INDICAZIONI E LIMITI DEL CROSS LINKING NEL CHERATOCONO INTRODUZIONE Il cross linking del collagene corneale è una tecnica poco invasiva e scevra di effetti collaterali che viene utilizzata per impedire l’evoluzione del cheratocono. È indicata nelle fasi precoci della malattia, mentre è praticamente inutile dopo i 40 anni, visto che il processo evolutivo della malattia tende ad arrestarsi spontaneamente a quella età. Il cheratocono è una malattia che si manifesta in genere nella seconda decade di vita ed evolve progressivamente fino ai 40 anni circa. Nelle prime fasi la correzione del difetto avviene con occhiali, in seguito con lenti a contatto e nelle forme più gravi si rende necessario il ricorso alla chirurgia tradizionale (trapianto di cornea lamellare o perforante). STORIA DEL CROSS LINKING 500.000 anni fa certe cortecce di albero incrementavano la durata e la resistenza delle pelli. L’uso del Tannino è la prima forma di crosslinking utilizzata dall’uomo. Il cross-linking fisico e fisico-chimico veniva impiegato in ambito automobilistico per aumentare la resistenza delle verniciature. Negli anni ’70 si iniziò ad usarlo in Odontoiatria e Cardiochirurgia. Oggi se ne conoscono di vari tipi: Enzimatico(lisilossidasi), Chimico (Aldeidi, zuccheri, alcool), Fisico (raggi UV, rad.ionizzanti), Fotochimico (raggi UV A e B sostanze chimiche) RIBOFLAVINA Questa tecnica utilizza l’effetto sinergico della riboflavina e delle radiazioni ultraviolette per rinforzare i legami intracellulari dello stroma corneale, rinforzandone la struttura. Protezione dell’endotelio corneale e delle altre strutture sensibili dell’occhio Riboflavina 1% riduce del 95% l’intensità dell’energia che raggiunge endotelio e cristallino Non citotossico Non sensibilizzante Non irritante LA DIAGNOSTICA Accurata indagine anamnestica personale , familiare, refrattiva, età alla diagnosi, dati obbiettivi sul decorso EB congiuntiva, lacrimale, stroma posteriore Oftalmometria di Javal Valutazione acutezza visiva Topografia corneale computerizzata (con algoritmo tangenziale, elevativo, indagine aberrometrica della superficie anteriore) Pachimetria (lo spessore corneale non può essere inferiore a 400 micron) OCT (valutazione della stabilità pachimetrica durante un follow-up di 2 anni, nel post operatorio a 3 mesi linea di demarcazione tra cornea trattata e non attorno i 300 micron) TECNICA DEL CROSS LINKING TRANS-EPITELIALE Instillazione PILOCARPINA 1% 30 min prima del trattamento Anestesia con BENOXINATO CLORURO 0.4% 4 volte nei 15-20 min prima del trattamento Disinfezione con IODOPOVIDONE Anestetico locale e applicazione del blefarostato Step 0 : instillazione di RIBOFLAVINA 2-3 gocce ogni 5 min per 10-15 min prima dell’irradiazione UVA Controllo taratura radiazione emessa UVA Focalizzazione spot Step 1: instillazione di RIBOFLAVINA ogni 2.5 min durante il tempo del trattamento per un totale di 6 step di 5 min (30 min tot) Tra il 2° e 3° step lavaggio e instillazione anestetico locale Al termine del 6° step lavaggio. Aminoacidi orali 1 volta al dì,, Acido ialuronico 6 volte al dì per alcune settimane CONCLUSIONI L’obiettivo di questa metodica non è tanto quello del recupero visivo (anche se sono descritti miglioramenti di 2-3/10 di vista), quanto quello di arrestare l’evoluzione del cheratocono evitando così il ricorso a tecniche chirurgiche più indaginose e complesse (trapianti di cornea lamellari o a tutto spessori, o inserti corneali di vario tipo etc…). Il momento ideale per farlo è quando il paziente si accorge che la correzione con lenti non è più efficace.