285-294_ramacciato 12-06-2006 17:13 Pagina 285 Impatto della nuova stadiazione linfonodale sulla linfadenectomia e sulla prognosi dei pazienti operati per cancro gastrico GIOVANNI RAMACCIATO, PAOLO AURELLO, FRANCESCO D’ANGELO, FRANCESCA PEZZOLI, RICCARDO BELLAGAMBA, GIUSEPPE NIGRI, CLAUDIA CICCHINI, MATTEO RAVAIOLI, GIORGIO ERCOLANI, GAETANO VETRONE, MASSMO DEL GAUDIO, RENATO DE ANGELIS UOC Chirurgia Generale D Dipartimento di Chirurgia “P.Valdoni” Seconda Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi “La Sapienza” - Roma Azienda Ospedaliera Sant’Andrea - Roma Corrispondenza a: Dott. Paolo Aurello - Via Cairano, 6 - 00177 Roma Riassunto Il sistema TNM è diventato il principale metodo per la stadiazione, la determinazione della prognosi e l’impostazione delle strategie terapeutiche in pazienti con cancro gastrico. L’interessamento metastatico dei linfonodi rappresenta il fattore prognostico più importante in tali pazienti. Con questo lavoro, in cui sono stati inclusi 344 pazienti sottoposti a gastrectomia totale o parziale a scopo curativo, ci proponiamo di comparare le differenti classificazioni del coinvolgimento linfonodale (N) della quarta e della sesta edizione del TNM e di valutare retrospettivamente il valore prognostico dell’edizione del 2002 del TNM. I nostri dati confermano la semplicità e la facilità di applicazione della nuova classificazione e la migliore stratificazione prognostica della stadiazione del coinvolgimento linfonodale. Nell’analisi multivariata, la differenza tra la vecchia e la nuova classificazione TNM è minima. Pertanto suggeriamo di comparare la localizzazione e il numero dei linfonodi in casistiche più grandi. Infine, per una corretta stadiazione linfonodale, 10 linfonodi nei casi di early gastric cancer e almento 16 linfonodi negli altri stadi pT sembrano sufficienti per una reale stadiazione pN0. Parole chiave: cancro gastrico, classificazione TNM, linfadenectomia Introduzione Il cancro dello stomaco è la seconda causa di morte per cancro nel mondo. La sua incidenza massima si registra in Cina e in Giappone dove è causa di circa 90 morti ogni 100.000 abitanti per anno a fronte di 5.2 morti per 100.000 abitanti degli Stati Uniti1; in Europa si verificano circa 12-15 nuovi casi all’anno ogni 100.000 abitanti, con un’incidenza in Italia pari al 31.0 per gli uomini e 20.5 per le donne2. La classificazione TNM è oggi il principale metodo utilizzato sia per definire l’estensione della malattia sia per predirne la prognosi e guidare le scelte terapeutiche3. Analisi univariate e multivariate 285 285-294_ramacciato 12-06-2006 14:30 Pagina 286 Chirurgia Italiana 2006 - vol. 58 n. 3 pp 285-294 hanno dimostrato che il numero delle metastasi linfonodali è il fattore prognostico più importante nel cancro gastrico4,5. La stadiazione linfonodale della IV edizione del TNM era basata sulla distanza, maggiore o minore di 3 cm, del linfonodo metastatico più lontano dal tumore primitivo6, mentre nella V e nella VI edizione è il numero dei linfonodi interessati da malattia a determinare lo stadio linfonodale7,8. La V versione si differenziava dalle precedenti in quattro punti: 1. lo stadio dell’N dipendeva dal numero dei linfonodi coinvolti: pN1 definiva il coinvolgimento fino a 6 linfonodi, pN2 fino a 15 e pN3 si attribuiva quando erano presenti più di 15 linfonodi metastatici; 2. i linfonodi del legamento epatoduodenale (stazione n. 12) erano ora considerati linfonodi regionali; 3. il sottogruppo T4N1 veniva classificato come IV stadio; 4. per la definizione dello stadio pN0 erano richiesti almeno 15 linfonodi asportati. Nella VI edizione,invece,si evidenziavano le seguenti variazioni: 1. la definizione di pN0 era indipendente dal numero di linfonodi asportati; 2. lo stadio pT2 veniva suddiviso in due sottogruppi: pT2a