Economia e Mercati Finanziari n. 109 – 16 Maggio 2002 SI PROLUNGA LA FASE DI PASSAGGIO DEI MERCATI INTERNAZIONALI........................................................................................ 1 STATI UNITI: FED FERMA ANCHE A GIUGNO, IL PRIMO RIALZO ATTESO PER AGOSTO............................................................................... 4 PIÙ VICINO IL RIALZO DEI TASSI NELL’AREA EURO ............................. 6 L’AUMENTO DEL PREMIO AL RISCHIO CORPORATE SI TRADUCE IN BASIS POSITIVI ......................................................................................... 10 PORTAFOGLIO OBBLIGAZIONARIO EURO: STRUTTURA ANCORA INVARIATA................................................................................................. 11 MA IL MERCATO DEI TITOLI STRUTTURATI È EFFICIENTE?............... 12 REGNO UNITO: BANCA D’INGHILTERRA ALL’ERTA ............................ 14 GIAPPONE: I SEGNALI DI RIPRESA DEL MANIFATTURIERO NON DISSOLVONO LE INCERTEZZE SUL FUTURO ....................................... 15 MERCATI VALUTARI - IL TEMA È LA VULNERABILITÀ DEL DOLLARO... 16 CAUTELA E SELETTIVITÀ’ DEGLI INVESTITORI VERSO GLI EMERGENTI............................................................................................... 17 MERCATO AZIONARIO: I RISULTATI DEL PRIMO TRIMESTRE CONDIZIONANO I MERCATI..................................................................... 19 Studi e Analisi Finanziaria Caboto-IntesaBci 1 SI PROLUNGA LA FASE DI PASSAGGIO DEI MERCATI INTERNAZIONALI o Durante la prima guerra mondiale, i soldati che avevano la sfortuna di servire in linea per lunghi periodi di tempo venivano così logorati dallo stress di vivere costantemente sotto il fuoco nemico da vedere presto compromessa la loro attitudine al combattimento. Soprattutto se avevano sperimentato il dramma dell’assalto attraverso la terra di nessuno, non c’era periodo di riposo nelle retrovie che potesse restituirli psicologicamente ricostituiti ai loro reparti. Nelle debite proporzioni, l’esperienza del boom & bust vissuta dagli investitori sui mercati azionari sembra aver lasciato tracce altrettanto persistenti nella loro psiche. Non c’è più traccia dell’ingenuo entusiasmo che aveva fatto decollare a livelli inauditi le quotazioni dei titoli tecnologici; al suo posto, troviamo una profonda diffidenza verso le promesse di ripresa di fatturato e utili, un radicato sospetto verso la qualità dei bilanci, un latente pessimismo sui benefici che la ripresa può recare alle borse. Su questo sfondo, non sembra più così irragionevole che una parte del portafoglio sia investita in titoli a reddito fisso che rendono “soltanto” il 5%. PERFORMANCE INDICI OBBLIGAZIONARI JPM (variazioni percentuali) Globale da 31/12/01 da 14/04/02 CAN UK GIA USA ITA GER -3 -2 -1 0 1 2 PERFORMANCE INDICI AZIONARI MSCI (variazioni percentuali) World o La sensibilità al rischio continua periodicamente ad essere rivitalizzata da scandali e scandaletti aventi come protagonisti il mondo corporate, soprattutto americano. Come ci direbbe Kindleberger, noto per la sua analisi storica delle crisi finanziarie, anche questo è un fenomeno tipico del panico che segue le manie speculative. La sensibilità alla ripresa è invece ancora scarsa. Come la Federal Reserve, che continua a dichiararsi dubbiosa sulla solidità del ciclo economico e reputa ancora prudente mantenere i tassi ufficiali ai livelli post 11 settembre, anche i mercati azionari questa volta non vogliono credere alle proiezioni fino a quando non saranno in grado di ‘toccare con mano’. Su questo fronte ribadiamo quanto detto già un mese fa: la ripresa si sta consolidando e non c’è un rischio significativo di ricaduta in recessione. Questa valutazione sembra condivisa dalla Banca Centrale Europea, che ha recentemente segnalato ai mercati di valutare l’opportunità di un rialzo dei tassi all’inizio dell’estate. SVI da 31/12/01 da 14/04/02 CAN UK GIA USA SPA ITA GER FRA -6,00 -2,00 2,00 6,00 CAMBI CON L'EURO (variazioni percentuali, -=deprezzamento dell'euro) PLN CHF Mercato imballato, in attesa della svolta da 31/12/01 da 14/04/02 CAD GBP JPY USD -3 -2 -1 0 1 PLN Szloty polacco, JPY yen giapponese, GBP sterlina UK, CAD dollaro canadese, CHF Franco svizzero, USD dollaro USA. 2 o Dal punto di vista strategico, la ripresa dei mercati obbligazionari non può che essere un fuoco di paglia: la fase ciclica penalizza il tasso fisso e soltanto un rischio concreto di ricaduta in recessione (che non esiste) potrebbe sostenere un rally prolungato. Inoltre, il ciclo elettorale induce molti governi ad allentare la disciplina fiscale, preparando il terreno ad un aumento dell’offerta di titoli pubblici: è il caso degli Stati Uniti, costretti a maxi-emissioni di titoli a 5 e 10 anni, ma anche di vari governi europei (Germania, Francia e presto l’Italia) sempre più inclini a cestinare gli obiettivi di pareggio del bilancio. A ciò si può aggiungere la crescente percezione che l’inflazione, già più alta delle attese, sta per salire ulteriormente. In effetti, non pare che la nuova crisi dell’azionario sia associata ad un significativo spostamento di flussi verso l’obbligazionario (l’unica eccezione alla norma essendo rappresentata dalla buona copertura dell’offerta all’asta dei trentennali italiani del 13 maggio). o A questo punto, ci sono soltanto due eventi che possono sbloccare il mercato: IntesaBci 2 1. Una decisione autonoma della Federal Reserve di avviare il ciclo di rialzo dei tassi. Vedremo più avanti (pagg. 4 e ss.) che ciò è improbabile prima di agosto. Cruciali saranno i segnali di ripresa degli investimenti e di crescita dell’occupazione. 2. Un ritorno di fiducia sui mercati azionari, che a sua volta richiede buoni dati economici e buoni risultati aziendali. I profitti misurati dai conti nazionali sono già in ripresa, ma i molti fattori straordinari in gioco impediscono che ciò rechi beneficio alle quotazioni. In effetti, l’impostazione del portafoglio azionario suggerito rimane prevalentemente difensiva. Solidi e coerenti segnali di incremento della domanda interna possono però ricostituire il clima di fiducia necessario. o In questa delicata situazione di passaggio, il portafoglio obbligazionario euro rimane sostanzialmente immutato, a parte minori sostituzioni di titoli all’interno dei comparti e l’inserimento di due emissioni internazionali che riteniamo sottovalutate. La scelta più opportuna continua a sembrarci quella di un’impostazione difensiva, con duration corta conseguita mediante un forte sovrappeso del tasso variabile e del tasso fisso a breve termine. Borsa e dollaro: perché assieme? o L’andamento dei mercati azionari americani sta avendo effetti importanti anche sui cambi. Negli ultimi anni, il finanziamento dell’enorme disavanzo commerciale americano è avvenuto grazie agli investimenti diretti dall’estero, al collocamento di corporate bonds e, in minor misura, all’acquisto di azioni americane da parte di non residenti. In certi periodi, sono le agencies e i treasuries a raccogliere il testimone. Nei primi mesi di quest’anno, la crisi del mondo corporate americano ha causato un netto calo dei flussi di acquisto di debito e capitale azionario, mentre l’aspettativa di rialzo dei tassi scoraggiava lo spostamento dei fondi esteri sulle obbligazioni pubbliche o semi-pubbliche. Nei primi due mesi del 2002, i giapponesi sono diventati venditori netti di azioni e corporate bonds per circa 0,7 miliardi di dollari, mentre gli operatori finanziari del Regno Unito hanno ridotto del 35% i flussi d’acquisto (da una media mensile di $13mld a $8,5mld). E se all’inizio dell’anno il fenomeno può essere stato compensato dall’accumulo di fondi liquidi in dollari, pare che in marzo ed aprile anche questa componente abbia registrato pesanti deflussi. o Non è chiaro quanto durerà l’attuale correlazione positiva fra indici di borsa USA e tasso di cambio del dollaro, ma il rischio che yen ed euro tornino a soffrire quando tornerà la fiducia sui mercati azionari americani non si è affatto dissolto. Nel brevissimo, intravediamo qualche minaccia anche a causa della forte esposizione speculativa pro-euro accumulata dagli investitori. L’andamento del dollaro sarà dunque ondivago, con puntate verso 0,92 o anche 0,93 nelle fasi di debolezza dei mercati azionari e successivi ritracciamenti verso 0,90. Caboto-IntesaBci 3 PREVISIONI SU TASSI DI INTERESSE E CAMBI GERMANIA 16/05/02 Var.mens. ITALIA Giu '02 Set '02 Dic '02 Mar '03 16/05/02 Var.mens. Giu '02 Set '02 Dic '02 Refi rate 3,25 - 3,25 3,50 4,00 4,25 Refi rate 3,25 - 3,25 3,50 4,00 3m Euribor 3,50 +10 3,50 3,80 4,30 4,50 3m Euribor 3,50 +10 3,50 3,80 4,30 2 anni 4,33 +19 4,40 4,60 4,75 4,90 2 anni 4,41 +10 4,55 4,75 4,85 5 anni 4,90 +9 4,95 5,10 5,15 5,25 5 anni 5,03 +5 5,15 5,25 5,30 10 anni 5,24 +6 5,30 5,40 5,45 5,50 10 anni 5,48 +6 5,55 5,70 5,75 30 anni 5,58 +3 5,60 5,70 5,70 5,70 30 anni 5,85 +1 5,90 6,00 6,00 Spread 10-2a 91 -12 90 80 70 60 Spread 10-2a 108 -4 100 95 90 Spread 30-10a 34 -3 30 30 25 20 Spread 30-10a 36 -5 35 30 25 Spread 10-5a 34 -3 35 30 30 25 Spread 10-5a 45 +1 40 45 45 Spread USA-Germania Spread Italia-Germania 