203-212_nicastro 31-03-2006 12:44 Pagina 203 Outlet obstruction defecation Proposta di un nuovo inquadramento e terapia ATTILIO NICASTRO, LUIGI PERSICO STELLAa, ALESSIA PIA NICOLAI III Divisione di Chirurgia, Casa di Cura Accreditata Villa Pia - Roma a Divisione di Colonproctologia, European Hospital - Roma Corrispondenza a: Dott. Attilio Nicastro - Divisione di Colonproctologia - European Hospital - Via Portuense, 700 00149 Roma Riassunto In questo lavoro gli Autori propongono un nuovo inquadramento della stipsi rettale in base al quale hanno selezionato 84 pazienti (63 F, 21 M) per un programma di riabilitazione funzionale dell’evacuazione. I pazienti sono stati sottoposti a un protocollo diagnostico che prevedeva l’esecuzione di alcuni esami strumentali. Il grado di stipsi e la sintomatologia venivano svelati dalla storia clinica del paziente. Il protocollo riabilitativo prevedeva l’esecuzione contemporanea di fisiokinesiterapia, elettrostimolazione e biofeedback del pavimento pelvico. I pazienti sono stati sottoposti a sedute trisettimanali, di 60 minuti, per un ciclo di 15 sedute consecutive; quindi eseguivano ogni 3 mesi cicli di 6 sedute consecutive. I risultati, valutati a un anno, hanno rivelato che 77 pazienti (92%) riferivano di avere raggiunto una regolarizzazione dell’attività intestinale con evacuazioni di almeno una volta al dì e con intervalli non superiori ai 3 giorni, la modificazione della consistenza delle feci e l’abbandono dell’uso dei lassativi e/o catartici. I rimanenti 7 pazienti (8%) continuavano a fare uso di un dosaggio minimo di lassativi, pur essendo migliorato il ritmo delle evacuazioni e la consistenza delle feci. I risultati ottenuti dimostrano come molti pazienti con stipsi possano essere sottoposti a procedimenti riabilitativi ottenendo notevoli e incoraggianti successi terapeutici. Parole chiave: stipsi, riabilitazione, pavimento pelvico Introduzione La stipsi è un’alterazione dell’alvo caratterizzata dalla emissione infrequente,difficoltosa e apparentemente incompleta di feci di consistenza aumentata. Normalmente nella maggioranza delle persone adulte e sane,la defecazione avviene in media una volta ogni 24 ore e provoca un’espulsione di circa 150 grammi di feci (considerata la media europea e nordamericana)1,2.Variazioni di questo ritmo sono comunque molto frequenti e non per questo assumono carattere patologico.Pertanto definendo la stipsi o dischezia come un ritardo nell’evacuazione, dobbiamo considerare i limiti di tale valutazione in maniera piuttosto elastica. È un disturbo di frequente riscontro nella pratica clinica e rappresenta un motivo di grande disagio 203 203-212_nicastro 31-03-2006 12:44 Pagina 204 Chirurgia Italiana 2006 - vol. 58 n. 2 pp 203-212 per il paziente che,oltre allo sforzo che deve compiere per l’eliminazione di feci dure,è soggetto a fastidiose patologie anali. Un’esatta stima del fenomeno non è disponibile.La rilevanza clinica e l’elevato costo sociale di questa patologia,sovente autodiagnosticata, hanno indotto numerosi studiosi a porsi come obiettivo l’individuazione di criteri idonei per formulare un’esatta definizione di stipsi3-9. Per il raggiungimento di tale obiettivo è stato necessario considerare esclusivamente i casi di stipsi cronica e di natura funzionale.Lo scopo è stato raggiunto da Drossman,che per mezzo di questionari ha studiato le abitudini defecatorie di un gruppo di soggetti sani.Prendendo in considerazione criteri oggettivi e sintomatologia soggettiva accusata dal paziente sono stati stabiliti alcuni criteri diagnostici (Tab. I): almeno due dei sintomi riportati de- Tab. I. Criteri diagnostici della stipsi. 1. 2. 3. 