Economia & Finanza Pubblica Il debito pubblico: aste e spread L’aggiudicazione dei titoli emessi dal Tesoro è realizzata con procedure di asta. All’asta competitiva, riservata all’emissione di titoli a scadenza breve e brevissima BOT), partecipano gli intermediari finanziari i quali operano per conto dei propri clienti (famiglie, imprese). Gli intermediari fanno offerte su quantità richieste di titoli e sui tassi di interesse pretesi (i prezzi di sottoscrizione). I titoli sono assegnati, per la quantità richiesta, in successione, prima alle offerte che pretendono interessi più bassi e poi a domande con interessi via via crescenti fino ad esaurire la quantità di titoli prefissata. Sono fissati anche: a) un prezzo massimo accoglibile, ad impedire che i titoli abbiano rendimenti troppo bassi e non siano convenienti per i sottoscrittori; b) un prezzo di esclusione, ad impedire che i rendimenti siano troppo elevati e non convenienti per chi li emette (Tesoro). Con l’asta marginale gli intermediari che si aggiudicano i titoli (come con l’asta competitiva) li pagano al prezzo marginale (l’ultimo prezzo accolto, il tasso di interesse più alto). Si applica l’asta marginale all’emissione di titoli a scadenza media e lunga. Con l’emissione a rubinetto (più antica) l'emittente fissa il prezzo (tasso di interesse) dei titoli, ma non la loro quantità. Le domande di sottoscrizione possono pervenire in tempi lunghi, con la possibilità di modificare il prezzo. Così possono essere ridotti eventuali eccessi di domanda/offerta, con riduzioni/aumenti dei tassi di interesse. I titoli del debito pubblico dopo essere stati emessi ed acquistati nel mercato primario circolano nel mercato secondario (in borsa). Lo spread è un differenziale tra tassi di interesse, è calcolato su titoli con la stessa scadenza (ad es. quinquennale, decennale) ed è espresso in punti per cento (la differenza moltiplicata per cento), i c.d. punti base. a) Lo spread si può riferire a differenziali di interessi su titoli emessi in monete diverse: ad es. un titolo in dollari rende il 4%, uno in euro il 6%: la differenza (6% - 4%) = 2% = 200 punti base. b) Lo spread si può riferire a differenziali tra tassi di interesse su titoli emessi nella stessa moneta da paesi diversi (come nell’area euro): se un titolo tedesco rende il 2% ed un titolo italiano (entrambi in euro) il 5%:la differenza (3%) è di 300 punti base di spread. Dipende da aspettative su rischi: a) dal rischio di insolvenza (default): un paese potrebbe non essere in grado di rimborsare il prestito ai sottoscrittori; b) dal rischio di cambio: potrebbe variare il rapporto tra euro o dollaro o un paese dell’Eurozona potrebbe uscire dall’euro con la riconversione di monete (il ritorno al marco, alla lira, alla dracma …). Quindi lo spread si può considerare equivalente ad un tasso di interesse coperto contro rischi di capitale. Tanto più lontana è la scadenza di un titolo tanto maggiori possono essere i rischi e l’incertezza: quindi lo spread è maggiore per i titoli a scadenza lunga. Un aumento o una riduzione dello spread su titoli emessi influisce sul tasso di interesse dei titoli di nuova emissione: se lo spread nel mercato secondario aumenta diventa più costoso il rinnovo o una nuova emissione di titoli dello stesso tipo e viceversa. Lo spread si forma prima nel mercato secondario, dove i titoli vengono scambiati e possono anche essere oggetto di speculazione: (per costringere un paese ad aumentare i rendimenti dei propri titoli di stato); aumenta se i titoli vengono venduti e perdono di valore a parità di interessi; diminuisce se i titoli vengono acquistati (ad es. con interventi di banche nazionali o della BCE).