IL MODELLO DI ITF: LA TRACCIABILITA’ VOLONTARIA NEL COMPARTO MODA Forlì, 25 maggio 2010 1 Chi è ITF (Italian Textile Fashion) L’organismo intercamerale per la filiera moda ITF Italian Textile Fashion, costituito nel 2005, riunisce oltre 20 Camere di Commercio italiane. • • • • • • • • • • • • • • Unioncamere Unioni regionali delle Camere di Commercio di ... Abruzzo Toscana Veneto Camere di Commercio di ... Bari Bergamo Biella Bologna Brescia Brindisi Como Cremona 2 • • • • • • • • • • • • • Firenze Forlì - Cesena Lucca Milano Modena Napoli Perugia Pisa Prato Reggio Calabria Salerno Varese Vicenza Modalità di attuazione del progetto Condivisione del “modello di tracciabilità” e del sistema di controllo attraverso l’istituzione di un “tavolo tecnico” partecipato dalle principali Associazioni nazionali di categoria del settore “Validazione” del modello presso circa 50 imprese localizzate su diversi territori (Cremona, Varese, Prato, Firenze, Campobasso, Isernia, Perugia, Lucca, Napoli, Brindisi) ed appartenenti ai diversi settori (tessile, abbigliamento, calzatura e pelletteria) 3 Caratteristiche del Sistema di tracciabilità Volontarietà: il sistema è ad adesione volontaria e, in quanto tale, non vuole sostituirsi all’attività di controllo prevista dalla normativa cogente (es. composizione fibrosa, ecc.). Campo di applicazione: possono aderire al sistema tutte le aziende italiane che operano nei settori tessili (compreso tessile tecnico), abbigliamento, pelletteria, pellicceria e calzaturiero. Modularità dell’applicazione: l’azienda che intende aderire al sistema di tracciabilità non è tenuta a certificare l’intera produzione ma può decidere di applicarlo ad una o a più delle sue tipologie di prodotto. 4 Il sistema documentale DOCUMENTO NORMATIVO REGOLAMENTO PER LA CERTIFICAZIONE DEL STV TARIFFARIO Modulistica 5 Il sistema di tracciabilità: la struttura organizzativa di ITF CONSIGLIO DIRETTIVO COMITATO DI CERTIFICAZIONE STRUTTURA ISPETTIVA SEGRETERIA TECNICAORGANIZZATIVA 6 Il sistema di controllo: soggetti responsabili L’attività di verifica: l’attività di verifica è realizzata da strutture ispettive del Sistema Camerale operanti secondo i principi di imparzialità, indipendenza e competenza tecnica. Il ruolo del Comitato di Certificazione: per garantire terzietà del sistema di verifica, le certificazioni saranno deliberate da un Comitato di Certificazione, rappresentativo di tutte le parti interessate. Il Comitato è composto da rappresentanti del settore istituzionale (Unioncamere, CCIAA), economico (SMI, CNA, Confartigianato) e sociale (Adiconsum, Femca-Cisl, CGIL) 7 Il sistema di controllo: le modalità operative Il sistema di controllo si basa su verifiche sul campo svolte presso gli stabilimenti delle aziende aderenti al sistema di tracciabilità e dei loro fornitori. Non sono sufficienti autodichiarazioni dei produttori. Frequenza: Verifiche iniziali Verifiche di sorveglianza annuali Le verifiche non riguardano solo le aziende richiedenti la certificazione ma, a campione, anche i loro fornitori/terzisti Verifiche non programmate: ITF si riserva la facoltà di disporre, in aggiunta a quanto sopra riportato, verifiche non programmate (a carico di ITF) Aspetti economici: il costo delle verifiche è di Euro 400,00 + IVA comprensivo delle spese di trasferta 8 Elementi a “garanzia” del sistema di tracciabilità Codice identificativo univoco che consente, attraverso l’interrogazione di un data base consultabile dal sito internet di ITF (www.itfashion.org), di risalire alle aziende coinvolte nella lavorazione del prodotto; il codice identificativo, riportato sull’etichetta di