato David Rüegsegger, che nella vita
civile è il sostituto del segretario comunale di Laupen, durante il WEF è impiegato
come cannoniere. Il soldato Rüegsegger ha
già esperienza nel servizio per il WEF, ma
finora non era mai stato impiegato in prima
persona al pezzo d’artiglieria. Il fatto che si
tratti di un cannone carico non rende tuttavia
speciale il suo compito. Per lui il lavoro al
pezzo d’artiglieria è sempre lo stesso e non
fa molta differenza tra munizioni d’esercizio
e da combattimento.
forma un’idea dell’impiego DCA a Davos.
Le attività vengono svolte senza agitazione e
tutti conoscono il proprio compito. La DCA
è pronta all’impiego, il WEF può iniziare
e la sicurezza dello spazio aereo è garantita. Ciò anche grazie all’impiego di soldati
come Roger Zeier e David Rüegsegger, due
ingranaggi di quel grande meccanismo che
è l’esercito. Come ogni anno a gennaio, gli
occhi dell’economia mondiale sono puntati
su Davos. L’esercito adempie con successo
il suo compito e provvede alla sicurezza del
WEF e dei capi dell’economia mondiale come
pure della Svizzera. ■
Quasi come al corso di ripetizione
La truppa ha utilizzato un igloo come locale di soggiorno.
Foto: Uff spec David Eichler
Prima dell’intervista a David Rüegsegger la
postazione DCA è passata per un breve lasso
di tempo al grado di prontezza «arancione».
Ciò significa che un aereo ha violato la zona
di sbarramento. In questo momento il cannoniere addetto al pezzo d’artiglieria lascia
il controllo del proprio cannone all’apparecchio di direzione del fuoco, il quale a sua volta
è comandato dalla centrale d’impiego delle
Forze aeree sempre in contatto diretto con
il capo del DDPS, consigliere federale Ueli
Maurer, che in caso di estrema emergenza
dovrebbe ordinare l’abbattimento dell’invasore dello spazio aereo. Rüegsegger aggiunge
che, nel momento in cui affida il controllo
all’apparecchio di direzione del fuoco, il
cannoniere si preoccupa sempre per diversi
aspetti. Naturalmente ci si domanda sempre
chi stia volando all’interno della zona di sbarramento e come si evolverà questa situazione.
Tuttavia, per lui non si tratta di un impiego
straordinario. I procedimenti sono gli stessi
di un CR con servizio di campagna tradizionale. Inoltre, la preparazione per l’impiego
al WEF ha permesso di colmare eventuali
vuoti di memoria e di riportare alla mente le
procedure e le liste di controllo necessarie.
Parlando con i soldati nella postazione ci si
Il soldato Roger Zeier ha fatto la guardia sfidando le bassissime temperature.
Il soldato David Rüegsegger è stato impiegato
al cannone con munizioni da combattimento.
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FOA DCA 33
Difesa terra-aria 2020
Il futuro è iniziato
Oggi l’Esercito svizzero è munito di una difesa contraerea e
presto avrà bisogno della difesa terra-aria 2020 (DTA 2020),
la difesa contraerea del futuro.
Più probabile:
Attori non statali con supporti
d’arma civili e armi militari
Più pericoloso:
Attori statali con supporti d’arma
militari
Conclusione:
La minaccia aerea esiste in tutte
le situazione con il potenziale e
l’efficacia più diversi.
Problematica:
Gli elevati costi dei propri mezzi
con efficacia e capacità di
resistenza
Conseguenza:
La DTA agisce in collaborazione
con «L’aria» (velivoli da combattimento) in tutte le situazioni.
Le esigenze poste alla DTA 2020 scaturiscono dalle minacce portate con mezzi aerei.
Brigadiere Marcel Amstutz, cdt FOA DCA 33
La difesa aria-aria si serve oggi di due modelli di velivoli da combattimento, l’F-5
Tiger e l’F/A-18 Hornet. La DCA dispone
di tre sistemi d’arma (DCA m, Rapier e
Stinger) conosciuti con il nome di «Trio».
