RASSEGNA Le cardiopatie congenite nell’adulto fra linee guida e pratica clinica Massimo Chessa Centro di Cardiologia Pediatrica e del Cardiopatico Congenito Adulto, IRCCS Policlinico San Donato, San Donato Milanese (MI) Advances in medical and surgical management of congenital heart disease have changed the prognosis of infants and children with cardiac defects, so that an increasing number of patients reach adolescence and adult life, even those with complex defects. Recent data suggest that the number of adults with congenital heart disease, either repaired or not, approaches the number of children with the disorder. A cure is rarely achieved and ongoing surveillance and management in conjunction with specialists in this highly specialized field is mandatory to provide optimal care for patients. The profile of this patient population is going to change over the next few decades. Ideally specialist units should be established in appropriate geographic locations; patients need to be concentrated for expertise, experience, and optimal management. Less specialized regional centers and outpatient clinics in districts in connection with grown-up congenital heart disease units should be created. Specialist units should accept responsibility for educating the professionals, training the specialists, and sharing particular skills between each other. Guidelines and recommendations should help physicians to make decision in their daily practice. However, the final judgment regarding the care of an individual patient must be made by his/her physician. This article will briefly discuss some aspects of these dedicated guidelines and how they influence the clinical daily practice. Key words. Grown-up congenital heart disease; Guidelines. G Ital Cardiol 2011;12(7-8):474-483 INTRODUZIONE Cosi scriveva William Osler (medico canadese, 1849-1919) (Figura 1) definito a ragione il padre della medicina moderna: “... Le cardiopatie congenite hanno un interesse molto limitato. La maggior parte si presenta in età neonatale e sopravvive solo poche settimane o mesi. I casi che raggiungono un’età adulta sono molto rari ...”. Di fatto oggi, nel XXI secolo, possiamo affermare che l’85% dei bambini nati con cardiopatie congenite ha la possibilità di arrivare all’età adulta grazie al miglioramento negli ultimi 40 anni delle terapie chirurgiche che hanno modificato radicalmente la storia naturale del cardiopatico congenito; tale percentuale è destinata ad aumentare nelle prossime due decadi1-3. Questo dato oltre che renderci soddisfatti per il buon lavoro fin qui svolto, pone un problema fondamentale e cioè quale sarà il futuro di questi bambini diventati adulti. In Italia si stima che i pazienti che hanno raggiunto l’età adulta con cardiopatie congenite siano circa 75-100 000. Tuttavia questa valutazione è solo indicativa poiché, di fatto, non © 2011 Il Pensiero Scientifico Editore Ricevuto 21.03.2011; nuova stesura 20.06.2011; accettato 23.06.2011. L’autore dichiara nessun conflitto di interesse. Per la corrispondenza: Dr. Massimo Chessa Centro di Cardiologia Pediatrica e del Cardiopatico Congenito Adulto, IRCCS Policlinico San Donato, Via Morandi 30, 2007 San Donato Milanese (MI) e-mail: [email protected] 474 G ITAL CARDIOL | VOL 12 | LUGLIO-AGOSTO 2011 esistono statistiche accurate4. Si stima che circa il 55% di questi pazienti sia a rischio medio-alto per morte improvvisa, reinterventi e complicanze maggiori e che pertanto richiedano una regolare assistenza presso un centro specialistico che eviti l’interruzione della catena assistenziale in considerazione dell’enorme dispendio di risorse umane e finanziarie per portare questi pazienti fino all’età adulta. Figura 1. William Osler (1849-1919). CARDIOPATICI CONGENITI ADULTI E LINEE GUIDA CHIAVE DI LETTURA Ragionevoli certezze. L’85% dei bambini nati con cardiopatie congenite ha la possibilità di arrivare all’età adulta. In Italia si stima che i pazienti che hanno raggiunto l’età adulta con cardiopatie congenite siano circa 75-100 000. Le linee guida rappresentano un ausilio importante per la gestione di questi pazienti. Questioni aperte. Molte delle indicazioni delle linee guida sono più frutto del consensus che della elaborazione della letteratura esistente, carente o incompleta su molti punti ancora irrisolti. La creazione di Centri dedicati e la formazione di personale specializzato, è un momento fondamentale per permettere una corretta ricaduta nella pratica clinica giornaliera delle linee guida. Le ipotesi. a) La creazione di reti assistenziali che abbiano come riferimento un Centro in grado di gestire tutte le problematiche. b) Attivazione di studi multicentrici per rispondere ai quesiti clinici ancora aperti. c) Creazione di un percorso formativo chiaro per gli operatori che vogliano dedicarsi a questa disciplina. Tutti questi pazienti hanno necessità specifiche legate alla loro diagnosi primaria e alla successiva evoluzione della stessa dopo essere stati sottoposti a terapia e sono predisposti al rischio di comorbilità (ipertensione polmonare e sistemica, disturbi renali, patologie ematologiche, patologie coronariche e aritmiche, ecc.), con una ricaduta importante sull’assistenza sia