per le neoplasie infiltranti la muscolaris propriae e pT2b per i tumori diffusi alla sottosierosa. Nel supplemento della IV edizione il numero dei linfonodi metastatici compariva già come un fattore prognostico al pari della loro localizzazione e della loro distanza9. Rivalutando un nostro studio retrospettivo10, ci proponiano di confrontare tra loro la IV e la VI versione del sistema TNM per valutare soprattutto: – il valore prognostico assunto dal numero dei linfonodi metastatici; – il numero di linfonodi da asportare per un’esatta stadiazione linfonodale. Summary Impact of new lymph node staging on lymphadenectomy and on the prognosis of patients undergoing surgery gastric cancer. G. Ramacciato, P. Aurello, F. D’Angelo, F. Pezzoli, R. Bellagamba, G. Nigri, C. Cicchini, M. Ravaioli, G. Ercolani, G. Vetrone, F. Di Benedetto, R. De Angelis The TNM system has become the principal method for assessing the extent of disease, determining prognosis in gastric cancer patients, and influencing therapeutic strategies. The extent of lymph node metastases is the most important prognostic factor. The aim of the study was to compare the 4th and 6th TNM edition Nclassifications and to retrospectively evaluate the prognostic value of the 2002 TNM edition. We evaluated 344 patients who underwent curative total or subtotal gastrectomy. Our data confirm the simplicity and easy application of the new staging and the better prognostic stratification of the N-stage. In multivariate analysis the difference between the old and new TNM staging is minimal. We therefore suggest comparing lymph node location and number in larger series. For the purposes of correct N-staging, 10 lymph nodes in early gastric cancer and at least 16 in the other pT stages seem sufficient to achieve effective pN0 staging. Key words: gastric cancer, TNM classification, lymphadenectomy Chir Ital 2006; 58, 3: 285-294 286 Materiali e metodi Noi abbiamo rivalutato 438 casi clinici di pazienti sottoposti a intervento di gastrectomia totale o sub-totale con linfadenectomia da D1 a D2.5 secondo Volpe11 tra il 1983 e il 1997 presso la I Cattedra di Clinica Chirurgica e tra il 1990 e il 1997 presso il Servizio di Chirurgia Geriatrica del Dipartimento di Chirurgia “Pietro Valdoni”, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Dallo studio sono stati esclusi 94 casi (21.5%) per incompleta stadiazione dovuta a linfadenectomia limitata. I rimanenti 344 pazienti,di cui 228 maschi e 116 femmine, presentavano un’età media pari a 61 anni (range compreso tra 31 e 87 anni). La valutazione preoperatoria ha compreso l’EGDS con prelievi bioptici, l’esame RX del torace e l’ecografia oppure la TC del torace-addome-pelvi. Al momento dell’intervento non vi era evidenza di diffusione metastatica della malattia, né al fegato né ai linfonodi più lontani (stazione n. 16), o di impianti peritoneali e tutti gli interventi chirurgici hanno avuto intento curativo (R0). La scelta del tipo di intervento chirurgico è stata formulata sulla base degli esami strumentali preoperatori e dei riscontri intraoperatori; sono state effettuate 175 gastrectomie parziali (51% dei casi) e 169 gastrectomie totali (49%).In accordo con Volpe11, in 180 interventi (52.3% dei casi) si è proceduto a una linfadenectomia D2 (gruppi di linfonodi da 1 a 11) e in 164 (47%) a linfadenectomia di tipo D2.5 (compredente cioè anche i linfonodi dei gruppi 12 oppure 1213 laddove è stata effettuata anche una pancreatectomia distale). In 285-294_ramacciato 12-06-2006 14:30 Pagina 287 Impatto della nuova stadiazione linfonodale sulla linfadenectomia 221 pazienti (64%) si è registrato un coinvolgimento linfonodale (N+); la stadiazione TNM è stata effettuata in accordo sia alla IV sia alla VI edizione. È stato possibile effettuare un follow-up a 5 