4. Numero di evacuazioni inferiore a due a settimana Evacuazione difficoltosa in almeno il 25% dei casi Feci caprine e/o di consistenza aumentata in almeno il 25% dei casi Sensazione di svuotamento incompleto in almeno il 25% dei casi Tab. II. Classificazione eziopatogenetica della stipsi. Stipsi idiopatica o primitiva Stipsi secondarie Semplice Sindrome dell’intestino irritabile Inertia coli Outlet obstruction (stipsi rettale) Gravidanza Endocrine Neurologiche Intestinali Iatrogene vono essere presenti da dodici mesi,senza uso di lassativi10. Prendendo in considerazione questi criteri,il sintomo stitichezza è stato riscontrato nel 20% della popola- Summary Constipation. Proposal for a new classification and therapy. A. Nicastro, L. Persico Stella, A.P. Nicolai The Authors propose a new classification for constipation according to which 84 patients were selected (63 females, 21 males) for a functional rehabilitation programme. Patients were subjected to a diagnostic protocol involving the performance of a number of instrumental tests. Degree and symptomatology of constipation were established by taking the clinical history of the patient. The rehabilitation protocol involved the simultaneous performance of physiokinesitherapy, electrostimulation and biofeedback of the pelvic floor. Patients underwent 3 weekly sessions, each lasting 60 minutes, over a series of 15 consecutive sessions, followed by a series of 6 consecutive sessions every three months. One-year results showed that 77 patients (92%) reported achieving regular intestinal activity with at least one evacuation a day and at intervals of no more than 3 days, and with a modification of faecal consistency and discontinuation of laxatives and/or cathartics. The other 7 patients (8%) continued using laxatives at a minimal dosage but had an improved evacuation rate and faecal consistency. The results show that many patients with constipations can undergo rehabilitation procedures with encouraging and remarkable therapeutic success. Key words: constipation, rehabilitative therapy, pelvic floor Chir Ital 2006; 58, 2: 203-212 204 zione occidentale,le donne sono risultate maggiormente colpite rispetto agli uomini; in età pediatrica si presenta con una frequenza del 3% e rappresenta il 25% di tutte le consultazioni gastroenterologiche pediatriche.L’incidenza tende ad aumentare con l’età fino a valori variabili dal 20 al 40% dopo i 65 anni.L’aumentata incidenza della stipsi nell’anziano è da collegare a numerose cause,tra le quali la riduzione dell’introito alimentare,la diminuzione dell’attività fisica,le alterazioni della sensibilità che possono non fare avvertire lo stimolo alla defecazione. Dal punto di vista clinico e diagnostico la stipsi va distinta in una forma idiopatica o primitiva e in forme secondarie (Tab.II)1-12. L’eziologia delle forme secondarie è estremamente diversa,alla base è spesso possibile riscontrare un primum movens organico la cui risoluzione potrebbe risolvere il problema della stipsi. Le principali condizioni predisponenti tale disturbo sono sostanzialmente due: la dieta e le alterazioni motorie (Tab.III). 203-212_nicastro 31-03-2006 12:44 Pagina 205 Outlet obstruction defecation Tab. III. Condizioni predisponenti la stipsi. Dieta Alterazioni motorie La normale attività motoria è stimolata da una certa quantità di materiale fecale. Questo è costituito essenzialmente da fibre alimentari, che oltre a fare massa aumentano i processi di fermentazione della flora anaerobica, apportando in tal modo energia per la moltiplicazione batterica, che insieme alla presenza di fibre non degradate aumenta la massa fecale e, quindi, determina un’accelerazione del transito colico. La motilità colica può essere compromessa per lesioni organiche a livello del sistema nervoso centrale periferico. In questi casi il rallentato transito intestinale comporta una più completa scissione delle fibre che non richiamano più acqua, per cui si hanno feci più disidratate e maggiormente consistenti. La stipsi semplice,la forma più diffusa,è legata a una dieta povera di scorie,a una vita sedentaria e,talora,a un’abitudine a trattenere le feci13. Una forma simile si riscontra in quei pazienti che si