tracciabilità, consente di risalire anche alla struttura ispettiva ed al numero del Certificato. Verifiche sui prodotti certificati immessi sul mercato, effettuate a campione dal personale delle strutture ispettive ed a carico di ITF. Rigoroso sistema sanzionatorio, che prevede, oltre alla sospensione/revoca della certificazione, l’applicazione di sanzioni pecuniarie per le aziende che faranno un uso improprio o fraudolento della certificazione e del relativo marchio di ITF. 9 es e ga m 5 om o M od en a Fi re nz e R eg Te gi rn o i C al ab ri a Pr at o Pi Pe s to sa ia ro M on Urb in za o -B ria nz a M an t Fo ov rlì -C a es en a C ag l ia Bo ri lo gn Br a es ci a Be l lu n Ve o rc el li o ll a 6 C Be r 7 Bi e ug ia Vi ce nz a M i la no Pe r Va r Certificazione delle aziende 70 aziende certificate Aggiornato: dicembre ‘09 17 10 5 2 2 2 1 1 1 10 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 Tipologia di certificazioni rilasciate (prodotto, processo, processo/prodotto) 7 10% Solo prodotto Solo processo Prodotto e processo 23 33% 39 57% 11 Stratificazione per settore produttivo 3 4% 4 6% Pelletteria Pellicceria 34 49% Tessile Abbigliamento 28 41% 12 Verifiche effettuate sulle filiere Totale aziende certificate: 70 + Totale fornitori verificati: 100 64 aziende N°Totale di aziende sottoposte a verifica da ITF per il rilascio delle certificazioni: 170 N°medio di verifiche per aziende certificate: 2,4 Avendo definito che si procede alla verifica del 10% dei fornitori di ciascuna azienda richiedente la certificazione, possiamo affermare che le aziende certificate da ITF hanno, mediamente, 10-20 fornitori ciascuna 13 La campagna di comunicazione: obiettivi e principali contenuti La campagna di comunicazione è stata ideata per diffondere a livello nazionale, soprattutto tra i consumatori, la conoscenza del Modello di tracciabilità. La campagna, incentrata sullo slogan “Where are you from?” riferito alle origini del prodotto valorizzate attraverso lo strumento della tracciabilità, è finalizzata a fornire una informazione chiara, corretta, trasparente, così da permettere ai consumatori di effettuare scelte d’acquisto pienamente consapevoli. Alla campagna nazionale è opportuno affiancare azioni a livello locale, soprattutto nelle province più vocate nel sistema Moda, così da realizzare un proficuo effetto moltiplicatore. 14 La campagna di comunicazione 15 La campagna di comunicazione 16 Obiettivi Obiettivo per le imprese: Sviluppare approcci volontari atti a qualificare il prodotto differenziandolo da quello convenzionale e rendendolo maggiormente appetibile sul mercato. Obiettivo per i consumatori: Trasparenza certezza di acquistare un prodotto di cui si conosce tutta la storia, comunicata chiaramente in un’apposita etichetta, che sancisce la provenienza di ciascuna fase di lavorazione. 17 Campo di Applicazione del sistema di tracciabilità • Il sistema di tracciabilità volontario può essere applicato alle seguenti categorie merceologiche: tessili, abbigliamento, pelletteria, pellicceria e calzature. • Sono esclusi dal campo di applicazione tutti gli accessori e i materiali il cui contributo alla realizzazione del prodotto finito non superi, in termini di peso, il 15% dello stesso (ad esempio fodere, applicazioni, bottoni, lacci, ecc.). • L’organizzazione potrà decidere di applicare il sistema di tracciabilità a una o a più linee produttive/prodotti dell’organizzazione stessa. 