ALEX PRESENTA
I MONUMENTI STORICI DI ROMA
IL COLOSSEO
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Colosseo, Roma L'anfiteatro Flavio di Roma, fatto erigere da Vespasiano a partire dal 75 d.C. nel luogo dove un tempo
sorgeva il lago della Domus Aurea di Nerone e inaugurato da Tito nell'80 con oltre tre mesi di giochi e cerimonie
pubbliche. L'edificio fu completato nella parte superiore da Domiziano e restaurato da Alessandro Severo, che rifece il
colonnato della summa cavea. Il nome Colosseo si affermò durante il Medioevo, derivato forse dal colosso di Nerone,
una statua alta più di 30 m posta nelle vicinanze.
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Edificato per ospitare i combattimenti fra gladiatori e le lotte (o cacce, dette venationes) tra uomini e animali feroci, ma
anche, secondo una tradizione ora da molti considerata infondata, luogo del martirio di molti cristiani, l'anfiteatro, il cui
diametro maggiore misura 188 m e quello minore 156, poteva accogliere circa 50.000 spettatori distribuiti in tre ordini di
gradinate: proteggeva il pubblico dal sole un grande velario mobile, tirato su una struttura a travi che poggiava sulle
mensole dell'ultimo piano della costruzione. La facciata, alta più di 48 m, era scandita in tre ordini di arcate più un
quarto livello con finestre: in origine, ognuno degli archi incorniciava una statua in marmo raffigurante una divinità o un
personaggio importante.
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Attorno all'arena ellittica, che poteva anche essere inondata d'acqua per le simulazioni di battaglie navali, due palchi
erano riservati rispettivamente alla famiglia imperiale e alle vestali. Gli scavi hanno rivelato l'eccezionale solidità delle
fondazioni, costituite da uno strato di pozzolana (bitume fatto con sabbia di origine vulcanica) spesso 7,5 m e da muri
circolari in tufo, e articolate in un complesso sistema di piccole cupole che sostengono i corridoi e le gradinate. I
sotterranei sono attraversati da passaggi coperti, spesso collegati tra loro da montacarichi destinati a sollevare le bestie.
Uno dei corridoi comunicava direttamente con la vicina caserma dei gladiatori, detta Ludus Magnus.
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Nel 404 l'imperatore Onorio abolì con un decreto i ludi dei gladiatori, mentre i combattimenti con le fiere pare abbiano
continuato a svolgersi fino al VI secolo. Tre terremoti, precisamente nel 442, nel 508 e nell’841, provocarono crolli nella
struttura, danneggiando soprattutto la facciata in travertino; al degrado naturale si aggiunse l'incuria dei papi, che fecero
spogliare il monumento dei suoi marmi per abbellire i propri palazzi e le residenze dell'aristocrazia romana. Fu
solamente sotto il pontificato di Pio VII, all'inizio dell'Ottocento, che si cominciò a rivalutare e restaurare l'edificio
antico. Nel XX secolo, nell'ambito della risistemazione urbanistica voluta da Benito Mussolini, divenne uno dei due
estremi della via dei Fori Imperiali.
LA COLONNA
TRAIANA
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Colonna Traiana Colonna eretta nel foro di Traiano per commemorare le due campagne militari in Dacia
(Romania), nel 101-107 d.C. e dedicata all’imperatore dal senato e dal popolo nel 113; come il nuovo
foro, anche il monumento fu realizzato con il bottino di guerra. Posta dietro la basilica Ulpia, la Colonna
è alta 128 piedi romani (38 metri) ed è formata da 29 grandi blocchi di marmo bianco di Carrara; sulla
sua sommità in origine era collocata una statua in bronzo alta quasi 5 metri, raffigurante Traiano in abiti
militari, nel XVI secolo sostituita da un’immagine di San Pietro realizzata da Tommaso della Porta e
Leonardo Sormani.
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La Colonna Traiana, come altre nella Roma antica, ha carattere celebrativo; sulla base, i rilievi
raffigurano pile di armi e armature daciche, sormontate da ghirlande portate da quattro aquile imperiali,
mentre il toro (modanatura convessa) è scolpito a forma di corona d'alloro. Circostanza insolita, la
Colonna serviva anche da belvedere: una scala a chiocciola all'interno, illuminata da quaranta finestre
disposte a intervalli regolari, portava fino a una piattaforma che a 36 m di altezza si affacciava sulla città.
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La Colonna è nota soprattutto per il fregio a spirale, un bassorilievo lungo 200 metri che sale
avvolgendola, e racconta la storia delle due guerre daciche attraverso 155 scene con oltre 2600 figure.
Disegni e calchi in gesso consentono oggi una più diretta fruizione del fregio, che costituisce un
importante documento per lo studio della storia dei daci e delle tattiche e degli equipaggiamenti militari
romani, nonché un fondamentale capitolo della storia dell'arte antica. Lo sviluppo dello schema
iconografico testimonia una lettura fortemente ideologica dei fatti: i rilievi costituiscono infatti una sorta
di trasposizione figurativa della Dacica di Traiano, il racconto perduto delle due campagne, improntata
dunque alla visione dell’autore circa il potere imperiale. Dopo la morte prematura dell'imperatore (117
d.C.), le sue ceneri furono deposte alla base della colonna, vero e proprio monumento funebre alla sua
memoria.
L’ARA PACIS
• Ara Pacis Augustae Monumento edificato a
Roma per celebrare la pace stabilita
dall'imperatore Augusto dopo le campagne in
Spagna e in Gallia. La costruzione dell'altare
fu decisa dal senato nel 13 a.C.; venne
dedicato nel 9 a.C. e collocato nel Campo
Marzio. Era costituito di un podio rettangolare
(11x10 m), che faceva da supporto all'altare
propriamente detto, circondato da un recinto,
quest'ultimo decorato da motivi floreali nella
parte inferiore e da figure umane nella parte
superiore. Sui lati lunghi del recinto è
rappresentata la cerimonia dedicatoria; sui lati
corti sono scolpite Tellus, la Terra, la dea
Roma sul lato orientale, Enea che offre
sacrifici ai penati sul lato occidentale.
• L'altare è stato portato alla luce dagli scavi
condotti tra il 1903 e il 1938 e, integrato delle
parti mancanti conservate in musei italiani e
stranieri, è stato riportato alla struttura
originaria.
FORO ROMANO
• Foro romano (latino forum,
"luogo del mercato" o "luogo
aperto"), termine con cui gli
antichi romani indicavano
l'ampio spazio rettangolare e
aperto, al centro di una città,
che costituiva il luogo di
riunione dei cittadini. In origine
spazio non recintato, privo di
edifici, nel quale ci si riuniva
nei giorni di mercato e in
occasione di feste religiose,
elezioni o altri avvenimenti di
carattere pubblico, divenne il
centro politico dove si
trovavano gli edifici civici e
amministrativi e i templi più
importanti
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