sottopongono a diete dimagranti o sono affetti da anoressia nervosa. Altra forma primaria estremamente frequente è quella associata a colon irritabile,caratterizzata oltre che dalle alterazioni dell’alvo anche da dolore addominale,alterata motilità del colon,ansia e depressione14. L’inertia coli è una forma di stipsi cronica che colpisce prevalentemente le donne;è caratterizzata da un intervallo tra due evacuazioni di 7-8 giorni e un volume delle feci aumentato rispetto alla norma.L’esatta patogenesi di questa forma non è nota,si ipotizza un’alterazione ormonale12. La stipsi da ostruita defecazione o da mancato rilasciamento del muscolo pubo-rettale comporta la mancata apertura di ciò che radiologicamente si configura come angolo rettale,cioè il persistere della chiusura del meccanismo a valvola che garantisce la continenza fecale12-15. Oltre alla classificazione eziopatogenetica si può considerare l’aspetto fisiopatologico della stipsi16. In base a questi rilievi si può classificare la stipsi in: r a. stipsi colica (deficit di progressione del contenuto intestinale); b. stipsi rettale (deficit di espulsione del contenuto intestinale). La prima è rappresentata da una diffusa alterazione motoria del colon con associato un aumento dei tempi di transito,oppure da un ostacolo funzionale dovuto a un’iperattività segmentante del colon.La stipsi rettale,o outlet-obstruction,è definita come un’alterazione motoria localizzata ai tratti distali del colon16. La definizione di ostruita defecazione venne data da Shafik nel 197517 e poi riproposta da Keighley e Williams nel 199318,come una forma di stipsi che interessa la funzionalità dinamica del pavimento pelvico.In questi pazienti le feci transitano in tempi normali fino al retto,ma qui stazionano per un tempo maggiore, permettendo al viscere di riassorbire una maggiore quantità di acqua, pertanto le feci diminuiscono di volume,diventando più dure e secche e più difficili da eliminare.Nello sforzo i pazienti tendono a irrigidire gli sfinteri,a indebolire il perineo per sfiancamento,provocando lo stiramento dei nervi pudendi,il prolasso della mucosa del retto e un sovraccarico dei plessi emorroidali. Pertanto le cause e gli effetti della defecazione ostruita sono molteplici e la sua risoluzione è in un approccio globale del problema19,20. Per tale motivo riteniamo che tale definizione non sia esaustiva.Infatti le dinamiche funzionali del pavimento pelvico possono essere classificate in sensoriali e motorie: nel primo caso vi è un’alterata identificazione dello stimolo (Tab. IV); nel secondo una compromessa dinamica defecatoria dovuta a cause congenite o acquisite (Tab. V).Le forme acquisite possono essere a loro volta classificate in una forma spastica e una forma flaccida, potendosi avere anche forme miste (Tab.VI).Nel primo caso si ha una contrazione del pubo-rettale o della struttura muscolare del pavimento pelvico, che riconosce diverse cause.Tale forma di stipsi ha eguale frequenza tra gli uomini e le donne.La stipsi flaccida è dovuta a un deficit delle strutture neuroaponevrotiche e muscolari del pavimento pelvico ed è molto più frequente nella donna con un rapporto di 4:1.Pertanto riteniamo che sia più appropriato definire tali patologie, non come defecazione ostruita, ma come stipsi espulsiva. Secondo questa nostra classificazione, l’indicazione alla riabilitazione funzionale si ha solo nelle forme indicate ai punti 1,2b e 3 della Tab.VI.Spesso,però,l’ansia porta questi pazienti a cercare una soluzione rapida,ma la terapia chirurgica proposta a questi pazienti, af- 205 203-212_nicastro 31-03-2006 12:44 Pagina 206 Chirurgia Italiana 2006 - vol. 58 n. 2 pp 203-212 Tab. IV. Classificazione della stipsi (I). Dinamiche funzionali sensoriali (Alterato riconoscimento dello stimolo) – Malattie neurologiche – Megaretto – Condizioni psico-sociali Tab. V. Classificazione della stipsi (II). Dinamiche funzionali motorie (Alterata dinamica