2 / 15 Loadmaster 4 Sgombero di proiettili sul Grimsel 10 I resti dei proiettili della DCA vengono raccolti e smaltiti Il Taflir dirada la nebbia 15 Il gruppo radar alla riunione del Consiglio dei ministri OSCE La difesa contraerea al Morgarten La FOA si presenta alla cerimonia per l’anniversario 22 Editoriale In ogni situazione Care lettrici, cari lettori, le Forze aeree vengono impiegate in ogni situazione. La scorsa estate, caratterizzata da temperature torride, si è avuta l’ennesima chiara dimostrazione che il nostro esercito non entra in azione soltanto in caso di eventi particolari. In diversi luoghi in Svizzera nelle Alpi si è registrata una penuria di acqua. Oltre a prestare numerosi impieghi d’aiuto minori, l’esercito ha in particolare fornito aiuto ai Cantoni di Vaud e di Friburgo, dove sulle Alpi mancava acqua per le mucche. Complessivamente l’esercito ha prestato 1216 giorni – uomo nel quadro dell’aiuto militare in caso di catastrofe. Una parte considerevole di questa prestazione sussidiaria è stata assunta dalle Forze aeree: i nostri elicotteri hanno trasportato circa 2220 metri cubici di acqua su diversi alpeggi totalizzando 318 ore di volo. Sensibilmente più breve, ma comunque decisivo è stato il nostro impiego in occasione del vasto incendio scoppiato a Horn (TG) sul lago di Costanza. Un’ora circa dopo l’allarme, sul posto era già presente il primo elicottero delle Forze aeree. In un unico giorno, con tre elicotteri sono state gettate complessivamente 450 tonnellate di acqua sull’area industriale in fiamme. Secondo quanto spiegato più tardi dal comandante dei pompieri di Arbon, gli elicotteri delle Forze aeree rappresentavano l’unico mezzo per poter spegnere l’incendio negli edifici difficilmente raggiungibili e pericolanti. Questi impieghi con elicotteri sono solo una piccola parte dei compiti contemplati nel profilo prestazionale delle Forze aeree. Affinché possiamo continuare a fornire il nostro contributo a favore della sicurezza in Svizzera e nel suo spazio aereo, necessitiamo di mezzi moderni in quantità sufficiente. In tal senso, sono lieto di poter contare sull’appoggio del Parlamento. In autunno, quest’ultimo ha approvato l’acquisto del sistema di ricognitori telecomandati 15 (ADS 15), con cui sostituiremo l’ADS 95 ormai obsoleto. I prossimo passi da compiere saranno la sostituzione dell’odierna difesa contraerea con la difesa terra – aria 2020 (DTA 2020) e l’acquisto di un nuovo aereo da combattimento, per il benessere e la sicurezza del nostro Paese. Comandante di corpo Aldo C. Schellenberg, comandante delle FA 2 esercito.ch Forze aeree 2 / 15 Contenuto Immagine di copertina Nel servizio di volo con elicotteri, il loadmaster assume vari compiti, per esempio si occupa dell’argano di salvataggio sul Super Puma. (Foto: DDPS) Contenuto 4 «È il lavoro dei miei sogni» Il loadmaster nel servizio di volo con elicotteri 6 Rotori invece delle luci blu Servizio di polizia aerea con elicotteri 8 Più luce con meno corrente elettrica Illuminazione della pista rispettosa dell’ambiente 9 Il profilo prestazionale è formulato Rapporto del comandante delle Forze aeree 12 Adeguare il rischio al compito Seminario sulla sicurezza di volo a Lucerna 6 10 Il Taflir dirada la nebbia 14 La difesa contraerea al Morgarten 13 Il segno distintivo dei quadri Cerimonia di promozione della scuola delle onde direttive Sgombero di proiettili Militari di milizia e collaboratori di professione hanno raccolto i proiettili della DCA nella zona del Grimsel 14 Sull’attenti per la cancelliera tedesca La scuola GE fornisce la formazione d’onore per Angela Merkel 16 Le opportunità offerte da Facebook La FOA aiuto cond 30 punta sui social media 18 Dobbiamo dare la priorità al reclutamento di quadri Rapporto annuale della FOA dell’aviazione 31 20 Il futuro dell’aviazione Un pilota spagnolo di droni a Emmen 24 Un esercito moderno La DCA si presenta a Full-Reuenthal Il gruppo radar mobile in impiego alla riunione del Consiglio dei ministri OSCE 26 Bisogna imparare a condurre Corsi di formazione per comandanti e ufficiali di stato maggiore 28Agenda Impressum esercito.ch, la rivista dei militari della Forze aeree, viene pubblicata due volte all’anno in tedesco, francese e italiano. Prossima edizione: 1 / 2016 Chiusura redazionale: 21 marzo 2016 Esce il: giugno 2016 Editore: comandante delle Forze aeree Redazione: Comunicazione delle Forze aeree, Redazione esercito.ch, David Marquis, Papiermühlestrasse 20, 3003 Berna, Telefono 058 464 37 46, [email protected] Traduzioni: Servizi di traduzione DDPS Impaginazione: Comunicazione delle Forze aeree Stampa: Stämpfli AG, 3001 Berna Cambiamenti d’indirizzo: I militari incorporati per scritto alla Direzione militare del rispettivo Cantone di domicilio. Tutti gli altri alla Comunicazione delle Forze aeree, Papiermühlestrasse 20, 3003 Berna Copyright: DDPS, settore Difesa Internet: www.esercito.ch www.forzeaeree.ch La FOA si presenta alla cerimonia per l’anniversario della battaglia esercito.ch Forze aeree 2 / 15 3 Impiego L’attività quotidiana di un loadmaster «È il lavoro dei miei sogni» Prima del volo l’elicottero viene controllato per mezzo di una lista di controllo. Nerina Eugster, Comunicazione Forze aeree Per Carlo Colmelet la giornata inizia presto. Se è previsto un volo alle 7.30, alle 6.15 è già al lavoro. Prima che un elicottero possa decollare, infatti, il loadmaster ha parecchio da fare. La prima cosa da fare è preparare l’elicottero al volo. Sulla base di diverse liste di controllo, l’elicottero viene esaminato in tutte le sue parti ed eventuali piccole lacune vengono colmate direttamente. Per problemi più importanti può essere richiesto l’intervento di loadmaster specializzati nelle riparazioni. Se il loadmaster è soddisfatto dello stato dell’elicottero, lo prepara per l’incarico concreto. «A seconda della missione monto il verricello, preparo il materiale da caricare o, in caso di trasporto di persone, provvedo affinché i tappi per le orecchie e i sacchetti di carta per il mal d’aria siano sufficienti», spiega Colmelet. Istruzione presso l’aerodromo di Alpnach Colmelet è loadmaster presso il padiglione 3 di Alpnach da quasi dieci anni. «Sono cresciuto ad Alpnach e qui, nel padiglione 2, 4 esercito.ch Forze aeree 2 / 15 Foto: Nerina Eugster Foto: Nerina Eugster Ripara, controlla e prepara gli elicotteri, si occupa del carico e dei passeggeri, fa rifornimento di carburante, manovra il verricello, guida imbarcazioni di salvataggio e aiuta durante i decolli e gli atterraggi. L’ambito d’attività del loadmaster, ancora poco conosciuto, è estremamente diversificato. Carlo Colmelet, del centro di competenza dell’esercito per gli elicotteri di Alpnach, ci racconta la sua professione. Mentre i piloti scorrono le loro liste di controllo, Colmelet sorveglia le operazioni di partenza. ho svolto l’apprendistato di polimeccanico», racconta Colmelet, che continua: «l’aerodromo è sempre stato parte di me. Anche mio padre lavora qui. Dopo l’apprendistato sono stato soldato d’aviazione a Payerne, ho lavorato per la RUAG, ho frequentato la scuola sottufficiali e la scuola media professionale e ho lavorato in ambito civile, finché nel 2006 sono tornato all’aerodromo in qualità di loadmaster». Il mestiere di loadmaster comprende un’ampia gamma di compiti. Da un lato, in qualità di meccanico d’aeromobili, è responsabile della manutenzione e della rimessa in efficienza degli elicotteri, esegue controlli e riparazioni e assume 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, il cosiddetto picchetto «troubleshooting», ovvero la ricerca di guasti dell’elicottero durante l’impiego. Ad Alpnach, il centro di competenza delle Forze aeree svizzere per gli elicotteri, i loadmaster del padiglione 2 si sono specializzati in questi compiti. Dall’altro lato il loadmaster è responsabile della preparazione dell’elicottero e del servizio di volo. Questi compiti spettano agli specialisti del padiglione 3. Grazie al principio di rotazione che prevede lo scambio di collaboratori tra i padiglioni 2 e 3, tutti i loadmaster possono essere impiegati in entrambi i settori, come spiega Carlo Colmelet: «Ogni anno, per due-tre settimane lavoriamo nell’altro padiglione. In questo modo il know-how non va perso». Il lavoro di loadmaster Dopo il controllo dell’elicottero e la preparazione del materiale necessario per la missione, è compito del loadmaster provvedere affinché il decollo avvenga senza intoppi. Mentre nel cockpit i piloti scorrono le loro liste di controllo, Carlo Colmelet, vestito di tutto punto, è davanti all’elicottero e sorveglia le operazioni di partenza. Controlla che all’esterno dell’elicottero tutto sia in ordine, che vicino al rotore non si trovino né oggetti né persone e si tiene pronto a intervenire in caso di problemi. Il fatto che i piloti possano mettersi in volo senza controllare l’esterno dell’elicottero, ovvero senza quello che in gergo viene chiamato «go around check», è una peculiarità delle Forze aeree svizzere. Questo è un segno della fiducia dei piloti nelle All’ultimo momento Colmelet entra in cabina. capacità dei loadmaster. All’ultimo minuto, infine, Colmelet entra nella cabina dell’elicottero. Durante l’atterraggio, in particolare su suolo irregolare, il loadmaster apre la porta della cabina e aiuta il pilota a portare a terra l’elicottero in tutta sicurezza. In caso di impiego con il Puma, a meno che si tratti di un volo a pieno carico o destinato a spostare l’elicottero da un punto all’altro, a bordo vi è sempre un loadmaster. Accompagna tra l’altro i trasporti di VIP, della truppa o di altre persone, gli impieghi antincendio e «Search and Rescue» (SAR), lo sgombero di proiettili, il trasporto di materiale e gli impieghi con il visore notturno. È inoltre competente per la manovra del verricello e può essere impiegato in qualità di assistente per voli di salvataggio perché ha ottime conoscenze in ambito sanitario. Quando il loadmaster non è in volo esegue controlli di volo intermedi o riparazioni, rifornisce di carburante gli elicotteri e svolge attività d’ufficio. «C’è sempre qualcosa da fare», afferma Colmelet ridendo. Il lavoro di loadmaster è variato e comprende impieghi di varia natura. Per essere Foto: Eugen Bürgler Foto: Nerina Eugster Impiego Colmelet (appeso al verricello) durante un impiego con l’EC635. all’altezza, i loadmaster vengono formati in diversi settori, come spiega Carlo Colmelet: «Oltre alla nostra formazione di meccanico d’aeromobili impariamo a manovrare i verricelli, a guidare autocarri e imbarcazioni di salvataggio e anche a rifornire