cardiologica sia medica in generale. Oltre a problematiche patologia-specifiche, esistono anche problematiche generali come la gravidanza, l’attività sportiva, la gestione della cianosi e le problematiche psicologiche che devono in egual misura essere tenute presenti e conosciute per offrire ai pazienti risposte adeguate. Nell’ultimo decennio, sia nel Nord America5 sia in Europa6, si è provato a sistematizzare l’approccio diagnostico e terapeutico alle problematiche cardiache ed extracardiache di questi pazienti. Numerose linee guida sono state pubblicate con l’obiettivo di ridurre i comportamenti assistenziali inadeguati, di migliorare le prestazioni sanitarie sotto il profilo del miglior rapporto costo/beneficio, il tutto finalizzato a promuovere e gestire efficacemente la qualità dell’assistenza sanitaria e migliorare lo stato di salute di questa comunità di pazienti, pur consapevoli che spesso più che su verità basate sull’evidenza si tracciano dei percorsi diagnostici e terapeutici frutto di un consenso fra gli operatori. Il numero limitato dei pazienti, l’ampia variabilità di presentazione clinica di una stessa patologia rendono spesso gli studi di difficile realizzazione lasciando dubbi e perplessità sul comportamento più corretto. Tratteremo qui di seguito i singoli aspetti che rendono utili e valide delle linee guida e la loro ricaduta nella gestione clinica reale, quotidiana del paziente. APPLICABILITÀ Una linea guida dovrebbe essere applicabile a popolazioni di pazienti ben definite in accordo con le evidenze scientifiche e/o l’esperienza clinica. La composizione della popolazione di pazienti cardiopatici adulti è in continuo cambiamento. Le patologie trattate con buone percentuali di successo sono cambiate negli anni e per le stesse patologie sono cambiati spesso anche gli interventi utilizzati consegnandoci così adulti con storie cliniche evolutive molto diverse fra loro e quindi con problematiche molto diverse fra loro (si pensi alla differenza che esiste fra un paziente adulto con trasposizione semplice dei grossi vasi che sia stato trattato con intervento secondo Mustard o secondo Senning7,8 o con intervento di switch arterioso!). Altra variabile è rappresentata dalla possibilità che alcuni difetti (quali ad esempio il difetto interatriale, la coartazione dell’aorta, la malattia di Ebstein, la trasposizione congenitamente corretta dei grossi vasi, ecc.) possano essere diagnosticati per la prima volta in età adulta, consegnandoci quindi un paziente con peculiarità cliniche che possono rendere la patologia complessa da gestire proprio per questo motivo. Per tutte queste motivazioni è difficile pensare di poter definire la complessità di una patologia solo sulla base della diagnosi e infatti le linee guida europee della Società Europea di Cardiologia (ESC)6 nella loro ultima versione del 2010 hanno modificato l’approccio rispetto alla versione precedente e rispetto a quanto riportato nelle linee guida nord-americane5; è scomparsa la suddivisione in relazione alla gravità della patologia (pazienti che devono essere gestiti solo in un Centro specialistico, pazienti la cui gestione possa essere suddivisa tra Centro specialistico e Centro cardiologico di secondo livello, e pazienti la cui gestione possa essere affidata a Centri non specialistici) e si è ritenuta più adatta alla realtà una classificazione che parta dalle problematiche con cui ci si deve confrontare. Questo cambiamento apparentemente formale, di fatto, prende atto delle difficoltà classificative poiché spesso anche una cardiopatia definita semplice (ad es. un difetto interatriale tipo ostium secundum) può avere bisogno di un approccio complesso (ad es. se il difetto si associa ad aritmie, ipertensione polmonare); il baricentro è spostato dalla tipologia della patologia alla loro gestione. Tale suddivisione implica che vi debba essere una maggiore chiarezza su come organizzare l’assistenza dal punto di vista territoriale per ottimizzare e uniformare l’applicazione clinica delle linee guida. L’istituzione di GUCH Unit, cioè di Unità cliniche in grado di occuparsi in modo complessivo dei bisogni sanitari e psico-sociali di questi pazienti, ha avuto inizio in Inghilterra prima e subito dopo nel Canada e Stati Uniti9-11; anche in Italia si è sentita la necessità di specificare il ruolo e la posizione territoriale di tali unità super-specialistiche12,13. Queste Unità devono trovarsi in strutture operative complesse operanti in strutture dipartimentali o interdipartimentali universitarie od ospedaliere o di un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico con distribuzione regionale o interregionale con un bacino di utenza di 6-8 milioni di abitanti complete dei vari servizi necessari a tutte le esigenze diagnostiche e terapeutiche. In base ai criteri della Federazione Italiana di Cardiologia13, le GUCH Unit devono essere strutturate in maniera da soddisfare efficacemente tutte le necessità diagnostiche non invasive e di terapia interventistica. Devono avere dedicati dei letti di degenza ordinaria, dei letti di semi-intensiva e dei posti di day-hospital e degli spazi G ITAL CARDIOL | VOL 12 | LUGLIO-AGOSTO 2011 475 M CHESSA adeguati per