Avete scelto uno degli spettacoli in cartellone al
TEATRO BAUDI DI SELVE DI VIGONE
e avete qualche ora in più a disposizione?
Ecco cosa potete visitare nella nostra città!
Testi: Comune di Vigone www.comune.vigone.to.it
Foto: Adamini
Grosso centro agricolo di 5.150 abitanti,
situato nella pianura a sud-ovest di Torino da
cui dista 32 Km., nel circondario di Pinerolo
(distanza 15 Km), Vigone confina con i
Comuni di Buriasco e Cercenasco a nord,
Virle P.te e Pancalieri a est, Villafranca Piemonte e Cavour a sud, Macello a ovest. Vigone è bagnato dalle
acque dei torrenti Lemina, Pellice, che ne divide il territorio da quello di Villafranca e Chisone, affluente del
Pellice tra Vigone e Cavour. La sua economia è prevalentemente legata alla coltivazione del mais. Negli
ultimi quindici anni ha acquisito sempre maggior importanza l’allevamento del cavallo da trotto presso “Il
Grifone” dove risiede il mitico Varenne.
La nascita di Vigone risale a epoca romana. Posta all'incrocio della strada che dall'Astigiano andava
verso la val Chisone e quella che da Torino portava verso il Saluzzese è sorta, come tutti i crocevia esistenti,
con una vocazione per il commercio e le attività artigianali tipiche dell'epoca (fabbri, maniscalchi, carradori),
mentre il recupero di terreni coltivabili dato da importanti bonifiche particolarmente intense durante tutto il
Medioevo faceva scoprire l'eccezionale fertilità del
suolo alluvionale. Il primo documento in cui compare il
nome di Vigone risale al 1100 d.C. in un diploma
dell'imperatore Ottone III, conservato nell'Archivio di
Stato di Torino. Ancor prima del riconoscimento
ufficiale, da tempi lontanissimi, Vigone è sempre stato
un importante punto di riferimento per tutta la pianura
del Pinerolese: basti pensare al mercato settimanale
del giovedì ed alle quattro fiere annuali, vivaci punti di
scambio da almeno 600 anni. Il contesto urbano non è
quello di un centro agricolo, perché conserva l'aspetto
di una piccola città che, nonostante le ingiurie del
tempo e le distruzioni causate da guerre e saccheggi, i
vigonesi hanno saputo mantenere, ricostruendo ed
abbellendo edifici pubblici e privati.
Di particolare rilevanza storico-artistica sono da citare i
tre palazzi dei signori di Vigone, i Principi d'Acaja,
risalenti al Trecento, il Palazzo Sillano, classico
esempio di dimora signorile del '700, il Palazzo Baudi
di Selve, il grandioso edificio dell'Ospedale, ora
adibito a casa di riposo e che all'interno conserva una
splendida loggia trecentesca, o ancora il Palazzo del
Comune (nella foto). Sono poi da percorrere con
calma i portici di Via Umberto I e di Piazza Palazzo
Civico, luoghi di incontri anche nelle giornate di cattivo
tempo. Un cenno particolare per il Teatro Comunale
"Selve", costruito nell'800 e definito un piccolo
Carignano per via della sua della sua bellezza (vedi
dopo).
Un altro edificio degno di attenzione è il Palazzo Luisia, sede della Biblioteca
Comunale che, oltre a custodire un patrimonio librario di grande valore per
quanto riguarda la parte storica e una notevole biblioteca circolante (8000
volumi), conserva, grazie ad una donazione, i cartoni degli affreschi dipinti dal
nostro concittadino Michele Baretta, nome fra i più illustri dell'arte piemontese del
Novecento. Infine, non è da dimenticare l'edificio di Via Umberto I, costruito nel
XIV sec. come sede amministrativa dei beni dei Principi d'Acaja che subì
successive modifiche a partire dal XVII secolo.
Di notevole importanza sono le chiese, monumenti di
fede e di arte. In primo luogo citiamo la chiesa di Santa
Maria de Hortis, risalente addirittura al IX secolo, dove
sono stati recentemente terminati I lavori per il recupero
di dipinti risalenti al '300/'400 miracolosamente salvatisi
perché coperti da strati di intonaci e decorazioni prive di
valore (foto). La chiesa di S. Caterina in stile gotico
lombardo venne costruita intorno al 1459; oltre ad una
interessante struttura architettonica, vanta nell'abside
un monumentale e stupendo affresco in onore di Santa
Caterina dipinto nel 1954 dal Baretta. L'illustre pittore
vigonese si occupò anche di affrescare la facciata della
cappella di S. Defendente, piccolo edificio religioso del
XVII secolo situato sulla direttiva per Villafranca. San
Bernardino, seicentesca costruzione in stile barocco,
recentemente restaurata, conserva all'interno dipinti di
Giovanni Battista Pozzo (1683-1685). La chiesa del
Gesù, portata a compimento nel 1644 a testimonianza
della rinascita di Vigone che fu duramente colpita dalla peste del 1630. Ora, sconsacrata, è diventata
proprietà comunale e sede di numerose mostre. La sua facciata è stata restaurata ed è stata realizzata
antistante alla chiesa una deliziosa piazzetta intitolata al Pittore vigonese Michele Baretta.