2 anni -95 -22 -87 -36 1 16 2 anni 8 -8 15 15 10 5 anni -25 -3 -14 12 37 43 5 anni 14 -4 20 15 15 10 anni 9 +1 17 38 54 59 10 anni 25 -0 25 30 30 30 anni 25 +6 28 39 44 54 30 anni 27 -2 30 30 30 USA REGNO UNITO 16/05/02 Var.mens. Giu '02 Set '02 Dic '02 Mar '03 16/05/02 Var.mens. Giu '02 Set '02 Dic '02 Fed Funds 1,75 - 1,75 2,50 3,25 3,75 Base rate 4,00 - 4,00 4,25 4,75 Libor 3m 1,92 -5 2,00 2,95 3,75 4,25 Libor 3m 4,16 -1 4,30 4,60 4,90 2 anni 3,35 -3 3,50 4,20 4,70 5,00 2 anni 4,95 -3 5,10 5,30 5,50 5 anni 4,59 +7 4,75 5,15 5,45 5,60 10 anni 5,33 +4 5,40 5,50 5,65 38 +7 30 20 15 10 anni 5,26 +8 5,40 5,70 5,90 6,00 30 anni 5,75 +9 5,80 6,00 6,05 6,15 Spread 10-2a Spread Regno Unito-Germania Spread 10-2a 191 +11 190 150 120 100 2 anni 62 -22 70 70 75 Spread 30-10a 49 +1 40 30 15 15 10 anni 9 -2 10 20 20 Spread 10-5a 67 +1 65 55 45 40 GIAPPONE TASSI DI CAMBIO 16/05/02 Var.mens. Giu '02 Set '02 Dic '02 Mar '03 16/05/02 Var.mens. Giu '02 Set '02 Dic '02 ODR 0,10 - 0,10 0,10 0,10 0,10 EUR/USD 0,9113 +3,3% 0,9240 0,8970 0,8810 Overnight 0,00 - 0,00 0,00 0,00 0,00 USD/JPY 127,55 -2,8% 130,00 129,00 128,00 Libor 3m 0,08 -0 0,10 0,10 0,12 0,12 GBP/USD 1,4563 +1,1% 1,4540 1,4680 1,4800 JGB 2 anni 0,06 -1 0,08 0,10 0,15 0,15 EUR/CHF 1,4563 -0,8% 1,4660 1,4800 1,5000 JGB 10 anni 1,35 -4 1,40 1,50 1,60 1,70 USD/CAD 1,5557 -1,6% 1,5500 1,5630 1,5500 EUR/GBP 0,6258 +2,1% 0,6355 0,6110 0,5953 AUD/USD 0,5488 +2,9% 0,5500 0,5600 0,5700 EUR/SEK 9,2248 +0,7% 9,1100 9,0000 8,9000 EUR/DKK 7,4357 +0,0% 7,4350 7,4400 7,4500 Spread 10-2a 129 -2 132 140 145 155 Spread 10a-3m 127 -3 130 140 148 158 TASSI IMPLICITI NEI FORWARDS E SWAP E CONFRONTO CON LE NOSTRE PREVISIONI Dato odierno a 1 mese a 3 mesi a 6 mesi a 12 mesi 16/05/02 Tasso implicito Nostra previsione Tasso implicito Nostra previsione Tasso implicito Nostra previsione Tasso implicito Nostra previsione a 3 mesi Stati Uniti Giappone Regno Unito UE-11 1,92 0,08 4,16 3,50 1,92 0,10 4,30 3,62 2,00 0,10 3,80 3,50 2,32 0,10 4,61 3,82 2,95 0,10 4,60 3,80 2,99 0,11 5,07 4,19 3,75 0,12 4,90 4,30 4,15 0,62 0,00 4,67 4,25 0,12 5,25 4,50 a 10 anni: Stati Uniti Giappone Regno Unito UE-11 5,89 1,37 5,76 5,51 5,93 1,41 5,76 5,52 6,20 1,42 5,45 5,70 6,04 1,44 5,77 5,57 6,40 1,52 6,15 5,70 6,18 1,50 5,89 5,63 6,60 1,62 6,30 5,75 6,41 1,63 5,92 5,73 6,70 1,72 6,35 5,80 * Tassi impliciti nei FRA sulla scadenza a tre mesi e negli swap sulla scadenza a 10 anni. 4 Caboto-IntesaBci STATI UNITI: FED FERMA ANCHE A GIUGNO, IL PRIMO RIALZO ATTESO PER AGOSTO o La Fed, come previsto, ha lasciato i tassi invariati alla riunione del 7 maggio e ha ripetuto che i rischi sono equilibrati. Nella nuova politica di comunicazione, è stata anche annunciata la decisione di voto dei singoli membri del FOMC: la decisione è stata presa all'unanimità. Anche il comunicato è in linea con le previsioni. Il FOMC afferma che "l'attività economica sta ricevendo una considerevole spinta da una decisa inversione dell'investimento in scorte. Tuttavia, il grado di rafforzamento della domanda finale nei prossimi trimestri (…) è ancora incerto". Il comunicato conclude quindi, sulla base di questa affermazione, che l'attuale politica monetaria espansiva sia appropriata "per il futuro prevedibile". o Il comunicato stampa è stato molto laconico. Non ci sono stati riferimenti all'inflazione (presenti invece nel precedente comunicato), né indicazioni di soddisfazione riguardo all'eccezionale andamento della produttività. L'impressione che si trae dalle parole presenti, e da quelle mancanti, nel comunicato è che la Fed si voglia lasciare aperta la porta per modificare la propria valutazione dello scenario e dei rischi macroeconomici man mano che i dati diventano disponibili. A questo punto, un rialzo dei tassi a giugno è assai improbabile: giugno è probabilmente incluso nel futuro prevedibile. Occorrerebbero dati estremamente forti, che portino a prevedere una crescita della domanda finale sopra il 4%, per spingere la Fed a muoversi entro la fine di questo trimestre. Però la Fed vuole avere le mani libere nel prossimo mese per reagire ai dati. o Il rialzo a giugno è diventato meno probabile, ma non perché il FOMC ha affermato di valutare i rischi su crescita e inflazione come equilibrati. Come ci confermano i verbali della riunione del 19 marzo, in futuro non dobbiamo aspettarci un preavviso formale da parte del FOMC, con cui si prepari "ufficialmente" il terreno a un'inversione dei tassi. Nell'ultimo anno la politica di comunicazione della Fed è cambiata radicalmente. Il bias del passato, che indicava esplicitamente la direzione attesa per i tassi, è sostituito con la valutazione dei rischi su crescita e inflazione. In questo ciclo, la Fed potrà decidere di alzare i tassi pur in presenza di rischi equilibrati, vista l'attuale "stance" accomodante della politica monetaria. Quando la Fed riterrà di essere vicina al primo rialzo dei tassi, seguirà la procedura attuale di comunicazione attraverso discorsi e interventi, non attraverso il rigido strumento del comunicato stampa. o L’obiettivo della Fed, una volta accertata la sostenibilità della ripresa, sarà di riportare i tassi reali verso la neutralità (circa al 2,5%). Con l'inflazione in ripresa nella seconda metà dell'anno, anche un movimento graduale dei tassi reali non è coerente con la previsione del mercato di tassi nominali al 2,6% a fine anno. Avendo preso atto delle opinioni della Fed, rivediamo il sentiero dei tassi di intervento per l’estate: il primo rialzo, di 25 pb, è spostato CRESCITA E POLITICA MONETARIA 12 Federal Fund PIL (var.% a/a) 10 8 6 4 2 0 -2 Q1 Q1 Q1 Q1 Q1 Q1 Q1 Q1 Q1 Q1 Q1 Q1 Q1 Q1 Q1 Q1 Q1 Q1 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 FED FUNDS FUTURES 3,5 Federal Funds 3,3 Maggio 2002 3,1 Agosto 2002 Novembre 2002 2,9 2,7 2,5 2,3 2,1 1,9 1,7 1,5 nov dic 2001 gen feb mar apr mag 2002 FUTURES SUI FED FUNDS 0,30 3,500 3,250 differenza 13/05/02 13/04/02 (scala destra) (scala sinistra) (scala sinistra) 0,20 0,10 3,000 0,00 2,750 -0,10 2,500 2,250 -0,20 2,000 -0,30 1,750 -0,40 1,500 -0,50 Last Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Gen Caboto-IntesaBci 5 ad agosto (13/8); a settembre manteniamo la previsione di +50 pb (24/9). RENDIMENTI BENCHMARK USA Rimbalza la curva dei tassi USA 6,0 o La cautela della Fed, la ripresa della borsa e un pesante flusso d’offerta nel segmento 5-10 anni ha causato uno storno più marcato della parte a lunga della curva, provocando un irripidimento di circa 14 p.b. del tratto 10-2 anni. L’atteggiamento fin troppo prudente della Fed, alimentando timori d’inflazione, peserà negativamente sui tassi a lungo termine; di contro, la reazione ai segnali di ripresa economica potrebbe pesare di più sulla parte a breve, facendo appiattire il tratto 10-2. In ogni caso continuerà ad essere cruciale l’evoluzione della borsa. 5,5 o Nelle ultime due settimane è proseguito il restringimento degli spread tra la curva europea e quella americana, soprattutto sul tratto a due anni, che ha toccato anche i -105pb dai -75pb di metà aprile, superando ampiamente il nostro obiettivo di 80pb. Nel breve termine però, rimane rischioso lasciare aperta la strategia, visto il livello dei tassi a due anni americani, che scontano una Fed estremamente cauta, e il livello di quelli europei che, invece, sono più in linea con le nostre previsioni. Altre notizie positive dai dati americani potrebbero provocare, in questo momento, uno storno maggiore sulla parte a breve americana. 2,0 o Nonostante i dati d’inflazione di questa settimana, più favorevoli negli Usa che in Europa, in un orizzonte di lungo periodo, si può ancora puntare su un allargamento dello spread tra la curva americana e la curva europea sul tratto decennale, dagli attuali 10 pb verso i 17pb. o Negli USA le vendite al dettaglio hanno provocato una forte correzione della curva dell’eurodollaro, che ha toccato i 23pb sul contratto di marzo ‘03. Il mercato continua comunque a scontare una Fed eccessivamente cauta nella seconda parte dell’anno e chi condivide la sensazione che il rialzo dei tassi dovrà essere più rapido può speculare sull’aumento della pendenza fra le scadenze di giugno ‘02 e settembre ’02 dell’eurodollaro futures, verso i 60pb dagli attuali 55 o settembre ‘02-dicembre ’02 verso gli 80pb, dagli attuali 67. o In particolare appare eccessivamente prudente il tasso implicito sulla scadenza di dicembre ’02, che attualmente sconta un incremento dei fed funds al 2,5%. Un livello simile implicherebbe tassi reali praticamente pari a zero in un’economia in netta crescita (attorno al 3,5%). Ora, anche assumendo che la Fed voglia semplicemente riportare la politica monetaria ad una stance neutrale, la stretta prevista dalle quotazioni di mercato non appare sufficiente. Considerando che, invece, al contrario, dopo la correzione delle ultime settimane i tassi euribor incorporano uno scenario decisamente più “aggressivo”, si può anche puntare sull’ampliamento dello spread fra le due curve, soprattutto sulla scadenza di dicembre ’02. a 2 anni a 10 anni 5,0 4,5 4,0 3,5 3,0 2,5 mag lug set nov gen 2001 mar mag 2002 CURVA US TREASURIES 40 6,0 