l’attività ambulatoriale esterna. Devono avere accesso completo a un laboratorio completamente attrezzato per la valutazione funzionale cardiorespiratoria, in stretto contatto con i servizi di miocardioscintigrafia e risonanza magnetica nucleare. Devono avere accesso a una sala di emodinamica dove sia possibile effettuare sia le procedure diagnostiche sia tutte le procedure interventistiche. Nell’ambito delle GUCH Unit deve funzionare un’attività di elettrofisiologia per la stratificazione del rischio aritmico, lo studio e il trattamento invasivo delle aritmie, con particolare riferimento all’identificazione dei soggetti a rischio di morte improvvisa giovanile sia secondaria a cardiopatia congenita, soprattutto dopo correzione chirurgica, sia dovuta a cardiopatie geneticamente predeterminate. In considerazione delle comorbilità a cui questi pazienti vanno incontro, è importante che i Centri siano inseriti in un ambito assistenziale che permetta una continua interazione con altri specialisti, soprattutto ginecologici, chirurghi generali, anestesisti, psicologi ed assistenti sociali. È stato inoltre codificato che il cardiologo delle GUCH Unit deve avere un’ottima conoscenza della storia naturale delle cardiopatie congenite e dei quadri morfologici, fisiopatologici ed elettrofisiologici che si sviluppano nel tempo in conseguenza della riparazione chirurgica. A questi Centri nazionali si devono affiancare Centri dislocati sul territorio che possano essere punto di riferimento per il paziente nella sua quotidianità (certificati di idoneità fisica, previdenziale, counseling per la contraccezione, gravidanza, prime valutazioni clinico-diagnostiche in caso di necessità, ecc.), rispondendo in tempi brevi ad un’eventuale richiesta di emergenza. Un ruolo fondamentale per definire un Centro come struttura di riferimento è la presenza di un team chirurgico in grado di gestire tutte le potenziali problematiche cardiovascolari proprie di questa popolazione di pazienti. È sempre più accettato e consigliato che a gestire chirurgicamente questi pazienti siano dei cardiochirurghi del congenito che, di fatto, sono i cardiochirurghi pediatrici. In uno studio recente Karamlou et al.14 hanno evidenziato come la migliore gestione chirurgica dei casi anche molto complessi la si fa coinvolgendo cardiochirurghi del congenito attivi in Centri di cardiologia pediatrica. Emerge quindi abbastanza chiaramente dalle linee guida dell’ESC che la corretta impostazione di un follow-up efficace e la sua supervisione devono essere affidate a un Centro di riferimento, così da ottimizzare le risorse umane e finanziare a disposizione per questi pazienti. RIPRODUCIBILITÀ Una linea guida è riproducibile quando, dalle medesime evidenze scientifiche, esperti diversi arrivano alle medesime conclusioni. La possibilità che questo accada si è dovuta spesso scontrare con la realtà propria di una relativamente giovane specialità quale è questa, con le estreme varietà della patologia trattata e spesso con un numero ridotto di pazienti; fattori questi che hanno condizionato la possibilità di supportare con dati congrui le indicazioni cliniche più frequentemente frutto di un consensus fra esperti. Per creare le basi di una corretta riproducibilità è fondamentale che vi sia una visione condivisa sul come acquisire il flusso di dati necessari alla valutazione del paziente. La raccolta dettagliata della storia clinica del paziente associata a un accu- 476 G ITAL CARDIOL | VOL 12 | LUGLIO-AGOSTO 2011 rato esame obiettivo, con particolare attenzione a tutti i cambiamenti intercorsi, è la fase iniziale di un corretto trattamento. Gli esami strumentali devono essere usati per ottenere risposte a specifici interrogativi sapendo quale uso farne nel processo decisionale (Tabella 1). VALIDITÀ Una linea guida è valida quando, una volta applicata, porta al beneficio atteso. Per valutare il beneficio è necessario che la linea guida sia applicata e quindi conosciuta. Qui di seguito si riportano raccolte in semplici tabelle (Tabelle 2-14) le indicazioni fondamentali per alcune tra le più frequenti patologie, estrapolate dalle linee guida ESC 2010, rimandando il lettore alle linee guida stesse per un ulteriore approfondimento6. FLESSIBILITÀ Una linea guida deve essere applicata consapevoli che alcune situazioni cliniche fanno eccezione alle raccomandazioni proposte. Le varietà di presentazioni cliniche di stesse patologie/difetti in relazione al trattamento cui sono o non sono stati sottoposti, rende necessaria una continua flessibilità nella loro applicazione, lasciando al singolo Centro la possibilità di seguire percorsi legati alla propria esperienza. Un esempio pratico è dato dal problema dello scompenso cardiovascolare. Nel paziente adulto cianotico con cardiopatia congenita si può avere (per le sue peculiarità della fisiopatologia respiratoria) una dispnea da sforzo senza avere uno scompenso. Tale situazione rende difficile l’utilizzo della classificazione NYHA per stratificare la gravità dello stato funzionale e più adatto a tale scopo l’indice di abilità o attività funzionale15. La mancanza di evidenze frutto di ampi studi randomizzati che possano guidare l’approccio terapeutico