di carburante gli elicotteri. Seguiamo inoltre un corso di sopravvivenza base come pure una formazione destinata agli assistenti di volo per trasporti merci e voli di salvataggio e veniamo istruiti per gli impieghi SAR. Prima di poter essere impiegati integralmente in tutti i settori ci vogliono almeno da due a quattro anni. Per questo mestiere l’esperienza è fondamentale». Tecnica e lavoro di gruppo I presupposti per poter lavorare come loadmaster sono un’istruzione tecnica di base e l’idoneità al volo. Quest’ultima viene verificata ogni 1–2 anni, a seconda dell’età del loadmaster. Inoltre bisogna lavorare volentieri all’esterno e avere una buona condizione fisica generale, come precisa Carlo Colmelet: «Veniamo impiegati con ogni tempo e ci capita di sollevare pesi. Fisicamente è impegnativo». Sono pure indispensabili flessibilità e spirito di gruppo. «Nel nostro lavoro ci sono spesso impieghi non pianificati, ad esempio in caso di incendi boschivi, inondazioni, trasporti di legname e d’acqua o recupero di velivoli. Sono casi che richiedono flessibilità», sottolinea Colmelet. Questo lavoro comprende anche impieghi all’estero. In qualità di loadmaster bisogna essere disposti a prestare servizio all’estero, ad esempio in Kosovo, 3–4 settimane all’anno. Sommandole agli impieghi per il Super Puma Display Team all’estero e agli impieghi inaspettati, in un anno si è all’estero per 4–8 settimane. Per garantire tutto ciò è necessaria una buona intesa, sia tra i loadmaster e i piloti che con la propria famiglia. «Lavoriamo in stretta collaborazione e con i piloti abbiamo un ottimo rapporto. Ho anche l’appoggio di mia moglie. È il lavoro dei miei sogni», conclude Carlo Colmelet. «È complesso e bisogna essere consapevoli della responsabilità che si assume. Nel contempo è molto vario e interessante. Non c’è un giorno uguale all’altro, e questo mi piace molto». ■ esercito.ch Forze aeree 2 / 15 5 Impiego Servizio di polizia aerea con elicotteri Rotori invece delle luci blu Un Super Puma sta identificando un Pilatus PC-7 quale velivolo che ha violato le regole. Finora le Forze aeree hanno impiegato principalmente aerei da combattimento per il servizio di polizia aerea. Durante la protezione di conferenze sono stati completati con Pilatus PC-7. Dal 2014, in caso di fabbisogno è possibile impiegare anche elicotteri, che presentano vantaggi soprattutto in caso di obiettivi lenti e che volano a bassa quota. Un fuciliere a bordo offre un’ulteriore possibilità d’intervento. David Marquis, Comunicazione Forze aeree Una giornata estiva con tempo splendido, il traffico aereo è molto intenso sopra il lago di Neuchâtel. Il capitano Stephan Oberhauser e il capitano Philippe Weber devono tenere opportunamente sotto controllo lo spazio aereo attorno al loro Eurocopter EC635 a causa dei numerosi aeroplani sportivi. Tuttavia, il loro compito vero e proprio è quello di identificare un velivolo che volta sopra il lago in provenienza da ovest. I due piloti ricevono le indicazioni direttamente dalla Centrale d’impiego difesa aerea (Cen impg dif aer) a Wangen bei Dübendorf. In tale sede è presente un Tactical Fighter Controller (TFC, in passato ufficiale controllore d’inter- 6 esercito.ch Forze aeree 2 / 15 cettazione), che fornisce indicazioni precise su come intercettare l’aereo sensibilmente più rapido rispetto all’elicottero. Di consueto, il TFC svolge missioni di F/A-18 e di piloti Tiger applicando esattamente la stessa procedura. In base alle informazioni del TFC, il capitano Weber dirige il suo EC635 sempre più vicino all’oggetto da identificare. Ed ecco che in lontananza i due piloti scorgono l’aereo sotto forma di un piccolo punto nero. Ma il punto si avvicina molto rapidamente e diventa sempre più grande. Weber effettua una virata stretta a sinistra posizionandosi alla sinistra del velivolo ad ala fissa. Il timing deve essere perfetto: se il pilota vira troppo tardi, la distanza dal velivolo obiettivo diventa troppo grande. La lacuna può essere colmata nuovamente solo a malapena vista la relativa lentezza dell’elicottero. Ora Stephan Oberhauser inizia con l’identificazione. Dapprima annuncia al TFC un aereo monomotore biancorosso. Dopo che Weber si è avvicinato ulteriormente con l’elicottero all’obiettivo, Oberhauser può aggiungere che si tratta di un Pilatus PC-7 con a bordo due persone e l’immatricolazione è A-918. Per questa volta non è necessario un intervento, la missione dei due piloti di elicotteri si è conclusa con l’identificazione visiva. Rientrano quindi all’aerodromo militare di Payerne. La Francia come esempio Il volo d’identificazione di Oberhauser e Weber si è svolto nel quadro del corso d’istruzio- Impiego Creazione di un pool di piloti La procedura d’impiego sviluppata in Francia ha nel frattempo suscitato interesse a livello internazionale. Negli USA, dal 2006 la Coast Guard protegge la capitale Washington secondo il modello francese mediante MH-65C Dolphin. Anche il ten col Pascal Hügli ha visitato la «Parisis» e assolto in loco il corso di formazione per il servizio di polizia aerea. L’esperto pilota di elicotteri è capo Istruzione trasporto aereo presso le Forze aeree svizzere e in tale funzione è responsabile per l’istruzione degli equipaggi di elicotteri nel servizio di polizia aerea. «Non è previsto di istruire tutti i piloti di elicotteri ma vogliamo disporre di un pool per eventuali impieghi», spiega il ten col Hügli. E aggiunge: «Gli specialisti per il servizio di polizia aerea sono i piloti di jet. Per noi le procedure e le geometrie rappresentano una novità. Dapprima dobbiamo anche familiarizzarci con la collaborazione con un TFC e l’utilizzo della «Tactical Voice» alla radio». Per tale motivo, durante i voli d’allenamento sull’elicottero o nel velivolo da intercettare è presente un pilota di jet. Può fornire preziosi consigli pratici in occasione del debriefing. Il corso d’allenamento era incentrato esclusivamente sull’identificazione e sull’eventuale accompagnamento di un aereo intercettato fino al momento dell’atterraggio. Analogamente a quanto avviene in Francia, durante l’impiego con il Super Puma è presente un fuciliere di bordo che, nel peggiore dei casi, potrebbe combattere un pilota ostile. Il col SMG Frédéric Ryff, per molti anni pilota di jet da combattimento e oggi comandante dell’aerodromo di Emmen, spiega: «Tutti i mezzi per il servizio di polizia aerea vengono comandati dal Chief Air Defense, CAD, presso la Centrale d’impiego difesa aerea». In base alle prime informazioni di cui dispone, decide quali mezzi impiegare per l’identificazione di un velivolo che ha violato le regole. Fattori decisivi sono, tra l’altro, la quota di volo e la velocità». Sinora, in occasione di impieghi come il WEF o la conferenza sulla Siria a Montreux, il CAD ha avuto a disposizione jet da combattimento e Pilatus PC-7 nonché, in determinati casi, cannoni DCA. A ciò si sono ora aggiunti gli elicotteri con il fuciliere di bordo. Contro oggetti lenti Il col SMG Ryff vede i vantaggi dell’elicottero soprattutto nel caso di oggetti volanti lenti: «Abbiamo la possibilità di identificare altri elicotteri, aerei sportivi monomotore, ma anche velivoli ultraleggeri o parapendii motorizzati. Per tali compiti il PC-7 è talvolta già troppo veloce». Anche in caso di coltri nuvolose basse, l’elicottero può essere operativo sotto le nubi, ciò che spesso non è più possibile con velivoli ad ala fissa in valli strette. Una nuova minaccia molto discussa è costituita dai droni. Frédéric Ryff spiega: «I cosiddetti minidroni non sono critici. Da un lato possono portare solo un carico utile molto ridotto, dall’altro il pilota deve trovarsi nelle immediate vicinanze e può quindi essere fermato dalla polizia al suolo». Diversa la situazione per i grandi droni con un peso di 30 chilogrammi o più, che sul piano legale non vengono più considerati degli aeromodelli: «Questi sono possibili obiettivi per i nostri elicotteri visto che possono percorrere lunghi tragitti mediante la navigazione satellitare e teoricamente portare anche carichi esplosivi pericolosi». In tale caso, il CAD ha non solo la possibilità di identificare, ma anche di intervenire: «Abbiamo a bordo del Super Puma un fuciliere del comando forze speciali dell’esercito, che, in caso di necessità, può combattere obiettivi piccoli e lenti dall’elicottero», puntualizza il col SMG Ryff. Prove di tiro, in cui si è sparato dal portello laterale aperto dell’elicottero in volo, hanno mostrato che si può raggiungere una quota elevata di colpiti. Processi come nei jet Il processo relativo all’impiego di armi a partire dall’elicottero si svolge analogamente a quello nei jet da combattimento: «Il CAD prende contatto con il decisore politico, di regola il capo del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) oppure, in caso di delega, con il comandante delle Forze aeree, e se del caso ordina l’impiego delle armi con il suo consenso». Ciò va inteso come ultimo mezzo possibile, se bisogna partire dal presupposto che sussista una minaccia terroristica diretta. ■ Foto: DDPS ne relativo all’«Air Policing On Helicopter» (APOH). Tale procedura proviene originariamente dalla Francia, dove l’escadron d’hélicoptères 03.067 «Parisis» protegge lo spazio aereo sopra la capitale con dieci Eurocopter AS555 Fennec. Questa squadra viene però impiegata anche puntualmente in altri luoghi, come ad esempio presso la stazione spaziale di Kourou nella Guyana francese. Da quando si verificarono gli attentati l’11 settembre 2001 negli USA, la squadra si occupa principalmente del servizio di polizia aerea. Nel settore di Parigi vi è una prontezza d’allarme per 365 giorni all’anno, 24 ore su 24. Durante gli impieghi è presente a bordo anche un fuciliere delle forze speciali dell’Armée de l’Air. La «Parisis» è già stata impiegata più volte per la protezione di conferenze, ad esempio nel 2008 in occasione del vertice dei ministri della difesa europei a Deauville o nel 2009 durante il vertice della Nato a Strasburgo. Gli strumenti dell’Eurocopter EC635 appoggiano i piloti nella fase di avvicinamento al velivolo da identificare. esercito.ch Forze aeree 2 / 15 7 Impiego Illuminazione della pista a LED Foto: DDPS Più luce con meno corrente elettrica Nei prossimi anni gli impianti d’illuminazione degli aerodromi militari verranno sostituiti con sistemi basati su LED. Gli impianti di segnalazione luminosa delle superfici destinate al traffico aereo delle Forze aeree si basano oggi su lampade alogene e vengono impiegati da oltre 50 anni. I pezzi di ricambio sono ormai rari. Di conseguenza, per