Lezione 8 Corso di “Economia Industriale Internazionale” Davide Arduini 1. Concentrazione e Potere di mercato (1) Concetti di base Si è osservato che l’equilibrio di oligopolio è compreso fra gli estremi dell’equilibrio perfettamente concorrenziale e quello monopolistico Si può congetturare che quanto più la struttura del mercato si avvicina alla massima concentrazione, tanto più il risultato sarà vicino al monopolio, e viceversa (minima concentrazione – concorrenza) L’esame delle analisi empiriche ci porterà a considerare, oltre alla struttura di mercato, il comportamento delle imprese come una delle determinanti del grado di potere di mercato 2 1. Concentrazione e Potere di mercato (2) Concetti di base Possiamo definire la concentrazione del mercato come il grado di concentrazione della produzione di un particolare mercato o industria nelle mani di poche grandi imprese Nel misurare la concentrazione del mercato osserviamo i singoli mercati e, in ciascuno di essi, il numero e le dimensioni relative delle imprese Restando fissi altri fattori, un mercato viene definito come più concentrato, minore è il numero di imprese produttive, o più diseguale è la distribuzione delle quote di mercato 3 1. Concentrazione e Potere di mercato (3) Concetti di base È necessario distinguere tra misure della concentrazione assoluta e misure relative o di diseguaglianza Le prime sono legate sia alle dimensioni della concentrazione del mercato (ossia numero di imprese) che alle quote relative di mercato Le seconde derivano dalle teorie statistiche basilari e misurano soltanto la dispersione delle quote di mercato Domanda: qual è il migliore indice di concentrazione del mercato ? La risposta dipenderà dall’uso che di tale indice viene fatto 4 1. Concentrazione e Potere di mercato (4) Concetti di base Possiamo considerare alcuni criteri per selezionare gli indici di concentrazione Distinzione tra criteri elementari e generali Criteri elementari: - L’indice deve essere facile da capire e da calcolare - L’indice deve essere indipendente dalla dimensione del mercato - L’indice deve variare tra 0, nel caso della concorrenza perfetta (molte imprese di uguale dimensione) e 1, nel caso 5 del monopolio 1. Concentrazione e Potere di mercato (5) Concetti di base Per individuare i criteri generali dobbiamo introdurre la curva di concentrazione Questa rappresenta graficamente la percentuale cumulata dell’output (misurata dalla dimensione dell’impresa) e il numero cumulato delle imprese (classificate in ordine decrescente, ossia dalla più grande alla più piccola) Figura 1 Nella figura abbiamo disegnato 3 curve di concentrazione di tre industrie ipotetiche (A,B,C) Poiché le imprese sono cumulate a partire dalle più grandi, le 6 curve sono concave verso il basso 1. Concentrazione e Potere di mercato (6) Concetti di base Le curve di concentrazione sarebbero delle linee rette quando tutte le imprese dell’industria sono di uguale dimensione La diseguaglianza nella dimensione d’impresa si riflette nella concavità delle curve, mentre il numero delle imprese viene indicato dall’intersezione delle curve con la linea orizzontale corrispondente ad un livello dell’output del 100 % Data la definizione di concentrazione del mercato, è ragionevole suggerire che la concentrazione è più alta in un industria la cui curva di concentrazione giace sempre al di sopra di quella di un’altra industria 7 1. Concentrazione e Potere di mercato (7) Concetti di base Se questo è il criterio, allora per ogni numero r di grandi imprese considerate, queste controllano una proporzione più grande dell’output di mercato nell’industria più concentrata Quando le curve di concentrazione si intersecano (es. industrie B e C) questa semplice regola non si può applicare, dato che una classificazione implica una ponderazione particolare delle diverse parti delle curve di concentrazione Grazie all’introduzione della curva di possiamo delineare alcuni criteri generali: concentrazione 8 1. Concentrazione e Potere di mercato (8) Criterio della classificazione sulla base delle curve di concentrazione: un indice di concentrazione dovrebbe classificare un industria come più concentrata di un’altra se la sua curva di concentrazione giace sempre al di sopra della curva dell’altra industria Principio del trasferimento