Oggi (13/05/02) (scala sinistra) -1 mese (scala sinistra) 5,5 5,0 30 Variazione (pb) (scala destra) 20 4,5 10 4,0 0 3,5 -10 -20 3,0 2a 5a 10a 30a RISCHIO DI CREDITO USA IN MIGLIORAMENTO (spread sui Treasuries, centesimi) 450 950 AAA - T.Note (scala sinistra) 400 BAA -T.Note (scala sinistra) EMBI global (scala destra) 900 850 350 800 300 750 250 700 650 200 600 150 550 100 28 set 28 dic 28 mar 28 giu 2000 2001 500 28 set 28 dic 28 mar 2002 6 Caboto-IntesaBci PIÙ VICINO IL RIALZO DEI TASSI NELL’AREA EURO BCE preoccupata per l’inflazione Inflazione headline 3,5% Inflazione core 3,1% 2,7% 2,3% 2% 1,9% Previsione o Il tono della BCE è diventato più aggressivo nelle ultime due settimane, sottolineando che il quadro inflazionistico è meno favorevole di qualche mese fa a causa sia del petrolio sia di una serie di shock, quali l'inverno molto freddo ed il changeover. Inoltre, è venuto meno l’esplicito riferimento alla discesa dell’inflazione sotto il 2%, ed anzi il calo atteso nei prossimi mesi viene attribuito a fattori statistici. Il monito circa la moderazione salariale, decisiva affinché gli effetti temporanei degli shock passati non si radichino nell’economia e, quindi, per determinare le stime di inflazione per il 2003 è stato reiterato con toni più aspri. In questo senso, la BCE dichiara di rimanere vigile sugli ulteriori sviluppi dei fattori che determinano l'evoluzione dei prezzi, formulazione che potrebbe sottintendere che sono pronti ad alzare i tassi. Crediamo che l’esito delle negoziazioni sul salario dei metalmeccanici tedeschi (+4% a giugno 2002 per i dodici mesi successivi, +3,1% a giugno 2003 per il periodo fino a fine 2003, più un una tantum di 0,2% a maggio 2002), largamente superiore a quello già aspramente criticato raggiunto dai chimici il 18 aprile (+3,6%), rappresenti un ulteriore peggioramento del quadro di riferimento per la BCE. INFLAZIONE AREA EURO: ADDIO AL 2% 1,5% 1,1% 0,7% gen lug gen lug gen lug gen lug gen lug gen lug 1997 1998 1999 2000 2001 2002 LIQUIDITA' ANCORA TROPPO ABBONDANTE (var. % a/a) M2 M3 M3, valore di riferimento 8,0 7,0 6,0 o Su altri fronti, quali M3 e la crescita, i toni della BCE sono più preoccupati sul primo e più fiduciosi sul secondo rispetto ai mesi scorsi. Per quanto riguarda M3, si lamenta la lentezza con cui procede il rientro dall’accumulazione di liquidità dei mesi passati mentre si osserva che il rallentamento del credito al settore privato potrebbe essere terminato. Si tratta di due novità e giustificano la conclusione che “l’informazione del primo pilastro continua a meritare particolare attenzione”, espressione che riflette un maggiore nervosismo rispetto al passato. Per quanto riguarda l’economia reale, la BCE ribadisce la previsione di un ritorno del Pil al potenziale entro fine anno e si spinge a prevedere che tassi di crescita “solidi” sono possibili nel 2003, novità che implica che la ripresa è considerata sostenibile. Pertanto anche questi due elementi di giudizio si vanno spostando in una direzione che potrebbe richiedere in un futuro non troppo lontano una politica monetaria più restrittiva. In questo senso è significativo che siano mancati gli accenni al fatto che l’attuale livello dei tassi sia appropriato. 5,0 4,0 3,0 2,0 nov mar 1998 lug nov mar 1999 lug nov mar 2000 lug nov mar 2001 2002 IL MERCATO TORNA A CREDERE A UNA BCE AGGRESSIVA 5,2 25/03/02 5,0 01/05/02 15/05/02 4,8 4,6 4,4 4,2 4,0 o In conclusione, crediamo che le parole della BCE giustifichino un elevato rischio di un anticipo a luglio della prima mossa restrittiva, come correttamente sta scontando il mercato. I dubbi residui per il timing della mossa risiedono nell’entità della revisione al rialzo delle proiezioni di inflazione che verranno pubblicate dalla BCE a metà giugno, e, in misura minore, nel tenore del flusso di dati di economia reale. Questi ultimi rappresenteranno probabilmente l’anello più debole della catena. 3,8 3,6 3,4 giu set 2002 dic mar giu 2003 set Caboto-IntesaBci 7 Invece, quanto più vicino al 2% sarà la previsione centrale per l’inflazione 2003, che nelle proiezioni di dicembre 2001 era l’1,5%, tanto più difficile sarà rinviare il rialzo dei tassi. Pareggio di bilancio? Forse, chissà... o Un altro tema caldo nell’Area Euro, anch’esso menzionato dalla BCE, è quello del rispetto del Patto di Stabilità, ovvero dell’obiettivo del bilancio in pareggio a partire dal 2003-04 concordato dai paesi membri. In effetti, dopo le promesse di manovre fiscali espansive emerse nella campagna elettorale in Francia, le difficoltà della Germania di controllare la spesa in un anno elettorale e i dati poco incoraggianti emersi fino ad ora in Italia, la Commissione Europea ha tuonato contro la mancanza di rigore nell’applicazione dei Programmi di Stabilità approvati all’inizio dell’anno. Basandosi su proiezioni di crescita troppo ottimistiche e condizionati dal ciclo elettorale, i governi europei non paiono in grado di rispettare gli impegni sottoscritti in inverno, il che rischia di causare un altro scontro con la Commissione Europea, guardiana del Patto di Stabilità. CURVA TEDESCA 5,5 10-5 anni BCE 95 5,0 75 4,5 4,0 55 3,5 35 3,0 15 2,5 2,0 -5 '99 '00 '01 '02 CORRELAZIONE SPREAD 30-10 E TITOLO A DUE ANNI 120 y = -30,568x + 181,27 R2 = 0,7279 100 Curva dei tassi euro più piatta 80 Spread 30-10 o Sulla curva dell’euribor il mercato è ormai in linea con le nostre previsioni, ma attribuisce una probabilità significativa (intorno al 35%) ad un aumento dei tassi già in occasione del meeting del 6 giugno. Un evento che, a nostro avviso, è poco probabile alla luce degli elementi di incertezza che comunque rimangono sulla solidità della ripresa economica. Inoltre, dopo la chiusura della trattativa dei metalmeccanici, il rischio di vedere nel provvedimento della BCE una reazione all’accordo indurrà probabilmente le autorità di Francoforte ad attendere il mese successivo. Consigliamo pertanto di ricevere euribor FRA 1x2 (3,44%). 5-2 anni 60 40 20 0 2,5 3 3,5 4 2 anni 4,5 5 5,5 MERCATO MONETARIO o Continuiamo a pensare che la tendenza dominante sarà quella di un aumento dei tassi lungo tutta la curva. Sulla scia dei toni più aggressivi mostrati dalla BCE, la curva europea si è leggermente appiattita, tendenza che dovrebbe permanere nelle prossime settimane. o Con un’ottica di lungo periodo, l’appiattimento coinvolgerà anche il tratto 5-2 anni. Ma la parte a breve (che ha perso 21pb in una settimana contro 17pb del tratto a 5 anni), comincia a scontare con una probabilità positiva un intervento restrittivo a giugno. Il differenziale 5-2 anni è passato in una settimana da 63pb agli attuali 55pb. Rimbalzi, dopo un veloce appiattimento, si sono già visti nella prima metà di febbraio e sono caratteristici della fase che precede la restrizione monetaria, prima di passare a una fase di appiattimento vero e proprio, come successe nell’estate del ’99. In un’ottica di breve termine, consigliamo di aprire posizioni di aumento dello spread fra le due scadenze, vendendo OBL 4% USA - EURO (scala destra) Euribor futures 3 m (scala sinistra) Eurodollaro futures 3m (scala sinistra) 7% 200 150 6% 100 5% 50 4% 0 3% -50 2% -100 giu set dic mar giu set dic mar giu set dic 2002 2003 2004 8 Caboto-IntesaBci 02/16/07 e acquistando BKO 4.25% 12/03/04, obiettivo 65 pb dagli attuali 58. o La tendenza all’appiattimento della curva europea favorirà anche il calo del differenziale 30-10 anni. Il risvegliato interesse per il titolo trentennale si è già visto durante l’asta italiana, dove la domanda è stata quasi doppia rispetto all’offerta, con un bid/cover ratio di 1,98 rispetto all’1,55 del titolo a 5 anni e all’1,32 del nuovo BTP a tre anni. Nel lungo periodo, infatti, si conferma la relazione inversa tra lo spread 30-10 e il tratto a breve della curva che ha 2 una buona capacità di spiegare l’andamento dello spread (R = 0,72). Aprire posizioni di appiattimento del tratto 30-10 sulla curva italiana. Ita-Ger 2 anni Ita-Ger 10 anni 55 Ita-Ger 5 anni Ita-Ger 30 anni 45 35 25 15 5 -5 o Il peggioramento registrato dai conti pubblici italiani nei primi mesi dell’anno e le informazioni presentate nell’ultima Relazione trimestrale di cassa rendono difficilmente raggiungibile l’obiettivo di indebitamento delle pubbliche amministrazioni per il 2002 fissato allo 0,5% del Pil. Analizzando i saldi relativi al settore statale italiano l’obiettivo di fabbisogno al lordo della regolazione di debiti pregressi per il 2002 si colloca sui 37-38 mld di euro, rispetto ai 26,2 mld previsti: ciò implica che l’offerta di BOT, e soprattutto di CCT, vista la tendenza recente del Tesoro a mantenere elevata l’offerta sul segmento a tasso variabile, si manterrà elevata per tutto l’anno. nov 2000 gen mar mag lug set nov gen 2001 mar mag 2002 FRA EURIBOR 4,8 4,6 4,4 Inclinazione 6-3 mesi (scala destra) 3 mesi FRA (scala sinistra) 6 mesi FRA (scala sinistra) 20 18 16 14 12 10 8 4,2 4,0 3,8 o L’agenzia Moody’s ha alzato il rating del debito pubblico italiano da Aa3 ad Aa2. La decisione era attesa da tempo sul mercato e l’effetto dell’annuncio sullo spread BTP-Bund è stato minimo. Oggi il BTP benchmark quota 23 pb sopra il Bund a 10 anni, ma è probabile che nel medio termine lo spread si riduca ancora di qualche punto base se si considera che il Portogallo, che ha oggi lo stesso rating dell’Italia ma condizioni di liquidità significativamente differenti, paga uno spread sul Bund di 23 pb. Il margine di guadagno sarà tuttavia limitato a 2-3 pb in quanto il Belgio, con un rating più alto dell’Italia (Aa1), paga uno spread di 21 pb. Sulla parte a breve della curva, lo spread BTP-Bund è uguale a quello pagato dagli OLO e dai Bonos (6-7pb) e difficilmente si chiuderà ancora senza nuovi spunti. 