la manutenzione è già stato necessario riutilizzare materiale di vecchi aerodromi militari. Nel corso dei prossimi anni, i vecchi impianti alogeni verranno sostituiti da fari a LED ad alta efficienza energetica. David Marquis, Comunicazione Forze aeree «Dobbiamo dare avvio a un salto generazionale. I pezzi di ricambio per le lampade alogene sono molto rari, la manutenzione è costosa e inoltre consumano molta corrente elettrica», spiega Harry Morger, capo Equipaggiamento aerodromi in seno allo Stato maggiore delle Forze aeree. Gli effetti del passaggio alla tecnologia a LED (vedi riquadro) saranno notevoli: «È possibile risparmiare oltre il 50 % di corrente elettrica. Inoltre, la durata di vita delle lampade supera le 25 000 ore, un valore notevole», prosegue Harry Morger. In questo modo diminuisce anche la necessità di manutenzione. Si prevede i costi d’esercizio provocati dagli impianti di segnalazione luminosa delle superfici destinate al traffico aereo possano essere notevolmente ridotti. Risparmi nel campo delle infrastrutture A seguito delle raccomandazioni di varie autorità di regolamentazione, in futuro le Forze aeree dovranno anche illuminare le vie di rullaggio fino ad oggi sprovviste d’illuminazione. Se si continuasse ad utilizzare lampade alogene, il fabbisogno di corrente elettrica aumenterebbe e sarebbe quindi necessario ampliare e potenziare gli impianti elettrici esistenti. «Grazie alle lampade a LED, nonostante l’estensione delle superfici illuminate, consumeremo meno corrente elettrica di quanta ne utilizziamo oggi. Ciò significa che potremo rinunciare a costosi adeguamenti dei cavi e dei generatori», spiega Harry Morger. Le lampade alogene non verranno tutte sostituite contemporaneamente. «Prima utilizzeremo i LED nel quadro di progetti come la 8 esercito.ch Forze aeree 2 / 15 sostituzione dell’illuminazione fissa della pista a Emmen. In seguito, le lampade a LED verranno montate anche nel corso della manutenzione ordinaria», afferma Morger. ll responsabile del progetto prevede che in questo modo le lampade alogene verranno completamente sostituite entro circa dieci anni. Potenti da illuminare interi hangar Harry Morger aggiunge: «Se si considera questo lasso di tempo e si aggiunge il ciclo di vita delle lampade, dobbiamo scegliere una nuova soluzione che rispetti i requisiti tecnici ed ecologici per i prossimi trent’anni. Abbiamo quindi optato per la soluzione più efficiente disponibile sul mercato». È in ogni caso plausibile che gli aerodromi utilizzino in futuro sempre di più la tecnologia LED: «Le lampade a LED sono oggi abbastanza potenti da illuminare interi hangar e spazi esterni», conclude Harry Morger. ■ La tecnica LED Il diodo luminoso (light emitting diode, abbreviato LED) è stato inventato nel 1962 e veniva inizialmente utilizzato solo nei display, per esempio nei caratteristici schermi verdi e rossi delle vecchie calcolatrici tascabili. Nel corso del tempo sono stati sviluppati LED sempre più potenti e a partire dagli anni novanta è stato possibile utilizzarli come mezzi d’illuminazione. Le moderne lampadine a LED sono più efficienti delle lampade a risparmio energetico basate sulla stessa tecnologia delle lampade al neon. La quota di mercato delle lampade a LED raggiunge già il 50 %. Rapporto Rapporto informativo del comandante delle Forze aeree Il profilo prestazionale è formulato Mercoledì 20 maggio 2015, presso l’aerodromo militare di Emmen, il comandante delle Forze aeree, comandante di corpo Aldo C. Schellenberg, ha tenuto il suo rapporto informativo annuale. Davanti a circa 800 quadri militari e civili delle Forze aeree, ha gettato uno sguardo sulle sfide imminenti. David Marquis, Comunicazione Forze aeree All’inizio del rapporto, il comandante delle Forze aeree ha ricordato che negli ultimo dodici mesi la sua truppa ha dovuto affrontare un numero straordinariamente alto di impieghi e di grandi esercizi, in particolare il Consiglio dei ministri dell’OSCE a Basilea, il World Economic Forum a Davos, l’esercizio con truppe al completo STABANTE 15 e l’AIR14 in occasione del centenario delle Forze aeree. Parallelamente si è dovuta garantire l’istruzione nelle scuole e nei corsi. La prontezza viene incrementata Conseguenze dell’USEs Per quanto riguarda l’ulteriore sviluppo dell’esercito (USEs), Aldo C. Schellenberg ha affermato: «le sorelle gemelle dell’USEs sono le finanze. Senza un budget per l’esercito di cinque miliardi di franchi all’anno, l’attuazione è messa a repentaglio». Nel prosieguo del rapporto informativo, i comandanti delle formazioni d’addestramento delle Forze aeree hanno illustrato quali effetti avrà l’USEs sulle strutture delle rispettive formazioni e sull’istruzione futura. È stata anche effettuata una retrospettiva sull’esercizio con truppe al completo STABANTE 15, al quale hanno partecipato circa 6000 militari: la direzione dell’esercizio e i partecipanti hanno spiegato brevemente quali insegnamenti hanno tratto da quest’esercizio di grandi proporzioni e quali misure ne sono conseguite. ■ Foto: Rolf Dammer Il comandante di corpo Schellenberg è poi passato a trattare del concetto di sicurezza dello spazio aereo a lungo termine che il Consiglio federale ha approvato nell’agosto 2014: «Il profilo prestazionale per le Forze aeree del futuro è ora chiaramente formulato. Occorre ora continuare a lavorare su questa base». Ciò significa che la prontezza d’intervento nel servizio di polizia aerea deve essere garantita fino al 2020 per 24 ore su 24. Inoltre, occorre acquistare i sistemi MALS plus (si- stema radar nell’ambito degli aerodromi militari), il sistema di droni da ricognizione 15 (ADS 15) e il sistema di difesa terra aria 2020 (DTA 2020). A medio termine bisogna inoltre puntare all’acquisto di un nuovo aereo da combattimento per sostituire gli antiquati F-5 Tiger. Circa 800 quadri delle Forze aeree e ospiti hanno partecipato al rapporto informativo a Emmen. esercito.ch Forze aeree 2 / 15 9 Impiego Sgombero di proiettili Al lavoro con sacchi per il riso Per tre giorni, nella regione dei ghiacciai del Lauteraar, del Finsteraar e di Fiesch vi è stato un andirivieni fuori dall’ordinario. Uomini e donne, equipaggiati con piccozze e calzature robuste, hanno setacciato la zona degli obiettivi della piazza di tiro DCA di Gluringen alla ricerca di proiettili della Formazione d’addestramento della difesa contraerea 33 (FOA DCA 33). Nerina Eugster, Comunicazione Forze aeree La seconda giornata dedicata allo sgombero di proiettili nella zona degli obiettivi della piazza di tiro DCA di Gluringen è caratterizzata da un clima autunnale particolarmente piacevole. Splende il sole e le temperature sono miti. Di buon umore, una ventina di aiutanti si mette al lavoro sotto la direzione del distaccamento alpino delle Forze aeree. Il loro compito consiste nel cercare nel ghiaccio e nella ghiaia proiettili DCA del calibro di 35 millimetri e del peso di 500 grammi e di raccoglierli. Per trovarne il maggior numero possibile il lavoro deve essere svolto in modo sistematico. Seguendo le istruzioni del capogruppo Philippe Blatter, i partecipanti formano una colonna lasciando 3–5 metri tra una persona e l’altra. Per poter recuperare i proiettili incastrati sotto alle pietre e congelati nel ghiaccio ogni aiutante riceve una piccozza, che agevola anche gli spostamenti sul suolo irregolare. Inoltre, ogni persona porta con sé un sacco per l’acqua verde nel quale vengono temporaneamente raccolti i proiettili. Fianco a fianco con la milizia Ogni due anni, nella regione dei ghiacciai del Lauteraar, del Finsteraar e di Fiesch ha luogo uno sgombero di proiettili su incarico della FOA DCA 33. Quest’anno si tratta della ventunesima edizione in questa zona. La direzione spetta a Fritz Teuscher, capo del distaccamento alpino delle Forze aeree. «Nello sgombero sono coinvolti collaboratori delle Forze aeree, della BAC, della BLEs, del Centro di competenza servizio alpino dell’esercito e del Centro di competenza NBC-KAMIR, come pure militari di milizia. Le persone impiegate sono oltre 40» spiega Teuscher. I militari di milizia, che sono incorporati nel comando d’aerodromo 13 di Meiringen, hanno potuto iscriversi come volontari per questo compito in occasione del loro ultimo CR. Gli interessati erano una sessantina, ma sono stati i comandanti a scegliere chi avrebbe potuto partecipare. Il primo giorno tutti gli aiutanti sono stati preparati all’impiego dagli istruttori della FOA DCA 33, spiega Philippe Blatter, capogruppo e collaboratore del distaccamento alpino delle Forze aeree. «Da alcuni anni spariamo con munizioni d’esercizio del calibro di 35 millimetri in alluminio e metallo. Dietro alla punta sono contrassegnate con il colore grigio, blu o nero e non sono pericolose. Potrebbero tuttavia essere ancora presenti altri calibri o proiettili inesplosi contrassegnati con i colori giallo e rosa utilizzati in passato, e questi potrebbero essere pericolosi. Gli aiutanti sanno che non possono toccarli. Se trovano qualcosa del genere chiamano i collaboratori del comando KAMIR (eliminazione di munizioni inesplose e sminamento). Questi ultimi controllano quelli che potrebbero essere proiettili inesplosi e se necessario li fanno esplodere in modo controllato», specifica Blatter. Per Nel punto di deposito i proiettili vengono travasati dai sacchi per l’acqua verdi ai sacchi per il riso rosa. 10 esercito.ch Forze aeree 2 / 15 Impiego risparmiare tempo e ore di volo, durante lo sgombero tutti gli aiutanti pernottano alla capanna CAS del Finsteraarhorn. A partire dalle 8 del mattino, due elicotteri EC635 li portano sul ghiacciaio. Lo sgombero sul ghiacciaio procede speditamente. Ogni due metri si vede un aiutante che fissa intensamente il suolo, per poi brandire la piccozza e liberare un proiettile. «In passato non era nemmeno necessario cercarli, ce n’erano dappertutto. Ora invece raccogliamo i resti che i ghiacciai ci restituiscono. Ogni anno i proiettili sono sempre meno, ciò significa che le azioni di sgombero sono state utili», racconta Blatter, che continua: «Ma non raccogliamo soltanto proiettili. Portiamo via qualsiasi tipo di rifiuti. Spesso troviamo nastrini e biglietti dei palloncini che vengono lanciati durante i matrimoni, ma abbiamo già recuperato anche suole di scarpe, bottiglie vuote e materiale lasciato sul posto dai glaciologi. Quest’anno abbiamo persino trovato una padella, un casco e un proiettile del calibro di 75 millimetri».A intervalli regolari Blatter richiama gli aiutanti. I sacchi per l’acqua verdi vengono svuotati e i proiettili e i rifiuti vengono travasati