defecatoria) 1. Congenite – morbo di Hirschprung – Hirschprung dell’adulto 2. Acquisite – sindrome spastica del pavimento pelvico – sindrome del perineo discendente Tab. VI. Classificazione della stipsi (III). Dinamiche funzionali motorie acquisite 1. Forma “spastica” a. Alterato rilasciamento muscolare – sindrome spastica del pavimento pelvico – anismo 2. Forma “flaccida” a. “Ostruzione” del canale anale – prolasso rettale – prolasso mucoso anteriore – intussusceptione b. Alterato controllo muscolare durante la defecazione – sindrome del perineo discendente – rettocele 3. Forma mista Tab. VII Protocollo diagnostico personale. – Rx defecografia – Manometria anorettale – Elettromiografia degli sfinteri anali e del pavimento pelvico 206 frontando il problema della singola patologia,non riesce a risolvere anche quelle associate, risultando così poco efficace e creando complicanze e sequele20. In questo lavoro riportiamo la nostra esperienza su un programma di riabilitazione funzionale dell’evacuazione in pazienti affetti da stipsi rettale. Materiali e metodo Alla nostra osservazione sono giunti 93 pazienti con stipsi rettale cronica.Lo studio è stato condotto su 84 pazienti (90%) (63 F, 21 M), con età media di 55.3 anni (range: 11-80),affetti da stipsi rettale cronica,mentre gli altri 9 pazienti (10%) hanno rifiutato il trattamento riabilitativo. Prima dell’inizio del trattamento i pazienti sono stati sottoposti a un protocollo diagnostico studiato per quantificare la funzionalità dell’apparecchiatura sfinterica (Tab. VII). Gli esami strumentali sono stati eseguiti allo scopo di quantificare il tono sfinterico,mentre la presenza del sintomo era evidenziata già dalla raccolta della storia clinica del paziente.Tutti i pazienti facevano uso di lassativi per evacuare; il 55% effettuava anche clisteri,mentre il 41% ricorreva allo svuotamento manuale.La media delle evacuazioni mensili era compresa tra 3 e 8 (Fig.1).I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi in base alla classificazione di stipsi espulsiva spastica o flaccida (Fig.1 e Tab.VIII).Le patologie più frequenti che si associavano al sintomo stipsi sono riportate in Tabella IX. I pazienti con stipsi espulsiva sono stati sottoposti a un trattamento riabilitativo,da noi messo a punto,di- 203-212_nicastro 31-03-2006 12:44 Pagina 207 Outlet obstruction defecation Forma “flaccida” Forma “spastica” 12 15 31 4 7 8 3/mese 5/mese 7 4/mese 6/mese 4/mese 5/mese 8/mese Fig.1. Numero delle evacuazioni mensili prima del trattamento. Tab. VIII. Classfificazione di 84 pazienti. N. pts % Forma “flaccida” – sindrome del perineo discendente – sindrome del perineo discendente + rettocele – rettocele 66 pts 79 Forma “spastica” 18 pts 37 pts 14 pts 15 pts versificato per i due gruppi,poiché gli obiettivi da ottenere in questi pazienti sono diversi:incrementare la forza muscolare di contrazione e rilasciamento; aumentare la resistenza muscolare; insegnare al paziente a rilasciare il suo sfintere; conservare l’elasticità,la viscosità, 21 l’estensione del muscolo denervato. Questi obiettivi sono raggiungibili attraverso momenti riabilitativi fondamentali: a. la fisiokinesiterapia (FKT); b. l’elettrostimolazione; c. il biofeedback (Tab.X). La fisiokinesiterapia consisteva nell’esecuzione di ginnastica del pavimento pelvico mediante esercizi di contrazione e rilasciamento, sincronizzati con gli atti del respiro; questi esercizi erano assistiti (quando vi era un importante deficit muscolare),facilitati (quando si associava una cattiva presa di coscienza),liberi (nella fase domiciliare) e di controresistenza (per potenziare la forza muscolare). L’elettrostimolazione del pavimento pelvico era mirata ad aumentare la forza e la durata della contrazione muscolare; la stimolazione elettrica di un muscolo normalmente innervato rappresenta un feedback positivo per l’apprendimento di uno schema motorio,nel caso specifico la contrazione del muscolo