28 26 24 22 3,6 3,4 6 4 2 0 3,2 3,0 Spot 1 mese 2 mesi 3 mesi 4 mesi 5 mesi 6 mesi Euribor FRA EURODOLLARO 3,5 Inclinazione 6-3 mesi (scala destra) 3 mesi FRA (scala sinistra) 6 mesi FRA (scala sinistra) 44 40 36 3,0 32 28 24 2,5 20 16 12 2,0 8 4 1,5 0 Spot 1 mese 2 mesi 3 mesi 4 mesi 5 mesi 6 mesi Euro$ Caboto-IntesaBci 9 I TASSI D'INTERESSE NEI PRINCIPALI PAESI INDUSTRIALI Fine Gennaio Fine Febbraio Fine Marzo Fine Aprile Differenziale (A) (B) (C) (D) (D) - (C) STATI UNITI Euro Dollaro (3 mesi) 1,83 1,86 1,97 1,86 -0,11 Obbligazioni del Tesoro (10 anni) 5,03 4,92 5,41 5,10 -0,31 Euro Dollaro (3 mesi) 2,06 2,08 2,34 2,48 0,14 Obbligazioni del Tesoro (10 anni) 5,44 5,34 5,78 5,61 -0,17 Euro Yen (3 mesi) 0,08 0,06 0,05 0,05 --- Obbligazioni del Tesoro (10 anni) 1,48 1,49 1,36 1,36 --- Euro Sterlina (3 mesi) 4,03 3,98 4,14 4,08 -0,06 Obbligazioni del Tesoro (10 anni) 4,88 4,99 5,29 5,19 -0,10 Euro Franco (3 mesi) 1,67 1,72 1,58 1,53 -0,05 Obbligazioni del Tesoro (10 anni) 3,48 3,49 3,52 3,39 -0,14 Euro Corona (3 mesi) 3,56 3,55 3,58 3,58 --- Obbligazioni del Tesoro (10 anni) 5,16 5,18 5,44 5,36 -0,08 Eonia (overnight) 3,35 3,34 3,39 3,36 -0,03 Euribor (3 mesi) 3,37 3,37 3,45 3,39 -0,06 Bund 4,92 4,94 5,20 5,11 -0,09 Oat 5,07 5,07 5,29 5,19 -0,09 Btp 5,20 5,21 5,46 5,36 -0,10 Bonos 5,11 5,13 5,41 5,28 -0,13 Neder 5,01 5,06 5,33 5,21 -0,12 CANADA GIAPPONE GRAN BRETAGNA SVIZZERA DANIMARCA AREA EURO Obbligazioni del Tesoro (10 anni) 10 Caboto-IntesaBci L’AUMENTO DEL PREMIO AL RISCHIO CORPORATE SI TRADUCE IN BASIS POSITIVI o La performance del mercato dei corporate bond ha seguito le evoluzioni di alcuni temi che non sono affatto nuovi: attenzione verso i risultati societari del primo trimestre, una oramai endemica crisi di fiducia verso la contabilità statunitense; la correlazione con l’andamento dei mercati azionari. Il tutto è abbinato a debolezze di natura prettamente tecnica (come ad esempio il continuo rinvio dell’emissione del jumbo bond da parte di Deutsche Telekom). Gli sviluppi del caso Worldcom e poi di AT&T hanno generato dubbi riguardo ai fondamentali delle telecoms europee dando così luogo a casi di errata interpretazione di alcuni risultati trimestrali che, ancora una volta ci hanno offerto un esempio della sovra-reazione di questo mercato alle notizie. Infatti, se da un lato è vero che la stagione della pubblicazione dei risultati trimestrali non ha offerto un valido supporto alla performance è anche altrettanto vero che, ad eccezione degli apparati di telecomunicazione, non si sono registrati risultati particolarmente deludenti tali da giustificare tanto pessimismo da parte del mercato. o Il rapporto fra evoluzione del mercato dei credit default swap e mercato cash dei corporate bond offre una buona rappresentazione del grado di avversione al rischio corporate. Si osservi che la percezione del mercato di una aumentata rischiosità delle società si è presto tradotta in un allargamento pressoché in tutti i settori e lungo le varie scadenze del differenziale fra credit default swap e asset swap spread del mercato cash. Come emerge dal grafico proposto a lato, la crisi di fiducia che ha colpito il mercato corporate nel corso delle ultime due settimane ha indotto un allargamento dei basis ancor più ampio di quello che avevamo riportato nel corso del difficile mese di febbraio. ALCUNI ESEMPI DI BASIS POSITIVI 200 FT FIAT 150 100 50 0 -50 ott nov dic gen feb mar 2001 apr 2002 IL SETTORE AUTO E' SEMPRE PIU' BBB CHE A 210 BBB A Cons. cyclical (86% auto) 170 130 90 50 10 gen mag set o La volatilità implicita degli indici azionari non sta mostrando particolari oscillazioni. I corporate spreads non sembrano tuttavia aver seguito tali indicazioni di relativa stabilità, ma hanno invece replicato piuttosto pedissequamente gli andamenti altalenanti dei livelli del mercato azionario cash. Questo disallineamento fra spread e volatilità implicita è un aspetto nuovo rispetto al recente passato e consente di individuare alcune opportunità. In particolare riteniamo che il recente allargamento degli spread (anche se già con qualche segnale di recupero) potrà ridursi se la volatilità implicita continuerà a dare segnali di relativa stabilità. Riteniamo probabile che questo scenario di restringimento degli spreads si realizzi nel breve termine poiché la stagione dei risultati trimestrali sta oramai volgendo al termine e passeranno alcune settimane prima che una nuova tornata di aspettative e risultati torni sotto i riflettori. DT gen mag set gen mag set 1999 2000 2001 gen mag 2002 TREND DEGLI SPREAD IN EURO AL 13 MAGGIO AAA AA A BBB Industrials Cons. Cyclical Cons. non-cyclical Media & Telecoms Technology Utilities Financials Curve di credito BBB-AAA A-AAA BBB-A Govie Spread 18 37 70 176 128 119 81 179 450 79 51 150 59 91 Var. su Var. su settimana mese -1 -2 -1 0 -2 -2 -6 28 -5 9 -6 4 0 4 -9 40 -37 84 1 8 -1 1 -4 -1 -3 33 3 30 Var. YTD -1 -2 -11 21 3 -18 -8 47 119 3 -5 Max 52 sett. 30 52 111 238 154 173 105 238 489 83 67 Min 52 sett. 16 35 69 140 102 84 75 116 176 68 48 32 -5 37 199 84 115 104 55 46 Caboto-IntesaBci 11 PORTAFOGLIO OBBLIGAZIONARIO EURO: STRUTTURA ANCORA INVARIATA COMPOSIZIONE DEL PORTAFOGLIO OBBLIGAZIONARIO SUGGERITO o Il portafoglio obbligazionario ha offerto anche questo mese una performance di periodo positiva (0,22%) grazie all’apporto proficuo di tutti i comparti, in particolare di quello corporate (0,09%). La performance di periodo è stata positiva anche rispetto all’indice JPM GBI+BBB (-0,03%), che combina titoli governativi e titoli corporate dell’Area Euro e che usiamo come indice benchmark di confronto. Titoli corporate 25% Liquidità 30% Titoli a tasso fisso da 4 a 6 anni 10% o In una prospettiva di tassi in aumento, abbiamo lasciato invariate le quote dei vari comparti continuando a privilegiare il breve termine e il tasso variabile. Nel comparto dei titoli di stato abbiamo allargato il portafoglio a titoli di altri paesi dell’Area Euro in sostituzione di tre BTP, ultimamente molto cari sul mercato. Il titolo greco e il titolo francese appaiono in questo momento molto sottovalutati e possono dunque avere buone possibilità di apprezzamento. Il titolo tedesco poi, continuerà a beneficiare in questo mese dello status di CTD nel contratto Schatz future di giugno. Nel comparto dei corporate abbiamo invece sostituito il titolo Olivetti, in previsione dell’esercizio dell’opzione call, con i titoli a tasso variabile British Telecom 15/02/03 e Ford 13/06/03. Titoli a tasso variabile 25% Titoli a tasso fisso fino 3 anni 10% CONTRIBUTI ALLA DURATION DEL PORTAFOGLIO LIQUIDITA' TITOLI DI STATO TITOLI CORPORATE 100% 11,0 11,4 75% o Le sostituzioni hanno comportato una diminuzione della duration complessiva da 0,90 a 0,85, principalmente dovuta al comparto a tasso fisso. Il contributo alla duration complessiva dei vari comparti rimane comunque sostanzialmente invariato. 71,9 70,9 50% 25% 17,7 17,0 Portafoglio attuale Portafoglio precedente 0% COMPARTO LIQUIDITA' Titoli Depositi 1 mese TITOLI DI STATO TASSO VARIABILE CCT 1/9/04 CCT 1/8/07 TASSO FISSO BTP fino a 3 anni BTP da 4 a 6 anni BTP da 7 a 11 anni BTP oltre 11 anni BKO 4.25% 12/03/04 BTP 4% 1/3/05 GGB 6% 19/02/06 BTAN 5% 12/01/06 CORPORATE PORTAFOGLIO OBBLIGAZIONARIO EURO PORTAFOGLIO SUGGERITO Quota % Portafoglio Portafoglio precedente attuale 18/04/02 14/05/02 RISCHIO DI PORTAFOGLIO Modified duration Portafoglio Portafoglio precedente attuale 18/04/02 14/05/02 CONTRIBUTI ALLA PERFORMANCE DI PERIODO 30 30 0.50 0.50 0.06 45 45 1.42 1.34 0.07 25 25 0.32 0.25 0.06 20 20 2.78 2.70 0.01 10 10 - 10 10 - 25 25 0.43 0.39 0.09 100 100 0.90 0.85 0.22 -0.03 Telecom Italia 20/4/04 TV Parmalat Finance 16/4/05 TV ENEL 12/12/05 5.875% Eridania 18/6/04 TV Cirio Finance 30/5/03 TV PRADAF 20/5/03 TV British Telecom 15/02/03 TV FORD 13/06/03 TV TOTALE Benchmark JPM GBI+BBB PERFORMANCE dal 2/01/2002 Titoli di stato e corporate Area Euro Portafoglio suggerito 1.60 Benchmark 0.08 12 Caboto-IntesaBci MA IL MERCATO DEI TITOLI STRUTTURATI È EFFICIENTE? o L’ipotesi di mercati efficienti afferma che i prezzi delle attività scambiate sul mercato riflettono le informazioni rilevanti disponibili agli operatori. Questa ipotesi fondamentale per i mercati finanziari è verosimile e confermata quanto maggiore è la liquidità dei titoli scambiati. Comuni misure di liquidità sono il divario tra i prezzi denaro e lettera (bid-ask spread) delle attività quotate, l’ammontare dei AMMONTARE COMPLESSIVO DI EMISSIONI volumi scambiati. DI TITOLI STRUTTURATI QUOTATI (EUR) o Le obbligazioni strutturate patiscono notoriamente di scarsa trasparenza derivante dalla complessità del loro flusso di cassa, che ne rende ardua una valutazione anche approssimativa da parte dei risparmiatori. Del resto, ogni titolo strutturato collocato sul mercato italiano è accompagnato dal solo regolamento previsto in conformità alle disposizioni di legge, che non basta all’investitore non professionale per misurare rendimento atteso e rischi. o Una soluzione per favorire la trasparenza di questi titoli è data dalla loro quotazione su mercati regolamentati. Secondo l’ipotesi di mercati efficienti infatti il prezzo scambiato rappresenta e comunica il valore contenuto nello strumento finanziario. 