anni, o fino al decesso, per 320 pazienti(93%) mentre 17 (5%) sono stati esclusi perché deceduti entro 30 giorni dall’intervento chirurgico e 7 (2%) per l’impossibilità di seguirne il decorso clinico per la scarza compliance dimostrata. Il follow-up medio dopo l’intervento chirurgico è stata di 76 mesi (range: 60-120 mesi). Il confronto tra i due gruppi è stato condotto con il test del c2, la sopravvivenza calcolata secondo il metodo Kaplan-Meyer12 e la loro differenza nella sopravvivenza è stata analizzata con il test “Log-Rank”13. L’analisi multivariata dei fattori prognostici clinici e patologici è stata condotta mediante Cox13. È stato considerato come statisticamente significativo p < 0.05. Risultati Il numero dei linfonodi asportati durante entrambi i tipi di intervento chirurgico è oscillato tra 16 e 59,con un valore medio pari a 19.3 +/– 7.2 (tra 16 e 29 linfonodi asportati per gli interventi di gastrectomia parziale e tra 21 e 58 quelli prelevati nel corso delle gastrectomie totali). Centoventitré pazienti (35.7% dei casi) sono stati classificati come pN0,mentre nei 221 pazienti pN1 il numero di elementi coinvolti oscillava tra 1 e 34 linfonodi (valore medio pari a 5.2 +/– 3.1). Questo secondo gruppo di pazienti (pN+) è stato inoltre così suddiviso: – in accordo con la IV versione del sistema TNM, 97 neoplasie (28.2%) sono state stadiate co- Tab. I. Incidenza di metastasi linfonodali: IV edizione vs VI edizione. pN0 pN1 pN2 pN3 IV edizione TNM VI edizione TNM 123 (35.7%) 97 (28.2%) 124 (36%) – 123 (35.7%) 161 (46.8%) 32 (9.3%) 28 (8.1%) Tab. II. Correlazione tra i parametri T e N: 1987 TNM staging vs 2002 TNM staging. T1 T2 T3 T4 T1 T2 T3 T4 N0 N1 N2 85.7% 36% 39.2% - 10.7% 28.7% 29.2% 33.3% 3.5% 35.2% 31.4% 66.6% N0 N1 N2 N3 85.7% 36% 39.2% - 14.3% 44.3% 45.7% 72.3% 13.1% 5.7% 14.8% 6.5% 9.3% 13% me pN1 e 124 (36%) come pN2; – in accordo con la VI versione del TNM, 161 neoplasie (48.8%) sono risultate allo stadio pN1, 32 (9.3%) allo stadio pN2 e 28 (8.1%) allo stadio pN3 (Tab.I). Il 30% (29 casi) dei pazienti classificati in precedenza come allo stadio pN1 sono stati ristadiati: 18 casi(18.5%) come pN2 e 11 casi (11.3%) come pN3. L’88.7% (110 casi) in precedenza allo stadio pN2 sono stati invece così ristadiati: il 75% (93 casi) allo stadio pN1 e il 13.7% (17) come pN3 (Tab.II). Non si sono registrate differenze tra le due edizioni nel rapporto tra l’invasività locale e lo stadio linfonodale, ove si eccettui i casi in stadio early (pT1) che in accordo alla IV edizione sono stati classificati sia come pT1pN1 sia come pT1pN2, mentre,in accordo con la VI,unicamente come pT1pN1 (Fig.1). La differenza statisticamente significativa tra la IV e la VI versione della stadiazione TNM risulta per gli stadi IIIB (che comprende i pazienti con malattia allo stadio T3N2M0),p < 0.001,e IV ( che comprende i pazienti T4N+,T+N3), (p < 0.05) e non per i pazienti appartenenti agli stadi IB,II e IIIA (Fig.2). Tra i 320 pazienti che hanno completato il follow-up la sopravvivenza a 5 anni è stata del 55%.Tra i 200 di questi pazienti risultati pN+ tale valore è sceso al 34%,con una percentuale pari rispettivamente al 46.2 e 23.3% nei pN1 e pN2 della IV versione (p < 0.01) e al 39.47 %, 26.9 % e 4.5 % negli stadi pN1,pN2 e pN3 della VI versione del TNM (pN1 vs pN2: p < 0.05; pN2 vs pN3: 287 285-294_ramacciato 12-06-2006 14:30 Pagina 288 Chirurgia Italiana 2006 - vol. 58 n. 3 pp 285-294 N0 secondo IV edizione N0 secondo VI edizione 123 123 N1 secondo IV edizione N1 secondo VI edizione 97 93 (75%) 68 29 (30%) 161 N2 secondo VI edizione 18 (18.5%) 14 32 N2 secondo IV edizione N3 secondo VI edizione 124 11 (11.3%) 17 (13.7%) 110 (88.7%) 28 Fig. 1. Modifica dell’N-stage: il vecchio e il nuovo pN. TNM staging 1987 TNM staging 2002 10% 10% 10.50% 21.80% 14% 13.60% 18% 2.30% 26.40% 23.20% 31.70% 24.40% IA IB II IIIA IIIB IV IA IB II IIIA Fig. 2. Definizione degli stadi in base alla nuova e alla precedente classificazione. 