18 Campo di Applicazione del sistema di tracciabilità Il sistema di tracciabilità volontario può essere applicato a: PRODOTTI, appartenenti alle seguenti categorie merceologiche: tessili, abbigliamento, pelletteria, pellicceria e calzature. PROCESSI PRODUTTIVI, solo nel caso in cui l’organizzazione non realizzi direttamente capi confezionati ma contribuisca alla loro realizzazione attraverso la esecuzione di alcune fasi del processo di produzione (es. nobilitatori, terzisti). 19 I contenuti informativi dell’etichetta di tracciabilità di ITF L’applicazione sui prodotti della “ETICHETTA DI TRACCIABILITÀ” contenente specifiche indicazioni sull’origine definite da ITF: Calzatura Pelletteria 20 Come dare evidenza dell’avvenuta certificazione del sistema di tracciabilità? L’etichetta dovrà riportare: nella parte centrale le fasi di lavorazione; in basso la dizione “Tracciabilità controllata dal sistema delle camere di commercio italiane”; in alto a sinistra il logo di ITF e in alto a destra il codice identificativo del Certificato. Tale codice alfanumerico è composto da un codice alfabetico che identifica la struttura ispettiva ed il numero del Certificato es AAA0001A. La numerazione è progressiva per ciascuna struttura ispettiva. Nel rispetto dei contenuti sopra riportati, l’organizzazione potrà scegliere il formato dell’etichetta. L’etichetta potrà essere apposta sul prodotto finito o sulla sua confezione. 21 Come dare evidenza dell’avvenuta certificazione del sistema di tracciabilità? 1) Il certificato di tracciabilità 2) L’etichetta di tracciabilità Esempio nel settore abbigliamento 3) Il marchio di tracciabilità 22 I principali elementi a garanzia del sistema di tracciabilità Il sito di ITF www.itfashion.org selezionare Il codice di tracciabilità univoco per azienda e per linea produttiva es. AAA001 Sistema sanzionatorio: che prevede, oltre alla sospensione/revoca della certificazione, l’applicazione di sanzioni pecuniarie da un minimo di € 5.000 ad un massimo di € 250.000. 23 Il Modello di tracciabilità: i principali requisiti per le aziende (I) Per poter accedere al sistema di tracciabilità le organizzazioni devono: disporre di un sistema organizzativo e documentale tale da dimostrare il luogo dove è avvenuta la lavorazione del prodotto cui si applica il sistema di tracciabilità realizzare, in uno stesso Paese, le sottofasi di ciascuna fase di lavorazione (ad esempio il taglio e la cucitura come sottofasi del confezionamento) utilizzare l’etichetta in conformità a quanto disposto nel documento normativo; assoggettarsi alle verifiche e superarle con esito positivo. 24 Il Modello di tracciabilità: i principali requisiti per le aziende (II) Nel caso in cui le sottofasi di una fase di lavorazione, ad eccezione delle filatura siano realizzate in paesi diversi, l’organizzazione non potrà aderire al sistema di tracciabilità di ITF. Deroghe a tale requisito potranno essere applicate dal Comitato di Certificazione per casi particolari Per alcune tipologie di prodotti (es. “tessuto non tessuto”, ecc.), la cui tecnologia di realizzazione non prevede tutte le fasi di lavorazione, l’etichetta di tracciabilità potrà non presentare tutte le linee informative previste al suddetto punto. In ogni caso le diciture riportate in etichetta dovranno essere verificate dalle strutture ispettive. Nel caso in cui ci siano altre fasi di lavorazione (es. nobilitazione del filato, ecc.) in aggiunta a quelle indicate, potranno essere indicate altre linee informative sull’etichetta di tracciabilità. In ogni caso le diciture riportate in etichetta dovranno essere verificate dalle strutture ispettive. Qualora non fosse fattibile risalire al paese (solo per i produttori localizzati all’estero) in cui è stata realizzata una specifica fase, è possibile utilizzare la dicitura “… Importato”, da apporre sull’Etichetta di