delle vendite: un trasferimento delle vendite da una piccola impresa ad una grande dovrebbe aumentare la concentrazione (es. curva di concentrazione tratteggiata dell’industria A) Condizioni di entrata: l’aggiunta di una piccola impresa nell’industria, mantenendo fisse le quote di mercato delle imprese già esistenti, dovrebbe diminuire la concentrazione del mercato Condizione di fusione: la fusione di due o più imprese dovrebbe incrementare la concentrazione 9 2. Misure di concentrazione (1) A) Rapporto di concentrazione (richiamo alla curva di concentrazione) r Cr si j 1 si qi Q rn 0 Cr 1 Cr rappresenta la somma delle quote di mercato delle r imprese più grandi Le imprese sono classificate in ordine decrescente, ossia dalla più grande alla più piccola) Vantaggi: facile reperibilità dati Il limite risiede nella scelta arbitraria di r (il numero delle grandi imprese da considerare) e nel fatto che solo un singolo punto della curva di concentrazione viene 10 osservato 2. Misure di concentrazione (2) A) Rapporto di concentrazione (richiamo alla curva di concentrazione) Quando le curve di concentrazione si intersecano, questo indice darà una classificazione differente delle industrie a seconda del differente valore dato al numero r Scegliendo un singolo punto sulla curva di concentrazione, questo indice non tiene conto di tutta una serie di informazioni che potrebbero essere rilevanti, come per esempio le dimensioni relative delle r imprese più grandi e delle restanti n – r imprese 11 2. Misure di concentrazione (3) B) Indice di Lerner (margine prezzo – costo) L’indice di Lerner è definito come la media ponderata dei margini di profitto di ciascuna impresa L i 1 n p MCi si p qi si Q L’indice è pari a zero (P = MC) per le imprese di un’industria in concorrenza perfetta, ed è tanto più grande quanto più un’impresa opera in condizioni lontane dalla concorrenza perfetta Maggiore è L, maggiore è il potere di mercato esercitato 12 dall’impresa 2. Misure di concentrazione (4) Limiti dell’indice di Lerner Poiché il costo marginale è difficilmente disponibile, viene utilizzato il costo medio variabile VC Nel calcolo si ignorano il capitale, le attività di R&S e i costi di pubblicità, e questo conduce ad una distorsione si ipotizza un costo marginale costante 13 2. Misure di concentrazione (5) B) Indice di Herfindal Diversamente dal rapporto di concentrazione, tiene conto di tutti i punti della curva di concentrazione, essendo la somma delle quote di mercato al quadrato delle imprese dell’industria H i 1 si n qi si Q 2 Se le imprese simmetriche) 2 q H i 1 Q i 1 n n hanno uguale 0 H 1 dimensione (ossia sono 2 q q2 1 n 2 2 nq n nq 14 2. Misure di concentrazione (6) B) Indice di Herfindal La quota (dimensione) media di mercato è data da n s s i 1 i n 15 2. Misure di concentrazione (7) B) Indice di Herfindal 16 3. Problemi nelle misure di concentrazione Per poter verificare che una struttura di mercato meno concorrenziale ‘determini’ profitti più alti, occorre escludere che accada il contrario - Questa teoria dovrebbe essere verificata utilizzando misure esogene della struttura (la struttura viene stabilita prima della profittabilità, e quest’ultima non influisce su di essa) Molte misure di concentrazione sono distorte a causa di definizioni improprie del mercato. Il mercato rilevante per un prodotto include tutti i prodotti che influenzano in modo significativo il prezzo di quel prodotto Se non si definisce correttamente il mercato rilevante, la concentrazione di un industria non ha implicazioni ai fini della 17 fissazione del prezzo 4. Indice di Herfindal e di Lerner (1) 18 4. Indice di Herfindal e di Lerner (2) 19 5. Misure di disuguaglianza (1) Gli indici di diseguaglianza ignorano il numero delle imprese e possono essere considerati come una rappresentazione sintetica della curva di Lorenz, nello stesso modo in cui le misure assolute sintetizzano la curva di concentrazione La curva di Lorenz rappresenta la percentuale cumulata di dell’output di mercato e la percentuale cumulata (piuttosto che il numero) delle imprese Le imprese, nel costruire una curva di Lorenz, sono cumulate dalla più piccola alla più grande (contrariamente a quanto avviene nella curva di concentrazione) Figura 2 20 5. Misure di disuguaglianza (2) Il coefficiente