288 IIIB IV 285-294_ramacciato 12-06-2006 14:30 Pagina 289 Impatto della nuova stadiazione linfonodale sulla linfadenectomia 100% pN1 old vs pN2 old = p < 0.01. pN1 new vs pN2 new = p < 0.05. 80% 60% pN2 new vs pN3 new = p < 0.01. pN1 + pN2 new vs pN3 new = p < 0.001. 46.20% 39.47% 40% 26.90% 23.30% 20% 4.50% 0% Sopravvivenza a 5 anni pN1 old stage pN2 new stage pN2 old stage pN3 new stage pN1 new stage Fig. 3. Sopravvivenza a 5 anni in relazione all’N-stage. p < 0.01; pN1+pN2 vs pN3: p < 0.001) (Fig.3). La sopravvivenza a 5 anni dei pazienti appartenenti ai diversi stadi non ha subito variazioni statisticamente significative tra la versione del 1987 e quella del 2002, sebbene si possa rilevare come questa abbia subito un leggero decremento nello stadio IIIA (Fig. 4) (43% vs 33%) (p.n.s.). Nell’analisi multivariata, la stadiazione secondo il sistema TNM è ri- sultata il fattore prognostico più significativo (RR 1.56; p < 0.0001). Sono inoltre risultati fattori prognostici di rilievo le seguenti variabili: – N-stage dipendente dal numero dei linfonodi coinvolti; – N-stage basato sulla sede dei linfonodi (RR 1.53; p < 0.0001); – invasività locale della neoplasia (RR 1.52; p < 0.001). Infine, il sesso (p = 0.71), la tipizzazione istologica della neoplasia (p = 0.86) e l’età dei pazienti (p = 0.93) non si sono dimostrati fattori prognostici indipendenti in un’analisi multivariata. Discussione Il grado di infiltrazione della parete gastrica (pT) e il coinvolgimento linfonodale (pN) rappresentano i fattori prognostici più importanti nel cancro gastrico14.Mentre la valutazione del pT è effettuata in mo- Sopravvivenza a 5 anni 100% 80% 95% 95% 95% 95% 78% 76% 60% 40% 20% 0% 43% 33% IA IB II TNM staging 1987 11% 14% 6% 7% IIIB IV IIIA TNM staging 2002 Fig. 4. Sopravvivenza a 5 anni: 1987 TNM staging vs 2002 TNM staging. 289 285-294_ramacciato 12-06-2006 14:30 Pagina 290 Chirurgia Italiana 2006 - vol. 58 n. 3 pp 285-294 do univoco dai sistemi di classificazione occidentali (UICC e AJCC) e da quello giapponese (JCGC), lo stesso non avviene quando si considera il coinvolgimento dei linfonodi (pN). Le classificazioni dell’UICC e dell’AJCC erano in un primo tempo basate sulla distanza dal tumore primitivo dei linfonodi coinvolti (< o > di 3 cm); successivamente, dal 1997, l’UICC e L’AJCC decisero di prendere in considerazione il numero di linfonodi coinvolti su un minimo di 15 linfonodi esaminati6,8,15. Di contro, la stadiazione giapponese (JCGC) è basata sulla posizione anatomica dei linfonodi coinvolti dal processo tumorale16. Ogni sistema di stadiazione dovrebbe possedere come requisiti17: – indicare una prognosi al singolo paziente affetto da cancro gastrico; – pianificare una strategia terapeutica; – comparare e valutare i vari trials internazionali. La valutazione della distanza dei linfonodi coinvolti dal tumore primitivo (pN1 se < di 3 cm e pN2 se > di 3 cm) delle classificazioni occidentali ha alcuni svantaggi: il patologo infatti esamina il pezzo operatorio dopo la sua fissazione con formalina che può modificare le dimensioni del pezzo a causa dei fenomeni di coartazione dei tessuti che fanno seguito al processo di fissazione stesso.Pertanto,la valutazione che risulta semplice per il chirurgo può risultare più complessa e meno precisa per il patologo18,19. D’altro canto,la stadiazione giapponese non presenta tale svantaggio poiché il chirurgo, in Giappone, disseca e separa i linfonodi dal pezzo operatorio a seconda della stazione anatomica e li invia separatamente al patologo; tale metodica ri- 290 sulta sicuramente più accurata e maggiormente legata alla reale posizione anatomica