I SALTI Si suddividono in salti in elevazione (salto in alto e salto con l'asta) e in salti in estensione (salto in lungo e salto triplo). SALTO IN LUNGO E' la specialità che fra i salti può essere considerata la più naturale. Esistono due tecniche: la "Step-style" (che prevede dei passi in volo) utilizzata dagli atleti professionisti e la tecnica "Hang" (senza passi in volo) utilizzata a livello scolastico. Gli atleti di solito effettuano una rincorsa di circa 40 metri al termine della quale effettuano uno stacco su un asse di battuta dando inizio ad una fase di volo che deve essere la più lunga possibile e che termina con una caduta in una buca piena di sabbia. Non vi sono differenze fra tutte le categorie se non la distanza dell'asse di battuta dall'inizio della buca di sabbia che può essere di 2 o 4 metri. L'azione del salto in lungo si divide in quattro fasi fondamentali: la rincorsa, lo stacco, il volo e l'atterraggio. La rincorsa è rappresentata da un percorso rettilineo che l'atleta effettua correndo in modo sempre più veloce per acquistare energia cinetica da utilizzare nel momento in cui, durante lo stacco, si solleverà da terra per iniziare la fase di volo. La lunghezza della rincorsa varia in funzione delle caratteristiche dell'atleta. Poiché essa deve far acquistare la massima velocità controllabile dall'atleta, sarà in funzione delle proprie caratteristiche e ogni atleta sceglierà quella più idonea. La massima velocità controllabile è un concetto molto importante da analizzare. Non sempre, infatti, la massima velocità raggiungibile permette all'atleta di realizzare uno stacco adeguato ad effettuare la parabola migliore. La massima velocità controllabile è dunque quella velocità che permette all'atleta di arrivare alla fase di stacco da terra potendo sfruttare tutta l'energia, cinetica acquistata. Con l'allenamento, migliorando l'abilità dello stacco, ogni atleta potrà gradualmente aumentare la sua velocità di entrata. La fase di stacco si realizza quando l'atleta giunge sull'asse di battuta ed effettua la spinta per il salto. La battuta del piede avviene con tutta la pianta e con un leggero ammortizzamento limitato dalla resistenza dei muscoli: un eccessivo ammortizzamento, infatti, avrebbe effetti negativi sull'estensione successiva della gamba. Conclusa la fase di ammortizzamento l'arto libero si flette al ginocchio e mentre, l'arto di stacco si estende completamente per dare il massimo impulso sfruttando l'energia cinetica acquista, l'arto libero è coordinato su questa estensione e aiuta l'azione di sollevamento da terra aumentando l'impulso verso l'alto. Il busto rimane verticale e in linea con l'arto di stacco. La fase di volo è quella parte del salto in cui l'atleta non ha appoggi. Ha come scopo quello di preparare un atterraggio bilanciato e coordinato. A livello scolastico, durante questa fase, ci si limita, dopo aver inarcato leggermente il busto con le braccia basse dietro, ad unire gli arti inferiori e a portare le braccia in avanti attraverso una circonduzione per dietro-altoavanti. In gare d'alto livello, l'atleta in questa fase effettua una serie di passi in aria. All'inizio l'atleta faceva solo "un passo e mezzo". Poi la maggiore lunghezza dei salti ha fatto fare il "due passi e mezzo" fino al "tre passi e mezzo" realizzato ovviamente da pochissimi atleti esperti. Quando l'atleta in volo è riuscito a compiere i movimenti programmati si trova nella posizione migliore per atterrare sulla sabbia. Durante la fase d'atterraggio, gli arti inferiori si estendono e sono vicini tra loro. Il contatto per terra avviene con i talloni. Dopo il contatto con la sabbia, l'atleta porta in avanti il busto in modo da evitare la caduta all'indietro che gli farebbe perdere preziosi centimetri. Il regolamento La rincorsa non ha limiti di lunghezza. Dopo i primi tre salti di qualificazione i migliori otto atleti hanno diritto ad altri tre salti di finale. Per la classifica finale viene accreditato all'atleta il migliore salto fra i sei eseguiti. Il salto è nullo se l'atleta: – supera l'asse di battuta toccando con i piedi la sabbia bagnata o la plastilina che la delimita e lascia sopra di esse un'impronta; – al termine del salto ritorna indietro passando nella sabbia. – La misurazione del salto avviene sulla perpendicolare all'asse di battuta, fra il punto più vicino all'asse toccato del concorrente e la parte più avanzata dell'asse di battuta. L'allenamento Prima di affrontare un qualsiasi lavoro di miglioramento della forza o della velocità è indispensabile che l'atleta sviluppi un intenso lavoro di apprendimento delle modalità di salto, con azioni non al massimo della velocità, con rincorse diverse per comprendere quale è la lunghezza migliore da utilizzare e come può arrivare a staccare nel momento più veloce controllabile. Grande attenzione deve essere posta alla fase di volo, attraverso un lavoro di controllo del corpo in volo e nella sua fase di atterraggio. Nel salto in lungo è molto facile non riuscire ad esprimere le proprie capacità perché l'azione si sviluppa in forma scoordinata o poco redditizia. Prima di tutto quindi è fondamentale acquisire una azione corretta di corsa e di salto e interiorizzare completamente tutti gli elementi che devono essere gestiti nel salto. Solo dopo aver dedicato molto tempo a questo apprendimento è possibile pensare di incrementare le qualità corporee che sono maggiormente attivate nella specialità. Il tratto di rincorsa dai 30 ai 45 metri, richiede un allenamento che contenga gli elementi tipici delle sedute del velocista per il miglioramento della fase di avvio e della fase mantenimento della velocità ottimale in funzione dello stacco. Tale allenamento prevede quindi ripetizioni di sprint su tratti di breve (30-60 m.) e media distanza (100-150m.). In considerazione del fatto che alla fine della rincorsa deve poter trasformare la velocità normale acquisita in velocità verticale distacco, è evidente che la preparazione dovrà mirare anche al miglioramento della forza, soprattutto nella sua espressione veloce. A questo scopo sono utili i tratti di corsa in salita (30-50 m.), balzi su brevi e lunghe distanze (dai 30 ai 40 m.), anche con leggeri sovraccarichi (giubbetti o cinture del peso di qualche chilogrammo). Da non dimenticare un adeguato miglioramento della muscolatura del tronco e degli arti superiori poiché la specialità richiede uno sviluppo muscolare adeguato di tutto il corpo.