THE Hand Embodied Il progetto THE Hand Embodied (il Corpo della Mano) punta allo studio della struttura fisica e morfologica della mano, e di come proprio questa struttura abbia determinato il nostro modo di conoscere il mondo, e le caratteristiche peculiari della nostra intelligenza. La dicotomia tra “mente” e “mano”, il pensare e l’agire, ha permeato per secoli la cultura occidentale, in ogni campo del sapere. Nella sua infanzia, l’Intelligenza Artificiale ha cercato di riprodurre per mezzo di automi le capacità cognitive superiori dell’uomo svincolandole da ogni aspetto corporeo: l’immagine del software (il programma) che può girare su qualsiasi hardware producendo ogni volta i medesimi output è stata la metafora guida dell’Intelligenza Artificiale classica. Niente di tutto questo per la moderna robotica: intelligenza e capacità di compiere determinate prestazioni sembrano dipendere sempre di più dal tipo di struttura fisica di cui dotiamo gli automi. Proprio come accade in natura, in cui le capacità cognitive e di movimento dipendono dalla struttura fisica, neurale e muscolare del corpo del soggetto che conosce. Il nuovo approccio, che nasce negli anni ’90 in diverse discipline, come la psicologia evolutiva, la scienza cognitiva, la robotica, la filosofia della mente e del linguaggio, mette in evidenza il nesso tra la struttura del nostro modo di ragionare e le caratteristiche del corpo, il fatto che sia situato nel mondo e interagisca con esso. Anche il ragionamento che usiamo per argomenti astratti, insomma, è radicato nel ragionamento che usiamo per argomenti prosaici quali le relazioni spaziali, e quindi dal modo in cui il nostro corpo interagisce con il proprio ambiente. In questo senso la mano, che realizza il nesso tra percezione e azione, è l’organo cognitivo per eccellenza: funzioni come esplorare, afferrare e manipolare (i paradigmi fondamentali del conoscere, del fare proprio, e del modificare) dipendono in modo essenziale dalle caratteristiche fisiche della mano. La mano umana è molto ricca e complessa nella sua meccanica e nella sua dotazione di sensori. Il nostro cervello può usarla come organo di senso e controllarla solo grazie a delle strutture che limitano e organizzano questa complessità - le sinergie. Le sinergie sovvertono I dati del problema: per l’uomo, l’operazione di afferrare una palla è molto più semplice che quella di muovere una singola falange. Per un robot odierno, è vero l’opposto. Come i bambini, che imparano ad usare le sinergie elementari della mano per le prime prese e poi gradualmente le arricchiscono fino alle manipolazioni più destre, così le mani dei robot del futuro diventeranno gradualmente più abili incorporando sinergie sensomotorie via via più sofisticate. Su queste basi teoriche, il progetto sta sviluppando nuove tecnologie destinate a rivoluzionare la nostra vita quotidiana. Tre i maggiori prodotti che ci si attendono 1) nuove protesi di mano e braccio che possano essere controllate più naturalmente e con minor fatica; 2) nuove interfacce aptiche per far toccare alle nostre mani gli oggetti manipolati dai nostri avatar in ambienti remoti o virtuali; 3) nuove mani per robot, più efficaci ma anche più semplici ed economiche Lo chiave di volta per realizzare questi nuovi dispositivi è l’utilizzo della tecnologie più avanzate guidate da dei solidi presupposti teorici. Lo scopo del progetto non è infatti produrre mani artificiali che pedissequamente replichino la mano umana, ma piuttosto quello di capire quale caratteristiche fisiche, e organizzate in quale modo, consentono alla mano svolgere determinate funzioni, per poi applicare la medesima struttura alle nuove mani artificiali. La nuova mano robotica dell’Università di Pisa è costruita con giunti e tendini elastici, e pur essendo molto semplice nella meccanica e nella elettronica di controllo, è in grado di compiere molte operazioni con destrezza grazie alla organizzazione dei suoi movimenti in “sinergie” simili a quelle umane. Mano Artificiale – Agenzia Aereospaziale Tedesca La mano è in grado di muoversi in modo naturale, con una cinematica molto vicina a quella della mano umana L’approccio di THE Hand Embodied è largamente multidisciplinare, e coinvolge campi come la neurobiologia, la matematica e l’ingegneria: dallo studio dei meccanismi che sottostanno allo sviluppo di conoscenza basata sul tatto, alla creazione di modelli matematici della struttura di tali meccanismi a, infine, la loro realizzazione in mani artificiali in grado di agire in modo naturale ed efficace sull’ambiente circostante, interagire con l’essere umano, adattabile ad ambienti diversi e mutevoli. Partners del Progetto: Centro di Ricerca in Bioingengeria e Robotica “E. Piaggio” – Università di Pisa (Coordinatore) Agenzia Aereospaziale Tedesca, Germania Università Tecnologica di Atene, Grecia Università di Siena Università di Utrecht, Paesi Bassi Università Pierre e Marie Curie, Parigi Istituto Max Planck Institute per la Cibernetica Biologica, Germania Università di Lund, Svezia Istituto Svedese di Computer Science, Svezia Università Statale dell’Arizona, USA Università di Pisa – lavoro su interfacce aptiche, per la creazione di una realtà virtuale per il senso del tatto