dei linfonodi, ma è più complessa, indaginosa e difficilmente riproducibile19. In effetti, con la nuova stadiazione linfonodale gli anatomopatologi stadiano la neoplasia in modo indipendente dalle informazioni che il chirurgo gli fornisce sulla distanza dei linfonodi dal tumore primitivo. Nel 1993 la revisione del TNM ha proposto una stadiazione dell’N basata sul numero di linfonodi metastatici:N1 (a-b-c) e N2 (a-b-c)9. Nel 2000 abbiamo basato il nostro lavoro sulla linfadenectomia nel cancro gastrico su questa classificazione in quanto possiede un affidabile valore prognostico e una valida suddivisione in gruppi dei pazienti; dall’altra parte, tale metodo non è facilmente riproducibile in ogni studio10. Molti Autori hanno sottolineato l’importanza del numero di linfonodi metastatici per una corretta stratificazione della prognosi; dal 1977 al 1996 il valore di cut-off è passato da 1 a 16 linfonodi in relazione alla grandezza della casistica, al tipo di criteri di inclusione dei pazienti nello studio,alla tecniche utilizzate dagli anatomopatologi per definire un linfonodo metastatico19. Nel corso del I Congresso Internazionale per il Cancro Gastrico tenutosi a Kyoto nel 199520, fu proposta una nuova classificazione basata sul numero di linfonodi infiltrati al fine di ottenere un sistema di stadiazione che fosse maggiormente uniforme, comparabile a livello internazionale e prognosticamente valida. Successivamente nel 1997, l’UICC-TNM e l’AJCC7,21 pubblicarono una nuova classificazione che,in accordo con i dati forniti dal German Gastric Cancer Study e dall’Erlangen Gastric Center18,fu basata sul numero dei linfonodi coinvolti dal processo tumorale e non, come in precedenza,sulla loro posizione anatomica. Da quel momento, diversi Autori sottolinearono l’importanza di questa nuova classificazione, mentre altri riportarono dati negativi. Alcuni sottolineano ancora l’importanza della sede,altri il numero dei linfonodi da asportare nello stadio early, altri ancora il numero di linfonodi da analizzare per una corretta stadiazione del pN0. Roder et al.19 mostrarono che, negli stadi N1, N2 e N3, la posizione anatomica dei linfonodi positivi non influenzava la prognosi anche se i linfonodi del legamento epatogastrico non furono presi in considerazione in quanto ritenuti già metastasi a distanza. Di contro, lo studio dell’Erlanger Cancer Center e la V edizione dell’UICC-TNM considerano tali linfonodi,in una resezione R0, come metastasi ai linfonodi loco-regionali anche nei casi in cui risultino asportati solo 9 linfonodi18. Nel nostro studio, al pari di un altro studio italiano22, abbiamo preso in considerazione solo i casi in cui erano stati asportati almeno 16 linfonodi; in un lavoro precedente, invece, abbiamo considerato i linfonodi epato-duodenali come linfonodi loco-regionali per giustificare il confronto tra D2 e D2-5 e il loro valore prognostico. Hayashi ha confrontato il valore della stadiazione linfonodale della V edizione del TNM con quella della JCGC su 940 casi, in alcuni dei quali erano stati asportati meno di 15 linfonodi. Questo studio ha dimostrato che la stadiazione TNM ha un valore prognostico migliore, offre una distribuzione in 285-294_ramacciato 12-06-2006 14:30 Pagina 291 Impatto della nuova stadiazione linfonodale sulla linfadenectomia classi dei casi più omogenea,subisce di meno il fenomeno della stage migration ed infine che vi sono differenze nella sopravvivenza tra lo stadio IIIB del TNM e lo stadio IIIB del JCGC (14.8% vs 25.3%)15. De Manzoni, basandosi sull’analisi di 175 pazienti,indipendentemente dal numero di linfonodi asportati, afferma che la stadiazione secondo il TNM riduce il fenomeno della “stage migration”23; lo stesso autore in uno studio successivo sottolinea che tale vantaggio è più evidente utilizzando