in sacchi per il riso rosa, che sono particolarmente stabili e facilmente riconoscibili dall’alto per i piloti. Al momento della pausa pranzo, trascorsa su una morena, i punti di deposito dei sacchi per il riso rosa sono già numerosi. Durante il pranzo si ride molto, l’atmosfera è distesa. «Questo impiego è divertente», dicono all’unanimità i militari di milizia. «Il lavoro è fuori dall’ordinario, possiamo volare in elicottero e facciamo qualcosa di utile», aggiungono. Gli aiutanti cercano con attenzione. Gli elicotteri trasportano i sacchi per il riso rosa fino al passo del Grimsel. Sgombero con l’elicottero Foto: Nerina Eugster Rinvigoriti, il pomeriggio gli aiutanti si rimettono al lavoro. Improvvisamente, ecco il rumore di un elicottero in avvicinamento. Tutti si fermano e osservano come l’elicottero si abbassa con prudenza per atterrare accanto a un punto di deposito di sacchi per il riso. Non si tratta di un compito facile, come spiega il pilota militare Philippe Weber: «L’atterraggio sul ghiacciaio è impegnativo perché non si riesce a ‹parcheggiare› correttamente l’elicottero da nessuna parte». Ma non è nemmeno necessario, perché non appena l’elicottero tocca terra si apre la porta della cabina e un collaboratore del distaccamento alpino scende con un balzo per caricare i sacchi per il riso. Per il trasporto dei sacchi, durante questi tre giorni il team di Fritz Teuscher ha sempre a disposizione due EC635. I sacchi vengono trasportati in elicottero fino al passo del Grimsel, dove i rifiuti e i proiettili vengono smistati e infine trasportati con un autocarro. Al termine dei tre giorni di lavori di sgombero sui ghiacciai, mercoledì sera Fritz Teuscher si dice molto soddisfatto dello svolgimento: «Il lavoro è stato un vero successo. In totale abbiamo raccolto 5,3 tonnellate di proiettili. Tutti hanno collaborato con motivazione e solerzia e le tre giornate si sono concluse senza incidenti né contrattempi». ■ esercito.ch Forze aeree 2 / 15 11 Sicurezza di volo Seminario a Lucerna Adeguare il rischio al compito La sicurezza di volo è un aspetto molto importante nelle Forze aeree. Per sottolineare la grande rilevanza del tema, il comandante delle Forze aeree, Aldo C. Schellenberg, ha convocato tutti i quadri del servizio di volo a un seminario dedicato alla sicurezza di volo che si è tenuto mercoledì 23 settembre presso il Centro d’istruzione dell’esercito a Lucerna (CIEL). David Marquis, Comunicazione Forze aeree «Il Safety Management System delle Forze aeree è una specie di cassetta degli attrezzi nella quale si trovano tutti i processi volti a migliorare la sicurezza di volo», ha spiegato il colonnello Stéphane Rapaz, capo Sicurezza di volo, nella sua presentazione introduttiva. Ha anche precisato che le Forze aeree agiscono in un contesto molto variato. Il livello di sicurezza auspicato dipende dal rispettivo compito. In caso di impiego con jet da combattimento durante un conflitto sono accettabili rischi più elevati di quelli tollerati per un volo VIP: «Per questo motivo dobbiamo essere in grado di adeguare la nostra gestione dei rischi alla situazione. Si tratta di mantenere sempre un buon equilibrio tra prudenza e prestazioni». Punto di vista esterno Sfruttare la libertà d’azione La situazione di sovraccarico del personale è stata constatata anche dal medico capo dell’Istituto di medicina aeronautica (IMA), dr. Andres Kunz. Il medico ha formulato alcuni consigli su come affrontare tale situazione: «Rispettate i limiti imposti a livello finanziario e di personale, poiché non sono previsti miglioramenti in proposito. Sfruttate però anche le vostre libertà d’azione personali e coltivate la cultura della nostra organizzazione». L’appuntamento si è concluso con una tavola rotonda moderata da Thomas Bucheli, capo del servizio meteorologico presso l’emittente televisiva SRF ed ex ufficiale delle Forze aeree, durante la quale si è discusso esaustivamente sulle attuali sfide nel campo della sicurezza di volo. ■ Foto: David Marquis Nell’intento di conoscere la qualità del Safety Management System delle Forze aeree, il comandante di corpo Aldo C. Schellenberg ha chiesto alla Segretaria generale del DDPS di effettuare una valutazione esterna. Tale incarico è stato affidato agli esperti Richard Bührer e Andreas Etzweiler. Bührer ha dichiarato: «Per quanto concerne il modo di procedere avevamo carta bianca». è stato quindi deciso di svolgere colloqui esaustivi con 21 persone aventi un ruolo chiave. «Abbiamo così constatato che il livello nel settore della sicurezza di volo è elevato. Siamo rimasti impressionati dalla Flight Safety Policy stipulata dal comandante. Il cambiamento di cultura che prevede un’analisi delle cause piuttosto che punizioni, è notevole per un esercito», specifica Richard Bührer. Sussiste tuttavia ancora potenziale di miglioramento. Gli strumenti della sicurezza di volo non sono per esempio ancora sufficientemente conosciuti. Anche nel settore delle risor- se di personale è stata individuata una certa necessità di intervenire: «Molti quadri sono sovraccarichi», ha illustrato il relatore. Bührer vede un ulteriore potenziale nella cooperazione con i partner e spiega: «Le subordinazioni devono avvenire in ossequio al principio militare secondo cui a ogni settore corrisponde un capo e un compito». Il comandante delle Forze aeree Schellenberg ha affermato: «Nessuno può eliminare il compito di ponderare bene il compito e i rischi. Ognuno deve occuparsene nel proprio settore». La sicurezza deve essere parte integrante di qualsiasi analisi del compito e di tutte le decisioni. I collaboratori e la milizia devono essere istruiti in tal senso: «La sicurezza deve essere una costante», afferma Schellenberg, richiamando l’attenzione sul fatto che le notifiche devono essere coerenti: «Chi commette un errore non intenzionale, non in modo distruttivo e senza un’intenzione criminale non deve temere punizioni». L’organizzazione della sicurezza in volo funziona soltanto se applichiamo un reporting degli eventi basato sulla sincerità. Thomas Bucheli (a sinistra) ha moderato la tavola rotonda sulla sicurezza di volo. 12 esercito.ch Forze aeree 2 / 15 FOA aiuto cond 30 Cerimonia di promozione della scuola delle onde direttive 62-2 Il segno distintivo dei quadri Foto: mad. Foto: Nerina Eugster Al termine di dodici settimane di stage pratico è finalmente giunto il grande momento: 70 militari della scuola delle onde direttive 62-2 (scuola ondi 62) sono stati promossi per mano del comandante della scuola, tenente colonnello SMG Pascal Muggensturm. Nel discorso tenuto davanti a 32 ospiti e oltre 200 tra militari e amici ha parlato dell’intensa istruzione, dei modelli da seguire e del rispetto che porta nei confronti dei nuovi quadri. 69 uomini e una donna sono stati promossi a un nuovo grado militare. Con una stretta di mano il tenente colonnello SMG Pascal Muggensturm ha promosso gli aspiranti al loro nuovo grado. Nerina Eugster, Comunicazione Forze aeree bo un suggerimento per i futuri quadri: «Chi affronta le cose con umorismo sarà un capo migliore. Le risate uniscono. Attenetevi quindi al principio dei quattro elementi: dedizione, rigore, bontà e umorismo». Sull’attenti e all’apparenza rilassati, gli aspiranti attendevano in chiesa con le mani appoggiate sui fianchi e lo sguardo rivolto in avanti mentre il tenente colonnello SMG Pascal Muggensturm annunciava la scuola delle onde direttive 62 al brigadiere Willy Siegenthaler, ex comandante della Formazione d’addestramento aiuto cond 30. «Iniziare!», è stato l’ordine ricevuto in risposta. Rispetto verso i nuovi quadri Poi, con voce chiara, Muggensturm si è rivolto agli ospiti e ai famigliari. «Oggi, al termine di un lungo e intensivo periodo d’istruzione, 70 cittadini svizzeri provenienti da 18 Cantoni ricevono il loro brevetto», ha dichiarato. «Hanno lavorato sodo per questa promozione e se la sono guadagnata. Ora ricevono il segno distintivo dei quadri affermati». Nelle ultime dodici settimane di stage pratico gli aspiranti hanno assunto la responsabilità di condurre altre persone, impiegando il loro tempo a favore della collettività. Non è una cosa ovvia. «Per questo meritano il mio rispetto e la mia gratitudine», ha aggiunto Muggensturm. «Ma non è solo per merito loro che sono diventati ciò che sono oggi. Cari aspiranti, soffermatevi un istante a guardare i vostri genitori e i vostri esempi seduti tra il pubblico, le persone che vi hanno educato e hanno fatto di voi dei giovani di successo e di buone maniere. La condotta dei vostri genitori si è dimostrata efficace, che lo sia anche la vostra», ha concluso il tenente colonnello. A tal proposito il cappellano militare della scuola, capitano Stefan Zürcher, aveva ancora in ser- Al passo coi tempi Con questo augurio in tasca i giovani aspiranti hanno infine ottenuto la loro promozione. Sotto i flash degli apparecchi fotografici, il tenente colonnello Muggensturm ha promosso gli aspiranti ai gradi di tenente, sergente maggiore capo, furiere o sergente con una stretta di mano. Grazie alla loro istruzione sono al passo coi tempi, ha dichiarato l’oratore ospite e consigliere nazionale Beat Walti (PLR/ZH): «Nella trasmissione di dati e nella comunicazione possono cambiare repentinamente aspetti fondamentali. Anche nell’esercito sarà lo sviluppo digitale a determinare il successo o l’insuccesso. L’esercito deve rimanere al passo con questi sviluppi». Durante l’aperitivo servito in coda alla cerimonia, il neopromosso tenente Stefan Stucki ci ha illustrato come ha vissuto la promozione: «La cerimonia è stata emozionante, sebbene avessi già vissuto situazioni analoghe. Ho percepito un certo nervosismo solo al momento di stringere la mano al comandante. Il piacere di affrontare la nuova sfida è predominante». Il comandante era invece più nervoso: «È la prima volta che svolgo una promozione. Ritengo doveroso offrire una buona cerimonia ai nostri militari di milizia. Per questo motivo ero ragionevolmente nervoso. Ho vissuto come un privilegio il fatto di poter promuovere questi giovani quadri a un nuovo grado militare», confida Pascal Muggensturm. ■ esercito.ch Forze aeree 2 / 15 13 FOA aiuto cond 30 La scuola GE si schiera in formazione d’onore Sull’attenti per la cancelliera tedesca Quando la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga ha accolto a Berna la cancelliera tedesca Angela Merkel le reclute della SR GE 64/2-15 si sono messe sull’attenti, schierandosi in formazione d’onore. È già la seconda volta che alla scuola gode di questo privilegio. Maggiore Kathrin Loppacher, capo comca