Nel quadro delle riforme dell’esercito 95 e
XXI e della fase di sviluppo 8/11 si è passati
dalle 600 unità di fuoco del passato alle 160
attuali. Alla DCA mancano oggi in gran
parte l’interconnessione verticale (lungo
la gerarchia) e completamente quella orizzontale (stesso livello tattico). Le capacità
tecniche sono limitate alle brevi distanze
(pochi chilometri) e al combattimento
contro aeromobili (aerei ed elicotteri). Le
capacità di «Trio» sono sicuramente applicabili a tutte le situazioni, ma non a tutti i
28 esercito.ch Forze aeree 1 / 12
sistemi. Soltanto la DCA m con i sensori
integrati DCA DTA 10 è operativa in tutte
le situazioni. Otto unità di fuoco verranno
ancora consegnate alla truppa nel corso di
quest’anno e nel 2011 e nel 2012 durante il
WEF hanno già avuto luogo impieghi reali
con effettore.
Minaccia asimmetrica
Un’analisi della situazione in materia di
sicurezza in Europa non prevede conflitti
militari tra Stati europei (NATO, UE, Stati
neutrali). Nel periodo di tempo considerato
appare anche improbabile una minaccia
militare dall’esterno ai danni dell’Europa, come fu il caso all’epoca della Guerra
fredda. Una modifica di questa situazione
è oggigiorno accompagnata da un tempo
di preallarme. Nei prossimi anni saranno
possibili conflitti regionali militari nelle
zone periferiche d’Europa. Una minaccia
considerevole deriva invece dall’asimmetria. Sono probabili attacchi terroristici e in
pratica non esistono tempi di preallarme. La
proliferazione delle armi di distruzione di
massa e di sistemi vettoriali (missili balistici
e missili da crociera) acquista un’importanza crescente.
Con il progresso tecnologico e la computerizzazione la minaccia esercitata con
l’ausilio di mezzi aerei contro oggetti situati
al suolo è cresciuta in modo estremamente
rapido. Se fino alla metà degli anni Ottanta
per la DCA era di primaria importanza la
lotta ai supporti d’arma per lo più operativi
a bassa quota, oggi sono le armi stesse che
devono essere combattute. Questa situazione deriva dal fatto che l’attuale tecnologia
FOA DCA 33
delle armi non esige più imperativamente
una penetrazione del supporto d’arma nel
dispositivo della DTA. I sistemi di minaccia
sono più complessi e la loro diversificazione
è aumentata. Inoltre, l’acquisto e l’utilizzo
di mezzi offensivi nello spazio aereo da parte di attori non militari diventa più semplice
(disponibilità) e più accessibile (costi). La
minaccia aerea appare in crescita in tutte le
situazioni con forme e intensità diverse. Di
conseguenza la difesa terra-aria deve essere
efficace in tutte le situazioni per completare
e supportare i velivoli da combattimento e
per proteggere opere, settori e formazioni
di truppa. In tal senso l’incisività della
prestazione di combattimento deve essere
applicata in maniera invariata alla forza
militare volta alla difesa.
goli, ma come parte del sistema DTA 2020
all’interno del sistema globale che esercita
la propria efficacia sullo spazio aereo. La
diversificazione deve essere ridotta al minimo per contrastare la complessità e l’incremento dei costi che ne risulta. In questo
caso occorre prestare particolare attenzione
all’introduzione tecnica e procedurale di
sensori ed effettori nell’ambito di tutte le
misure volte alla protezione dello spazio
aereo. Tenendo in considerazione le capacità richieste e le possibilità tecnologiche e
finanziarie prevedibili, l’attuale pianificazione si basa su due sistemi parziali che oggi
vengono denominati «Ultimo miglio» (fino
a circa 10 chilometri) e «Media gittata» (fino
a circa 50 chilometri).
Esigenze del futuro
Con la messa fuori servizio del missile terra-aria Bloodhound 64 l’Esercito svizzero
ha perso la capacità permanente di difesa
terra-aria efficace nell’intero spazio aereo.
In seguito, con la separazione spaziale della
difesa terra-aria e aria-aria (3000 metri dal
suolo), è andata persa la vera e propria difesa
integrata operativa. La libertà d’azione è
stata limitata e i compiti della difesa ariaaria sono aumentati. Inoltre, dal 1995 la
La DTA deve assicurare nel modo più completo possibile la protezione di gruppi di
opere, formazioni di truppa e settori entro
un raggio di circa 50 km per ottenere da una
parte la ridondanza rispetto ai mezzi ariaaria e permettere dall’altra di concentrare
lo sforzo dei velivoli da combattimento nei
settori situati al di fuori del raggio di gittata
DTA. Nel settore interno (fino a 10 km circa) la DTA deve garantire autonomamente
come mezzo estremo la protezione delle
opere contro tutte le armi avversarie e i
supporti d’arma.