del Gini Questo coefficiente ha una interpretazione diretta nei termini del diagramma di Lorenz Viene misurato dal rapporto tra l’area K e l’area T G = K/T dove 0 < G < 1 Più grande è la disuguaglianza nelle dimensioni delle imprese, più grande è l’area K e quindi più grande sarà il coefficiente G L’indice non è in grado di prendere in considerazione la numerosità delle imprese Quando la distribuzione e’ uniforme, allora G = 0 come anche 21 nel caso in cui esista un solo monopolista 5. Misure di disuguaglianza (3) Il coefficiente di variazione Il coefficiente di variazione, già visto in precedenza, è il rapporto tra la deviazione standard delle dimensioni d’impresa (approssimazione delle quote di mercato) e la media delle stesse n 2 i 1 s i s n 2 È una misurazione della dispersione disuguaglianza nella dimensione d’impresa e pertanto della 22 5. Misure di disuguaglianza (4) La varianza dei logaritmi della dimensione d’impresa 1 si v log n i 1 s g n 2 2 Dove sg è la media geometrica della dimensione d’impresa Questa misura è particolarmente utile quando la distribuzione delle imprese per dimensione è lognormale, così che i logaritmi della dimensione d’impresa sono distribuiti in modo normale In questo caso le curve di Lorenz non si intersecano e v² fornisce una classificazione non ambigua della disuguaglianza 23 nella dimensione d’impresa 6. Problemi nelle misure di disuguaglianza Hannah e Kay hanno sottolineato l’inadeguatezza di questi indici di disuguaglianza se valutati secondo i criteri da loro proposti (slide n. 9) Siccome nessuno di questi indici tiene conto del numero delle imprese, essi sono tutti soggetti alla critica del mancato soddisfacimento del criterio di entrata e di quello di fusione Inoltre, i trasferimenti di vendite dalle imprese più piccole alle più grandi possono portare ad una diminuzione del valore di v² piuttosto che ad un aumento Tuttavia, queste misure possono essere utili in certe circostanze, ed in special modo quando concentriamo l’attenzione sulle tematiche della crescita relativa delle 24 imprese 7. Struttura – Condotta – Risultato/Performance (1) Approccio introdotto da Edward S. Maso (1939, 1949) e colleghi di Harvard Il paradigma enfatizza i legami tra la struttura ed il comportamento di mercato nel determinare i risultati economici (performance) che si realizzano nelle varie industrie Esiste una relazione biunivoca tra: Struttura (S) numero di concorrenti/acquirenti, Concentrazione, barriere all’entrata, standard produttivi/tecnologici Condotte (C) strategie di prezzo, R&S, pubblicità e differenziazione, cooperazione, internazionalizzazione Performance (P) redditività/produttività, potere di mercato, innovazione, crescita, efficienza (allocazione delle risorse) 25 7. Struttura – Condotta – Risultato/Performance (2) La struttura influenza la condotta Gli accordi di collusione sono più facili da sostenere se il numero delle imprese è basso È più facile collude sul prezzo quando le imprese sono simmetriche (ossia uguali) La condotta influenza il risultato/performance Maggiore è la competizione tra le imprese, minore sarà il potere di mercato e maggiore l’efficienza allocativa La struttura influenza il risultato/performance Maggiore è la concentrazione del mercato, maggiore sarà il 26 potere di mercato 7. Struttura – Condotta – Risultato/Performance (3) Il risultato/performance influenza la struttura Alta profittabilità concentrazione attira nuove imprese e riduce la Bassa profittabilità induce alcune imprese ad uscire dal mercato e aumenta la concentrazione L’innovazione crea monopolio naturale 27 7. Struttura – Condotta – Risultato/Performance (4) La condotta influenza la struttura R&S volta all’innovazione di prodotto apre nuovi mercati, mette in discussione quelli esistenti e crea posizioni di potere di mercato e aumenta la concentrazione R&S volta all’innovazione di processo abbassa i costi e i prezzi degli innovatori, ne aumenta il potere di mercato, costringe i non innovatori ad uscire dal mercato Strategie predatorie rendono non profittevole l’entrata sul mercato, conservando mercati concentrati Accumulo di capacità produttiva in eccesso può rappresentare una minaccia credibile che l’incumbent renderà non profittevole l’entrata, riducendo il numero di imprese 28 attive sul mercato