5 Medicina rigenerativa RICERCA AL CDI, UNA PROCEDURA DI CHIRURGIA PLASTICA INNOVATIVA PER FAVORIRE LA GUARIGIONE DI TESSUTI FERITI O MALATI C ellule staminali pluripotenti (ossia capaci di differenziarsi in vari tipi cellulari) possono essere isolate da tessuti embrionali (cellule staminali embrionali) oppure adulti (cellule staminali adulte). Fra queste ultime, le cellule mesenchimali sono particolarmente interessanti dal punto di vista sia biologico che clinico per la loro versatilità. Infatti, la cellula staminale mesenchimale è in grado di differenziarsi lungo diversi percorsi, potendo così dare origine ai precursori del tessuto osseo, cartilagineo, mieloide, endoteliale, adiposo, ed, entro certi limiti, muscolare e nervoso. La fonte di cellule staminali mesenchimali adulte più studiata è il midollo osseo e queste cellule vengono isolate assieme ai progenitori del sangue (emocitoblasti). Il prelievo di midollo osseo è comunque una procedura altamente invasiva che permette di ottenere una modesta quantità di tessuto. Recentemente è stato possibile identificare, isolare e clonare cellule staminali dal tessuto adiposo umano (ASC, adipose-derived stem cells). Queste cellule hanno dimostrato di essere in grado di originare cloni di tutti i citotipi che abbiamo sopra elencato, rappresentando una interessante fonte di cellule staminali mesenchimali. Infatti, in seguito alle procedure di liposuzione di tessuto adiposo sottocutaneo che vengono effettuate di routine, è possibile ottenere una quantità di tessuto adiposo variabile dai 100 ml fino a tre litri, garantendo una importante quantità di tessuto dal quale isolare le cellule staminali. Inoltre si tenga conto che tutto questo materiale biologico viene usualmente eliminato, non trovando alcuna applicazione clinica. Lo studio delle varie espressioni fenotipiche (recettori, enzimi, prodotti di secrezione, molecole di adesione, etc) suggerisce che le cellule staminali mesenchimali derivate dal tessuto adiposo siano simili, ma non identiche a quelle presenti nel midollo osseo o nella polpa dentaria. La figura mostra alcune cellule staminali che - presso il Dipartimento di Medicina sperimentale dell’Università di Pavia - abbiamo isolato dal tessuto adiposo umano, colorato (in blu) a livello nucleare e immunodecorato (in verde) per l’antigene CD44, ossia il recettore per l’acido ialuronico. Recenti studi dimostrano che le cellule staminali derivate dal tessuto adiposo umano, cresciute su opportune matrici in particolari condizioni, possono essere impiegate in ingegneria tissutale per creare sostituti artificiali del tessuto osseo, cartilagineo, endoteliale o adiposo. Inoltre, le cellule staminali isolate dal tessuto adiposo me- Le cellule staminali da tessuto adiposo e il lipofilling ALCUNE CELLULE STAMINALI ISOLATE DAL TESSUTO ADIPOSO UMANO, COLORATO (IN BLU) A LIVELLO NUCLEARE E IMMUNODECORATO (IN VERDE) PER IL RECETTORE DELL’ACIDO IALURONICO. diante liposuzione possono essere utilizzate in medicina rigenerativa per favorire la guarigione di tessuti feriti o malati. Si ipotizza che le cellule staminali, una volta innestate, liberino fattori di crescita e citochine mediante un meccanismo paracrino e possano stimolare le cellule staminali residenti nel tessuto ospite, promuovendo così una guarigione più efficace. È questa l’innovativa procedura che viene utilizzata al Centro Diagnostico Italiano da parte del team di chirurgia plastica. Prof. Andrea Casasco Dirttore Sanitario CDI e Professore Ordinario di Istologia dell’Università di Pavia IL LIPOFILLING Il “lipofilling” è nato per ricostruire il sottocute in parti del corpo dove questo è mal rappresentato. Il tessuto adiposo può ridursi per processi fisiologici quali l’invecchiamento o per eventi traumatici che possono portare alla trasformazione del tessuto fino al suo riassorbimento. Di solito l’evento scatenante è rappresentato dal trauma compressivo generato dall’ematoma. Quando questo si riassorbe è possibile osservare una “degenerazione fibroadiposa”. In casi più gravi si può raggiungere la liponecrosi e il riassorbimento completo del tessuto. Mentre per l’ematoma di solito il danno è creato dalla