Sistema globale coordinato
DCA è passata da 38 a 9 gruppi ancora attivi.
Si è dovuto fare i conti con forti riduzioni
delle formazioni di milizia e della loro capacità di resistenza. Contemporaneamente
la DCA non ha mai svolto così tanti impieghi reali, come ad esempio il Vertice della
Francofonia nel 2010 e il WEF 2011 e 2012.
Tuttavia, a causa delle esigenze future, nei
prossimi anni TRIO verrà sostituito.
Oggi la pianificazione parte dal presupposto che la DTA 2020 debba garantire
la protezione di sei opere e di una superficie
di 7200 chilometri quadrati e che a tale
scopo siano necessari due sistemi parziali, denominati «Ultimo miglio» e «Media
gittata». Lo spiegamento di forze per le
formazioni di milizia equivale a circa sei
battaglioni o gruppi. Per quanto concerne la
DTA 2020 non si tratta della sostituzione dei
singoli sistemi di «Trio», ma del passaggio
coordinato a un sistema globale DTA come
parte integrante della Sicurezza dello spazio
aereo svizzero. Dal profilo dell’ordine di
grandezza questa sostituzione è comparabile al passaggio dalla protezione antiaerea
attiva al sistema globale difesa aerea con i
sistemi Florida, Mirage, Bloodhound cannone DCA da 35 mm, avvenuto all’inizio
degli anni Sessanta. ■
Entro il 2025:
DTA 2020 introdotta
Dal 2019:
inizio dell’introduzione
Dal 2017:
programma d’armamento
Dal 2013 al 2015:
valutazione
2012: mandato di progetto DTA 2020
Soluzioni DTA 2020
Per quanto concerne la DTA 2020 non si
tratta della sostituzione dei singoli sistemi
di «Trio», ma del passaggio coordinato a un
sistema globale DTA come parte integrante
della Sicurezza dello spazio aereo svizzero.
Contrariamente all’attuale soluzione priva
di interconnessioni l’architettura futura è
un sistema globale di sensori e effettori
interconnesso orizzontalmente e verticalmente. I requisiti per il combattimento
efficace contro l’avversario e le opere da
proteggere in modo diverso (statico, mobile,
piccolo, massiccio, piano, meccanizzato,
ecc.) come anche per le caratteristiche fisiche dei mezzi offensivi richiedono il mix di
effettori al completo. In tal caso gli effettori
non devono essere considerati sistemi sin-
I valori di riferimento dello scadenzario della DTA 2020.
esercito.ch Forze aeree 1 / 12
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FOA DCA 33
Cerimonia di promozione 01-12
«Qui si tratta della sicurezza»
Foto: David Marquis
Nell’idilliaca cornice della «Festhalle Seepark» a Sempach, lo scorso 10 febbraio
si è tenuta la prima delle tre cerimonie di promozione annuali della Formazione
d’addestramento della difesa contraerea 33 (FOA DCA 33). 73 giovani, tra uomini
e donne, sono stati promossi a un grado superiore.
13 sergenti capi sono stati promossi a tenenti della difesa contraerea.
David Marquis, Comunicazione Forze aeree
«L’esercito è come un’assicurazione. Si è disposti a investire per avere più
sicurezza», ha affermato il brigadiere Marcel Amstutz, comandante della Formazione d’addestramento, nel suo discorso di apertura. Amstutz
ha poi aggiunto: «Se oggi siamo qui per promuovere nuovi quadri è perché si tratta della sicurezza del nostro Paese». L’esercito – e in particolare le Forze aeree – è necessario anche oggi, in tempo di pace: «Non
sappiamo che cosa ci riserva il futuro. I sorprendenti sviluppi politici
in Nord Africa ne sono esempi lampanti», ha concluso il comandante.