l’edizione del TNM del 1997 rispetto a quella del 198724. Fuji ha confrontato, su 1948 pazienti operati,il valore prognostico della stadiazione dei linfonodi formulata secondo la V edizione del TNM e secondo la JCGC e ha evidenziato che, sebbene entrambe le classificazioni abbiano validità nello studio del cancro gastrico, il valore prognostico della prima è superiore25. Karpeh afferma che il numero di linfonodi positivi ha particolare importanza negli stadi II, IIIA e IIIB3; Klein Kranenbarg sottolinea la superiorità del sistema di stadiazione basato sul numero di linfonodi positivi piuttosto che sulla loro localizzazione e afferma che basta asportare solo 5 linfonodi consecutivi invece che 15 per validare lo stadio N0 ed evitare così molti casi inclassificabili (385 nella sua casistica)26. In uno studio del 2000 compiuto su 434 pazienti operati per cancro dello stomaco, Hocwald ha analizzato i fattori capaci di determinare la formulazione di una prognosi positiva o negativa trovando una correlazione positiva tra il numero di linfonodi sede di malattia e una prognosi infausta27. Yoo ha stadiato la sua casistica personale, 1018 casi dopo l’esclusione di quelli in cui erano stati asportati meno di 15 linfonodi, sia secondo la IV che la V edizione del TNM trovando come l’N-stage e il T- stage della V edizione erano i migliori fattori prognostici,seguiti dalla stadiazione dell’N secondo la sede28. Nel 2003, Ichikawa ha compiuto uno studio su 582 pazienti affetti da cancro gastrico dimostrando che sia la stadiazione secondo il TNM (1997) che secondo il JCGC costituivano delle variabili indipendenti nella formulazione della prognosi dei pazienti con metastasi linfonodali (189 pazienti, 32.5%) ma che il TNM forniva un campione più omogeneo, facilmente riproducibile e semplice29. Kodera ha definito la stadio N di 493 pazienti sottoposti a intervento chirurgico curativo per cancro gastrico in tre modi: 1. secondo la stadiazione del JCGC; 2. secondo il sistema TNM; 3. dopo intervento chirurgico di gastrectomia D1. L’Autore ha evidenziato come la stadiazione secondo il sistema TNM dopo gastrectomia D2 ha il migliore valore prognostico, mentre la stessa stadiazione effettuata dopo gastrectomia D1 ha maggiore rischio di stage migration30. Kunisaki ha analizzato la sopravvivenza,formulata sia basandosi sulla V edizione del sistema TNM sia sulla classificazione della JCGC, di 1244 pazienti sottoposti a gastrectomia curativa, anche nei casi con asportazione di meno di 15 linfonodi; questo studio ha rilevato che la stadiazione del TNM offre una maggiore omogeinità e ha proposto l’introduzione dei linfonodi paraortici nel gruppo dei linfonodi loco-regionali al fine di poter confrontare a lungo termine le casistiche internazionali31. Ichikura ha presentato una casistica di 587 pazienti sottoposti a intervento chirurgico di gastrectomia D2 con l’asportazione di meno di 15 linfonodi: l’analisi multivariata dei 289 casi N+ (49%) ha dimostrato che la stadiazione secondo la AJCC/UICC ha un valore prognostico maggiore di quella formulata in base al sistema giapponese32. Lo stesso Autore ha recentemente pubblicato un lavoro su 925 pazienti, in cui il numero dei linfonodi asportati non era un criterio di inclusione nello studio, effettuato al fine di definire il numero di linfonodi necessari per una stadiazione precisa; dalla sua analisi è emerso che per definire l’N0 sono necessari almeno 10 linfonodi e che per i casi N+ i linfonodi da analizzare devono essere tra 20 e 3033. Nio ha analizzato il valore della stadiazione TNM/UICC del 1997 basandosi su uno studio retrospettivo sulla sopravvivenza di 641 pazienti e ha proposto di suddividere i pazienti pN1 in pN1a (in caso di 1-3 linfonodi positivi) e pN1b (in caso di 3-6 linfonodi positivi). Nei pazienti T1, invece, la