Tracciabilità in corrispondenza della specifica fase di lavorazione. Ad esempio: Filato Importato Tessuto in ……. (indicare paese) Nobilitato in……. (indicare paese) Confezionato in……. (indicare paese) 25 Il Modello di tracciabilità: i principali requisiti per le aziende (III) GESTIONE DELLE NON CONFORMITÀ I prodotti non conformi ai requisiti del sistema di tracciabilità dovranno essere opportunamente gestiti (identificazione, immagazzinamento, separazione dai prodotti conformi, ecc.). COMPETENZA E CONSAPEVOLEZZA Il personale delle organizzazioni che intendono accedere al sistema di tracciabilità deve essere consapevole della rilevanza e dell’importanza delle proprie attività. 26 Il Modello di tracciabilità: i principali requisiti per le aziende (IV) DOCUMENTI DEL SISTEMA DI TRACCIABILITA’ La documentazione del sistema di tracciabilità deve includere: i dati relativi a tutte le fasi del processo produttivo cui si applica il Sistema di tracciabilità; tutte le registrazioni necessarie a fornire evidenza della conformità ai requisiti del presente documento normativo. devono essere utilizzate modalità di identificazione, archiviazione e protezione dei documenti e delle registrazioni tali da favorire la loro leggibilità, identificabilità e tracciabilità. 27 Origini multiple 1. Filatura: Se il manufatto è composto da filati di fibre diverse tra loro con origini diverse (es. camicia in misto cotone/lino - 60% cotone 40% lino -con filatura svolta in Italia per il lino ed in India per il cotone) l’etichetta di tracciabilità relativa dovrà riportare le indicazioni dei paesi nei quali è avvenuta la lavorazione di filatura relativa ad ogni fibra indicata in etichetta, la quale (per il caso dell’esempio citato) si configurerà nel seguente modo: Filato:Cotone filato in India Lino filato in Italia Tessuto:xxx Nobilitato:xxx Confezionato:xxx Indicando i vari filati in ordine decrescente di percentuale di peso presente nel manufatto. 2. Se il filato è di identica composizione (es. 100% cotone) e non ha più di 3 origini diverse: In tal caso verranno indicati in etichetta di tracciabilità i paesi di origine dei filati in ordine decrescente di presenza all’interno del manufatto; ad esempio: Filato:India, Italia, Cina Tessuto:xxx Nobilitato:xxx Confezionato:xxx 3. In tutti gli altri casi si dovrà indicare la dicitura “IMPORTATO” in etichetta di tracciabilità: Filato:IMPORTATO Tessuto:xxx Nobilitato:xxx Confezionato:xxx Altre fasi: Qualora il manufatto che si intende tracciare sia prodotto utilizzando tessuti creati in paesi diversi fra loro si procede come esplicitato nel DN par. 6.8 indicando pertanto la dicitura “IMPORTATO”. 28 Pianificazione della verifica Verifica completezza documenti (contratto, domanda ed elenco fornitori, visura) SI riceve i documenti per fax / email Gli originali devono essere consegnati ad ITF SI accerta che gli originali siano pervenuti ad ITF Analisi dei fornitori: Campionamento Preventivo e relativa accettazione Selezione campionati Fornitori rappresentativi Fornitori già verificati ma non certificati Fornitori già certificati Pianificazione delle visite sul campo: Giorno/orario/ispettore Ricevere l’ok da parte dei fornitori 29 Determinazione del numero e delle organizzazioni da verificare PRIMA CERTIFICAZIONE: oltre all’organizzazione richiedente, dovrà essere verificato un numero di organizzazioni pari al 10% di Ni, ove Ni è il numero complessivo delle organizzazioni fornitrici dirette attive del richiedente la certificazione. SORVEGLIANZA ANNUALE: dovrà essere verificato almeno il 60 % delle organizzazioni oggetto di valutazione iniziale determinate come sopra. ASPETTI