elevatore dell’ano.L’elettrostimolazio- Tab. IX. Sintomi associati alla stipsi pre-riabilitazione. Forma “flaccida” Forma “spastica” Incontinenza urinaria 41/66 62.1% Dolore 18/18 100.0% Dolore perineale 35/66 53.0% Stranguria/disuria 12/18 66.6% Disordini sessuali (anorgasmia) 23/66 34.8% Disturbi sessuali (vaginismo) 7/12 84.0% 207 203-212_nicastro 31-03-2006 12:44 Pagina 208 Chirurgia Italiana 2006 - vol. 58 n. 2 pp 203-212 Tab. X. Protocollo riabilitativo personale. Forma “spastica” Forma “flaccida” FKT (20 minuti) Esercizi respiratori Identificazione dei muscoli agonisti e antagonisti Massaggio intra-anale Esercizi respiratori Identificazione dei muscoli agonisti e antagonisti Contrazione dei muscoli pelvici con o senza movimenti scheletrici Contrazione e rilasciamento anale Stretching manuale del muscolo pubo-rettale ELETTROSTIMOLAZIONE (20 minuti) Non indicata BIOFEEDBACK (20 minuti) Esercizi di rilasciamento con sonde anali elettromiografiche Lavoro/riposo 5”-40”/10”-80” ne veniva effettuata tramite una sonda anale circolare o,nella donna,vaginale,sulle cui due estremità erano posizionati due elettrodi bipolari.La sonda veniva posizionata nel canale anale o in vagina in modo tale che gli elettrodi andassero a contatto con i fasci del muscolo elevatore dell’ano ed era collegata a un apparecchio computerizzato.La possibilità,nella donna,di usare una sonda vaginale permette una migliore impostazione dell’azione terapeutica, in quanto la stimolazione delle strutture muscolari del pavimento pelvico ha maggiore efficacia.I pazienti venivano sottoposti a elettrostimolazione per un periodo variabile dai 15 ai 30 minuti;i tempi di stimolo inizialmente erano di 5 secondi,che venivano aumentati,gradualmente,nelle sedute successive a 10 secondi,intervallati a periodi di riposo della durata doppia (10-20 se- 208 Sonda anale o vaginale Frequenza = 50/100/200 Hz Velocità = 1 ms Forma dell’onda = bifasica rettangolare Lavoro/riposo = 5”-40”/10”-80” Esercizi di contrazione con sonde anali o vaginali pressorie Lavoro/riposo 5”-40”/10”-80 Livello di pressione = 25 Æ 50 Æ 100 cmH2O condi,rispettivamente) al fine di evitare l’affaticamento muscolare.Dato lo spessore muscolare da stimolare sono state utilizzate frequenze d’onda variabili di 50-100 Hertz,con una velocità di stimolo di 1-2 msec. Tale metodica veniva applicata solo nei pazienti con stipsi flaccida, i quali dovevano migliorare la resistenza muscolare. Dopo questa prima fase di trattamento della durata variabile da 3 a 6 sedute,il paziente veniva educato alla metodica del biofeedback,allo scopo di fargli raggiungere il controllo della contrazione dello sfintere anale striato.La metodica veniva eseguita mediante l’impiego endoanale di sonde pressorie o elettromiografiche. Il biofeedback veniva eseguito per un tempo variabile dai 10 ai 20 minuti e la durata della contrazione veniva gradualmente aumentata dai 5 secondi iniziali ai 10,con periodi di rilasciamento sfinteriali di valore doppio. Con questa tecnica si tende a ottenere una risposta adeguata a uno stimolo esterno,visivo,sonoro o sensitivo, sviluppato con l’impiego di un’apparecchiatura computerizzata. Il software permette il perfetto controllo dello stimolo elettrico inviato, l’esatta taratura della pressione determinata dalla contrazione sfinteriale e la trasformazione delle azioni in grafici proporzionali e chiari. Inoltre è possibile la memorizzazione e l’elaborazione dei risultati ottenuti per ogni singolo paziente in tutte le sedute,consentendo allo specialista di variare la terapia in base al miglioramento ottenuto. Le metodiche venivano eseguite contemporaneamente,con sedute trisettimanali della durata ognuna di 60 minuti fino a un totale di 15 sedu- 203-212_nicastro 31-03-2006 12:44 Pagina 209 Outlet obstruction defecation Tab. XI. Risultati protocollo. Risoluzione No risoluzione Dopo 15 sedute Dopo 1 anno 55 (66%) 29 (34%) 77 (92%) 7 (8%) di stipsi