60 50 40 30 20 10 0 1997 1998 1999 2000 2001 2002* o Dati aggregati del mercato italiano dei quotati non sostengono tale ipotesi. I bid-ask spread registrati sul mercato obbligazionario telematico (MOT) di Borsa Italiana rimangono elevati (nell’ordine del punto percentuale, ma spesso molto di più) e per gli indicizzati a tasso di interesse corrispondono spesso nel tempo a mesi di reddito fisso (cfr. Economia e mercati finanziari, aprile 2002); i volumi delle nuove emissioni risultano in calo, con conseguente riduzione del tasso di crescita degli ammontari emessi (Fonte: Kler’s) e con volumi giornalieri scambiati stabili. I piccoli volumi dei titoli strutturati trattati in Italia sul MOT, indicativi di scarsa liquidità, hanno costituito un elemento sfavorevole alla comunicazione del valore e del rischio di queste attività agli investitori interessati in attività a capitale garantito. A questi elementi si si aggiungono ragioni ulteriori – che non è possibile approfondire in questa sede – per affermare che questo mercato non ha riscontrato un particolare miglioramento della sua efficienza negli ultimi anni.1 o Qualche nota positiva, a dire il vero, si trova. Da inizio 2000 i prezzi di mercato di questi titoli sul MOT – storicamente distanti dai relativi fair value – hanno senza precedenti riscontrato una netta e costante convergenza statistica ai valori teorici, come evidente dalla dinamica del loro sconto riportato in figura. Questo è il risultato delle soluzioni di reverse engineering adottate nello stesso periodo in materia di valutazione quotidiana del valore dei rischi di mercato e di credito. Solo di conseguenza al progressivo riscontro di valutazioni complete – capaci cioè di integrare tutti i fattori rilevanti – si sono gradualmente diretti verso i rispettivi valori teorici corretti. o Questo risultato presenta vantaggi ed implicazioni importanti per il mercato dei titoli strutturati. Valutazioni corrette infatti garantiscono l’investitore che opera su mercati regolamentati perché per ogni sua operazione di acquisto o vendita dispone di un parametro oggettivo di riferimento con cui poter confrontare ogni giorno i prezzi di mercato (rispettivamente lettera e denaro).2 EVOLUZIONE DELLO SCONTO DEI PREZZI DI MERCATO DEI TITOLI STRUTTURATI A CAPITALE GARANTITO QUOTATI AL MERCATO OBBLIGAZIONARIO TELEMATICO (BORSA ITALIANA) - PERIODO: 1 GENNAIO 2000 - 1 MAGGIO 2002 1% 0% -1% -2% -3% -4% -5% -6% gen mag set gen mag set gen mag 2000 2001 2002 o Non solo. La grande opportunità è infatti quella di disporre ora degli strumenti adeguati per la valutazione e la comunicazione del valore dei titoli strutturati anche non quotati – il cui ammontare in circolazione è di gran lunga superiore a quelli quotati. Inoltre, e non meno importante, la maggiore trasparenza prodotta per il valore di questi titoli costituisce la base più solida nel panorama bancario e assicurativo italiano per la promozione e lo sviluppo dei nuovi prodotti finanziari: fondi a capitale garantito e polizze libere vita unit-linked e index-linked.3 1 Cfr. Chordia T. and Bhaskaran S., 2000, “Trading Volume and Cross-Autocorrelations in Asset Returns”, The Journal of Finance, VOL. LV, NO.2, April 2000. Hasbrouk J. e Seppi D., 2001, “Common Factors in Prices, Order Flows and Liquidity”, Journal of Financial Economics 59. 2 Bernini 2002, Come si legge il Sole24Ore - Le Obbligazioni Strutturate, IntesaBci. 3 Per ulteriori dettagli: E. Bernini, I Prodotti Strutturati, IntesaBci, prossimamente disponibile. Caboto-IntesaBci 13 I RENDIMENTI SUI MERCATI DEI TITOLI DI STATO Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile 2001 2002 2002 2002 2002 BOT 3 mesi (1) 3.02 3.21 3.16 3.23 3.24 BOT 6 mesi (1) 3.15 3.37 3.35 3.53 3.46 BOT 12 mesi (1) 3.20 3.52 3.45 3.68 3.78 CTZ 24 mesi (2) 3.71 3.96 3.83 4.36 4.12 BTP 3 anni (2) 3.91 4.34 4.26 4.60 4.35 BTP 5 anni (2) -- 4.49 4.71 4.88 4.99 BTP 10 anni (2) 5.16 5.15 5.21 5.39 5.28 MERCATO PRIMARIO TITOLI DI STATO (ultima asta disponibile del mese) BTP 30 anni (2) -- -- -- 5.75 -- CCT 7 anni (3) 3.31 3.49 3.48 3.68 3.56 CCT 100.66 100.59 100.61 100.59 100.61 BTP 107.05 104.92 104.69 103.18 103.60 MERCATO SECONDARIO TELEMATICO (prezzi di fine mese) (4) (1) Rendimento composto lordo; (2) Rendimento effettivo lordo; (3) Rendimento lordo calcolato nell'ipotesi di cedola costante; (4) Nostre elaborazioni. FABBISOGNO, TITOLI PUBBLICI IN SCADENZA ED IN EMISSIONE (IN MLN DI EURO) Titoli in scadenza Mese BOT Gennaio 16.442 Febbraio 17.227 CTZ CCT BTP TOTALE Fabbisogno Offerte Offerte del Tesoro (1) nette lorde 14.316 30.758 3.800 4.892 35.650 7.108 9.972 34.307 4.000 7.270 41.577 8.395 30.156 15.000 10.878 41.034 9.708 8.457 35.615 7.200 5.081 40.696 13.665 29.602 9.200 4.901 34.503 8.903 31.806 -14.000 -306 31.500 22.692 1.300 6.808 29.500 25.352 -3.200 5.148 30.500 31.750 Marzo 14.753 Aprile 17.450 7.008 Maggio 15.937 Giugno 15.621 Luglio 16.650 Agosto 17.700 Settembre 16.000 35.977 5.000 -4.227 Ottobre 16.200 7.802 24.002 7.900 5.998 30.000 Novembre 14.000 8.504 22.504 6.800 5.496 28.000 Dicembre 21.500 8.890 7.729 38.119 -15.400 -21.619 16.500 Totale 2002 199.480 21.940 55.785 360.890 27.600 30.320 391.210 7.282 6.042 7.652 19.977 1) Nuova definizione metodologia Eurostat. 83.685 14 Caboto-IntesaBci REGNO UNITO: BANCA D’INGHILTERRA ALL’ERTA o L’economia britannica ha avuto una partenza lenta nel 2002 - appena lo 0,1% t/t contro aspettative per lo 0,4%. Sembra però evidente che l’economia accelererà nel 2002.II e tornerà a girare a regime nel secondo semestre. Cautela sulla velocità della ripresa è stata espressa anche nell’inflation report appena pubblicato. Di contro, però, il rapporto sottolinea che nel breve termine l’inflazione resterà sotto target ma i rischi sono chiaramente verso l’alto. o Questo ci permette di mantenere la previsione di una prima stretta nel corso dell’estate. Escludiamo giugno e favoriamo il 2002.III, con una preferenza su agosto. Inizia tuttavia ad insinuarsi un rischio su luglio. La chiave sta nelle dinamiche della domanda interna. L’inflation report prevede consumi in rallentamento, ma esprime pessimismo sugli investimenti. A questo proposito sarà importante verificare dallo spaccato del PIL (23 maggio) quali componenti - esterne o interne - abbiano frenato la crescita nel 2002.I. Se la domanda interna fosse rimasta robusta e/o le scorte fossero calate ancora, potremmo modificare la previsione da 75 a 100 pb di rialzo complessivi entro fine anno. ANCORA PRESTO PER ALZARE I TASSI % 5,2 5,13 14/05/02 5,0 4,75 4,8 4,65 4,6 4,39 4,4 4,23 4,2 4,0 giugno settembre dicembre FUTURES VERSO LA CONCLUSIONE L'IRRIPIDIMENTO DELLA CURVA % 5,40 Oggi 5,30 o Potrebbe dunque registrarsi qualche pressione sui futures a breve - scadenza settembre, provocando un restringimento dello spread dicembre-settembre. Sulla curva si è realizzato l’irripidimento previsto del tratto 10-2 anni (poco più di dieci centesimi). Di solito l’allargamento si conclude due mesi prima che venga avviata la fase restrittiva di politica monetaria. Ma dato che i rischi sembrano più verso l’alto, il movimento dovrebbe ormai essere in via di esaurimento. o La sterlina si appresta a conquistare stabilmente entro l’estate quota 1,46 nei confronti del dollaro, ma nel frattempo rimane notevole variabilità. Fintantoché persiste questa fase di vulnerabilità del biglietto verde (v. sezione sui mercati valutari) il cambio potrebbe tornare a sperimentare i massimi recenti a 1,4700/10. D’altra parte sul fronte dell’economia britannica siamo ancora in un momento di passaggio per cui convivono ancora luci ed ombre, che porta a non escludere una défaillance passeggera in area 1,44 (sostegno a 1,4440). Le prospettive sono più rosee sul secondo semestre, quando potranno entrare in gioco anche fattori “esogeni”. La proposta di legge di abolire i vincoli che impediscono l’acquisizione del controllo su emittenti britanniche da parte di società non-UE crea delle prospettive allettanti per il settore dei media: molti potenziali acquirenti sono ubicati negli Stati Uniti. 