definizione di N0 necessitava dell’analisi di almeno 6 linfonodi34. Altri Autori sono arrivati a conclusioni differenti: Mendes de Almeida35 ha studiato, sia secondo le classificazioni TNM del 1987 e del 1997, sia secondo la classificazione di Okusa36, 275 pazienti sottoposti a gastrectomia D2: in un’analisi multivariata, la IV edizione del TNM ha mostrato una capacità di stratificazione dei casi migliore della V edizione, mentre nell’analisi multivariata è emerso che la classificazione di Okusa (N1: 1-3 linfonodi positivi; N2: 4-6 linfonodi +; N3 > 6 linfonodi +) possiede un migliore valore prognostico. 291 285-294_ramacciato 12-06-2006 14:30 Pagina 292 Chirurgia Italiana 2006 - vol. 58 n. 3 pp 285-294 Nella sua casistica di 4362 pazienti, Katai rileva che i pazienti appartenenti allo stadio N2 della nuova classificazione TNM mostravano maggiore omogeneicità ma minore percentuale di sopravvivenza rispetto ai pazienti appartenenti allo stadio N2 stadiati secondo la precedente classificazione; tali differenze non sono emerse,invece,per gli stadi IIIB e IV ove la differenziazione tra N1 e N2 e tra N2 e N3 appare più accurata37. Nella sua analisi multivariata, Maruyama ha sottolineato che la prognosi è correlata maggiormente alla localizzazione anatomica dei linfonodi colpiti da malattia piuttosto che dal loro numero e che ciò è dovuto a: – scarsa accuratezza intraoperatoria nell’identificazione dei linfonodi metastatici; – indipendenza dell’N-stage nel sistema TNM dall’estensione della linfadenectomia. Per aumentare il valore prognostico del nuovo TNM, l’Autore propone di asportare il maggior numero di linfonodi possibile38. De Manzoni ha confrontato l’N-stage della IV e della VI stadiazione del TNM in uno studio su 101 pazienti sottoposti a intervento chirurgico per cancro della giunzione gastro-esofagea; la linfadenectomia effettuata era di tipo D1,D2 e D3 e in alcuni casi erano stati asportati meno di 15 linfonodi. Lo studio ha dimostrato che la N+ ha lo stesso valore prognostico sia quando si basa sulla localizzazione anatomica dei linfonodi metastatici sia sul loro numero39. Lee, invece, ha confrontato la IV e la V edizione del TNM analizzando la curva di sopravvivenza di 608 pazienti trattati per cancro gastrico con intervento chirurgico di gastrectomia D3:dallo studio emerge come la stadiazione dell’N basata sul numero di linfonodi coinvolti non è superiore a quella formulata in base alla loro sede e suggerisce come N-ratio sia dotata di valore prognostico40. L’interpretazione dei nostri risultati conferma la semplicità e la facilità di applica- zione della nuova classificazione TNM e sottolinea il valore prognostico dell’N-stage, dato confermato dalla differenza statisticamente significativa della sopravvivenza dei pazienti allo stadio N1,N2 e N3. In particolare, i pazienti allo stadio N3 hanno la prognosi peggiore e indipendente dalla localizzazione anatomica dei linfonodi metastatici mentre per gli stadi N1 e N2 la differenza nell’aspettativa di vita è meno evidente e probabilmente legata anche al sito anatomico della ripetizione linfonodale.In un’analisi multivariata, la differenza tra la nuova e la precedente classificazione del TNM è bassa e per tale motivo noi suggeriamo di considerare sia il numero dei linfonodi colpiti da malattia sia la loro localizzazione anatomica. Nella nostra casistica, nessun tumore allo stadio T1 è risultato pN2 o pN3 e in base a tale evidenza crediamo che in caso di early cancer sia sufficiente l’analisi di 10 linfonodi per definire l’N-stage. Per gli altri pT suggeriamo l’analisi di almeno 16 linfonodi. spodarowicz MK, Henson DE, Hutter RVP, Sobin LH, editors. Prognostic factors in cancer. Berlin: Springer, 1995. 8. Sobin LH, Wittekind Ch, eds. 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