Richiesti quando la situazione diventa difficile
I sottufficiali e i sottufficiali superiori sono stati promossi dai rispettivi comandanti di scuola. Il colonnello SMG Beat Meister, comandante del corso di formazione istruzione di base e perfezionamento
DCA ogni tempo a Emmen, ha constatato: «In qualità di capi, siete
richiesti soprattutto quando, nonostante le circostanze siano difficili, gli obiettivi devono comunque essere essere raggiunti al 100 per
cento». In tal caso occorre spesso mettere da parte le proprie esigenze a favore di quelle della comunità: «Le persone non possono essere
gestite, devono essere guidate. Ciò è possibile soltanto a partire dai
capi e dando il buon esempio», ha aggiunto Meister. Nel suo corso
di formazione, il colonnello SMG Meister ha promosso 26 appuntati capi a sergenti, altri due appuntati capi a capicucina, due sergenti
30 esercito.ch Forze aeree 1 / 12
a furieri e un altro sergente a sergente maggiore capo. Il colonnello
SMG René Wellinger, comandante del corso di formazione istruzione di base e perfezionamento DCA ogni tempo a Payerne, ha affermato: «Le reclute vogliono essere guidate da capi che sanno quello
che vogliono e agiscono in maniera ponderata». E ha aggiunto: «Nel
frattempo hanno acquisito l’autorità specialistica, mentre per quella personale devono ancora lottare ogni giorno». Il colonnello SMG
Wellinger ha promosso 27 appuntati capi a sergenti, un sergente a furiere e un altro sergente a sergente maggiore capo.
Vantaggi per la vita professionale
Il comandante della Formazione d’addestramento Marcel Amstutz
ha promosso 13 sergenti capi a tenenti. «L’esercito ha bisogno di cittadini come voi, disposti a fornire maggiori prestazioni in qualità di
ufficiali e ad assumersi delle responsabilità», ha affermato il brigadiere, sottolineando anche i vantaggi per la vita civile: «Nessuna scuola di condotta può trasmettere l’esperienza pratica che voi acquisite nell’esercito. E questa esperienza di condotta è molto richiesta dai
datori di lavoro», ha concluso Amstutz. Il consigliere nazionale Leo
Müller (PPD, LU) ha sottolineato nel suo discorso di benvenuto la dimensione politica dell’istruzione militare dei quadri: «L’esercito ha
bisogno di voi, nella vostra funzione, per garantire sicurezza. Una sicurezza che, a sua volta, rappresenta per la Svizzera un importante
vantaggio legato all’ubicazione». ■
Notizie in breve
Incidente di pullman in Vallese
Hornet contro Mirage
Un sostegno apprezzato
Dal 16 al 27 aprile si è svolta presso l’aerodromo militare di
Payerne la campagna «Epervier». L’Escadron de chasse 1/2
di Luxeuil (F) è stato ospite con sei Mirage e un Transall. Sono
stati svolti allenamenti nel servizio di polizia aerea, nel combattimento aereo e nel rifornimento di carburante in volo.
Nessun incidente prima d’ora aveva suscitato tali emozioni e
mobilizzato tanti mezzi di soccorso come quello che si è verificato nel mese di marzo. 28 vittime: un bilancio insopportabile. Le Forze aeree hanno fornito il loro contributo mettendo
a disposizione l’infrastruttura della Base aerea di Sion.
Foto: Olivier Devènes
Foto: cap Erich Riester
Campagna «Epervier»
Due Mirage 2000-5 francesi al momento del decollo della pattuglia.
Un’ala d’onore assiste alla partenza delle vittime.
«I compiti della nostra squadra sono il servizio di polizia aerea e la
difesa aerea. I nostri Mirage 2000-5 sono predisposti esclusivamente
per questi incarichi», ha dichiarato il tenente colonnello Laurent Rosevicz, comandante dell’Escadron de chasse 1/2 «Cigognes». L’Armée
de l’air francese è giunta da Luxeuil con sei Mirage, 12 piloti e circa
35 membri del personale di terra. A questi vanno ad aggiungersi un
C-160 Transall equipaggiato per il rifornimento di carburante in volo e il personale necessario al suo esercizio.