GENERALI: Dovrà essere verificata il richiedente e preferibilmente 1 organizzazione per ogni fase del processo produttivo Il n° max di aziende da verificare è 10 Qualora un’organizzazione realizzi più fasi (es. filatura e tessitura) questa dovrà essere verificata una sola volta. Se ci sono aziende già verificate queste non vanno considerate nel computo generale (incentivo a far certificare i propri fornitori) 30 Numero di verifiche da condurre In fase di adesione Numero delle organizzazioni fornitrici Numero di organizzazioni da verificare dirette del richiedente il mantenimento in mantenimento, oltre al richiedente 1 - 20 1 21 - 30 2 31 - 40 2 41 - 50 3 51 - 60 4 61 - 70: 4 71 - 80 5 81 - 90 5 91 in poi 6 Numero delle organizzazioni fornitrici Numero di organizzazioni da verificare dirette del richiedente la certificazione in certificazione, oltre al richiedente 1-10 1 11-20 2 21-30 3 31-40 4 41-50 5 51-60 6 61-70 7 71-80 8 81-90 9 91-in poi 10 In fase di mantenimento 31 Esempio Campionamento aziende N di aziende da conteggiare Maglificio Rossi 12 fornitori di tessuti 9 façonisti confezionamento in azienda 12 9 (azienda richiedente) Tot. 21 + 1 N. di aziende da verificare in prima certificazione: 21 = 3 + il richiedente € 1.600 N. di aziende da verificare in fase di sorveglianza: 3 fornitori (60%) = 1,8 arrotondamento a 2 NB il n°di fornitori da campionare in sorveglianza va riconfermato annualmente 32 Modalità di conduzione della verifica Riunione iniziale (visita informativa) Conferma sul campo dei fornitori Aspetti da verificare: una prova di tracciabilità (da “monte” a “valle”) su un prodotto: tale attività consiste nel controllare che tutte le registrazioni conservate siano in grado di attestare il luogo dove sono avvenute tutte le fasi di lavorazione del prodotto cui si applica il sistema di tracciablità. Tale prova deve essere documentata nell’apposita sezione (“Report di tracciabilità”) del Rapporto di verifica ispettiva; una prova di rintracciabilità (da “valle” a “monte”) documentale a partire da un prodotto finito; il controllo del corretto utilizzo delle etichette e, ove necessario, del Certificato di conformità (solo per le verifiche di sorveglianza). Documentazione “minima” che l’organizzazione deve possedere per tracciare i prodotti Documenti da acquisire in azienda e allegare al rapporto Acquisire firme sul piano di verifica (presenza ispettore) 33 Report di tracciabilità Processo I/E Stato materiale in entrata Input informativo/am ministrativo Legenda: I: Processo interno E: processo esterno 34 Stato materiale in uscita Output informativo/am ministrativo Note Gli esiti dell’audit Le NON CONFORMITA’:sono carenze rispetto ad uno o più requisiti del DN_ITF_01 e che necessitano di una azione risolutiva da parte dell’organizzazione. La mancata risoluzione delle NC critiche pregiudica il rilascio della certificazione. Classificazione delle non conformità: CRITICA Mancanza di uno o più requisiti del DN_ITF o del Regolamento Azione tale da pregiudicare il STV e l’immagine del marchio di ITF Non completa applicazione di un requisito del DN_ITF o del Regolamento tale da pregiudicare il STV ma non l’immagine del marchio di ITF IMPORTANTE Carenza formale rispetto ad un requisito del DN_ITF o del Regolamento tale da non pregiudicare il STV e l’immagine del marchio di ITF LIEVE Le non conformità devono essere dettagliatamente descritte nel Mod “Rapporto di non conformità” e richiamate anche nel “Mod_Rapporto di verifica ispettiva” per essere successivamente valutate e confermate anche da parte del CdC. 35 Contatti • www.itfashion.org • [email protected] • 06/97610467 36