FOA aiuto cond 30 Giovedì 3 settembre 2015. Ore 5.00 diana, ore 6.00 appello d’entrata nell’area della caserma di Jassbach (BE). Controllo della rasatura, della capigliatura e della tenuta. Quello che aspetta la scuola reclute 64/2-15 dopo un primo esercizio di guerra elettronica (GE) è molto solenne. Di lì a poche ore tutta la Svizzera avrà gli occhi puntati sugli 89 militari che si schiereranno in formazione d’onore. Sono passati appena due mesi dalla prima richiesta del Protocollo militare. Il capitano Mahdi Shahbari, comandante di compagnia della SR GE 64/2-15, ha ricevuto l’incarico definitivo nella prima metà di agosto, quindi più di tre settimane prima dell’impiego previsto. «Durante il periodo di preparazione è difficile evitare che vengano sospesi blocchi d’istruzione o che vi sia uno scambio di importanti sequenze d’istruzione. In questo caso abbiamo dovuto elaborare soluzioni nell’ambito del servizio specialistico e dell’istruzione di guida. La nuova disposizione non ha però creato problemi e il team è riuscito a gestirla», spiega il comandante di compagnia. Visione d’insieme e attenzione al dettaglio Scorta della polizia per le reclute Quando il 3 settembre alle 7 i pullman sono partiti alla volta di Berna l’atmosfera era perfetta. Il capitano Shahbari descrive così le emozioni prima della cerimonia: «Le reclute erano molto motivate e felici di partecipare all’evento, perché sapevano che forse un’occasione così capita una sola volta nella vita. Anche la presenza dei media era qualcosa di speciale per molti della compagnia». Alla caserma di Berna lo svolgimento si è ripetuto due volte con la musica militare davanti all’addetto alla difesa tedesco. Alle 10.40 la formazione d’onore è stata scortata dalla polizia fino alla Münsterplatz, dove si è messa in posizione e ha definito gli ultimi dettagli. La cerimonia vera e propria, ovvero il passaggio della presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga e della cancelliera tedesca Angela Merkel, è durata circa 15 minuti compresa l’esecuzione degli inni nazionali di entrambi i Paesi. ■ Foto: cap Leandro Röthlisberger La preparazione è durata diverse settimane ed è stata divisa in vari blocchi. In una prima fase di preparazione è stato innanzitutto necessario informare la compagnia e selezionare le reclute. Il capitano Shahbari, in qualità di comandante della formazione d’onore, ha diretto l’incontro informativo sulla piazza d’armi di Jassbach. Per garantire l’uniformità della formazione d’onore sono state scartate sia le reclute con tatuaggi visibili o capelli lunghi sia i militari che non indossano stivali da combattimento 90 perché dispensati. Nella formazione d’onore non si possono portare gli occhiali, i militari che li utilizzano hanno quindi dovuto toglierli dopo la presentazione sulla piazza. Anche la tenuta è stata esaminata. Tutte le divise dovevano avere un colore uniforme, eventuali parti rovinate o altre irregolarità non sono ammesse in una formazione d’onore. Anche i berretti, che di solito contraddistinguono l’Arma, sono stati uniformati e quindi ad esempio i cuochi di truppa hanno sostituito il loro berretto rosso vino con uno nero. Dopo che la formazione d’onore si era già esercitata per molte ore con il comandante Shahbari presso la caserma, nella settimana della cerimonia l’aiutante di stato maggiore Simon Burren del Protocollo militare si è unito alla compagnia e ha stabilito la disposizione definitiva. Come guardie per il podio, che si trovano in una posizione esposta, sono stati scelti due capisezione della medesima statura. Inoltre sono state date le prime istruzioni al distaccamento d’esercizio composto da dieci militari responsabile della pulizia e del controllo finale degli stivali, del vitto nonché della disposizione delle cordicelle per l’allineamento sul posto. È stato creato anche un distaccamento sanitario debitamente equipaggiato. La formazione d’onore è pronta a ricevere la cancelliera tedesca Angela Merkel. 14 esercito.ch Forze aeree 2 / 15 FOA Esibizioni aiuto cond di volo 30 Riunione del Consiglio dei ministri OSCE a Basilea Foto: sdt Milan Rohrer Il Taflir dirada la nebbia Mentre si teneva la riunione del Consiglio dei ministri dell’OSCE, presieduta dal presidente della Confederazione Didier Burkhalter, a cui partecipavano 57 ministri degli esteri, 1200 membri delle delegazioni e 200 rappresentanti dei media, erano impiegati 3600 militari 24 ore su 24. La truppa del radar tattico d’aviazione TAFLIR ha appoggiato con il suo sistema mobile la centrale d’impiego nella zona di Basilea. Resoconto della visita all’ubicazione coperta dalla neve e difficilmente accessibile. Il TAFLIR è stato installato su un’altura isolata del Giura, direttamente al margine di un bosco. Uff spec (cap) Daniel Fiechter, gruppo comca FOA aiut cond 30 Una fitta nebbia mattutina sovrasta l’altopiano del Giura tabulare e le temperature sono gelide. Dopo circa 40 minuti e aver sbagliato strada più volte nella nebbia, troviamo la stradina stretta che dalla strada principale porta alla postazione Taflir. È coperta dalla neve, solo le tracce di pneumatici dal grosso profilo stanno a indicare che qui circolano veicoli pesanti. La lunga curva a destra davanti a noi, in leggera salita, scompare nel nulla. Pochi minuti dopo il paesaggio invernale diventa teatro di un scena strana: potenti riflettori, autocarri ben mascherati, una vera e propria selva di antenne, container militari, il radar tattico d’aviazione (TAFLIR); e tutt’intorno una recinzione su una vasta area. Abbiamo raggiunto la postazione Taflir e il capitano Mike Butora ci sta già aspettando. È il comandante della compagnia radar delle Forze aeree 21, che gestisce il loco il Taflir. Sintetizzare l’immagine della situazione aerea Secondo Butora la sfida maggiore è già stata gestita. Il sistema che pesa diverse tonnellate, incluso il materiale, è stato trasportato sulla neve e lungo strette strade forestali e di campagna, ed è ora installato, funzionante e operativo a pieno regime. Il Taflir è il sistema d’impiego radar tattico mobile delle Forze aeree per rilevare la situazione nello spazio aereo inferiore e completa il sistema Florako, installato sulle cime delle montagne, che sorveglia lo spazio aereo superiore. I dati radar captati dall’enorme antenna primaria, anche con la nebbia più fitta, vengono trasmessi tramite l’antenna a onde direttive direttamente alla Centrale d’impiego delle Forze aeree, consentendo così l’allestimento di un’immagine della situazione aerea in forma sintetica. Quest’ultima, a sua volta, è indispensabile per sorvegliare lo spazio aereo sopra la zona d’impiego e per coordinare l’impiego dei jet da combattimento e degli elicotteri. Secondo Butora, l’esercizio a turni 24 ore su 24 dei soldati radar garantisce un impiego continuato in condizioni difficili nel quadro dell’OSCE. Il lavoro accurato, che si può osservare dappertutto, testimonia l’elevata motivazione e le eccellenti prestazioni dei soldati. In effetti la posizione è tenuta in perfetto ordine nonostante la neve e la fanghiglia, i sentieri sono ricoperti da trucioli di legno e i veicoli sono parcheggiati con precisione millimetrica. I container adibiti ad alloggi sono installati in modo adeguato e all’interno della postazione Taflir sono stati fissati dei cartelli indicatori per la gente non pratica del posto. Il locale dove si trovano i soldati è stato munito di un tetto, costruito a regola d’arte, è riscaldato e offre protezione dalle intemperie. Spostamenti impegnativi Lo spostamento della postazione è un’impresa titanica, che non può essere pianificata molto tempo prima a causa dei criteri tattici: in caso di minaccia o di necessità in seguito a un mutamento geografico, il posto d’impiego può emanare l’ordine di cambiare l’ubicazione. Non è lo stesso spostare la propria auto o diverse tonnellate di materiale per la postazione, inclusa un’intera compagnia con cucina, deposito e materiale. Per garantire la sorveglianza dello spazio aereo, durante lo smantellamento, lo spostamento e la ricostruzione della postazione, assumono temporaneamente il compito degli F/A-18 e dei posti d’informazione distribuiti sul territorio. Tutti i militari coinvolti sono chiamati a partecipare attivamente e contribuiscono con slancio affinché il radar sia nuovamente operativo entro 24 ore. Durante l’impiego di quest’anno a favore dell’OSCE non è previsto uno spostamento della postazione TAFLIR. Se ne rallegrano sia i soldati sia il comandante. ■ esercito.ch Forze aeree 2 / 15 15 FOA aiuto cond 30 La Formazione d’addestramento nel web 2.0 Le opportunità offerte da Facebook I social media, in primo luogo Facebook, sono parte integrante della società moderna. I vantaggi, ad esempio una comunicazione facile e veloce in tutto il mondo, canali gratuiti o opportunità di presentazione, assumono un ruolo di primo piano. La reticenza in seno all’esercito è tuttavia alquanto elevata. Ciononostante la Formazione d’addestramento dell’aiuto alla condotta 30 ha deciso di affrontare questa sfida. Un rapporto intermedio. capo Comca FOA aiuto cond 30 Presso lo Stato maggiore della Formazione d’addestramento dell’aiuto alla condotta 30 è stata a lungo discussa la realizzazione di una pagina Facebook. A ottobre 2013 si è arrivati a una svolta: l’uff spec (cap) Daniel Fiechter, capo Internet della FOA, ha presentato il progetto social media all’allora comandante della Formazione d’addestramento, brigadiere Willy Siegenthaler, e allo Stato maggiore di milizia. La questione centrale era chiara: come è possibile garantire la sorveglianza del canale da parte di un militare di milizia, mediante un controllo costante, senza tuttavia gravare sulla gestione dei giorni di servizio? Oggi disponiamo dei dati esatti. «Ogni mese dedico complessivamente due ore alla pianificazione, all’organizzazione e al controllo dei contributi. L’app sullo smartphone notifica immediatamente i commenti e le attività sulla pagina Facebook e in caso di necessità posso reagire prontamente», afferma Fiechter. «Per me la sfida maggiore prima della creazione della pagina è stato il fatto che circa l’80 per cento dei militari di professione e degli ufficiali superiori non hanno un profilo Facebook. Prima di poter illustrare i benefici per la FOA ho quindi dovuto spiegare di cosa si tratta e come funziona», prosegue il capo Internet. Concezione e valutazione Da tempo Daniel Fiechter aveva integrato nella strategia Internet la possibilità di una presenza sui social media. Il comandante della Formazione d’addestramento ha quindi deciso di cominciare