comporta che l’utilizzo dei farmaci sia spesso mutuato da studi su popolazioni di pazienti non congeniti. L’uso dei farmaci antiscompenso è pertanto spesso il risultato di esperienza personale, esperienza del Centro o evidenza di studi con numeri ridotti il cui valore è limitato. Ci ritroviamo quindi a utilizzare farmaci come gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE) nello scompenso sistemico del ventricolo destro o lo spironolattone come antialdosteronico nei Fontan con sindrome proteino-disperdente senza ampi studi a supportarne l’efficacia. Come gestire allora il paziente adulto con cardiopatia congenita che si presenti con uno scompenso? Le linee guida europee non si soffermano sul problema e si limitano a indicazioni generiche; quelle nord-americane entrano maggiormente nel dettaglio senza tuttavia fugare i dubbi e le tante domande che ci si pone. In un caso come questo il primo step è una valutazione complessiva per cercare di individuare tutte le possibili problematiche emodinamiche (insufficienze valvolari, shunt intra- ed extracardiaci, ecc.) che possono contribuire alla disfunzione ventricolare e che siano correggibili o chirurgicamente o in emodinamica. L’uso dei diuretici in associazione con ACE-inibitori a betabloccanti può essere ragionevolmente accettato nel trattamento dello scompenso sistolico del ventricolo sistemico (destro o sinistro che sia). CARDIOPATICI CONGENITI ADULTI E LINEE GUIDA Tabella 1. Esami strumentali: cosa aspettarsi e quali limiti nell’uso clinico per i cardiopatici congeniti adulti. Esame Commento Utile per Limiti Ecocardiografia Resta esame di base fondamentale sia nella forma classica sia nelle numerose evoluzioni funzionali o di imaging (ad es. 3D) Anatomia di base Funzione ventricolare Riscontro e valutazione di shunt intracardiaci Anatomia e funzione delle valvole cardiache Dati emodinamici Doppler Operatore-dipendente Difficile valutazione della funzione ventricolare in cuori rimaneggiati chirurgicamente o con discordanze (ad es. VD sistemico) Sovra/sottostima dei gradienti a livello del tratto di efflusso destro e coartazione/ricoartazione RM Diventa sempre più un esame Esame di seconda istanza quando l’ecocardiografia fondamentale per la fornisce dati borderline o ambigui valutazione di questi pazienti Alternativa all’ecocardiografia quando quest’ultima non può essere effettuata con risultato di buona qualità per limiti legati al paziente Esame di scelta per: – quantificazione del volume e FE VD – quantificazione della frazione rigurgitante AP – valutazione del tratto di efflusso VD e dei condotti VD-AP – valutazione dell’anatomia dell’AP – valutazione dell’anatomia dell’aorta – valutazione delle vene polmonari – quantificazione della massa miocardica – valutazione e quantificazione della fibrosi miocardica (gadolinio) Compliance del paziente Portatori di PM, ICD (limite non assoluto) Tomografia computerizzata Possibile alternativa alla RM per la rapidità di acquisizione Imaging delle arterie coronarie Visualizzazione delle collaterali Visualizzazione fistole artero-venose polmonari Tutte le indicazioni della RM se sussistono i limiti per questa Alte dosi di radiazioni ionizzanti Test Acquisisce sempre maggiore cardiopolmonare importanza nel paziente GUCH perché contribuisce a definire il successo complessivo del trattamento a cui è stato sottoposto Valutazione non solo pressoria, cronotropa e delle aritmie indotte dallo sforzo, ma anche capacità a eseguire esercizi protratti con completa valutazione dell’efficacia ventilatoria Compliance del paziente e suo condizionamento fisico Cateterismo cardiaco Valutazione delle resistenze vascolari polmonari Valutazione dei gradienti pressori Quantificazione dello shunt Valutazione delle arterie coronarie Valutazione dei vasi extracardiaci tipo collaterali aortopolmonari Accessibilità dei vasi femorali in pazienti plurioperati Compliance del paziente Alte dosi di radiazioni ionizzanti Oggi è sempre più un atto terapeutico e sempre meno un esame diagnostico 3D, tridimensionale; AP, arteria polmonare; FE, frazione di eiezione; GUCH, cardiopatia congenita dell’adulto, ICD, defibrillatore impiantabile; PM, pacemaker; RM, risonanza magnetica; VD, ventricolo destro. Tabella 2. Difetto interatriale. Introduzione Difetto comune che può anche essere diagnosticato la prima volta in età adulta Problemi Ipertensione polmonare Insufficienza o dilatazione del ventricolo destro Rischio di embolia paradossa Aritmie atriali (fibrillazione/flutter atriale) Indicazioni all’intervento Difetti larghi (>10 mm) a meno che non ci sia ipertensione polmonare (resistenze vascolari polmonari >8 µ/m2, shunt sinistro-destro <1.5, senza risposta ai vasodilatatori polmonari) Cardiochirurgia o chiusura per via percutanea (diametro stretched <38 mm) Endocardite Molto rara, profilassi non suggerita Sport/attività fisica Senza limitazioni a meno di patologie vascolari periferiche Problemi irrisolti Chirurgia vs procedura transcutanea Quando e come chiudere in pazienti con ipertensione polmonare, aritmie atriali Fare anche la procedura di maze o meno in caso di trattamento chirurgico G ITAL CARDIOL | VOL 12 | LUGLIO-AGOSTO 2011 477 M CHESSA Tabella 