Primo Levi La vita Nacque a Torino 1919. Studiò chimica all'Università di Torino dal 1939 al 1941 e successivamente, a Milano, Nel 1943 decise di unirsi a un gruppo di resistenza. Catturato e deportato nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, sopravvisse perché impiegato in attività di laboratorio. Riprese il suo lavoro come chimico industriale nel 1946, ma si ritirò nel 1974 per dedicarsi interamente alla scrittura. I profondi strascichi psicologici dell'internamento nel campo di sterminio furono probabilmente la causa del suo suicidio, avvenuto nel 1987. Le opere Se questo è un uomo (1947), che racconta le condizioni di vita dei deportati di Auschwitz; La tregua (1958, premio Campiello), che descrive il lungo viaggio verso casa attraverso la Polonia e la Russia dei sopravvissuti ai campi di sterminio; Il sistema periodico (1975), una serie di storie, spesso di ispirazione autobiografica, intitolate col nome degli elementi chimici intesi come metafore di tipi umani; Se non ora, quando? (1982), con cui ritorna sulla tematica della guerra e dell'ebraismo. Lo stile Lo stile letterario è uno stile di stampo realista-descrittivo. Si tratta infatti di una narrazione asciutta, sintetica ed esauriente quanto basta per comprendere i sentimenti e lo sfondo sociale: stile che ben si adatta al vasto pubblico a cui Levi intende rivolgersi, in special modo nella trattazione di un argomento di estrema importanza, come quello della prigionia in un Lager. Nella sua produzione letteraria successiva, prendendo spunto dalle sue esperienze come chimico, l'osservazione della natura e l'impatto della scienza e della tecnica sulla quotidianità diventarono lo spunto per originali situazioni narrative.