cronica.Infatti il 66% dei pazienti (55 casi) riferiva dopo 15 sedute di aver raggiunto una regolarizzazione dell’attività intestinale,con evacuazioni di almeno una volta al dì e con intervalli non superiori a 3 giorni,la modificazione della consistenza delle feci e l’abbandono dell’uso di lassativi e/o catartici.Alla fine della terapia riabilitativa 77 pazienti (92%) hanno ottenuto una regolarizzazione delle funzioni intestinali con evacuazioni con frequenza giornaliera,senza uso di lassativi o catartici. I rimanenti 7 pazienti (8%) presentavano un miglioramento tale nel ritmo delle evacua- te.Successivamente i pazienti eseguivano dei brevi cicli di richiamo di 6 sedute,dopo 3,6 e 9 mesi dall’inizio della terapia.I risultati sono stati valutati alla fine delle prime 15 sedute e a un anno di distanza dall’inizio della terapia. Risultati I risultati valutati alla fine delle prime 15 sedute hanno evidenziato una buona e incoraggiante risposta al trattamento in tutti i pazienti,che presentavano un miglioramento, più o meno sensibile,del loro stato zioni e nella consistenza delle feci che,pur non rientrando nel range di normalità come nel primo gruppo, dava loro una soddisfacente risposta al problema (Tab.XI e Fig.2).Tali pazienti continuano a far uso di lassativi,anche se hanno diminuito i dosaggi e si sono indirizzati verso quelli ad azione non irritante.Considerando i due gruppi di pazienti separatamente,il successo è stato del 93.1% (62/66) nelle forme flaccide e dell’83.3% (15/18) nelle forme spastiche.Tale successo terapeutico è riscontrabile anche nella sintomatologia associata riferita dal paziente (Tab.XII). Discussione Anamnesi, esame obiettivo ed esplorazione digito ano-rettale sono momenti fondamentali della valutazione clinica, poiché forniscono Tab. XII. Risoluzione dei sintomi associati alla stipsi postriabilitazione. Forma “flaccida” Forma “spastica” Incontinenza urinaria Dolore perineale Disordini sessuali 39/41 29/35 21/23 95.1% 82.8% 91.3% Dolore Stranguria/disuria Disturbi sessuali Forma “flaccida” 83.3% 75.0% 85.7% Forma “spastica” 5 21 20/mese 2 11 41 4 4/mese 15/18 9/12 6/7 30/mese 5/mese 20/mese 30/mese Fig. 2. Numero delle evacuazioni dopo il trattamento. 209 203-212_nicastro 31-03-2006 12:44 Pagina 210 Chirurgia Italiana 2006 - vol. 58 n. 2 pp 203-212 Tab. XIII. Esami strumentali. – – – – – – Clisma opaco Studio del transito dei marker Defecografia Colonscopia Manometria ano-rettale Elettromiografia informazioni indispensabili per fare una diagnosi differenziale tra stipsi funzionale e stipsi organica16,21. Alla prima fase di approccio al paziente potranno seguire numerosi esami,sia di laboratorio sia strumentali, la cui funzione principale è quella di confermare le informazioni ottenute in precedenza,atte a discriminare una stipsi organica da una funzionale4-15,21,22 (Tab. XIII). Nei nostri pazienti ci siamo basati essenzialmente sull’esame fisico del paziente,riservando tali esami a pazienti che presentavano patologie più complesse. Esclusa l’assunzione di farmaci che possano indurre stitichezza,ed escluse alterazioni organiche, si può fare diagnosi di stipsi funzionale. La sintomatologia legata alla stitichezza,benché presenti aspetti comuni tra i pazienti,non è costante. La maggior parte dei pazienti riferisce:alito fetido,lingua patinosa,turbe dell’appetito,flatulenza,nausea, diminuito potere dell’attenzione, depressione,irrequietezza,cefalea, insonnia e irritabilità. L’eziopatogenesi di questo corredo sintomatologico non è nota.Si riteneva che fosse da attribuire alla produzione di sostanze tossiche dovuta al ristagno del materiale fecale e al loro assorbimento intestinale.Tale origine tossica è stata però esclusa da Keele,che condusse uno studio specifico su soggetti normali23.D’altro canto,molti pazienti che presentano scarse evacuazioni settimana- 210 li o mensili non riferiscono,insieme alla stipsi,nessuno dei disturbi sopra riportati.