3. Difetto interventricolare (DIV) non riparato. Introduzione DIV piccoli o postoperatori sono comuni negli adulti Difetti ampi possono determinare la sindrome di Eisenmenger (stanno diventando meno frequenti) Problemi Dilatazione e compromissione del ventricolo sinistro Insufficienza aortica Resistenze vascolari polmonari in caso di difetti ventricolari non riparati e larghi Rara l’aritmia Indicazioni all’intervento Shunt sinistro-destro con sovraccarico ventricolare sinistro Ipertensione polmonare reversibile Insufficienza aortica Anomalie associate (del tratto di efflusso del ventricolo sinistro, stenosi subaortica) Precedenti endocarditi Chirurgia Chiusura percutanea se condizioni anatomiche lo permettono Endocardite Profilassi per tutti Gravidanza/contraccezione Non ci sono controindicazioni in caso di DIV semplici Gravidanza sconsigliata in pazienti con malattia vascolare polmonare (sindrome di Eisenmenger) Sport/attività fisica Non ci sono limitazioni in DIV piccoli Problemi irrisolti Trattamenti ottimali per pazienti con sindrome di Eisenmenger Tabella 4. Difetto interventricolare (DIV) corretto. Introduzione Lesione comune, la maggior parte dei pazienti sono adesso adulti Problemi Shunt residuo Funzionalità ventricolare Insufficienza aortica Alterazioni emodinamiche nuove (ostruzione delle vie d’efflusso del ventricolo destro) Blocco atrioventricolare raro, aritmia ventricolare Indicazioni all’intervento In presenza di DIV residuo Endocardite Profilassi in presenza di DIV residuo Discutibile se il DIV è chiuso Gravidanza/contraccezione Senza controindicazioni se il DIV non è complicato ed è chiuso Gravidanza controindicata in pazienti con sindrome di Eisenmenger Sport/attività fisica Senza limitazioni se con DIV chiuso Tabella 5. Difetto atrioventricolare (AV) corretto. 478 Introduzione Si presenta nei neonati I pazienti non operati sviluppano ipertensione polmonare I risultati chirurgici sono nettamente migliorati La situazione postoperatoria dipende soprattutto dalla funzionalità della valvola AV sinistra Molti pazienti hanno la sindrome di Down Problemi Insufficienza (con o senza stenosi) della valvola AV sinistra Stenosi subaortica Ipertensione polmonare Rischio di un blocco completo basso (<2%) Aritmia atriale, specialmente in casi di disfunzione della valvola AV sinistra Indicazioni al reintervento Significativa disfunzione della valvola AV sinistra Significativo shunt residuo Stenosi subaortica Progressivo/sintomatico blocco AV Endocardite Profilassi in tutti i casi Gravidanza/contraccezione Gravidanza controindicata in pazienti con malattia polmonare vascolare (sindrome di Eisenmenger) Terapia anticoagulante in pazienti con valvole meccaniche Evitare pillole contenenti estrogeni in caso di ipertensione polmonare Sport/attività fisica Senza restrizioni se l’operazione ha avuto successo e non ci sono aritmie significative Problemi irrisolti Dati limitati sulla prognosi a lungo termine G ITAL CARDIOL | VOL 12 | LUGLIO-AGOSTO 2011 CARDIOPATICI CONGENITI ADULTI E LINEE GUIDA Tabella 6. Stenosi valvolare polmonare. Introduzione Nei casi più gravi la patologia viene riconosciuta nel bambino, la progressione è rara dopo l’adolescenza Sopravvivenza in età adulta eccellente se l’operazione riesce a togliere la stenosi Limitata se la stenosi polmonare è grave e rimane non trattata Problemi Gravità della stenosi polmonare Gravità dell’insufficienza polmonare Displasia dei lembi Disfunzione del ventricolo destro Aritmia atriale in casi di insufficienza del ventricolo destro e della tricuspide Il pacing non è consigliato Indicazioni all’intervento Gradiente valvolare >30 mmHg a riposo o la presenza di sintomi in genere si risolve con una valvuloplastica (palloncino) Operazione a cuore aperto se la valvola è calcifica o displasica Endocardite Rischio basso, la profilassi non dovrebbe essere necessaria in casi leggeri Gravidanza/contraccezione Nessuna controindicazione per la gravidanza a meno di stenosi polmonare media o grave o shunt destrosinistro attraverso un setto atriale o forame ovale pervio Sport/attività fisica Illimitata tranne in caso di stenosi grave Problemi irrisolti Gestione ottimale dell’insufficienza valvolare polmonare grave post-trattamento Tabella 7. Tetralogia di Fallot postoperatoria. Introduzione Cardiopatia comune La maggior parte dei pazienti operati sono adulti Problemi Insufficienza polmonare/stenosi polmonare e funzionalità del ventricolo destro Insufficienza della tricuspide Insufficienza dell’aorta Lesioni residue (stenosi dei rami, difetto interventricolare residuo, insufficienza valvolare polmonare) Blocco completo raro Sistoli anticipate comuni in pazienti asintomatici Tachicardia ventricolare sintomatica rara Aritmia atriale comune e legata a problemi emodinamici Possibile morte improvvisa Indicazioni all’intervento Problemi significativi dell’efflusso destro (stenosi o insufficienza) Insufficienza aortica Difetto interventricolare residuo Trattamento sia chirurgico sia percutaneo e in casi selezionati ibrido Endocardite Profilassi per tutti Gravidanza/contraccezione Non ci sono controindicazioni per una gravidanza in pazienti senza reliquati Monitorare la funzionalità ventricolare e