compressione, in altri casi la liponecrosi può essere la conseguenza di sofferenze vascolari indotte da malattie dismetaboliche o provocate da trattamenti radianti o farmacologici . Gli innesti di grasso sono in uso dal 1893. I risultati ottenuti sono stati nel tempo molto variabili in funzione della tecnica utilizzata. Inizialmente il grasso veniva prelevato in lembi e introdotto in qualità di innesto libero. Progressivamente si è compreso come fosse necessario, al fine di stabilizzare il percentuale di riassorbimento del 30%. Il tiva rispetto alle punture sottocutanee di risultato volumetrico, avere poche cellule riassorbimento interessa di solito i primi materiali biocompatibili proposte dalla separate in grado di prendere connessione tre mesi post-operatori. Molte ricerche medicina estetica si ottiene infatti un efrapidamente con la sede ricevente. Queste sono state condotte ad oggi per analizzare fetto più duraturo e si limitano ai minimi cellule prelevate con cannule sottili col- gli effetti del lipofilling indipendenti dalla termini le complicanze . legate a siringhe venivano inizialmente modifica del volume dei tessuti sottocuta- Cosa prevede il futuro della ricerca ? setacciate. In seguito S. Cooleman ha nei: sono stati infatti descritti quadri di Sicuramente si assisterà ad un descritto come fosse utile sottoporre miglioramento del trofismo dei tessuti allargamento dei campi di applicazione l’aspirato a centrifugazione per dividere molli soprattutto in corrispondenza di dell’innesto di cellule adipose e ad un le cellule dal sangue e dal contenuto delle esiti cicatriziali da ustione, decubito, miglioramento nella tecnica di prelievo cellule rotte in tempi brevi. Sembra infat- radiazione e invecchiamento cutaneo ed innesto rivolta a rendere più costante ti che lasciando troppo tempo le cellule (ipercheratosi, macchie ed atrofia del la qualità del risultato volumetrico a contatto con l’ambiente esterno si atti- sottocute). In quest’ultimo caso, le mani e terapeutico. Inoltre, essendo utile vino processi di ossidazione che portano e il volto rappresentano le sedi elettive potere sottoporre il paziente a più a sofferenza e perdita di gran parte delle per il trattamento. L’effetto sul dorso sedute e disporre di materiale senza cellule. Attualmente le cellule adipose uti- delle mani è di attenuazione dell’evidenza essere eccessivamente traumatici nei lizzate a scopo ricostruttivo vengono pre- della trama vascolare superficiale e delle confronti del sito donatore, anche i levate dagli arti inferiori o dall’addome, strutture tendinee. Per il volto oltre alla sistemi di conservazione e di crescita in utilizzando una anestesia locale associata ripresa del volume, si ottiene una riduzio- vitro risultano essere importanti filoni a sedazione per evitare al paziente sensa- ne delle lesioni superficiali, attenuazione di studio. zioni dolorose. Tale procedura chirurgica delle macchie e miglioramento dell’elaè eseguibile anche in day surgery. Il volu- sticità con perdita di quell’aspetto “a me di tessuto da reinnestare dipende dalle carta di sigaretta”. È per questo motivo dimensioni dell’area ricevente: nel caso di che il lipofilling rappresenta in molti casi una mammella si possono raggiungere i un’utile alternativa all’uso di fillers rias- Prof. Franz Baruffadi Preis 200-300 cc., per una lesione da radia- sorbibili e non riassorbibili. A fronte di Medico Chirurgo, zione possono essere sufficienti 10 cc. La una procedura chirurgica più impegna- Responsabile Chirurgia Plastica CDI tecnica prevede solitamente una ipercor- FIGURA 1. LA FOTO EVIDENZIA UN DANNO CRONICO A RADIAZIONE A SEGUITO DI UNA NEOPLASIA DEI TESSUTI MOLLI. rezione che tenga in FIGURA 2. A TRE MESI DAL LIPOFFILING, LA LESIONE SI È CHIUSA PER SECONDA INTENZIONE RAGGIUNGENDO LA COMPLETA COPERTURA ED UN DISCRETO MIGLIORAMENTO NELLA ELASTICITÀ considerazione una 2 quota di riassorbi- 1 mento. Nella maggioranza dei casi trattati è stato possibile quantizzare una perdita di vantaggi più che una perdita di volume, non potendo ovviamente sottoporre i pazienti a prelievi seriali dell’area trattata nel periodo post-operatorio. Alcuni autori hanno riportato una