Vigone è ricca di altrettante chiese "minori" ma non
per questo meno importanti dal punto di vista
artistico. Ad e sempio la chiesa di S. Giovanni
Nepomuceno, che si trova di fronte all'Ospedale,
costruita nel 1761 ed ora adibita a cappella funebre
della casa di riposo. Altrettanto importanti sono le
chiese di S. Antonio, posta alle porte della città in
direzione Pancalieri, quella di S. Agostino, all'interno
di Palazzo Brun, dove di recente sono venuti alla
luce due notevoli affreschi ora in fase di studio,
quella di S. Bernardo, in direzione Pinerolo e S.
Chiara annessa al Cottolengo ora adibito a casa di
riposo. La chiesa di S. Maria del Borgo (foto),
imponente costruzione neoclassica (1833-'38) edificata su progetto dell'ing. Talucchi, autore anche del
Duomo di Santhià, è da considerarsi il simbolo di una città che voleva dimostrare una specie di
primogenitura nei confronti dei paesi vicini. Di lei è stato detto di tutto: eccessiva, mastodontica, ma resta
comunque il simbolo di una città vitale e coraggiosa, che con il contributo in denaro e il lavoro di tutta la città
fu eretta in tempi brevissimi. A cura di Monsignor Vallero, all'inizio del '900 furono eseguiti splendidi lavori di
decorazione all'interno tra I quali figurano affreschi e dipinti della scuola torinese del Reffo e dei suoi allievi
Siffredi e Guglielmino.
Un edificio del tutto singolare è la cosiddetta "Rotonda" che si trova nella zona dei Viali Pubblici. Si tratta di
una ghiacciaia costruita nel 1835 su progetto dell'ing. Curtial a pianta circolare. Nell'interno un profondo
pozzo a struttura conica conteneva il ghiaccio. Adesso, restaurata, è sede della Pro-Loco, nonché di varie
mostre.
In tutto l’agro vigonese, zona si pianura a ridosso delle
montagne, è frequente un fenomeno di origine carsica, la
risorgenza spontanea di acque sotterranee di probabile
provenienza dai bacini dei torrenti Chisone e Pellice.
L’acqua dei Fontanili, di qualità minerarie buone, ha
permesso lo sviluppo di un habitat naturale ricco di fauna
(le lamprede, in via di estinzione, i gamberi d’acqua dolce
e poi gli scazzoni, le trote fario e marmorate etc e ha
influenzato nel tempo l’economia della comunità e il
paesaggio agricolo. Nel corso degli anni il Gruppo
Pescatori Sportivi di Vigone con l’appoggio del Comune
ha condotto e conduce un sapiente lavoro di recupero
per far riaffiorare le sorgenti naturali, salvaguardando e
valorizzando il patrimonio idrico del territorio.
Per chi ama l’arte contemporanea va segnalato il progetto Panchine d’artista il cui obiettivo è quello di
implementare l’offerta culturale del territorio realizzando, di anno in anno un bene artistico fruibile dalla
popolazione, oltre a consentire a giovani artisti e creativi sotto i 35 anni di farsi conoscere e di realizzare i
propri sogni e progetti, “Panchine d’artista” promuove così l’arte contemporanea e in particolare modo la
scultura, all’interno degli spazi pubblici di Piazza Clemente Corte a Vigone, con l’intento di far nascere e
crescere un vero e proprio museo a cielo aperto. L'artista che ha realizzato la prima panchina non poteva
che essere il vigonese Elio Garis, scultore con esperienza internazionale, molto sensibile all'iniziativa e molto
stimolato dall'idea di lasciare un segno indelebile nel cuore della Città.
TEATRO BAUDI DI SELVE Vicolo del Teatro, 5
Edificio voluto espressamente dal conte Giovanni Baudi di
Selve, il Teatro Selve sorse in nemmeno quattordici mesi nel
cuore dell'abitato, fra gli altri due luoghi-simbolo del paese - il
Palazzo Municipale e la chiesa di Santa Maria del Borgo divenendo in qualche modo l'emblema, nel momento di
massimo sviluppo demografico di Vigone, di una raggiunta
condizione di "città". Tipico teatro all'italiana ottocentesco
progettato dall'architetto torinese Domenico Berutto, pensato
in primo luogo per il melodramma, è di foggia neoclassica,
sobrio ed elegante, con pianta a ferro di cavallo e spazi per il
pubblico scanditi in platea, due ordini di palchi e loggione è
stato. Il passaggio di proprietà al municipio - destino comune
a gran parte delle strutture teatrali dell'Italia post-unitaria avvenne nel 1884, dopo almeno due decenni di trattative.
Dopo alterne fortune – che lo videro anche diventare
cinematografo, palco per le cerimonie del ventennio e, nel
1983, fulcro di un singolare esperimento di animazione
teatrale sul territorio con il coordinamento del Teatro Stabile
di Torino e la direzione di Renzo Giovampietro – il teatro è
stato oggetto di un importante intervento di restauro e di
ripristino su progetto dell'arch. prof. Pier Luigi Cervellati di
Bologna e ha riaperto i battenti il 15 dicembre 2007. Di
particolare pregio e in buon stato di conservazione è la parte
dell'apparato scenotecnico costituita dalle macchine lignee. Il
Teatro Selve di Vigone resta l'unico teatro all'italiana
superstite del Pinerolese, nonché uno dei pochi teatri storici
ancora esistenti nella Provincia di Torino. (liberamente tratto
da un testo di Simone Monge)
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