aritmie Non ci sono rischi fetali addizionali Sport/attività fisica Non ci sono controindicazioni per sport a meno che non ci sia aritmia o disfunzione ventricolare Problemi irrisolti Stratificazione del rischio per morte improvvisa Indicazioni per defibrillatore impiantabile Timing per il trattamento dell’insufficienza polmonare Più complesso diventa il discorso quando si pone la necessità di trattare un paziente con scompenso del ventricolo sottopolmonare (tetralogia di Fallot operata con severa insufficienza valvolare polmonare, anomalia di Ebstein, sindrome di Eisenmenger con ipertrofia severa del ventricolo destro e disfunzione dello stesso, ecc.). L’uso degli stessi farmaci in questo caso è di fatto speculativo e privo di importanti supporti scientifici16. Infine, lo scompenso del paziente con cuore univentricolare (ad es. in presenza di circolazione tipo Fontan) implica una serie di considerazioni caso-specifiche. È questo dello scompenso un esempio di come la flessibili- tà di utilizzo delle linee guida (che non sono né chiare né esaustive a tale proposito) sia necessaria per un loro utilizzo efficace e non solo formale. La flessibilità è tuttavia un concetto medico-assistenziale che può trovare una controindicazione nel fatto che un Giudice, se deve controllare e valutare la condotta del medico, il rispetto o mancato rispetto di eventuali linee guida, può rappresentare una guida interpretativa importante e chiarificatrice17. Le linee guida possono rappresentare guide interpretative non solo per valutare la correttezza dell’operato medico, ma anche per ricostruire la successione causale degli eventi. G ITAL CARDIOL | VOL 12 | LUGLIO-AGOSTO 2011 479 M CHESSA Tabella 8. Coartazione dell’aorta operata. Introduzione La maggior parte dei pazienti viene diagnosticata da neonati o da adolescenti Sopravvivenza a lungo termine ridotta malgrado un intervento riparativo precoce Problemi Ipertensione persistente e che si sviluppa col tempo a riposo e sotto sforzo Disfunzione della valvola aortica Dissezione rara Indicazioni all’intervento Gradiente della ricoartazione significativo >30 mmHg a riposo Aneurisma aortico Il trattamento può essere percutaneo con pallone/stent per anatomie in cui la tecnica si può applicare o chirurgico in situazioni più complesse Endocardite Profilassi in tutti i casi Gravidanza/contraccezione Rimuovere la coartazione residua prima della gravidanza o durante la gravidanza non programmata Monitorare l’ipertensione Evitare pillola contraccettiva con estrogeni in caso di ipertensione a riposo o durante esercizio Sport/attività fisica Senza limitazioni se adeguato ampliamento dell’ostruzione/in assenza di ipertensione residua Evitare sport da impatto Problemi irrisolti Influenza dell’età al tempo dell’operazione Tipo di intervento in caso di ipertensione Follow-up a lungo termine dell’intervento con pallone/stent Fisiopatologia dell’ipertensione tardiva Tabella 9. Stenosi della valvola aortica non operata. Introduzione Lesione comune specialmente valvola aortica bicuspide (1-2% della popolazione) Può essere presente con altre lesioni Problemi Il grado di stenosi può progredire Associata insufficienza aortica Ipertrofia e alterazioni della funzionalità del ventricolo sinistro Fibrillazione e tachicardia ventricolare possono verificarsi durante l’esercizio fisico in caso di ostruzione grave Indicazioni all’intervento Paziente sintomatico, paziente asintomatico con grave sovraccarico pressorio del ventricolo sinistro, grave stenosi aortica, paziente con disfunzione severa del ventricolo sinistro Valvuloplastica con palloncino se la valvola non è calcifica Raramente una buona opzione per adulti Sostituzione con valvola meccanica, procedura di Ross o homograft in funzione del paziente, l’età, il sesso, preferenze ed esperienza del centro Endocardite Profilassi per tutti Gravidanza/contraccezione Rischio basso in pazienti asintomatici anche con ostruzione moderata Rischio alto in pazienti con ostruzione grave Interventi transcatetere possono essere consigliati in gravidanze non programmate Sport/attività fisica Evitare sport competitivi se l’ostruzione è moderata o severa Problemi irrisolti Timing dell’intervento in adulti asintomatici con grave stenosi aortica Tabella 10. Stenosi valvolare aortica postoperatoria. 480 Introduzione Patologia comune La maggior parte delle operazioni pediatriche sono di dilatazione con palloncino, valvulotomia aortica, sostituzione della valvola aortica con valvola meccanica o biologica o procedura di Ross Problemi Stenosi Insufficienza Funzionalità del ventricolo sinistro Procedura di Ross Indicazioni al reintervento Stenosi frequente (della valvola nativa o della protesi) Insufficienza Occasionalmente in caso di emolisi Trattamento: valvola meccanica, bioprotesi o intervento di Ross Bioprotesi è di solito preferita per gli anziani Homograft può essere preferito in caso di endocardite Endocardite Profilassi in tutti i casi Gravidanza/contraccezione Gli anticoagulanti possono causare fetopatie Sport/attività fisica Possibile ad alti livelli in casi non complessi con una buona funzionalità del ventricolo sinistro Sport di contatto sconsigliati in pazienti scoagulati Problemi