È verosimile che esista una notevole variabilità soggettiva del corredo sintomatologico,e probabilmente la componente“psichica”è determinante,soprattutto negli individui che presentano un processo di “fissazione anale”20.Tutti i nostri pazienti presentavano uno o più dei suddetti sintomi,che sono spariti allorquando hanno raggiunto una regolarizzazione dell’alvo. L’uso indiscriminato di lassativi,talora sotto una spinta pubblicitaria che identifica uno stato ottimale di salute con la quotidianità delle evacuazioni,è estremamente pericoloso.La principale conseguenza dell’uso abituale di lassativi,in particolare di quelli di contatto,è il colon da catartici,cioè la defunzionalizzazione del colon conseguente all’ipotonia della muscolatura dell’intestino e la progressiva diminuzione di sensibilità da parte del colon allo stimolo esercitato dalla massa fecale16. La terapia non può prescindere da un’esatta diagnosi nosologica.Prima di iniziare un qualunque tipo di terapia è necessario capire se si debba trattare una stipsi funzionale o una stipsi organica.Ci si può avvalere di presidi igienico-comportamentali,medici,chirurgici e riabilitativi13,24-29.Molti Autori ritengono che modificare la dieta possa migliorare notevolmente i casi di stipsi funzionale lieve. Si ritiene che una dieta adeguata debba favorire il consumo quotidiano di cereali integrali e legumi. Controverso è l’impiego di crusca, che secondo alcuni ha un’azione irritante sulla mucosa e riduce l’assorbimento di sali minerali e vitamine13,16,30. La somministrazione di fibre indigeribili determina una riduzione della pressione intraluminale del colon con una diminuzione del dolore associato, un’accelerazione del transito gastrointestinale e un aumento della massa fecale.Gli effetti sono dose-dipendenti. L’assunzione di fibre va associata a un consumo di acqua di almeno 1.5-2 litri al giorno,per rendere più morbide e voluminose le feci. Nella dieta andrebbe incentivato anche il consumo di frutta e verdura a ogni pasto, inoltre andrebbe ridotto il consumo di proteine, in particolare di quelle animali13,16,31.Tutti i nostri pazienti seguivano un regime alimentare personalizzato. Nei casi di stipsi funzionale particolarmente ostinata,la dieta può essere integrata con presidi medici.Utili sono i lassativi solubili di massa.Il loro impiego andrebbe però limitato nel tempo, in quanto potrebbero presentare effetti collaterali come: borborigmi,flatulenza,nausea,vomito,diarrea e interferenza nell’assorbimento di zuccheri e elettroliti. Surfattanti,lubrificanti,clisteri e lassativi osmotici possono essere usati ma con molta attenzione e per breve tempo nei casi particolarmente difficili da trattare16.Nel nostro studio non abbiamo impiegato tali presidi,ma abbiamo incoraggiato i pazienti a farne a meno o a ridurne le dosi.Infatti,alla fine dello studio il 92% dei pazienti faceva a meno dei lassativi e solo l’8% continuava a usarli,ma a un dosaggio minore.Nelle forme di stitichezza cronica ostili a presidi igienico-comportamentali 203-212_nicastro 31-03-2006 12:44 Pagina 211 Outlet obstruction defecation possono essere impiegati farmaci procinetici16,21-24. L’insuccesso della terapia medica e comportamentale di una stipsi cronica molto severa,associata ad alterazioni di esami strumentali, può rappresentare un’indicazione alla terapia chirurgica. Il trattamento chirurgico per la stipsi cronica severa è stato proposto già nel 1908 da A. Lane, che effettuava nei suoi pazienti un intervento di colectomia e ileorettoanastomosi 32. Nel corso degli anni tale intervento non è stato abbandonato; Klatt nel 1983 ottenne risultati soddisfacenti eseguendo una colectomia con ileosigma anastomosi33.Attualmente molti Autori ritengono che l’intervento chirurgico più indicato sia quello di colectomia totale con anastomosi ileorettale latero-terminale,poiché è gravato da una scarsa percentuale di complicanze,è ben tollerato dal paziente e dà risultati apprezzabili