5,09 12/04/02 5,20 1 mese fa 5,10 5,00 4,90 4,80 2anni 3anni 5anni 7anni 10anni 30anni STERLINA FAVORITA SOPRATTUTTO NEL SECONDO SEMESTRE 1,53 1,51 1,48 obiettivo di fine anno 1,49 1,47 1,45 1,43 1,41 1,39 GBP/USD 1,37 1,35 gen mar mag lug 2001 set nov gen mar mag 2002 Caboto-IntesaBci 15 GIAPPONE: I SEGNALI DI RIPRESA DEL MANIFATTURIERO NON DISSOLVONO LE INCERTEZZE SUL FUTURO o La ripresa del ciclo economico internazionale ha determinato un buon recupero delle esportazioni nel primo trimestre. L’aumento della domanda estera ha trainato la produzione del settore manifatturiero, visibile anche dall'andamento degli ordinativi per macchinari industriali. Queste indicazioni di svolta devono essere mitigate dai dati poco incoraggianti provenienti dal settore non manifatturiero, le cui prospettive di crescita restano seriamente pregiudicate dalla crisi della domanda interna. In sintesi, la ripresa c’è, ma resta debole e confinata per il momento al settore manifatturiero. o Per alleviare la crisi del sistema bancario, il governo si accinge a rafforzare il ruolo dell’RCC. La cessione dei crediti dovrebbe interessare circa il 6% (¥2.000 mld) delle sofferenze bancarie (¥35.700 mld secondo stime ufficiali) ma potrebbe spingersi ben oltre (¥10.000 mld). L’operazione sarà finanziata principalmente tramite l’emissione di obbligazioni RCC (garantite dallo stato) da collocare sul mercato, ma è probabile che anche la BoJ contribuirà al collocamento. o Il recupero dell’attività industriale ha diminuito la probabilità di un doppio declassamento (da Aa3 a A2) del rating di Moody’s sul debito sovrano. L’ipotesi più probabile è che il processo di revisione (atteso per fine maggio) si concluda con un declassamento di un singolo punto. Questo elemento dovrebbe dare maggiore sicurezza agli operatori locali ma difficilmente sarà in grado di cambiare radicalmente l’atteggiamento degli investitori stranieri. L’afflusso di fondi nelle prime due settimane di maggio (+¥429,5 mld) dovrebbe rappresentare più un aggiustamento dopo il decumulo record degli ultimi sei mesi che un reale cambiamento di trend dei portafogli obbligazionari. Il livello molto basso dei tassi, le aspettative di deprezzamento dello yen insieme alla insostenibilità della dinamica del debito smorzano qualsiasi entusiasmo nei confronti dei JGB. Il comportamento degli investitori internazionali nei confronti dell’azionario continua ad essere ispirato ad un cauto ottimismo soprattutto riguardo ai comparti export led (e.g. automobilistico ed elettronica), ma non alimenta rilevanti flussi in ingresso. o Il mercato obbligazionario si manterrà sostanzialmente stabile (trading range 1,35-1,40% per il decennale) nel breve periodo. Nonostante l’intenzione del governo di varare un secondo pacchetto anticrisi, il permanere di forti pressioni deflattive e l’abbondante domanda di titoli da parte degli investitori istituzionali hanno allentato i timori legati ad un eccesso di offerta. Il miglioramento del ciclo economico ha, inoltre, diminuito le pressioni politiche sulla BoJ per adottare un inflation targeting. Nel medio periodo, sembra ormai inevitabile una massiccia monetizzazione del debito da parte della BoJ. MANUFATTURIERO IN RIPRESA (% a/a) 18 Prod. Manufatturiera Scorte 13 8 3 -2 -7 -12 -17 '96 '97 '98 '99 '00 '01 '02 FLUSSI IN ENTRATA SULL'OBBLIGAZIONARIO DOMESTICO (bn. Yen) 2500 2000 1500 1000 500 0 -500 -1000 -1500 -2000 mar set 1998 mar set 1999 mar set 2000 mar set mar 2001 2002 RIENTRANO I TIMORI DI UN ECCESSO DI OFFERTA 160 1,60 10 anni (scala sinistra) Spread 10-2 anni (scala a destra) 155 1,55 150 1,50 145 1,45 140 1,40 135 1,35 130 1,30 125 120 1,25 14 gen 14 feb 14 mar 2002 14 apr 14 mag 16 Caboto-IntesaBci MERCATI VALUTARI – IL TEMA È LA VULNERABILITÀ DEL DOLLARO o Si preannuncia un mese abbastanza ‘caldo’ per i cambi. Il tema di mercato è la vulnerabilità del dollaro e a fungere da ago della bilancia sono indubbiamente le borse. Se il primato del biglietto verde è a rischio, il problema dovrebbe essere limitato a questi mesi di transizione, ed è comunque molto limitato. o Dai massimi di gennaio – che poi sono i massimi dal lontano 1986 - la divisa statunitense ha corretto il tiro contro tutte le principali valute. Ragioni di debolezza ce ne sono state, dalle incertezze sulla ripresa alle turbolenze in Medio Oriente. Ma alla luce di un giudizio diffusamente condiviso di sopravvalutazione generalizzata del dollaro e guardando al deficit crescente della bilancia commerciale, ci si può chiedere se gli investitori non abbiano perso la fiducia nel biglietto verde. Il dollaro è probabilmente sopravvalutato e bisognoso di una correzione, ma non ci sembra che questa debba avvenire tutta in una volta. La storia degli ultimi anni ci dice che, a dispetto di un deficit di parte corrente che si allargava a dismisura, la divisa americana ha potuto apprezzarsi ugualmente perché c’è stata un’esplosione senza precedenti dei flussi finanziari: investimenti diretti prima e di portafoglio dopo. Tra questi, i capitali diretti sull’azionario e sui corporate bonds hanno giocato un ruolo decisivo: le poche défaillance del dollaro dal ’98 in avanti sono collegate a crisi di borsa e deflusso di fondi su equity. Qualcosa di analogo sta accadendo ora e dato che per ragioni cicliche il reddito fisso non sarà dotato di grande appeal, sarà l’azionario a fare la differenza. o Se le borse tornassero a soffrire, si potrebbe vedere l’euro risalire a 0,92 e forse osare un’escursione in area 0,93. Per fine anno però quando la ripresa sarà consolidata e le borse avranno invertito la rotta il dollaro risalirà. La vera cartina di tornasole per giudicare il clima di fiducia sull’euro sarà un periodo prolungato di ripresa della borsa. o Beneficiario di una nuova défaillance del dollaro sarebbe lo yen che in quel caso potrebbe tornare sui massimi recenti a 127,00/126,60. Una rottura di questi livelli ci sembra però poco probabile: date le dichiarazioni delle autorità nipponiche, a quel punto potrebbe infatti scattare un intervento. o In questo turbinio delle borse potrà essere ancora coinvolta – come già lo è stata – la corona svedese. Una nuova debolezza dei mercati azionari favorirebbe un ritracciamento temporaneo verso i minimi recenti (9,36 EUR/SEK) con prima resistenza però a 9,20/21. IL FUTURO DEL DOLLARO E' IN MANO ALLE BORSE 80000 130 Flussi netti di portafoglio ($ mln, scala destra) 125 70000 US$ trade-weighted (scala sinistra) 60000 120 50000 115 40000 110 30000 105 20000 10000 100 0 95 -10000 90 -20000 85 -30000 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 ANCORA UNA POSSIBILITA' PER L'EURO MA ... 0,94 0,93 0,93 0,92 0,92 0,91 0,90 0,89 0,88 0,87 Margine limitato nello spazio e nel tempo 0,86 0,85 ago set ott nov dic 2001 gen feb mar apr mag giu 2002 INDICAZIONI RISPETTO AL CAMBIO FORWARD cambio corrente cambio forward a 1 mese indicazione rispetto al forward (*) EUR/USD 0,9122 0,9125 pos. lunga USD/JPY 127,58 127,58 pos. lunga GBP/USD 1,4576 1,4584 pos. corta EUR/CHF 1,4566 1,4571 pos. lunga EUR/SEK 9,2400 9,2463 pos. corta EUR/DKK 7,4358 7,4367 pos. corta EUR/NOK 7,5348 7,5374 pos. corta USD/CAD 1,5565 1,5563 pos. corta AUD/USD 0,5487 0,5489 pos. lunga (*) posizione consigliata sull'orizzonte a 1 mese Caboto-IntesaBci 17 CAUTELA E SELETTIVITÀ’ DEGLI INVESTITORI VERSO GLI EMERGENTI o In una fase in cui i segnali di ripresa economica non sono ancora completamente consolidati, gli investitori assumono le loro decisioni di asset allocation con estrema cautela e i mercati faticano a prendere una direzione precisa. In un quadro economico e di mercato di questo tipo, tipicamente, il comparto degli emergenti non fa registrare performance brillanti, soprattutto perché l’attenzione degli investitori all’assunzione di rischi è molto elevata e l’atteggiamento molto cauto. Tuttavia se da un lato la generalità degli assets emergenti non brilla, dall’altro, all’interno del comparto, è possibile mettere in evidenza differenze, anche profonde, tra singoli prenditori sovrani. o Fra i sovrani emergenti che hanno fatto registrare i rendimenti peggiori c’è il Brasile, il cui spread è salito oltre i 900 punti base nelle ultime settimane. La causa di questa crescente sfiducia è duplice. Da un lato gli investitori internazionali sono preoccupati del fatto che il candidato dell’estrema sinistra, Lula da Silva, è da 14 mesi in testa ai sondaggi pre-elettorali con un tasso di preferenze che supera il 40%, mentre il candidato del partito oggi alla guida del Paese, José Serra del PSDB, è in ritardo di 18 punti percentuali. Dall’altro, il ritardo con cui il Congresso sta discutendo degli emendamenti alla tassa sulle transazioni finanziarie, la CPMF, è già costato al bilancio 2002 circa $1,5 miliardi che dovranno essere reperiti attraverso aumenti delle imposte e, soprattutto, tagli di spesa. A nostro avviso, è improbabile che il premio per il rischio Brasile possa ridursi su un orizzonte di breve, e comunque non prima che abbia effetto la campagna elettorale sui media (radio e TV) che inizierà a partire da agosto e che dovrebbe spostare la bilancia a favore di José Serra, più gradito agli investitori internazionali. o Se la cautela degli investitori sta penalizzando l’America Latina – anche Uruguay e Perù sono stati oggetto di flussi di vendita – alcuni prenditori sovrani come Russia e Turchia vengono invece molto apprezzati nei portafogli emergenti. Nel caso della Russia è evidente la buona situazione dei fondamentali