irrisolti Risultato a lungo termine della procedura di Ross G ITAL CARDIOL | VOL 12 | LUGLIO-AGOSTO 2011 CARDIOPATICI CONGENITI ADULTI E LINEE GUIDA Tabella 11. Trasposizione congenitamente corretta dei grossi vasi in storia naturale. Introduzione Associata spesso ad altre anomalie Può occorrere con destrocardia Comune la sopravvivenza fino all’età adulta Associazione con altre patologie comuni (difetto interventricolare, stenosi polmonare, insufficienza aortica) determina il risultato finale Problemi Cianosi con stenosi polmonare e difetto interventricolare Ipertensione polmonare in presenza di difetto interventricolare e in assenza di stenosi polmonare Insufficienza sistemica ventricolare con insufficienza sistemica della valvola atrioventricolare Condotto nell’arteria polmonare può degenerare Blocco atrioventricolare spontaneo (2% dei casi l’anno) e blocco cardiaco postoperatorio Pacing endocardico nel ventricolo sinistro morfologico Aritmia atriale comune Aritmia ventricolare con disfunzione sistemica ventricolare Pacing epicardico se possibilità di un embolo paradosso Indicazioni all’intervento Insufficienza moderata della valvola atrioventricolare Lesioni associate significative Pacemaker per blocco atrioventricolare completo con sintomi, profonda bradicardia o incompetenza cronotropa Endocardite Profilassi in tutti i casi Gravidanza/contraccezione Gravidanza non è controindicata se asintomatica Monitorare la funzione ventricolare e il ritmo Conseguenze a lungo termine sulla funzione sistemica ventricolare sono sconosciute Evitare pillola contraccettiva contenente estrogeni in presenza di cianosi o ipertensione polmonare Sport/attività fisica Senza limitazioni per sport ricreativi Problemi irrisolti Scelta terapeutica in caso di scompenso Tabella 12. Trasposizione completa dei grossi vasi corretta (post-Mustard/Senning). Introduzione Operazione sostituita con lo switch arterioso a metà degli anni ’80 Problemi Ostruzione intra-atriale Insufficienza tricuspidale/del ventricolo sistemico Perdita progressiva del ritmo sinusale Tachiaritmia (specialmente flutter atriale) può essere associata ad un’elevata incidenza di morte improvvisa Indicazioni all’intervento Ostruzione del canale atriale Disfunzione della valvola tricuspide Insufficienza del ventricolo destro Possibile intervenire sia chirurgicamente sia in casi selezionati per via percutanea Endocardite Profilassi in tutti i casi Gravidanza/contraccezione Non è controindicata nella maggior parte dei casi Monitorare la funzionalità del ventricolo destro Non ci sono problemi sulla contraccezione Sport/attività fisica Generalmente attività normale Tolleranza massima allo sforzo ridotta Problemi irrisolti Stratificazione del rischio per morte improvvisa Destino del ventricolo destro sistemico/valvola tricuspide Strategia di conversione e trapianto La domanda è quindi: aderire e discostarsi dalle linee guida quali implicazioni giuridiche può avere per il medico? Le risposte non sono univoche; il rispetto delle linee guida, può semplificare il compito ricostruttivo e valutativo degli esperti e del Giudice ma allo stesso tempo il medico non deve essere obbligato ad adottare pedissequamente le raccomandazioni contenute nelle linee guida quando affrontano un caso da esse disciplinato. La medicina non può e non deve essere ridot- ta a meccanica applicazione di norme di comportamento sia perché tale non è sia perché deve essere assicurato al singolo medico il potere dovere di scegliere secondo scienza e coscienza. Le linee guida introducono elementi di chiarezza nel rapporto con il paziente e allo stesso tempo offrono maggiori garanzie di copertura per il medico e quindi, in tale senso, le linee guida possono diventare un efficace strumento per garantire G ITAL CARDIOL | VOL 12 | LUGLIO-AGOSTO 2011 481 M CHESSA Tabella 13. Fontan. Introduzione Procedure palliative per una fisiologia da ventricolo unico nel quale il sangue venoso sistemico è indirizzato nel polmone bypassando il ventricolo Sopravvivenza aumentata grazie a una migliore selezione dei pazienti e ai progressi della tecnica Problemi Resistenza vascolare polmonare Ostruzioni nel sistema cavo-polmonare Dilatazione dell’atrio destro nella Fontan classica Insufficienza della valvola aortica Ipertensione venosa cronica Desaturazione/embolia paradossa in casi di Fontan fenestrata Malformazioni polmonari artero-venose Aritmie atriali comune Disfunzione del nodo Indicazioni al reintervento Cianosi Ostruzioni del sistema Insufficienza sistemica della valvola aortica Insufficienza ventricolare Aritmia Ostruzione venosa polmonare Endocardite Profilassi in tutti i casi Gravidanza/contraccezione Possibile con pazienti perfettamente selezionati e cure appropriate Alto rischio materno nelle forme con alterazioni funzionali (failing Fontan) Alta percentuale di aborti spontanei Evitare pillole agli estrogeni se frazione di eiezione <40%, shunt residuo o contrasto spontaneo in atrio destro ACE-inibitori devono essere sospesi Se scoagulata ha bisogno di un controllo meticoloso Sport/attività fisica Solo sport ricreativi Problemi irrisolti Indicazioni e risultati della conversione delle forme classiche con il tubo extracardiaco