con una «fase test» di un anno. Dopo l’approvazione dei primi contributi concernenti il rapporto annuale, nel mese di dicembre 2013 è stata attivata la pagina Facebook. All’inizio i contributi sono stati pubblicati in modo molto sporadico; in questo modo è stato possibile acquisire le prime esperienze. In seguito il progetto è stato ampliato costantemente e sono state sperimentate nuove opportunità. Attualmente la pagina Facebook conta circa 600 «sostenitori» e tale cifra continua a crescere; ogni settimana la pagina viene visitata da cir- 16 esercito.ch Forze aeree 2 / 15 ca 2500 persone. «In occasione del rapporto annuale 2014 della FOA aiuto cond 30 il capo dell’esercito ha citato un commento positivo tratto dalla pagina Facebook e in poco tempo si sono aggiunti 50 ‹Like›. Tuttavia non raggiungiamo ancora il numero di ‹Like› delle pagine dei blindati», spiega Daniel Fiechter. Facebook offre alla Formazione d’addestramento un nuovo gruppo di dialogo che non sempre ha un rapporto diretto con l’ambito militare. Informazione e segretezza La dicotomia tra relazioni pubbliche e segretezza è, in particolare per l’esercito, molto ampia. Cosa contribuisce a migliorare la comprensione – cosa deve rimanere segreto? Per quanto concerne l’aiuto cond 30, la risposta a quest’ultima domanda è «molto». Per questo motivo è stato necessario definire chiare linee gerarchiche e istanze d’autorizzazione. «Per creare nuovi contenuti devo cercare io stesso le informazioni. Quale militare di milizia devo recarmi presso le scuole e i gruppi se voglio ottenere nuovi temi e contributi. Non posso aspettarmi che tutti siano portati per i social media», spiega Fiechter. In linea di principio vengono pubblicate informazioni su impieghi (ad es. della Formazione d’onore della Scuola GE 64-2/15) o sull’inizio di SPT dei gruppi; talvolta vi sono anche ritratti di militari della milizia. Non vengono tuttavia pubblicati contributi di carattere politico. Sinora queste direttive hanno permesso di smentire i timori di un possibile «shitstorm». I commenti e i feedback in merito ai contenuti sono nettamente positivi. Per ampliare la portata delle informazioni provenienti dalla Formazione d’addestramento è stato aggiunto recentemente un canale YouTube. Il primo video sull’impiego, l’interazione e il valore aggiunto dei gruppi intitolato «Der Lehrverband FU 30 stellt sich vor» (disponibile in tedesco e in francese) ha avuto un inizio promettente (cfr. intervista). «In futuro l’obiettivo sarà quello di pubblicare più video su YouTube come, ad esempio, ritratti e dichiarazioni di militari in servizio, riassunti di esercizi o contenuti simili. Un prossimo passo sarebbe sicuramente Instagram, per poter pubblicare le ottime immagini di cui disponiamo secondo il principio ‹Le persone raccontano storie in modo multimediale›», afferma il capo Internet. Twitter non viene invece preso in considerazione poiché questo canale ha dei ritmi troppo sostenuti. La sua conclusione dopo la fase di test e un consiglio per le formazioni ancora senza una pagina Facebook? «Provateci! I timori iniziali si sono rivelati infondati – al contrario. Sinora la risposta è stata del tutto positiva. All’inizio non è nemmeno necessario un progetto complesso e dettagliato poiché grazie alle esperienze acquisite è possibile aggiustare velocemente la mira», conclude Daniel Fiechter. È tuttavia essenziale che il comandante sia a favore dei social media – e ciò presuppone una certa libertà d’azione. ■ www.facebook.com/LvbFu30 Foto: FOA aiuto cond 30 Maggiore Kathrin Loppacher, Il gruppo della comunicazione FOA aiuto cond 30 utilizza Facebook dal 2013. FOA aiuto cond 30 La Formazione d’addestramento su YouTube – dall’idea al click «Una idea è il passo più importante» Foto: FOA aiuto cond 30 Il soldato Milan Rohrer, fotografo e membro del gruppo Media della FOA aiuto cond 30, è responsabile per la progettazione e la realizzazione del nuovo video della Formazione d’addestramento. Nell’intervista spiega l’approccio al progetto e le sfide che ha dovuto affrontare. Il filmato mostra i compiti della Formazione d’addestramento grazie a semplici illustrazioni. Maggiore Kathrin Loppacher, capo Comca FOA aiuto cond 30 Per quale motivo è stato scelto un filmato per presentare la Formazione d’addestramento? L’idea è nata in modo spontaneo. Ci hanno assegnato il compito di trasmettere in modo chiaro il messaggio «La Formazione d’addestramento aiuto cond 30 fornisce un contributo fondamentale nell’ambito dell’aiuto alla condotta e dell’allestimento di un’immagine della situazione aerea in forma sintetica». Abbiamo cominciato con un brainstorming per decidere come il gruppo Media potesse formulare e rappresentare tale messaggio nel modo più semplice possibile. Dai nostri appunti è nata direttamente la prima bozza del filmato. Personalmente ero molto entusiasta di poter realizzare un filmato poiché anche nel privato sono attivo in questo ambito. Quali sfide ha presentato la produzione? Noi rappresentanti dei media conosciamo molto bene le strutture della Formazione d’addestramento, ma non tutti comprendono pienamente come collaborano i singoli corpi di truppa. Mettersi nei panni dei non addetti al lavoro e fingere di non conoscere la materia è stata la sfida maggiore per i partecipanti al progetto. Con questo filmato siamo riusciti a presentare in modo chiaro la Formazione d’addestramento. Cosa è importante durante la realizzazione di un filmato? Una buona preparazione semplifica enormemente la produzione e, in particolare, la post produzione. Il filmato è stato girato in un solo take (senza interruzione); era quindi importante che si definisse cosa doveva essere disegnato in quale momento. Grazie a questa attenta preparazione, dopo due sequenze le riprese erano terminate. Il filmato è una sorta di fumetto. Come ti sei deciso per una determina- Quale programma hai utilizzato? ta tecnica? Il filmato doveva essere facilmente comprensibile. Creare un disegno e al contempo spiegare a parole i concetti è un ottimo metodo poiché tramite le illustrazioni è più semplice seguire le parole del narratore. La maggior parte del lavoro è stata eseguita in modo analogico durante le riprese. Poiché tutto è stato filmato in un unica volta non c’è stato bisogno di tagliare. Gli effetti digitali sono stati creati con «After Effects». Quanto tempo ha richiesto la produzione? Qual è il tuo consiglio per altri militari interessati a tale ambito? Il primo filmato di prova è stato creato in due giorni. La versione finale è stata realizzata, grazie alla buona preparazione, in un giorno e mezzo. Siamo stati in grado di lavorare così velocemente grazie alla collaborazione e al sostegno all’interno del team. Non sono necessarie telecamere costose o conoscenze professionali per realizzare un filmato. Una buona idea è il primo e più importante passo e contribuisce ampiamente alla realizzazione di un filmato con mezzi modesti. ■ esercito.ch Forze aeree 2 / 15 17 FOA av 31 Rapporto annuale della FOA dell’aviazione 31 Dobbiamo dare la priorità al reclutamento di quadri idonei Foto: DDPS Il 4 settembre scorso si è svolto a Estavayer-le-lac il rapporto annuale 2015 della Formazione d’addestramento dell’aviazione 31, diretto dal brigadiere Peter Soller. Come relatrice ospite è intervenuta Doris Frick, ambasciatrice del Liechtenstein in Svizzera. I partecipanti hanno seguito le esibizioni in volo dal ponte di un battello. 18 esercito.ch Forze aeree 2 / 15 FOA av 31 capo Comunicazione FOA av 31 Il brigadiere Peter Soller, in carica come comandante della Formazione d’addestramento dell’aviazione 31 dagli inizi del 2014, ha scelto un contesto un po’ insolito per svolgere il rapporto annuale della sua unità, a cominciare dalla frizzante relatrice ospite nella persona dell’ambasciatrice del Liechtenstein in Svizzera, Doris Frick. «Invasione» nel Liechtenstein Foto: FOA av 31 Con la sua presentazione intitolata «Conoscete il Liechtenstein?» la rappresentante del corpo diplomatico ha saputo entusiasmare i militari per questo piccolo Paese situato sull’altra sponda del Reno. Il suo aneddoto relativo a un’«invasione» del suo ministato da parte dell’Esercito svizzero avvenuta nel 2007, quando un nucleo di 170 soldati si era perso nei pressi di St. Luzisteig, ha suscitato l’ilarità dell’uditorio. Inoltre, molti presenti erano all’oscuro del fatto che già dal 1868 il L’ambasciatrice del Liechtenstein Doris Frick era invitata come relatrice ospite. Principato del Liechtenstein non ha più un esercito. Pure per la presentazione dei suoi quattro comandanti, ovvero il colonnello SMG Markus Thöni (scuola per piloti), il colonnello SMG Simone Rossi (scuola reclute e scuola sottufficiali), il tenente colonnello SMG Rolf Imoberdorf (scuola ufficiali e istruzione di reparto) e il colonnello Adrian Fischer (comando di droni), il brigadiere Soller ha optato per una soluzione fuori dal comune: ha, infatti, organizzato una tavola rotonda durante la quale i quattro sono stati chiamati a rispondere alle domande del loro superiore e del pubblico. I più sollecitati sono stati Fischer e Thöni. Il primo a causa dell’acquisto del nuovo drone Hermes 900, che sarà introdotto dal 2019 e pone quindi il comando dei droni di fronte a grosse sfide, mentre nel caso del secondo il centro d’interesse era focalizzato sul previsto adeguamento dell’istruzione per piloti militari. «Attualmente quest’ultima ha una durata troppo lunga ed è eccessivamente orientata sulla formazione accademica», ha commentato Thöni. Il colonnello SMG auspica invece che in futuro i piloti tornino ad accedere al cockpit in una fase più precoce e vengano coinvolti più rapidamente negli impieghi. Impegno a favore dell’USEs Nel suo discorso, Peter Soller ha rievocato le prestazioni della Formazione d’addestramento nel corso degli ultimi mesi. In futuro saranno determinanti l’impegno a favore dell’ulteriore sviluppo dell’esercito (USEs) e il reclutamento di quadri idonei per le formazioni di milizia e l’organizzazione di professionisti. Per concludere i partecipati al rapporto hanno potuto assistere a una breve dimostrazione dei mezzi aeronautici della formazione d’addestramento nel contesto di un giro in battello sul Lago di Neuchâtel avvenuto in una giornata radiosa. Il rapporto annuale si è dunque concluso così come era cominciato: fuori dal comune e ricco di sorprese. ■ Foto: FOA av 31 Uff spec (magg) Sandro Genna, Il brigadiere Peter Soller (a sinistra) ha presentato le prestazioni della Formazione d’addestramento dell’aviazione 31, di cui è comandante dal 2014. esercito.ch Forze