economico-finanziari, confermati dai buoni dati relativi alle esportazioni e alle riserve, fortemente sostenuti dalle buone condizioni del mercato del petrolio e del gas naturale. Inoltre, l’ammissione del paese alla NATO suggella la sempre maggiore integrazione politica e diplomatica della Russia nel mondo occidentale. Non dissimili le considerazioni macroeconomiche circa la Turchia, dove gli ottimi dati di produzione industriale di marzo (+18,7%) e di inflazione inducono a ritenere che la stabilizzazione economica e la ripresa del ciclo siano ormai due risultati consolidati. Meno chiaro invece l’outlook per la lira turca che, nonostante il migliorato clima economico e le aspettative circa l’esito della seconda visita del FMI ad Ankara in corso in questi IL COMPARTO DEGLI EMERGENTI SOFFRE p.b. 900 620 SPREAD EMIC (scala sinistra) SPREAD EMBI Global Const. (scala destra) 890 610 880 600 870 590 860 580 850 570 840 560 830 550 1 apr 15 apr 29 apr 13 mag 2002 STABILE IL VENEZUELA PENALIZZATO IL BRASILE p.b. 1000 Brasile Venezuela 15 apr 29 apr 950 900 850 800 750 700 650 1 apr 13 mag 2002 BUONA PERFORMANCE DI RUSSIA E TURCHIA p.b. 520 510 SPREAD Russia (scala sinistra) SPREAD Turchia (scala destra) 620 610 500 600 490 480 590 470 580 460 570 450 560 440 550 430 1 apr 15 apr 2002 29 apr 13 mag 18 giorni, rimane vulnerabile all’evoluzione politica interna e alle sorti della legge che prevede la ricapitalizzazione del sistema bancario. o Per quanto riguarda l’Europa Centrale e i Paesi “convergenti” occorre registrare un dato peggiore delle attese relativo all’inflazione in Ungheria che, attesa dai mercati in discesa al 5,7% a/a ad aprile, ha fatto invece registrare un’accelerazione al 6,1% a/a. Questo dato così negativo pone una seria ipoteca sul proseguimento della tendenza al ribasso dei tassi a breve ungheresi che potrebbe interrompersi già dal prossimo meeting di politica monetaria di fine maggio. Nessuna sorpresa, invece, dall’inflazione polacca che, in aprile, si attesta al 3% a/a, come atteso dal mercato. In questo quadro, caratterizzato da una certa debolezza del ciclo economico polacco e dalle prime schermaglie circa il dibattito sul nuovo regime di cambio da adottare per favorire una discesa del valore dello zloty, prevediamo che continuino ad esserci spazi per tagli dei tassi di interesse. o Manteniamo un certo ottimismo circa l’apprezzamento del rand sudafricano che potrebbe, già nel breve periodo, portare il cambio del dollaro sotto la soglia psicologica di ZAR 10. La nostra view si basa essenzialmente su due fattori. Da un lato la ripresa mondiale, pur lenta, sta spingendo verso l’alto il prezzo dell’oro, rafforzando quindi la fiducia nei confronti del paese verso cui fluiscono sempre maggiori investimenti, dall’altro, l’outlook inflazionistico ancora negativo ci induce a prevedere ulteriori rialzi dei tassi sudafricani (probabilmente 100 punti base a giugno) che favoriscono gli investimenti in valuta locale. Caboto-IntesaBci INFLAZIONE E TASSI IN UNGHERIA: FINE DELLA DISCESA? p.b. 13 Prezzi al consumo (var% 12 mesi) Tasso interbancario a 3 mesi 12 11 10 9 8 7 6 5 gen mar mag lug set nov gen mar 2001 2002 TASSI DI CAMBIO NELL'EUROPA CONVERGENTE CONTRO EURO 3,75 246 Zloty Pol.(scala sinistra) Fol. Ungh. (scala destra) 3,73 245 3,71 3,69 244 3,67 3,65 243 3,63 242 3,61 3,59 241 3,57 3,55 240 1 apr 8 apr 15 apr 22 apr 29 apr 6 mag 13 mag 2002 TASSI DI CAMBIO DI TURCHIA E SUD AFRICA CONTRO USD 1420000 1400000 11,6 Lira Turca (scala sinistra) Rand Sud Africa (scala destra) 11,4 11,2 1380000 11,0 1360000 10,8 1340000 10,6 1320000 10,4 1300000 10,2 10,0 1280000 1 apr 15 apr 29 apr 2002 13 mag Caboto-IntesaBci 19 MERCATO AZIONARIO: I RISULTATI DEL PRIMO TRIMESTRE CONDIZIONANO I MERCATI Il contesto attuale o Il quadro politico internazionale ha mostrato una parziale schiarita, contribuendo ad accrescera la fiducia del mercato nella ripresa economica. La minaccia che incombeva i mesi scorsi sui prezzi del greggio non si è concretizzata che in parte, anche perché la crescita della domanda di combustibili non ha messo sotto eccessiva pressione le scorte. Soprattutto la crescita negli investimenti produttivi rimane vincolata ad una limitata disponibilità di risorse finanziarie che ne rallentano l’espansione. BY/EY MEDIA ULTIMI 5 ANNI ITALIA 1.18 1.2 USA 1.55 1.5 GERMANIA 0.85 0.99 FRANCIA 0.84 0.95 SPAGNA 0.94 1.11 ITALIA o Mentre gli investimenti in capacità produttiva non sembrano crescere rapidamente, va segnalato un trend di recupero nell’high tech negli Stati Uniti, evidente dalla crescita degli ordinativi. Tale recupero è più evidente per i PC e i semiconduttori che per software e telecom equipments, che sono maggiormente gravati da eccesso di capacità. Tra i fattori più evidenti è la necessità di investimento per le aziende che vivono in un contesto competitivo aggressivo dove l’obsolescenza tecnologica diventa uno svantaggio non trascurabile. 16/5/02 2.00 1.80 1.60 1.40 1.20 1.00 o In Italia la crescita nella domanda di PC è meno evidente (poco superiore all’1% nel primo trimestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2001), ma è comunque da attendersi un prossimo recupero nel settore sulla scia dei guadagni di competitività da parte delle aziende. INDICI 0.80 0.60 1997 1999 2000 2001 2002 Source: DATASTREAM VALORE AL Var. % Var. % 14/05/2002 dal 28 dic. '01 settimanale U.S.A. (S&P Comp) 1.097,3 -5,5 U.S.A. (Nasdaq) 1.719,1 -13,5 R. UNITO (FT-100) 5.239,5 -0,1 GERMANIA (Dax) 5.049,1 -2,2 FRANCIA (Cac 40) 4.447,1 -3,8 OLANDA (EOEI) 501,8 -1,0 SVIZZERA (SMI) 6.622,3 3,2 GIAPPONE (Nikkei 225) 11.356,2 7,7 SPAGNA (Ibex 35) 8.103,6 -3,5 HONG KONG (Hang Seng) 11.690,3 2,3 SINGAPORE (Straits Times) 1.742,3 7,2 MALESIA (Kuala Lumpur Comp.) 785,5 13,6 KOREA (Kospi) 837,4 20,7 THAILANDIA (Set) 382,1 25,8 INDONESIA (Jakarta Comp.) 538,6 37,4 BRASILE (Bovespa) 12.204,0 -10,1 ITALIA (BCI Globale) 1.444,6 0,8 AREA EURO (EBCI-9) 9.864,5 -2,4 Fonte: Datastream - Studi e Analisi Finanziaria IntesaBci 1998 Italian market: i/(E/P) Average 4,6 9,2 2,3 3,6 3,5 2,6 2,2 0,4 2,4 -0,9 1,2 -0,6 1,3 2,0 -1,1 -1,1 2,3 3,3 Var. % mensile massimo dal 28/12/2001 minimo dal 28/12/2001 -1,2 -2,1 1,5 -2,7 -0,5 -1,9 0,4 3,6 1,0 9,1 -0,5 1,2 -4,4 0,7 -0,1 -11,2 -1,70 -0,9 1.172,5 2.059,4 5.323,8 5.462,6 4.688,0 531,2 6.694,1 11.919,3 8.554,7 11.892,6 1.808,4 808,1 937,6 391,7 551,6 14.471,0 1.513,0 10.335,3 1.049,5 1.573,8 5.024,2 4.745,6 4.239,0 478,3 6.105,2 9.420,9 7.662,4 10.409,7 1.623,6 682,8 693,7 303,9 381,5 12.002,0 1.344,9 9.390,3 20 Caboto-IntesaBci FRANCIA o Nell’ultimo mese si è assistito ad una fase di elevato nervosismo del mercato con ripetute crisi dei settori tecnologici e qualche sporadico rally sospinto da segnali societari confortanti, mai sufficientemente sostenuto da rompere il trend di discesa. I risultati trimestrali delle società hanno evidenziato i seguenti fattori: 16/5/02 1.60 1.50 1.40 1.30 1.20 1.10 · · il peso della crisi argentina e della svalutazione delle monete sudamericane su diversi conti societari (BNL, TIM); 1.00 0.90 0.80 la concentrazione delle società sul controllo dei costi per compensare gli effetti del rallentamento nella crescita del fatturato sulla redditività; 0.70 0.60 0.50 · · · · 1997 il controllo dei costi si manifesta anche nel rallentamento della raccolta pubblicitaria a scapito delle società del settore media; 1998 1999 2000 2001 2002 French market: i/(E/P) Average Source: DATASTREAM la saturazione nei livelli di penetrazione dei cellulari in Italia che, unitamente ad una continua riduzione del ricavo medio per clienti, hanno portato a rivisitare pesantemente le prospettive di crescita per il settore delle telecomunicazioni mobili; GERMANIA 16/5/02 1.60 1.50 la crisi dell’auto, con un crollo di quasi il 15% nelle vendite del primo trimestre; 1.40 1.30 1.20 la riduzione dei margini di raffinazione per le società petrolifere che hanno raggiunto i livelli minimi degli ultimi 10 anni; 1.10 1.00 0.90 · · le pressioni sul margine d’interesse (causate dalla contrazione degli spread e volumi stabili rispetto alla fine dello scorso esercizio) per il settore bancario e commissioni che non manifestano significativi segnali di ripresa; 0.80 0.70 0.60 1997 1998 1999 2000 2001 Source: DATASTREAM nel settore assicurativo un rallentamento nella raccolta, soprattutto nel ramo vita, a fronte di un miglioramento dei risultati della gestione danni. Fig. 1 - PERFOMANCE RELATIVA DEI SETTORI AD 1 MESE ble ura rD ls me eria nsu t o a C M ate t s al E Re tion rta spo n a dia Tr Me h tec Bio a& ge rm era v e Ph a B as d& &G Foo Oil re u s i Le el & ks pa r Ba n Ap s litie i t U ce n a ur Ins nts o ne mp o C ods & o g to al Au pit C Ca TL ls cia n a Fin ng ed i li f i i a ers Re t Div l ica log -8.0% hno c e T -6.0% -4.0% -2.0% 0.0% Souce: Datastream elaborazioni Caboto 2.0% 4.0% 2002 German market: i/(E/P) Average 6.0% 8.0% 10.0% 12.0% 14.0% 16.0% Caboto-IntesaBci 21 o Non ci sono segnali per cui il quadro generale, soprattutto per ciò che concerne gli utili societari, possa cambiare nel brevissimo termine, quindi manteniamo un approccio sostanzialmente difensivo. SPAGNA 16/5/02 1.80 1.60 1.40 Crescita degli utili e valutazione 1.20 o Nell’ultimo mese i mercati europei hanno subito una flessione sensibile compresa tra il 5% e il 6% a causa della notevole caduta dei titoli del comparto TMT guidati dai titoli di telecomunicazioni mobili. L’America ha registrato flessioni anche maggiori per il Nasdaq (-9%), caratterizzato da risultati societari generalmente deludenti, mentre il Dow Jones si è mostrato più resiliente alla discesa (-1,9%). 