Ruolo della scoagulazione Terapia medica per insufficienza ventricolare Ruolo degli ACE-inibitori Tabella 14. Sindrome di Marfan. Introduzione Fibrillina anomala per anomalia del gene 15q Autosomica dominante Aspettativa di vita ridotta ma migliorata da buon follow-up cardiaco Problemi Dissezione acuta dell’aorta, rischio più elevato se il seno aortico è >55 mm Insufficienza aortica Prolasso/insufficienza mitralica Indicazioni all’intervento Chirurgia se il diametro aortico è >50 mm, >45 mm con familiarità per dissezione, dilatazione progressiva (>2 mm/anno), severa insufficienza aortica o stenosi valvolare significativa Endocardite In caso di insufficienza valvolare dopo operazione aortica Gravidanza/contraccezione Gravidanza sconsigliata se l’aorta è >45 mm Gravide dovrebbero prendere betabloccanti Taglio cesareo da discutere se l’aorta è dilatata Sport/attività fisica Controindicato esercizio fisico ad alto impegno, ad alte quote o scuba (pneumotorace spontaneo) Follow-up Annuale per dilatazione dell’aorta Più frequente se il diametro dell’aorta sta crescendo Problemi irrisolti Risultati a lungo termine della chirurgia inclusa la conservazione della valvola sia gli interessi dei medici che devono avere il diritto di conoscere preventivamente i limiti comportamentali oltre i quali si può accedere alla sfera di rilevanza penale (qualora non vi sia idonea motivazione delle proprie diverse scelte) sia i malati che 482 G ITAL CARDIOL | VOL 12 | LUGLIO-AGOSTO 2011 devono poter contare su un livello minimo garantito di efficienza e comunque non coltivare aspettative infondate ogni qualvolta all’intervento del servizio sanitario non corrisponda un esito favorevole. CARDIOPATICI CONGENITI ADULTI E LINEE GUIDA CONCLUSIONI RIASSUNTO Le linee guida sono il risultato di un percorso metodologico che parte dalla lettura, interpretazione, critica e sintesi della complessità delle informazioni scientifiche specifiche, per ottenere alla fine un messaggio, quanto più semplice possibile, che possa essere utile per orientare la pratica clinica, modificando conoscenze, abitudini e grado di consapevolezza dei clinici, a tutto vantaggio dei pazienti. La relativa “giovinezza” di questa disciplina, il numero relativamente limitato di pazienti, i numerosi quesiti ancora irrisolti, rende le linee guida soprattutto un ausilio necessario per orientarsi nella pratica clinica, consapevoli che le estreme varietà dei quadri clinici con cui il paziente si presenta, le rendono talvolta inapplicabili lasciando alla specifica esperienza del Centro la scelta finale della gestione. Una considerazione finale, ma non per questo meno importante, è che le linee guida possono e devono essere utilizzate dall’amministrazione sanitaria per collegare a parametri oggettivi e condivisibili sia la valutazione dei singoli dipendenti sia la risposta globale del servizio fornito per garantire livelli di massima efficienza ed una corretta ed equilibrata distribuzione delle risorse disponibili. I progressi nella terapia medica e chirurgica delle cardiopatie congenite hanno rivoluzionato la prognosi dei neonati e dei bambini con difetti cardiaci, così che un numero crescente di pazienti raggiungono l’adolescenza e la vita adulta, anche con difetti complessi. Dati recenti suggeriscono che il numero di adulti con malattia cardiaca congenita, trattata o meno, sono quasi uguali al numero di bambini con la stessa patologia. Il profilo della popolazione degli adulti con malattia cardiaca congenita cambierà nei prossimi decenni. Idealmente si dovrebbero creare unità specializzate che, diffuse nel territorio su scala nazionale, possano gestire i pazienti. Dovrebbero, inoltre, coesistere dei centri regionali meno specializzati e ambulatori del territorio in collegamento con questi centri nazionali. Linee guida e raccomandazioni dovrebbero aiutare i medici a prendere decisioni nella loro pratica quotidiana. Tuttavia, il giudizio finale riguardante la cura del singolo paziente deve essere fatta dal suo medico curante. In questo articolo si tratterà brevemente degli aspetti propri delle linee guida e di che ricaduta abbiano sulla gestione quotidiana clinica del paziente. Parole chiave. Cardiopatie congenite dell’adulto; Linee guida. BIBLIOGRAFIA 1. Warnes CA, Liberthson R, Danielson GK, et al. Task Force 1: the changing profile of congenital heart disease in adult life. J Am Coll Cardiol 2001;37: 1170-5. Rappresenta uno dei lavori fondamentali poiché ha sistematizzato le problematiche e le modalità di approccio terapeutico, provando a creare il più ampio consenso possibile tra specialisti sulla base degli studi esistenti e sulla base della pratica clinica dei diversi Centri coinvolti. 2. Wren C, O’Sullivan JJ. Survival with congenital heart disease and need for follow up in adult life. Heart 2001;85:438-43. 3. Somerville J. Management of adults with congenital heart disease: an increasing problem. Annu Rev Med 1997;48:283-93. 4. Chessa M, Arciprete P, Bossone E, et al. A multicentre approach for the management of adults with congenital heart disease. J Cardiovasc Med 2006;7:701-5. 5. Warnes CA, Williams RG, Bashore TM, et al. 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