aeree 2 / 15 19 FOA av 31 Un pilota di drone spagnolo Il futuro dell’aviazione Per sei settimane si svolge a Emmen il corso di riconversione sul sistema di droni da ricognizione 95 (ADS 95). Oltre a un operatore di drone svizzero, assolve il corso di formazione anche un pilota di Eurofighter spagnolo. Si tratta dell’ultimo di una serie di militari di professione spagnoli che hanno appreso a Emmen le nozioni pratiche sui droni per poter poi istruire loro stessi in Spagna i futuri piloti di droni. Un drone nel cielo sopra Zurigo. Nerina Eugster, Comunicazione FA Presso l’aerodromo militare di Emmen regna una fervente attività. La Patrouille Suisse si sta spostando in direzione dell’hangar mentre il maggiore Daniel Böhm, capo pilota di droni, si sta recando alla stazione di controllo a terra dei droni. Non appena giunto alla stazione di controllo, si sente il tipico rumore di un drone. Il maggiore Böhm indica verso est da dove un piccolo punto nero si sta avvicinando. Poco tempo dopo il drone atterra 20 esercito.ch Forze aeree 2 / 15 con precisione e si arresta pochi metri dopo sobbalzando un po’ sulla pista d’erba. Un partecipante spagnolo Nel frattempo il «capitán» Miguel Angel Perez Casanoves si sta preparando nel capannone 3, quello dei droni, alla sua prossima missione d’allenamento. Si trova in Svizzera da due settimane per assolvere il corso di riconversione quale pilota di droni presso il comando di droni 84 a Emmen. Come i suoi predecessori sta apprendendo le nozioni pratiche sui droni in modo che dopo aver concluso l’istruzione possa egli stesso lavorare in Spagna come istruttore di piloti di drone. È la seconda volta che si trova in Svizzera per questo motivo. A gennaio aveva portato a termine il blocco di teoria di due settimane che riguardava conoscenze tecniche specifiche ai droni. Partendo da questa base, segue ora l’istruzione pratica di sei settimane. «In gennaio ho appreso tutto il giorno nozioni teoriche. Era abbastanza faticoso. Ora il mio programma prevede che in un deter- FOA av 31 Trasmettere il know-how «A partire dal 2011 le Forze aeree spagnole anno inviato ogni anno uno o due piloti per assolvere l’istruzione a Emmen. In seguito, questi piloti operano come istruttori di volo presso la scuola di drone delle Forze aeree spagnole a Salamanca», spiega il colonnello Adrian Fischer, comandante del comando di droni 84. Dal momento che tale scuola è ancora in fase di realizzazione, la Spagna necessita del know-how per creare un Centro di competenza per i droni. Il corso di riconversione in Svizzera permette il necessario trasferimento del know-how. Casanoves spiega: «La Svizzera vanta una grande esperienza nell’impiego dei droni dal momento che li utilizza dagli anni ’90. Qui posso approfittare di strutture valide e di processi perfezionati. In Svizzera ricevo la migliore istruzione d’Europa in materia di droni». Oltre al know-how che viene trasmesso, la Svizzera quale ubicazione d’istruzione ha anche un altro vantaggio determinante per i futuri pilori di drone spagnoli: la possibilità di far volare i droni nello spazio aereo generale. Questo perché sebbene la Spagna utilizzi i droni nell’ambito di impieghi all’estero, nel Paese stesso è consentito farli volare solo entro il campo visivo e in spazi aerei militari limitati e altrimenti inaccessibili. Ne consegue che i droni non possono essere integrati nel normale traffico aereo e non possono pertanto essere utilizzati per l’impiego operativo all’interno del Paese. «Voliamo solo nello spazio aereo militare. Pertanto non possiamo nemmeno svolgere alcun impiego a favore della polizia o del Corpo delle guardie di confine», afferma Miguel Casanoves, «per tale ragione veniamo qui. Per esercitarci nel volo al di fuori dello spazio aereo militare e nello spazio aereo utilizzato anche in ambito civile». In Svizzera si tratta della prassi comune. Oltre che per i compiti principali di acquisizione delle informazioni e di verifica ottica delle informazioni, vengono effettuati voli anche per le cosiddette missioni «Command & Control» a favore del Corpo delle guardie di confine e per impieghi simili a favore della sicurezza nazionale. «Abbiamo compiuto notevoli progressi nell’integrazione dello spazio aereo e ci troviamo quindi un una buona posizione per trasmettere il relativo know-how», afferma il maggiore Böhm. «In compenso ricevo dai piloti spagnoli, che sono essi stessi istruttori di volo, preziosi feedback sul nostro sistema d’istruzione. Ciò è molto importante per migliorarsi costantemente», aggiunge Böhm. Una nuova sfida La riconversione quale pilota di drone di un pilota di velivoli con equipaggio è lo stesso per il personale di professione e di milizia e per gli ospiti spagnoli. Dal momento che sono tutti in possesso di una licenza di pilota, non devono essere impartite loro le basi dell’aviazione come ad esempio la meteorologia, l’aerodinamica o la meccanica del volo ma il corso di formazione può concentrarsi sulle peculiarità del volo dei droni. Ciononostante, la complessità e l’elevato livello di astrazione per quanto riguarda le nozioni pratiche sui droni come pure la separazione dal cockpit rappresentano una sfida sia per i piloti di linea che per quelli di jet da combattimento. Casanoves è lieto di affrontare questa sfida. Era uno dei motivi per i quali si è candidato per il corso di riconversione. «Un drone vola in maniera totalmente diversa rispetto a un jet. Questa riconversione mi apre un’ampia gamma di nuove possibilità. Inoltre offre numerosi vantaggi per lo svolgimento della mia carriera. D’altro canto penso che i droni rappresentino il futuro dell’aviazione. Inoltre lo scambio con altri Paesi è sempre molto interessante. Sono molto contento di poter essere qui», spiega Casanoves. Con l’istruzione di base acquisita in Svizzera sarà in grado di destreggiarsi con qualsiasi sistema di droni. «È come guidare un’automobile: la freccia e il clacson li trovi sempre», aggiunge Daniel Böhm ridendo. ■ Foto: DDPS minato giorno, o la mattina o il pomeriggio, mi alleni in una missione nel simulatore. Durante l’altra metà della giornata si esercita nel simulatore l’operatore di drone svizzero. Il giorno successivo effettuo un volo reale con il drone nell’ambito della stessa missione, se le condizioni meteo lo permettono», racconta Casanoves. In caso contrario, ha la possibilità di allenarsi nel simulatore fino a tre volte di seguito. Successivamente deve tuttavia assolvere in ogni caso un allenamento con un drone vero. Dopo questa istruzione pratica segue a intervalli regolari un corso di ripetizione che quest’estate sarà frequentato da tre dei piloti spagnoli che hanno già assolto l’istruzione. Capitán Casanoves si allena nel simulatore. esercito.ch Forze aeree 2 / 15 21 FOA DCA 33 La DCA partecipa alla cerimonia per l’anniversario Foto: DDPS Tanta passione a Morgarten La difesa contraerea media con cannone e apparecchio di direzione del fuoco. In occasione dell’anniversario dei «700 anni della battaglia del Morgarten» la Formazione d’addestramento della difesa contraerea 33 si è trovata di fronte a un pubblico molto interessato. Militari della DCA ne hanno illustrato i sistemi d’arma e il compito a favore della sicurezza della Svizzera in modo competente, simpatico e appassionato. Uff spec Andy Abächerli, gruppo comca FOA DCA 33 La cerimonia per i 700 anni della battaglia del Morgarten era volta a commemorare lo spirito di resistenza dei nostri padri fondatori, il loro desiderio di libertà e di appartenenza a un’unica nazione nata da una volontà comune. Tali valori hanno contraddistinto la creazione della Confederazione fin dal 1315 e conservano ancora oggi la propria importanza. Questo vale in modo particolare per l’Esercito svizzero, composto da cittadini in uniforme che proteggono il Paese, la popolazione e le infrastrutture critiche. In 22 esercito.ch Forze aeree 2 / 15 occasione dell’anniversario della battaglia l’esercito ha presentato la propria efficienza con l’esposizione «Il tuo esercito». I militari hanno spiegato il proprio compito ai partecipanti in modo competente, simpatico e appassionato, illustrando così l’orientamento dell’esercito rispetto alle nuove minacce e ai nuovi pericoli. Ieri, oggi e domani Le Forze aeree erano presenti con mezzi di tutte le tipologie: nello spazio aereo sopra il lago di Ägeri ad esempio con la Patrouille Suisse e il PC-7 TEAM, a terra con un radar mobile d’aviazione Taflir e unità di fuoco della difesa contraerea. I visitatori hanno così potuto scoprire il sistema missilistico mobile di difesa contraerea Rapier e il sistema di cannoni DCA di calibro medio. Oltre ai sistemi d’arma è stato illustrato l’obiettivo della difesa terra-aria DTA, ovvero la protezione di oggetti, settori e formazioni. La Formazione d’addestramento della difesa contraerea 33 ha inoltre strizzato un occhio al futuro presentando il progetto dell’esercito DTA 2020. Tale progetto si basa su due sistemi: il sistema parziale a media gittata, che protegge settori, gruppi di oggetti e formazioni con una distanza d’impiego di circa 35 chilometri, e il sistema parziale a breve gittata, che come mezzo «dell’ultimo miglio» FOA DCA 33 Un cannone di difesa contraerea da 35 mm. respinge attacchi a singoli oggetti. Il pubblico era incuriosito e secondo il tenente Pascal Laesser a catturare l’attenzione era soprattutto l’efficienza, ma anche il costo dei sistemi. Alcuni visitatori hanno inoltre apprezzato di potersi perdere tra i ricordi legati alla DCA. Ascoltatori interessati «La maggior parte dei signori un po’ più anziani ascoltava con attenzione e voleva parlare prevalentemente delle differenze tecniche tra i sistemi odierni e quelli di una volta», ha affermato il soldato Florian Freitag. Il pubblico si è dimostrato stupito anche dalla frequenza degli impieghi reali della difesa Il pubblico si è dimostrato interessato alla DCA. contraerea, ad esempio per garantire la sicurezza delle conferenze internazionali. Non solo i visitatori, ma anche i militari hanno imparato qualcosa di nuovo dall’esposizione. Nella fase di preparazione si trattava di ricavare il meglio dai mezzi disponibili limitati. «Si chiedeva flessibilità, ma non è stato un problema, abbiamo imparato a essere flessibili già durante gli scorsi servizi militari», ha affermato il tenente Pascal Laesser. Anche per quel che riguarda il rapporto con le persone l’impiego è stato senza dubbio positivo. «Qui a Morgarten abbiamo imparato molto sulla comunicazione grazie ai visitatori dell’esposizione. Inoltre in generale ci siamo aperti di più con gli sconosciuti», ha