riguardo al numero delle evacuazioni quotidiane25-27. Un moderno approccio alle stipsi è quello mediante feedback20,28 29.Il biofeedback è una procedura di condizionamento utilizzata per modificare funzioni autonome o volontarie somatiche mediante l’invio della trasformazione acustica o visiva di queste funzioni al paziente.Il paziente,avendo una rappresentazione a lui comprensibile della funzione del proprio sfintere anale (tracciato monometrico),può essere in grado di modificarla.Il soggetto,quindi,con l’aiuto del terapista e del tracciato, compete con se stesso per migliorare le proprie performance.Lo scopo è quello di insegnare al paziente a ri- lasciare il suo sfintere anale ipertonico.Il successo della terapia è dato dal ristabilirsi della quotidianità delle defecazioni senza residuo fecale in ampolla.Il biofeedback è una tecnica dinamica che richiede l’impegno del medico,che deve spiegare la funzione dell’esercizio e deve stimolare verbalmente il paziente al corretto svolgimento dell’esercizio stesso; il paziente da parte sua deve impegnarsi ad apprendere e controllare i movimenti che deve effettuare a livello sfinteriale34-36.Dalla collaborazione tra medico e paziente deriva l’efficacia del trattamento20.La nostra classificazione in stipsi espulsiva spastica o flaccida ci ha permesso di mettere a punto un protocollo standardizzato in base al gruppo in cui veniva inserito il paziente e di personalizzarlo in base a esigenze particolari (età,patologie associate ecc.),associando le metodiche riabilitative in un unico atto terapeutico.Così facendo abbiamo ottenuto la guarigione nel 92% dei pazienti (in letteratura tale percentuale oscilla tra il 55 e l’80%).Se poi consideriamo anche il miglioramento della sintomatologia iniziale,allora la percentuale di successo è del 100%.Dal nostro studio, inoltre,si evince che la percentuale di successo è maggiore nelle stipsi flaccide (93.1 vs 83.3%) e che il protocollo da noi ideato migliora notevolmente anche la sintomatologia associata. Conclusioni In conclusione, quindi, possiamo trarre dei giudizi positivi sul nostro studio. Innanzitutto ricordiamo come la compliance dei pazienti sia stata ottima (90% dei casi),dato di primaria importanza, poiché in ogni tipo di riabilitazione la via del successo si può trovare solo con una buona collaborazione del paziente. Tale compliance è stata ottenuta sia per la non aggressività delle metodiche utilizzate, che sono sempre state ben accettate e tollerate,sia per lo scarso impegno orario richiesto dalle sedute di riabilitazione. La percentuale di successo notevole (92% dei casi) nella risoluzione dei problemi,senza alcuna complicanza di sorta,deve far considerare questa metodica riabilitativa come l’approccio più corretto ai pazienti con stipsi rettale cronica. Inoltre vogliamo sottolineare un aspetto che sempre più deve essere valutato: quello economico. Il costo accettabile delle attrezzature,i brevi tempi di seduta e il minimo personale medico e paramedico necessario danno a questa metodica la possibilità di sviluppare nuovi Centri a basso costo per il SSN per risolvere un problema che, a torto, viene considerato secondario e che, invece, affligge una larga parte della popolazione e assorbe una buona percentuale della spesa che i cittadini effettuano per i farmaci. Infine, la nostra proposta di denominare la stipsi rettale come stipsi espulsiva e non come defecazione ostruita può essere utile nell’indirizzare il paziente verso la terapia più idonea. 211 203-212_nicastro 31-03-2006 12:44 Pagina 212 Chirurgia Italiana 2006 - vol. 58 n. 2 pp 203-212 Bibliografia 1. Bartolo D, Roe A. Obstructed defecation. Br J Hosp Med 1986; 35: 228-36. stipation of different types. Gut 1985; 26: 1049-52. 2. Everhard JE, Go VL, Johannes RS, Fitzsimmons SC, Roth HP, White LR. A longitudinal survey of self reported bowel habits in the United States. 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