IL CHERATOCONO Il cheratocono è una malattia degenerativa non infiammatoria della cornea caratterizzata da un progressivo assottigliamento dello stroma centrale e paracentrale e da uno sfiancamento conico del profilo corneale che inducono l’insorgenza di un astigmatismo miopico irregolare. Il termine “cheratocono” deriva da due parole greche, KERATOS=cornea e KONOS=cono (in pratica significa cornea conica) ed è una condizione nella quale la cornea viene progressivamente a perdere la sua forma sferica normale, deformandosi fino ad assumere la caratteristica forma di cono. Cornea normale e con cheratocono (astigmatismo irregolare) Immagine di cheratocono alla lampada a fessura Quanto è frequente il cheratocono e quando si manifesta L’incidenza (numero di nuovi casi in un anno) riportata in letteratura è approssimativamente di 1 caso ogni 2000 persone nella popolazione generale, anche se secondo molti studiosi il numero di soggetti affetti è molto più alto (secondo la Scuola di Oculistica dell’Università di Siena tale incidenza potrebbe essere stimata intorno a 1/600). In genere questa patologia si manifesta tra i 10 e i 25 anni, senza distinzione di sesso. Molto raramente è coinvolto un solo occhio, mentre la bilateralità è riportata in oltre il 9O% dei casi. Le cause del cheratocono sono, a tutt’oggi, poco chiare. Come vede il paziente con il cheratocono All’inizio si sviluppa una curvatura irregolare che modifica il potere refrattivo della cornea, producendo distorsioni delle immagini, visione sfocata sia da vicino che da lontano e fotofobia (intolleranza alla luce), ed aumento della sensibilità verso riflessi di luce. Il paziente lamenta anche una diminuzione del visus, soprattutto da lontano. La vista continua a regredire irreversibilmente da cui consegue frequente cambio di occhiali. In fase iniziale la sintomatologia potrebbe essere riferita a miopia associata ad astigmatismo. Inizialmente alcuni difetti possono essere corretti con occhiali (spesso sono necessari cambiamenti frequenti degli stessi) poi, quando la deformazione corneale aumenta, con conseguente astigmatismo, si ricorre alle lenti a contatto. Esempio di visione in caso di Cheratocono Come evolve la patologia L'evoluzione del cheratocono non è, purtroppo, prevedibile, ma varia da soggetto a soggetto: la gravità della malattia non è infatti correlabile né all’età in cui essa compare né all’acuità visiva alla diagnosi. In genere il primo occhio coinvolto sarà quello che svilupperà la maggiore deformazione. Se la deformazione corneale è tale da rendere non possibile l’uso delle lenti a contatto e la cornea presenta delle opacità che ostacolano la visione, si deve ricorrere al trapianto di cornea. La diagnosi del cheratocono - tecniche La topografia corneale è una tecnica insostituibile per la diagnosi e lo studio dell'evoluzione del cheratocono. Il topografo proietta sulla cornea una serie di anelli a diametri differenti restituisce un’immagine della superficie corneale mediante attribuzione di colori diversi in relazione ai diversi valori misurati. Attraverso delle mappe colorate (topografiche) l’oculista è in grado di analizzare accuratamente (con una risoluzione di pochi micron) la forma e la regolarità della superficie corneale. La tomografia fornisce anche dati sulla superficie posteriore della cornea (spesso la zona alterata per prima nel cheratocono). Permette di effettuare una mappa pachimetrica con misurazioni estremamente precise dello spessore corneale. La pachimetria è un esame che consente di misurare lo spessore corneale in più settori. Risulta indispensabile per la stadiazione del cheratocono, per la valutazione della sua evoluzione e per la definizione dell’indicazione all’intervento di CL. La microscopia confocale consente di valutare alterazioni specifiche della cornea che evolvono con l’avanzare della patologia stessa.