1.00 0.80 0.60 1997 1998 1999 2000 2001 2002 Spanish market: i/(E/P) Average Source: DATASTREAM o Le attese per risultati trimestrali non brillanti hanno imposto un’importante revisione delle stime degli utili societari. In Italia più che all’estero si è risentito di un forte ridimensionamento soprattutto per le società di media e piccola capitalizzazione. Il MIB30 d’altro canto ha subito revisioni in linea con il trend europeo (-0,5%). USA 16/5/02 2.20 2.00 1.80 o La crescita degli utili trimestrali non da ragione delle correnti aspettative di crescita degli utili ancora presenti nelle stime degli analisti, che per l’anno si aggirano nell’intorno del 22%. Anche se è prevedibile un recupero nel corso dei prossimi trimestri (nella seconda parte dello scorso anno i risultati societari erano stati particolarmente deludenti), questo suggerisce che ci si possono attendere ulteriori revisioni al ribasso. Lo storno dei mercati ha comunque ridotto il loro rapporto P/E ed ha riportato il mercato italiano in linea con il resto d’Europa (19.6 del Mibtel vs 19.7 dell’Eurostoxx). Stock Index 1.60 1.40 1.20 1.00 0.80 1997 1998 1999 2001 2002 Source: DATASTREAM Earning 02 revision from Earning 03 revision from 12/31/2001 1m 12/31/2001 1m S&P500 -16.8% -0.4% -0.6% -0.4% Nasdaq Composite -39.2% -0.5% 0.7% -0.8% DJ Ind. -6.8% 1.9% 7.4% 1.8% DJ Euro Stoxx 50 -19.4% -0.6% -2.2% -0.7% DJ Euro Stoxx -19.8% -0.7% -1.4% -0.6% Dax30 -30.6% -0.5% -1.7% -0.1% Dax100 -28.9% -1.0% -1.9% -0.4% Cac40 -16.3% -0.1% 2.1% -0.3% Sbf120 -18.2% -0.1% 1.9% 0.1% Ibex35 -19.2% -2.9% -2.5% -0.9% Mibtel -13.2% -5.1% 0.5% -4.9% Mib30 -14.6% -0.5% -2.2% -1.6% Fonte: Dati JCF e elaborazioni Caboto 2000 US market: i/(E/P) Average 22 Caboto-IntesaBci o Il rapporto tra il rendimento dell’obbligazionario e dell’equity si è nuovamente riportato su livelli di normalità rendendo evidente un premio dell’equity sul reddito fisso del 7% per il mercato italiano. Tutto ciò non ci predispone positivamente per un’aspettativa di crescita dei mercati azionari nel breve periodo. MULTIPLI MERCATO 16/05/02 Country Usa Euroland Germany France Stock Index P/E Earnings Growth (%) 2002 2003 S&P500 20.6 Nasdaq Composite 45.1 DJ Ind. DJ Euro Stoxx 50 CAGR Long Term Growth 2003-2001 I-(E/P) 2002 Equity vs Bond 2002 2003 (I/(E/P)) 17.2 14.4 19.4 16.9% 0.4% 109% 27.2 118.1 65.7 90.1% 3.1% 239% 21.2 18.4 10.2 15.2 12.7% 0.6% 112% 19.4 16.0 26.9 21.4 24.1% -0.4% 93% DJ Euro Stoxx 19.7 16.0 25.3 22.9 24.1% -0.2% 96% Dax30 24.1 17.0 67.3 41.7 53.9% 1.1% 125% Dax100 23.0 16.6 58.2 38.1 47.8% 0.9% 120% Cac40 20.3 16.6 25.8 21.9 23.9% 0.4% 107% Sbf120 20.2 16.2 30.6 24.6 27.5% 0.3% 107% Spain Ibex35 18.9 15.6 10.2 20.7 15.3% 0.1% 102% Italy Mibtel 19.6 16.9 22.8 15.8 19.2% 0.4% 107% Mib30 20.1 17.6 22.2 14.5 18.3% 0.5% 110% Fonte: Dati JCF e elaborazioni Caboto PERFORMANCE DEI SETTORI ITALIANI ED EUROPEI (SFONDO GRIGIO) A CONFRONTI BANKING AUTO INSURANCE TELECOMMUNICATIONS CONSTRUCTION & PROPERTIES FOOD & DISTRIBUTION MEDIA TEXTILE & LUXURY GOODS ENGINEERING & ELECTRONICS PHARMACEUTICALS Italia: Comit Globale Europa: EBCI 9 (a cura dell’Ufficio Studi Azionario di Caboto IntesaBci) -1mese -3,37 3,49 -4,83 2,64 -5,07 -5,20 -0,77 -10,42 3,30 5,33 -3,23 -0,88 -0,09 -1,10 1,04 1,39 -4,41 -4,26 3,07 -0,38 inizio anno 9,75 6,82 -17,99 10,32 -3,83 -9,92 -7,20 -25,46 21,91 9,37 15,54 -3,84 15,61 4,25 10,88 10,15 -5,51 -5,62 20,01 -7,74 -1 anno -18,81 -12,89 -47,25 -15,56 -13,61 -21,49 -23,20 -43,70 -4,44 1,07 -5,57 -11,10 -22,97 -15,85 -11,16 -0,45 -16,10 -36,38 50,47 -6,98 Caboto-IntesaBci 23 ANDAMENTO DELLE PRINCIPALI BORSE MONDIALI 120 125 Italia 115 Stati Uniti Regno Unito 110 115 105 110 100 105 Giappone 95 90 90 85 85 80 80 75 75 70 70 65 65 60 60 lug set 2001 nov gen mar 2002 mag mag lug set nov gen 2001 mar 2002 mag 120 115 Italia 110 Germania Olanda Italia 115 105 110 100 105 95 100 90 95 85 90 Francia Spagna 85 80 80 75 75 70 70 65 65 60 mag Svizzera 100 95 mag Italia 120 lug set nov gen mar 2002 2001 60 mag mag lug set nov gen 2001 INDICI Valore al Var. % su 01.01.01 Var. % assoluta indici Var. in $ USA su M.S.C.I.* mar 2002 Var. % in lire su Comit Glob. Var. % valuta loc. 14/05/02 valuta lire U.S.A. (S&P Comp) 1091,07 -15,85 -9,98 -1,04 -1,19 -12,68 -1,70 -3,28 0,54 -2,05 -8,64 U.S.A. (Dow Jones Ind.) 10243,68 -5,53 1,06 1,49 3,44 -5,79 0,83 1,35 7,43 0,42 -4,16 8,94 -6,18 -6,18 R. UNITO (FT-100) 5259,11 -17,06 -14,87 1,11 1,48 -9,99 1,35 0,61 4,84 0,99 -4,95 6,51 -10,21 -10,21 GERMANIA (Dax) 5072,39 -19,34 -19,35 -3,28 4,31 -16,44 -1,40 5,64 -0,96 -1,69 0,10 0,84 -7,54 -7,54 FRANCIA (Cac 40) 4471,27 -24,60 -24,61 -0,69 2,15 -19,35 1,24 3,41 -3,94 0,89 -2,06 -2,07 -0,54 -0,54 OLANDA (EOEI) 503,83 -19,75 -19,76 -1,90 1,15 -14,65 0,01 2,38 0,88 -0,31 -3,06 2,63 -5,04 -5,04 SVIZZERA (SMI) 6670,10 -18,96 -16,06 0,83 3,99 -11,64 3,52 7,07 8,18 3,15 0,52 10,19 7,47 7,47 GIAPPONE (Nikkei 225) 11642,97 -20,48 -26,27 4,54 15,87 -17,16 6,69 17,29 -7,48 6,20 11,36 -5,43 -27,19 -27,19 SPAGNA (Ibex 35) 8162,10 -11,88 -11,89 0,56 3,05 -15,57 2,54 4,34 -0,06 2,15 -1,16 1,71 -21,75 -21,75 EBCI-G 9986,33 -0,14 n.s. -0,92 0,97 -14,41 -4,25 -4,59 -3,95 0,66 -3,27 2,84 -5,95 -20,30 EBCI-9 9890,80 -21,62 n.s. -1,17 2,16 -16,21 -4,50 -3,44 -5,69 0,41 -2,08 1,04 -5,94 -20,43 EBCI-5 10157,03 -20,77 n.s. -1,41 2,53 -16,76 -4,73 -3,08 -6,22 0,17 -1,71 0,49 -4,06 -19,60 ITALIA (BCI Glob.) 1451,67 -23,31 -23,31 -1,58 4,24 -17,25 0,33 5,54 -1,82 0,00 0,00 0,00 5,48 5,48 * = Indice Morgan Stanley Capital Int. World in US $ 1 mese 3 mesi 12 mesi 1 mese 3 mesi 12 mesi 1 mese 3 mesi 12 mesi mag Fonte: Datastream 2,24 2000 2001 -10,14 -10,14 24 Caboto-IntesaBci Portafoglio Azionario Suggerito Peso Mercato Insurers Attuale Precedente Prezzo al Variazione % 10-Mag-02 03-Mag-02 10.2% 14% 14% Generali 5.5% 9% 9% 26.24 -0.3% La Fondiaria Assic. 0.4% 3% 3% 5.43 -0.4% Milano Assic. 0.2% 2% 2% 3.50 -0.7% Banks 0.3% 24.9% 14% 15% Banca Monte Dei Paschi 1.5% 2% 2% 3.46 -3.3% Bca.Naz.Lavoro 0.8% 1% 1% 2.25 -3.1% Bca.Pop.Novara 0.4% 4% 5% 8.14 -2.0% San Paolo Imi 2.8% 2% 2% 11.86 -0.9% Unicredito Italiano 4.3% 5% 5% 5.00 -4.2% Energy -3.7% 11.5% 16% 16% 10.9% 12% 12% 16.21 -4.4% Saipem 0.5% 4% 4% 7.42 3.1% Healthcare 0.5% 0% 0% 3.7% Industrials 9.2% 13% 12% 0.0% Eni -4.1% Ducati Motor Holding 0.1% 1% 0% 1.92 -3.2% Impregilo 0.1% 3% 3% 0.68 -0.1% Buzzi Unicem 0.2% 2% 2% 8.88 -6.5% Italcementi 0.3% 2% 2% 10.15 -3.0% Autostrade 1.8% 5% 5% 8.85 -0.4% 5.2% 6% 6% Tod's Group 0.3% 2% 2% 55.60 -0.3% Davide Campari 0.2% 2% 2% 35.68 -1.5% Parmalat 0.5% 2% 2% 3.76 -4.7% 28.0% 19% 19% 1.8% 3% 3% 1.21 2.9% Retailers TMT Olivetti -1.3% 2.6% Telecom Ital.Mobl. 6.6% 4% 4% 4.68 2.5% Telecom Italia 7.6% 8% 8% 8.66 3.7% Telecom Italia Rnc 2.0% 4% 4% 5.83 3.4% 10.3% 15% 15% 0.1% 3% 3% 2.26 -1.2% Utility Aem Torino Spa -2.1% Amga 0.1% 2% 2% 1.14 6.3% Enel 6.5% 7% 7% 6.42 -0.9% Snam Rete Gas 1.0% 3% 3% 3.00 -5.7% Numtel 0.6% 3% 3% Esprinet 0.0% 1% 1% 15.31 -1.2% 0.2% Euphon 0.0% 1% 1% 21.20 -6.4% Novuspharma 0.0% 1% 1% 33.00 -2.9% Caboto-IntesaBci 25 La presente pubblicazione è stata prodotta da IntesaBci e da Caboto IntesaBci Group*. Le informazioni qui contenute sono state ricavate da fonti ritenute da IntesaBci e Caboto IntesaBci affidabili, ma non sono necessariamente complete, e l’accuratezza delle stesse non può essere in alcun modo garantita. La presente pubblicazione viene a Voi fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, ed a titolo meramente indicativo, non costituendo pertanto la stessa in alcun modo una proposta di conclusione di contratto o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di qualsiasi strumento finanziario. Il documento può essere riprodotto in tutto o in parte solo citando il nome Caboto IntesaBci. La presente pubblicazione è destinata all’utilizzo e alla consultazione da parte della clientela professionale e commerciale del Gruppo IntesaBci e del Gruppo Caboto IntesaBci, ma non si propone di sostituire il giudizio personale dei soggetti ai quali si rivolge. 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Gruppo di lavoro: Gregorio De Felice (coordinatore), Luca Bacoccoli (Caboto IntesaBci), Enrico Bernini, Maila Bozzetto, Sergio Capaldi, Stefano Di Domizio, Hugo Doyle (IntesaBci Londra), Giada Giani, Silvia Guizzo, Asmara Jamaleh, GianLuigi Mandruzzato, Chiara Manenti, Luca Mezzomo, Giovanna Mossetti, Fabio Picardi (Caboto IntesaBci), Marco Pisanti (Caboto IntesaBci), Francesco Pisilli (Caboto IntesaBci), Luigi Ruggerone. Data Base Administration: S. Melotto, P. Zani. Editing e grafici: C. Bovina, A. Perego. Aggiornato con le informazioni disponibili al 16 Maggio 2002.