L’omologo svizzero di Rosevicz, tenente colonnello SMG Jérôme
d’Hooghe, comandante della squadra d’aviazione 11 di stanza a Payerne, ha preso parte all’«Epervier» con circa 15 piloti, sei F/A-18
Hornet e i professionisti della squadra di terra dell’aerodromo di Payerne. «Ci alleniamo in scenari complessi impiegando fino a nove velivoli», ha dichiarato d’Hooghe. Il Transall potrebbe ad esempio rappresentare un velivolo che deve essere protetto da quattro velivoli di
una nazione. L’altra nazione a sua volta rivestirebbe il ruolo dell’aggressore con quattro jet. dam
Una dopo l’altra, le bare bianche, portate a spalla dagli agenti di polizia,
vengono trasportate all’interno degli C-130 Hercules belgi. Il balletto
macabro si protrarrà sul tarmac della Base aerea di Sion in questa mattinata di venerdì 16 marzo, rischiarata da timidi raggi di sole. L’incidente di pullman in una galleria autostradale a Sierre, che qualche giorno
prima aveva mietuto 28 vittime, tra cui 24 bambini, nella sua tragicità ha scosso gli animi nel mondo intero. Sono stati soprattutto i mezzi
d’intervento civili ad essere impiegati in occasione di questa catastrofe;
tuttavia, anche le Forze aeree hanno fornito il loro contributo. La Base aerea di Sion è stata infatti utilizzata per garantire il sostegno logistico, dapprima per accogliere una delegazione ministeriale e in seguito per il rimpatrio dei corpi delle vittime effettuato dalle Forze armate
belghe. Ogni sforzo è stato profuso per accogliere questo distaccamento
che doveva adempiere una missione tristemente speciale. L’ubicazione
militare è stata inoltre scelta per l’imbarco dei feriti negli aerei di soccorso medico della REGA. Un desiderio espresso dalle autori, una scelta
che si è rivelata giudiziosa al fine di garantire l’intimità delle vittime. sal
Informazione interna
Per il gruppo della comunicazione della FOA
dell’aiuto alla condotta 30 (FOA aiuto cond 30)
si cercano professionisti dei media – giornalisti, specialisti in PR, fotografi o web designer
– che amino lavorare in modo autonomo
all’interno di un team piccolo e motivato. In
linea di principio, i servizi militari non devo-
Foto: dam.
La FOA aiuto cond 30 cerca professionisti dei media
no essere prestati in un unico periodo, bensì,
all’occorrenza, vengono distribuiti nell’arco
dell’anno. Le domande o le candidature per
il gruppo della comunicazione vanno inviate
al capo della comunicazione della FOA aiuto
cond 30, maggiore Stefan Varonier (e-mail:
[email protected]). ■
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Manifestazioni
Agenda
15 giugno
Tappa a cronometro individuale del Tour de Suisse
con il PC-7 TEAM
www.tour-de-suisse-gossau.ch
Gossau (ZH)
7 luglio
Festival Wake + JamMorat
con il PC-7 TEAM e i parà
www.wakeandjam.ch
13 – 21 luglio
Basel TattooBasilea
Fanfara delle reclute con tamburini e Swiss Army Strings
Caserma, ore 21.30, www.baseltattoo.ch
22 luglio
Giornata finale Crédit Agricole Suisse Tennis OpenGstaad
con il PC-7 TEAM
www.creditagricolesuisseopengstaad.ch
11 agosto
20 anni Associazione HunterInterlaken
con la Patrouille Suisse
huver.jimdo.com
25 agosto
Festa della pistaBirrfeld
con la Patrouille Suisse, il PC-7 TEAM, il display F/A-18 e
il display Super Puma, www.pistenfest.ch
25 agosto
Campionato del mondo di triathlon CISMLosanna
con la Patrouille Suisse e i parà
www.cism-milsport.org
30 + 31 agosto
Campionati estivi dell’esercito
www.militaerwettkaempfe.ch
Wangen a.A.
1° settembre
56esima Coppa aeronautica Gordon BennettEbnat-Kappel
con la Patrouille Suisse
www.gordonbennett2012.ch
4 settembre
«Offener Campus» di LucernaLucerna
Escursione: settore chiave ovest Settore Morat / Seeland,
ore 07.30 – 18.00 www.armee.ch/hka
29 settembre
Swiss Aero ExpoBuochs
con la Patrouille Suisse
www.swiss-aero-expo.ch
10 + 11 ottobre
Tiro d’aviazioneAxalp
con diverse esibizioni in volo delle FA
www.esercito.ch/axalp
17 ottobre
«Offener Campus» di LucernaLucerna
Conferenza: condotta nell’esercito e nell’economia
HSLU-W di Lucerna, www.armee.ch/hka
29 ottobre
«Offener Campus» di LucernaLucerna
Conferenza: Cyber Defense
Centro d’istruzione dell’esercito, www.armee.ch/hka
Questa agenda presenta una selezione di manifestazioni. Un elenco completo e costantemente aggiornato delle dimostrazioni di volo delle
Forze aeree è disponibile in Internet all’indirizzo seguente: www.armee.ch/airshows.
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