spiegato il soldato Pascal Bühler. Non desideri ma necessità Tra Oberägeri e Sattel la Formazione d’addestramento della difesa contraerea 33 ha avuto ancora una volta la possibilità di spiegare in modo chiaro la prontezza all’impiego e l’utilità della difesa terra-aria. Questo è importante soprattutto in tempi in cui la sicurezza spesso è data per scontata o ritenuta senza costi. Perché anche 700 anni dopo la battaglia del Morgarten una cosa non è cambiata: la politica di sicurezza non deve essere orientata ai desideri ma alla necessità. ■ esercito.ch Forze aeree 2 / 15 23 FOA DCA 33 Raduno di veicoli militari a Full-Reuenthal Un esercito moderno Il maggiore Philipp Schumacher spiega a un visitatore dell’esposizione i missili Rapier Mk II. 10 000 sostenitori dell’esercito provenienti dalla Svizzera e dai Paesi limitrofi si sono dati appuntamento al Museo militare svizzero di Full-Reuenthal per commemorare la fine della guerra, 70 anni fa. La Formazione d’addestramento della DCA 33 ha presentato i suoi mezzi di difesa contraerea nel quadro dell’esposizione «Il tuo esercito», creando così un programma alternativo moderno. Sdt Noël Graber, gruppo comca FOA DCA 33 Dovevano esserci circa 37 gradi quando il capo dell’esercito André Blattmann si è fatto strada tra i veicoli e le apparecchiature militari ricchi di storia per raggiungere il podio dei relatori. «È senz’altro bello commemorare la fine di una guerra, ma è ancora meglio che non la si inizi del tutto»: così il comandante di corpo Blattmann ha ammonito i visitatori del raduno internazionale dei veicoli militari. L’esercito ha contribuito in larga misura a far sì che la Svizzera fosse risparmiata dalla Seconda guerra mondiale. Da allora la situazione di minaccia è però radicalmente cambiata. «Le 24 esercito.ch Forze aeree 2 / 15 guerre iniziano senza una dichiarazione», ha spiegato Blattmann riferendosi agli attacchi terroristici in Tunisia e in Francia. Per reagire a questo tipo di minacce ci vuole un esercito moderno e ben equipaggiato. Veterani meravigliati A rappresentare questo esercito moderno a Full-Reuenthal vi era la Formazione d’addestramento della DCA 33 nel quadro dell’esposizione «Il tuo esercito». In mezzo ai carri armati storici, ai veicoli fuori strada non più in dotazione e ad altre apparecchiature militari provenienti da tutto il mondo, la Formazione d’addestramento ha esposto i suoi mezzi di difesa contraerea: il sistema missilistico mobile Rapier, i cannoni DCA di calibro medio e il sistema missilistico leggero Stinger con il rispettivo sistema radar tattico Alert. Più di un veterano si è abbandonato ai ricordi di fronte ai sistemi DCA moderni. «Eh sì, la tecnologia si è evoluta, noi potevamo ancora riparare il nostro materiale con martello e cacciavite», si è meravigliato un visitatore in uniforme storica da capitano. Organizzazione logistica di prim’ordine «Avevamo il compito di presentare i mezzi della DCA in un contesto degno della situazione e ci siamo riusciti. Organizzare FOA DCA 33 Foto: FOA DCA 33 L’unità di fuoco Stinger prende posizione. Toccare con mano la difesa aerea: i cannoni DCA m. l’esposizione della DCA è stato impegnativo a livello logistico. Per il fine settimana a FullReuenthal abbiamo riunito 143 militari di diverse unità sottraendoli agli impieghi in corso e abbiamo gestito una compagnia ad hoc a Leibstadt», ha spiegato il sostituto capoprogetto competente, maggiore Philipp Schumacher. I soldati, i sottufficiali e gli ufficiali coinvolti provenivano dalle scuole reclute DCA e dalle compagnie di servizio e di supporto di Payerne ed Emmen. «Al momento i soldati sono alla 17a settimana della scuola reclute, quindi abbiamo dovuto ritirarli dall’istruzione di reparto in corso», ha puntualizzato Schumacher. L’im- Intervista al comandante di corpo André Blattmann. pegno è stato però ripagato. La difesa contraerea si è presentata nella sua veste migliore di fronte ai 10 000 visitatori a Full-Reuenthal. Il contatto con le persone è stato molto prezioso, ha affermato un soldato dell’equipaggio DCA m: «Se la popolazione sa cosa facciamo può riporre più fiducia nell’esercito». Calura estiva: obbligo di bere Per il caposezione dei missili Rapier, tenente Pascal Laesser, l’impiego a Full-Reuenthal ha rappresentato una sfida particolarmente impegnativa. Per una volta l’obiettivo non era «sparare in aria». «Il compito consisteva nel presentare le componenti del sistema d’ar- ma agli spettatori nel modo più avvincente possibile», ha spiegato il tenente Laesser. Le temperature intorno ai 40 gradi hanno richiesto uno sforzo ancora maggiore da parte dell’equipaggio DCA. «Dovevamo esortare di continuo i nostri uomini a bere. Abbiamo inoltre programmato impieghi più brevi per non esporre troppo a lungo la truppa al sole cocente», ha precisato il tenente Laesser. Non solo i soldati, i sottufficiali e gli ufficiali occupati con i sistemi d’arma, ma anche il capo dell’esercito André Blattmann ha dovuto combattere la calura e ha affermato divertito: «D’ora in poi tutti capiranno la mia proposta di costituire riserve d’acqua minerale». ■ esercito.ch Forze aeree 2 / 15 25 FOA DCA 33 Aspiranti comandanti e ufficiali di stato maggiore al Cfo tecn Bisogna imparare a condurre Chi dirige una batteria, un gruppo o un intero aggruppamento di combattimento DCA, si assume una grande responsabilità. Gli aspiranti comandanti assolvono il corso di formazione tecnica della difesa contraerea (Cfo tecn DCA) per poter affrontare questa sfida. 19 candidati lo hanno frequentato a inizio giugno: per tutti loro si tratta di una tappa fondamentale nella loro carriera militare. I partecipanti al Cfo tecn II DCA presso la caserma della difesa contraerea di Emmen. Sdt Noël Graber, gruppo comca FOA DCA 33 Durante il corso di formazione tecnica di quattro settimane a Emmen gli aspiranti comandanti hanno acquisito le basi per poter in futuro condurre all’impiego la propria batteria, il proprio gruppo o aggruppamento di combattimento DCA. «Al Cfo tecn si incontrano ufficiali DCA con le funzioni più diverse, il che rende il corso particolarmente interessante per tutti i partecipanti», spiega il tenente colonnello Martial Gross, che ha collaborato come istruttore. Nelle prime due settimane di corso gli aspiranti comandanti d’unità sono stati im- 26 esercito.ch Forze aeree 2 / 15 pegnati con il Cfo tecn I. «Queste persone arrivano direttamente dal corso di formazione alla condotta, che come ci insegna l’esperienza si concentra soprattutto sulla fanteria», spiega Gross, e prosegue: «Il nostro compito era quindi anche quello di trasmettere agli aspiranti comandanti d’unità le nozioni specifiche della DCA». I contenuti formativi sono stati stabiliti di conseguenza: tattica della difesa terra-aria, conoscenze di base sul nemico, pianificazione dell’azione e monitoraggio della situazione – sempre con l’esempio dei tre sistemi d’arma DCA Rapier, Stinger e DCA media. «Per i comandanti l’impiego inizia già con i preparativi prima del servizio, quindi ad esempio dalla chiamata in servizio, ma ovviamente il corso di formazione tecnica è incentrato soprattutto sulla condotta dell’unità nel servizio di perfezionamento della truppa», afferma Gross. Programmi su misura Nella terza e nella quarta settimana di corso si sono aggiunti altri partecipanti per il Cfo tecn II, tra i quali figuravano aspiranti comandanti di gruppo e di aggruppamenti di combattimento nonché ufficiali con funzioni di stato maggiore diverse. «In questo corso di formazione tecnica ci siamo occupati della formazione per più di dieci funzioni FOA DCA 33 completamente diverse, tra cui ufficiali dei radar, ufficiali delle trasmissioni e molte altre. E per ognuna di queste funzioni vi è un programma su misura. Tutto ciò è stato possibile solo grazie a una preparazione minuziosa e all’impiego di molte persone: una decina di militari di professione della difesa contraerea sono stati impiegati per quattro settimane come istruttori», riassume l’istruttore Gross. Corsi di ripasso tecipanti sono stati messi alla prova nelle loro cellule di condotta improvvisate. L’istruttore Martial Gross è convinto che l’investimento abbia portato i suoi frutti e spiega: «Abbiamo davvero notato che i partecipanti vogliono applicare in modo ottimale il loro know-how. Durante tutto il corso c’è sempre stata molta motivazione e di conseguenza anche i risultati ottenuti dai partecipanti sono positivi. Per loro il corso di formazione tecnica è stato davvero molto impegnativo. L’intensità e il carico di lavoro sono stati elevati durante tutte e quattro le settimane; gli ufficiali sono quindi stati chiamati a fornire uno sforzo particolare». ■ Foto: FOA DCA 33 I dieci istruttori avevano un gran da fare, perché per la prima volta il corso di formazione tecnica non era rivolto solo agli aspiranti comandanti o ufficiali di stato maggiore, ma anche a coloro che esercitano già tale funzione. «Una dozzina di ufficiali si sono iscritti per singoli corsi di ripasso, e tra loro c’erano giovani ufficiali ma anche veterani che esercitano la loro funzione già da molto tempo», spiega Gross, e sostiene inoltre che questi corsi a partecipazione volontaria hanno riscosso così tanto successo che verranno inseriti anche nel programma del corso di formazione tecnica 2016. Il corso di formazione tecnica 2015 si è poi concluso con l’esercizio di tre giorni «Hades» rivolto a tutti i livelli. Ancora una volta i par- Aspiranti ufficiali di stato maggiore sincronizzano lo schieramento di un aggruppamento di combattimento DCA. Un partecipante del corso di formazione tecnica difesa contraerea durante la pianificazione dell’azione. esercito.ch Forze aeree 2 / 15 27 Manifestazioni Agenda 20. – 23.1.2016 World Economic Forum (WEF)Davos www.weforum.org 3.3.2016 Campionati invernali dell’esercitoAndermatt www.armeewettkaempfe.ch 17./18.6.2016 75° anniversario dell’aerodromo militare di MeiringenMeiringen www.forzeaeree.ch 12./13.10.2016 Tiro d’aviazioneAxalp Con diverse esibizioni di volo www.esercito.ch/axalp Foto: DDPS, dal libro «Uno Zero Zero» Questa agenda presenta una selezione di manifestazioni. Trovate informazioni più complete e costantemente aggiornate: – relative alle esibizioni di volo delle Forze aeree svizzere nel 2016, a partire da gennaio, sul sito www.armee.ch/airshows – relative alle esibizioni della musica militare sul sito www.militaermusik.ch Anche nel 2016 la Patrouille Suisse si esibirà varie volte nei cieli della Svizzera. Potete trovare i relativi dettagli in Internet a partire da gennaio. 28 esercito.ch Forze aeree 2 / 15